cultura barocca
Vedi qui l'Huey Tlatoano (Imperatore degli Aztechi) Moctezuma Xocoyotzin (Sciocoyotzin) osservare preoccupato il passaggio di una cometa: storicamente pur in Europa cristiana le comete si giudicavan spesso segno di sciagure e/o di millenaristiche trasformazioni anche in nome della volontà divina per l'unità dell'Europa Cristiana = vedi il millenarismo di tradizione gotica (goticismo) di Cristina di Svezia p. es. in sinergia coi presagi della Cometa del 1652/'53 a Genova e la Peste del 1656-'57: cometa interpretata dagli astrologi liguri, e non solo, quale un segno di morte con l'avvento dei "Cavalieri dell'Apocalisse"
Nemmeno la guerra dei fiori o guerra floreale peraltro incompresa dagli Spagnoli salvò l'Impero azteco dal collasso

Il Códice Durán o Historia de las Indias de Nueva España e Islas de Tierra Firme è un manoscritto del Nuovo Messico realizzato nella II metà del '500 dal frate domenicano Diego Durán. Da questo manoscritto, che appartiene alla Biblioteca Nazionale di Spagna, deriva il disegno poi stampato con il titolo Moctezuma Xocoyotzin (Sciocoyotzin ) osserva il passaggio di una cometa (capítulo LXIII). Il Durán sostenne che, come spesso accadeva in Europa, il passaggio della cometa fu interpretato dai Tlatoani [Tlatoani - plurale tlatoque - è un termine della lingua nahuatl che in epoca precolombiana indicava il re nelle città di dominazione azteca. Letteralmente significa "Colui che può parlare")] alla stregua di un segnale di sventura anche se gli agoreros ( auguri) non seppero dire a cosa alludesse quel presunto messaggio celeste.
Montezuma tentò, riuscendovi, una riforma sull'Impero più cultuale e tale quindi da esacerbare i sacerdoti della religione tradizionale ma, in molti contesti, le riforme che mirano a fare di un re un teocrate hanno una forte valenza politica sì da aumentarne a dismisura anche il peso politico sin a farne una sorta di
Dio Vivente che, con la complicità della notte, nel più profondo recesso dell'incredibile "Palazzo dei Serragli" ogni notte, assolutamente solo, andava a pregare e/o consultare il suo "Demone" come scrive il Bustamante
nella conseguente speranza di
mascherare certe insicurezze dietro l'alea della spiritualità: egli in fondo sapeva di non essere un grande amministratore e tantomeno un valido gierriero e/o stratega. Per tutelare questa maschera sovrannaturale, che poteva coprire i suoi limiti, non amava tutto quanto poteva metterla in discussione compresa la sorella, principessa Papantzin ligia ai dettami dell'antica religione e dei sacerdoti lei sì circondata da una nomea di spiritualità, specie quale sibilla e veggente. Sapeva comunque, in caso di necessità dissimulare abilmente, come nel corso del primo incontro con H. Cortes come si evince dalla Relazione di quest'ultimo laddove Montezuma gli giunse incontro con una impressionante dimostrazione di grandezza che, diplomaticamente mirò a sminuire anche per vanificare possibili dicerie sul suo conto,
sin al punto di sollevare il proprio vestito e mostrare l'umanissimo corpo onde negare al Cortes la falsa diceria che egli fosse un Dio.
L' arrivo degli Spagnoli lo andava preoccupando vieppiù di quanto desse a credere e l'Imperatore azteco era peraltro perplesso in forza di alcuni eventi, apparentemente inspiegabili, del recente passato tra cui il passaggio di una cometa e possibilmente collegabili ad una profezia nefasta sulle sorti dell'Impero espressa da sua sorella = è vero che egli fidava molto sulle ostilità fra gli stessi Spagnoli e gli ostacoli che avrebbe più volte incontrato con altri nativi.
Sospeso tra tante domande ritenne di conseguenza opportuno
avere un giudizio sulla questione dal saggio
