cultura barocca
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CORRISPONDENZA EPISTOLARE TRA APROSIO ED OLE WORM - IL VIAGGIO SCIENTIFICO DI OLE WORM PRIMO GRANDE STUDIOSO DELLE RUNE NORDICHE TRA ITALIA E FRANCIA, RAGGIUNTA ATTRAVERSO I SITI DELLA REPUBBLICA DI GENOVA - = IL MISTERO INTORNO A WORM PER GLI STUDI SULLE RUNE MA ANCHE LA CONSEGUENTE REPUTAZIONE DI "MAGO" SIN CHE IN TEMPI RECENTI FALSAMENTE LO SI E' SUPPOSTO TRADUTTORE DEL NECRONOMICON
Vedi qui la CAMERA DELLE MERAVIGLIE del MUSEO DI OLE WORM = Angelico Aprosio e il suo interesse paneuropeo in merito alle interazioni tra religione degli etnici (paganesimo) e cristianesimo

Il luterano danese OLE WORM (1588 - 1654) -in genere latinizzato in OLAUS WORMIUS-, era figlio di Willum già sindaco ad Aarhus che lo lasciò erede universale assai ricco: direttamente ed indirettamente ebbe significativi CONTATTI EPISTOLARI (le lettere del Worm qui riportate con quelle del bibliotecario ventimigliese non si trovano però nell'epistolario di quest'ultimo conservato alla B.U.G ma sono reperibili entro il pubblicato postumo "Epistolario" del Worm) con ANGELICO APROSIO in merito a svariati argomenti tra cui primeggiavano le RIFLESSIONI su RUNE, EPIGRAFI, EDDA, CORNO D'ORO DEI RE DANESI, NATURA, STORIA E LEGGENDA, POTENZA DELL'UNICORNO.
Tutto ciò sicuramente possibile anche in forza dei buoni servigi del comune amico THOMAS BARTHOLIN che ne continuò alcuni aspetti dell'OPERA ANTIQUARIA ed al quale si deve una CELEBRAZIONE POSTUMA DI WORM che ne costituisce un'eccellente
*********BIOGRAFIA*********
accorpata nella silloge di Witte, Henning, Memoriae medicorum nostri seculi clarissimorum...., Königsberg, Frankfurt, Hallervord, 1676: una BIOGRAFIA che, fra tanti utili aneddoti, ribadisce quanto fosse giudicato importante anche dai naturalisti e dagli scienziati del nord d'Europa un VIAGGIO DI FORMAZIONE IN ITALIA E FRANCIA: in Italia risultarono davvero gratificanti i soggiorni a BOLOGNA E NAPOLI OVE EBBE MODO DI CONOSCERE DUE GRANDI SCIENZIATI E NATURALISTI COME ULISSE ALDROVANDI E FERRANTE IMPERATO [Il Worm in particolare fu colpito, come molti in Italia ed Europa dall'escursione capeggiata dall'Aldrovandi al Monte Baldo giudicato "Paradiso degli Aromatari" per la quantità di piante officinali che vi crescevano] Nel giudizio del Worm fu però assai appassionata e appassionante pure la FREQUENTAZIONE DI GENOVA CUI SEGUI' UN CELERE ATTRAVERSAMENTO DELLA LIGURIA E DI PARTE DEI POSSEDIMENTI SABAUDI, NIZZA COMPRESA, ATTESE LE INCURISONI TURCHESCHE, PER RAGGIUNGERE LA FRANCIA E FERMARSI QUINDI A MARSIGLIA [ Fu soprattutto un peccato che siffatto scienziato non abbia potuto esaminare come forse avrebbe desiderato l'estremo Ponente Ligure che - a prescindere dalla ricchezza dell'oasi botanica, all'epoca già relativamente nota, che dal mare di Ventimiglia si estende sin all'areale di Gouta - aveva una certa reputazione per le terre argillose curative - come nel caso dell'areale delle "Terre Bianche" nell'areale del Capitanato di Ventimiglia caratterizzate dalla presenza di un'argilla bianca a carattere terapeutico verso alcune malattie esantematiche e rientrante in quelle "terre curative" cui Ferrante imperato dedicò grande attenzione critica ed esplicativa nel contesto del V libro della sua celebre e preziosa "Storia Naturale"].
