ABSIDE

Elemento architettonico> Nella basilica romana o nella chiesa cristiana costruzione ad andamento semicircolare o poligonale, coperta da una volta a calotta (catino); chiude ad un'estremità la navata centrale (od anche il transetto).












MANOSCRITTO BOREA - CRONACHE DI SANREMO E DELLA LIGURIA OCCIDENTALE

INDICE CRONOLOGICO

ANNO 1470
ANNO 1471
ANNO 1474
ANNO 1475
ANNO 1476
ANNO 1478
ANNO 1481
ANNO 1482
ANNO 1484
ANNO 1485
ANNO 1486
ANNO 1487
ANNO 1488
ANNO 1489
ANNO 1490
ANNO 1491
ANNO 1494
ANNO 1495
ANNO 1496
ANNO 1498
ANNO 1499
ANNO 1501
ANNO 1502
ANNO 1503
ANNO 1504
ANNO 1505
ANNO 1506
ANNO 1508
ANNO 1509
ANNO 1511
ANNO 1512
ANNO 1513
ANNO 1517
ANNO 1518
ANNO 1519
ANNO 1521
ANNO 1522
ANNO 1523
ANNO 1524
ANNO 1525
ANNO 1527
ANNO 1531
ANNO 1532
ANNO 1542
ANNO 1543
ANNO 1544
ANNO 1546
ANNO 1548
ANNO 1549
ANNO 1553
ANNO 1558
ANNO 1559
ANNO 1560
ANNO 1562
ANNO 1563
ANNO 1564
ANNO 1573
ANNO [1595]
[ANNO 1573]
ANNO 1575
ANNO 1576
[ANNO 1563]
ANNO 1578
ANNO 1581
ANNO 1583
ANNO 1588
ANNO 1589
ANNO 1590
ANNO 1591
ANNO 1592
ANNO 1593
ANNO 1594
ANNO 1595
ANNO 1596
ANNO 1597
ANNO 1598
ANNO 1599
ANNO 1600
ANNO 1601
ANNO 1602
ANNO 1606
ANNO 1607
ANNO 1608
ANNO 1609
ANNO 1610
ANNO 1611
ANNO 1612
ANNO 1613
ANNO 1614
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ANNO 1616
ANNO 1617
ANNO 1618
ANNO 1619
ANNO 1620
ANNO 1621
ANNO 1622
ANNO 1623
ANNO 1625
ANNO 1626
ANNO 1626
ANNO 1627
ANNO 1628
ANNO 1629
ANNO 1630
ANNO 1631
ANNO 1632
ANNO 1633
ANNO 1634
ANNO 1635
ANNO 1636
ANNO 1637
ANNO 1638
ANNO 1639
ANNO 1640
ANNO 1641
ANNO 1642
ANNO 1643
ANNO 1644
ANNO 1645
ANNO 1646
ANNO 1647
ANNO 1648
ANNO 1649
ANNO 1650
ANNO 1651
ANNI 1652 in 1653
ANNI 1653 in 1654
ANNI 1654 in 1655
ANNI 1655 in 1656
ANNI 1656 in 1657
ANNI 1657 in 1658
ANNI 1658 in 1659
ANNI 1659 in 1660
ANNI 1660 in 1661
ANNI 1661 in 1662
ANNI 1662 in 1663
ANNI 1663 in 1664
ANNI 1664 in 1665
ANNI 1665 in 1666
ANNI 1666 in 1667
ANNI 1667 - 1668
ANNI 1668 - 1669
ANNI 1669 - 1670
ANNI 1670 - 1671
ANNI 1671 - 1672
ANNI 1672 - 1673
ANNI 1673 - 1674
ANNI 1674 - 1675
ANNI 1675 - 1676
ANNI 1676 - 1677
ANNI 1677 - 1678
ANNI 1678 - 1679
ANNI 1679 - 1680
ANNI 1680 - 1681
ANNI 1681 - 1682
ANNI 1682 - 1683
ANNI 1683 - 1684
ANNI 1684 - 1685
ANNI 1685 - 1686
ANNI 1686 - 1687 - 1688
ANNI 1688 - 1689 - 1690
ANNI 1690 - 1691 - 1692
ANNI 1692 - 1693 - 1694
ANNI 1694 - 1695 - 1696
ANNI 1696 - 1697 - 1698
ANNI 1698 - 1699 - 1700
ANNI 1700 - 1701 - 1702
ANNI 1702 - 1703 - 1704
ANNI 1704 - 1705 - 1706
ANNI 1706 - 1707 - 1708
ANNI 1708 - 1709 - 1710
ANNI 1710 - 1711 - 1712
ANNI 1712 - 1713 - 1714
ANNI 1714 - 1715 - 1716
ANNI 1716 - 1717 - 1718
ANNI 1718 - 1719 - 1720
ANNI 1719 - 1720
ANNI 1720 - 1721
ANNI 1722 - 1723 - 1724
ANNI 1724 - 1725 - 1726
ANNI 1726 - 1727 - 1728
ANNI 1728 - 1729
ANNI 1729 - 1730
ANNI 1730 - 1733 - 1734
ANNI 1732 - 1735 - 1736
ANNI 1734 - 1735 - 1736
ANNI 1736 - 1737 - 1738
ANNI 1738 - 1739
ANNI 1740 - 1741 - 1742
ANNI 1742 - 1743 - 1744
ANNI 1744 - 1745 - 1746
ANNO 1747
ANNI 1746 - 1747 - 1748
ANNO 1748
ANNO 1749
ANNI 1749 - 1750
ANNI 1751 - 1752 - 1753
ANNO 1753
ANNI 1753 - 1754 - 1755
ANNI 1755 - 1756 - 1757
ANNI 1757 - 1758 - 1759
ANNI 1759 - 1760 - 1761
ANNI 1761 - 1762 - 1763
ANNI 1763 - 1764
ANNI 1765 - 1766 - 1767
ANNI 1767 - 1768 - 1769
ANNI 1769 - 1770 - 1771
ANNI 1771 - 1772
ANNI 1773
ANNO 1774
ANNI 1776 - 1777
ANNI 1778 - 1779 - 1780
ANNI 1780 1781 - 1782
ANNI 1782 - 1783
ANNI 1784 - 1785
ANNI 1786 - 1787 - 1788
ANNI 1788 - 1789 - 1790
ANNO 1792
ANNO 1792
ANNI 1793 - 1795
ANNO 1797
ANNO 1800
ANNO 1803
ANNO 1804
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ANNO 1806
ANNO 1807
ANNO 1808
ANNO 1809
ANNO 1810
ANNO 1811
ANNO 1812
ANNO 1813
ANNO 1814 (VIAGGIO DI RITORNO DI PAPA PIO VII A ROMA DALLA CATTIVITA' FRANCESE)
ANNO 1814
ANNO 1815
ANNO 1816
ANNO 1817
ANNO 1818
ANNO 1819
ANNO 1820
ANNO 1821
ANNO 1822
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ANNO 1831
ANNO 1831
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ANNO 1834
ANNO 1835
ANNO 1836









1470

12 Aprile. La Commune supplica Genova acciò la Tassa che doveva pagare fosse Ridotta e mitigata secondo l'antico Convegno atteso il Freddo che aveva fatti gelare i Limoni ed anche li Alberi in quell'anno non producibili per molti anni in quale Supplica è osservabile che venne detto consistere nei frutti delli Aranci Limoni e Cedri la massima parte del prodotto de quel Territorio .Rilevasi dal Libro delle note fd'atti manoscritti manoscritti alla pagina 84 e Seguenti.

1471

8 Marzo in Not.° Gio. Giofreddi.
Bartol.° Gaudio q. Nicolo lascia un legato alla Capella di S. Ant.° nella Chiesa di S. Siro.

1474

26 7mbre in Not.° Gulielmo Romana.
Fond.e della capella a Nostra Signora della Costa fatta dalli Sig. Fabiani.

1475

26 Maggio in Not.° Batta de Fornari.
Remorato Oreglia di S. Rema vende a M.ro Ottolino Alavena di Perinaldo la terra Camnile nel Territorio rio di San Remo detta Colla di Cairasco.
In libro foliatio nobilium in S. Giorgio è nominato Ambrogio Salvaigo di San Remo.

1476

2 Feb.r° Not.° Stef.° Giofreddi.
Fondazione di Capella in S. Germano fatta da Luchetto Sapia e Lodisio Umana Procuratori di Domenico Beodo, e Dom.c° Balestrero Priori di S. Girmano assignando a d.a Capellania la dote di L. 1000 coll'obbligo al Capellano d'assistere alle Messe Cantate in S. Siro, et alli Vespri, ed assistere li Signori Prep.° e Canonici, ed altri Beneficiari in essa ed in caso d'.assentamento alla pena d'un grosso per ogni volta.
Fra gli ambasciadori mandati dalla Rep. di Genova al Duca di Milano nell'Aprile è nominato Egidio Sachero.

1478

Fu Fabricato i1 Convento di Nostra Signora degli Angioli in San Remo altre volte detto di S. Maria della consolazione, e i primi che venissero in detto Convento furono i R. P. Minori osservanti.
12 Giug.° Gio. De Strata Nto..° Genovese.
Vendita fatta dal comune di Genova a Bartol.° Palmaro q. Percivale di casa ossia Pa.lazzo con revolta attiguo a man sinistra al Palazzo del Comune di S. Remo con tutto il giardino attiguo a confini avanti strada publica da un lato in parte il Palazzo del Podesta, ed in parte strada publica, dall'altro verso oriente il Giardino delli Eredi del q. Palmari ed in parte orto della Chiesa di S. Steffano, disopra chiesa di S. Steffano come dalli atti del sudeto Not.° . Detta compra è stata fatta dall'officio de quattro dell'Eccelso del Comune di Genova. Questo Palazzo si è quello che abitavano gli Archivescovi vicino a S. Steffano pervenuto dai essi nelli Sig. Doria e Mari per compra ne fecero questi dall'Arcivescovo Giacomo da Varagine, e da Doria e Mari pervenuto per compra nel Comune di Genova.
Fra i 12 Cittadini aggiunti in quest'anno dall'ordine dei popolari ai 12 Capitani della Libertà in Genova è nominato per primo Giovanni Francesco Palmaro. Giustin.
Giovanni Giustiniano Banca q. Ambrosii ridusse all'ubbidienza Savona.

1481

Fra i Patroni delle 21 galere somministrate dalla Repub. di Genova a Sisto IV contro i Turchi, armata navale comandata dal Card. Paolo Fr egoso, Arci.vo di Genova si legge un Gasparo di Ventimiglia, ed un Zirlo di Carmeno. Giustin.

1482

Podestà Tiberio di Camoglio.

1484

Fra i quattro Commissarj eletti il 9 di Nov. da S. Georgio per la guerra coi Fiorentini in Pietrasanta fuvvi Hieronimo Palmaro.

1485

Podestà Isnaldo de Campo Fregoso

1486

28 9bre in Not.° Cancelliere F.c° Gallo q. Manuelle d'Albenga. Assignaz.e del fondo ossia dote alla Capella della SS.ma Anonziata fondata dal q. Agostino Giofreddo fatta dal R. Can.c° Leonardo Giofreddo a suo et a nome del Padre Gio. B.a Giofreddo Prop.° di S. Remo, e di Paoletto Giofreddo suoi fr.elli , egli tutti et eredi del d.° Agostino.

1487

Nel Magistrato Supremo di quest'anno in Genova era compreso Hieronimo Palmaro.

1488

20 8bre in Not.° Perolto Giofreddi.
Fondaz.e e sua dote della Capella sotto il titolo di N. S.ra di Loretto instituita dal Can.c° Romolo de Grossi.
In quest'anno Genova si diede di nuovo agli Sforza, cioè a Gioan Galeazzo Duca di Milano per colpa degli Adorni e di Obietto Flisco, e il Card. Duce Paolo Fregoso cedette, e si ritiròa Roma.

1489

Apparizione di N. S. a Benedetto Pareti in cui si ordina che fabbrichi una Chiesa in suo onore sul Monte ora detto della Guardia, qual Chiesa Bartolommeo Gherzi ampliò nel 1530. Schiaff.
In questo tempo Margarita Contessa di Tenda mise il campo al Castello di Pietra Lata, il Signor del quale era vassallo feudatario della Repub. e domandò aiuto a Genova contro Margarita: e per non dispiacere ad Agostino Adorno Governatore di Genova per Giov. Galeazzo, qual Adorno era genero di Margarita, si lasciò correre questa faccenda, e il Castello fu occupato con danno e vergogna della Repub. e con pessimo esempio degli altri Feudatarj. Giustin.

1490

Giovanni Adorno uno dei Capitani e Riformatori della Repub. sposò Leonora di Roberto di S. Severino. La pompa fu grandissima, e fu regalato dal Senato, da tutte le arti della Città, e da tutte le terre dell'una e dell'altra Riviera di vasi d'argento.

1491

Giov. Andrea Grimaldo Vescovo di Grassa e Vicelegato d'Avignone traslata il corpo di S. Onorato abate all'Isola di Lerino. Historia Grimaldorum. Fu pure Referendario Ap.lico e Nunzio Straord. al Re di Francia.

1494

9 Gen.° Seguì la divisione della Colla di S. Sebastiano d.° Val di Roddi dalla Chiesa Matrice di S. Siro in Not.° Giorgio Marello d'Albenga.
12 9bre Not.° Giorgio Marello.
Dichiar. del Vescovo per li limiti delle due Parochiali Chiese di S. Siro, e S. Sebastiano.

1495

In quest'anno che Genova fu assediata dall'armata di Carlo Re di Francia, poiché essa teneva per la Lega, molte terre delle riviere si diedero al Re Carlo. Fra queste fu Ventimiglia che fu occupata da Paolo Batista Fregoso, da Luca d'Oria e dal Signor di Monaco. Ma fugata l'armata di Carlo, tornò Ventimiglia all'obedienza.

1496

L'Imperatore Massimiliano passò l'Alpe Leponzie nominate volgarmente le Montagne di Bormia, scendendo per la Valtellina e per la terra di Morbegno e per il lago venne in Como, e poi ando a Vigevano. Da Genova gli furono mandati 4 ambasciatori a fargli riverenza e a domandargli la restituzione di Pietra Santa che si teneva dai Fiorentini, e la confirmazione dei privilegi, e che S. M. dichiarasse essere della Repub. il paese da Monaco insino al fiume della Macra. E Massimiliano deliberò venir a Genova, dove fu ricevuto onoratamente secondo il consueto della Città: il Governatore Agostino Adorno però non servò l'antica consuetudine di precedere l'Imp.e quando fece l'entrata, a piedi col capo dlscoperto, tenendo il freno del cavallo in mano. In Genova si era messa ad ordine un' armata con la quale in 8bre Massimiliano navigò verso Ligorno, dove si detenne pochi giorni, e poi ritornò in Allemagna sdegnato!!

1498

Il Duca Sforza Ludovico di Milano venne a Genova, e la Città li fece dono di 4 bacili d'oro. Savona, Albenga, e gli altri luoghi della Riviera lo appresentarono ancora.

1499

Siccome Lodovico XII s'impadronì dello Stato di Milano, così Genova si diede al medesimo Re, stanca degli Adorni, che avevano governato per Lodovico Sforza fuggito in Alemagna. Fu fatto Gov. di Genova Filippo di C!eves fratello consobrino del Re.

1501

Podestà Gic. Ant.° Cavatia.

1502

L'anno 1502 vi fu una ferissima peste in S. Remo, per la quale fu fatto il voto, di gire proccesionalmente in piazza alla chiesa di S. Fabiano e Sabastiano, nella loro festa v. l'a. 1508.
In questo anno furono cancellate l'arme degli Imperatori le quali per antico tempo erano dipinte in faccia del palazzo pubblico di Genova le quali non si solevano scancellare per alcuna mutazion di Stato. E questo annullamento operato da Filippo di Cleves Gov. per Luigi 12 dispiacque, perché sembravano levate le antiche consuetudini, e la perseveranza dell'armi imperiali nel Palazzo pubblico, continuata per così lungo tempo senza offensione alcuna, significava che la Città era camera d'Imperio, e si riputava obligata agli Imperatori, come che da molti di loro avesse avuto doni, grazie, e privilegi, ed onorata da quelli tanto, come qualunque altra Città d'Italia. Giustin.
Io ho riflettuto che Genova richiedeva confermazione di priviiegi tanto al Re di Francia, al Papi, come li chiese a Massimiliano Imper.e. Ciò mostra che chiedeva conferma di quelli che corrispondevano rispettivamente a quei Sovrani: e ciò non porta che fosse Vassalla di tutti que' Principi. G. Rossi.

1503

Podestà Gio. Ant.° Cavasa.

1504

Podestà Regio Andrea de Clavaro.

1505

15 Xbre in Not.° Ant.° Bottini.
Fondaz.e della Capella di S. Gio. Batta nella Chiesa Nuova di d.° Santo vicino a S. Siro fatta dalla Famiglia Palmari.

1506

Podestà Regio Cio. Andrea de Caxino.
31 8bre Rinoncia di Gio. Manaria q. Nicolo al gius patrona to della Capella di S. Nicolò nella Chiesa di S. Stef.° fondata li 1 Lug.° corrente anno da Ant.° Maria Manara di lui fr.ello, e d a Gioliano Lusinasco q. Oberto.

1508

19 Xbre In Not.° Lamberto Manara.
Decreto del M.c° Consiglio di S. Remo di fabricare una Chiesa in onore cli S. Sebastiano per avere liberato il Paese dalla peste ed elez.e in Massari di da Capella da fabricarsi de Sig.ri Lorenzo Anselmo e Batt.a Fabiano in Massari di d.a Chiesa con facoltà à med.i di comprare il sito ove edificarla, et obbligare la M.ca Comunità.

1509

Podestà Luisino de Marini.
13 Marzo in atti di Ant.° Bottino q. Cristoforo di S. Remo e di Gio. Balaucco Not.° di XXmiglia. Seguì Convegno per riguardo de Confini fra la Comunità di S. Remo, ossia suoi Sindici Giac.° Faudo q. Gio.: Sindico, e Gio. Ba Fabiano, Gio. Sardo Gio. Raibaldo, Pelegro Sapia al luogo di Lorenzo Anselmo assente, Officiali e Sindici elletti dal M.c° Consiglio, ed i Sindici di XXmiglia, erano Bat.ta Voignano, Marco Luca, e Gio. di Piana, e fù fatto il presente convegno nel Territorio di S. Remo cioè nel Villa nova di S. Giovanni in casa di Gulielmo Semeria.
23 Gen.° in Not.° Palmaro.
Li Sig.ri Lorenzo Anselmo e Batt.a Fabiano Massari della Chiesa nuova da fabricarsi in onor di S. Sebastianc e Deputati del M.c° Consiglio comprano dai Sig.ri Prep.°, e Canonici dal Capellano della Capella di S. Ant.° della Marina, e dal S.r Barnaba Fabiano compatroni di d.a Capella un sito attinente alla med. per fabricar d.a Cappella di S. Sebastiano per L. 152: d'annuo reddito di L. 12: 3 sulla gabella del vino forestiero che s'introduce consistente d.° sito in una casa scoperta, et aperta riserbando il fondo terrero a d.a Capella di S. Ant.° come pure il fondo sopra di cui verra fabricata detta Capella di S. Seb.° a confini in parte di Loggia della M.Ca Comunità e in parte del d.° Barnaba Fabiano.
1° aprile in Not.° Ant.° Bottino.
Composiz.e fra il popolo e li S.ri Prep.°, e Canonici per la riduzione delle decime di grano, e vino dalla quarta decima alla quinta decima.
23 Maggio in Not.° Antonio Bottino.
Pacta, transactiones et conventiones inter Comunitatem S. tt Romuli et Vintimilienses occasione confinium.

1511

10 8bre Not.° Lamberto Manara in Fol. Sig.t° .
Littera Sindicatus Bagnaschini Supini pro defensione conventionum directa Regio Gabernatori Francisco de Rochacovart et Consiliarijs Civitatis Janue cum mandato Procure.
21 Lug.°. Accordium a M.Ca Comunitate S.ti Romuli cum Fratre Dom.co de Regno Achino Baccalaurio Ordinis Predicatorum Santi Dom.ci pro Scholis cum scriptura precedente de propositionis ut in Not.° Lanberto Manaria.
22 Maggio in d.° Not.°.
Littere M.ci Concili; M.ci d.no et Generoso d.no Jacobo de Monte Falcone Regio Commissario
con diverse scritture della Comunità.

1512

Podestà Gotardo Cantaluppo.

1513

Podestà Gottardo Cantaluppo Genovese.
22 Maggio in Not.° Ant.° de Fornari.
Inmissione in possesso d'un de Canonicati in questa Parochial Chiesa di S. Siro del Reverendo Monsig.r Agostino Fiesco Vescovo di Sagona.
22 Lug.° Not.° Ant.° Bottino.
Vendita della Scrivania fatta dal Podestà con altre scritture della Com.ta. Fogliazzo seg.e° D. E.

1517

Podestà Gio. Maria de Pallio.

1518

Podestà Vircenzo Lomellino

1519

Podestà Nicolò de Franchi.
Il Giustiniani nomina in quest'anno i letterati Genovesi, fra i quali è un Hieronimo Palmaro, e Sperindeo Palmaro.

1521

In quest'anno circa fu fabricato da divoti il monistero dell'Eremo di S. Romolo abitato da due Religiosi di San F.c° Osservanti d.° nelle sue Croniche M.r Gonzaga Vescovo di Mantova.

1522

Nell'Archivio de Padri Riformati si trova essere stato fabricato in quest'anno il Dormitorio di detti, ove abitano, e nell'anno 1468, è stato fabricato per la prima volta il Convento di N. S. degli Angioli.
Fu fabricato il convento dell'Eremo come aparisce da Scrittura di Bartolomeo Bottino.

1523

Podestà Gerol.° Raibaldo.
14 7mbre in Not.° Ant.° Bottino.
Decreto del M.c° Consiglio di cercare uomini d'anni 25 per armarli a difesa, e sicurezza del Luogo di S. Remo.

