cultura barocca
APPARATO II

APPARATO GOVERNATIVO, AMMINISTRATIVO, SOCIO-ASSISTENZIALE E MILITARE DELLA REPUBBLICA DI GENOVA

BANCHI> "Banchi è una nota piazza genovese, a lungo centro degli scambi commerciali">BRUNI ,p. 60,n.28 = l'importanza di questo luogo di contrattazione e scambi fece sì che nei suoi riguardi la giustizia fosse vigile e severa, visto il timore della Signoria che operatori forestieri (oltre che di città) venissero o aggrediti o derubati, volgendo altrove le loro operazioni, con danno di commercio ed economia genovesi.


BANNALITA': diritto di monopolio dei feudatari per macinazione di grano o altre derrate alimentari

BASTARDELLI: ricovero dei B. per fanciulli/-e abbandonati; col concorso dello Stato e di privati il più grosso intervento della Repubblica (senza trascurare iniziative di Confraternite locali e assistenzialismo della Chiesa) per bimbi abbandonati si ebbe con questo ricovero presso lo Spedale di Pammatone.

BONAVOGLIA(BUONAVOGLIA)> BATTAGLIA, s. v.:"Chi, pur non avendo subito condanne, serviva sulle galere al remo, per pagare un debito": un atto,in Civ.Bibl.Apros. di Ventimiglia-Fondo Bono, Ms.1,cc.18-19, permette di ricostruire la paga mensile di un B. nel 1587, di "lire 6 e soldi sedici" cioè 1632 Denari.

BRACCIO REGIO: autorità dello Stato, potere civile (Braccio pubblico> il governo; Braccio criminale e civile o Braccio della giustizia> il potere giudiziario)>BATTAGLIA s. voci.

BRACCIO SECOLARE: Potere civile che, nell'età intermedia, eseguiva sentenze e provvedimenti dell'Autorità ecclesiastica. BATTAGLIA, s.v. "braccio", n.8.

BUON CITTADINO (IL)= Gli "Stat.Crim." sono ispirati al culto del "buon cittadino" affermato nel 1617 da A.Cebà ne Il cittadino della Repubblica, in cui, come indica la AIRALDI (p.475),"il buon cittadino è identificato con il cittadino di quella particolare Repubblica: pur nella serrata oligarchia, vecchia ormai quasi di cent'anni, il ceto dirigente non vuole cancellare l'immagine d'una forma politica in cui da secoli s'era identificata e s'identificava, ancora, sia pur in diverse sfumature, la gente genovese e la storia della città". Documento di questo sistema si scopre nella favola dedicata nel Capodanno del 1468 dal savonese Frate Lorenzo Guglielmo Traversagni al Signore di Finale Giovanni del Carretto, fiaba che narra le vicende di Antioco il buon figlio che, obbedendo ai desideri del padre, si reca nella grande Genova in cerca di fortuna, riuscendovi, dopo aspre vicende, sin a conseguire un avvenire principesco, sposando una fanciulla di nobile provenzale casato e meritandosi un celebre elogio del vecchio padre. La AIRALDI (pp.476-479) riprende la favola, tradotta da G. Farris e ne riassume la filosofia:" il De varia fortuna Antiochi è un codice sociale per una civiltà mercantile all'apice della sua parabola; ingegno e prudenza non vanno disgiunti da un bagaglio di virtù, cui non manca il concorso degli studi e per cui la figura paterna, in gran rilievo, è colta nel suo storico rapporto con l'erede maschio, duttile qual creta in mano dell'anziano, e quindi saggio, genitore".

COMPERA Termine storico genovese per indicare il "Prestito pubblico genovese, in cambio e a garanzia del quale lo Stato concedeva al sottoscrittore (Comperista) la riscossione di alcune gabelle. Anche se le Compere più note furono quelle del Banco di S.Giorgio, come scrive il Boccardo (p.525): "Molte furono le compere che si susseguirono dal secolo XII al XV.".

CORSICA> L'isola, benché possesso genovese, con legge dell'8- II - 1577 fu resa all'autorità di Governatore e Giusdicenti isolani (Criminalium iurium , Pavoni, Genova, pp. 149-151). Si precisò nelle Riforme del 1587 (capo 42- Che da questi ordini, capitoli, & riforme ne sieno escluse tutte le liti, cause, delitti & altri negotij, che son seguiti, seguono,ò seguiranno per l'avvenire nell'Isola di Corsica, poiché dett'Isola è governata con differenti statuti, & leggi) e ciò si ribadì nelle Riforme del 1605 (p.11, capoverso 4 - Che da questi ordini, capitoli e riforme ne siano escluse tutte le cause, delitti & altri negotij, che sono seguiti, seguono, e seguiranno per l'avenire nell'Isola di Corsica, poiche detta Isola è governata con differenti statuti, e leggi). Gli Statuti Militari dello ZIGNAGO ("Estratto di Grida del Magistrato di Guerra", 19-VI-1720, p.111) non riportano Corsica (come in Statuti Criminali del '500) ma Regno di Corsica vietando di arruolarvi, come sulle piazze del Dominio, soldati e marinai a pro di altri Stati e Sovrani.
LEGGI QUI PER UN APPROFONDIMENTO CRITICO - DOCUMENTARIO SULLA STORIA DELL'ISOLA

DAZIO Imposta indiretta sui consumi di riscossione mediata che colpisce la circolazione dei beni da uno Stato all'altro (Dazio esterno) o anche da un comune all'altro (Dazio interno). V. Gabella.

DECRETO termine conferito alle delibere di Camera e Senato (vedi anche Legge)

DENARO> dal latino ( nummus ) denarius cioè "(moneta) del valore di 10 assi". Parola trasmessa con assimilazione di e ad a ("danaro") e col singolare rifatto sul plurale -ri : il singolare toscano originario dei testi arcaici era denaio, danaio (DEVOTO, s.v.). Il Denaro in rame fu l'unità monetale di base della Repubblica di Genova, la cui sommatoria (per convenzione e praticità, visto anche lo scarso valore del D.) andava sotto nome di Soldo (moneta fantasma di "20 D.") e di Lira (altra moneta multiplo fantasma, di ben "240 D."). Già in antico erano detti Minuti i D. che servivano per il commercio spicciolo (appunto "al minuto"), con il loro quarto (Quartari detti anche Clapucini dal nome dei lavoratori del rame).