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WORM dopo avere seguita la scuola di grammatica di Aarhus, si formò all'università di Marburg, diventando poi dottore in medicina a Basilea : successivamente ottenne la laurea di dottore in belle arti presso l'università di Copenhaghen. Tutta la sua carriera accademica si svolse proprio a Copenhaghen, ove insegnò latino, greco, fisica e medicina. Fu anche medico personale di Cristiano V di Danimarca dando testimonianza di una professionalità non comune tra i colleghi: ad esempio non lasciò Copenhaghen durante l'epidemia pestilenziale che la devastò, e si impegnò fervidamente nell'assistere i malati.
In medicina, i contributi principali di WORM si sono manifestati in erano in embriologia.
Tuttavia grande fama gli venne quale antiquario e studioso di letteratura: redasse pure alcuni trattati sulle rune andando a raccogliere e catalogare molti reperti incisi in tale arcaica scrittura. Stimato dai vescovi danesi e dal re stesso editò i suoi Fasti Danici , o "la cronologia danese".
Come filosofo naturale realizzò una collezione di grande curiosità caratterizzata dai manufatti natali raccolti dal nuovo mondo, da animali e fossili.
Le sue opere variarono quindi su diverse tematiche ed ebbero notevole diffusione anche in Italia ove tuttora, stando al SBN, si conservano in buon numero.
I frutti delle sue investigazioni vennero poi raccolti in un catalogo del suo museo Wormianum, pubblicato dopo la sua morte nel 1655 .
Come scienziato WORM ha proceduto fra moderno e pre-moderno: ad esempio, in chiave moderna ed empirica, ha determinato che l'unicorno non esisteva e che i corni ritrovati ed attribuitigli provenivano semplicemente al narvalo. Sue altre indagini empiriche hanno quindi fornita la prova concreta che i lemmings erano roditori e non, come certo pensiero epocale sosteneva, generati spontaneamente dall'aria: inoltre egli seppe fornire le prime dettagliate illustrazioni di un "uccello del paradiso" in cui dimostrò che, malgrado molta speculazione popolare sostenesse l'opposto, questi animali avevano zampe del tutto simili a quelle degli uccelli comuni.
L'aura di mistero che circondava Ole Worm il museo del Worm, le di lui indagini e la sua stessa pedagogia (che in tempi posteriori raggiunsero a Roma la ex regina di Svezia Maria Cristina ricca di interessi per millenarismo, goticismo, tradizioni nordiche ed esoterismo) ne resero comunque affascinante la figura, che per certi lati fu accostata a quella assai più problematica di John Dee, e che comunque divenne oggetto di investigazioni da parte di studiosi come l' Aprosio (di cui raccolse diverse opere) e con cui intavolò questa corrispondenza epistolare anche per le ricerche che il danese conduceva sull'archeologia "danica" e sulle scritture delle rune assai interessanti nel contesto più ampio degli interessi aprosiani su esoterismo, stregoneria, magia e poteri occulti peraltro elaborati -nel contesto di variegate ricerche sul collezionismo antiquario- anche con un altro celebre scienziato e antiquario danese Thomas Bartholin.
E che la forza dell'imprevisto abbia finito, a livello popolare, per innestarsi sul carisma di OLE WORM è provato dal fatto che, in anni relativamente recenti, per conferire definitivamente alle investigazioni di WORM il carattere magico o comunque fantastico conferitogli dalla tradizione, lo scrittore H. P. Lovecraft abbia creato il "mito di Olaus Wormius" quale traduttore del leggendario e terribile NECRONOMICON (APPROFONDISCI): anche Aprosio restò in qualche modo affascinato dal "mito di Olaus Wormius" qual investigatore di misteri come traspare dalla sua corrispondenza nella sua annosa e segreta ricerca sui libri maledetti ed ancora sui libri magici e più estesamente su "Alchimia" e quindi "Pietra Filosofale ed ancora quel libro di negromanzia che fu detto "Clavicola di Salomone" ("Vera Clavicola di Salomone") = libro di cui non poteva certo ignorare l'esistenza essendo Aprosio Vicario della Santa Inquisizione ben sapendosi per via d'un caso di enorme risonanza che
questo libro usato addirittura nel tentativo di mandare un maleficio -sfruttando specificatamente l'espediente delle "immagini di cera- avverso il pontefice Urbano VIII
nella circostanza di quella
"CONGIURA CENTINI" CHE SEGNO' LA CONDANNA DELL'ASTROLOGIA, SPECIE DELL'ASTROLOGIA GIUDIZIARIA
prese ad esser ricercato qual testo dannato di "magia nera".
