cultura barocca
TERME

TERME

I COMPLESSI TERMALI DELLA ROMANITA', in origine furono CONNESSI SPIRITUALMENTE AD UN'ARCAICA "CULTUALITA' DI ACQUE E SORGENTI" ma presto divennero soprattutto TESTIMONIANZA DELLA GRANDEZZA DELL'IMPERO.
Non sfuggirono a questo destino le
TERME (VEDINE QUI TESTO E IMMAGINI) anche in VENTIMIGLIA ROMANA (ALBINTIMILIUM)
che costituivano uno degli istituzionali POLI DI ATTRAZIONE SOCIALE, SPORTIVA, EDONISTICA ED ANCHE CULTURALE DELLA CITTA' ed erano costantemente rifornite da questo ACQUEDOTTO D'EPOCA IMPERIALE, POTENZIAMENTO D'UN PIU' MODESTO ACQUEDOTTO DEI TEMPI DELLA REPUBBLICA.
Con lo scorrere del tempo mentre alcune STRUTTURE TERMALI (specie i SANTUARI TERMALI) affiancarono alla valenza religiosa, un' eccezionale IMPORTANZA QUALE PRESIDIO IGIENICO-SANITARIO della CIVILTA' IMPERIALE altri complessi le TERME PUBBLICHE pur svolgendo l'importante e citato ruolo curativo e sanitario divennero anche luoghi di piacere e divertimento.
Ma poi entrambe le evoluzioni dei sistemi termali decaddero con tutto il sofisticato sistema politico cui appartenevano.
E ciò fu sancito da tanti diversi momenti fra cui si possono evdenziare: l' INARRESTABILE DECADENZA DELL'IMPERO ROMANO PUR PASSATO ATTRAVERSO ESPERIMENTI ESTREMI COME LA "TETRARCHIA" e quindi l'affermazione di COSTANTINO IL GRANDE: CHE ATTUO' POSSENTI TRASFORMAZIONI E SANCI' L'"EDITTO DI TOLLERANZA DEL CRISTIANESIMO" ed infine la CADUTA DELL'IMPERO D'OCCIDENTE SOTTO LA SPINTA DEI BARBARI sì che nonostante la POSIZIONE DI GIUSTINIANO CHE RESE POSSENTE L'IMPERO D'ORIENTE le concessioni, pur tra varie dispute politiche e teologiche, al
CRISTIANESIMO QUALE UNICA RELIGIONE UFFICIALE DIVENNERO IMPONENTI
al punto che la stessa
CHIESA POTE' VIEPPIU' PROPORSI COME COLLABORATRICE DELLO STATO
SI' DA GUIDARNE DETERMINATE SCELTE E NON SOLO IN AMBITO SPIRITUALE

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In particolare sotto PAPA GREGORIO I MAGNO il trionfo del CRISTIANESIMO fu sancito da una lotta totale e intransigente contro ogni FORMA SUPERSTITE DI PAGANESIMO.
I TEMPLI FURONO VARIAMENTE ASSIMILATI nel contesto di quella che sarebbe diventata l'ANTICA DIOCESI DI VENTIMIGLIA e lo stesso TEATRO trovò sistemazioni alternative anche come SEDE DI MODESTISSIMI LUOGHI DI RIPARO E ABITAZIONE ma, stando ad un'interpretazione che qui si accetta pienamente, anche per l'
UTILIZZAZIONE DEI GRADONI PER SEPOLTURE IN PROSSIMITA' DI UNA CHIESA NERVINA PALEOCRISTIANA.
Nessuna riutilizzazione si ebbe in genere per le
TERME
la cui funzione, dopo secoli di successi , fu mediamente, anche se non sempre,
DEMONIZZATA .
Per le BASI PAGANE, MASSIME PER LE POSTAZIONI SACRALI si procedette assai spesso ad un
PROCESSO DI "SCONSACRAZIONE" - "RICONSACRAZIONE" - MA QUANDO ALTRIMENTI IMPOSSIBILE ED IMPOPOLARE - ANCHE DI "ASSIMILAZIONE"
e per quanto non comune nemmeno può dirsi che sia stato rarissimo il caso di
BASI PAGANE TERMALI GIA' MOLTO FREQUENTATE E DI UNA LORO UTILIZZAZIONE PREVIA RISTRUTTURAZIONE SOTTO FORMA DI STRUTTURE ECCLESIALI CRISTIANE
ma giammai nel senso di
"PUBBLICHE TERME APPUNTO COME QUELLE DI ALBINTIMILIUM"
quanto piuttosto di
SANTUARI -MAGARI LEGATI AD UN "BOSCO SACRO"- E CONNESSI AL CULTO DELLE ACQUE SI' DA RISULTARE ENTRATI PROFONDAMENTE NELLA RELIGIOSITA' POPOLARE.
E proprio in merito al menzionato processo di
SCONSACRAZIONE/EMONIZZAZIONE DELLE
TERME
DI VENTIMIGLIA ROMANA

