cultura barocca
Un esempio di dispersione del patrimonio tra '700 e '800: danni di guerre, ignoranza, scorretto antiquariato e crisi della Chiesa Ingrandisci l'immagine = è questa una delle Lucerne del Museo dell'Elettore del Brandeburgo studiate da Fortunio Liceti e riprodotte nel suo volume De Lucernis...: lo studioso rapallese non si valse come altri di crittografia e steganografia (che oggi piace chiamare "codici segreti") per confutare altrui interpretazioni quasi scontate, nella condanna di immoralità, data la raffigurazione = è da precisare che, dopo periodi di relativa tolleranza, la lotta della Chesa Romana alla sessualità pagana ed ai suoi reperti -specie i resti dei lupanari con affreschi e insegne falliche- fu incentivato tra XVI e XVII secolo dalla lotta tra i Cattolici e gli "immorali" Riformati dalla propaganda controriformistica ritenuti rei di adescare le prostitute (è quasi superfluo dire che mai scomparve il sesso mercenario nonostante periodi di persecuzione) per farne streghe convertite al loro culto: cioè streghe eretiche capaci di sedurre i cattolici inducendoli all'abiura dalla religione di Roma Procedendo controcorrente, come altri del resto, nella salvaguardia di reperti romani, Fortunio Liceti andò anche oltre il processo di mera conservazione per esempio a questa lucerna - pur ammettendo lo sforzo di decifrarne il significato- tentando di dare (p. 1159, a metà pagina) una interpretazione non erotica o sensuale ma filosofica e moraleggiante: onde far ciò si valse piuttosto di "affettazione" ed "onesta dissimulazione" anche per non incorrere, date alcune immagini editate, negli strali dell'Insquisizione e veder ascritta la propria opera all'"Elenco dei Libri Proibiti da parte della Congregazione dell'Indice" visto che oltre di figurazioni, come detto talora erotiche, affrontò il delicato, controverso e pericoloso tema delle supposte Lucerne Sepolcrali Eterne dei Romani

Sin dai tempi dell'affermazione legislativa del CRISTIANESIMO ORIGINARIO si ebbe per avversione ideologico-spirituale e per scelte socio-politiche ma molto anche per ignoranza ed incomprensione come scrive il Malvezzi la persecuzione e la distruzione di molti attestati delle Romanità e specialmente di TUTTO QUANTO ERA CONNESSO ALLA RELIGIONE DEI GENTILI = COSA CHE NON MANCO' DI CLAMORE IN MERITO ALLE VESTALI MEDIAMENTE STIMATE E APPREZZATE UNIVERSALMENTE, A PRESCINDERE DALLA RELIGIONE DI APPARTENENZA anche se in forza dei dettami di PAPA GREGORIO MAGNO CONTRO I RITORNI DEL PAGANESIMO SI PROPOSE POI SI' LA DISTRUZIONE DEGLI IDOLI PAGANI E LA SALVAGUARDIA DEGLI EDIFICI IN MERITO AD UNA LORO POSSIBILE FRUIZIONE IN AMBITO CRISTIANO, DOPO SCONSACRAZIONE E RICONSACRAZIONE.
In effetti di diaspora di reperti pagani, specie di difficile decifrazione o stupefacente fattura, ebbe una sua storica continuazione anche in relazione a casuali scoperte archeologiche anche moli secoli dopo come alla fine del '400 quando ritrovandosi a ROMA UN SARCOFAGO con al suo interno il CORPO IMBALSAMATO E STRAORDINARIAMENTE BEN CONSERVATO DI UNA FANCIULLA ROMANA alla fine -dopo un limitato periodo di esposizione del reperto- si ordinò
DA PARTE DI INNOCENZO VIII DI DISPERDERLO INTEGRALMENTE PER COMBATTERE LA CRESCENTE SUPERSTIZIONE
essendosi in particolare rinvenuta a dire dei primi esploratori del sacello ACCANTO AL CORPO UNA LUCERNA ANCORA ACCESA DOPO MIGLIAIA DI ANNI cosa che, a prescindere dalle dicerie popolari, aveva una sua credenza erudita peraltro collegabile con il MAI VERAMENTE SOPITO DIBATTITO SUL FUOCO ETERNO DELLA DEA VESTA e di cui si sarebbe ancora dibattuto nel XVII secolo ad opera di parecchi tra cui FORTUNIO LICETI NEL SUO LAVORO DE LUCERNIS TRATTANTE CON CONVINZIONE IL TEMA DELLE "LUCERNE IMMORTALI" DEI PAGANI: un dibattito occorre dirlo molto intenso e paneuropeo dei tanti
ERUDITI DEL COLLEZIONISMO ANTIQUARIO MA ANCHE DI BOTANICA E SCIENZE NATURALI OLTRE CHE DELLA "SCIENZA NUOVA"
per cui si ricorreva facilmente,
onde evitare problemi inquisitoriali trattando di argomenti "proibiti" o quantomeno "sospetti" anche graficamente e comunque di oggetti da non detenere nelle proprie raccolte, specie se di caratura religiosa e/o fratesca,
oltre che all'
AFFETTAZIONE E ALL'ONESTA DISSIMULAZIONE
all'elaborato meccanismo delle
CRIPTO/CRITTOSCRITTURE O SCRITTURE IN CODICE OD ANCORA SCRITTURE CIFRATE = CHE TUTTORA COMPORTANO PER GLI STUDIOSI DIFFICOLTA' INTERPRETATIVE).