e contestualmente, con altri fattori certo, determinò il drammatico avvento della
**************SECONDA CACCIA ALLE STREGHE**************
A prescindere dai doveri istituzionali Aprosio non mancò comunque di investigare altrimenti sulla linea dell'ideazione di prolungare la vita sin oltre il destino di morte rinunciando però per sfinimento intellettuale a seguire il mito di N. Flamel o dell' Alkaest ed in ultima analisi oprando singolarmente sì da non evitare l'"inevitabile fine fisica" ma comunque in maniera di diversamente e spiccatamente in linea criptolinguistica ingannare la grande ingannatrice, cioè ingannare la Morte
In effetti Aprosio nemmeno rimase estraneo al "mito" di un misterioso libro "atto a governare i morti e le forze ultraterrene" e si industriò parecchio sul tema specie all'interno dell'amatissimo suo Theatrum Sympatheticum un corposo testo alchemico nel cui contesto fu colpito soprattutto da quanto scrisse il
Goclenius: specie sulla sfragistica, sui poteri occulti dei sigilli e in dettaglio sul testo delle "sculture di Salomone".
Ma, come generalmente ben noto le ricerche generazionali sul Necronomicon o comunque su un consimile libro, rimasero alla fine relegate nel campo del fantasioso e come detto se ne impadronì con qualche incertezza la narrativa orrorifica: in particolare il menzionato e geniale Lovecraft che fu tuttavia rapito dal suo estro creativo e commise parecchi errori sì che fece di WORM un domenicano collocandolo storicamente, ed erroneamente, nel tredicesimo secolo.
Vale comunque la pena di estendere un poco le osservazioni sul tema avvalendosi ancora di "Wikipedia" ma con alcune forse non inutili integrazioni.
Il Necronomicon è un "libro falso" cioè un pseudobiblium o "falso libro" [come scrive Wikipedia, accennando alle tante edizioni italiane -ma molte son pure le staraniere come anche i recuperi romanzeschi e filografici]: in pratica sarebbe un libro mai scritto ma citato in libri realmente esistenti: del resto è esso un espediente letterario dello scrittore "horror" statunitense Howard Phillips Lovecraft per dare credito ai suoi racconti. Esso diventò poco alla volta un gioco intellettuale quando anche altri scrittori presero a citarlo nei loro racconti horror o fantascientifici. Alla fine proprio Lovecraft fu in pratica costretto ad ammettere come il Necronomicon costituisse una sua invenzione e ciò avvenne in dipendenza del fatto che molti lettori lo giudicavano opera reale: cosa del resto mai venuta davvero meno di modo che esistono tuttora persone che credono all' esistenza concreta del Necronomicon. In merito al significato del titolo è da dire che in una sua lettera Lovecraft affermò che il titolo, apparsogli in sogno, alludesse a "La descrizione delle Leggi dei Morti" etimologia elaborata dal greco nekros (cadavere), nomos (legge) ed in ultimo eikon (immagine, descrizione). Mediamente si elabora oggi la definizione di Libro dei Nomi dei Morti appellandosi ad altra etimologia ancora atteso che are il secondo segmento del titolo deriva dal greco onoma (nome: vale a dire: titolo di libro). Naturalmente si son proposte altre etimologie ancora tra cui "Le consuetudini dei Morti" (da nomos = legge, uso, costume) oppure Guida alla terra dei Morti (dal termine greco che indicava uno spazio, distretto e regione) se non ancora " Il Libro del Legislatore Morto (da nomikos = legislatore). A giudizio di August Derleth, amico ed editore di Lovecraft, l'etimo Necronomicon fu ripreso dallo scrittore in base alla titolatura dell' Astronomicon attribuito al poeta astrologo di età augustea Marco Manilio di maniera che il significato sarebbe piuttosto quello di "Libro che riguarda la Morte" (un tema che per quanto possa sembrare strano non era estraneo affatto agli
Etnici cui non erano estranee figure preternaturali e spiriti (nemmeno escluso quel surrogato dei Demoni che erano Larvae / Lemuri) compreso, come deriva, da Seneca il fatto della morte autoinflitta cioè del suicidio, condannato però dalla religione tradizionale e decisamente dal Cristianesimo, che poteva essere una scelta di libertà a fronte di particolari situazioni). Secondo Lovecraft il titolo originale dell'opera sarebbe stato "Al Azif" dll' arabo usato per indicare i suoni notturni prodotti da certi insetti (anche tarli e tarme, di notte, a scapito di indumenti e mobili lignei) ma che la tradizione popolare identifica con il linguaggio dei demoni. L'autore di questo libro sarebbe un certo Abdul Alhazred, un poeta pazzo di San'a, nello Yemen, del periodo omayyade (VII-VIII secc.) e che passò gli ultimi anni di vita a Damasco ove finì enigmaticamente la propria vita nel 738, avrebbe composto il libro in siffatta città. Nel libro vi sarebbe stato un racconto mitologico sui Grandi Antichi, la loro storia e i metodi per invocarli. Del libro si sarebbe quindi stesa una traduzione greca nel 950 da Teodoro Fileta (peraltro estensore pure del termine Necronomicon), che sarebbe stato forse un monaco ortodosso di Costantinopoli. Successivamente sarebbe comparsa una versione latina del 1228 per mano del WORM (ma sempre in assenzenza di omonimia OLAUS WORMIUS/OLE WORM, come ben si intende dalle prime pagine di questo lavoro, visse tra '500 e '600): autore -sempre nel campo dl fittizio, di una nota entro la prefazione su come l'originale arabo si sarebbe già reputato disperso ai suoi tempi.
