cultura barocca
NEI GIUOCHI COMPETITIVI -SPECIE DI SQUADRA MA NON SOLO- L'ETERNO PROBLEMA, DALLA CLASSICITA' IN POI, DEL CONTROLLO DELLA DISCIPLINA DEI TIFOSI DELLE FAZIONI CONTRAPPOSTE
VEDI QUI INDICE ESPLICATIVO SULLE SCOPERTE GEOGRAFICHE

"In questo modo giocavano gli INDI (AMERINDIANI - PRECOLOMBIANI - NATIVI DEL NUOVO MONDO), con una palla gonfiata che colpivano con il deretano abbassandosi fino a terra. Una pelle rigida, per consentire un solido rimbalzo della palla, ricopriva le parti posteriori. Portavano anche dei guanti di pelle". COME SI VEDE, NELL'IMMAGINE SOPRA PROPOSTA fatta con disegno a penna colorato all'acquerello [ora nel CODICE CHE DA LUI HA PRESO NOME (conservato al Museo di Norimberga)] Cristoph Weiditz (nel XVI secolo al seguito di CORTEZ e dei CONQUISTATORI SPAGNOLI) verisimilmente ha rappresentato la prima PALLA DI CAUCCIU' nota nel mondo [all'epoca, data la SCOPERTA DI UN NUOVO MONDO era comune che tra i "Conquistadores" vi fossero personaggi deputati ad effigiare immagini che si sarebbero potute disperdere con le guerre = rimane emblematico ed enigmatico anche questo RITRATTO DAL VIVO DELL'ULTIMO IMPERATORE INCA].
Con la PALLA DI CAUCCIU', molto più efficiente delle PALLE E DEI PALLONI OTTENUTI COMPRIMENDO STRACCI OD USANDO PELLI ANIMALI DIVERSAMENTE RIEMPITE O GONFIATE E QUINDI BEN CUCITE utilizzati in molti dei
GIUOCHI STORICI DI CUI QUI SI PROPONE UN ESAURIENTE INDICE TEMATICO
variamente realizzati in Europa gli Amerindiani giocavano in grandi
SFERISTERI OVE SI PRATICAVA IN EPOCA MAYA UNA SORTA DI GIUOCO SACRO DETTO "POK-A-TOK"
destinato ad essere sostituito durante il dominio dei Toltechi e poi degli Aztechi
DA UN GIUOCO CONSIMILE, SEPPUR PIU' CRUENTO, CHIAMATO TLACHTLI RESO STORICAMENTE ANCOR PIU' CELEBRE ANCHE DA UNA PARTITA INTERCORSA TRA L'IMPERATORE AZTECO MONTEZUMA II ED IL SAGGIO NEZAHUALPILLI RE DI TEXCOCO = COMPETIZIONE DAGLI EUROPEI PRESTO DEFINITA "GIUOCO DELLA PALLA" (VEDI).
Le prime testimonianze del gioco sono fornite proprio dai Conquistadores, precisamente da Hernán Cortés e i suoi soldati al seguito. Egli osservò che gli autoctoni messicani erano soliti praticare un gioco a loro del tutto sconosciuto che si giocava con una palla di materiale elastico e tuttavia molto pesante. Cortés ne fu così colpito che, nel 1528, decise di portare al re Carlo V una squadra di giocatori di Tlachtli per dare spettacolo in Spagna Sulla del loro tipo di PALLONE, del GIUOCO COINVOLGENTE e dell' ABILITA' dei giocatori precolombiani risiedette l'affermazione, con crescente successo, del gioco stesso e dei
precolombiani in altre e diverse rappresentazioni ludiche anche come giocolieri con altri attrezzi.
I più provetti giocolieri precolombiani finirono così per essere costretti come schiavi
ad esibirsi dietro compenso a pro dei padroni in Europa dai talora criminosi MARCANTI DI MERAVIGLIE nelle Corti ma poi anche nelle Piazze in occasione di Fiere e Mercati =
certo non è da sottovalutare l'influenza che la proposizione di siffatte abilità oltre nel "mero campo circense" può aver avuto sui vari aspetti del
************GIOCO DEL PALLONE E POI DEL GIOCO DEL CALCIO CON I PIEDI ("FOOTBALL") COL CORREDO DI STADI E STRUTTURE************
in Europa.
