cultura barocca
PRESAGI, MILLENARISMO, ROVINA, "CAVALIERI DELL'APOCALISSE" [ANALIZZA ATTRAVERSO LA STORIA: LA DAMNATIO MEMORIAE NELLA ROMANITA' - NEL DIRITTO BARBARICO (VEDI GLI STATUTI DI APRICALE) L'INFAMIA, OLTRE LA TERRIBILE PENA, PER IL COLPEVOLE DI ESSERE SEPOLTO VIVO NELLA STESSA FOSSA DESTINATA AD ACCOGLIERE LA SUA VITTIMA - ANCHE VEDI LA SEPOLTURA INDEGNA RISERVATA NELL'ETA' INTERMEDIA AGLI INFAMI (perpetratori di gravi crimini contro chiesa e stato, di furti, di colpe giudicate immonde, in un contesto epocale di spiccata omofobia, contro natura (tra cui omosessualità e sodomia) ed ancora estesa ai praticanti di usura (anche se mai era facile discernere tra usura e prestito), ai falsari come pure a criminali di reati oggi impensabili per siffatta pena come quelli avverso la morale ecc. - a titolo di "Nota di Infamia" cioè di pubblica testimonianza di indegnità- poteva "non" concedersi la "sepoltura in terra consacrata" : cosa che avveniva (con attuale sorpresa, seppur soppressa in forza dei provvedimenti del moderno Concilio Vaticano II) a riguardo dei "Suicidi" )] = VEDI POI QUI DALL'ARCAICA E PLANETARIA CULTURA SCIAMANICA COMPORTANTE IL BALLO DELLA MORTE SIN AL TEMA DI MORTE E ONORANZE FINO AL '700 = L'INEVITABILE RIFORMA ILLUMINISTICA DELLE INUMAZIONI NOTA COME EDITTO DI SAINT CLOUD MA GIA' ELABORATA E LEGGIBILE NEL MANOSCRITTO WENZEL MERIAN MATTHAEUS IL VECCHIO, DANSE DES MORTS: INCISIONE DI UNA RARA SUITE DELLA DANZA DELLA MORTE INCISA DAL MERIAN. SI TRATTA DI 40 CELEBRI TAVOLE INCISE IN RAME, PIU' UN'AGGIUNTA INVENTATA DAL MERIAN RAFFIGURANTE IL PECCATO ORIGINALE. LE TAVOLE DATA LA LORO FRAGILITA' NON NASCEVANO COME LIBRO MA ERANO IMPRESSE SINGOLARMENTE QUALI FOGLI VOLANTI, APPLICATI SPESSO SU UN CARTONCINO DI SUPPORTO

-La RAPPRESENTAZIONE (SIN SOTTO FORMA COME QUI SI VEDE DEI VARI ASPETTI ARTISTICI DELLA "DANZA" della "MORTE" nel '600 ENFATIZZATA -SE SI VUOLE SCEGLIERE UN ESEMPIO ECLATANTE- DA PAPA ALESSANDRO VII MENTORE DELL'EX REGINA DI SVEZIA MARIA CRISTINA all'epoca, appunto il XVII secolo, di Angelico Aprosio (che studiò anche le CONVERGENZE TRA VARIE RITUALITA' ONORIFICHE PER I DEFUNTI TRA I ROMANI ANTICHI E I SUOI STESSI TEMPI) era causata da tante PATOLOGIE e da non minori VIOLENZE SOCIALI e NATURALI (sin al punto di rendere adeguati -nonostante CONTESTAZIONI DI ORDINE SOPRATTUTTO POETICO E SENTIMENTALE COME QUELLA CELEBRE DEL "DEI SEPOLCRI" DI UGO FOSCOLO- i LUOGHI DI INUMAZIONE DEI CADAVERI e quindi editare reiterati TRATTATI SULL'ADEGUAMENTO DELLE INUMAZIONI) costituisce peraltro un patrimonio enorme dell'ICONOGRAFIA CRISTIANO-CATTOLICA spesso supportata da significative RACCOLTE POETICHE (COME QUESTA DEL '600 MA CON OPERE PRESSOCHE'IGNOTE DI AUTORI PIU' ANTICHI) usuali nei secoli per giungere attraverso una corposa produzione a scritti oggi quasi dimenticati o introvabili come quest'opera ottocentesca di GIORGIO BRIANO dal titolo UN'ORA AL CIMITERO
Questa iconografia, certo con distinte consuetudini e costumanze, -che soprattutto in ambito rustico e contadino mediamente appartiene in maniera ancora radicata alla cultura popolare e quindi al folklore- in Italia, come in tutto il mondo (a titolo esemplificativo vedi qui la sopravvivenza in Liguria occidentale, con supposti elementi di cultura sciamanica, del BALLO DELLA MORTE presso l'"Eremo di S. Maria Maddalena in valle Argentina) è stata spesso la trasposizione dei SEGNI DELLA MORTE: intesi sotto la specie dei PRESAGI, degli ATTI POSITIVI da compiere nella casa del defunto o dai parenti dello stesso come ogni possibile "rito" avverso presunte forme di MALOCCHIO e quindi ancora -questa volta in modo più prossimo agli insegnamenti della Chiesa del RITO FUNEBRE [non contraria comunque, a differenza di quanto si crede, alla pratica della MUMMIFICAZIONE DEI CADAVERI anche se con la casuale esumazione di antichi sepolcreti che custodivano mummie romane non mancarono d'esser alimentate superstiziose credenze].