Si sarebbero avute due stampe in latino: una prima volta in caratteri gotici, presumibilmente in Germania, nel XV secolo; una seconda volta nel XVII secolo, probabilmente in Spagna. Il mago elisabettiano John Dee e il suo assistente Edward Kelley sarebbero entrati in possesso di una copia del Necronomicon a Praga, durante una visita all'imperatore "occultista" Rodolfo II e si ipotizzò che ne abbiano fatta una traduzione in inglese, della quale rimangono solo alcuni frammenti. Sembra che già dal medioevo il libro fosse stato messo all'indice dalla Chiesa cristiana e poi, via via, da tutte le religioni organizzate del mondo. C'è incertezza su quale possa essere stata la fonte ispiratrice di Lovecraft per la creazione del Necronomicon. Secondo Gianfranco De Turris e Sebastiano Fusco sarebbe stata la Chiave di Salomone, un celebre grimorio che l'autore di Providence avrebbe conosciuto attraverso Ceremonial Magic, un libro di Arthur Edward Waite del 1898, mentre secondo lo studioso statunitense Roger Bryant il Necronomicon sarebbe un adattamento del Picatrix, un testo arabo di magia del XII secolo estremamente apprezzato dalla ex regina di Svezia Maria Cristina: tuttavia per Domenico Cammarota, invece, il Picatrix non potrebbe mai essere la fonte del Necronomicon non trattandosi di un testo di magia, ma di alchimia e di erboristeria. Lovecraft, però, si sarebbe ispirato al suo autore, l'alchimista iracheno ‘Abd al-Latif, per creare la figura di Abdul Alhazred. Il libro cominciò ad uscire dalla finzione letteraria per entrare nel mondo reale nel 1941, quando un antiquario di New York, Philip Duchesne, inseì nel suo catalogo un riferimento al Necronomicon, fornendone la descrizione e stabilendone il prezzo a 900 dollari. Le ipotesi più clamorose presero ad essere divulgate: per esempio nel 1953 il giornalista Arthur Scott, in un articolo sul mensile statunitense Sir!, sostenne che il Necronomicon fosse scritto su fogli di pelle umana prelevata da persone uccise con fatture stregonesche. Da quel momento presoro a crescere in maniera esponenziale i riferimenti al Necronomicon sui bollettini dei bibliofili ed addirittura entro il catalogo della Biblioteca Centrale dell'Università della California. Alla fine degli anni sessanta Lyon Sprague De Camp, durante un viaggio in Asia, avrebbe acquistato uno strano manoscritto proveniente da un villaggio del nord dell'Iraq e al ritorno lo fece esaminare da alcuni esperti americani che però lo avvertono che il testo era costituito da una successione di segni priva di significato, con l'intento di assomigliare al persiano ma che risalterebbe databile al XIX secolo: un imbroglio, insomma. Sprague De Camp decide comunque di pubblicarlo in facsimile, raccontando la vicenda e facendolo passare per il Necronomicon, aggiungendo particolari inquietanti per rendere il tutto verosimile. Negli anni settanta Colin Wilson sostenne poi che Lovecraft mentiva quando affermava che il Necronomicon non esisteva, per coprire le responsabilità del padre, affiliato alla massoneria egiziana fondata da Cagliostro e possessore di una copia del Necronomicon (probabilmente, nella traduzione inglese effettuata da John Dee): nel contesto di queste postulazioni, che tante altre ne eludono, è infine da menzionare Roberto Volterri il quale sostiene che il Necronomicon non sia del tutto un'invenzione letteraria di Lovecraft, ma che abbia tratto spunto da informazioni avute da Sonia Greene, già discepola di Aleister Crowley, per pochi anni consorte del "Solitario di Providence".