un segnale importante può esser prodotto da una GRANDE LAPIDE ONORIFICA SCOPERTA NELLA LORO AREA DI PERTINENZA (occorre precisare che il reperto più antico fu studiato dal celebre TEODORO MOMMSEN DURANTE IL SUO SOGGIORNO VENTIMIGLIESE PRESSO GEROLAMO ROSSI) di cui si è giunti alla conclusione che costituisse una
LAPIDE COMMEMORATIVA DI UN PERSONAGGIO DI ALTISSIMO RANGO LA CUI ISCRIZIONE, PRESUMIBILE BASAMENTO DI UNA STATUA, ERA PROBABILMENTE CUSTODITA A PERPETUA COMMEMORAZIONE ALL'INTERNO DEL COMPLESSO TERMALE
ed anche se in alternativa
SE NE IPOTIZZO' IL RIUSO COME PIETRA D'ALTARE SULLA BASE DI UN ROZZO SEGNO CRUCIFORME PREVALSE L'DEA DI DAMNATIO MEMORIAE D'UN INCOMPRESO REPERTO PAGANO
E del resto induce a sostenere questa seconda ipotesi il fatto che sembrerebbe improprio usare un simile reperto dall'iscrizione quantomeno incomprensibile e ritenerlo consacrato al Cristo dalla semplice apposizione di un rozzo segno di Croce, tenendo anche conto che l'uso di demolire o danneggiare o marcare con segni cruciformi reperti pagani di difficile lettura o comunque di lettura apertamente idolatrica era praticato e che nella stessa VENTIMIGLIA ROMANA, quale forma di un non isolato fenomeno "iconoclasta" si è rinvenuta la
PICCHETTATURA PER DISTRUZIONE DI UN "RILIEVO FALLICO COL VOLTO DI UN PUTTINO AMMICCANTE" GIUDICATO INSEGNA DI UN UN LUPANARE.
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Dei COMPLESSI TERMALI DELLA ROMANITA' [ con scandalo del mondo Cristiano irrigiditosi in una ferrea quanto dannosa incomprensione della classicità pagana ed in una totale incomprensione dell'utilità dell'igiene e della balneazione ridotte a forme di peccato alla maniera che con tante altre errate postulazioni dei controversisti antislamici (vedi Indici) qui si può leggere nel giudizio di un grande studioso come Aldobrandino Malvezzi ] la pratica con il passar del tempo rimase quindi soprattutto in MEDIO ORIENTE sotto forma della
STUFA (STUFE) o BAGNI TURCHI
[come leggesi in questi TESTI DEL XVI SECOLO (SCORRI GLI INDICI DI ENTRAMBE LE OPERE DIGITALIZZATE)].
che costituirono una fra le tante evoluzioni possibili dei COMPLESSI TERMALI.
E , sempre con scandalo della Cristianità, tali STUFE risultavano in tal ambito sociale e geopolitico FREQUENTATE/-I ANCHE DALLE DONNE (addirittura una festa come scrisse il genovese ANTONIO MENAVINO era nel contesto del rituale DEL MATRIMONIO, CH'USANO AL PRESENTE IN TURCHIA il momento, al modo che scrisse, DEI GIUOCHI CHE FANNO, QUANDO LA SPOSA ESCE DELLA STUFA).
[Tra i tanti volumi antiquari qui digitalizzati sul Medio Oriente e tutti utili per approfondire l'argomento, può esser interessante in dettaglio questo in cui il Plenipotenziario Francese Visconte di Marcellus descrive l'Impero Turco ai primi del XIX secolo = si segnala -a titolo documentario- l'attenzione prestata dall'autore a Gerapoli sul Meandro celebre per le acque termali e per questa ragione già dedicata ad Apollo ed Esculapio quanto ancora apprezzata per l'identico motivo dai musulmani = mentre invece il culto per Esculapio guaritore (e conseguentemente per Apollo) venne in ambito cristiano mediamente surrogato con il culto per San Bartolomeo].