Fu però Papa
******************GREGORIO MAGNO******************
nobile discendente (nato nel 540 c.) di due membri della famiglia Anicia, che avvalendosi dell'apostolato degli antichi ordini religiosi ed in particolare di quello svolto dai Benedettini, in qualche modo sublimò, conferendole sistematicità, la sua aspirazione alla lotta alla SUPERSTIZIONE che derivava da ritorni ancora frequenti del radicato paganesimo contro cui il Pontefice non operò senza discernimento ma conferendo
QUESTE SUE PRECISE DIRETTIVE COMPORTANTI LA DISTRUZIONE DEGLI IDOLI PAGANI E LA SALVAGUARDIA DEGLI EDIFICI IN MERITO AD UNA LORO POSSIBILE FRUIZIONE IN AMBITO CRISTIANO, DOPO SCONSACRAZIONE E RICONSACRAZIONE
Nel Ponente ligure questo grande Pontefice si valse in particolare dell'OPERA DEI BENEDETTINI sia per SCONSACRARE siti di spiritualità pagana, sia per ASSIMILARE PER VIA DI SOVRAPPOSIZIONE CULTUALE CULTI RESISTENTI E MOLTO RADICATI DELLA TRADIZIONE PAGANA nella ciclicità cultuale cristiano cattolica (ASSIMILAZIONE - RICONSACRAZIONE), sia per favorire la rinascita dell' agricoltura in terre disastrate da tante guerre, sia per svolgere una capillare opera di apostolato tra genti ancora sconvolte da guerre e invasioni.
E' altresì vero che -contro le direttive di Gregorio Magno- il processo di SCONSACRAZIONE/RICONSACRAZIONE non restò esente da danneggiamenti del patrimonio della classicità ben più gravi di quanto progettato e necessario, anche per la scarsa competenza dei reperti in cui ci si imbatteva.
A volte ci si limitava ad INCIDERE SEGNI DI CROCE SU SITI RITENUTI DI FORTE VALENZA RELIGIOSO-CULTUALE PAGANA
, in altre circostanze il SEGNO CRUCIFORME VALEVA PER DISTRUGGERE REPERTI E/O SCRITTE O IDOLI COME SUGGERITO DA GREGORIO MAGNO non comprese della civiltà pagana, e finalmente
in altre circostanze reputate di estrema gravità si procedeva ad una
DISTRUZIONE PIU' METODICA ED ICONOCLASTICA SPECIE TRATTANDOSI DI OGGETTISTICA NON DECIFRABILE E/O LEGATA A TRADIZIONI E PRATICHE SESSUALI SIA SACRE CHE PROFANE
COME SI PUO' BEN VEDERE IN QUESTO CASO
.
[oggettività scientifica induce a precisare come i segni cruciformi debbano sempre esser letti con rigore scientifico non solo in se stessi ma in relazioni ai manufatti sì che i termini -anche i Romani usarono termini a croce- vevano valenza di indicazioni confinarie e l'uso rimase attraverso i secoli anche se a volte vennero reinterpretati poeticamente come simboli di tombe al modo celebre del Foscolo ne La lettera da Ventimiglia dalle "Ultime lettere di Jacopo Ortis" (vedine qui un esemplare superstite): croci al contrario incise in aree sacrali, prossime a chiese edificate in vicinanza a siti già pagani con segni cruciformi sul materiale romano riutilizzato, in particolare croci esantemente incise o picchettate su oggetti vari, specie ma non solo a carattere erotico, sì da dannificarli o renderne indeterminabile la lettura rientrano al contrario nelle scelte gregoriane e nella tradizione cristiana di sconsacrazione].
Altro e per certi lati più devastante mezzo di oscurare la lascivia riprovata di certi reperti venuti alla luce o scoperti era quello (esperito con rabbia ed ira in tempi ben diversi da Michelangelo Buonarroti per le nudità dei suoi capolavori riprovate dai Cardinali più ottusi controriformistici) di ricoprire siffatte mmagini, specie se effigiavano discinta la bellezza muliebre, ma non solo, come nel caso fortuitamente sopravvissuto sopra proposto e negli affreschi di Pompei, Ercolano e Stabia che "salvati" da una micidiale eruzione del Vesuvio dal dramma antico ci rapportano un aspetto che forse sarebbe sfuggito per sempre di tanta arte romana.