1524

Suplica fatta da Lodisio Rotio Genovese per mezzo del Vescovo d'Albenga a S. S. per poter acquistare due terzi del Feodo di Conscente nella diocesi d'Albenga; di quel Feodo ne prendevano investitura da esso Vescovo il S.r Marco Cepollini che li voleva alienare assieme al picciolo Forte, e giusregali ad esso adjacenti.

1525

15 Giug.° il Senato Ser.m° ordinò che si osservasse la Convent. che è fra il Ser.m° Senato e S. Remo, e si pagasse L. 600 per tutto quello possa pretendere la Se.ma Rep.Ca da d.° Luogo tanto per l'avaria ordinaria, esatione armamenti di Galere, et altri pubblici carrichi reali personali, ordinarii e staordinari fatti imposti e da farsi e da imporsi tanto in pace che in guerra.

1527

In Oppidum S. Romuli mortuus in Cenobio F. S. Francisci Min. est Gregorius a Vegone, cuius corpus incorruptum remansit.
Il sudetto Corpo tutora è sull'altare sotto la Madonna della Salute.

1531

5 Xbre Statuti de Sig.ri Prep.° e Canonici per il buon regolamento della Chiesa di S. Siro, in Not.° Michele Giofreddi coll'approvaz.e dell'Ordinario de 7 Maggio 1732 in Not.° Batta Cesio d'Albenga.

1532

7 Gen.° In Not.° Bat.ta Cesio.
Statuti de Canonici, e Prep.° di S. Siro conprovati dal Vic.° Generale riguardo alle decime, delle quali non ne siano capaci se non avranno assistito in divinis almeno mesi 6 dell'anno, e circa il canbio ossia osserv.e delle stanze.
In Chronica Fratrum Predicatorum Conventus Tabie.
Anno 1532. Circa ista tempora irruebant in istis Regionihus multi Lupi rapaces, ac vespertini, devorantes non solum Greges ovium, verum etiam Armenta, ac iumenta, et quod deterius est Homines. Ex ipsi fuit filuss Georgij Tardini ex loco uki dicitu Benzi, et alii plures. Cognovi etiam in mea Juventute aliquos Senes pessime ab illis Feris in facie deturpatos qui asserebant, a Lupis illis se fuisse voratos.
(N. B.) Nil aliud, quod ad id. attinet subiungi Chronica
.

1542

24 Maggio. Assenso di Monsig.r Pier F.C° Costa Vic.° Generale Vescovile alla M.Ca Comunità per l'erez.e dello Orat.° di S. Bernardo distante due miglia dal paese in altro sito più comodo.

1543

Podestà Sebastiano Axluxio.
In tal anno si ebbe vittoria contro de Turchi, e per questa si decretò per devozione che si andasse proccessionalmente al Convento de Padri Zoccolanti, e tal vittoria seguì il giorno di S. Donato (20 Aprile).
Il Corsaro Barbarossa spinse in quest'anno una parte delle sue armate nelle vicine riviere della Liguria per sorprendere e saccheggiare qUalche terra importante. Tentarono i Turchi di sbarcare a S. Remo, ma accorse al luogo dello sbarco Luca Spinola Podesta delle terre con paesani abili alle armi, fu così vigorosa la difesa, che i Turchi pieni di ferite e di sangue si ritirarono. (Casoni annali).

1544

Podestà Giuraldo Uso di Mare.
Li Saraceni sbarcarono oui in San Remo e saccheggiarono la chiesa di S. Siro con gettare a terra gli altari delle capelle.

1546

29 Aprile in atti di Pelegrino Macario.
Fondaz.e della Capella di S. Pietro nella Colleggiata Chiesa di S. Siro fatta dal R.d° Stef.° Giofreddi Prep.° di d.a Chiesa.

1548

Podestà Giacomo Bogio.

1549

18 Agosto in Not.° Ant.° de Bernardi.
Li uuomini della Colla s'obbligano dare a Gulielmo Calvino q. Perolto fra tutto S. Michele L. 75 m.ta longa cioe a rag.e di s. 19 per ogni fuogo di d.a Villa quali L. 75 assicura in una terra agregata di fichi, e viti sotto suoi confini con che paghi L. 6 m.ta longa ogni anno a S.ri Prep.° e Can.Ci di S. Remo in ricogniz.e dovuta per separaz.e della Chiesa della Colla dalla Matrice di S. Remo.

1553

20 7mbre Not.° Michele Giofreddi.
Legato del R. Bartolomeo Oreglia q. Baldassare d'un orto del Richiuso à R.di Preti di S Siro per la distribuz.e all'Officiatura dell'Ore Canoniche con quelli obblighi di cui in esso.
3 8bre Capitoli per d.a distribuz.e fatti da S.ri Canonici e Prep.o.

1558

Podestà Baldassale Cibo.

In atti di Ant.° De Bernardi e Battista Brizio notari l'anno 10 Giugno sopra diferenze e liti insorte fra le Comunità di Perinaldo, Dolciacqua, ed Isola, dalle medesime Comunità vengono compromesse le loro diferenze nel Can.° Giuliano Balestrero di S. Remo, Piero De Oria Sperone cittadino di XXmiglia e Raimondo Sapia q. Stef.°.

1559

Podestà Gio Batta Giustiniano.

1560

Il Federici segnando in quest'anno la fabbricazione del Regio Palazzo di Strada Nova in Genova da Niccolò Grimaldo, q. Aug.ni detto il Monarca, fra gli altri titoli di esso Nic. Grimaldo, lo dice Marchese di Diano.

1562

Podestà Bartolameo Dartona.

1563

9 Xbre quitanza al R. Giac.° Scarella Procuratore di Pietro Giofreddo erede del q. R. Stef.° Giofreddo Prep.° di S. Remo di scudi 45 per composizione dello spoglio d.° in atti d'Agostino De Giorgi Not.°.
7 Agosto Not.° An.° De Bernardi.
Capellania fondata nell'Orat.° della Concessione di Gio. F.° Rosso coll'onere della Messa in tutti li giorni festivi, e due in caduna Settimana.
7 Agosto Not.° Ant.° De Bernardi.

1564

Sucesse un Gran Teremoto il quale durò per due mesi, facendosi sentire quasi tutte le settimane, di modo che le persone per la paura dormivano alla campagna nei Contorni di Nizza e Sospello, e in altre parti rovinò alcuna torre.
N. B. in detta epoca, ed in quella che i Lupi facevano stragi, nel 1532 fiorivano le sette di Calvino e Lutero. Datemi dal Marchese Lercari tali Notizie ricavate dalle Croniche di Taggia.

1573

21 Xbre Probiz.e del M.c° Parlamento a chiunque di poter vendere, alienare o permutare Barche fabricate nel presente Luogo senza licenza del M.c° Consig.° sotto penale solita dello Statuto e più perdita della barca o del prezzo della detta né possa in avenire per sé o per iterposta persona fabricarne altra di legnami del presente bosco e veddendola fuori Luogo di S. Remo obbligato fra otto giorni del di lui arrivo a denonciarla.

[1595]

1595 21 Lug.° Altro decreto del M.co Consiglio per ovviare alle frodi nella vendita delle barche si proibisce la vendita di esse sì apertamente, che per interposta persona che fossero state fabricate da legnami del bosco a qualonque persona forestiera colla pena di scudi trentatre d'oro per cento del valore di essa se la barca sarà capace di portata di mine 100 se poi di minor portata in rag.e di s. 10 oro per %.
18 Agosto. Altro decreto in cui si dichiara incorrere nelle pene della precedente proibiz.e le vendite di quelle barche ad estranei ancorché non fossero fabricate di legnami del nostro bosco.

1573

24 Aprile in Notaio Cancelliere Agostino De Franchi archiepiscopale.
Investitura della Rettoria di S. Stef.° di S. Remo nel R.° Marcellino de Marcellini da Monsig.r Arcivescovo di Gen.a coll'onere di dar in ricogniz.e annua tre rami di palma, e tre cedri.

1575

Podestà Gio. Batta Passano.
L'anno 1575 la M. Comunità di S. Remo chiamò i Capucini.

1576

Podestà Gio. Batta Passano.
7 Aprile in Not.° Lorenzo Fizero consta che nella Colleggiata di S. Siro vi erano soli il S.r Prep.°, 4 Canonici e 4 Capellani.

1563

15 Gen.° Not.° Ant.° De Bernardi.
Accrescimento alla Capella ossia alla dote della med.a de S.ti Fabiano, e Sebastiano fondate in S. Siro dalla famiglia Sapia li 6 9bre 1476 in Not.° Gulielmo Romana.

1578

S'incominciò a fabricare Ia chiesa di San Bernardo e in tempo che fabricavano stavano nella chiesa di S. Maoro e prima nella casa de sig.ri Fabiani, oggi delli Signori Spinola, dove vi stettero finché detta fabrica non fosse ultimata.

1581

21 Maggio Monsig.r Vescovo d'Albenga ritrovandosi in S. Remo alla visita della Chiesa e Case Canonicali della med.a fa una provisione contro D. Ottaviano Fabiano Sudiacono Capellano della CapeIla di N. S.a della Costa fuori del paese.

1583

25 ApriIe in atti d'Agostino Bodoino Not.° di XXmiglia, e Tulio Sapia Not.° di S. Remo.
Convegno fra li Sindici di XXmiglia che sono Gio. B.a Galiano q. Santino, Gio: Abbo q. Fc°, Agostino Pedavivo q. Gio., Lorenzo Aprosio q. M. Gulieimo, Ant.° Balista q. Viale e Giac.° Ansaldo q. F.c° elletti dai comune di XImigiia li 26 Marzo nel Not.° Ambrogio Sofià e li Sindici di S. Remo che sono Pietro Sapia q. Ant.°, Angelo M.a Rosso q. Bernardo, Gio. M.a Sapia q. Gio. B.a, Lorenzo Fizero q. Gio. B.a, Gio. An.t° Andrea, e Gio. B.a Bracco per, atti del Not.° Pietro Andrea Roccatagliata Cancelliere della comunità per caosa de confini e piantazioni de termini dal termine piantato in Piarn dell'Ascenso ossia l'Ansaldo fino al termine piantato ove si dice la Bastia.
26 Aprile in atti d'Agostino Badoino, e Tulio Sapia Notari. Approvazione delle piantazioni termiini ed altre dichiare ad evittare le risse.

1588

23 Xbre al Lib.° deliberaz.i del M.cO Cons.° c.ta 236.
Li M.t° R.di Canonici si offrono concorrere per la loro terza parte alla spesa si farà nella Sagrestia.

1589

Podesta Giusepe Viale.
6 Maggio Lib.° deliberaz.i C.ta 249.
Il M.to R. Can c° Bartol.° Palmaro espone che essendo la sagristia minacciante rovina, e che per serntenza di Monsi.r Vescovo saranno pronti pagare ciò loro spetta.

1590

Podestà Giuseppe Rapalo.
17 7mbre Monsig.r Luca Fiesco consacra la Chiesa di S. Bernardo vecchia dalla porta di d.° S. Bernardo.
E' stato fatto un Turribulo ed una naveta per S. Siro nella quale vi sono le susseguenti parole, Monasterium VI Convent.i S.cti Romuli 1590, e nel turribulo vi sono 3 impronti uno delle stimate, altro S. Chiara, altro S. FRancesco; la quale navetta e Turribulo furono poi state fatte rifare dal Sig.e Gio Franco Bestoso e Tomaso Pietro Francesco Borea Massari del Corpus Domini, del 1768 primo maggio.

1591

17 9bre il M.co Parlamento conferma il decreto fatto dal M.co Consiglio con voti 81 favorevoli per l'accrescio di denari 8 per libra a Macellatori della Carne.

1592

5 Aprile.
S'anullano i decreti fatti dal M. Parlamento che nor si possa poner pratica in parlamento che pria non sij discussa dal M. Conseglio.
19
Delibera il M.c° Consiglio L. 10 per l'acconciatura dell'organo a condiz.e che li R.di Canonici paghino la terza parte di detta acconciatura.
D.° anno 10 Aprile fanno li M.ci Consiglieri sborzare scudi dodeci dal M.t° R. Pietro Gherzo in deduz.e di maggior partita dovuta da R.di Canonici per loro porzione.
2 Agosto vien deliberata supplica alla S. Sede in cui consta la Chiesa di S. Siro consistere nel S.r Preposito, e 4 Canonici, e 4 Capellani.
16 Agosto. In atti Gio Batta Grossi li Sig. Paolo Palmaro nel suo testamento lascia una Messa in S. Siro alla Settimana ove sta il s.mo Sacram.° col fondo di L. 50 d. 14 al P.to.
Item col sudetto Capitale altra Messa nella Chiesa de Padri Zoccolanti dove è Reposto il S.mo Sacramento.
Altro Legato all'oratorio dell'Eremo.

1593

Podestà Gio. Batta Turbino.
Il Parlamento dà bailia al M. Consiglio di prender ad imprestito L. 500 per comprar grani.
Sbandiscono le Capre dal bosco.

1594

Podestà Giacomo Salinero.
17 Marzo. Eletti Calcolatori per la Fabrica dell'Eremo.
26 Agosto. Sono stati aprovati i Capitoli del Monte della Pietà e stato ancora eretto il magistrato de Schiavi con obbligo di elegere ogni anno varij Offiziali.
23 Decembre. Esposizione e procura riguardante il bastione degli Ospitaletti, ed ordine del M. Parlamento, ed elezione d'un Sindico per Genova a rispondere ad un comando sotto suplica venuta da Genova ad istanza de Colantini per il bastione degli Ospitaletti. Deliberazione che si congreghino gli uomini della colla e deputazione di due Persone del M. Consiglio per sentire le raggioni di essi, vertenti il bastione degli Ospitaletti.
16 Decembre è stata data Bailia alli Sig.ri Capitani di Guerra di questo luogo presenti per far acconciare le muraglie del Castello di detto luogo.
10 Xbre. Antonio Musso q. Scosto ( "?" ) fonda una Cappella sotto il Titolo di S. Bartolomeo e la dota in una Terra chiamata la Braja come dalli atti del Notaro Camillo Sapia quale Cappella nel suo Codicillo Rogato 1599. 29 Xbre detto Musso con Codicillo nel stesso Notaro la conferma coll'obbligo di celebrare due Messe Basse caduna settimana e 6 Cantate da morto ogni anni all'altare di S. Bartolomec in S. Steffano Patrone il S. Francesco Musso q. Bartolomeo, e Francesco Musso q. Bernardo e dopo di essi due dei Maschi dei piu vecchi de sudetti fratelli uno per parte ed in diffetto due piu vecchi della Prosapia de Musso.

1595

23 Genaro. E stato dal M. Parlamento stabilito che non si possano elegere i Consoli della villa della Colla e Poggio dagli uomini di dette Ville senza l' intervento del Podestà e M. Priori per levar un abuso introdotto da pocchi anni in qua quando il Podesta, e d.i M. Priori erano impediti e furono rivocate l'elezioni fatte da Consoli vecchi in compagnia di quatro di d.i uomini della Colla senza l'intervento del Podestà e de prefati M. Consiglieri.
16 Giugno. Comprovazione del decreto dell'anno 1952 3 Aprile che non possasi proponere pratica in parlamento che prima non sia proposta in Consiglio.
13 Aprile. Aprova e conferma d'un regalo di L. 100 fatto a Romulo figlio del Podestà per il nome di Romolo impostole, essendo nato in S. Remo. 17 7bre. Approvano che quelli che son debitori della M. Comunità non possano attendere alle Gabelle, ne anche i figli di famiglia e se li venditori delle Gabelle l'ammettono siino debitori di essi di pagare del suo proprio. Rimettono e danno Bailia al M. Conseglio di regolare alcuni libri della M. Comunità nella forma degli ordini da esso fatti.
5 8bre a C.ta 127.
Deliberata letteraa al Padre Generale e Provinciale de Zocolanti che concedano facoltà a S.ri Gio M.a Fabiano e Gio B.a Naveda ("?" ), deputati d.° in C.ta 12G al Libro deliberaz.i de 26 7bre, a comparire per ottener bailia di poter vendere l'antico Monastero contiguo all'Ort.° di N. S.ra della Costa dove altre volte abitavano delle Monache, che va in rovina, et alcune terre incolte e del prezzo delle med.e ristorarne il Convento di d i P.ri in tutto d.° da lett.e e decreto.
7 Dicembre in Lorenzo Fizero.
Instromento di fab.ca del Bastione delli Ospitaletti £atta da Colantini.

1596

5 Agosto C.ta 148 Lib.° Deliberaz.e.
Lett.e al P. Procurator Generale de P.ri Osservanti in Roma per ottener licenza alla M.ca Comunità da S. Santità di poter vendere l'antico Monastero posto alla Campagna dell'Orat.° di N. sig.a della Costa ove abitavano le Monache di S. Brigida dell'Ord. di d.i P.ri con un giardinetto attiguo, quali Monache si ritirarono al Porto Morizio per riparare il iMonastero del Convento di d.i Padri Osservanti.

1597

Podestà Antonio Morando.
Lettera del Doge e Governator, al Podestà Morando M.° Podestà, in Risposta alla V.st del VIII del Ct. Diciamo essere mente e volontà nostra che cotesti Priori e Consiglieri della Compagnia del Corpus Domini habbino il solito luogo di che sono in antiquissimo possesso mentre si fa la Procesione del Corpus Domini, cioè che essi e non altri in detta Processione vadino imediatamente inanti con le Torchie al S.S. Sacramento secondc il consueto. Lo che vogliam.o facciate sapere d'ordine nostro a cotesti Preti, ed a voi Recti, a successor vostri. Ordiniamo che quando bisogni non permeterete che detto Priore e Conseglieri siino sturbati ne levati da detto solito luogo anzi glie li manterrete che così avemo a Palle ("voti coi bussoli neri e bianchi") decretato.
Genova XXVIII di Marzo 1597 C. Vincenzi Segretario.
1597 Dies Dominica 6 Aprilis in Sacristia Eclesie S. Siri d. i Loci S. Romuli fueruntt presentate litere per me. Informatorem Massarium et Actuarium de mandato M.ci d. Antonii Morandi Potestatis intimatur RR° Presbitero Cap. d.ti Loci in numero Legatum existentibus qui ad umquam nemine discrapante seu obtulit iuxta ut procure.
Paulus Jeronimus Massonis
N. et C. (SIC)
.

1598

Podestà Leonardo Spinola.
18 7mbre. Decreto del M.co Consiglio proibitorio a chionque d'impedire vi siano legne e castagne (nel)le stanze contigue all'Eremo di nuovo state fabricate da questa M.ca Comunità sotto la pena di uno Scudo.

1599

Podestà Nicollò Preirolo.
1 7mbre. Monsig.r Fiesco Vescovo d'Albenga comanda a S. Prep.° e Can.ci di S. Siro, et alli legati. della M.ca Comunità, che fra un anno si faccino due apparati, cioè pianetta e tunigella, cioè una color bianco et altra verde col paramento dello stesso colore per l'altare maggiore a spesa per una terza parte del M.t° R.do Prep.° e Can.ci, e le altre due terze parti della M.ca Comunità.
29 Xbre. Fondaz.e di Capella di S. Bartol.° nella Colleggiata di S. Stcf.° da Ant.° Musso, da cui si ricava che la chiesa di S.ta Brigida era per fabricarsi di nuovo.

1600

Podestà Gio. Ponte.
Il M. Parlamento dà Bailia al M. Conseglio che possa permettere alli MassarI del Ospitale un orto.
I1 R.d° Alessandro De Bernardi va al possesso della Rettoria della Chiesa di S. Stef.° in S. Remo. n° 366 in Not.° Lorenzo Fizero.
28 Marzo. Libro delle Deliberaz.i C.ta 31.
Il M.co Parlamento elegge Deputati per la caosa del B. Fra Giorgio Baldassare da Vigone Diacono dei P.ri Rirormati morto in S. Remo in questo Convento con segni di Santità.
3 Aprile C.ta 33.
Ord.e del M.co Consiglio che si supplichi il Papa per la vendita delle terre e Monastero delle Monache di S.ta Brigida per la riparaz.e del Convento de P.ri Osservanti.
27 e 28 Gen.°, e 16 Feb.°.
Esame de testimoni per l'usurpuzione fatta alla M.ca Comunità da Fabiani della Capella di S. Sebastiano sulla piazza ora detta de dolori instante la M.ca Comunità per il possesso, e da detti testimoni si rileva che quando vennero i Turchi sotto i1 comando di Barbarossa furono trasportati tutti li apparati ed arredi sagri nella da Chiesa di S. Sebastiano assieme al SS.m° Sagramento che vi si conservò tutto il tempo della pirateria di detti Turchi.

1601

30 Marz.° C.ta 79.
Ingionzione a M.ro Giac.mo d'Acquarone che termini la Cassa ove riponer il Corpo del B. Fra Giorgio Da Vigone.
Circa auesto tempo venne in Riviera il famoso P. Poggi Gesuita a dar le missioni. Qquella data alla Colla serba tuttora una memoria ed è la Croce piantata sul Monte chiamato delle Rocche che sta a cavaliere sopra la Colla, e si dice anche a questi dì la Croce del Padre Poggi (1848). Siccome i venti e l'acque l'hanno in questi ultimi anni svelta e rotta, il Comune di Colla l'ha rifatta e ripiantata.

1602

9 Giug.° . Libro delle Deliberazioni del Mc° Parlamento carta 58.
Sull'istanza delli Sig.ri Canonici Bartolomeo Palmaro e Gio. B.a Almerino che erano per fabricare le loro Case Canonicali il M.c° Consiglio e Parlamento deliberò loro, et alli altri Canonici che vorranno fabricare le 1oro Case Canonicali Scudi oro n° 25 da L. 4: da darseli cioè la metà fabricata la prima volta, e l'altra metà fabricata la seeonda volta e ciò per amor di Dio.

1606

16 Aprile pag. 86.
Sull'istanza del M.t° R.do An.t° De Bernardi, Preposito di S. Siro, che ha fatto, e fabricato una gran casa a beneficio della Prepositura, ed in vista de 25 Scudi deliberati a Sig.ri Canonici per fabrica delle loro case Canonicali, ed in vista dell'amore, e merito del d.° S.r Preposito il M.c° Consiglio e Parlamento li deliberano al d.° effetto per uso e spese di d.a casa L. 150.
Memoria che anticamente li S.ri Prep.° e Canonici di S. Siro il giorno della Sepoltura di qualonque individuo a S. Remo, che detta sepoltura seguisse tanto nella Chiesa Parockiale che in altra erano soliti cantariMessa da requiem in Parochia per il defonto senza mercede alcuna.