Al contrario e già lo si evince da quanto scritto in AMBITO CRISTIANO e per effetto dei frequenti irrigidimenti moralistici anche connessi IN EUROPA ALLE LOTTE DI RELIGIONE, A RIFORMA E CONTRORIFORMA ECC. ECC. ma altresì per le CARATTERISTICHE DELLA BASE STESSA DEI RAPPORTI SOCIALI, VALE A DIRE = LA FAMIGLIA la frequentazione delle TERME AI FINI ANCHE DELLA BALNEAZIONE e comunque dell' IDROTERAPIA sarebbe stata destinata ad essere solo una riscoperta moderna.
Su QUANTO SOPRA SCRITTO [oltre che la citata incomprensione del Cristianesimo originario dell'utilità dell'igiene e della balneazione ridotte a forme di peccato alla maniera che con altre errate postulazioni dei controversisti antislamici sostenne Aldobrandino Malvezzi ] pure non influì tanto un giudizio decettivo dipendente dalla nota PRATICA ROMANA DI BALNEAZIONE E ATTIVITA' DEL NUOTO quanto piuttosto L'INTERPRETAZIONE SOLO LICENZIOSA ED EROTICA E GIAMMAI GIOCOSA DELLA VITA TERMALE DEI GRANDI AUTORI CLASSICI CHE NE PARLARONO = sì da organizzarsi ancora nel '500 sulla scorta ad esempio (ma non solo!) di GERARDO DICEO LUCENSIS (DA LUCCA)
[
che seriosamente recuperò autori classici in merito alla reiteratamente DIBATTUTA QUESTIONE SU RAPPORTI SESSUALI PROIBITI E "BOCCACCESCAMENTE" MASCHERATI, QUI PROPOSTA ]
questa elaborazione in maniera autonoma d'una frase originariamente burlesca
NESSUN ADULTERO MI HA INGRAVIDATA, DIO STESSO NE E' TESTIMONE: ME TAPINA! SON STATE PIUTTOSTO LE TERME.
ANGELICO APROSIO "IL VENTIMIGLIA" che fu erudito scrittore, bibliofilo ma anche inquisitore recuperò questo discorso sul CONCEPIMENTO E QUINDI SUI RAPPORTI SESSUALI AVUTI IN UN BAGNO e dando prova di sorprendente coraggio ebbe l'ardire -dopo essersela risa dell'imbroglio a scapito di mariti padroni e tiranni quanto faciloni- di
METTERE IN DISCUSSIONE SUL DELICATO TEMA AUTORITA' ESTREME DELLA CHIESA, SOSTENENDO CHE SPESSO DIETRO QUESTE STORIE "BOCCACCESCHE" SI CELAVANO BEN ALTRE BRUTTE VICENDE DI FRATELLI E PADRI CHE VOLEVANO MASCHERARE L'INCESTO E LE MOLESTIE SESSUALI, DIETRO PRESUNTE INCREDIBILI "GIUSTIFICAZIONI" COME QUESTA, DELL' INVOLONTARIO ED INCOLPEVOLE CONCEPIMENTO CAUSATO DALL'"AVER FATTO IL BAGNO" NELLA STESSA VASCA A POCO TEMPO DI DISTANZA.