La civiltà e quindi il diritto di un popolo sono connessi con la sua tradizione religiosa, nel periodo intermedio: di conseguenza secondo il diritto ecclesiastico, cui si adegua, quello dello stato, la SEPOLTURA NELLE CHIESE O IN TERRA CONSACRATA finiva per essere un DIRITTO ACQUISITO solo a quanti si fossero mantenuti entro i parametri comportamentali del
BUON CITTADINO.
A quanti si fossero resi colpevoli di sacrilegi, di lesa maestà cioè di gravi crimini contro chiesa e stato, di furti, di colpe immonde contro natura (tra cui l'omosessualità e la sodomia) ed ancora estesa ai praticanti di usura (anche se mai era facile discernere tra usura e prestito),ai falsari come pure a criminali di reati oggi impensabili per siffatta pena come quelli avverso la morale ecc. - a titolo di NOTA DI INFAMIA (INFAME - INFAMI) cioè di come pubblica testimonianza di indegnità- poteva "NON" concedersi la SEPOLTURA IN TERRA CONSACRATA : cosa che avveniva
(con attuale sorpresa, seppur soppressa in forza dei provvedimenti del moderno Concilio Vaticano II)
pure a riguardo dei
********************SUICIDI********************
[sull'argomento si può qui leggere quanto ne scrisse nel tardo '500 un illustre teologo, canonista e giurista qual fu Martin Antonio Del Rio, parlando logicamente oltre che dei suicidi, anche di altri individui quali eretici, streghe, maghi, sacrileghi, sicari ecc. = in merito al tema del suicidio si faceva cenno spesso ad un atteggiamento ereticale del suicida stesso e ad una sua peculiare e spesso diabolica collusione, non raramente proposta in chiave iconografica = non manca peraltro nelle sue postulazioni, quanto in quelle di altri autori fino al '700 ed oltre, in chiave prevalentemente ecclesiale, data la specificità delle riflessioni necessarie (anche in merito alle inumazioni degli Etnici o "Pagani" e Cristiani) una serie di considerazioni sul trattamento ignobile da riservarsi ai cadaveri dei defunti, e quindi anche dei suicidi, non meritevoli di sepoltura in terra sacra e contestualmente la peculiarità delle posizioni anomale in ambito cristiano fatte assumere ai cadaveri].
In definitiva l'essere sepolto in un modo piuttosto che in un altro era alternativamente SEGNO DELLA MORTE, della MORTE GIUSTA trattandosi di inumazione benedetta, di MORTE MALEDETTA trattandosi di sepoltura in terra sconsacrata (erano segnali contraddittori per indicare vie diverse che l'UOMO GIUSTO e quello INGIUSTO -almeno secondo i parametri del tempo- avrebbero percorso nell'oltretomba, quella della dannazione e/o della salvezza; contestualmente quel SEGNO DI MORTE che era anche un SEGNO DI INFAMIA si estendeva alla famiglia del defunto che ne era stato colpito sì da trascinarla nella terra ambigua e pericolosa della FAMIGLIA DA EMARGINARE).
L'ORATORIO DEI DISCIPLINANTI di VALLECROSIA MEDIEVALE permette di leggere la successione iconografica e storico culturale dei
SEGNI DELLA MORTE E DELLA FEDE.