DISTRETTO> Circoscrizione territoriale di vario tipo, facente parte dell'organizzazione dello Stato> Distrettuale = che appartiene alla popolazione del distretto nel significato di territorio soggetto ad un Comune o Repubblica di origine medievale (BATTAGLIA,IV, sotto voci).

DOMINIO> v. Amministrazione-suddivisione del territorio.>leggi anche BATTAGLIA,IV, s. v, n.4: "Territorio costituente un'entità politica o su cui si esercita un determinato potere politico; Stato considerato dal punto di vista del territorio su cui si estende e su cui è organizzato". Il D. genovese di terraferma era indicato colla formula "da Corvo a Monaco, dai Gioghi (talora "Oltregiogo" - con parte dell'alessandrino) al Mare (o "le Riviere")": limiti estremi di levante e ponente, di settentrione e meridione della giurisdizione repubblicana (escluse le colonie e la Corsica)> per longitudine è facile l'identificazione del limite di Monaco mentre Corvo è il sito a ponente del Magra, rappresentato in una carta di VRINTS.

FAMIGLIA> Nelle famiglie egemoni (che comunque assieme a quelle dei ceti subalterni e dell'intiero Dominio si debbono studiare tenendo altresì conto dei FLUSSI DEMOGRAFICI e dell'evoluzione sociopolitica oltre che religiosa dell'ISTITUTO DEL MATRIMONIO) si riscontra dagli "Statuti Criminali", un modello piramidale realizzato per salvaguardare i legami tra vita familiare e aggregazione d'affari, magari utili allo Stato [il corrispettivo della FAMIGLIA sotto il profilo del computo demografico a fini statistici è il FUOCO = per un approfondimento in cui interagiscano dati laici ed ecclesiastici nella BIBLIOTHECA CANONICA, JURIDICA... si consulti poi la voce FAMILIA].
Anche i figli maschi, con diritto ad una paritetica divisione del patrimonio, erano subordinati all'emancipazione dall'autorità del padre di famiglia, data al limite dei 25 anni (v. negli "Statuti" l'alto - e non sempre uniforme - livello di età giudicato necessario ai giovani di entrambi i sessi per svariate scelte di vita): su questo sistema verticistico della famiglia si reggeva il complesso degli affari e varie "intelligenze" furono soffocate per anni, con inaridimento imprenditoriale (AIRALDI, p.467: "forse solo la premorienza del padre consente a personaggi destinati alla celebrità come i Pessagno o gli Zaccaria di emergere"). Nei centri minori si allentava il verticismo di famiglia, con meno ramificazione di parentele e maggior frequenza della "famiglia nucleare" e ruolo superiore per Donna e figli.
La Salvaguardia della Famiglia (guidata dal buon padre di famiglia e giammai da genitori gravemente riprovevoli e/o perseguibili penalmente o da mariti e padri apertamente corrotti: casi peraltro eclatanti e/o "pubblicizzati" tra i ceti inferiori) era comunque sentita da Stato e Chiesa come un dovere irrinunciabile [sia come religioso che qual giudice ecclesiastico Aprosio ne esaminò a tutto tondo gli aspetti, magari mascherando sotto forma di scherzo erudito considerazioni di estrema serietà: e già precocemente nello Scudo di Rinaldo curò queste sue investigazioni anche affrontando temi di estrema delicatezza come nel caso di percosse perpetrate dal marito a danno della consorte]
Dopo le NOZZE e quindi il CONIUGIUM, sì da unire i due CONIUGI, vale a dire MARITO E MOGLIE in un complesso legame ufficiale entro cui comunque vige sempre la
*******************PUBBLICA SANZIONE DELLA SUPERIORITA' DEL RUOLO MASCHILE SU QUELLO FEMMINILE*******************,
un problema delicato per la famiglia (e naturalmente per la salvaguardia dei suoi BENI) era poi la "purezza" del suo "albero genealogico" onde evitare in seguito annose liti legali: un "albero genealogico" in cui dettagliatamente dal PADRE alla MADRE (con la conseguente valutazione della PATRIA POTESTA') si analizzavano TUTTI I POSSIBILI RAPPORTI DI PARENTELA come sotto la voce AFFINITAS della sua BIBLIOTHECA CANONICA, JURIDICA... mira a precisare Lucio Ferraris (in merito a FIGLI -E / BAMBINI -E / FANCIULLI -E vedi anche qui, sempre dall'opera del Ferraris, le voci TUTELA, TUTOR, CURA, CURATOR)
Ma soprattutto anche se si aveva cura di tutti i fanciulli, nel contesto di queste riflessioni, si mirava con costante minuzia soprattutto alla tutela dei figli legittimi a fronte degli illegittimi (in particolare esisteva una cura specifica per i bastardelli) ma onde evitare appunto qualsiasi alterazione dell'asse ereditario [tra XVI e XIX secolo l'infanticidio, per molteplici ragioni, finì con il costituire una vera piaga sociale tanto che alla fine di tale crimine con minuzia superiore prese ad occuparsi la medicina legale] e quindi ogni possibile sconvolgimento dell'istituto della famiglia i controlli erano estremi in ogni settore.
Ed in questo caso può ancora giovare, per integrare vieppiù la documentazione, la lettura della BIBLIOTHECA CANONICA, JURIDICA... alla voce FILIUS - FILII.
In dettaglio si prestava una grande attenzione alle seguenti voci, anche se qui sono riprese da un testo del XVIII secolo a riprova di una problematica sempre estremamente sentita sia a livello morale che giuridico:
-PARTO: PER UNA STORIA DEL PARTO DALL'ANTICHITA'
-PARTO: LEX REGIA DEL PARTO - RICONOSCIMENTO, LEGITTIMAZIONE, ALLEVAMENTO, CURA E CUSTODIA DEL NASCITURO E/O NEONATO
-PARTO [NASCITA - FETO: VEDI ANCHE MOSTRUOSITA' DI PARTI E FETI]
-[PARTO LEGITTIMO - PARTO SEROTINO - PARTO CESAREO ]
-[PARTO CESAREO (TAGLIO CESAREO): GRANDE COMPLESSITA' CLINICA E GIURIDICA DI TALE INTERVENTO ATTRAVERSO I SECOLI]
-[PARTO CESAREO (TAGLIO CESAREO): STRUMENTI ALTERNATIVI ALLA SUA PRATICA = IL "FORCIPE"]
Ma, contestualmente, una specifica attenzione era conferita anche a quanti variamente potevano operare per la nascita di un fanciullo dal MEDICO GINECOLOGO all'OSTETRICA e quindi ancora alla BALIA, tutti specialisti che, se disonesti, potevano concorrere all'alterazione di una nascita (per via di sostituzioni, soppressioni di bambini appena nati ecc.).
Attesa peraltro la credenza nelle STREGHE OSTETRICHE [in definitiva le MAMMANE anche di recentissima memoria, assai poco streghe se non quali praticone per denaro], facitrici di male ai fanciulli, anche la CONGREGAZIONE DEL SANTO OFFICIO prestava estrema attenzione all'opera di balie, ostetriche, chirurghi ostetrici e da ciò non poteva esentarsi nemmeno un erudito quale Angelico Aprosio che come noto fu Vicario dell'Inquisizione: questo in particolare spiega lettera del 14 novembre 1666 dell'Inquisitore di Genova Michele Pio Passi dal Bosco al suo Vicario in Ventimiglia A. Aprosio concernente una presunta strega ostetrica di Vallebona, nel Capitanato di Ventimiglia.
Certamente un Vicario dell'Inquisizione non doveva occuparsi solo di casi tanto gravi: per certi aspetti non meno importanti risultavano sia le forme di vigilanza che poteva esercitare nell'ambito delle sue prerogative quanto ancora la personale capacità di vagliare casi limite o perlomeno inconsueti.
Ecco così che certi capitoli della Grillaia oggi in apparenza paiono solo esercitazioni erudite (cosa che peraltro Aprosio, abbastanza scettico, cercava di far ritenere) mentre alla loro radice stava un'esigenza pratica di approfondimento: a titolo d'esempio valga qui menzionato il GRILLO XII (su una peculiare forma di investigazione nel caso di omicidio), il GRILLO X (se le donne necessitino realmente del coito per restar ingravidate) e forse ancor più il
GRILLO XI
in cui si esamina una questione non da poco, attesa l'epoca e le opinioni divergenti: se cioè una donna posta restare ingravidata dopo essersi lavata in un bagno evidentemente poco prima usato da un uomo, che per casualità od autoerotismo si sia liberato del proprio sperma (ed in questo caso Aprosio dà prova di notevole coraggio interpretativo
confutando
una possibilistica
ipotesi
, avanzata, seppur in un caso particolare, da un monumento della cristianità come S. Tommaso d'Aquino).
In effetti l'intelligente Aprosio nel GRILLO XI se la ride contro i creduloni, lasciando intuire come il tutto rientri in un giuoco boccaccesco elaborato da due amanti per ingannare,a fronte di un'inattesa gravidanza ed in nome di una casualità perniciosa, i genitori o chicchessia: però il frate mescola il gioco erudito con citazioni giuridiche ed analisi d'ordine anatomico condotte da specialisti, quasi ad indicare che se lui ha un parere tutto ridanciano del fenomeno, che gli rende possibile orchestrare un divertimento letterario, tuttavia non manca di fonti e documenti da utilizzare prontamente in caso di necessità (e tali eventi furono ammessi ai suoi tempi come per i gonzi non mancano ancora adesso di venir divulgati).