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Le TERME (la cui affascinante storia, nonostante le opposizioni del Cristianesmo e specie di quello originario, non si concluse affatto con la CADUTA DELL'IMPERO ROMANO e fu variamente recuperata nei millenni anche se lo SFRUTTAMENTO DI ANTICHI COMPLESSI TERMALI ROMANI E POI LA REALIZZAZIONE DEI MODERNI BAGNI O "STUFE" DA PARTE DEGLI ARABI E POI DEI TURCHI CONTRIBUI' ALLA PUBBLICISTICA CRISTIANA PER AVVALORARE, SPECIE AD OPERA DEI TEOLOGI PIU' INTOLLERANTI, IL GIUDIZIO DELL'ISLAM COME CONTINUAZIONE DEL MONDO PAGANO) anche in VENTIMIGLIA ROMANA (ALBINTIMILIUM) costituivano uno degli istituzionali POLI DI ATTRAZIONE SOCIALE, SPORTIVA, EDONISTICA ED ANCHE CULTURALE ed erano costantemente rifornite da questo ACQUEDOTTO D'EPOCA IMPERIALE, POTENZIAMENTO D'UN PIU' MODESTO ACQUEDOTTO DEI TEMPI DELLA REPUBBLICA).
Come in altri consimili edifici della romanità imperiale anche nelle TERME DI ALBINTIMILIUM esistevano vani, archeologicamente meno decifrabili di quelli di seguito descritti, adibiti a spogliatoi ed unctoria, cioè predisposti per il trattamento cosmetico e l'unzione del corpo ove operavano medici, estetisti, massaggiatori ed altri terapeuti od esperti della bellezza del corpo.
Al proposito si legga qui un TESTO ANTIQUARIO assai raro e ben documentato anche di immagini sulla VITA NELLE TERME ROMANE
dove gli operatori di cui si è detto si servivano abitualmente di vari attrezzi, vasi, balsami, strigili ma comunque sempre dell'olio d'oliva (notoriamente utilizzato dagli atleti, nei giuochi circensi sin dall'epoca greca quanto altresì utilizzato in cosmesi e cura del corpo sia maschile che femminile) ma qui oltre che per siffatte ragioni adattato anche ad un lavoro connesso al benessere fisico alla cura del corpo e comunque anche alla cosmesi secondo una ricca precettistica e formulistica: un bell'insieme di questa oggettistica è per esempio studiabile da un RITROVAMENTO ARCHEOLOGICO DI CORREDO FUNEBRE in una città tuttoggi notoriamente termale come ACQUI TERME (AQUAE STATIELLAE)
Ad Ovest delle Terme, in VENTIMIGLIA ROMANA, durante l'IMPERO, stava forse una PALESTRA mentre più a nord era il MOSAICO DI ARIONE [ vedilo qui nel complesso del SISTEMA TERMALE DI VENTIMIGLIA ROMANA (N. 5) ] e vicino, a un livello inferiore di 96 cm., una piscina a 32 quadri decorati a motivi vegetali (datata del I sec. d.C.).

