cultura barocca
CLICCA QUI PER APPROFONDIRE SUL PERSONAGGIO La vita - Gli anni romani - il suo influsso per l'istituzione dell'Accademia d'Arcadia - gli interessi per l'alchimia - il terrore dell'invecchiamento, l'odio per gli specchi la fiducia nell'"alkaest" sino alla morte






































"CRISTINA DI SVEZIA
Venni al mondo il 18 dicembre 1626, un'ora prima della mezzanotte. Regina di Svezia, abdicò al regno. Di confessione luterana, si convertì al cattolicesimo. Destinata al matrimonio regale scelse di amare liberamente uomini e donne. Finanziò artisti, scienziati e maghi cercando, disperatamente, tutta la vita, di trasformare i metalli in oro. E quando decise di vivere nella Città Eterna ebbe un solo soprannome: Cristina, la Padrona Di Roma. La sua storia emozionante ci riporta indietro di quattrocento anni: vogliamo capire quali segreti nascondeva la fedelissima corte che seguiva la Regina in giro per l'Europa, quali conoscenze Cristina era riuscita a riunire nella sua immensa e biblioteca segreta. E com'è possibile che una delle donne più sfrontate del Seicento, morta leggendo una lettera di segreti alchemici, sia stata sepolta nella cripta della Basilica di San Pietro, accanto ai Papi. Per l'eternità. Nel cuore dell'inverno ghiacciato di Stoccolma, una notte di quattrocento anni fa, l'intero castello reale delle 3 Corone era in apprensione per la nascita dell'erede al trono. Gli astrologi avevano detto che"sarebbe stato un maschio, ma la nascita sarebbe costata la vita al re, alla regina o al bambino stesso. Se invece fosse riuscito a sopravvivere 24 ore avrebbe compiuto qualcosa di grande". E non solo: il quadro astrale di Cristina coincideva in modo incredibile con quello di suo padre, Carlo Gustavo. Il che lasciava presagire un destino di gloria pari alla leggenda paterna. Il nuovo nato invece era una femmina, ma i Re svedesi se ne accorsero solo il giorno dopo: questo particolare spinge molti storici a sostenere che Cristina avesse caratteri ermafroditi. Ad ogni modo, Cristina divenne Regina a soli sei anni ed ereditò le gesta eroiche di suo padre, Carlo Gustavo. Sulle sue spalle si riversò il peso della tradizione gotica: gli svedesi si ritenevano i progenitori dell'Europa e si identificavano con il popolo di Atlantide descritto da Platone. Le loro Rune venivano considerate la più antica forma di scrittura umana. In pochi anni Cristina si rivela però una condottiera coraggiosa e determinata. Il suo successo e' la pace di Westfalia, e in tutta Europa viene chiamata la Minerva del Nord. Si circonda di artisti e studiosi, soprattutto francesi. Cartesio la introduce al razionalismo, mentre lei legge il De Mysteriis Aegyptiorum di Giamblico, un testo che spiega come entrare in contatto con demoni e divinità. Spende una fortuna per ottenere una copia del libro all'Indice "I tre Arci-Impostori", un'opera contro Mose', Gesu' e Maometto. La regina fonda anche un ordine cavalleresco: l'Ordine dell'Amaranta. Il suo simbolo è una pianta che nella tradizione ermetica cresceva nella Colchide, la leggendaria terra degli Argonauti. Non solo: l'alchimista Johannes Franck, descrive il suo futuro regno come il compimento della profezia di Paracelso sul sorgere di una monarchia "metallica" nel Nord. Ma non e' così: Cristina rifiuta il matrimonio a cui sarebbe obbligata come regina. E abdica alla corona. Con l'aiuto di due gesuiti giunti da Roma in missione segreta Cristina spedisce tutta la sua biblioteca e le sue collezioni d'Arte. E si prepara a lasciare Stoccolma. Ma qual e' il vero motivo della sua rinuncia? Rifiuto del matrimonio, reale conversione cattolica, paura di governare o cos'altro?
Il 19 dicembre 1655 CRISTINA DI SVEZIA (QUESTO COLEGAMENTO COMPORTA UN APPROFONDIMENTO SUL PERSONAGGIO), ufficialmente convertita al cattolicesimo, fa ingresso a Roma. Entra da Porta Pertusa, fatta riaprire per l'occasione da PAPA ALESSANDRO VII che la accoglie a braccia aperte ma che forse col tempo le instilla una sua certa VISIONE CUPA DELLA VITA ED UN INDIRETTO TERRORE PER LA MORTE FISICA Entra di notte, in segreto, alla luce delle fiaccole, ma la voce del suo arrivo la precede e ad accoglierla Cristina trova ali di folla che intasano Roma e la accompagnano con applausi scroscianti. Il giorno dopo, in un'atmosfera da tripudio, viene presentata in Piazza del Popolo dove il Bernini realizza per lei, addirittura un arco di trionfo.
A Cristina viene assegnato prima il Palazzo Farnese, poi il Palazzo Riario, oggi sede dei Lincei e dell'orto botanico. Proprio passeggiando in questi giardini con studiosi e artisti, Cristina decide di fondare la sua ACCADEMIA REALE PRESUPPOSTO DELLA FUTURA EREZIONE DELL'ARCADIA SOTTO LA SUA INFLUENZA SPIRITUALE.
In funzione di tutte queste sue munifiche ambizioni culturali si circonda di una cerchia di studiosi che spaziano dalla Poesia alla Scienza, fino all'Alchimia: la Scienza Segreta che Cristina pratica in prima persona.