Nezahualpilli di Texcoco il quale, contro le sue aspettative o speranze, rispose che si trattava in effetti di segnali sulla rovina di Tenochtitlan.
Nezahualpilli, termine nahuatl per "principe digiuno" (1464 – 1515), fu il re (tlatoani) dell'altepetl mesoamericano di Texcoco, eletto dalla nobiltà cittadina dopo la morte del padre, Acolmiztli Nezahualcóyotl, avvenuta nel 1472 (altre fonti per es. il Toromozoc datano l'evento al 1475). Come il coltissimo padre fu un poeta, fu considerato saggio con una sincera reputazione di re leale. È sopravvissuta solo una delle sue opere: "Icuic Nezahualpilli yc tlamato huexotzinco" ("Canzone di Nezahualpilli durante la guerra con Huexotzinco"). La sua corte fu un paradiso per astronomi, ingegneri e indovini. Durante il suo regno abolì la pena di morte per molti crimini, lottando per mantenere l'indipendenza politica di Texcoco sì da contrastare il processo di forte centralizzazione degli Aztechi nell'immensa Tenochtitlán. Quando disse a Montezuma che i saggi di Texcoco avevano predetto un dominio straniero sulla valle del Messico, l'imperatore lo sfidò ad una partita di TLACHTLI evoluzione azteca del più antico gioco della palla entro gli sferisteri del "POK-A-TOK". Moctezuma considerò la perdita dell'incontro come un cattivo presagio. A Nezahualpilli successe il figlio primogenito Cacamatzin la cui elezione fu contestata da un fratello e che sarebbe presto morto, il giorno antecedente la "Notte Triste" = fratello terzogenito che alla fine, con l'appogio degli Spagnoli, conquistò il trono con il nome di Ixtlilxochitil e che con i "Conquistadores" ed altri alleati -tra le difese di qualche storico discendente ma anche le critiche dell'eruditissimo Bustamante- contribuì alla rovina di Tenotichlan.
Nezahualpilli de Tetzcuco fu giusto profeta ma molte cose erano avvenute perché si avverasse il disastro e l'Impero cadesse = della
rovina molti ne scrissero, anche lo stesso Cortés (leggi i testi digitalizzati)
= ma oltre che
dalle
guerre che dopo la sconfitta della Notte Triste la fondamentale vittoria dei Conquistadores ad Otumba si trasformarono in un genocidio come scrisse l' Apostolo delle Indie B. De Las Casas nella sua qui digitalizzata Brevissima Relazione della Distruzione delle Indie
e dalle
devastazioni degli Spagnoli alla ricerca dell'oro (El Dorado) ma anche di forme diverse di potere e arricchimento come "La Fonte dell'Eterna Giovinezza"
il Messico fu estremamente condizionato oltre che dalla sua trasformazione nell' esoso
Vicereame della Corona di Spagna ( che, in maniera abbastanza originale, si può pure valutare dall'esperienza esistenziale di Juana de Asbaje y Ramirez di Suor Juana Inés de la Cruz anche controversa poetessa nota come "La Fenice del Messico")
e dalla
coatta sottomissione religiosa al Cattolicesimo valutandosi però da alcuni religiosi illuminati che in effetti meglio e di più per i nativi avrebbero potuto fare i missionari
anche se in verità,
per quanto sia forse meno noto il Messico fu ancor più falcidiato, sin quasi al rischio della "desertificazione demografica", a causa del
diffondersi di malattie ignote, importate -per quanto inconsapevolmente- dal "Vecchio Mondo", le quali decimarono letteralmente la già provatissima popolazione nativa
.



- "FINE DEL DOMINIO IN AMERICA DELLA CORONA DI SPAGNA" =
LEGGI QUI DIGITALIZZATO IL
Viaggio nell'America Spagnuola (Messico, N. Granata, Perù, Chilì, ec.) in tempo delle guerre dell'Indipendenza... di Gabriel Lafond di Lurcy
[con indici moderni disposti capitolo per capitolo ed integrazioni documentarie ulteriori, citate ed evidenziate nell'ambito di varie parti nell'ambito del testo digitalizzato evidenziato dal "verde degli indici che rimandano all'opera antica"]

(vedi qui = Premessa)

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