FANCIULLI (TUTELA)> gli Statuti genovesi si esprimono in più parti a difesa dei minori riprendendo antichissime norme che addirittura si possono collegare al diritto di Roma e, per soffermarci su norme codificate, a quelle veicolate, per esempio, dall'ottavo libro del Codice Teodosiano: la base di riflessione ideologica fondamentale si riscontra però nell'influenza esercitata dal Digesto giustinianeo e specificatamente da tutte le rubriche del Libro XXVII.
Dalla normativa statutaria genovese traspare, come nell'antico jus, sì la volontà di proteggere i FANCIULLI, gli ORFANI, i PUPILLI affidati a TUTORI e CURATORI, da diverse violenze, non esclusa la cattiva cura (v. Balia) o da atti di violenza che spesso l'opinione pubblica collegava con pratiche stregonesce (v. Aborto e Bastardelli) ma siffatta volontà risulta prioritariamente intessuta, sempre, sulla direttrice di una strategia socio-politica che fa della salvaguardia dell'essenza della Famiglia le basi per la custodia dell'integrità e della sana perpetuazione dello Stato.

FAZIONE: Risultanza del sistema delle Parentelle, la Fazione era potenza per alcuni e speranza per altri>SPINOLA sui "capifazione" in Dizionario Filosofico (B.U.G., ms.B.VIII. 25- 29,s.v."Fattioni") scrisse: "Ho conosciuto alcuni i quali professando di dar moto in questa bassezza e miseria di fattione, io non dirò amici fra loro, perché l'amicizia non è se non fra buoni, ma molto domestici, ridendosi della semplicità e balordaggine de lor partiggiani, attendevano d'aiutarsi l'un l'altro in tener ingannati quei meschini, et a spolparli di capretti, di ricotta e di formaggio, giocandone alla palla sotto manto di favorirli" ed aggiunse "...non è cosa che nel nostro Paese mantenga più la peste de' banditi di quel che fanno le fattioni. Imperoché i partigiani danno lor denari, portan lor provvigioni da vivere, li avisano delle diligenze che la giustizia fa contro di loro e li tengono nascosti nelle case, nelle cassine et in altre nascondaglie"> Stat. Crim. : Ribelli,lib.II,cap.71,74,81.

GABELLA: Imposta o Dazio di consumo - in orig. genericamente "tributo"(BATTAGLIA, s.v. il termine deriva dal latino medievale gabella [ Acta Imperii ] dall'arabo qabala (imposta).

GENERALE DELLE ARMI carica trimestrale di supremo comandante delle forze armate genovesi, ancora nel '700 scelta fra 4 dei 6 membri del Magistrato di Guerra: in subordine, fra le forze di terra, si annoveravano i colonnelli ed i sergenti maggiori al comando dei singoli battaglioni: vedi lo ZIGNAGO, passim.

GENOVINO D'ORO> multiplo del Denaro (usato soprattutto per le transazioni internazionali, nelle vendite all'ingrosso e nell'alta finanza) in oro purissimo (3,5 grammi) che la Casa Monetiera di Genova coniò dal 1252 (contestualmente, di pari peso aureo la Zecca fiorentina prese a battere il Fiorino d'oro: Venezia coniò dal 1284 il Ducato d'oro detto poi Zecchino> CIPOLLA, pp. 36 - 37).

