DIVINAZIONE (FORME VARIE DI PREVISIONE DEL FUTURO)

sotto la voce DIVINAZIONE sono da iscrivere diverse forme di personaggi, legati dalla radice comune di predire il futuro, ma con caratteristiche spesso diverse:
LE TRE DISTINZIONI BASE DELLA DIVINAZIONE
DIVINATORI ED INDOVINI SECONDO LA CLASSIFICAZIONE ANTICA DI S. AGOSTINO
DIVINATORI ED INDOVINI SECONDO LA CLASSIFICAZIONE "MODERNA" DI M. DELRIO
DIVINATORI ED INDOVINI SECONDO LA NUOVA CLASSIFICAZIONE DI G. CARDANO
LOTTO/ LOTTERIA
MOLTEPLICI FORME DI SCARAMANZIA: AMULETI, TALISMANI, ALTI NOMI SCRITTI

"Nel termine DIVINAZIONE è inclusa l'idea di predizione del futuro...non si ha divinazione nel preannuziare cose che avvengono per necessità o nella maggior parte dei casi, e che si possono conoscere con la ragione umana (come nel caso degli astronomi che coi loro calcoli matematici preannunciano le eclissi solari)...qualsiasi DIVINAZIONE deriva (invece) dall'intervento diabolico: o perché i demoni sono espressamente invocati per determinare il futuro; oppure perché intervengono nelle vane ricerche del futuro, per irretire le anime umane nelle vanità.
Vi sono tre generi di DIVINAZIONE.
Il primo è quello che ricorre all'aperta invocazione dei demoni e questo appartiene ai NEGROMANTI.
Il secondo si limita all'osservazione delle disposizioni e del comportamento umano: e questo è il dominio degli AUGURI.
Il terzo consiste nel fare noi stessi qualche cosa per conoscere cose occulte: e allora abbiamo i SORTILEGI".

Si fa risalire a S.Agostino una lista di tipi di DIVINAZIONE derivanti dalla cultura romana che sarebbe rimasta in uso per tutto il Medioevo ( se ne trova conferma nel De Doctrina Christiana di Incmaro di Reims, nel Decretum di Graziano e nelle Etymologiae di Isidoro di Siviglia).
Secondo la lista suddetta la DIVINAZIONE riuniva sotto il proprio marchio infamante: magi, cultori generici delle arti magiche, con un'abile eccezione per i magi di Betlemme, i negromanti, di cui si è già detto; hydromantii, "che scrutano l'acqua per evocare i nomi dei demoni e guardano le loro immagini ingannevoli"; incantatores, "che esercitano la loro arte attraverso le parole"; arioli, "che recitano preghiere malefiche attorno agli altari degli idoli(...)ed ottengono risposte dai demoni"; haruspices, "che osservano le ore prima di intraprendere un affare o un lavoro" [per inciso questa interpretazione di M. DEL RIO lascia perprlessi ritendosi uniformemente gli aruspici soprattutto indagatori delle viscere degli animali per trane auspici donde il nome, alla loro "scienza", di aruspicina]; auguri o auspices, "che osservano il volo ed il canto degli uccelli" (= aves, da cui è derivato il loro nome); mathematici, corrispondenti all'incirca ai moderni chiromanti; phytonissae o ventriloqui; praestigiatores od obstrigili, "che oscurano l'acutezza della vista umana"; sortilegi, di cui si è già detto ma che meritano la citazione di una nota curiosa "che esercitano la divinazione attraverso sorteggi chiamati 'Sorti dei Santi' e promettono eventi futuri guardando certi SCRITTI - ALTI NOMI SCRITTI".
Il DEL RIO
[che dovette confrontarsi intellettualmente con raffinati teorici della divinazione come in particolare JOANNES TAISNIER] nelle sue Dissertazioni sulla Magia, elenca una smisurata serie di forme meno note o scomparse di DIVINAZIONE anche come aspetti particolari di cognizione extrasensoriale: ricorda la dattilomanzia ("consiste nel divinare per mezzo di anelli realizzati e resi fatati mettendoli in relazione con una particolare disposizione degli astri, sì da muoverli quindi sopra un tripode pronunciando un formulario di parole magiche"), la lampadomanzia ("quando alcuni accendono una candela in onore di S.Antonio, augurandosi così di trovare le cose da loro perdute"), la lecanomanzia ("di tradizione egiziana, quando in un catino si gettavano pietre preziose variamente incise e lamine d'oro e d'argento sì da udire poi il vaticinio e la predizione provenire dal fondo del recipiente"), l'onicomanzia ("era questa un tipo di divinazione per cui gli antichi spargevano d'olio e di fuliggine un'unghia di fanciullo ancora intatto: postala quindi di fronte al sole, sussurrando particolari magiche parole, potevano vedere quanto avevano desiderato"), la partenomanzia ("forse un duplice tipo di divinazione basato sullo studio della verginità di una fanciulla, perniciosa usanza tuttora espletata seppur in gran segreto...simile consuetudine, soprattutto in Britannia, consiste nel dare da bere ad una ragazza dell'agata polverizzata entro un qualsiasi liquido: colei che avesse perso la verginità, un istante dopo aver bevuto dovrebbe esser presa da irresistibili conati da vomito").

All'interno di questo elenco di arti della predizione e di indovini il Delrio cita anche una peculiare forma di tecnica del prevedere cioè la Lotteria derivata da Lotto, dal nome di un'imposta straordinaria istituita nel 1530 in Firenze, con l'obbligo per i cittadini più ricchi di acquistare un certo numero di polizze che, in seguito estratte a sorte, potevano rendere premi in merci o beni immobili confiscati dallo Stato.
Lotto sta genericamente per Lotteria - Vincita - La raffe o riffa.
La Lotteria come gioco d'azzardo gestito dallo Stato o Lotto pubblico si chiamava nel tardo Rinascimento Lotto di Genova e il Delrio (pp.200-202) allude anche, con biasimo, agli abusi del Lotto privato o clandestino di legge perseguibile (egli si riferisce anche al gioco dei dadi riprovevole non per magie implicite ma in quanto i perdenti sono soliti bestemmiare (Stat. Crim., cap. I del lib. II) e commettere crimini sia penali che religiosi.> SCHMITT, P.90 scrive: " Le espressioni sorti dei santi o sorti degli Apostoli (in certe fonti anche sorti omeriche o virgiliane) designavano in origine, e fin dal IV secolo, una forma di divinazione che utilizzava le scritture".

Questa DIVINAZIONE incentivò l'uso di feticci in rapporto con la divinità o suoi consimili (amuleti salvifici, scacciamali), fra cui le preghiere o i nomi dei santi (gli alti nomi scritti), portati scritti (quale e quanto il valore magico dello scritto nella cultura popolare ed orale!) su bende o foglietti a contatto con il corpo da proteggere.

Piuttosto diversa è invece l'interpretazione che della DIVINAZIONE diede Geronimo Cardano nel De rerum varietate in Opera omnia, Lugduni, sumptibus J.A. Huguetan et M.A.Ravaud, 1663, tomo III: chiromanzia.






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