[rielaborato da "WORM OLE" da "Wikipedia, l'enciclopedia libera"].


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Worm, Ole, Danicorum monumentorum libri sex: e spissis antiquitatum tenebris et in Dania ac Norvegia extantibus ruderibus eruti ab Olao Worm. D. .., Hafniae: Moltken, Joachim, 1643
Worm, Ole,Danica literatura antiquissima, vulgo' Gothica dicta luci reddita opera Olai Wormii D. medicinae in academia Hafniensi profess. P. cui accessit de prisca Danorum poesi dissertatio, Amsterodami: Jansson, Jan <1. ; 1608-1665>, 1636 Worm, Ole, Runir seu Danica literatura antiquissima, vulgo gothica dicta luci reddita opera Olai Wormii d. medicinae in academia Hafniensi porfess. p. Cui accessit De Prisca Danorum Poesi dissertartio, Hafniae, imprimebat Melch. Martz, suis & Georg. Holst sumpribus, 1651
Worm, Ole, Fasti Danici universam tempora computandi rationem antiqvitus in Dania et vicinis regionibus observatam libris tribus exhibentes: ex varijs patriae antiqvitatibus et autoribus fide dignis eruti, ac in lucem emissi iamque aucti ab Olao Worm .., Hafniae, 1643
Worm, Ole, Medicarum institutionum libri primi \- secundi... Ab Olao Worm D. medicinae professore P. ..., Hafniae: Sartor, Salomon , 1636-1639
Worm, Ole, Olai Wormii Historia animalis quod in Norvagia quandoque e nubibus decidit, & fata ac gramina, magna incolarum detrimento celerrime depascitur, Hafniae: Moltken, JoachimLamprecht, Georg, 1653
Bartholin, Thomas, Thomae Bartholini ... De unicornu observationes novae. Accesserunt de Aureo Cornu CL. V. Olai VVormi eruditorum iudicia, Patavii: Crivellari, Giulio, 1645 Thomae Bartholini, De armillis veterum schedion. Accessit Olai Wormii De aureo cornu Danico ad Licetum responsio Editio novissima, figuris aeneis illustrata, Amstelodami : sumptibus JHenrici Wetstenii, 1676 (contiene di Ole Worm, De aureo cornu Danico ad Fortunium Licetum responsio cum ejus brevi descriptione & eruditorum judiciis)
Worm, Ole, Synopsis methodica rariorum tam naturalium, quam artificialium, quae Hafniae servantur in musaeo viri excellentissimi, experientissimi, ac praeclarissimi dn. d. Olai Wormii medicinae prof. regii, in gratiam eorum qui illud lustrarunt, aut lustrare cupiunt, publici juris facta a Georgio Seger, Thorunensi, philiatro, Hafniae: Hake, Peder, 1653
Worm, Ole, Regum Daniae series duplex et Limitum inter Daniam & Sveciam descriptio. Ex vetustissimo Legum Scanicarum literis runicis in membrana exarato codice eruta, et notis illustrata ab Olao Worm .., Hafniae typis Melchioris Mertzan, typographi, 1642
Worm, Ole, Museum Wormianum. Seu historia rerum rariorum, tam naturalium, quam artificialium, tam domesticarum, quam exoticarum, quae Hafniae Danorum in aedibus authoris. Adornata ab Olao Worm ... Variis & accuratis iconibus illustrata, Amstelodami: Elzevier, Lodewijk <3.> & Elzevier, Daniel, 1655
Worm, Ole, Museum Wormianum seu Historia rerum rariorum, tam naturalium, quam artificialium, tam domesticarum, quam exoticarum, quae Hafniae Danorum in aedibus authoris servantur. Adornata ab Olao Worm ... Variis & accuratis iconibus illustrata, Lugduni Batavorum, 1655


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