Le TERME DI VENTIMIGLIA ROMANA son state recuperate da SCAVI SU UNA CITTA' RICOPERTA PER SECOLI DALLA SABBIA ed oltre ai danni della vetustà hanno patito molte altre perdite (dagli affreschi che verosimilmente le ornavano ai marmi) = una idea del complesso si può acquisire per COMPARAZIONE CON LE TERME SUBURBANE DI POMPEI = è noto che erano le TERME ANCHE LUOGHI PREPOSTI AL DIVERTIMENTO ED AL PIACERE COSA DI CUI A. APROSIO SI OCCUPO' ANCHE PER COLLAZIONE CON I COSTUMI DEL SUO TEMPO DI MANIERA CHE NON DOVEVANO CERTO MANCARVI SERVIZI PREPOSTI A CIO' ED ALTERNATIVI ALLA BALNEAZIONE ED ALLE CURE ma al loro interno si intende che, oltre a tutti quelli di cui si è appena parlato, dovevano lavorare altri OPERATORI ancora: come sopra scritto anche nelle TERME DI VENTIMIGLIA ROMANA vi erano SPOGLIATOI e visto - al modo che ci suggerisce la letteratura e l'iconografia nelle TERME- che ci si doveva liberare di INDUMENTI e SCARPE, per non sporcare i pavimenti sempre molto puliti per l'igiene (come si evince anche da questa IMMAGINE ANTIQUARIA DI VITA NELLE TERME ROMANE) anche degli specifici SERVI, destinati a custodire tali INDUMENTI in GUARDAROBA (VESTIARIA) in cui potevano trovarsi ripiani, cassoni o comunque strutture simili alle "SCATOLE" individuate in queste TERME SUBURBANE POMPEIANE = SERVI che verosimilmente consegnavano agli UTENTI delle ricevute o con più probabilità delle TESSERE O MARCHE (vedi anche per un generale inquadramento bibliografico ma altresì per la proposizione di nuove ipotesi: LUCIANA JACOBELLI, SPINTRIAE E RITRATTI GIULIO-CLAUDII - SIGNIFICATO E FUNZIONE DELLE TESSERE BRONZEE NUMERALI IMPERIALI. PARTE 1. SPINTRIAE E SCENE DIVERSE: L'IMPIANTO ICONOGRAFICO in "ICONOGRAFIA" - RIVISTA NON PERIODICA DEL CENTRO CULTURALE NUMISMATICO MILANESE, MONOGRAFIA, ANNO 2000, FASCICOLO 4) attestanti il deposito da loro fatto: e che questa FORMA DI CUSTODIA fosse importante e deterrente più o meno valido contro i furti di vestiario e d'oggetti personali ad opera di LADRUNCOLI ATTIVISSIMI NEI BAGNI E NELLE TERME lo si evince dalla lettura del DIGESTO GIUSTINIANEO laddove si affronta la sempre viva questione dei
***************FURTI NEI BAGNI E NELLE TERME TRATTATA NELLA RUBRICA 17 DEL LIBRO XLVII***************]

Per quanto han consentito impegnative campagne di scavi di queste TERME DI VENTIMIGLIA si son trovati due praefurnia: in entrambi i vani la zona est serviva per la legna da ardere e qui un servo sorvegliava e riforniva il forno dell'hypocausis (come in tutte le terme romane, negli edifici pubblici, nei quartieri militari, nelle case dei patrizi romani l'IPOCAUSTO era un sistema di riscaldamento che consisteva nel far circolare aria calda prodotta da un forno centrale dentro intercapedini poste sotto il pavimento e lungo le pareti).
I forni, per via di un condotto, raggiungevano i caldaria o stanze per il bagno caldo. Un'aula era una piscina ad acqua calda come si vede dal doppio sedile in muratura diviso da uno schienale ricoperto di lastre di marmo.
Qui il pavimento è in tegole rovesciate, mattoni lavorati ed uno zoccolo pure in tegole lavorate: il pavimento poggia su colonnine (suspensurae) quadrate o rotonde con un pavimento impermeabilizzato con calce e cocciopesto: l'aria calda circolava in questo spazio e poi, tramite tubi di coccio o mattoni internamente vuoti, passava alle pareti garantendo un buon riscaldamento.
Questa tecnica serviva per ottenere il bagno primario o caldo, che garantiva l'apertura dei pori della pelle e preparava i vantaggi del bagno freddo nella piscina predisposta per il nuoto vero e proprio
Un'alternativa a ciò era il bagno di aria calda nella cella natatoria o laconicum dove l'aria calda, oltre che per il sistema delle suspensurae, penetrava tramite il vaporarium, un grosso tubo: in questo locale non si son rinvenuti sedili ma una nicchia che ha fatto pensare ad una finestra volta ad ovest su un giardino, un luogo di relax ove riposare, discutere di affari, intrattenersi cogli amici giocando o chiacchierando.