GHETTO: quartiere cittadino chiuso per il domicilio coatto degli Ebrei ed in cui s'entrava per due porte che si chiudevano dal tramonto all'alba, custodite da guardie cristiane: in Italia comparvero dal XIV secolo. L'etimologia non è ancora chiara> si veda BATTAGLIA, s.v., che riprende A. Prati, dettando "Ghètto era il nome d'un'isoletta di Venezia, dove furono cacciati gli Ebrei di quella città nel 1516, e gli altri ghètti ricavarono il nome da codesto...Il nome di ghètto, scritto pure getto, geto, secondo antico uso, ma da leggere ghèto, indicò nel sec.XIV un gètto cioè una fonderia per le bombarde, esistente in quell'isoletta veneziana, dicendosi un tempo ghetàr per gettare".

IGIENE (PUBBLICA)> termine d'uso moderno recepito quasi solo dal 1500 , per opera di qualche scuola medica, come profilassi contro le epidemie che si ritennero causate dall'accumulo di sporcizia nelle pubbliche contrade con formazione di pestifere esalazioni (vista l'assenza di servizi pubblici, periodici di pulizia, il tasso di inquinamento ambientale era notevole e superiore al pensabile: nel '600 l'erudito intemelio Aprosio lamentò i danni procurati dalla carenza di igiene pubblica per l'abbandono alla decomposizione in campi aperti di carcasse d'animali e per discariche "selvagge" in aree impaludate come quella, in Ventimiglia, dei Paschei, bonificata poi nel XIX secolo. Lo stesso nome di Bordighera - derivato da Burdiga = area paludosa - alludeva ad un'area limosa e mefitica, che si estendeva sino alla vicina Vallecrosia, poi bonificata a metà del '700 per le esigenze di acquartieramento dei battaglioni austro-piemontesi durante la guerra du successione al trono imperiale>CAPACCIO- DURANTE, passim. Gli Statuti Criminali del '56 (capo 88, libro II), con zelo ma limitato successo, cercarono comunquedi salvaguardare l'I. pubblica, pur inserendo il discorso in un contesto criminologico di reciproci affronti fra casati.

INSEDIAMENTI DEMICI>Col nome di Città si indicava solo il complesso demico, entro la cinta muraria, di Genova> Suburbio era la zona alle porte della città, dove essa si espandeva in modo più o meno ordinato (dal lat. suburbium comp. da sub = sotto e da urbs = città).> Villa :in corografia tardo medievale genovese>piccolo centro rurale (p.es. villa di Sasso nel Capitanato di Ventimiglia).> Luogo :in corografia di medioevo tardo genovese = unità demica, mediamente rivierasca, maggiore di quella della Villa (p.es. Luogo di Loano o del Loano).

LAZZARETTO>(Dal nome dell'isola veneziana di "S.Maria di Nazareth" - così detta per l'omonimo monastero - dove nel 1423 fu istituito un luogo di quarantena per i reduci di Terrasanta affetti da malattie contagiose: con sovrapposizione del nome di S.Lazzaro patrono degli appestati)> Luogo di isolamento per il ricovero di malati ritenuti incurabili e pericolosi per la contagiosità del loro male: con questa idea venne istituito nel XV sec. per opporsi al dilagare della peste, della lebbra e poi della lue o sifilide; era costruito in luoghi isolati, isole e siti elevati o isolati con mura e fossati, di norma fuori di città: a partire dal XVI sec., ai L. si affiancarono Ospedali per incurabili di Congregazioni religiose e Opere pie: pei L. in Liguria> ANTERO> v.v. Conservatori di Sanità.

LEGGE: termine per le delibere dei Consigli (vedi Decreto).

LIBRO DELLA NOBILTA' (dopo la Costituzione del 1528)> ogni anno vi si ascrivevano 10 elementi, 7 di Città e 3 delle Riviere. Vi si concentrava tutta la classe dirigente del Dominio.

LIRA: il sistema monetario genovese , uscito dalle riforme carolingiche, si espresse sino alla Rivoluzione francese secondo lo schema di equivalenze (1 Lira = 20 Soldi = 240 Denari) in cui i multipli Lira e Soldo erano "monete fantasma" usate in contabilità e pratica commerciale visto il modestissimo valore del Denaro o "moneta reale".

MAGGIORASCO-MAGGIORASCATO > v. BATTAGLIA, s.v.): Nell'età intermedia istituto di diritto di famiglia (forse di origine spagnola) per cui, in forza di specifico atto, il patrimonio di una famiglia, specie se nobile, era reso (maggiorasco universale, maggiorasco parziale) indisponibile e vincolato a favore delle generazioni future e si trasmetteva ereditariamente dall' ultimo beneficiario al parente più prossimo e, in caso di parenti di pari grado, al più anziano di età di essi (il nuovo beneficiario era tenuto, in certi limiti, a provvedere agli altri prossimi congiunti.> Concretamente era un fondamento del dominio della primogenitura maschile, della strutturazione piramidale della famiglia e della figura centripeta del PATRIARCA (questo sistema accentratore delle dinamiche di famiglia finiva però per esser causa di monacazioni forzate di figlie, di indirizzo in cariche religiose di figli maschi dal secondogenito o di impiego degli stessi in carriere militari)> Il Diritto di maggiorasco indicava la preminenza giuridica, sociale ed economica del beneficiario del patrimonio di famiglia nei confronti dei parenti, specie dei fratelli cadetti: ne seguiva sempre forte aspirazione del parente più prossimo, in genere il figlio primogenito, di subentrare al beneficiario al momento della sua morte (da qui il timore di Sicari, Avvelenatori ed Avvelenamenti negli Stat.Crimin.).

MARINERIA GENOVESE NEL '500:(I) Nel 1509 Genova era una delle maggiori potenze navali del Mediterraneo con una flotta che, senza contare le imbarcazioni di cabotaggio, ammontava a circa 15.000 tonnellate, pressapoco come quella di Venezia (con navi di gran tonnellaggio, destinate poi ad un ridimensionamento cercando gli armatori costi minori di gestione).(II) A metà secolo la flotta raggiunse un tonnellaggio di circa 28.000 tonnellate, con navi di minor stazza e maggior numero che nel 1509: cifra che però, associata a quella della flotta veneta, non eguagliava quella della Repubblica di Ragusa, dagli inizi del XVI sec. in espansione commerciale. (III) Tra 1590-'95 la stazza della flotta scese a 10-12.000 tonnellate (la crisi della marineria data dal 1564 quando per la prima volta il traffico portuale di navi non nazionali superò quello genovese): dal 1568 al 1586 (colle eccezioni del 1576 e del 1582) i vascelli nazionali tornarono a prevalere nel traffico portuale ma il decadimento riprese dal 1593 quando la crisi della marineria fece sì che non oltre il 30% del traffico portuale fosse coperto da imbarcazioni di Genova.