1607

Decreto del M.C° Consiglio in cui si elleggono quatro Diputati per agire contro il R. Can.c° Bartol.° Palmaro per aver ottenuto da S. Santità il gius patronato del Canonicato per se e suoi migliore Decimale in pregiudizio de'la Comunita e del Publico, e questo a false preci e per non aver adempiuto all'incarichi presisi, con facoltà di azione in Roma e dala mesn. obbligare li Canonici all'Offiziatura ed all'aministrazionee de Sagramenti e raccorrere a loro superiori per astringerli.
3 Marzo Lib.° Deliberaz.i C.ta 89.
Il M.co Consiglio assigna a Confratelli di S.ta Brigida le case ed abitazioni, e terre possedevano le Monache di S.ta Brigida sotto la Costa, e ciò per amor di Dio, conché detti Fratelli diano li fondi del loro Oratorio per farne una cisterna da ritenervi acqua a comodo del publico in caso di penuria d'acqua nell' estate.

1608

Podestà Oratio Bonfante.

1609

Podestà Andrea Baxadone.
12 Luglio. Aprovano gli ordini fatti dal M. Conseglio circa le frutta de limoni Cetroni e Cedri.

1610

Podestà Andrea Corta.
14 Marzo C.ta 68.
Consenso dato a Gerol.° Lusinasco nell'esito o transito della Chiesa Vecchia di S. Brigida a beneplacito della Comunità con certo patto di ridurlo in pristino esteso anco agli Eredi.

1611

4 9bre C.ta 121.
Ord.e del M.co Consiglio che si prenda informaz.e della Vita, e Miracoli del B. Fra Giorgio da Vigone Minore Osservante.
11 9bre C.ta 122.
Lett.a del M.coConsiglio al Reverend.mo Monsig.r Vic.° Generale d'Albenga circa il mandar informaz.i del B. Fra Giorgio da Vigone.
6 al 15 9bre. Attestati di Grazie fatte a varij particolari dal B. Fra Giorgio esaminarsi d'ord.e del M.co Consiglio.

1612

Il M. Parlamento dà bailia al M. Conseglio di moderare il statuto de violatoribas Mulieram.
13 Marzo.
Lett.a del M.co Tulio Sapia da Genova segna la morte seguita del M.t° R. Ant.° De Bernardi Prep.° che ha fatto molti beneficij alla Chiesa di S. Siro, e fra gli altri fatto fabricare le stanze della Prepositura.
18 Marzo C.ta 132.
Il R. Giac.° Grosso Vic.° Foraneo espone al M.co Consiglio d'averle scritto Monsig.r Vicario d'Albenga dover fra brieve esso venir in S. Remo per prender notizia delle grazie, e miracoli del B. fra Giorgio da Vigone.
In esecuz.e d'ordini dati dal Vic.° Foraneo d'ord.e di Monsig. Vescovo consta essere li Capellani in numero di 6 che se ne appellano.

1613

4 Ottobre. Radunato il M. Parlamento ha ordinato che si eleggano 4 persone che debbano essere Consoli del Mare ed oficiali del muolo, e che ogni anno, ne siano eletti due nuovi, e due siano rimossi di modo che restino sempre in numero di 4 con la medesima bailia e Podestà.
18 Ottobre. Dichiara il Parlamento l'autorità datta al M. Conseglic circa gli Oficiali del Bosco inoltre dichiarano che le condanne fatte da essi Officiali possano r ccorrere al M. Conseglio, per moderazione.
9 Maggio in Not.° Nicolo Ballarone Genovese, et in Luca Rendo di Roma.
Testamento e Codicillo del R. Prete d. Alessandro De Bernardis a favore de Padri Gesuiti per loro fondazione colla sostituz.e dei P.ri Bernabiti in caso d'innaccettazionee, e finalmente de Preti della Dottrina Cristiana.

1614

Podestà Agostino Botto.
15 Feb.° Not.° Gio. Batta Palmaro.
Ant.° Balestrero dota la Capella di S. Apolonia in S. Siro.

1615

Podestà Giacomo Verrando.
2 Marzo. Lett.a del Trono Ser.m° al Podestà di S. Remo, che non s'inquietino li P.ri Gesuiti, nel loro ritorno pensano fare in S. Remo a fondare il loro Collegio.

1616

Podestà Paolo Ottone

1617

Podestà Agostino Gropallo.
Il Parlamento dà bailia al M. Conseglio di prendere ad imprestito L. 2000 per comprar Vettovaglie a 18 9bre. 18 8bre. Annichilano il decreto fatto dal M. Conseglio per fare il Coro di S. Siro.
14 Xbre in Curia Vescovile d'Albenga.
Fondaz.e del Canonicato del R. D. Franc.c° Balestrero q. Pietro col gius patronato alla M.ca Comunita.
N. B. L'originale di questa fondaz.e è stato trafugato dagli atti della Curia d'Albenga poicché vi si ritrova solamente la fascia coll'occhio indicante tale Fondaz.e ed il gius patronato è stato cesso dal M.c° Consiglio allo Sp. S..r Pier Michel Angelo Sapia Rossi,e suoi discendenti mediante l'oboligo d'accrescerlo in prebenda.

1618

Podesta Sebastiano Botto.
Aprovano il decreto fatto dal M. Conseglio che all'accettativa degli Ufficiali diano il giuramento di bene, recte et fideliter administrare.
7 7bre. Stante le spese fatte nella passata guerra ordinano l'acrescimento alle Gabelle delle Frutta ad 5 per 100 delle misure a soldi 2: per ogni mina di grano, soldi 10 per ogni mesarola di vino, e soldi 6 ogni barile d'olio.
La M.ca Comunità pensò alla protensione del muolo sotto la direzione dell'Ingognere Cap.n Stef.° Carro coll'acrescimento del muolo da ponente di pal.mi 125 in cui e il fondo di p,mi 12 e quello da Levante in p..mi 160 tirando a scirocco.
23 Aprile in atti CuriaIi d'Albenga .
Fu Fondato un Canonicato nella Chiesa Parochiale di S. Siro dall'ora q. R. Michele Anselmi q. Agostino Angelo col giuspatronato attivo alla linea maschile di Gio., Ant.°, Gerol.°, Bat.ta e Lorenzo fr.elli Anselmi di lui fr.ello, et estinzione di queste linee, alla M.ca Com.tà, ossia a due Priori del M.co Consiglio col gius passivo a discendenti dalle linee feminine che sia piu digniore ;l'anno poi 1651 in Not.°....Gaodio d.o Fondatore pretese variare il d.° giuspatronato da Priori del M.c° Consiglio, nel S.r Prep.°, e quattro Canonici Decimali, ma tale variazione fu nulla per difetto di aotorità per non essersi riserbata la facoltà di variare nell'istromento di fondaz.e di d.° Canonicato e dopo la morte del R. Can.° Lorenzo Anselmo seguita l'anno17....
La M.ca Com.tà ossia li iM.ci Anziani anno presentato il Chierico... ("lacuna nel testo") D'andreis discendente da linea feminina.
Nel Cancelliere Virgilio Gandolfo della Pieve i1.° Vic.° Generale sentenzia sopra le diferenze fra gli uomini della Colla, e Prep.° e 4 Canonici Decimali per le decime assegnandone una terza parte alla Chiesa Parochiale della Colla stante la di lei povertà, e quella de Parochiani.
9 Lug.° in Not.° Gio. Bat.ta Brizio Inst.° di Siretto Nicolao q. Gio F.c° in cui Legato di L. 40 a fav.e dell'Orat.° della Concessione.
23 Aprile in atti Vescovili d'Albenga.
Fondaz. del Canonicato nella Collegiata di S. Siro dal R. Giovanni Anselmo q. Agostino Angelo col giuspatronato alla M.ca Comunità in estinzione delle linee maschili de suoi fratelli.
1651 in Not.° Pietro Gaodio varia detto Canonico l'iuspatronato dalli Priori del Mc° Consiglio nelli Sig.ri Prep.°, e Canonici di S. Siro, ma resta nulla tale variaz.e perché nella fondaz. non si e lasciato il gius di variare.

1619

Podestà Francesco Micone.
22 Marzo: Michele Giofredo Gazano q. Paolo deputato dal Consiglio sopra la fabrica del Coro di S. Siro in compagnia di Gio Giacomo Sasso e Romolo Semeria come al Libro della Deliberazione del M. Consiglio dell'anno 1616 in 1624 C.tà 87.
29 8bre: testamento del R. Pier F.C° Balestrero Fondatore del Canonicato e carrica il Canonicato di due Messe alla settimana secondo la riserba fattasi in da fondaz.e.

1620

Podestà Marco Antoni Boggiano.

1621

Podesta Visconte Arcatore.
19 Maggio con Decreto de Sig.ri Sindicatori fu annullata la proibizione fatta dal M.c° Marco Ant.° Boggiano Podestaàdell'anno scorso come non compettente al med.° d.° in atto di Sindicato di Gerol.° Preve.

1622

Podestà Gio. Francesco Preve.
5 Aprile. Decreto della M. Communitàdi S. Remo con cui dona a R. P. Gesuiti la Chiesa vecchia e nuova fatta con tutte le sue adiacenze.
11 detto. Il Sommo Pontefice Gregorio XV fa donazione della medesima Chiesa con ogni altro Sito ecc. a medemi P. Gesuiti del Collegio di S. Remo.

1623

25 Marzo. Fu immesso in possesso di d.a Chiesa il P.re Drago Sup.e di questo Collegio.
25 Marzo. Immissione nel possesso di dette chiese il possesso preso dal P. Drago Sup.e nel Collegio di S. Remo.
5 Aprile. Li d. P.P. Gesuiti hanno preso il posseso.
23 7mbre. Editto di M.r Landinelli Vescovo d'Albenga dato in Oneglia a fav.e del S.r Prep.° e 4 Canonici contro quelli della Colla, Poggio, e Bussana, che possedono terreni nell'Orat.°, e non pagano le decime. 8 Lug.° . Procura del Rev.° Segreta.ro de Zocolanti a prender possesso d'una casa dietro S.ta Brigida stata donata da M. Girol.° Losinasco di S. Remo.

1625

Gli uomini Di S. Remo [si legge nel manoscritto Borea] anno sacheggiato Ceriana. 7 Gen.° Capitolo fatti per la Fondaz.e del Canonicato del Can.C° Ant.° Bottino.
14 Gen.° Fondaz.e del Canonicato del R. Ant.° Bottino q. Giac.° in Curia d'Albenga.
30 8bre. In seguito a rappresentanze fatte al Ser.mo Senato da M.ci Gio Ant.° d'Andrea, et Ant.° Sapia Sindici della M.ca Comunità percché venisse sospesa la imposiz.e della Macina stante che ha dovuto sofrire molte spese ed incomodi nella passata guerra col Duca di Savoja e sono 3 mila Scudi per trincerare e fortificare il presente Luogo, provista al Moschetti,e munizioni da guerra, avendo salariato per suo conto li Capitani Gio. B.a Gallo e Gio. F.c° Galeano per opporsi a 4 mila fanti radunatisi ne Stati di Savoja contro Castelfranco ed aver la nostra Comunità fatto leva d'altri 400 uomini per ripigliar Bajardo e divertire l'assedio di Castel Franco, in appresso aver fatto due leve di gente per soccorrere e ripigliar Ceriana, così richiesti dall'Ill.m° S.r Gerol.° Doria tutto a spese della Comunità, successivamente si concede al S.r Galeazzo Giustiniano gente per le Galee ed ivi a poco nuova gente per presidiar Oneglia resa al dominio della Rep.ca, fu spedita la levata di 500 uomini a soccorso di Triora, si concedettero 300 fanti al Baron di Vettevilla contro Pigna, si concedette al med.° l'artiglieria e fu condotta a spese della Comunità, si provedette pane, e vino al campo ed il fieno per cavalli e cento Guastatori che si concessero per XXmiglia per il che convenuto far debiti di più migliaia Scudi, ed accrescere tutte le gabelle usu deccreto in cui dichiarando salve le di lui convenzioni, e privileggi rimettono la tassa della Macina da esaminarsi all'Ill.mi Procuratori per riferirne.
1 Xbre. Not.° Gio. F.c° Fabiano, codicillo del D. Gerol.° Lusinasco q. Giac.° aggionge al suo testamento il 4 fede d. S.r Gerol.° Palm.° d'Ant.° e che de redditi per maritazione di figlia del riscatto de Schiavi della parentela Lusinaschi e Sasso si aggiongano sino alla quarta generaz.e li discendenti del S.r Paolo Battista Palmaro.

1626

Podestà Ottavio Rossi.
30 Aprile la Chiesa di N. Sig.ra degli Angioli passò da Padri Minori osservanti NE Padri minori osservanti Riformati, quali P.ri Oss.ti l'avevano posseduta dal 1464 anno di loro fondaz.e sino al corrente anno per deliberaz.e seguita nel Capitolo fatto in Genoa nella Chiesa della S.S.ma Nonziata in presenza del Rever.m° P.re Bernardino Senese Spagnolo e del Rev.m° P.re Pacifico Siciliano Visitatore Generale per l'erez.e del Noviziato, e, mal sofrendo di lasciarlo a P.ri Osservanti, coll'aderenze popolari cercaron di mantenervisi contro gli ord.i di S. Santità, ma invocato il braccio secolare alla fine passò il Convento nelli P.ri Riformati all'ore 20 del 30 Aprile 1626.
Si crede che Ia Chiesa sia stata Consecrata l'anno 1550.

1627

Podestà Angelo Guartara.
6 Lug.°. Visione de Lumi sopra il Convento antico di S. Bernardo per lo spazio di 3 mesi continui. D.° appare da testimonij esaminati in Curia Vescovile che principiarono li 6 Lug°. Vedi da relaz.e infilata.

1628

Podestà Sipione Busero.

1629

Podestà Giuseppe Ricobuono.
8 marzo: danno bailia al M. Conseglio di prendere ad interesse L. 2000.
Nelli atti del Capitolo d'Albenga vi è la relaz.e del S.r Prep.° Sasso di S. Remo a Mons.r Pier F.c° Costa Vescovo d'Albenga in cui raguaglia del come si faceva la processione del Venerdì Santo, che è come siegue. All'ore 24 principia d.a process.e coll'intervento del Clero delle Religioni eccetto i P.ri Gesuiti , tutti li Officiali della Comp.a del Corpus D.ni con torchie, e brandoni accesi, e con intervento del Popolo: non si canta, si va alla Chiesa de P.ri Riformati, portando il S.S.m° Sagramento coperto d'un velo nero.
3 Xbre in Not.° Gio. Andr.a Lamberti d'Albenga.
Sentenza arbitrale fra il R. Pietro Giofreddo Coadiutore del Can.c° Stef.° Gaudo di S. Siro et altri Canonici non Decimali per la precedenza.

1630

21 Feb.° in atti Curiali d'AlLenga.
I1 M.t° R.d° Sig.r Gio: Batta Sasso Prep.° di S. Remo fonda una Capellania all'altare di S. Stef.° nella Chiesa di S. Siro del Capitale di L. 50 obbligando li suoi beni all'annuo frutto del 6 % con riserba del giuspatronato a sé e suoi eredi coll'onere al Capellano di messe 12 all'anno.
(1644) 14 Giug.° Not.° Lorenzo Anselmo.
Li Sig.r Nicolò Sasso Fr.ello del sud.° Signor Prep.° assegna alla d.a Capellania per fruto de L. 50 promessi sulla sua eredità, assegna dissi una terra ortiva di Macagnano a compimento di d.° fondo.
1630 4 Maggio Not.°: atti Curiali della Vescovile d'Albenga.
Convegno fra il Procuratore del Rettore del Poggio per le decime et il Prep.° e Can.Ci decimali.
Furono messi in valida fortificazione i baluardi del Porto Maurizio. Vedi il Capriata.

1631

Podestà Marco Centurione.
In Not.° Pietro Gaudo li 31 Agosto.
Li R.di P.ri Gio. F.c° da Pompiana Presidente del Monistero di S. Romolo, Bona Ventura da Finale, Pietro da Riparolo e Gerol.° da S. Remo possidenti nel Monistero di S. Romolo , Osservanti di S. Fran.c°., capitolarmente congregati prestano il consenso al P. Paolo Battista Palmaro q. Bernardo di S. Remo e li cedono la Capella vicina alla Chiesa di S. Romolo detta la Bauma col patto di mantenerla e ripararla quale Capella fu una volta eretta dal S.r Gerol.° Lusinasco q. Giac.°.

1632

Podestà Giacomo Montanaro. Monsig.r Vescovo Pier F.c° Costa in atto di visita obbliga li quattro Canonici Decimali a confessare alla penale che la M.ca Comunità possa sostituire altri Preti a confessare, e ritenere le decime degli inosservanti e darle a chi faticherà per loro, e ciò sino a che essi Canonici riassumano a confessare.
Tale sentenza fu rivocata in apello dal metropolitano per difetto di non essere stati precedentemente citati, e la M.ca Comunità s'apellò a Roma, e fu commessa la caosa all'auditor S.S.m°, e restò deserta.
1 Aprile. Concess.ione a P.ri Capuccini di poter officiare nell'Orat.° di S. Mauro posto al lido del mare dall'Ord.° d'Albenga previa la concess.e del M.c° Consiglio sino a che fosse fabricato il loro nuovo Convento.
29 Lug.°. Suplica de P.ri Capucini per piantar la Croce al nuovo Convento da fabricarsi e risposta.

1633

Podestà Andrea Albara.
Li 3 Aprile danno bailia al M. Conseglio di prendere ad imprestito quelle somme di denaro che vorranno.
Li 18 8bre decretano che tutti quelli che eserciteranno la censarie delle Frutta debbano pagare Soldi 10 pro rata e d.a Gabella è stata posta ad libitum del M. Parlamento.
8 Feb.° in Not.° Michele Morello Genovese.
Legato del R. Bartol.° Palmaro per la Capella instituita nella Chiesa di S. Stef.° de P.ri Gesuiti.

1634

3 Xbre. Il Parlamento dà bailia al M. Conseglio di far ordini e decreti come le meglio le parerà contro li giuocatori ne giorni di festa et altro e mettere quelle pene che le pareranno.
Li 2 9bre. Aprovano l'Elezione fatta dal M. Consiglio delli Deputati ad asistere allc caose.
23 Giugno. Da Licenza del R.mo Pier Franc.° Costa Vescovo d'Albenga, il M.t R.do S.r Preposito Giofredo Gazano benedissce la Chiesa di S. Gio Batta, ed ivi celebrò la prima Messa.

1635

A 25-26 e 31 Maggio è caduta neve ne nostri boschi facendo freddo come di mezzo inverno.
23 Agosto. Passò nelli nostri mari l'armata di Spagna, e prese le isole di S. Onorato.
16 Marzo. Decreto del M.c° Consiglio a favore del S.r Pietro Fabiano q. F.ci per la lite del Canonicato negosi di giuspatronato de Palmari, e procura nel Chierico Gio Luca Fabiani di lui figlio.

1636

Podestà Orazio Bonfante.
2 Aprile: si è dato principio alli Fondamenti dell'Oratorio di S. Germano per ingrandirlo.
Al 31 Luglio si è dato principio alla fabbrica delli R.di padri Giesuiti cioè la casa. Si è dato principio per far il monastero delle monache di S. Teresa nella Palma soprana, e questo ebbe principio da che M.a Anselma di Savorgio con varie Beghine di S Remo si unì, e radunorono peculio, e comprorono parte di una casa vicino alla Chiesa di S. Gioseppe dalli Sig.i Manara, e stante la mancanza del redito sufficiente per vivere, si portò in Genova d.a Anselma a procurar limosine, e vi riuscì per mezzo delle Monache Turchine di Genova, onde la poggiorono al Sig.e Silvestro Grimaldo, e la esortà a fondare del ordine della SS.a Anonciata e non di S. Teresa, ed essa dopo qualche tempo mutò la sua idea e accondescese a fondare del genio del Sig.e Grimaldo. Udendo tale risoluzione da essa fata il d.° Sig.e Grimaldo si impegnò apresso Monsig.e Vescovo Costa le ottenese da questo nostro Pubblico di+S. Remo il permesso di fondare d.° Monastero, il che tutto seguì, come si vede del anno l639 il restante sucesso.
9 7bre è venuta l'armata di Francia ch'era di navi N° 72, Gallere N° 12 e diedero fondo nella nostra spiaggia, e l'istesso giorno vennero Gallere N° 30 di Spagna, le quali scaramucciorno per un ora non facendosi danno per una parte, e l'aitra, salva una botta tirata dalle Galiere di Spagna, che danneggiò una Galler; di Francia, e il giorno per avanti che fu li 8 d.° si affrontorno di mattina nella spiaggia di Mentone dove fecero alquanto fracasso con perdita d'uomini 6 circa dalla parte di Spagna, avendoli sepelliti in Sanremo. Dalla parte di Francia non si è potuto sapere la perdita degli uomini, ma si stima per cosa certa che ne perdettero più, lasciando una parte le ancore. 5 Giug.° in not.° Gio. F.c° Serbino Genovese.
Gio. Ciac.° Porta quitta Gerol.° Margotto q. Bat.ta procuratore dell'Orat.° di N. S.ra della Costa di L. 1000 a conto della Capella marmo promessa fare in d.° Orat.°.
3 Giug.°: Revoca di decreto anullativo di fascia ortiva venduta dall'Orat.° della Costa senza l'assenso del Vescovo per una nuova ancona, che all'istanza de M.ci Priori M.r Pier F.c° Costa Vescovo di Albenga revoca.
20 Aprile imposiz.e della pt.ma pietra alla fab.ca di S. Germano dal Prep.° Sasso delegato.