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Come studioso di antichità e archeologo dilettante Aprosio doveva aver maturata l'idea dell'alto senso che gli antichi Romani avevano per la cura dell'acqua, doveva aver individuato delle canalizzazioni anche se non era certo arrivato ad individuare i RESTI DEGLI ACQUEDOTTI DI VENTIMIGLIA ROMANA e tantomeno, ben s'intende, il complesso della rete fognaria o CLACA MAXIMA, il meccanismo che cioè permetteva la dispersione delle acque nere, fatto ancora trascurato alla sua epoca. Con fogne mediamente a cielo aperto e conseguenti rischi epidemici la vita non era mai semplice e la salute risultava sempre a rischio (da qui la bizzarra invenzione per le donne degli ZOCCOLI dalle smisurate e tanto discusse dimensioni).
Dal medioevo il concetto dell'igiene personale e pubblica era abbastanza ristretto nel mondo occidentale: la sua lenta affernmazione si ebbe solo a partire dal XVI secolo.
Ai primi del 1880 venne condotta un'inchiesta nelle province di Porto Maurizio, Genova e Massa-Carrara.
La Relazione edita nel 1884 non è risultata reperibile nelle sedi naturali di conservazione del materiale documentario e degli atti pubblici, sicché ad iniziare da Narciso Drago che per primo l'ha riproposta in tempi moderni si è dovuto ricorrere alla trascrizione di quanto, della summenzionata Relazione è stato ripreso, in modo apparentemente del tutto oggettivo, sul periodico "La Liguria - Giornale di Oneglia" nel febbraio e nel marzo del medesimo anno.
E' fuor di dubbio che dall'inchiesta governativa trapelò un quadro a tinte fosche sulla qualità della vita in Oneglia e in vari altri centri vicini, un quadro (peraltro già variamente sottolineato dalla CULTURA MEDICA PONENTINA) che finiva per mettere in evidenza la grave situazione della PUBBLICA IGIENE quale effetto sia di CARENZE SANITARIO-PROFILATTICHE che di crescente diffusione di uno stato già cronico di PAUPERISMO.
A riguardo di ONEGLIA, il centro politicamente e demograficamente più rilevante del campione preso in esame (che qui diviene anche guida per un'indagine storica sulla sanità ambientale nella Liguria tardo-antica), si legge:
" Oneglia, il centro più popoloso del Circondario, salvo la via principale attraversante l'intera città, non si vede che una serie di viuzze, non più larghe di un metro e forse meno, oscure, umide, coperte da ponti di reciproco sostegno fra una casupola e l'altra. Tutte queste casupole sono senza intonaco, la muffa copre la base dei muri. Vi sono ingressi che mettono ribrezzo. Nel mezzo della strada corre un rigagnolo che serve di scolo comune e raccoglie le acque che gettansi dalle finestre, il rifiuto della cucina, il residuo degli acquai. Gli escrementi sono deposti lungo i muri delle case specialmente dai fanciulli che tutt'il giorno rotolano in quel lago; ed alle porte delle case si veggono mucchi d'immondizie, ove si pasce un'infinità di insetti, e donde si sprigionano stomachevoli esalazioni. Nella parte più a mare della città d'Oneglia, il fondo delle case stilla acqua; e quando c'è marea, le onde battono contro i muri, lasciandovi una perenne umidità.
In queste case crescono fanciulli rachitici che fa pietà a vederli, e le donne e i ragazzi che vi stentano la vita, sono quasi tutti affetti da mal d'occhi.
I peggiori quartieri della Napoli vecchia, quelle cave, quei fondachi che ora vanno scomparendo sotto il piccone e la mina del progresso edilizio, tanto in Porto Maurizio quanto in Oneglia, sono in minor proporzioni circa l'estensione, ma ragguardevoli in rapporto alla popolazione e riprodotti in tutti i loro orrori.
Convien vederli, quei tuguri per formarsene un'idea giusta! Il viver là dentro, par cosa che degrada la dignità umana. Eppure vi vivono lavoratori a migliaia...
