S.GIORGIO

Nel XIII sec. la chiesa romanica in Dolceacqua di S. GIORGIO era officiata da un collegio di Canonici, retta da un capitolo collegiale (si trattava quindi di una chiesa collegiata) che nelle chiese non cattedrali esercitava il servizio divino. Presso l'Arch. di Stato di Genova (notai ignoti, filza IV) secondo un documento del 28-IX-1296 il canonico Jacopo Manfredo "coadiutore" si dichiarava unico reggente di S.Giorgio per la morte di Ottone "presbitero" (ecclesiastico del secondo grado gerarchico, fra diacono e vescovo, dell'ordine cattolico) e "preposito" (in senso generico "superiore di una comunità" ed in senso stretto "priore claustrale di una abbazia benedettina"). Il canonico supplicava Arghisius abate di S.Siro in Genova, affinché gli inviasse il " religioso e onesto frate Damiano" come "preposito".
Il fenomeno di S.Giorgio riflette un processo spirituale dell'Italia del Centro-Nord: l'esperienza canonicale, tipica di sacerdoti preposti all' ufficiatura di una chiesa ed impegnati nella vita comunitaria, per quanto poliedrica nelle forme, aveva acquisito sempre maggior credito a partire dall'XI secolo. Questo movimento ebbe diffusione nel settentrione peninsulare perché in tale area nell'istituto plebano, a differenza del Sud, aveva persistito una vita comunitaria del clero in rapporto agli insediamenti rurali circostanti: dopo il Mille la chiesa plebana si organizzò secondo le regole della vita canonicale costituendo un Capitolo, cioè un consesso di sacerdoti il cui capo mutò rapidamente la titolatura originaria di archipresibiter in quella di prepositus o di prior.
Dal XII al XIII sec. gli Ordini di canonici regolari, unificati secondo la Regola di S.Agostino, si segnalarono nell'assistenza ospedaliera (si formarono i primi Ordini ospedalieri, staccati dai Capitoli ma a questi ancora assimilati per vari aspetti).

Nel XVII sec. P. Gioffredo (DISEGNO DI GIOVANNI TOMMASO BORGONIO IN THEATRUM SABAUDIAE) descrivendo Dolceacqua nel Theatrum Sabaudiae rappresentò S. Giorgio con un'errata visione prospettica: visualizzando Dolceacqua da un sito di Sud-Ovest superiore in altura al Convento egli alterò la chiave ottica posizionando S.Giorgio in linea col lato meridionale delle mura inferiori del castro.
La chiesa fu descritta dopo le modificazioni seicentesche: il fronte romanico, oggi restaurato, era ricoperto ed intonacato lasciando visibile una monofora ed il campanile era stato "fasciato" con una calotta barocca (a lato si vede nella carta la canonica, già sede dell'Ospizio canonicale e soppressa dopo la trasformazione di S.Giorgio in chiesa cimiteriale).
Il Gioffredo evidenziò il doppio percorso che dalla chiesa di S. Giorgio portava nel greto del torrente Nervia e a un guado a pedate [vedi tal GUADO A PEDATE qui in carta enfatizzata tratta dal Theatrum Sabaudiae] che nei momenti migliori permetteva di superare il corso del Nervia e raggiungere il centro demico principale al di là del quale si giungeva alla torre di guardia nella località dei Praelli [il ponte monumentale pseudoromanico ma tardorinascimentale serviva solo per passeggeri portando più che sulla via di transito al Belvedere nel giardino rinascimentale dei Doria, la cui realizzazione si può rimandare ai miglioramenti architettonici fatti dalla Signoria fra XV e XVI sec. quando avvennero le ristrutturazioni di Castello e Camminata("Loggia o Corridoio")].

In quel tempo S.Giorgio non era più parrocchiale: dal 1468 Paolo di Soncino, canonico di S.Stefano di Marliano e Vicario generale del vescovo de Robiis raccolse infatti le decime degli uomini di Gorbio e S.Agnes nella Prepositura o Parrocchiale di S.Antonio in Dolceacqua=Storia del Marchesato...cit., p.87 e nota 1).

S. Giorgio aveva costituito per tutta la vallata una chiesa davvero importante, un nodo di riferimento spirituale: nel Necrologio della Cattedrale di Ventimiglia si rammenta la morte, al 23-V-1346, di un presibterus Obertus Dulcisaqua prepositus vigintimiliensis canonicus = il 22-IX-1902 il Vescovo intemelio Ambrogio Daffra, edotto di queste scoperte su questa antichissima chiesa di Dolceacqua volle riportar la vetusta Parrocchiale al posto che le competeva, di collegiata retta da due canonici.
Il prelato precisò nel suo rescritto che da sempre la tradizione popolare aveva sostenuto questa condizione ecclesiale ma che per le tante guerre combattute in val Nervia se ne era perso ricordo nei documenti della Diocesi sicchè la chiesa di S. Giorgio privata dei suoi beni temporali aveva preso a languire.
E' interessante quanto venne fatto scrivere dal Daffra:"in verità i templi dei pagani dal rito cristiano all'epoca della chiesa primigenia venivano aperti alla fede in Dio od anche sulle loro rovine vi si costruivano chiese novelle sì che la Sede Romana conserva l'usanza di nominare Vescovi su sedi antiche di cui non sopravvive che il nome": l'Episcopo faceva riferimento alla storica abitudine ecclesiastica di riconsacrare i luoghi sacrali del paganesimo, innestando il culto in Cristo sulle vecchie religioni o ristrutturando in chiese templi diruti. Lo stesso suo riferimento alla convenzione della Sede Apostolica di nominar Vescovi in sedi ormai insignificanti seppur celebri nella Romanità o nel Medioevo accenna all'idea mai teoricamente esplicitata ma di fatto concretizzata dall'apostolato romano di quella sovrapposizione dei culti su siti storici cui si fa spesso riferimento nella presente indagine).
Da un precedente atto del notaio di Amandolesio si ricava che nel 1262 fu "preposito" di S.Giorgio tal Bonipar Donnavilla: il 27 maggio 1263 erano convenuti presso la sua chiesa Guglielmo Praello, Guglielmo medicus, Oberto Cassino ed Enrico Berno di Dolceacqua, procuratori degli uomini del borgo, onde dare procura legale a Rolando Advocato e Lanfranchino pignolo contro il capo ghibellino Fulcone Curlo.
La chiesa di S.Giorgio era quindi già vecchia nel Duecento e svolgeva funzioni importanti, anche sotto il profilo pubblico: il "preposito" di S.Giorgio risultava personaggio di rilievo sociopolitico superiore a quello di qualsiasi altro religioso della vallata.
Se i Francescani andavano oramai acquisendo credibilità fra le plebi rurali che li convocavano come giudici imparziali (furono arbitri l'1-III-1230 di una controversia fra Apricale e Pigna sui diritti confinari nell'asse viaria montana di Ansa e Marcola) le autorità continuavano a valersi di Benedettini e Canonici che godevano gran credito presso la Curia Romana e tutte le Corti (più o meno direttamente si deduce ciò dal fatto che solo il "preposito" di S.Giorgio Jacopo era a fianco del console di Dolceacqua Carlevario allorché il 16-X-1242 la loro comunità, nel castello di Portiloria alla foce del Nervia, aveva stretto un vincolo di alleanza col conte intemelio Emanuele contro la Repubblica di Genova).








9 gennaio 1818