Gli anni romani sono i più ALCHEMICI nella vita della Regina. Interi patrimoni Cristina li spende per la sua Distilleria Alchemica. Intorno ai suoi laboratori transita mezza Europa: dal medico danese Ole Borch [pubblicamente elogiato da Angelico Aprosio] al Gesuita Athanasius Kircher [ammirato e citato da Aprosio nella sua Grillaia] dall'agostinano Michelangelo Ricci, allievo di Torricelli [quest'ultimo fu tra l'altro protetto di G. Ciampoli amico di A. Aprosio] all'illustre astronomo Cassini, con il quale Cristina progetta un osservatorio astronomico per il suo giardino. Blaise Pascal le spedisce la sua macchina calcolatrice, ed Hennig Brandt la emoziona con la scoperta del fosforo. La sua collezione di opere vantava migliaia di titoli, tra i quali le opere di Paracelso, la produzione di Johan Theurneisser e di Andrea Libavius [tra l'altro autore ben noto ad Aprosio come si legge nella Grillaia], intere parti del Picatrix e una versione latina del Sefer-ha-Raziel, un testo di magia angelica. Oltre una collezione personale dell'imperatore Rodolfo II di Boemia. I suoi laboratori sono gestiti dall'alchimista Antonio Bandiera, ospita spesso il Marchese di Palombara e Francesco Borri.
Francesco Borri nel contesto di una "leggenda nera" verrà processato dall'Inquisizione e rinchiuso a vita in Castel Sant'Angelo ma comunque il fascino dei luoghi rimase leggendario La porta magica di piazza Vittorio a Roma, è uno dei pochi monumenti alchemici giunti fino a noi e costituisce uno degli ingressi di Villa Palombara sull’Esquilino, dove il Marchese Massimiliano Palombara riuniva le persone più colte di quei tempi come Cristina di Svezia, Padre Anastasio Kircher, l’astronomo Domenico Cassini, il marchese Francesco Maria Santinelli, Giuseppe Francesco Borri, l'abate Domenico Federici ed altri ancora stando anche alle divagazioni dell'ottocentesco erudito Francesco Girolamo Cancellieri
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. La sua fede cattolica di Cristina appare comunque cristallina: Bernini (convinto del suo potere di comunicare con Dio) ) sul letto di morte, le invia un busto in marmo di Cristo, chiedendo alla regina di pregare per lui.
Negli ultimi giorni di Cristina, nella sua corte entra una certa Giulia, esperta di Alchimia che nel contesto dell'antichissia tradizione oracolare avrebbe la dote particolare di prevedere il futuro.
Cristina se ne innamora e la ribattezza Sibilla.
La prima cosa che Cristina le chiede di indovinare sono i suoi pensieri e dalla donna le viene risposto che ha paura di morire: tutto ciò è vero (e probabilmente risaputo) ma a ciò l'ex Regina di Svezia accomuna terrore per invecchiamento e deperimento fisico con una volontà, non estranea alle costumanze epocali, di arrestarne il processo: cosa che fatte salve le proporzioni non orrorifiche della sua vicenda, ne accosta i tormenti a quelli vissuti dalla diabolica Contessa Bathory.
La fine della REGINA fu però dovuta all'abate Vaini, personaggio indegno che violentò un'ancella di Cristina: che lo scoprì e ne chiese la testa. Il sicario non riuscì nell'opera e quando tornò a riferirlo alla regina, lei fu colta da ira violenta fin a mortale collasso.
Alle 6 del 19-IV-1689 Cristina si spense dormendo: nel suo letto fu trovata una lettera dell'alchimista Samuel Forberger, che le parlava dell' ALKAEST, il mai scoperto solvente universale dei corpi su cui si è
*******DISCUSSO E DISSERTATO DA PIU' POSTAZIONI INTELLETTUALI*******.
Ciò nonostante, il Papa diede ordine di seppellirla nella basilica di San Pietro, nello stesso luogo in cui, ancora oggi riposano i Papi. Una sepoltura incredibilmente in odore di santità...tanto che generale fu il cordoglio ed al punto che molti scrittori si soffermarono a descriverne la CERIMONIA FUNEBRE e l'INUMAZIONE come Bartolomeo Piazza in questa sua opera riservandole in prtica una vera e propria sezione narrativa : senza dimenticarsi gli omaggi postumi fatti innanzi al suo sepolcro dai PASTORI D'ARCADIA come ad esempio da questo REPERTORIO ARCADICO è possibile anche LEGGERE IN MODO DETTAGLIATO [da "Voyager - on line" con apie integrazioni multimediali]
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Concludendo questa riflessione si può anche dire che attraverso i secoli due celebri SVEDESI negli ultimi loro anni residenti in ITALIA furono uniti da aspetti pur diversi ma di una identica ossessione della FINE FISICA:
in modo clamoroso e consono agli aspetti della sua epoca
MARIA CRISTINA DI SVEZIA
fu in qualche modo schiava di un
SUPERSTIZIOSO TERRORE DELLA MORTE FINE A SE STESSA E CONSEGUENZA DI UN ORRORE FORSE PIU' GRANDE ANCORA QUELLO DELL'INVECCHIAMENTO
mentre molto dopo
ALFRED NOBEL
visse un altro terrore, epocale tra '800 e primi '900 quello della
CATALESSI O MORTE APPARENTE
SI' DA POTER ESSER SEPOLTO ANCORA VIVO


[recuperato da Voyager - on line con inserimento di collegamenti ipertestuali e di parte del testo]