Non sempre con tanta povertà e deficienza d' ambienti si può conseguire lo scopo di tener separati i coniugati dai celibi e le ragazze dai maschi. In molte case di campagna havvi promiscuità di sessi, né si hanno esatte cognizioni di morale: fanciulle e maschi alle volte son costretti a dormire fin oltre l'età adolescente nelle stanze dei coniugati.
Onde l'eccitamento agli istinti sessuali.
A ciò si fa risalire la causa dei facili rapporti sessuali in questi paesi, e l'abbondante contingente di donne che si danno o per capriccio o per istinto o per bisogno (ciò che accade nel maggior numero dei casi) alla prostituzione clandestina.
Lo stesso prefetto di Porto Maurizio, come le minori autorità non ci nascondono che il meretricio ivi si pratica su larga scala
".
Per quanto questo quadro fosco di Oneglia dovesse venire contraddetto, in maniera più retorica che sostanziale dall'amministrazione del luogo, i riferimenti della Relazione non paiono scoordinati fra loro ma abbastanza inseriti in un rapporto di causa-effetto e rimandano peraltro al tema piuttosto costante nell'età intermedia del pauperismo cui si cercò di sfuggire in molteplici modi, da forme di emigrazione per giungere sino a momentanee ma violente insurrezioni popolari contro i ceti magnatizi od a rivolte contro la stessa Genova [iniziative peraltro effimere visto che il problema socio-economico oltre che a dipendere dalle peculiarità dell'epoca intermedia nel Dominio di Genova era connaturato ad una serie di convenzioni esistenziali ed agronomiche che sarebbero state divelte con non poca difficoltà].
La RELAZIONE BERTANI tratta a lungo delle pessime condizioni igieniche, dei depositi di immondizia, delle esalazioni pestilenziali: non bisogna dimenticare che oltre un secolo prima di questi eventi Bernardo Ramazzini (Carpi 1633 - Padova 1714) nel suo saggio De Morbis Artificum edito nel 1700 [che lo pone tra i fondatori delle "medicina del lavoro e della medicina sociale"] precisamente al capitolo XIII (Delle malattie dei cava-fosse) dopo aver analizzato l'effetto irritante sugli occhi di questi operai, sino alla siccità, delle pestilenziali esalazioni dei pozzi neri e dei lavori nelle cloache fa anche riferimento al pericolo costituito dai bambini di vivere in ambienti dove scorrono acque nere o giacciono vasi contenenti detriti umani sì da mettere quegli acidi che nuocciono all'"età tenerella" provocando tanti problemi di vista a troppi giovani e giovinette.
Quando nel 1884 a Tolone scoppiò il colera il dottor Francesco Grollero nel n. 18 de "La Liguria" commentando l'eziologia del morbo e la preparazione sanitaria di ONEGLIA preoccupantemente annotò:
"Le condizioni della nostra città sono esse tali da crederci per quanto è possibile premuniti dall'attacco del morbo? Abbiamo un sistema di FOGNE preadamitico, non lastricato, senza sufficiente pendenza, onde il ristagno delle sostanze immessevi, abbiamo gli orinatoi senza fossa di spurgo, essi shoccano nel porto, nello abitato, non direttamente nell'acqua del mare; in esse si versano liquidi di ogni qualità, d'ogni densità, il terreno ad essi circostante è imbevato di una melma nera che non può che penetrare nei pozzi, di cui alcuni danno un'acqua ributtante al palato, ...sostanze liquide e semisolide si gettano per le vie, in alcune delle quali scorre ano schifoso puzzolente rigagnolo, vi sono pozzi aperti in vicoli fetenti, vicini a luridi macelli, si conservano e per molti giorni come preziose reliquie le sostanze escrementizie; abbiamo immediatamente alle spalle del paese il cimitero, non ammazzatoio, non visita alle carni, alle sostanze alimentari, nulla che faccia vedere come a suo tempo si pensi a prevenire una possibile infezione.