L'edificio, piuttosto recente dal lato architettonico, fu, come detta il titolo, l'ultima SEDE della locale CONFRATERNITA DEI DISCIPLINANTI che qui, come in tutte le altre località, mediamente curava le pratiche di inumazione: la persona poteva essere sepolta secondo il rito antico in cripte, in sotterranei o in ampi cimiteriali prossimi ora all'una ora all'altra chiesa: i cadaveri erano avvolti in un lenzuolo di lino e, nella maggior parte dei casi, erano condotti all'ultimo riposo senza essere rinchiusi in aluna cassa funeraria o sarcofago ma venendo pietosamente sistemati entro una PORTANTINA FUNEBRE variamente addobbata. Il corteo funebre poteva essere sontuoso e scenografico (come spesso accadeva nei periodi di vita normale) ma poteva al contrario risultare sommario specie durante le grandi EPIDEMIE DI PESTE quando la gente temeva di esporsi al contagio in luoghi affollati.
Nei cimiteri, come l'abbandonato CIMITERO ANTICO DI VALLECROSIA non mancavano i moniti sulla brevità della vita sia di tipo profano (tipica era, sotto una meridiana, la scritta, anche in versi, di "...guardare l'ora che passa" e l'invito a salvare la propria anima senza perdersi dietro alle sciocchezze della vita terrena). La maggior parte dell'iconografia cimiteriale antica era connessa alla rappresentazione di un'UMANITA' DOLENTE a fronte di un male oscuro che preannunciava la venuta dei lugubri CAVALIERI DELL' APOCALISSI (APOCALISSE)
. Da quest'arte, di matrice popolare, si alludeva all'ammonimento a salvare la propria anima od ancora al compianto per un'umanità tormentata dal male e capace ormai di appellarsi solo alla pietà divina.
Lo stipamento dei cadaveri in cripte "sovraffollate" all'interno di chiese maleodoranti o l'uso di antichi campi, in cui le inumazioni avvenivano a bassa profondità senza l'uso di casse o sarcofaghi lignei, determinò nel XVIII secolo -nel contesto del pensiero illuminista e quindi di un successivo, napoleonico RIORDINAMENTO AMMINISTRATIVO DEI LUOGHI DI CULTO- alla necessità di un'utile ma controversa RIFORMA DELL'INUMAZIONE E/O DI TUTTE LE PRATICHE DI SEPPELLIMENTO DEI CADAVERI UMANI, riforma che (non del tutto a ragione detta anche RIFORMA DELL'EDITTO DI SAINT-CLOUD) impose lo svuotamento di antichi cimiteri o di vecchie cripte e la realizzazione di nuovi luoghi per le inumazioni (nonostante la postazione foscoliana avverso la "nuova legge" comportante poliedriche osservazioni qui evidenziate nel contesto del Dei Sepolcri dal verso 104 il poeta non manca di condannare l'abuso, igienico e psicologico, di certe forme di tumulazione -specie entro le chiese- condannate dai progetti di riforma: ed infatti scrisse Non sempre i sassi sepolcrali a' templi/ fean pavimento; né agl'incensi avvolto/ de' cadaveri il lezzo i supplicanti/ contaminò; né le città fur meste/ d'effigïati scheletri: le madri/ balzan ne' sonni esterrefatte, e tendono/ nude le braccia su l'amato capo/ del lor caro lattante onde nol desti/ il gemer lungo di persona morta/ chiedente la venal prece agli eredi/ dal santuario...../ = del resto la sua posizione intellettuale, fatte salve le distinzioni fra le qualità poetiche, influenzò vari intellettuali e tra questi il patriota Giorgio Briano nella sua composizione Un'Ora al Cimitero ove, citando spesso il poeta di Zacinto, evoca la funzione non terrifica, tra immagini lugubri e lezzi disgustosi, ma educatrice e civile dei sepolcri, specie in merito a quelli di quanti oprarono per il bene della Patria od il Civile Progresso: postulazione questa che non solo collega Foscolo a Briano in merito alle "Tobe dei Grandi" ma che, ferma restando la nuova normativa di inumazioni non da farsi più nelle chiese, concede l'erezione di immagini o statue non lugubri ma inneggianti all'eroismo ed alla grandezza come segno distintivo solo dei sepolcri degli uomini illustri alla maniera che si legge nel Progetto sulla costruzione dei Cimiterii di Giuseppe Gautieri Medico delegato del Dipartimento dell'Agogna).