1637

24 Marzo Li Francesi con otto navi in circa dettero l'assalto alle Isole di S. Onorato e fra tutti li 5 di Maggio presero l'Isola di S. Margarita con patti generali, ciò è che li Spagnuoli dovessero lasciare l'isola salvando due cannoni, con bandiere spiegate, miccie accese, tamburo battente, et esser condotti co vascelli a Finale, e così è stato.
L'Isola di S. Onorato si è resa li 15 maggio: se n'andorono li Spagnuoli con una canna in mano. I1 modo che osservorono quando uscirono li Spagnuoli dal Isola di S. Margarita, fu che mandorono li due cannoni avanti colli mooschetieri appresso, poi le piche, e in mezzo le bandiere in presenza del Generale Francese senz'alcuna riverenza, l'ultimo il Mastro di campo Spagnuolo di natura Sardo, che per nome si chiama Michele Pera, fecero le cerimonie a Francesi, et andò per fatti suoi.
p.mo Giugno è comparsa per le nostre marine armata navale N° 10, e sopra il nostro capo soprano Gallere N. 22 di Spagna presero navi N° 2 d'Ollanda carriche di grano e altre mercanzie, e di sette ne andò una in fondo: e dalli 2 d.° ("mese") si sono ritirate nel porto di Mentone, e Monaco.
A 2 Luglio le Gallere del Turco anno sbarcato in la spiaggia del Borghetto, e Ceriale, et anno preso una quantità di Persone circa di 360, e le Gallere erano in numero d'otto, e un Bregantino.
A 2° 9bre fece un tuono d giorno a ore 16 in circa a ciel sereno, che durò il rimbombo quasi un quarto di ora.
A 22Xbre è comparso nelli nostri boschi Lupi, che hanno mangiato, e assaltato, e guastato moltissimi uomini, e donne.
12 Feb.°: li Canonici di S. Remo liberati dalla tassa di un per cento stante l'annuo pagamento di L. 600.
12 Febraro. Seguì un Gelo così fiero che gelarono alberi, alberi di lemoni e cetroni.

1638

Podestà Andrea Suares.
Alli 25 Gen.° è venuto un freddo così veemente che gelò la maggior parte delli frutti, essendone venuto uno pocco avanti, ma non fece gran danno.
Alli 6 Feb.° cascorono le volte della fabbrica delli R.di P.ri Giesuiti giudicandosi, cne fusse per cuosa del gelo grande seguito.
Alli 5 Aprile fece un terremoto di notte a ore 8 in circa, donde si fece molte crepature nelle fabbricche. Si vuole che la Campana Maggiore dese 3 Botti.
All1 2 7mbre le Gallere di Spagna in N° 15, e Gallere di Francia in N° 15 anno scaramucciato insieme nel mare di Peggi ("Pegli"), e Sestri ("Sestri Ponente">, dove si fece gran fracasso con perdita di più di 4000 uomini, dove che li Francesi condussero gallere n° 17 in Francia, ciò è 4 di Sicilia, e una di Spagna, e nella parte di Spagna di quelle di Francia n° 8 con grande uccisione più de Francesi che de Spagnuoli, e una di Spagna restò in l'Isola d'Albenga abbandonata da Francesi.
4 Maggio Not.° Gioseppe Fizero.
Testamento del M.c° Bernardo Pesante q. Gerol.° in cui ordina si vendano li di lui beni e s'impieghino e la metà del reddito si distribuisca per un quarto a Pesanti discendenti da nominati in d.° suo testamento e l'altro quarto alli Anselmi discendenti dal Signor Agostino Angelo; e l'altra metà vada a Moltiplico sino al reddito di Scudi mille compito il quale si debba elleggere un Vescovo in S. Remo che si chiami Monsig.r Pesante. Li Pesanti et Anselmi nel 17 ("lacuna nel testo") ottennero grossa deroga sopra Colonna in Camera Ecc.ma sulla parte del moltiplico per il Ves.°. La discendenza Anselma è estinta nella morte del Can.° Lorenzo Anselmo de Lazagnone: quella de Pesanti va a restringersi in Gio. e Gio. B.a fratelli Pesante q. Bartol.°, detti della Bianchetta Cianenca, e ne discendenti del S.r Michel Angelo Pesante d.° Mangiafregate mediante il S.r Gio. Batta figlio, essendo ridotte in due Preti le linee de Pesante Galletti e dei Signor Vincenzo.

1639

Podestà Francesco Pieve
Alli 10 8bre il Sig.r Silvestro Grimaldo si portò in S. Remo, e visitò la casa vicina a S. Gioseppe, compra da M.a Anselma e Beghine di Sanremo l'anno 1636 e, vista non essere propria per Monastero, comprò una altra casa -vedi 1640- attigua alla casa del Sig.r Giambatta Pesante nella stradda che conduce al mare, ed affittò dal Sig.r Pesante la sua casa e li aprì una porta per rendere d.a abitazione ad esse più comoda, ed in seguito venne d.a M.a Anselma con Suor M.a Cornelia Centuriona e Suor M.a Gerolima Spinola fondatrice delle Turchine, quali al loro sbarco furono riccevutte con tiri d'artiglieraria sul muolo dal Clero e da Ma.ci Consiglieri, da quali visitata la Parrocchia furono accompagnate alla d.a abitazione. Mentre ivi abitavano si diede principio alla fabbrica del novo Monastero ed ivi morta d.a Srella M.a Anselma sepolta, quale doppo anni 24 circa fu trasportata nel d.° nuovo Monastero. D.a Suor M.a Centuriona andò a fondare in Sestri di Levante. In d.° Monastero vi entrò una figlia di d.° Sig.r Manara, da cui fu assegnata per parte di dote la restante casa da S. Gioseppe.
In Gen.° e Feb.ro stante il caldo che facica come fosse di estate si adaquavano li orti, e nel mese di Marzo si è posto il divieto, con abbondanza di grano a L. 16 mina, d'oglio a L. 29, di vino a L. 2.
Alli 6 Maggio [detta ancora il manoscritto Borea a proposito dell'anno 1639] il Sig.r Alessandro Saoli Commissario per le misure, volendo introdure in S. Remo ordini contrarissimi alle nostre convenzioni si fece revoluzione dal Popolo minuto, che non si fece poco a placarlo, se d.° Com.° non desisteva dall'esecuzione di d.i ordini con pericolo grande della sua Persona e suoi Agenti, e in quel giorno piovette tant'acqua, che correvano le donne e li fanciulli coll'armi alla mano, dicendo, viva S. Giorgio e finisca il cattivo governo. Li 13 Giugno sono venuti in S. Remo due Senatori con 3 Gallere, e 6 compagnie di Corsi per castigare il sud.° affronto. Li detti due Senatori per nome Sig.ri Benedetto Viale e Gian Domenico de Franchi anno sbandito da tutto il Domino con confiscazione de beni sino al numero di Persone 19 con demolizione di una casa de Boeri.
2.do anno condannato uno della famiglia de Bestosi in L. 2000 e più con un anno di bando, uno della famiglia d'Anselmi in L. 100, uno della famiglia de Palmari per anni due cofinato, uno della famiglia D'Andrei per anni 15, uno della famiglia de Carli frustato.
3.zo Uno de Gazani Gioffreddi condannato in scuti ducento.
4.to tre in gallera: un Carbone per anni 8, altro Pasturelli per anni 20, il terzo Balestri a beneplacito.
5.to Et ultimo: due al supliccio per epilogo del sopra castigo avendo finito li 27 Luglio; e li 25 venne l'armata di Francia dove presero una gallera di Genova senza difesa del Paese per non essere distruto dalle d.e Gallere in n° di 14 con 3 Galleoni.
9 Agosto la siccità è stata tale, che non vi erano aque da poter macinare, e si andava altrove.

1640

In d.° anno a 16 7bre il Ma.c° Parlamento con decreto fissò a Sindici della Communità per andare a Genova il salario di L. 3 al giorno, se è Dottore, di L. 4 se Procuratore, vietando al M.c° Consiglio, e Sig.ri de 24 di accrescerlo sotto pena di pagar di proprio, essendo Canciliere De Gio. Batta Bottino.
A 22 Agosto le RR. Monache Turchine comprorono la casa e giardino dal Magistrato de Poveri di Genova come in atti del Sig.e Gio. Batta Valletaro not.° Canciliere -vedi l'anno 1680- : p.° Febraro le sud.e la venderono al Sig.r Michele Sapia Bonetti et è la casa posta nella contrada che conduce al mare passato il Palazzo Borea rimpetto alla casa delle S.re Teresina, e Marina l'una Gentile e l'altra Grimaldi tutte figlie del q. S.r Gio. Ant.° Spinola q. Nicolò q. Franco.

1641

Podestà Sig.r Nicolò Spinola.
In d.o anno a 11 Marzo è pioutta grandine sì copiosa che per le strade sino al mare vi era all'alteza di Palmi due.
Nel mese di Maggio vi era un lupo sì feroce che ammazzava le Persone ed in specie nel territorio di XXmiglia, ove li fu posto taglione di L. 150. Primo 8bre è morta Sor. M.a Anselma o sia M.a Vittoria, prima Monaca morta.
In d.° 20 9bre il Principe di Monaco scacciò li Spagnuoli e li 22 d.° introdusse li Francesi.
Alli 30 detto si principiò il Monastero de Padri
Cappuccini, e si piantò la Croce coll'assistenza del Vescovo correndo in quel giorno la festa di S. Andrea.
A 20 Xbre una Gallera di Napoli ancorò nel Porto di Monaco per ripararsi, pensando che vi fossero per anco li Spagnuoli, ma fu predata da Francesi ivi dominanti.
A 15 d.e il M. Parlamento decretò e proibì per anni 10 che non potessero fare macello ne attendere a d.i macelli Gio Carlo di Antonio, Giacomo d.° il maschio, Sfefano Bregalo e Agostino Guerso sotto pena di scutti 25.
25 Maggio. Decreto del Trono Ser.m° a favore del M.t° Reverendo Gio. Batta Sasso Preposito della Chiesa Collegiata di S. Siro per aver donato il dito ("reliquia") di S. Gio. Battista alla Ser.ma Rep.ca, stato trasferito con galea in Genova e riposto colle ceneri di d.° Santo: perciò fu deliberato un medaglione d'oro del valore di L. 25 de beni della Rep.ca col motto coniato Ser. me Reip.ce munus publicum e coll'impronta da una parte dell'armi della Ser.ma Rep.ca e dall'altra l'effigie di S. Gio. Battista.
30 9bre. Seconda fondaz.e del Convento de P.ri Capuccini e, la prima pietra fu posta da Monsignor Pier Francesco Costa Vescovo d'Albenga.
20 Gen.° da atti Curiali Vescovili.
Locaz.e de beni del Ganonicato posseduto dall' Ill.m° S.r Ottaviano del Carretto in S. Remo al S.r Prep.° Sasso con obblighi di cui in esso.

1642

A 10 Agosto l'Ill.mi Sindicatori sono tornati di nuovo per sindicare il Podestà passato, il quale era il Sig.r Nicolò Spinola.
Li 24 d.° il sud.° Nicolo Spinola à ucciso il Sig.r Giannantonio Spinola uno dellii sud.i Sindicatori con una pugnalata passegiando insieme, essendo di partenza quell'istessa mattina a buon ora e , subito fu commesso il delitto, fu preso al Monastero delli M. R. Padri Riformati e li 26 del medesimo venne una Compagnia di Soldati e una compagnia di Sbirri, e ligatis manibus et pedibus lo imbarcorno li 27 del d.° mese sopra una Filucca per Genova.
27 7mbre. Radunato il M.c° Parlamento fu esposto il desiderio delle R.de Monache Turchine d'aver in Protrervi ("?") con la Magnifica Commurita non convenir loro l'abitazione di S. Gioseppe di prima loro fondaz.e , non aver potuto ottenere dal Senato Ser.m° la comprovaz.e del donativo di questo publico Castello fattole dalla MagnificaComunità, onde si raccomandava a farli comprare un sito de proprij denari del Monastero per fabrcarvi un nuovo Monostero sotto la piazza, in coerenza della quale fu assonta da questo pubblico la probiz.e e deliberato conforme le loro istanze.

1643

Al p.mo di Feb.° si è detta la p.ma Messa, nel Monastero nuovo delli R.di Padri Cappuccini, solennemente dal Sig.r Preposito della Collegiata di S. Siro.
Alli 9 Agosto si è eretta in Duomo la Cappella del SS.m° Rosario e vi si è recitato il rosario in assistenza del Vescovo.
In d.° anno sono comparsi lupi rapaci che anno ammazzato molte creature umane del mese d'Agosto, 7mbre, e 8bre, e la M.ca Com.tà à messo per tali animali L. 200 di taglione.
In d.° anno il mese di 7mbre si è messa la prima pietra al Monastero delle Monache Turchine, avendo celebrato la S.a Messa Monsig.°r R.mo d'Albenga in d.a fabbrica.
16 Maggio in atti vescovili d'Albenga.
Esami di testimonij dell'inconvenienti seguiti per la lontananza della Parochial Chiesa e del numeroso Popolo per cui un solo Parroco non può assister tutti.

1644

Podestà Lazaro M.a Doria.
A 9 Maggio il primo Padre Gesuita che sia morto in S. Remo è il M.° R.do P. Nicolò Sbiusii Genovese del golfo della Spezia.

1645

27 8bre il M. Conseglio avea deliberato darsi L. 100 alla chiesa di S. Sebastiano della Colla ed altre L. 100 all'Eremo,: sudettaa Deliberazione viene aprovata dal M. Parlamento.
18 Feb.°.
Congregati il M.c° Conseglio e Parlamento in N.° d'84 fu proposto ad istanza del S.r F.c° Palmaro q. Bernardo Benefattore de R.di P.ri Agostiniani scalzi di dar loro l'assenso per l'erezione d'un Convento, che s'impiegherebbe a vantaggio del popolo senza verun aggravio del med.° e riportò voti tutti favorevoli col patto che la M.ca Comunità in verun tempo possa esser obbligata ne alla fab.e ne al vitto o altre urgenze quantonque d'estrema necessità, coll'obbligo che la Fondaz.e del Convento debba farsi nella Palma Soprana a giudicio de M.ci Consiglieri.
Redditi certi della Mensa Arcivescovile di Genova per relazione di Giuseppe M.a Saporiti ultimo defonto Arcivescovo alla Sacra Congregazione del Concilio.
In Roma tanti Luoghi di monti del reddito annuo di ... L. 1350
In Luoghi di S. Giorgio ...L.209
In piggioni di Botteghe, e Terratici ...L. 209
("totale") L. 1884
Da Dedursi
Pensione in favore del Rev.° Calsamiglia ...L. 50
Pel Predicatore della metropolitana...L. 60
L. 110
Reddito netto...L. 1774
1774
6
________
10644
882
_________
11526

1646

A 29 Aprile. Si è vista l'Armata di Francia nelli nostri mari, ch'erano Gallere N° 20 e Navi 28, ed ancora 100 barche, quali andorono per prendere l'Orbitello, ma non gli è riuscita l'impresa e se ne sono tornati essendo stati scacciati dall'Armata Navale di Spagna con perdita di 2 Gallere e 3 Vascelli e barche, e perdita di molta soldatesca restata in terra, e anno levato l'assedio.
Alli 2 Agosto si è messo mano e gettata la prima pietra al ridotto o sia Muolo che si è deliberato di fare in Sanremo.
In d.° anno 19 Agosto è venuta una borrasca di gragnuola così smisurata, che se ne trovò un pezzo di oncie 18, cosa mai vista, che se fosse durata un quarto d'ora guai alle nostre campagne: fece però gran danno al frutto olivi, alle vitti ed alle uve, come pure alli cetroni e limoni.

1647

1 6 Feb.°.
Il d.° anno li R.R. P.P. di S. Nicola sono confermati in Sanremo, et anno fatto stanza nella Palma soprana.
Li 22 Feb.° fece una fortuna di mare così grossa, che se fosse successa di notte come è seguita di giorno, vi sarebbe stata una grande ruina di nostri Vascelli.
A 21 Giugno li R.R. P.P. Gesuiti anno messo le scuole.
1 Aprile: in Not.° Gio. B.a Bottino, il S.r Pier F.c° Palmaro si obbliga per una sol volta di dare lire ottocento per donaz.e a P.ri della Compagnia di Gesù.
1658: sud.° S.r Pier F.c° Palmaro debitore per d.° obbligo di L. 889 dà in pagamento a d.i Padri un orto attiguo alla Chiesa per L. 700 et altri nomi di debitori per L. 330.
28 Agosto in Not.° Lorenzo Anselmo.
Il S.r Paolo Battista Gandolfo q. Pietro Ant.° fonda un Legato alla sua Capella in S. Siro della Madalena.
A meno danno
nella Gomba di Pre
verso Le Morghe
nota della Comarca per li massari
di S. Ant.° data dal Camparo

1648

A 30 Marzo. Al Muolo vi sono pontonate di scogli dal Capo soprano in tutto N. 117 e 1/2, portate da Patron Iilario Gnecco, avendone obbligo per la fattura di d.° ridotto, il qual'è restato imperfetto, sino l'anno 166 ... ("data illeggibile per lacerazione del foglio").
Alli 8 Luglio. E' seguita la rovina di Savona con morte di gran numero di Persone, e destruzione di case caosate da folgori cascati nelli barrili di polvere nella Fortessa.
In d.° anno mese di Luglio sino alli 20 faceva freddo come di primavera.
1 Marzo. Assenso del Trono Ser.m° alla Fondaz.e de P.ri Nicoliti in S. Remo in vista del decreto favorevole ottenuto da d.i Padri nel Consiglio e Parlamento di S. Remo, avendo la proposiz.e ottenuto un solo voto contrario.
13 8bre Atti Curiali.
Ammissione alla Rota per le Prediche d'Avento e quaresima de P.ri Nicoliti coll'assenso de P.ri Zocolanti, e Capuccini e con decreto del M.c° Consiglio interposto l'assenso del Vescovo.
Diu Venerj 27 9mbris in Palatio
Essendo Cancelliere il Notaro Gi. Bosio è stato ordinato dal M. Consiglio di comperare tanta Terra Ortiva dal S.r Francesco Palmaro de Plan della Nave per il transito delle aque Piovane e furono deputati ad estimi delle parti di terre Gio Batta Sapia q. Pietro per parte della M. Comunità, e Michele Giofredo Sapia nominato per parte di detto S.r Francesco.
1649 31 Ag.°. Deputati il Not.° Gio Andrea Borsa e d. Giovanni Rocca a sterrare l'Aquedotto.

1649

E' stato un anno molto piovoso avendo la pioggia cominciato dal mese d'Aprile per sino il mese di Giugno, solo è stato 4 giorni di sereno, e faceva freddo, essendo anche penuria di vettovaglie sino alla raccolta valendo L. 36 la mina, calò poi a L. 28 con abondanza d'olivi, et il mese di Luglio faceva delle giornate fredissime, come seguì l'anno passato. Nel corrente anno si è venduto il grano a L. 36 e 38 il vino a L. 8 il barile e nel 1650 a L. 23 il vino a L. 5, 10 il barrile.
Nell'Autunno fece bellissimo tempo, e la pesca fu abbondantissima, e fra li pessi fu preso un grossissimo, che passava piu di 30 cantara, avendo la testa, ed orechi come il porco, e per questo fu detto pesce porco.
In d.° anno si è principiato a fare la Festa di S. Fran.c° Xaverio da tutto il Popolo avendolo preso per Avvocato, per che le Beghe ("parassiti") per molti anni infestato aveano le vigne.
Fabricarono in quest'anno il convento de R.R. P.P. Agostiani .
23 Novembre. Esposizione del Sig.or Manara per i R. P. di S. Nicola che domandano il Castello.

1650

Podestà M.° Ill.e Sig.r Gio Batta Torre.

1651

Podestà M.° Ill.e Batta Rossi.
Deliberaz.e di lettera al Trono Ser.mo per l'aggravio vien fatto a poveri per l'innovazione et accrescimento di scudi sei li Capellani nell'assoluzioni de morti.

1652 in 1653

Ill.mi Sig.ri Commissarij e M.t° Ill.ri Sig.ri Vicarij per un anno e primo Carlo Spinola di Felice, suo Vicario Allesandro Grasso 1652 in 1653.

1653 in 1654

Giacomo Negrone q. Melchiore. V.° Gio Carlo Bellero.

1654 in 1655

Gio. Fran.c° Mercante. V.° Gio. Batta Rainero.

1655 in 1656

Gio. Fran.c° Bona q. Giulio. V.° Allessando Galesio.
La peste fece gran mortalità in d.° anno 1656 nella Città di Genova, e Luoghi vicini, e durò per spazio di un anno e mezzo.
In questo tempo Sebastiano Sardo Genovese venne ad abitare in S. Remo di estrazione bassa che vendeva le chincaglie col cavagno al collo, e stante l'essere tempo di peste fu inventarizata detta sua mercanzia dal Magistrato della Sanità, e l'inventario esisteva nell'archivio publico trasportato in Genova. La fortuna di quest'uomo fu che guadagnò al Seminario nell'estrazione degli uomini gran somma di denaro stante che si sognò l'arrivo qui con Galera di cinque Cavalieri vestiti da Senatore quali conosceva, e tutti cinque vennero per lo che cominciò a negoziare le casse di Limoni, che l'utilitarono e lo fecero divvenire ricco Negoziante. Egli fabricò la casa al mare, fabricò la Capella dell'anime purganti ne Capuccini, e la dotò di fondi sulla nostra Comunità coll'obbligo di messe, e dell'aniversario per il giorno de Morti con solenne fonzione in da Chiesa de Capuccini.

1656 in 1657

Cesare Albara. V.° Giuseppe Franceschetti.
4 7bre. : E' stato dato il sfratto a tutti i Frati Mendicanti sotto pena di due tratti di Corda.

1657 in 1658

Visconte Cicala q. Gio. Batta, V.° Ambrogio Genta.
1658 21 Agosto 3 7mbre 3 8bre.
Lettera della Sagra Congregaz.e chiedente informaz.e del come si debba proveddere del Convento dell'Eremo di S. Romolo lasciato da Minori Osservanti Riformati, et in quali pij usi applicarsi d.a lett.a diretta al Cardinal Durazzo Arcivescovo di Genova.
3 7mbre. Sospensione della esecuz.e della prima lett.a della Sagra Congregaz.e al Cardinal Durazzo stante che si è scoperto che d.° Ospizio nell'Eremo era sotto la Diocesi di Albenga, e di già si era provisto.
3 8bre Lett.a della Sagra Congregaz.e al Cardinal Durazzo, che faccia intendere al P. Provinciale de Riformati, che non permetta ai suoi Frati introdursi in d.° Convento di cui sono stati spogliati sotto le penali di privaz.e dell'Officio, et altre ad arbitrio.
20 Gennio: seguì un gelo fiero che danneggiarono tutti li frutti Limoni, i Cetroni ed anche gli Alberi.