15. MORALISMO PREDICATORIO E LETTERARIO AVVERSO
GIOCO D'AZZARDO CON CARTE, DADI, LOTTO ECC.
E
BALLI, VEGLIE, FESTINI, RICEVIMENTI ALLA MODA, SFOGGIO DI ELEGANZA FEMMINILE
SPECIE PER L'ABBIGLIAMENTO CHE PER ACCONCIATURE E COSMESI
COI RISCHI CONGIUNTAMENTE ALLA TENTAZIONE DI
PITTURE, QUADRI ED AFFRESCHI SIA PUBBLICI CHE PRIVATI ALTAMENTE EROTICI
DI UNA ESTREMA
PROVOCAZIONE CORTIGIANA E SESSUALE DI TIPO PAGANEGGIANTE SIN AL FIORIRE DI BORDELLI (BORDELLO) E LUPANARI (LUPANARE)
(RIFLESSIONI ANTIQUARIE SU TESSERE, MONETE, CONTROMARCHE E SPINTRIE)

VEDI ANCHE L'APPARATO ERUDITO UTILIZZATO DA APROSIO
***CARLO RIDOLFI - CESARE RIPA - LORENZO AZZOLINI - GIOVANNI RHO - ENGELGRAVE - DESSELIUS - PIER FRANCESCO PASSERINI - LORENZO CRASSO - GIOVANNI AGOSTINO DELLA LENGUEGLIAGUEGLIA) - LEONE ALLACCI - MARC'ANTONIO ROMITI - BALDASSARRE BONIFACIO - GIOVANNI FRANCESCO LOREDAN - FORTUNIO LICETI - JOHANN RHODE - CARLO ANTONIO MANZINI - FRANCESCO FERRARI - DANIELLO BARTOLI***

15. MORALISMO PREDICATORIO E LETTERARIO APROSIANO IN MERITO AI
GIOCHI STORICI - GIUOCHI STORICI
CON PARTICOLARE ATTENZIONE
AL GIUOCO DEL PALLONE ED AL GIUOCO DEGLI SCACCHI

"VEDI ANCHE L'APPARATO ERUDITO UTILIZZATO DA APROSIO E SPECIFICATAMENTE LE OPERE DI
GIOVANNI BARDI DEI CONTI DI VERNIO E PIETRO CARRERA"

15. MORALISMO PREDICATORIO, LETTERARIO E GIURIDICO AVVERSO I
GIUOCHI D'AZZARDO NELLA FIGURA DI
CARLO CASALICCHIO
E
L' IDEAZIONE APROSIANA
CON LA
RIPROVAZIONE DI ALCUNI TIPI DI GIUOCHI
[POMPONIO TORELLI - ALESSANDRO ADIMARI - BARTOLO BARTHOLIN - GIOVANNI FRANCESCO BINI - FRANCESCO BERNI - CRISTOFORO BRONZINI - GUIDO CASONI - GIOVANNI DELLA CASA - ANTON FRANCESCO GRAZZINI "IL LASCA" - GUGLIELMO MENAGIO - GIOVANNI BATTISTA LALLI - PIERO DE' BARDI - GIOVANNI FRANCESCO NEGRI - MATTEO ALEMAN - CELIO CALCAGNINI - MATTEO MAIORAGIO - DORNAVIUS (DORNAVIO) - WILLIBALD PIRCKEIMER - G. CARDANO - GIOVANNI MAURO - MICHELE MAGGIORE - JACQUES GOUTHIER - DANIEL HEINSIUS - GIULIO LANDI - FRANCESCO BERNIA -MATTEO FRANZESI]

32. - INTERESSI DI APROSIO SU SCRITTURE DECIFRABILI E NON DI ANTICHISSIMI REPERTI ARCHEOLOGICI
***
EPIGRAFIA - LAPIDI D'EPOCA CLASSICA, ANTICHE ISCRIZIONI = RUNE - SIMBOLI - SIGILLI - ICONE - TESSERAE
[ IN DETTAGLIO IL MISTERO DEI GEROGLIFICI ]***

(DAI COLLEZIONISTI DEL NORD EUROPA AGLI ANTIQUARI ITALIANI, AD ATHANASIUS KIRCHER ED ANCORA AL GESUITA FRANCESE NICOLAS CAUSSIN)




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