Certo è da chiedersi oggi quanto il sottosuolo ricoprendo "immagini proibite" come quelle di ballerine od atlete -a seconda delle interpretazioni impegnate un una festa pagana od in qualche manifestazione ginnica cosa non esclusa alle donne- abbia contribuito in qualche maniera a salvaguardare autentici patrimoni dell'umanità: e non solo nella tragica area vesuviana!
Ma non solo la " cristiana pudicizia " concorse alla condanna di ballerine e ginnaste (per non parlare di ballerine, intrattenitrici o che dir si voglia le quali verosimilmente "allietavano" le feste delle incredibili navi dei divertimenti dell'Imperatore Caligola od a limite di combattenti professioniste nell'arena o gladiatrici piuttosto impegnate nel ruolo di Provocatrices su cui si va vieppiù affermando una letteratura surrogata da qualche testimonianza archeologica ) e contestualmente attrici, mime, cantanti, musiciste ritenute seduttrici per l'esibizione di sé e del proprio corpo = siffatta dannazione trasse energie formidabili sia avverso la riproposizione delle loro arti che contro l'ostentazione museale dei reperti che le rappresentavano attive nella romanità dallo scontro fra due mondi diversi, culturalmente e riligiosamente sublimandosi nella propaganda antislamica attesa l'esistenza -con reperti antichi per nulla danneggiati della civiltà romana- di ballerine e danzatrici nell'Islam descritte molto dopo dal Chesney nel suo "Viaggio in Mesopotamia, Caldea e Assiria" ].
E contestualmente avverso la donna espostasi nella sua femminilità e sensualità, certo con sorpresa di chi legge attesa la rigorosità morale specie dei Puritani, nei momenti di massima severità e di estremo antifemminismo concorse la
polemica dei Cattolici coi Riformati accusati di immoralità atteso il fatto che avrebbero essi accolto nel loro contesto accettandone la lascivia -almeno secondo la visione della Chiesa di Roma- pur di affermarsi addirittura le meretrici fattesi quindi eretiche e poi spesso divenute -sempre a giudizio della propaganda cattolica- streghe eretiche = fatto che vieppiù concorse alla persecuzione e alla distruzione, da parte dell' ecumene del Cattolicesimo, di quell'oggettistica - giudicata corrutrice in quanto evocatrice di lascivi pensamenti ed appetiti - studiata comunque e magari furtivamente da molti nel '600 tra cui Fortunio Liceti
specie nel caso, come qui proposto per certe lucerne, di un'
OGGETTISTICA COMPORTANTE INDISCUTIBILI RICHIAMI ALLA SESSUALITA' APERTAMENTE ESIBITA.
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Entro questa sorta di "tecnica apostolica" di ROVESCIAMENTO CULTUALE di una tradizione spirituale PAGANO/IDOLATRICA entro i termini del BENE CATTOLICO-CRISTIANO (per via di sconsacrazione, di riconsacrazione o di demonizzazione) convissero molte ESPERIENZE ALCUNE STORICAMENTE DOCUMENTATE ALTRE MENO: TRA CUI SPICCA -COME ANTEPRIMA ESTRANEA AI DETTAMI DI GREGORIO- L'AZIONE AVVERSO LE VESTALI DELLA MOGLIE DEL GENERALE STILICONE.
Sono invece poco noti oggi ma all'epoca ancora importante i casi di MITRA (da DIVINITA' PAGANA BUONA fatto evolvere in DEMONE della spiritualità cristiana) e soprattutto -in merito a un timore atavico alimentato dalla ritenuta evoluzione di DIVINITA' PAGANE METAMORFIZZATESI IN FORME DIABOLICAMENTE MOSTRUOSE ai primordi del Cristianesimo la così detta
************RELIGIONE DEL DRAGO E/O DEL SERPENTE************
contestualmente connessa al culto di
SAN GIORGIO CHE QUANTOMENO NE UCCISE UNA POSSENTE MANIFESTAZIONE
e quantomeno al culto di
SAN MARTINO CHE LO STESSO AVREBBE FATTO IN AREA PEDEMONTANA NELL'AGRO DI SUSA PRESSO L'ORRIDO DI FORESTO.
Drago, evoluzione diabolica di qualche nume pagano dalla pubblicistica cattolica ritenuto in in agguato, soprattutto per carpire al Maligno
(non senza ricorrere oltre che alla violenza ed alla malizia all' inganno antico della fascinazione dello sguardo che presuppone quella magica seduzione cui soprattutto sarebbero state esposte le donne specie se vergini)
anime innocenti balzando da qualche oscuro
************ANTRO (PRECISAMENTE L'"ANTRO DELLA BESTIA")************
mediamente da identificarsi in qualche sacrale areale pagano, nelle acque di qualche srgente venerata dai Gentili od ancora riparatosi in qualche cavità naturale già frequentata sulla scia della sconfitta religione di Roma.



Informatizzazione e testo a cura di Bartolomeo Ezio Durante

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