1658 in 1659

Christofaro Spinola q. Agostino. V.° Oratio Speroni.

1659 in 1660

Gio. Batta de Franchi q. Domenico. V.° Carlo Sibina.

1660 in 1661

Fran.c° Invrea q. Gio. Paolo. V.° Gio. Batta Accorso.
Li 5 Aprile deliberano Gabella di un scuto per ogni bestia bovina che s'introdurrà in San Remo escluse quelle de Macellari da macellarsi in S. Remo e quelle di passaggio.
Sudetta Gabella imposta dal Magnifico Parlamento, dal medemo a 18 Marzo viene abassata.

1661 in 1662

Stefano Magliolo q. Giacinto. V.° Gio. Andrea Ciappera.

1662 in 1663

Vincenzo Gropallo q. Vincenzo. V.° Nicolo Bosio.

1663 in 1664

Ottavio M.a Imperiale q. Gio. Vincenzo. V.° Giacinto Crosia
Del 1664 nel mese di Xbre si è vista una Cometa per molti giorni.
1663 Seguì un Gelo con perdita de frutti ed alberi di Limoni.

1664 in 1665

Gio. Geronimo LomelIino. V.° Bartolameo Colla.
1665 li 15 Gen.°: giorno di S. Mauro, piove gran quantità di neve sopra gli alberi, e si fermò per giorni nove sempre con freddo, che gelò poco meno di tutti li Limoni, continuando il freddo per mesi tre gagliardamente.

1665 in 1666

Stefano Giustiniano q. M.c° Lorenzo. V.° Cesare Anfosso.
1666 12 7bre. Si è portata la Statua di marmo, che rapresenta l'imagine di S. Romolo all'Eremo, e la prima messa che si celebrò lo stesso giorno nell'eremo fu celebrata dal R.d° Prete Gio. Grosso.
In d.° anno 24 8bre vennero le seconde Sig.re Monache in numero di 4 dalla città di Nizza in San Remo.
Le sudette R. Madri sono venute in S. Remo e sono andate ad abitare nella casa vicino a S. Giuseppe ch'era delle Monache Turchine e del 1671 andarono ad abitare nella casa del Sig.°r Gio Batta Pesante, e diedero principio alla fabrica del nuovo Monastero.
1665 15 Genaro. Gelo nelli Limoni cagionato da neve caduta.

1666 in 1667

Marco de Franchi. V.° Gio. Batta Zinarigo.
1667 24 8bre. La notte fecero tuoni assai rimbonbanti e tra gli altri uno ne fecce sì spaventoso che cascò una saetta nella chiesa Parochiale di S. Siro che rupe l'armario ove si conservano i Confaloni e li abruggiò tutti tre cioè quello del SS.m° Rosario; quel del Carmine e quei di S. Germano con danno notabile dell'Organo che restò fracassato , e non si potè scorgere dove fos se entrata .
1667 3 Aprile. Decreti di Monsig.r Pinello in visitatione che il S.r Prep.° debba mantenere un Curato nella Chiesa di S. Brigida, et ivi conservar il S.S.m°, e l'oglio Santo per comodità del Popolo, et appello del S.r Prep.t° ammesso soltanto ad effectuata devolutione.

1667 in 1668

Alessandro Invrea. V.° Bernardo Salvago.
1668 27 Maggio Consacrazione della nuova Chiesa de Padri Capuccini consegnata da Mons.r Gio. Tom.° Pinelli Vesc.° d'Albenca et intitolata S. Bernardo, e S. F.c° d'Assisi.

1668 in 1669

Gio. Stefano Saoli q. Andrea. V.° Agostino Drago.
Li 17 Aprile il M.c° Parlamento impone la Gabella del Sapone.
1668 3 Agosto il Magnifico Consiglio sentita l'istanza di P. Ant.° Acquarone per una scarpa da farsi per riparo della sua Casa al mare sopra la Bottega della M.ca Comunità con che da M.ca Comunità ne faccia altra da parte verso Levante per fortificare la Bottega e casa, ha permesso al d.° Acquarone di poter fare la richiesta scarpa alla sua casa della marina attacata alle Botteghe della Comunità che si dice di S. Ant.° ove era l'antica Chiesa di S. Ant.° et Antonino della Marina, altre volte abitata da P.ri di S. Ant.° dal T.
1668 31 Xbre. Seguì un gelo di Limoni ed anche d'Alberi.

1669 in 1670

Fran.° M.a Spinola q. Gio. Batta. V.° Nicolò Cesarea.
31 Luglio. Ignazio e Giuseppe e Maria Francesca Remo turchi Servi del Sig. Gio. Batta Borea q. Ag.° Abjurarono la Religione ossia Setta di Maometto, e con Permesso del Vescovo Pinello e del Preposito furono Battezati dopo l'abjura dal M.° R.° Padre Silvestro Invrea della Compagnia di Gesù nella Chiesa di S. Stefano, essendo Padrini il S. Gio. Ratta, la Sig. Angela Maria moglie, l'Abbate Pad.e Francesco, ed il S.r Agostino Borea fratello, e Maria Brigida Sorella.

1670 in 1671

Nicolò Giustiniano q. Paolo Batta. V.° Gio. Carlo Cevoli.
Li 3 Ottohre vengono dati dal M. Consiglio alcuni ordini circa la racolta dei limoni alla Tedesca. Il M. Parlamento li aprova con ordine che sijno a suo beneplacito.
1670 31 genaro. Seguì un Gelo di Lemoni e Portogalli e Cetroni.

1671 in 1672

Gio. Stefano de Franchi. V.° Bartolomeo Benedetti.

1672 in 1673

Giacomo Rivarola q. Vincenzo. V.° Gio. Francesco Rodino.
1672 21 Febraio. Altro Gelo di Lemoni e Cetroni.

1673 in 1674

Gio. Pietro Grimaldo q. Francesco. V.° Giuseppe Giudice.

1674 in 1675

Gio. Andrea Merello q. Filippo. V.o Gio. Francesco Isola.

1675 in 1676

Geronimo Invrea F. V. Doctor. V.° Vincenzo Sonalira.

1676 in 1677

Ambrogio Saoli q. Luigi. V.° Gio. Batta Borghese.
Testamento dell'ora fu Cherico Stefano Palmari q. Jeronimi di S. Remo, nel quale instituisce Erede universale la Mensa Vescovile d'Albenga sotto diversi oneri e gravami e specialmente, specialis residentie sex mensiumm cuiuslibet anni Reverendissimi Episcopi pro tempore in loco Sancti Romuli in atto di Marco Antonio Leonardo Notaro Publico d'Albenga sotto il giorno 9 di Febraro 1676.
1677 3 Xbre. Giorno di S. Francesco Xaver. Seguì un forte Gelo dal quale perirono tutti li Lemoni e Cetroni, la Comunità fece voto di festar il giorno di detto Santo sì che si facesse la festa con intervento del Publico.

1677 in 1678

Francesco Bracelli q. Ecc.m° Simone. V.° Gio. Giacomo Ravara.

1678 in 1679

Nicolò Doria q. R.d°, V.° Gio. Lorenzo Brozzi.
1678 1 Agosto 11 ore: comparvero sopra la rada di San Remo 26 Galere Francesi. Il M.c° Consiglio deputò lo Sp. Pietro Michel Angelo Sapia Rossi ed il Sig.r Gio Batta Pesante a complimentare in nome della Città il Generale delle dette Galere. Mentre s'incaminavano a Bordo delle Galere Francesi incontrarono varie lancie procedenti da dette Gallere. Sparano 1000 Canonate, vi restò un solo morto, due giovin feriti, padre e figlio con una gamba rotta: sopra le Gailere vi furono 100 morti , una palla pezo 14 lre.
1678 21 detto
Vennero di nuovo 12 Navi de Francesi che non resero il Saluto, ma bensì circa l'ore 21 spararono più di 4000 Canonate con molto danno della Città e delle Campagne e morirono tre Franc.i.
Si raconta che un Principe Polacco parente di Luigi quatordici essendo passato da S. Remo cd essendole state fatte delle Politezze trovandosi in Pariggi alla Corte, sentendo la spedizione contro S. Remo, intercedesse la Grazia per il Sovrano acciò fosse contramandato l'ordine dato d'atterar S. Remo.

1679 in 1680

Paolo Giustiniano q. Gio. Fran.c°. V.° Marco Aurelio Gibbona.
1680 P.mo Febraio, dalle R.R. Monache Turchine fu venduta la casa e giardino al Sig.r Michele Sapia Bonetti.
11 Marzo 1679.
Il M. Consiglio ha ordinato che si faccia la processione il giorno di S. Giuseppe in ringraziamento d'averci preservati gli agrumi dal Gelo e le viti dalle Beghe, ed ha decretato che v'intervengano tutte le Religioni Caustrali e confraternite.

1680 in 1681

Galeotto Pallavicino. V.° Gio. Antonio Morchio.
1680 25 Agosto, Not.° Gio. F.c° Fizero.
Testamento del S.r Gio. Agost.° Bottino q. Gio. Ant.°.
1681 5 Giugno. La Compagnia del Corpus Domini ha fatto fare un Piviale con due Tunixelle e Pianeta di Tela d'Argento lavorate alla Guia dalle dette R.de Madri Francesi nel Piviale S. Siro e Romolo, come nelli atti Di Bartolomeo G.

1681 in 1682

Antonio Passaggi. V.° Maoritio Aquarone.
Si ultimò la fabrica del Monastero delle R. M. Salesiane, ed andarono ad abitare nel presente monastero.

1682 in 1683

Francesco Lercaro. Vicario Gio. Batta Bunetti.
1683 10 Gennaio venne un freddo d'aria, così secco senza neve, ed una siccità longhissima, che principiò del 1682 e durò tutto il Xbre 1683 onde seccorono gran parte del1e fontane, e per conseguenza li alberi non fruttorono, anzi li cascarono le foglie, a segno tale, acciò che li alberi non seccassero ogniuno faceva con barili, e sechie portare aqua alla calce delli Alberi Seguì anche gelo de frutti Lemoni e Cedri.
(1682 in 1683)
1682 in 1683 in C.ta 180 a debito del Cassiere Gio. Batta Laura q. Ant.° si vedde L. 132,15 rimborzate dal d.° Laura, e pagate da d. Gio. Stef.° Anselmo di d. Lorenzo per prezzo della Bottega vendutale in pubbliga Callega come da instr.° de 3 9bre 1682 nel quadernetto in C.ta 2 del Cancelliere Stef.° Sachero.

1683 in 1684

Federico De Federici q. Allessando, V.° Marco Ant.° Rocca

1684 in 1685

Luciano Lomellino, V.° Bartolomeo Colla.

1685 in 1686

Camillo Staglieno, Vicario Giulio Cesare De Ferrari.

1686-1687 in 1688

Ill.mi Governatori e Comm.rii Generali come anco li M.ti Ill. Vicarij, e Cancellieri per due anni, e primo Visconte Cicala q. Gio. Batt. V.° Angelo M.a Tagliaferro. C.e Gio. Raggio Godano.
1687: il sud.° Commisario è il primo che andò ad abitare nel Palazzo Pubblico posto nella Croce da il Paraxio, che prima abbitavano alla marina li Commisari di un anno al Camineto in casa del Sig.r Pietro Palmaro.

1688-1689 in 1690

Vincenzo Durazzo q. Gio. Matteo V.° Gio. Batta Castiglione C.e Crispino Maria Garello.
1689 25 9bre. Decreto fato dal M.c° Consiglio per l'ingresso del nuovo Vescovo.
Se giunge per mare allo sbarco se li fa lo sparo di 5 mortaletti e due cannoni.
Se è per terra se li fa lo sparo di 11 mortaleti dalla parte che fa l'entrata.
Vestito in Pontificale quei di Consi.° sostengono le aste del Baldacchino sino alla Colleggiata in S. Siro.
Per la vissita de sud.i si periti prima se il Vesccovo sia per restituire la visita ed in afermativa il M.c° Consiglio, preceduto da Tragetti e Conciliere, si porterà a far la dovutta visita. Li Tragetti resteranno alla porta di Monsig.re di stradda e in Sala si fermerà il Canciliere.
Per riccevere la visita del Vescovo, si apparecchierà un saloto della casa Pubblica, ivi si preparerà una sedia sopra un gradino col tavolino coperto di damasco e questa deve essere più alta de M.i Consiglieri.
Si avertano più Sig.ri riguardevoli, che facciano corte al M.° Consiglio, acciò siino ad incontrare Monsig.re alla porta del Pallazzo, e l'accompagnino in Sala pubblica, e sia lo stesso da SS.ri Priori, e Consiglieri introduto nel Saloto destinato, e d.i Sig.ri di corte rimangano in Sala, e lo stesso si osservi nel licenziarsi.

1690-1691 in 1692

Gio. Batta Pallavicino q. Stef.° V.° Pietro M.a Nozzardi, C. Stef.° Leone.

1692-1693 in 1694

Carlo Giustiniano q. Luca. Vic.° Nicolò Bacciadonne, Canciliere Piet.° Franc.° Fassone.
1693 26 Aprile Ant.° q. Michele, Giuliano q. Ger.°, Fran.c° q. Siro, Gio. Batta q. Batta, Gio q. Pier Gio., Gio q. Ger.°, e Lorenzo q. Pier Gio De Calvi donano a R.di P.ri di S. Nicola del presente Luogo tutti li frutti, redditi maturati, e decorsi sino al presente sopra Scuti millenovecentotrentatre argento ossia altra più vera somma in testa, e credito del q. M.c° Francesco Calvi q. Carlo nel Cartulario di S. Giorgio de 27 del mese.
l692 20 7mbre. Permesso di Mons.r Spinola Vescovo d'Albenga di tenere il SS.m° Sagramento tutto l'anno nella Chiesa di S. Donato della valle di Verezo.
1693 8 Febbraio. Il Sig. Agostino Borea q. G. Batta è andato al Servizio di Francia .

1694-1695 in 1696

Gio. Batta Gentile. V.° Franc.° Galeano. Ce Gio. M.a Rollandelli.
1694 25 9bre. Successe due ore prima del fare del giorno una così fera borasca di mare che si perdè una barca su la spiagia, distruse un pezzo di muolo, e due terzi di parapetto di d.° muolo, portò varij scogli grossi dentro del porto, e diroccò le case delli Eredi di Gio. Andrea Massa, tutte le muraglie de Canonicati, ossia delle braie vicine alla marina da un capo all'altro, et entrò nelle vigne, e ne orti del Pian della nave, come in quello di d.° Massa, di Gazzano d.° Dietto e di P. Gio. Martino, entrò nelle case, e portici della marina, e magazeni di D.i Paolo d'Andreis, e tanti alri, a segno che fece notare tutte le barche che erano tirate a terra, restò la Chiesa di S. Mauro isolata, li rupe le porte, e la impì d'arena, et il Mare era sì alto che montava sul Bastione, e le aque salse correvano per li due fosati sino alli due Ponti di S. Siro, e Convento, di più innondò tutta la vigna di P. Gio. Batta Giofireddi, che pareva tutta marina, e questa vigna e Casa, e pasata in Mastro Mercenaro, indi in Cap.n Giuseppe Rambaldo d.° Lombrino, e questa fu una piena d'aqua sensa vento.
1696 9 7mbre. In Not.° Gio. Ant.° Orengo Cancelliere Vescovile.
Insorte controversie fra il S.r Prep.°, e li quattro Canonici Decimali della Chiesa di S. Siro sopra alcuni giuri Parochiali: seguì convegno tra essi, che il solito diritto di soldi dodeci, e due candelle escluso quello si da fuori ratione Laboris, come pure la benediz.e delle Donne infantate si applichino in beneficio d'arredi sagri per la sagrestia, come pure li soldi tre per la sepoltura de morti con due candele le obblazioni nelle benediz.i delle case la settimana santa come pure li fiorini dieci che annualmente paga il Poggio, il restante al S.r Prep.° come meglio da d.° convegno.
1695 10 Maggio in Not.° Gio. Ant.° Brizio, Cancell.e Vescovile. Fondaz. d'Abazia del R. Gio. B.a Bottino q. Stef.°.

1696-1697 in 1698

Emmanuele Garbarino, V.° Gio. Giorgi. C.e Stefano Leone.

1698-1699 in 1700

Gio. Batta Spinola q. Gio. Batta Stef.° q. Gio. V. Ambroggio Spinola C.e Gio. Franc.° Axereto quale morì d.° anno 1698 et in suo luogo Gio. Domenico Pietra.
1698 13 Lug.° Insorte diferenze fra Confratelli dell'Orat.° di S. Germano per l'ellez.e del Capellano ordinò il S.r Gio. Batta Spinola Comissario Generale l'adunanza di detti Fr.elli et in sua presenza fu fatta l'ellez.e del Capellano: riportò sopra gli altri attendenti voti 264 il R. Gio. B.a Bruno, e restò elletto.

1700-1701 in 1702

Britio Giustiniano. V.° Giacomo M.a Levrero. C.e Gio Xr.faro Massa.
1700 2 Marzo in Not.° Giuseppe M.a Fizero.
Legato instituito dal S.r Seb.° Sardo q. Gioseppe Genovese di una Messa quotidiana da celebrarsi nella Chiesa de Capuccini alla Capella di suo giuspatronato dell'anime purganti da esso fondata coll'assignaz.e di Cap.le 1.a questa M.ca Comunità di Dopie 400 cioè 200 Gen.e N.° 100 Spagna, e N.° 100 Italia dovutele per instr.° de 8 Agosto 1667 in Not.° Gio. F.c° Fizero.

1702-1703 in 1704

Franc.° M.a Grimaldi. V.° Christof.° M.a Zoppi C.e Giuseppe Domenico Testa.
I R. Padri Agostiniani fabricarono la chiesa di S. Nicola.

1704-1705 in 1706

Gio. Fran.° Gropallo. V.° Tom.° Castiglione C.e Fra.° M.a Viale.
1704 1 Marzo. Decreto del M.c° Consiglio alla pena di B. 40 a cad.a persona che presuma prender lettame sulla strada della Colla solita vendersi nella pub.ca sub asta.
1705 14 8bre. Decreto del M.c° Consiglio che permette la Sepoltura ai S.g Massari della Città Consiglio la Sepoltura dall'Altare, e che nessuno vi possa interarsi senza il loro permesso alla penale di L. 25. NC.

1706-1707 in 1708

Paolo Fran.° Spinola q. R.do Federico Gastaldo. C.e Giuseppe Domenico Testa.
1707 1 8bre. Decreto del M.c° Consiglio in favore de Popoli di Vereso ("Verezzo") per gli aggravij sofrono da S.ri Prep.° e Can.ci Decimali.

1708-1709 in 1710

Agostino Fossa. V.° Fran.c° Gastaldo. C.e Pietro Gio. Sertorio.
1709 9 Genajo. Venne qui in S. Remo per 3 giorni e 3 notti tanta neve che per le strade ve n'era l'altezza di due Palmi e per le contrade tanto durò che le donne furono obligate a portarla via perché con quella neve che era gettata dalle terazze faceva un gran monte. Fu questa accompagnata da gran vento e fu tale il danno che ambedue causarono alle nostre campagne, che non si salvò un frutto di limoni, e cetroni, e pocchissime foglie si ritrovarono su gli alberi, essendo tutti restati come le roveri. Non andarono esenti in quest'anno dal freddo e dal gelo che quelle piante che erano vicine alle case. Le Olivi perderono anche le foglie e nelle alture seccarono quasi tutte, temendo ancora che non seccassero nelle bassure. Il Freddo che faceva pareva quasi intolerabile. Fu scritto da Genova che il vino si aggiacciava ne bicchieri e quel che è più l'orina nel vaso notturno si trovò agghiaciata. Da Torino si seppe che s'aghiacciò l'aqua vita di tre cotte e si spezzò il vaso dove era rinchiusa. Nell'Italia e nella Francia sono morte persone dal puro Freddo. In S. Remo però non s'amallarono gran gente ma in Genova in un mese e mezzo perirono più di 4000 milla persone, ed essendosi a qualcheduno fatta l'anatomia vi si trovò il sangue aghiacciato (sic).
Alle miserie sudette vi si agiunse una penuria di grano, che lo fece andare al prezzo di L. 36 per mina, e di questo se ne ritrovava poco, e quel pocco veniva dal Magistrato distribuito alle Gabellotte e nei mesi di Marzo per la scarzzesa si vendeva come si suol dire al pertuio e continuò sino al mese d'Aprile nel fine di cui si vendeva L. 50 per mina. L'oglio prima della neve valeva L. 26 in 27 il Barrile, e dopo la neve ascese sino a L. 34 e poco dopo a L. 40 in L. 42.
1708 16 9mbre Not.° Stef.° Staseri di Genova.
Il R.° Orazio Pianavia fonda in S. Remo una casa de S.ri della Missione, li assegna L. 60 mila in tanti Capitali. La Città di S. Remo v'ostano alla loro fondaz.e, ciò non ostante vi entrarono li 4 Agosto 1718 con Decreto del Trono Ser.m° et approvaz.e del M.c° Consiglio. Mons.r De Fornari Vescovo li 22 Marzo 1719 loro permette la detta fondazione.
1709 17 8bre Editto di Monsig.r Spinola contro li renitenti a pagar le Decime.
Alli 20 Aprile d.° Anno vengono in S. Remo et alloggiano nella Casa di Villa nominata la Chiusa del Capitan Gioseppe Ran no haldo d.° Lombrino, d.° anno li 13 luglio appiggionano l'appartamento a pian di terra e fondamenti del Palazzo Borea, e nell'attuale loro edificio da Oglio aprono la Chiesa, e vi si fermano sino al 1722.
1721 2 Giug.° in not.° Gioseppe Fizero il R. P.re Paolo Fi.° Nigrone, Superiore del Colleggio de P.ri Gesuiti di questa Città corne erede beneficiario del P. Ant.° F.co Xaverio padre Gesuita figlio del fu S.r Bernardo Palmaro vende alli S.ri Ab.e Pier F.c° Pesante q. Gio. B.a, e Pier F.co Sapia Bonetti nomina esclarando la casa posta alla marina con giardino per L. 21673, e li 4 8bre d.i Misionarij andarono ad abitare in d.a casa stata dichiarata da sud. Pesante, e Sapia compra da loro denari.
1738 d.i P.ri accrescono d.a casa sopra il Magazeno verso bosco 4 piani, e due piani verso mare di stanze.
1752 10 Marzo in Not.° Nicolò Pelice Giorgi d'Albenga comprano dal S.r Can.c° Decimale Gio. Ermeglia d.° Leone l'orto del canonicato attiguo al giardino di sud.a Casa per L. 9934, et indi litigano col S.r Can.c° Giac.° Viale successore per aver ivi d.i Missionarij fabricato e stante la fabrica della fortezza atterrano d.a fabrica, perché dominava, e volevano d.i P.ri si accettasse il fondo, ma poi si convennero mediante l'annuo pagamento in L. 300 vi à d.° CAn.C° che è successore in perpetuo per sud.° Orto.
1709 17 8bre. Decreto di Mons.r Spinola Vescovo d'Albenga contro 1i renitenti al pagamento delle decime in S. Remo.