MISURE DI CAPACITA'> (I) per Aridi> Mina di Genova di 4 stari (litri 116,5318);Staro di 2 quarte (litri 29,13295); Quarta di 12 gombette (litri 14,566476); Gombetta (litri (1,213873).(II) per Vino> Mezzarola di due barili (litri 159); Barile di 90 amole(litri 79,5);Terzaruolo di 60 amole(litri 53); Quartarolo di 45 amole (litri 39,75); Amola di 4 quarti (litri 0,883333). (III) per Olio> Barile di 128 quarteroni (litri 65,48).

MISURE DI LUNGHEZZA> Cannella di 12 palmi da 0,248 metri (metri 2,9777000); Palmo di 12 once (metri 0,2480083);Oncia di 12 punti (metri 0,020673);Punto di 12 atomi(metri 0,001723); Atomo (metri 0,000143); Canna di 10 palmi(misure per stoffe:metri 2,480833).
Le misure variavano però da Stato a Stato.
Nel Reame di Napoli in base all'editto del 6 aprile 1480, emanato da Ferdinando I d'Aragona, era utilizzata una canna di 8 palmi di 2,109360 metri. Questa canna era utilizzata nel commercio al minuto dei tessuti e nelle misurazioni per la costruzione di fabbricati; nella pratica era pari a 2,12 metri (considerando ogni palmo di 26,5 centimetri). La legge del 6 aprile 1840, emanata da Ferdinando II, stabilì che doveva utilizzarsi la canna lineare composta da 10 palmi avente valore di 2,6455026455 metri.
La canna utilizzata nella Francia meridionale aveva tre misure locali, ma conosciute a livello nazionale: la canna di Marsiglia (metri 2,0127), quella di Montpellier (metri 1,987) e quella di Tolosa (metri 1,796), tutte divise in 8 palmi.

MISURE DI PESO>nello studio delle antiche contrattazioni bisogna sempre tener conto della differenza fra Peso grosso (unità ponderale nel sistema metrologico precedente quello decimale usato per le merci meno pregiate e di grande scambio) e Peso minuto, piccolo o sottile (in uso per le merci di pregio)> in Genova vigeva questa classificazione: Cantàro di 6 rubbi ossia 100 rotoli (peso grosso Kg. 47,6496); Rubbo di 25 libbre (peso grosso Kg. 7,9416 - peso sottile Kg. 7,91875); Rotolo (peso grosso Kg. 0,47649 - peso sottile Kg. 0,475125); Libbra di 12 once (peso grosso Kg. 0,317664 - peso sottile Kg. 0,31675); Oncia di 144 carati (peso grosso grammi 26,472 - peso sottile grammi 26,396). BOCCARDO, 309 fornisce invece questa tabella comparativa, con qualche divergenza ponderale, fra P. grossi e sottili di alcuni importanti potentati italiani: "Libbra di Milano, peso grosso, Kg. 0,762929; peso sottile, Kg.0,326971. Libbra di Venezia, peso grosso, Kg.0,477494; peso sottile, 0,302025...Libbra di Genova, peso grosso, 0,348456, peso piccolo 0,316778".

MISURE DI SUPERFICIE> Cannella quadrata di 144 palmi quadrati (metri quadrati 8,862529).

MISURE DI VOLUME>Cannella cubica di 1.728 palmi cubici (metri cubici 26,383748).

OPERA PIA = OPERE PIE>COSTANTINI, p.80: pure O. di bene, di carità> a Genova nel XVII sec. l'ufficio assistenziale pubblico, cui gli Stat. Crim. fanno cenno, era l'Opera del Suffragio dei poveri ("In occasione di una gran carestia fu istituito questo Magistrato di otto Soggetti, i quali hanno l'incarico di amministrare le larghe elemosine lasciate dalla pietà de' Cittadini a sovvenimento de' poveri. A molti di questi è distribuito il pane a proporzione del bisogno ogni settimana; e molti sono provveduti di vitto e vestito nel grande Albergo di Carbonara": RATTI, s.v.). Altre Opere pie nel Dominio: erano istituzioni religioso-caritative con fini di beneficenza e/o previdenza per i ceti sociali bisognosi.

OSPEDALE-OSPEDALI>Spedali nei documenti genovesi ancora nel '700. Oltre a quelli della capitale esistevano nel Dominio altri O., retti da consigli d'amministrazione che gestivanio i beni degli istituti: nel "Capitanato di Ventimiglia", che andava dalla città ad Ospedaletti, il "Pubblico O. di S.Spirito", tra XV e XVII sec., preposto al ricovero dei derelitti oltre che alla cura degli ammalati, era amministrato da "agenti" in gran parte di estrazione patrizia e spesso accusati di malversazioni dai popolani (DURANTE-POGGI, pp. 215 e sgg.).

PALAZZI PUBBLICI> l'originario, antico Palazzo Comunale (1291), sito in area abbastanza lontana dalla zona portuale e storica delle contrattazioni commerciali, fu poi incorporato nel Palazzo Ducale che, oltre ad essere residenza ufficiale del Doge, divenne "centro di vita"dello Stato: vi opravano pure i "giudici rotali". Invece il Palazzo prossimo al mare che si era fatto erigere il primo capitano del popolo (1260) Guglielmo Boccanegra divenne sede dell' Ufficio di Dogana e quindi dal 1405 della Casa di S.Giorgio ( la Dogana conservò il proprio spazio al piano inferiore mentre nelle sale superiori erano organizzati i vari uffici per le operazioni finanziarie e la varia attività del Banco di S.Giorgio).

