informatizzazione a cura di B. Durante

UNA PIANTAGIONE DI TABACCO IN UNA FOTO ANTIQUARIA









In Italia il TABACCO fece la sua comparsa verso la fine del '500 ad opera del Cardinale Prospero di Santa Croce (da cui il nome di Erba santa), Nunzio Pontificio a Lisbona. Il Sommo Pontefice che ne ricevè i semi, li affidò ai monaci dei vari ordini religiosi, i quali li misero in coltura negli orti dei conventi, cosicchè il tabacco si diffuse nel Lazio come detto per scopi in origine esclusivamente CURATIVI
In genere gli interpreti storici affermano che la PRIVATIVA SUL TABACCO sia stata introdotta in Francia dal ministro Colbert (Il MONOPOLIO DEL TABACCO in Francia fu introdotto posteriormente tra il 1661, anno in cui venne chiamato al Ministero delle Finanze il Colbert, ed il 1674 anno in cui vennero regolamentate le TABACCHERIE).
Solide prove archivistiche inducono invece ad affermare che fu al contrario il Pontefice Alessandro VII ad introdurre la nuova TASSA SUL TABACCO con i chirografi del 21 agosto e del 15 dicembre 1655.
Visti gli abusi, in effetti, Papa Urbano VIII aveva precedentemente condannato coloro che aspiravano il tabacco in chiesa.
Ma i governanti italiani dell'epoca compresero che il tabacco poteva costituire una fonte di entrate per le pubbliche finanze per cui, con il pretesto della tutela della salute, istituirono i primi vincoli fiscali esercitati a mezzo di appalti a privati o di monopoli gestiti direttamente.
La coltivazione del tabacco in Italia si mantenne limitata fino al secolo scorso.
A Roma la prima fabbrica pontificia di tabacco venne costruita da Benedetto XIV a metà del diciottesimo secolo in Via Garibaldi perché potesse sfruttare, come forza motrice, il copioso getto d'acqua proveniente dalla sovrastante fontana dell'Acqua Paola, al Gianicolo.
Fu sempre Papa Benedetto XIV, fanatico sostenitore del fumo, ad abolire il 21 dicembre 1757 la tassazione sul tabacco eliminando di fatto la privativa stessa.
Da quel momento a Roma fu resa libera la semina, la raccolta e la commercializzazione del tabacco sia greggio che lavorato e fu permesso a chiunque di importare tabacchi esterni nel territorio dello Stato Pontificio senza pagare alcun tipo di dazio o gabella.
A metà del secolo scorso, la produzione di tabacco a Roma era suddivisa in tre diverse manifatture: nel convento di S. Margherita si produceva il tabacco da fiuto, nell'ospizio di S. Michele si producevano i sigari forti, ed infine nei locali attigui a Santa Maria dell'Orto si realizzavano i sigari leggeri.
Finalmente nel 1859 la Regia Pontificia dei Sali e Tabacchi, costituita nel 1854, ottenne l'autorizzazione a predisporre un progetto di costruzione di una grande manifattura.
Nel 1860 iniziarono i lavori e come sede fu scelto il terreno attiguo alla chiesa di S. Maria dell'Orto. La grande manifattura di tabacco era sostanzialmente già pronta nel 1863 e aveva sede nell'edificio che oggi affaccia su piazza Mastai.
Con l'unificazione del Regno d'Italia e una legislazione unica della produzione, il nostro Stato divenne il primo produttore continentale di tabacco.
Da allora al 1970, anno di abrogazione del monopolio della coltivazione e del commercio del greggio, l'esercizio del monopolio dei tabacchi è stato gestito direttamente dallo Stato attraverso organismi diversi.