1710-1711 in 1712

Filippo Spinola q. Gio Batta. V.° Gio. Giorgi. C.e Giacomo M.a Savona.

1712-1713 in 1714

Rollando De Ferrari V.° Gio. Andrea Filippi. C.e Crispino M.a Garello, quale morì, e in suo luogo Gio. Batta Garello suo figlio.
1713. Li 20 Agosto la Rep. di Genova comperò da Carlo VI Imperatore di Casa d'Austria il Marchesato di Finale in Liguria vicino a Savona, già Feudo dei Marchesi del Carretto, mediante lo sborso effettivo di un milione e 200 mila colonnati, del valore di L. 5 pari a circa 6 milioni di Franchi somma maggiore di ciò che valeva. Il Becattini pretende che l'Imperatore nella vendita si fosse riservato il diritto di ricuperare quel rnarchesato restituendo la somma ricevuta: ma di questo, dice Muratori, non v'ha parola nell'investitura conceduta ad essa republica. I Genovesi dunque ne divennero veri padroni, e legittimi possessori, sebbene Finale si continuasse ad appellare Feudo Imperiale. Perciò quando Maria Teresa nel Trattato di Worms cedeva ai Re di Sardegna tutte le sue ragioni sopra Finale, diceva parole vane e menzognere, perché suo padre Carlo VI se ne era spogliato con un atto autentico ed irrevocabile.
In quest'anno pel trattato di Utreckt fu assegnata la Sicilia alla Casa di Savoja, e ne andò a prender possesso Vittorio Amedeo II.

1714-1715 in 1716

Domenico Doria q. Gio. Batta. V.° Giuseppe M.a Curlo. C. Fran.° Xaverio Costa.
1714 a 17 7bre a ore 21 qui à morto Monsig.r Giorgio Spinola Vescovo d'Albenga, e li 18 d.°, riposto il suo cadavere in una cassa coperta di panno nero con croce rossa, fu alle ore 22 dal Clero associato il cadavero all'imbarco di esso per Albenga.
1714. 17 8bre. Elisabeta Farnese di Parma seconda consorte di Filippo V Re di Spagna allogiò in casa nostra, ed è nata li 3 8bre 1692, e fu sposata in Parma 16 7bre 1714, che fu condota in Spagna dal Duca Barbases.

1716-1717 in 1718

Gio. Filippo Raggio. V.° Gio. Batta Cavassola. C.e Gio. Agostino Trabucco.
1717 18 Xbre. Decreto del M.c° Consiglio in cui proibizione di gettare acque di sanze per le strade alla pena di L. 10 per ogni volta eccettuato quando decorreranno le acque piovane.

1718 in 1719

Carlo Giuseppe Doria. V.° Angelo Fran.c° Paxero. C.e Gio. Lorenzo Dallorso.
Del 1718 il sud.° Sig.°r Vicario Paxero morì, e fu sepulto nella Chiesa de PadriMinori Osservanti Riformati, in S. Francesco.
1719 15 Xbre: il sud.° Com.° Doria morì. I1 suo interro fu con intervento degli Oratorij sì publici che privati, de P.ri Min. O.i R.i, di tutto il Clero, e M.c° Consiglio. Si fece il giro da S. Siro sulla di cui piazza era sull'armi una compagnia de Scielti squadronati che sparorono, di poi si passò in piazza di S. Bastiano, ed indi alla Chiesa di S. Stef.° ove era altra Compagnia de Scielti che pure sparò. La matina seguente dal R.d° Clero ivi portatosi fu cantata la Messa solenne con instromenti musicali, e fu sepolto in mezzo la Chiesa con ponervi sopra la sua inscrizione scolpita in marmo.
1718. Per il trattato di Londra la Sardegna fu in iscambio della Sicilia assegnata in titolo e possesso di regno alla Casa di Savoia, e ne fu il primo Re Vittorio Amedeo.

1719 in 1720

Fran.co M.a Xaverio Doria sorrogato in luogo del fu suo Padre Carlo Giuseppe che morì li 15 Xbre 1719. V.o Paolo Giuseppe Isola qualle scusato dal Ser.m° Senato, fu in suo luogo elletto V.° Gio. Antonio Maccario. Ce Gio. Lorenzo Dallorso.
1720 3 Marz.° il Sig. Gio M.a Pianavia Roverisio q. Giovanni di Ceriana abbitante in Sanremo principiò a fabbricare il suo casamento qui in Saoremo attiguo alla casa delli Sig. Gastaldi, che è nella contrada del Palazzo Publico, e ponte di S. Siro.
29 7bre. I R. Missionari sono venuti in S. Remo ed hanno datto principio alla lor Fabrica vicina al mare, e nel tempo della Fabrica abitavano in casa Borea per anni 2.

1720-1721 in 1722

Gio Batta Giustiniano q. E.mo Britij. V.° Gio. Ant.° Maccario. C e Gio. Agos.n° Trabuco.
1720 28 7bre. Il R.d° Ab.e Pier Fran.c° Borea compra da P. Raimondo Pesante q. Ant.° la Capella di S. Ant.° da Padova al Convento per L. 450 come nelli atti del Sig. Giuseppe M.a Fisero, e di più in di atti vi è che d.° P. Pesantino ("?") alli 27 d.° si è convenuto con il Sig. Gio. Ant.° Bracco q. Tom.° con farsi cedere le ragioni che li competono sopra la sud'a Capella per L. 60 risalvandosi il d.o Bracco il jus che à sopra la seportura existintente innansi alla sud.a Capella.
1721 Marzo. Maestri Benedetto e Gio Ma suo figlio Breschi si sono obligati di sfondare Palmi cinque da Capella e di novo rifarla con pulirla per L. 300.
1721 18 76re in atti del nottaro Giuseppe Ma Fisero, si e fato l'instromento dal M.° R.d° Sig. Abe Pier Fran. Borea q. Gio. Batta, con il Marmoraro Gaetano Solaro di Genova per L. 2000 di fare un aitare compito di Marmo con due colonne nel sito nuovo frabricato, che vi era S. Ant.° e adeso intitolato S. Nicolò di Bari, e S. Ant.° nella Chiesa di N.a Sig.a delli Angeli al Convento e del 1722 14 Giugno fu di tutto ponto terminata, e in d.° giorno' dal Sig.e Ab.e le fu da lui celebrata la santa messa. L'ancona di sud.a Capella l'à fata Marco Antonio Franceschini di Bologna per 100 Scudi d'argento, e più 50 di regalo, che in tutto sono 150 scudi d'argento, e non restò sodisfato, e disse che non la vende, ma ben sì ne la regala. Nella riedificaz.e della Chiesa de P.ri Riformati d.a Capella fu levata, e rimessa e benedetta la Capella li 9 Febr.° 1766.
1720 14Xbre.
Il Spetabile Gerolamo Laura morto il di sopra giorno ha lasciate due case da S. Brigida al Sig. Prevosto pro tempore coll'obbligo la santa messa, altra in pane da darsi a poveri nella Festa del S. Nichola il Prevosto attuale R. Costanzo Martini.
1721/2 Fatura di 4 Busti d'Argento.

1722-1723 in 1724

Giac.° Grimaldo q. Ecc.mi Carl.° V.° Fran.° Gastaldo. C.e Fran.° M.a Rollandelli.
1723 a 13 Gennaio e stata terminata l'ostaria del Palazo da M.° Giacinto Rottondo de Porto Maurizio la fabrica e purimento dessa del Ostaria del Palazzo, a L. 2 la Cannella il purimento, astici, portari, non avendoli noi dato soIo la calcina nella fossa, ed è stato da noi sodisfato, come si vede nelli atti del Sig.e Giuseppe Ma Fisero la quitanza fatane sotto li 17 Gennaio 1724, e questa fabrica fu prima principiata da M.° Lorenzo Martino quando fu alle scale si trovò perso.
1723 2 Giugno. L'Altare del Crocefisso della Costa fatto da M.° Gaetano Solari costa L. 2796: 3: ciò è L. 2000 per li marmi e fattura L. 137 (in Not.° Giuseppe Fisero) spesa per rifare o sfondare da Capella e L. 699: 3 fattura del Crocefiso fatto da Antonio Ma Maragliano compresa la sua Croce, ed ornamenti.
1722 31 Gen.° Decreto del M.CO Consiglio su relaz.e de M. Nicola Morardi e Michele Palmaro toccare all'Orat.° e Chiesa di S. Donato di Verezo in cui dichiarano nudi tutti li atti fatti da uuomini di Verezo, e nulla l'ellez.e del Capellano, e Massari et altri decreti.

1724-1725 in 1726

Ippolito 7timio Invrea q. Marcello. V. Giacinto Ma Gibbone. Ce Dome.° Ant.° Gianini. 1724 12 Aprile copia di decreto del Ser.m° Senato sopra suplica del M.c° Consiglio che li Bargelli e Famigli non possano ritornare in officio se non passati anni dieci.

1726-1727 in 1728

Filip.° Gentile q. Marc'Ant.°, Vicario Gio. Giac.° Scrigna, Cancelliere Fran.° M.a Rollandelli.
1727. 19 7bre. Il Sig. Giacomo An.° Boni pitore Bolognese per L. 2500 dipinse il volto di N.a Sig.a della Costa, e per li stuchi L. 3000, al Sig. Gio. Siro Ferrata Stucatore pagati, per d.i stuchi, e L. 50 pagate al Sig. Gio. Batta Vanente per sua fatica per indorare d.i stuchi, e L. 354:6:4 spese diverse, come per giornate di masacano, giornate di donne, corde, chiodi, conche, ed altre cose necesarie a d.a Opera, che in tutto ascendono a L. 3204:6:4 e in queste L. 354:6:4 vi è compreso la calcina e arena presa all'Arenella e il purimento in possolana al difora di d.° Coro.
1726. 20 Xbre. Il M.c° Consiglio conciede per decreto alli Consoli de fabri Murari M.ro Carlo Sasso, e Al.ro Gio. M.a Bresca il giure di fabricare nella Chiesa di S. Giuseppe ad onore de SS. 4 Coronati la sua Capella.
1727. 19 Gennaio. Li sud.i Consoli dell'arte de fabri murari s'obbligano fabricare la Capella in sud.a Chiesa con obbligo di mantener il tetto elastico di d.a Capella, e proveder la med.a d'ornamenti, e candelle nel giorno della sua solennità, ed anno avuto il permeso di raccogliere le elemosine per la festa de Sud.i SS.mi 4 Coronati come da instrumento rogato dal nottaio Sig. Pier Fran.° Martini.
1727. 17 9bre. Decreto concernente la costruz.e d'un casone alla guardia delli Ospitaletti cioè attiguo alla casetta della guardia con dichiara che atteso l'abbonamento fatto da M.ci Deputati ad Ant.° Zirio di certa somma d.° Casone resta della M.ca Comunità.

1728 e 1729

Bernardo Sopranis q. Sebasti.no, V.° Gio. Bened.° Rossi, C.e Pie.° Vinc.zo Gastaldi.
1729. 25 Agosto: seguì in quest'anno sollevazione per le caose come da fatto difuso in Fogliazzo.

1729 e 1730

Fran.co M.a de Franchi q. Gio. Stef.° Commisario sorogato, V.° Gio. Benedetto Rossi, C.e Pietro Vincenzo Gastaldi.

1730-1731 in 1732

Fran.co M.a Spinola q. Federico, V.° Pietro Gio. Capriata, C.e Fran.co Vinc.zo Solaro. 1732. 10 Maggio: li Consoli anno fato fare la Capella di S. Isidoro dal stucatore Colombo che in tutto vi è compreso calcina, gipo, ferri e materiali, L. 345.
1731. 4 9bre: sovra supplica fatta dagli Agricoltori di questa Città, il Magnifico Consiglio con decreto à permesso a d.i Consoli, e sono stati et elletti Gio. Musso q. Ant.°, Giacomo Aicardo q. Batta, Gio. M.a Farixano q. Luca, e Gio. Batta Scarella q. Ant.° di costruere nella Chiesa di S. Giuseppe la Capella di S. Isidoro.
1730 in Not.° Lorenzo Martini.
Obbligo de S.ri Conte Gio. Roverizio, q. S.r Conte Gio. M.a e fratelli per la capella di S. Felice ne Capuccini stata cessa in parola al Conte Gio. M.a Padre.
1731. 6 Genaro. Venne gran neve che restò per un palmo e più d'altezza nelle strade e gelarono li Frutti e molti Alberi di Lemoni.
1731. 19 7mbre. Decreto della Sacra Congregazione de riti di poter celebrare in S. Siro Messa ne giorni di Festa di precetro un ora circa doppo il mezzo giorno.

1732-1733 in 1734

Carlo Pompeo de Franchi, V.° Gio. Lanzavecchia Negrini, C.e Gio. Agos.no Sifiredi.
1733. 25 Marzo. L'ancona di S. Isidoro è stata fata in Genova dal Sig. Giacomo Boni Bolognese per L. 350 ed oggi è gionta qui, in S. Remo da colocarsi alla Capella delli lavoratori nella chiesa di S. Giuseppe in la Palma soprana e nelle L. 350 vi è compreso il telaro, tella, e colori.
1734. 25 Feb.°: in Not.° Cancelliere Lorenzo Martini.
Retifica di donazione fatta dal M.co Consiglio a Padri Gesuiti coll'obbligo della presente Iscrizione.
D. O. M.
Divo Stephano Protomartiri templum vetustate collapsum Comunitas S.ti Romuli Aere proprio magnificentius reedificatum dicavit. Societati Jesu Patres ab eadem dono acceptum suis sumptibus in hanc usque aream protensum exornabant
documentum in actis Laurentij de Martinis Notarij sub die Februarij 25 1734
.
1733 11 Feb.° Not.° Stef.° Fabiano.
Testamento del Capitano Stef.° Moreno q. Gerol.° in cui instituisce Capellania, scuola, e dotazioni di Figlie.
1734. Processione col quadro di N.a Sg.a della Costa per la Pioggia: accompagnata nell'atto d'uscire dalla Pioggia quale e continuata tutta la notte.

1734-1735 in 1736

Camillo Doria. V.° Gio. Ant.° Maccario. C.e D.° Gio. Agostino Siffredi.
1734 Agosto. il Sig. Abate Pier Fran.° Borea à fato fare la muraglia soprana della villa, e nel medemo tempo à comprato per L. 300 da Madalena Arnaldo Pesante.
1736 a Aprile sono repasati 6.000 Soldati a cavalo Spagnoli che andavano in Spagna, e sono pasati in più volte, ciò è 600 in 700 per volta, e riposarono in S. Remo due notti, e alli 4 di maggio terminorono il suo pasaggio.
1735. furono poste a suo luogo le due statue di S. Gio Batta, l'arta (per "altra") di S. Gio Apostolo nella Chiesa di Na Sig.a della Costa, e in d.o anno furono fate le tre statue di S. Giuseppe, di S. Gioachino e S.a Anna che sono all'Altare maggiore, e queste pure sono state fate da Maragliano.
1734. 25 Febraro. Ratifica fatta dal M. Parlamento a R. P. della donazione fatta da Gregorio XV a R. P. della Compagnia di Gesù con obligo di porvi a d.a chiesa la Seguente Lapide.
D. O. M.
Divo Stephano Protomartiri
Templum vetustate collapsum
Communitas Sancti Romuli
Aere Proprio
Magnificentius reedificatum dicavit
Societatis Jesù Patres ab eadem dono aceptum
Suis Sumptibus in hanc usque aream protensum
Exornabant

1734 6 Gen.°. Decreto del M.co Consiglio, che nessuno possa gettar acque brutte, oliacci, et altre acque immonde per le strade alla penale di L. 4.
1734 in Not.° Pier F.° Martim. Cessione del gius di Capella, e sepoltura al S.r Conte Giuseppe Sapia Rossi da Capucini nella loro Chiesa.

1736-1737 in 1738

Angelo Giovo. V.° Gio. Bernardo Bernabò, C.e Fran.° M.a Cerruti.
1737 a ("?") si colocorono le due statue di S. Zacheria, e di S.a Elisabeta state fate da Maragliano, nel oratorio di N.a Sig.a della Costa.
1737 a 28 Febraro. Li Consoli di S. Isidoro anno principiato a fabricare la Capella di d.° Santo nella Chiesa di S. Giuseppe, e in d.° anno alli 17 Marzo fu Benedetto d.° Altare.

1738-1739 in 1740

Filippo Giustiniano, V.° Federico Sanguinetti, C.e Gio. Batta Pesclo.

1740-1741 in 1742

Fra.° M.a Saoli q. Luiggi, V.° Vincenzo M.a Bucelli, C.e Fra.° M.a Cerruti.
1741. 7 Agosto: si è dato principio a fabricare la Capella di Nostra Sig.a del Borgo dal R.do Filippo Borea.
1741. Nel Governo del d.° Sauli ["Governatore di Sanremo come ancora si apprende dal Manoscritto Borea"] furono presi varij muli di Sfroxiatori Piemontesi che sfroxiavano il sale per il Piemonte, e catturate le persone, una notte donque vennero all'improvviso altri sfroxiatori compagni armati che di notte s'impossessarono delle strade, e sparavano colpi di pistolla cossì che vediendosi fuoco da tutte le bocche delle strade, tutti le persone stavano ritirate in casa né sapevano il mottivo di detti colpi, onde preguardate de strade altri sfroxiatori sforzarono le porte delle priggioni, li sbirri, e soldati Corsi di guardia al Palazzo furono intimoriti, e si portarono via li priggionieri, e li muli che erano nella stalla Borea, et il S.r Commis.° si lamentò che non fosse uscito alcuno del Paese ad impedire tale impertinenza.

1742-1743 in 1744

Batta Chiavari. V.° Pietro Ant.° Savona. C.e Nicolò M.a Maglio.
15 8bre. I Padri Gesuiti hanno principiato a fabricare le scuole nuove attigue alla chiesa de denari del Padre Paolo Franc.° Negrone di d.a Società.
1742.il S.r Gio. Batta Chiavari Commissario fece alzare sul terrazzo del Palazzo publico delle Troniere e guardiole, et alla porta di d.° Palazzo far un recinto co roghelli e guardiole, il che poi fu demolito ad istanza del Magnifico Consiglio.
Il I Febbrajo fu segnato, e nei primi di Marzo pubblicato il celebre Trattato Provvisionale. 1° articolo fu che Carlo Emmanuele Re di Sardegna e la Regina Maria Teresa si alleavano per assicurare l'Italia dagli Spagnuoli. 2° Carlo Emanuele promise che ove fosse astretto ad altra lega, dovea avvisarne un mese prima M. Teresa. 3° assicurava in tal caso di non usar le sue armi contro la Regina ne direttamente, ne indirettamente contro lo Stato di Milano, sopra cui vi ha e conserva le sue pretensioni, in rapporto alle quali si riserva trattarne in appresso con la dovuta maturità.
1743.
Li 13 7bre fu conchiuso il celebre trattato di Worms in virtù del quale Carlo Emanuele Re di Sardegna I rinunzia a Maria Teresa e suoi discendenti tutti i suoi diritti sopra lo Stato milanese. 2° Si obbliga di riconoscere ed accettare l'ordine della successione stabilito nella Casa d'Austria per la prammatica Sanzione. 3° di difendere gli Stati Austriaci in Italia e crescere le sue truppe a 45 mila uomini. Maria Teresa in correspettivita cede al Re di Sard.: 1° il contado di Anghiera, 2° Vigevano con tutte le sue dipendenze, 3° tutto il territorio posto alla riva occidentale del Lago Maggiore, abbracciando Arona, e tutta la riva meridionale del Ticino che scorre fino alle porte di Pavia, 4° Piacenza col suo territorio di qua dal Po fino al fiume Nura, 5° tutti i suoi diritti sopra il Marchesato di Finale, 6° crescere sue truppe in Italia a 30 mila uomini. L'Inghilterra obbligavasi di pagare al Re Carlo, per contribuire al mantenimento di sue milizie, 200 mila lire Sterline annue per tutto il tempo di quella guerra: e mantenere nel meditertaneo una flotta per secondare le Operazioni militari sul continente e nuocere a' nemici. V Muratori. Minutoli.