Il gioco, inteso dagli Europei come un processo esclusivamente ludico, non aveva però l'innocente funzione che gli si attribuiva e che fece ritenere gli indigeni precolombiani dei provetti giocolieri: esso rientrava in un complicato SISTEMA RELIGIOSO ENFATIZZATO DALLA CULTUALITA' DI TOLTECHI ED AZTECHI SECONDO LA TRADIZIONE COMBATTUTO PERO' DALLA FIGURA MITOLOGICA DI UN DIO IN TERRA VALE A DIRE CE ACATL TOPILTZIN QUEZALCOATL IL CUI RITORNO ERA TEMUTISSIMO DAI TLATOANI E DAGLI HUEY TLATOANI AZTECHI proprio dell'arcana CULTURA SPIRITUALE DEL SANGUE e quando se ne avvidero, i conquistatori europei fecero rientrare anche questo "giuoco rituale" nel contesto delle RELIGIONI PRECOLOMBIANE CONNESSE AL CULTO PER DEI SANGUINARI, DAI CONNOTATI DIABOLICI, STREGONESCHI E VAMPIRESCHI e assieme ad altre aspetti delle civiltà amerindiane OGNI COSA DISTRUSSERO FIN ALLA RADICE ancora una volta trassero il destro per annegarla, con le splendide città di cui faceva parte, in una efferata tragedia di sangue poco connessa alla soppressione di qualche barbara ritualità quanto primieramente motivata dalla frenesia di trovare sempre nuove motivazioni per far conquista e arricchirsi smodatamente (non a caso i GIOCOLIERI AZTECHI non furono lasciati in AMERICA O NELL' ANAHUAC nella CONDIZIONE DI SCHIAVI LAVORATORI ma onde sfruttare anche la loro perizia vennero sì schiavizzati ma venduti a MERCANTI DI MERAVIGLIE" ONDE ESSER ESIBITI IN EUROPA NELLE PIAZZE MA ANCHE NELLE CORTI QUALI FENOMENI DA BARACCONE PER IL LOR FUNAMBOLISMO NEL TRATTARE LA PALLA).
Le ragioni formali di questa distruzione sono qui leggibili per intiero nelle "LETTERE DI FERDINANDO CORTES AL SERENISSIMO ED INVITTISSIMO IMPERATORE CARLO V INTORNO AI FATTI DELLA NUOVA SPAGNA O MESSICO anche se le sue affermazioni (si VEDA QUI DOVE SCRIVE DEI TEMPLI E DELLA RELIGIONE AZTECA) son state abbondantemente riviste da storici e studiosi.
Iniziando dalla parimenti qui proposta STORIA ANTICA DEL MEXICO DI ALVARO DI TOROZOMOC entro cui viene analizzato il tema dei SACRIFICI UMANI nel contesto peraltro di un'utilissima RASSEGNA DEL PANTHEON DEGLI DEI AZTECHI: l'opera del Di Torozomoc in definitiva si può collocare sullo stesso livello di un'altra e cioè LE ORRIBILI CRUDELTA' DEI CONQUISTATORI DEL MESSICO...DI DON FERDINANDO D'ALVA...: prescindendo dalle possibili interpretazioni di parte qui si offre, come elemento esaustivo su quello che fu un vero genocidico, una posizione sicuramente oggettiva ed onesta cioè quella che l'
APOSTOLO DELLE INDIE BARTOLOMEO DE LAS CASAS
propose nella sua straordinaria
**********RELAZIONE DELLA DISTRUZIONE DELLE INDIE**********
apportando laddove non aveva sicura competenza dei saccheggi e delle devastazioni i contributi di onesti suoi collaboratori come nel caso emblematico qui digitalizzato della
TESTIMONIANZA DI "FRA MARCO DA NIZZA DELL'ORDINE DI SAN FRANCESCO" IN MERITO ALLE VIOLENZE DEI CONQUISTATORI NELL'IMPERO INCA

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