PODESTERIE (le tre PODESTERIE)>da PODESTA'.
Le tre PODESTERIE storiche nella giurisdizione e negli Statuti repubblicani erano quelle di Voltri, Polcevera e Bisagno che, costituendo il più antico territorio della Repubblica di Genova, godevano di particolari previlegi> BATTAGLIA,XIII,s.v. Podesteria 1,2 = Instiutio Cabellarum Genuensium [in Rezasco 816].
Si intende estensivamente per PODESTERIA "un'area territoriale soggetta alla giurisdizione di un PODESTA' (ed anche la popolazione che vi abita)": per PODESTA' nell'età intermedia, relativamente al DOMINIO DI GENOVA, non si deve intendere il capo supremo di un'amministrazione comunale ma un funzionario, un esponente nominato dal potere centrale cui spettava l'amministrazione di una PODESTERIA, territorio relativamente poco importante per esempio rispetto ad un CAPITANATO.
Il PODESTA' godeva di notevoli poteri ma con limiti sanciti dai diritti statutari delle singole giurisdizioni e risultava periodicamente soggetto al controllo della SIGNORIA, del DOGE, dei CONSIGLI, della CAMERA e del SENATO grazie alla supervisione dei potentissimi SINDICATORI GENERALI DELLA REPUBBLICA che, in caso di inadempienze del PODESTA' -generalmente scelto tra il ceto magnatizio e nobiliare di Genova- potevano intraprendere sanzioni disciplinari molto gravi che non escludevano l'imposizione di DEPORRE LA CARICA DANDO RESOCONTO DELL'OPERATO ED IN CASO DI INADEMPIENZE GRAVI PAGANDO PENE IN DENARO PER GLI ERRORI COMMESSI.

POTERE D'ACQUISTO> per individuare il P. d'acquisto della Lira nell'età intermedia si procede in via approssimativa, tenendo sempre nel debito conto l'equazione LAVORO PRESTATO - SALARIO PERCEPITO.
In Genova, a fine '400, la giornata di un maestro muratore (operaio specializzato) ammontava a Lire 0,50 mentre a fine XVII sec. si retribuiva con 1,80 Lire. Vi eran intanto stati, da II metà del '500,un lievitare dei salari e un'inflazione.

- POVERI: BATTAGLIA,XIII,s.v.,4: "Persona indigente - con valore collettivo...in senso sociale: plebeo".
Tra XVI e XVII secolo in Genova come in altre grandi città italiane si ebbe un incremento demografico di masse lavorative provenienti dalle Riviere del DOMINIO in cerca di un lavoro, ben presto si rese evidente la piaga del Pauperismo endemico.
L'Ufficio o Magistrato dei Poveri> dal 1539 (con successiva distinzione dei POVERI in Poveri e Miserabili) prese ad affiancare il più antico Magistrato di Misericordia esistente dal XIV sec. e soccorreva con elemosine e distribuzione di pani i "veri poveri".
Prese poi a curare il Lazzaretto dove si rinchiudevano i Poveri senza fissa dimora (BONFADIO, pp.59-60)> Ufficiali dei Poveri> Magistrati preposti all' assistenza: Leggi della Repubblica di Genova (29-XI-1621) [in Rezasco, 842]: "Gli ufficiali...dei poveri...debbono essere eletti da' Serenissimi Collegi e Minor Consiglio". V. Abbondanza, Vettovaglie.

POVERTA' (PAUPERISMO) >v. Poveri: Da metà '500, sotto la pressione di grandi masse di P., si registrarono radicali inversioni di tendenza rispetto ai "diversi" e si compì, in ogni contrada d'Italia ed Europa, la trasformazione della figura del Povero funzionale od utile all'economia curtense in quella del Povero marginale o superfluo per il sistema commerciale e mercantilistico dell'età intermedia spesso relegato in una condizione esistenziale di estrema indigenza cui era estranea ogni salvaguardia igienica
COSTANTINI> pp.74-79: Genova, tra il 1531 ed il 1579 ebbe un notevole incremento demografico passando da 51.000 a 67.000 abitanti> i vantaggi della città marinara e dei commerci erano però spesso bilanciati in negativo dalle numerose carestie che si susseguirono tra il '31 ed il '70 specie per la crisi del rifornimento granario (lo Stato necessitava annualmente di trentamila tonnellate di cereali, di cui metà circa solo per la capitale), crisi dovuta sia alla mancata autosufficienza di produzione per le caratteristiche del territorio ligure (pletorica risultò un'ipotesi di colonizzazione ceraricola della Corsica) sia per la precaria ed ambigua neutralità genovese che, poggiando su fluttuanti alleanze ed ambiguità diplomatiche, poteva vedersi, alternativamente, precluso l'accesso a qualche tradizionale serbatoio di granaglie come la Lombardia, la Sicilia o la Provenza. Per questa ragione, con la conseguenza dell'abbandono, crebbe da metà '500 il flusso migratorio dall'entroterra sulla costa e Genova in particolare alla ricerca di un miglior tenore di vita: il fallimento, molto frequente di queste scelte, generava in maniera conseguente il pauperismo e la fame (in modo esasperato rispetto a quella patita nelle zone rurali di provenienza): pauperismo e fame divennero quindi i prodromi quasi naturali della delinquenza, piccola e grande, e poi ancora dell'instabilità dello Stato incapace di arginare e censire il flusso di tanti immigrati spesso destinati all'accattonaggio ed al vagabondaggio come passo iniziale verso l'emarginazione e la criminalità . Questa preoccupazione è ben individuabile nella Relazione tardocinquecentesca attribuita al Senarega ove tra l'altro si legge: "La Pasqua [proprio nei tempi tiepidi dell'Ebdomada Maggiore o Settimana di Passione, assai più che durante i rigori invernali del Natale, si affollavano in Genova tanti poveri a "far questua"] et ogni altra festa principale calano a Genova una gran quantità di montanari, uomini e donne, per cagione di dimandare elemosine, li quali, la maggior parte, o subito o al più lungo alle feste vi si annida...[per poi, in parecchi casi, non più tornare al luogo di provenienza celandosi nel sottobosco umano dei tanti poveri, in un crescendo di pericoli, compreso quello di rifugiarsi, per restare e sopravvivere, nei meandri della delinquenza, specie della prostituzione e del lenocinio].

PRECONE: ant. e letter. da praeco-onis:Cintraco , Banditore (in Firenze, vedi Galeotto in fine) e di "Araldo in pubblica piazza": in epoca di grande analfabetismo, oltre che ad affiggersi nei luoghi di legge, le norme pubbliche, per rispetto formale, si leggevano al pubblico convocato a suono di tromba,corno o tamburo, perché "ad alta ed intellegibile voce" si conoscessee questo o quel documento> da qui il nome di Grida per leggi o ordinanze così rese di pubblica ragione.