1744-1745 in 1746

Girolamo Spinola q. Fra.co M.a, V.° Giuseppe M.a Scribani. Cancelliere Giulio Cesare da Cella del d.° 1746 e venuto in Maggio Nuovo Vicario Giuseppe Fascie, e Cancelliere Gio. Batta Massone.
1745. 30 7bre. Comparisce da Levante una scuadra Ingrese di 7 navi di linea e 4 bonbarde comandata dal Ammiglio Rodnei, o pure dal Mateus ed il Conte San Sebastiano Piemontcsc, ed apena gettata l'ancora restano in calma. Il Publico spcdisce li Sig.ri Conte Gio. Roverizio, Ant. Palmaro q. Bartolomeo, Gio. Ant.° Sardi q. Paulo Fran.co e Giuseppc Giofiredi q. Giacomo Maria a complimentare il Generare, ed offerire rinfresco. Sono ricevutti da un Officiale con poca grazia, ed intima la partensa sotto pena del arresto. Si ritirano, divorgano il successo, et ogniuno pensa a garantisi dal pericolo delle bonbe imminenti: alle ore 21 conmincano le bonbe anche incendiarie, la prima cade nelle case dell'Ill.m° Spinola vicine al Palazzo Borea, la seconda in casa del Sig.e Gio. Batta Stella, e continuano con danno però poco della Città. Il l'indimani sospendono di tirare bombe, e due navi approsimatesi più a terra cannonegiano la Citta sino a sera, a ore 21 il Bastione e Castello tirano qualche cannonata sopra le navi, nel tempo stesso con lance armate si impadroniscono delle Barche del Patron Gio Batta Margotto detto Catraro, e Patron Stef.° Dandreis detto Bisaro, e se le portano via. Sono però obbligate dette Lancie a ritirarsi stante il vivo fuocho che faceva dal Muolo unito a Paesani un picheto di Soldati Spagnuoli rimasto del armata Spagniola. Li 2 8bre partì di buon matino detta Scuadra. In tal fatto, è rimasto morto un soldato Spagniolo, una donna, e detto Patron Stef.° Dandreis detto Bisarro.
1746. 24 7bre. Li Francesi hanno preso 13 cannoni a San Remo e li hanno portati in XXmiglia ed hanno presa tutta la polvere per combattere contro de Savojardi.
27 d.°. E' entrato in S. Remo il Re sardo con tutta la sua gente e la sua truppa, ed alloggiò in casa de Sig.ri Borea il Re Carlo Emanuele con suo figlio Vittorio.
1747. Sono partiti i Savoiardi a 18 Giugno, ed a 20 d.° sono arrivati i Spagnuoli, col loro Real Infante d. Filippo che alloggiò nella medesima casa Borea.
1745 2.3 Xbre.
Compra di otto Pezzi di Canone di ferro di nova liga dalla Fabrica di S. Gervas di Calibro di lb. 18 fiaminghe con suoi carri polvere, palle, cughiare, refollatori, scartocci et altro compra in ToIone dal Nobile Francesco Luasseur de Villeblanch Intendente Generale della Marina da Sig.ri Gioseppe Rambaldi, e Francesco Carlo deputati dalla M.a Comunità di S Remo compri per conto della med.a per il prezzo di Franchi 12.290:16:7.
1746. 22 7mbre. Canoni presi in S. Remo da Francesi parte trasportati nel Forte di XXmiglia, e parte in Antibo per ordine di M.r de Millebois, e Brigadier della Perouse Colonello del Regimento Bloiois.
Canoni 6 liga di S. Gervas, altri 6 canoni di Svezia Canone 1 di Bronzo. Polvere Barili 94, carrette 14, miccia c.a 4, Palle n° 2500 con tutti li ordigni necessarij, avendo fatto in pezzi le bandiere della Comunità.
d.° anno 17 9bre Canoni tre di bronzo portati via per ordine di S. M. il Re di Sardegna. Il primo Cantara 35 e voto 4 di calibro da lb. 27 palla, il secondo Cantara 34:91.24, il terzo la Zingara Cantara 24:12:12 e vi era dipinto S. Romolo, che in tutto pesavano Cantara 94:7 tutti coll'armi della Comunità.
I1 1° di Maggio di questo anno fu conchiuso il Trattato di Aranjuez ove per parte della Repubblica di Genova era Amb. Girolamo Grimaldi.
Per esso i Genovesi si obbligavano d'ajutare i Borboni di Spagna, Francia, e Napoli nella guerra contro l'Austria e l'Inghilterra, tenendo un' armata ausiliaria di 10 mila uomini ben fornita con 36 cannoni. I Borboni in correspettivita guarentivano alla Repubblica il marchesato di Finale, ed altri piccoli Feudi, oltre 30 mila Scudi mensili durante quella guerra, e 10 mila per una sol volta.
1746 27 7mbre.
Priori del M.co Consiglio in luogo di Comm.rio.

1747

I Gallispani tentarono imprese nuove nella riviera di Ponente e nelle Alpi maritime, ed acquistarono nell'Autunno il Castello di Ventimiglia e qualche altra utile posizione.

l746-1747 in 1748 a 17 Marzo

Marc'Antonio Carenzio del Finale. Giambatta Bottero di Limone, Vicario Giacomo Casatroja del Finale Canc.re Governo Regio.
1746. 22 7mbre partì per Genova il S.r Gerol.° Spinola Commissario.
27 detto, entrò in S. Remo S. Maestà il Re di Sardegna Carlo Emanuele, col suo primogenito Vittorio Amedeo Duca di Savoja, et alloggiarono nel Palazzo Borea.
1747. 1 9bre Canoni 4 Svezia condotti dalla Bordighera per conto et ordine di S. Maestà Carlo Emanuele, cioè 2 da lb. 12 e due da lb. 8 di palla peso fiamingho. Piu li 10 d.° Canoni due Liga di S. Gervas da lb. 18 palle Fiaminghe et altro di Svezia da 1b. 12 fiaminghe con sue carrette e palle 294 fiaminghe da lb. 18.
1748 4 8bre.
Fu imposta da S. M. Carlo Emanuele Re di Sardegna contribuzione sopra la Riviera di Ponente da Savona in qua passata in suo dominio, qual Contributo era di L. 150 mila Piemonte, et a compimento di d.a Somma fu carricata Savona per 15mila, Finale per L. 24.183, Albenga per L. 48.789, e S. Remo per L. 62.028 avendo fatto sud.e Città Capi quartieri degli altri Luoghi, fra questi sotto il quartiere di S. Remo era il Porto Morizio.
(1748) Li 18 8bre 1748 fu segnato definitivamente il trattato di Aquisgrana dall'Inghilterra, Francia, Spagna, Austria, Piemonte, Genova ecc. In virtù di esso l'Infante Spagnuolo rinunziava ad ogni titolo sullo Stato di Milano, contentandosi dei tre Ducati di Parma, Piacenza, e Guastalla. L'Infante D. Carlo fu confermato nel Regno delle due Sicilie. Francesco di Lorena Sposo di Maria Teresa, e gran Duca di Toscana, fu riconoscinto Imperatore di Germania. Al Re di Sardegna si restituì da Francesi quello che era stato occupato durante la guerra, e Maria Teresa gli riconfermò il possesso delle tre porzioni smembrate dal Milanese, cioè del Vigevanasco, dell'Oltre Po Pavese, e del Contado di Anghiera, detto Alto Novarese. Il resto del ducato Milanese, e con esso il Mantovano fu lasciato all'Austria. Il Duca di Modena rientrò in possesso d'ogni città e villaggio che fosse stato occupato. Alla Repub. di Genova si restituirono dal Re di Sardegna franche e libere tutte le terre che le avea tolte, ed in ispecie Savona e Finale. Furono anche richiamate di Corsica le truppe Piemontesi che Carlo Emanuele vi avea spedite sotto il comando del Cav. di Cumiana. Così l'Italia entrando il 1749 si ripose in pace.

1748 17 Marzo in 1749 11 Feb.°

Vacanza di Comm.rio Giambatt.a Bottero , vicario Governatore Giacomo Casatroja Canc.re.
1748. 17 Marzo partì da S. Remo il Sig.r Corenzo doppo un rigoroso Sindicato. A 31 Xbre ritornò il Vicario Regio Savojardo et alli 8 Feb.° 1749 alla sera partì e li 11 Feb.° detto anno 1749 gionse da Genova il S.r Gio. B.a Raggio Commissario Generale per la Ser.ma Rep.ca e passò S. Remo dal dominio Sardo di nuovo al Genovese.

1749

Fu tenuto un Congresso in Nizza Maritima dalla Spagna, Francia, Austria e Piemonte, ove si spiegarono e diluirono alcune dubbiezze sul Trattato di Aquisgrana, e si venne all'adempimento di esso.

1749 11 Febraro in 1750 e 1751

Gio. Batta Raggio q. Gio. Filippo. Vicario Giuseppe Fasce, Cancelliere Gio Batta Massone.
1751 di Febraio è stato fabricato e stucato l'altare maggiore nella Chiesa di S. Giuseppe che prima era amezzo del santa Santorum.
1750. Testimonij circa l'ellezione de Capellani di S. Donato alla Magnifica Comunità e fabrica della casa per l'abitazione de medesimi.

1751 in 1752 e 1753

Giuseppe Doria, V.° Gio. Tommaso Maccario, C.e Fran.co M.a Basso.
1752 15 Xbre. Il R.do Giacomo Bottino q. Sp.e Gio. Batta à dedicato a Nostra Sig.a della Mercede ("prima era stato scritto, e poi corretto, Misericordia") una Capella posta in sua casa della palma, ciò in una stanza a pie di strada con porta publica ed esso l'à benedetta e celebrato la prima messa.
1751. 11 7bre. Il M.t° R.do P.re Giantommaso Porrata da Genova, Guardiano di questo Convento de Riformati [si legge ancora nel Manoscritto Borea] supplica il M.co Consiglio acciò venga riparato alla Chiesa di N.a Signora delli Angioli, altre volte chiamata S.a M.a della Consolazione, quale minaccia ed inabile a celebrarvisi le S.e Messe. I1 M.co Consiglio in coerenza ellegge Fabbricceri della med.ma Chiesa 6 diputati senza pregiudicio delli giuri ("diritti") della Comunità sulla stessa Chiesa.
1752. 8 Luglio. Il Magnifico Consiglio sulle istanze de Sig.ri Fabbriccieri Diputati e del P.re Guardiano dà facoltà a d.i Diputati di gettar a terra la Chiesa di S. M.a degli Angioli e delibera L. 400 da spender in vantaggio della stessa; come pure dà l'aotorità a medesimi di vender i siti delle Cappelle di essa Chiesa decaduta alla M.ca Comunità a que soggetti meglio visti per spendere il ricavato da essi nella fabbrica della stessa Chiesa.
1752. 7 Aprile: si diede principio alla escavazione della soglia della Chiesa da Levante nel Chiostro,e davanzale di d.i P.ri et alli 18 si mise la prima Pietra da M.ro Pietro Asquasciato q. Giac.° d.° Perroccio, onde si andava escavando, e murando d.a soglia quando pervenuti al mezzo della Chiesa vi era ancor la semplice muraglia del corridore dello Chiostro che reggeva quantità di getto, questa si abbatte e vi restarono rnorti un frattello per nome Fra Pasquale di Verezo, M.ro Fran.co Sasso q. M.ro Carlo, e due giovani di Bajardo restarono sotto d.° muro maltrattati, che tra un mese guarirono, e per rottura col P.re Guardiano M.ro Piero Perroccio passò la direzione della Fabrica in M.° Giacinto Rettondo del Porto Morizio che continuò sino a Xbre.
1752 13 Marzo: in atti di Nicolò Giorgi Not.° d'Albenga.
Il Can.co Gio. Ermeglia vende a S.ri Missionarij una sua terra ortiva del Canonicato coll'obbligo d'impiegare a favore di d.° Canonicato L. l0000 all'anuo reddito del 3 per %, quali L. 300 s'obbligano pagarle ogni anno sino a che abbiano fatto d.° impiego. L'orto è attiguo alla loro casa verso mare, ove anno fabricato ma per la costruzione della Fortezza è stata demolita la fabrica.
1752 12 9bre.
Editto di Mons.r Costantino Laura Vescovo d'Albenga riguardo al Capelano di S. Donato Curato di Verezo con ord.i d.i in quello.

1753

13 ("Agosto cancellato con tratto di penna") Giugno.
13 Giugno.
Agostino Pinello per Commissario straordinario: e vi era per Avvocato Fiscale Fran.co M.a Sartorio, e Bernardino Carrosso suo canclilere.
1753 4 7mbre.
12 Giugno alla Sera.
La Sera delli 12 Giugno 1753 terza festa di Pentecoste, circa un' ora di notte, dando sudore un imrnagine del Santo Bambino e di Maria SS.ma dipinti sopra un quadro di legno ovato in Casa di Patron Antonio Novaro, et a tal aviso essendomi portato io infrascrtto Preposito con altri Sacerdoti ed avendo fatto orazione inanzi d.° quadro, indi ben osservato alla presenza di moltissimi concorsi a veder tal prodigio, si vedeva chiaramente e distintamente il Sudore che usciva dalle dette Santissime Immagini, et io lo asciugai più volte con della carta e con tela, indi con la maggior venerazione, e recitando lodi con voce bassa , con gran numero di Popolo lo portai coperto nell'insigne Collegiata e Parrochiale di S. Siro, e lo posi a piedi del Crocifisso su l'Altare maggiore. Indi la mattina seguente comparvero prima di mezzo giorno le Galee con altri bastimenti carrichi di soldati et alla stessa sera verso le hore 23 cominciarono a tirar cannonate e poi Bombe a questa Città tutta la notte et nel giorno, poi cessò l'ostilita, e la qui lasciata tela nova e parte di quella con la quale io stesso asciugai il Sudore a dette Santissime Immagini per et in fede.
San Remo li 20 Marzo 1758.
Per Copia conf.e Gian Batta Galli Prep.°.
Copiata da nota del Carattere del Preposito Galli nominato dal Capelan Giuseppe Novaro trascritta e annessa.
Passando detto quadro della Vergine, essendo la strada barricata passò al portico di casa e fu scoverta in pochi nel solaio di Casa Nostra.

1753 13 8bre in 1754 e 1755

Francesco Maria Saoli q. Luiggi. V.° Giacomo Lionardo Gibboni. C. Francesco Saverio Palano.
[ 1714 a 17 7bre a ore 21 qui è morto Monsignor Giorgio Spinola Vescovo d Albenga, e li 18 d.°, riposto il suo Cadavere in una cassa coperta di panno nero con croce rossa, fu dal Clero associato il cadavero all 'imbarco di esso per Albenga] ("periodo tra parentesi quadre cancellato nel manoscritto con tratto a penna").
1754 24 9bre. In atti del Signor Xaverio Pallano Not. si è convenuto col M. Gio. Anfosso di Taggia per fare il ponte del convento attiguo alle foresterie delle R. Madri Salesiane per il prezzo di
L. 1675
e per regalo L. 100
e per altre spese L. 86:10
("totale")L. 1861:10
1754. Essendosi bruciato in occasione del presepio la Capella de Signori Roverizio de Capuccini, dal S.r Giac.° Filippo fu rifatto l'ornamento di noce e nuova Ancona dipinta dal Pittore S.r Maorizio Carrega.
1753. Il 1° Febrajo il Senato di Genova decretò che San Remo e Colla formassero due distinte Comuni, separate di beni e di distretto. Smembramento eseguito dal Commissario Doria e dal Colonnello Vinzoni. I San Remaschi ne furono egreterenti ("?") e cercarono coll'armi di opporvisi. Il Senato spedì allora tre galee ed alcuni bastimenti carichi di milizie sotto il comando del Generale Agostino Pinelli, il quale giunto fece fuoco contro le mura con alcuni cannoni ed una bombarda, e sbarcata la soldatesca s'impadronì de luoghi adjacenti per esser meglio a tiro di vincere. Allora San Remo mandò due Deputati ad implorare perdono, e a promettere Sottomissione. Però Pinelli co' suoi entrò in Città e s'im possessò del Castello, de forti, e dell'Artiglieria, disciolse il par lamento, trasmise il pubblico Archivio a Genova, non che la grossa campana del Consiglio, demolì la somimità del Carnpanile, fece in pezzi le armi della Città, imprigionò parecchi Ecclesiastici, e primarij possidenti, e quattordici furono condennati, chi alla mor te, chi all'esiglio.
In ultimo impose una contribuzione di 80 m. lire da pagarsi in due ore e poco dopo un' altra di L. 100 m. da sborsarsi in 6 giorni. Il Becattini Storico del Sec. 18 lib. 2 all'a. 1754 fa ascendere le contribuzioni imposte a più riprese a L. 260 mila.

1755 16 Gingno 1756 in 1757

Francesco Maria Gaetano Doria. Vic.° Bernardino Cerruti, C.e Gioacchino Maria Molinari.
Ne primi giorni del suo governo di Luglio [1755] suddetto Governatore Doria [recita all'anno 1755 il Manoscritto Borea] ordinò che tutti li Magistrati dovessero intervenire nella Chiesa Parochiale di S. Siro ove inter Missarum solemnia, il Padre Reghezza di Taggia de Minori Osservanti di S. Francesco fece un Discorso, e finita la Santa Messa si portò con tutti li Magistrati e Capi di strada processionalmente cantando le letanie della Vergine Maria, quando furono al verseto Sa1us Infirmorum, alla mattina al FORTE DELLA MARINA ove erano già fatti i fondamenti a pian di terra, e nel Baluardo verso levante fu benedetta dal Reverendo Sig.e Preposito Gio. Batta Gollo una grossa pietra, quale nel mezzo aveva un incavo, ove fu riposto la Reliquia di Santa Tecla Vergine e Martire, ed una moneta d'argento in cui da una parte v'era scritto Francescus Mariaa Doria Gubernator pro Serenissima Repubblica e dall'altra parte vi è l'arma della Serenissima Reptubblica. E questa moneta è un scudo da L. 5 di Genova avendoli levato l'impronta della Concezione, e fatale col bolino la suddetta inscrizione.
A 20 Agosto giorno della festa di S. Bernardo titolare della Chiesa de' R.di P.ri Cappuccini si è celebrata la messa all'altare maggiore, stato fatto del tutto nuovo a spese del Reverendissimo P.re Francesco Rebaudo de Castelfranco attuale provinciale di detta Religione de' Cappuccini. Sendo la mensa di detto altare di materiale e consecrata è stata trasportata intieramente in detto nuovo altare due palmi in tre circa verso la Chiesa, o sia verso la Porta maggiore.
1755. Fece una notte così orrenda, ed un freddo così forte che gelarono tutti li frutti Limoni e Cetroni senza ne pioggia ne neve venuta precedentemente.
1755 Novembre. Terremoto di Lisbona che si sentì in S. R.
1756 a 16 8bre. Passò la Regina di Spagna Farnese dalle Rive e gionse in S. Remo a ore 18 in 19 ed alloggiò in casa (nostra ="cancellato con tratto di penna") Borea.

1757 26 Giugno 1758 in 1759

Nicolò Alessardro Giovo. Vic.° Radaele Carbonara Canc.re Giac.° Molinari.
1758 17 7bre.
Decreto di Monsig.r Vescovo Costantino Serra contro renitenti al pagamento delle decime alli P.ri Preposito e quattro Canonici alla penale della scomunica maggiore.
1759 in Aprile si è cominciato il Portone della nostra Gavota ed ultimato li 15 Giugno di d.° anno, ove prima la porta era a mezzo della muraglia, e si è trasportata atigua alla casa del fu Medico Gallo: di poi si è fata rimodenare la porta con la cimasa del giardino atiguo alla casa del Sig.e fu Fran.co Sapia Bonetti: il Stucatore è stato Matteo Pascale de Carli de Piani villa de Porto Morizio.

1759 25 Maggio in 1760 e 1761

Visconte Cicala. Vic.° Nicolò Leone. Canc.re Giambatta Gandolfo.
A 6 Aprile il P. Giuseppe Ferreri da Genova à ripigliato la fabrica della Chiesa di N.a Sig. delli Angeli.
Detto anno e giorno li sudetti sono stati li primi ad abitare i1 pubblico Pallazzo ristorato ed in conseguenza è stata liberata da tal'alloggio la nostra casa. Il Capo Dopa ("Dopa" sta per "d'opera") è stato il pitore che à dipinto le armi al di fora, è il Sig.e Fran.° Carega del Porto Maorizio, come pure il saloto à dipinto verso bosco.

1761, 14 Maggio e 1762 in 1763 20 Giugno

Angelo Asdente, Vicario Diego Nossardi, C.e Gio. Batta Gandolfo.
1762 20 Maggio. Si è indorato l'organo e pulpito e fatta l'orquesta nuova in San Siro col tetto del coro come pure l'astrico del Sancta Sanctorum e Coro di marmo in detta Chiesa e nel giorno del Corpus Domini si sono messe le tapesarie nuove del coro con il frixo nuovo di veluto per tutte le tapesarie, e costa L. 5000 circa.
1762 Luglio si è aperta la chiesa del Oratorio secreto di Nostra Signora de 7 dolori, e vi si è messa la lapide di marmo con liscrizione sotto l'immediata protezione del Senato Ser.m° .
1762 in 7mbre Si è eretto il scenario fatto di nuovo nell'ospedale e si sono recitate Opere in musica e comedie e l'altare di d.° Ospedale è stato fondato e rinchiuso.
29 9mbre. Si è cominciato a celebrare messa all'Altar maggiore della nuova Chiesa riedificata di S. Maria degli Angioli a cura de' Padri Riformati con predicche in forma di Missione per tutto l'advento dal P.re Fran.co Ludovico Grossi oriondi di Mentone, e il Padre Guardiano e il P. Giuseppe Ferrari da Genova.
Fu li 27 7mbre. Si è cominciato [detta ancora il Manoscritto Borea] a coprire questo FORTE DI S. TECLA da scielti, o milizie colla Compagnia di Taggia, per compimento della guarniggione di truppe Italiane o Paiseli di Genova, stati da qui ritirati per spedirli in Corsica, onde suddetti Taggiaschi sono stati sino li 27 8bre. Di poi sono venuti per la muta li XXmigliosi, e li 27 9bre, li 8 luoghi di XXmiglia li anno relevati e li 21 Xmbre sono stati rilevati, ed è venuto li scelti di S. Stefano, e Riva. Alli 21 Gennaio 1763, sono venuti 40 scielti da Ceriana e a 21 Febraio sono venuti li Baiardenchi e Castellusi, li 22 marzo sono venuti queli delli Molini di Triora, Andagna, e Corte, a 22 Aprile Triora suono venuti, a 21 Maggio Busana, 30 e Montalto 18, a 21 Giugno Barauco, a 21 Luglio Dulcedo, a 21 Agosto Sivezza, a 21 7bre Porto Maurizio. A 21 8bre anno di novo principiato a far il giro li Tagiaschi, a 21 queli di XXmiglia, 1765 5 Maggio li Baiardenchi e Castelfranchi sono stati li ultimi ad essere a montare la guardia in Fortezza.
1762 18 8bre li Padroni e marinari anno fato fare un quadro di S. Erasmo dal pitore Giacomo Raimondo d.° Francia, e nel mezzo di d.° quadro vi à collocato un quadreto ovale di N.a Sig.ra dipinta sul legno, la quale è stata regalata a P. Ant.° Novaro da un Moscovita, quando d.o Novaro si trovava in Norveggia, e li dise che la prese in Moscovia, e del 1753 12 Giugno detta immagine sudò, per ore tre, in casa di P. Giuseppe fratello di P. Ant.° che abita al mare e alle 2 ore di notte dal Sig.e Preposito con varie fiacole acese processionalmente fu portata in S. Siro e messa sopra l'altare maggiore, si fece per un quarto d'ora di preghiera, e nel medemo temo vi concorse tanto Popolo che la Chiesa si riempì e detta Immmagine andava sudando a tale segno con testimoni; e il Canciliere di Monsig.re Vescovo anche esso presente ne fecce atto e il Sig.e Preposito preso un foglio di carta stracia la siugò, alla Matina fu apesa coperta di un vello bianco al chiodo de piedi del Christo, e vi è stata sino a questo giorno.
1763: 27 Giugno. Memoriale al Governo dei Regolamenti relativo a trogli costrutti dalli Ospitaletti oltre il numero e per i Limoni che introducono in S. Remo che devon pagar la Gabella perché possan tutti passar alla Spiaggia delli Ospitaletti quale è stata accetta che se per maggior comodo passar da S. R. devono pagar la Gabella.