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Le ragioni addotte appartenevano ad UN PIU' ESTESO CONTESTO -QUI LEGGIBILE ANCHE IN UN AUTOGRAFO NOTO COME MANOSCRITTO WENZEL- DI MODERNIZZAZIONE IN ORDINE MEDICO-SANITARIO PUBBLICO ED IGIENICO-PROFILATTICO OLTRE CHE DI POLIZIA SANITARIA
: e, specificatamente, nel testo medico-scientifico comparso nel NUMERO DEL 13 FEBBRAIO 1802 DELLE MEMORIE DI MEDICINA e intitolato PROGETTO SULLA COSTRUZIONE DEI CIMITERII DI GIUSEPPE GAUTIERI MEDICO DELEGATO DEL DIPARTIMENTO DELL'AGOGNA si leggevano voci significative quali: TRATTAMENTO DEL CADAVERE PRIMA DELLE ESEQUIE E DELLA SEPOLTURA - SEPOLCRI COMUNI E TOMBE GIAMMAI TRASFORMATE IN MONUMENTI TRANNE CASI ECCEZIONALI CON ECCEZIONALI TIPOLOGIE A PRO DEGLI EROI DELLA PATRIA: IN PARTICOLARE SEPOLTURA COMUNE ANCHE PER COLORO CUI ERA STORICAMENTE NEGATA L'INUMAZIONE IN TERRA CONSACRATA, COMPRESI QUINDI I SUICIDI - DIMENSIONI DEL CIMITERO, SUA RECINZIONE, PROFONDITA' DELLA FOSSA, CARATTERISTICA MINERALOGICA DEL TERRENO: RIGETTO DELLE SEPOLTURE IN CHIESA O NEI POZZI - COSTRUZIONE DEL CIMITERO, SUA EREZIONE SOTTO IL PROFILO DELLA POSIZIONE E DELLA DISTANZA RISPETTO AL CENTRO ABITATO PIU' VICINO
.
Come ben si legge, scorrendo l'opera con attenzione, si trattava di precauzioni mediche rese inevitabili dalle recenti conquiste scientifiche ma pure di provvedimenti oramai da prendersi contro la frequentazione dei cimiteri -per scopi ignobili- da parte e soprattutto dei pericolosissimi MANGONES (= MERCANTI FALSIFICATORI ED ADULTERATORI DI MUMMIE EFFIMERE: COSTOSISSIMA LA MUMMIA EGIZIA AUTENTICA ERA GIUDICATA UN MEDICAMENTO BASILARE IN CERTE SCUOLE MEDICHE) ma anche di MEGERE, ASTROLOGI ed ancora PRATICANTI DI MAGIA NERA (FRA CUI COME QUI SI VEDE NON MANCAVANO RELIGIOSI ED ECCLESIASTICI) che vi cercavano piante e reliquie da usare in vergognose cerimonie divinatorie) e di illuminata lotta contro le SUPERSTIZIONI che nei cimiteri trovavano il loro luogo di maggior sviluppo: per esempio, assieme a molti criminali praticanti di magia, si riteneva che i cimiteri -specie se incustoditi- attirassero in modo particolare i LUPI MANNARI (peraltro, a prescindere, dalle favole e dalle oscure leggende la cresciuta abitudine -tra XV e XVII secolo- di seppellire i morti di media/popolare condizione senza cassa o sarcofago, avvolti nel lino, a bassa profondità nei campi comuni determinava quell'insorgere di FUOCHI FATUI -fenomeni di combustione dei gas volatili della decomposizione liberatisi dalle fosse e giunti a contatto con l'ossigeno dell'aria- di modo che i balenii di luce che specie d'estate serpeggiavano fra gli spazi cimiteriali alimentarono nella fantasia popolare e non che questi luoghi, nelle ore notturne, quando appunto i FUOCHI erano visibili- fossero infestati da fantasmi ed altre entità malefiche).
Venne pertanto sancita una REGOLAMENTAZIONE DEI CIMITERI estremamente rigida che, nei primi momenti della sua applicazione, essendo ispirata a norme illuministiche e rivoluzionarie francesi intransigenti finì per soffocare quella creatività della pietà che fino ad allora aveva caratterizzato la diversificazione delle tombe ad opera dei parenti rimasti in vita: con la caduta di Napoleone e la RESTAURAZIONE gradualmente certe esagerazioni della RIFORMA DEI CIMITERI vennero abrogate anche se restò eliminata la vecchia tradizione di inumazione, si prese ad utilizzare quasi solo i campi aperti e i defunti furono sepolti a maggiore profondità nel terreno, rinchiusi entro casse di legno che custodendo i resti impedivano che certi campi, specie se poco frequentati, diventassero delle "succursali del terrore"

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