PROCESSO EVOLUTIVO DELLA MONETAZIONE GENOVESE (v. Denaro, Lira, Potere d'acquisto, Scudo, Soldo, Zecca)> si distinguono tre fasi della monetazione della Repubblica di Genova fino alla sua scomparsa nel 1797:
I : (1139-1339) coincidente coll'espansionismo commerciale, coloniale e militare di Genova: si calcola in questo periodo una grande coniazione (centinaia di varianti) di Denari in rame coi loro sottomultipli, di Grossi d'argento (colle rispettive frazioni: Sesini, Petachini ed un raro multi4plo detto Piéfort), di Genovini d'oro (coi relativi quarto ed ottavo: Quartarola e Ottavino o Soldo d'oro). Il simbolo di queste monete (e per 5 secoli ancora) è un "Castello" stilizzato: intorno corre la scritta "IANUA" o "CIVITAS IANUA" (nelle monete del governo guelfo si trova la legenda "IANUA QUAM DEUS PROTEGAT": sul rovescio si vede una "croce" con la scritta "CUNRADUS REX" per celebrare l'Imperatore che avrebbe concesso alla repubblica il Diritto di Zecca). Solo sui Quartari o quarta parte del Denaro il "Castello" è sostituito dal "Grifo" (animale dal corpo di leone e testa d'aquila che affianca lo stemma cittadino): in tali monetine al posto di "IANUA" sta "TOMAINUS" per alcuni nome dello Zecchiere.
II : (1339-1528). E' il periodo del Dogato a vita. Dal 1415 il Genovino assume nome di Ducato e si arricchisce della metà, del doppio e del triplo. In argento compare il Testone, del valore di una Lira, coi suoi multipli e frazioni.
III : (1528-1797) o periodo dei "Dogi biennali": la legenda sulle monete diviene generica "DUX ET GUBERNATORES REIPUBLICAE GENUENSIS". La monetazione si arricchisce sal 1541 della data , delle inziali degli "zecchieri", di nuovi tipi e valori. Compare il Cavallotto (20 Soldi d'argento: si conoscono 50 varianti e il tipo con effigie di S.Bernardo sul rovescio). Si battono i multipli di Scudo d'oro e d'argento: Doppie (2 Scudi aurei), 2 Doppie e Mezzo, 5 Doppie, 10 Doppie, 12 Doppie e mezzo, 25 Doppie (gr. 167,40); d'argento sono lo Scudo e mezzo, i 2 e 4 Scudi (gr. 152,35). A metà '500 la monetazione si ispira allo Zecchino veneto coi Testoni e i Ducatoni (col Salvatore benedicente il Doge). Dal 1637 la Zecca genovese sostituisce il "Castello" con la "Madonna con Bimbo in trono di nuvole e coronata di stelle" e la legenda "ET REGE EOS" ("guidali con saggezza"): sono monete di pregio e in alcuni esemplari il Bimbo è rappresentato con in mano un rosario.

RIVIERA/E: Riviera di Genova o R. genovese> il litorale ligure - anche per estensione> la Liguria, la Repubblica di Genova. R. di Levante, R. di Ponente> le 2 partizioni geografiche del Dominio nell'uso, da Buti a Giustiniani (BATTAGLIA. s.v.,3).

SALARIO: nei genovesi Statuti Criminali si indicano, spesso con dovizia di particolari ma talora facendo riferimento ad accordi diversi e sanciti in altri capitolati, i compensi dei vari funzionari e dipendenti dell'apparato della giustizia. Il problema salariale, in queste società precapitalistiche, assumeva rilievi crescenti nei settori del lavoro, compreso quello privato e l'attività tanto intellettuale che manuale ed operaia. Lanfranco Zacchia, nel XVII secolo scrisse due trattati per la "regolamentazione degli accordi economici di lavoro nei vari Paesi cattolici europei": a siffatti volumi, per tale materia, si prese l'abitudine di attenersi onde evitare contenziosi tra le parti. Il più celebre fu il De salario seu operariorum mercede...Tractatus in tres partes distinctus, Roma, per Nicolao Tinassi, 1658, in folio, di pp. 12-406-88 (Titoli in rosso e nero con grande xilografia, fregi e capilettera nel testo): è uno dei primi testi in cui si affrontò giuridicamente il problema salariale. Vi compaiono 110 Quaestiones, fra cui alcune curiose come la 59 (sul salario del carnefice), la 73 (se si debba o no un compenso ai ruffiani), la 75 (se e quando si debbano compensare le puttane con un salario) [a quest'opera seguì (in Venezia, apud I. Turrinum,1664) il volume in folio -pp.8 - 180 - 88 - Centuria decisionum ad materiam Tractatus de Salario et operariorum mercede, come il precedente ma con le sentenze sull'argomento, dal '500 al '600, e descrivendo parecchie controversie].

SCUDO vedi Processo evolutivo della monetazione genovese III.

SOLDO vedi LIRA

TAGLIA -E arc.,imposta su persone e stabili nelle Riviere.

SEGRETARI DELLA REPUBBLICA> "Si eleggono alla forma delle leggi tre Segretarj della Repubblica, uno de' quali per lo più è Dottore di legge, e gli altri due Notai di Collegio. Durano nell'Uffizio 13 anni con delle proroghe successive. Uno di essi a vicenda è obbligato a fissare per anni 4, e mesi 3, la sua abitazione nel Pubblico Palazzo. Ognuno di questi ha la sua Segreteria separata, nella quale si conservano gli atti, le lettere, e le scritture tutte spettanti al suo uffizio, e dipartimento" (RATTI, s. v. "De' Segretarj").

SIGILLO DELLA >SIGNORIA> anche DOGALE e poi per Governatori, Procuratori, Sindicatori allo scopo di vidimare atti di pubblica importanza: dai capi criminali sui "falsificatori" si apprende che per l'uso illecito vigevano pene assai gravi.

SIGNORIA> Vertice dello Stato: nome cumulativo del complesso di Doge, Governatori, Procuratori. La Signoria oltre che poteri esecutivi deteneva l'amministrazione della giustizia penale e ricopriva in pratica ogni prerogativa del Principe.

SPEDALE DEGLI INCURABILI: "Alcuni pii Cittadini instituirono questo Spedale per gl'infermi di malattia incurabile, e per li pazzi. Fu in appresso accresciuto, e stabilito un Magistrato formale, il quale ha tutta l'autorità di provvedere, e determinare qualunque affare spettante al medesimo. Dodici sono i Protettori, e questi sono perpetui. Eleggono essi tra di loro quattro Soggetti, che formano il Magistrato, ed hanno pure la facoltà di eleggere i suoi successori, qualora taluno di essi voglia appartarsi" (RATTI, s.v.).

SPEDALE DI PAMMATONE: "Dodici Protettori di questo grande Spedale presiedono a quattro per volta agli affari, ed amministrazione del medesimo, e formano un Magistrato, che ha piena autorità in tuttociò che concerna quest'Opera Pia e suoi Ministri. Si stende la loro cura non solo sull'assistenza, e provvedimento degli ammalati; ma anche al mantenimento, ed allievo de' Bastardelli dell'uno e l'altro sesso, i quali vengono accolti in un ridotto particolare annesso al suddetto Ospedale" (RATTI, s.v.).
Tra 1420 e 1440 Bartolomeo Bosco e Domenico Bozolo posero le basi per la realizzazione dell'OSPEDALE DI PAMMATONE che doveva sostituire i tanti ospizi minori sparsi per la città.
Cornelius de Wael, nel complesso di un ciclo pittorico di sette tele dedicate alle "sette opere di misericordia", ciclo chiaramente incentrato sulla realtà genovese, realizzo questa tela intitolata "Visitare gli infermi" e databile al 1626-'27.
Il dipinto è interessante dal lato documentaristico in quanto permette di farsi un'idea della vita interna all'OSPEDALE.
La FOLLA è particolarmente numerosa in quanto il quadro si riferisce alla celebrazione della "festa del Perdono" o "Lunedì Santo" quando i "Protettori dell'Ospedale" raccoglievano le offerte per i MALATI.

STRUTTURE MILITARI DIFENSIVE VARIE> Castelli, Rocche, Torri ed altre strutture militari difensive e dislocate in luoghi tattici, a guardia dei monti e del mare, dei passi e delle giogaie come dei luoghi di transito furono tutelate con norme severe dalla giustizia penale genovese contro eventuali violazioni, rese al nemico per tradimento, rifugio arbitrario concesso a ribelli, predoni, individui sgraditi alla Signoria> vedi Stat.Crim. lib.II, cap. 84 >per un approfondimento si consulti l'opera (SAGEP di Genova) di Paola Costa Calcagno intitolata I Castelli della Liguria.
Un discorso a parte comportano le CINTE MURARIE che PROTEGGEVANO luoghi storici del Dominio.
La SALVAGUARDIA dell'accesso alla cinta muraria era ritenuta vitale per la sicurezza.
Data la vastità dell'argomento e per il fatto che gli Statuti Criminali del '56 trattano specificatamente del solo complesso della cinta muraria di Genova è opportuno fare qualche osservazione in merito.
Vista la carenza di documentazione su uno schermo difensivo d'epoca romana si è soliti ascrivere la realizzazione del I circuito murario al IX sec.: la "cinta" doveva racchiudere e proteggere il complesso urbano avendo come cardini le colline di Castello e di S.Andrea, con quattro porte dette Castello, Soprana (prossima all'attuale), di Serravalle (vino all'odierna via Scurreria), di S.Pietro (accanto alla sponda del mare e detta "Ripa"). Nel 1163 fu eretta una seconda cortina di mura di cui a Sarzano e in via del Colle si scoprono alcune tracce mentre i baluardi oggi scomparsi, di Castelletto e Torre di Luccoli, conferivano maggior robustezza all'insieme.
Lo sviluppo urbano determinò poi un'integrazione del complesso delle mura nel XIV sec. per racchiudere nuovi insediamenti come a ponente il borgo di Pré fino a S.Tommaso (1345-'47) ed a est il complesso di Carignano (1320-'27: vedi qui Stat.Crim. lib.II, 90).
Dopo ulteriori ampliamenti, con l'erezione di baluardi nel 1536, la CINTA MURARIA raggiunse la definitiva conformazione con l'erezione delle possenti MURA NUOVE del 1626-'32 strutturate ad arco, seguendo un ampio percorso ad arco collinare Sì da difendere la città anche alle spalle contro la pressione sabauda>U.CARDARELLI in FEDELE, s.v. "Genova"

UFFICIO DELLE MONETE> Ufficio preposto, fra l'altro, ai lavori della "casa monetiera" o Zecca (Cecca) di Stato .

UFFICIO (O MAGISTRATO) DI GUERRA> creato il 10 maggio 1575 per una legge del 1536. Col tempo divenne una sorta di organizzazione politica, parallela ma anche contrapposta al Senato, che oltre a curare le questioni militari era solita intervenire in tutti gli aspetti della vita cittadina> A.S.G., Arch. Segreto 820 (Manuali decreti del Senato, 1575) = la legge è registrata in A.S.G, Fondo Manoscritti, 129.

ZECCA dall'arabo (dar as) sikka = casa della moneta > in questi Statuti Criminali in luogo di Zecca si usa l'espressione CASA MONETIERA: secondo i calcoli del CIPOLLA (p.30) la Casa Monetiera genovese prese a funzionare poco dopo il 1138> v. Processo evolutivo della monetazione genovese. Dal XVII al XVIII sec. negli atti pubblici in volgare compare quindi il termine Cecca (v. "Grida a stampa del Magistrato delle Monete che impone agli Orefici od Argentieri della Città di far apporre il marco dai marcatori solo presso la Cecca: anno 1744 in Arch.St.Genova - Magistrato delle Monete).


-DEMOGRAFIA - FLUSSI DEMOGRAFICI NEL GENOVESATO: LE DINAMICHE DI UN POPOLO
-DEMOGRAFIA LIGURE DALL'ETA' MEDIEVALE: IL PRINCIPIO NATALISTA
-DEMOGRAFIA LIGURE DAL XVI SEC.: IL CONTROLLO DELLE NASCITE (PRECOGNIZIONE LIGURE DEL PENSIERO DI MALTHUS)
-DEMOGRAFIA LIGURE TRA XVI-XVII SECOLO: INFLUSSO DEI DETTAMI TRIDENTINI - LA DOPPIA MORALE (LA FIGURA DI CICISBEO - CICISBEI)
-[ DEMOGRAFIA TRA XVI-XVII SECOLO: PROPOSIZIONI MEDICHE E PSEUDOMEDICHE SULLA NATALITA' GUIDATA DI PROLE MASCHILE ]

-MATRIMONIO - VITA MATRIMONIALE - VITA CONIUGALE - NOZZE LEGITTIME
-MATRIMONIO NEL GENOVESATO (IN LIGURIA) DAL XVI SECOLO: LEGGE DALLA CHIESA E LEGGE DELLO STATO
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