1763 e 1764 in 1765

20 Giugno
Domenico Pincetti. Vicario Agostino Galleano, C.e Raimondo Antonio Scoto di Levanto.
1764. I1 Padre Agostino Galleano di XXmiglia Rettore ha dato principio a fabricare e ad lastricare la piazza che è di nanzi la sua chiesa di S. Stefano ed alli 8 8bre sud.i Padri hanno terminato di lastricare sud.a Piazza.

1765-1766-1767

8 Giugno
Gio. Batta. Sopranis q. Bernardo, Vi.° Domenico Guano di Levanto, Can.e Gio. Giacomo Tavarone di Sestri di Levanto.
1767 31 Gen.°. Essendosi fatto stuccare da S.ri Fabricieri il volto del coro e Sancta Sanctorum della Chiesa di S. Siro fu trasportato l'antico Quadro in tavola de S.ti Siro e Romolo che serviva all' altar maggiore, trasportato dissi nella navata laterale di detta Chiesa, alla destra, entrardo sopra la banca della Compa gnia del Corpus D.ni sotto la Capella del Carmine.
1767 5 8bre. Il M.C° Parlamento fa procura nello Sr. Gioseppe Rambaldi e Conte Tom. Pier Francesco Borea ad agire contro li S. Prep.° e Can.ci Decimali riguardo alle Decime.

1767-1768-1769

Gio. Carlo De Franchi q. Benedetto.
1769 30 Maggio Rasegnazione fatta dalli Molto Reverendi Padri Gesuiti al S.mo Senato di tutti i loro beni stabili, crediti, fondi di censo in S. Giorgio. Altra rassegnazione di varij....LL distinte di Venezia, Alvise Musso ecc. ("lettura dubbia scrive il moderno redattore"). S. Notaio Fabiani.
1767 31 Luglio. Il Sacerdote Giuseppe Gambato detto dichiara a favore de Padri della Missione di non fabricare nel Giardino attiguo alla casa comprata dal M.° Domenico Francesco Palmaro in atti Not.° Fabiani.

1769-1770-1771

Alessandro Carega q. Francesco Maria.
1770 10 7bre. Li Confratelli di N.a Sig.a della Costa decretano la fabrica della cupola, ed ellegono in Fabriceri li Sig.ri Giacomo Lombardi dello S. P., e Molto Reverendi Gio ed Agostino Nicolò Borea fu Sig. Gio. Batta. In vista di ciò la nostra casa Borea offerì pagare di proprio la calcina e giornate de frabi Murari. Essendo Priori li Sig.r Fran.° Maria Stella e d.° Sig. Lombardi, si intrapese la Fabrica e si proseguì sino a Palmi 14 fuora terreno, quale per le gran piogie e fredi in 8bre si tralasciò. Siegue nel 1771 sud.a fabrica essendo entrato Priore il sud.° Sig. Agostino Nicolò Borea e viene inalzata sino al cornicone che regge i pilastri della Cupola e si sospende per che si assodi la materia.
Siegue nel 1775.

1771-1772

Paolo Maranna.
1772. Li R.di Padri Gesuiti concedono il passaggio nella scala, vicino al Collegio, al Sig. Francesco Stella: vedere altro atto dell'l771, 21 S. Not.° Fabiani.
1771 24-25-26 Marzo. Venne gran neve in tutti li 3 giorni che fece grande guasto a Limoni.
1772 Per Publici Ringraziamenti e Grazia ottenuta si è fatta la Processione della Nostra S. della Costa.

1773

Gio. Agostino Grimaldi de Marchesi della Pietra ed ha rinonciato, e del 1774 e stato sorrogato Francesco Maria Doria q. Agostino.
1773 9 Xbre: doppo copiosissima pioggia insorse una fierissima borrasca in mare con un fiero libecco, che si giudicò un maremoto e durò quasi tutto il giorno e tutti li bastimenti, che erano ancorati in rada, fra li altri vi fu una Tartana Francese, che si affogò asieme con la Tartana di patron Fran.c° Garroscio sopra di cui si erano salvate le gente Francese. Tutte due naufragorono con tutta la gente, e marinari: li altri hastimenti vedendo questo furono obbligati a far vela per investire in terra, e per grazia di Dio loro riuscirono di andar all'Arenella e salvar tutte le Persone. Fra Patroni che investirono il bastimento il primo fu il patron Gianger.mo Palmaro detto il Zingaro, successivamente il bastimento, o sia Pinco del Cap.no Gio. Batta Modena, e quello di Patron Giacomo Rambaldo detto Brondo, o sia mai non ridi, e finalmente il bastimento di P. Gio. Carlo detto Cereghetto, verso le ore 21 circa cessò detto temporale.
1773. 6 Agosto. D'ordine di Genova è stato fatto l'estimo de beni della soppressa Compagnia di Gesù e risultò in L. 145091: 10.

1774

Fran.C° Maria Doria q. Agostiro 1775.
1775 si ripiglia la fabrica e li 12 agosto si termina allo sparo di 21 mortaletti, essendo Priori li Sig.ri Stefano Asquasciato q. Francesco e Luiggi Darnaud q. Ant.° e li 2 7bre sopra il Cupolino di rame fu issata la Croce, in cui riposte varie Reliquie allo sparo di altre tanti miortaletti fu benedetta, e l' arc(h)itet(t)o, o sia direttore di questa è stato Domenico Belmonte del Principato di Oneglia.
1775 Sono stati dal Sig.r Pietro Bosio q. Giammaria fabricati due magazzeni, uno grande ed un piccolo nella Piazzetta che è dinansi alla casa verso mare delli Aquaroni che è posta al fine del Camineto, e questo sito è del Publico o sia della M.a Communità.
1775. 5 Giugno. Fu fatta la piazza laterale verso ponente all'Oratorio della Concessione, e scavato il cimitterio antico che ivi era all'altezza del piano della strada p.mi 14 per opera del P.re Gioseppe Zirio da S. Remo Capuccino a forza di popolo e tutta la terra fu gettata nel Fossato che ha aiutato a pregiudicare la replezione del nostro muolo, e sotto questo anno, e giorno il Magnifico Parlamento applicò per questo travaglio e prosseguimento del medesimo li soldi due che si pagano da mercadanti di più nel prezzo de Limone che erano applicati per la Chiesa, e datane incombenza a Sig.ri Fabricieri della Chiesa, come da decreto al Libro delle Deliberazioni.
1775 ("parola non leggibile per cancellatura a tratti di penna") in Aprile Processione dell'Orat.° di S. Germano a N. S.ra della Costa per caosa di siccità.
1775 16 Aprile. Il Publico deliberò, continuando la siccità, un preventivo Triduo, indi la processione col quadro di N. S.ra della Costa, che fu eseguita d.° da Relaz.e e si ottenne la bramata pioggia.

1776-1777

Michele de Sig.ri di Passano 1778.
1777 è stata riedificata ed ampliata la Chiesa di S. Rocco, e fatta di pianta la Sacrestia nel Canonicato, e alli 29 7bre di quest'anno vi si è celebrata la S.a Messa, essendo Preffetto P.n Giambatta Rambaldo Brondo. detto Canoso. Detta chiesa di S. Rocco è ufficiata tutte le feste da Fratelli che ufiziano a porta chiusa.

1778-1779-1780

Alberto Doria.
Del 1778 20 Luglio le R.de Madri Salesiane danno principio alla fabrica che è dirimpetto alla loro Chiesa de Capitali che avevano in Venezia, stante che li rendevano meno di 2 per %.
1778. Si è fatto in calcina il Ponte detto di Mordibue a spese della Casa Borea per 2/3 e 1/3 di Gio. Baudo q. Antonio e si è riaccomodata la stradda, nettato il torrente da scogli, e si è speso L. 600 circa.
Muore in S. Remo Mons. Della Torre.

1780-1781-1782

Gio. Carlo de Franchi q. Bened.°.
1781 20 Marzo Not.° Fran.C° Maria De Martini: Convegno del S.r Preposito e Canonici Decimali e la Magnifica Comunità di S. Remo: per la liberazione dalle Decime si pagavano a d.i S.ri Prep.° e Canonici mediante il Legato di L. 50 lasciato a questo Popolo dal q. S.r Gioseppe Morardo q. Gio., con tutti gli atti previj e successivi. Il d.° testamento è dell 'anno 1770, 25 Giugno in Not.° Gerol.° Fabiano.
1781 13 Maggio. Fu benedetta la Capella de Capuccini fatta dal P. Stef.° Verda q. Bartol.°.
1782 La notte de 10 Feb.° nell'entrare li 11 si è soferto un freddo d'aria eccessivo che gelò universalmente tutti li frutti agrumi non solo nel nostro territorio, che in tutto lo Stato, et in Mentone, e Nizza con disseccamento de rami ed in altre parti anco delle piante, e massime in Savona e Genova, essendo gelata in Savona quantità de frutti de Portogalli in barca, ed in Trieste il Porto e le casse Limoni ne magazeni. L'orto della Braja, fra la stradda della Villetta e la casa, è stato soggetto al gelo del frutto, esenti però li rami essendo tutti verdi e storti, escluso qualche cima. Nella Villa di Vaixe sopra il Porto Morizio nel giorno 11 vi fu tal freddo che dalla prima ampollina alla ultima si congelò l'acqua nel tempo della Messa.

1782-1783-1784

Pantaleo Giustiniano
1783 5 Febraio. Teremoto di Messina che si sentì assai legero da noi.

1784-1785-1786

Gio. Batta Malfante
E' stata fatta in S. Siro la Capella di N. S. del Consiglio, dal R. Ca. C° Anselmo De speciebus irsignibus ed è stata consecrata dall'Ill.m° R.mo Giustiniano vescovo d'Albenga.

1787-1788

Orazio Giustiniano
E' stato fatto dal R. Chiarle il teatro verso il mare con 26 Palchetti
1787 Nel mese di Giugno si sono incominciate a gettar due casse in mare e dopo qualche mese, si sono fatti due bastardelli asistendovi il R. P. Gaudio Lettor di Matematica in Roma.
1787 Si è incominciata ad lastricare la strada di pietre scalpellate, dalla parte della casa Borea ed è stata fatta a sue spese.
1788 E' morto Gio. Francesco Blancardi q. Angelo uomo di vile estrazione di nazione della ("spazio bianco"), Marchesato di Dolciacqua, venuto assieme al padre per garzone, e lavorante d'affaiteria di cuoia. Da tal professione passò ad essere principale con qualche poco guadagno che fece: indi divenuto più opulento dimise tal mestiere, e si pose a negoziare. Egli sposò la figlia del Cerusico Tiberio Fabiano e ne ebbe una figlia maritata col S.r Francesco Martini q. Ant.° detto Corsetto. Ha lasciato in suo Testamento Erede la figlia coll'obbligo che alla sua morte lasci un Capitale impiegato di ("spazio vuoto") 30 m. il reddito del quale debba distribuirsi ogni anno in maritazione di figlie da estrarsi in un dato giorno nella Chiesa de P.ri Riformati dalla Capella di S. Francesco a piedi della quale è sepolto, e presenti detti aministratori il R. Preposito pro tempore, li due Canonici decani della Colleggiata et il P.re Guardiano pro tempore di questo Convento come in atti del Not.°.
Calcolado la sua azienda fra tutti a L. 100 m., colla condizione che si fossero col tempo Figlie Povere discendenti dalla Sg. Rosa sua figlia il reddito d'un anno si assegnava a questa Figlia Povera ed a d. la facoltà a tale effetto.
1788 29 Xbre nella notte di detto giorno fu sittanto freddo così intenso che li pochi alla matina delli 30 andati in Campagna se ne retornavano avendo trovato li limoni gelati e perite d'Alberi.

1788-1789-1790

Orazio Doria
1788 13 8bre giorno di S. Romolo li S.ri Preposito Ant.° Umana, Canonico Sig. Teodoro And.a Palmaro, Canonico Gioseppe della Cella, Canonico Gio. Stef.° Rambaldi Coadiutore dei Canonico Capone e Canonico Gerolamo Roverizio, Can.ci Decimali e li 4 Onorarij che sono Canonico Gio. Gerolamo Anselmo, Canonico Costanzo Bottini, e Canonico Gio. Batta d'Andreis, renuente il Canonico Gio. Batta Bruno invaghitosi d'una più onorevole insegna, si assonsero di proprio capriccio l'uso del Rochetto e lo vestirono in d.° giorno all'Officiatura et alla proccessione. Sull'assertiva del Can.co Roverizio che Mons.r Stef.° Giustiniani Vescovo avrebbe dissimulato, e si regolarono con politica del Canonico della Cella di dimetterlo negli altri giorni e di quando in quando usarlo nelle Feste Solenni. Lo replicarono nella Processione del Corpus Domini del 1789, indi il giorno di S. Siro alla Messa, e processione con chiazzo de Capellano Capo de quali si fece il Can.co della Cella che in detta process.e del Corpus D.ni si dichiarò non vollerlo più continuare se non interveniva l'assenso Apostolico, questi adonque pichi che li detti tre Canonici assieme al Preposito non volevano più mantenerli la parola datali di fondare tanti Canonicati sopra le rispettive loro Capellanie, e d.° Can.co Cella che ne fu il trattista. Denonciarono giuridicamente in Curia Vescovile d'Albenga tale innovaz.e chiedendo venisse l'ordine di dimetterla, altrimenti avrebbero raccorso a Roma. Onde in seguito di tal denoncia fu intimata per ord.e del Vescovo la dimissione di d.° Rochetto che fu eseguita, e così restarono tolti di mezzo li disordini erano per insorgere.
In quest'anno il P.re Gaudio Idrairico a questo Porto ha principiato a dar la direzione al molo vecchio col protenderlo restringendolo dalla direzione antica, il che ha dato luogo a varie dicierie nel Popolo.
1789 15 Agosto Avendo Monsig.r Stef.° Giustiniani aperto processo contro il R. Gio. And.a Chiarle, et essendosi spedito citazione ad informandam curiam al Sr Can.c° Gio. Andrea Teodoro Palmaro da questo Vicario Foraneo S.r Prep.° Urnana, dall'Avv.t° Fiscale Sp. Costanzo Grossi, e Gio. Cer.° Sacheri Cancelliere Foraneo per aver d.i Preti giuocato alla Bassetta in Palazzo del governo, e non avendo voluto l'Av.t° Fiscale e Cancelliere che d.° S.r Can. c° deponesse d'averlo veduto giuocare in d.° Palazzo al tempo che qui erano di passaggio l'Ill.mi S.ri Sindicatori, offeso di ciò il S.r Oraz.° Doria nostro Governatore mandò a chiamare il d.° Cancellier Foraneo, l'intimò che sortisse e tacesse, indi in alto tuono li disse che le spie le pagava e che avertisse a por più piede a palazzo et ordinò all'ordinanza che lo facesse veddere a Soldati di Guardia perché quallora fosse entrato a palazzo lo prigionassero, indi chiamo a sé l'Av.t° Fiscale e li lavò la testa col dirle che non pensasse a porre caose inanzi a lui che non lo voleva più sentire, e che andasse per utilità sua dal Vescovo, che avrebbe fatto meglio a rimodernare li suoi Preti, che sono queili che danno scandalo.
1789 6 Genaro si siam coperti dalla neve ed in seguito pioggia: il freddo continuò per giorni 17, si ridusse dalli 48 gradi alli 35 e d.° Fredo Universale per tuta l'Europa gelarono li Lemoni Portogalli ed Alberi grandi.
1790 22 Xbre. In atti Sacheri. Procura del R.do Capitolo di S. Siro nel S. Can. Ab. Curlo: sua dimanda in stessa per fare Collocare la Decima sub dei annui redditi de giu spettanti a Gesuiti soppressi a prendere alla S.ta Sede il Testamento del fu Spettante Domenico Alberti fu Giovanni Rogato li 24 Xbre l659 dal S.r Notaro Giuseppe Fisero.

1792

17 Feb.° Incominciò verso la sera un vento assai freddo da ponente, appresso cade della neve. Il freddo aumentandosi si agghiacciò: gelò tutto il frutto de limoni, e le piante stesse, e di più ne' luoghi più esposti e più verso bosco gelarono più alberi d'olivi. Simile danno fu cagionato in tutta la Riviera, in alcune parti della quale gelarono perfino alberi di castagne, e quercie.

1793-1794-1795

1794. Passò da SanRemo li 7 7mbre i1 Generale Massena che alloggiò in Casa Sapia. Aveva con esso 1i due Rapptesentanti Abbot et Prost con il Comandarte del Genio ed artiglieria Napoleone Buonaparte. Andavano essi alla spedizione del Dego. Tommaso Gio Batta Borea parlando col sudetto Comandante Napoleone dell'affare della presa della fregata fatta nel Porto di Genova dalli Inglesi, e della dichiara zione che si voleva dall'Inghilterra di coalizione della Republica Genovese colli Alleati, dicendo che noi della Riviera non potevamo farci nulla, e che non dovevamo sofrirne. Rispose in allora il Buonaparte meglio per voi, sarete piu presto Francesi: queste sono le parole stesse che disse al sudetto Scritore.
1794 20 Febraro Notaro Francesco Maria Panizzi di Badalucco: il R.° Prete Gio Bata Pasquale Peri del Poggio fonda un Fedecomisso e lascia certe terre che per il redito delle medeme sia passato a mani del Sig. Tomaso Gio Batta Borea e del P. Gio Batta Lupi per mantener alla Scuola i figli di Gio Batta Peri di Stefano che fossero per intraprendere qualche religione o altro impiego civilee ciò per anni 20 .

1797

18 D'Agosto. I1 Presid.e di S. Romolo Pret. Gio Batta Margotto ha dato una petizione alla Municipalità Provisoria per continuar a percepire tutto il reddito de beni di S. Romolo di Comunale spetanza: Il che l'è stato accordato mediante che servano e mantengano la Chiesa ed in conto del resto annualmente e quando le sera richiesto P. Fr.° Mudone.
1796-1797 Ai 22 Maggio del 1797 Varij Cittadini Genovesi tentarono di liberare il Popolo dal Comando de Nobili ma furono scacciati da posti che avevano occupati ed il giorno 23 detto tutto rimase in potere dei Nobili. Molti Patrioti furono arestati ma furono relasciati perche Buona Parte (sic) vincitore in Italia, ordinò anzi intimò il relascio de sud.ti ed ordinò, dalle istanze fategli di varij Cettadini, che il Governo Nobile cedesse il Comando, ed fu eletto da Deputati che erano stati eletti dal Governo Nobile li seguenti Sogetti Luigi Carbonara, Girolamo Serra e Michelangelo Cambiaso che portatisi da Buona Parte fu stabilito un Governo Provvisorio composto di 23 Sogetti che sono li seguenti.
Carlo Cambiaso
Gio Carlo Serra
Luigi Carbonara
Agostino Pareto
Stefano Carega
Luca Gentile
Gio Maria D'Albertis
Emanuele Balbi
Gio Batta Rossi
Marco Federici
Giovanni Durand
Francesco Ruzza
Gian Luigi Crovetto
Brignole ex Doge
Bertucconi Av.
Lupi Av.
Pezzi Del Can.i
Bacigalupi Tenente
Leonardo Benza
Sul Principio il Brignole fu chiamato Doge e in seguito dopo due giorni Presidente, che svanì tale declarazione di Doge.
In San Remo avendo tutti gli abitanti inato e tramandato nel sangue l'odio contro i Genovesi s'incominciò ad esprimersi un malcontento generale.
Le autorità furono allora di sentimento di portarsi dal Governatore e dimandarli la cessione delle sue Funzioni, e la remissione del Forte, e ciò sulla notizia sparsasi che avesse egli fatto distribuire delle armi a paesi fra quali alla Colla. Il Governatore Orazio Giustiniani si mostrò sulle prime renitente, in seguito li convenne aderire, fu fatto un arrangiamento mediante il quale avrebbe permesso l'entrata nel Forte a Paesani che colle au torità si presentiranno , ma il Comandante Colonello Duce non volle sulle prime aderirvi, mostrossi risoluto a difendersi, poi vedendo la risoluzione aderì ad una capitolazione la quale portava insomma che la guardia sarebbe stata metà de Paesani ed altre convenzioni valevoli da spedirsi al Governo Provisorio.

1800

8 Maggio. Li Francesi si ritirarono in ordine alla comparsa d'una Fregata ed un Brick: a mezzo giorno evachuarono la Città ed essendo inseguiti colle Canonate a mitraglia di detti Bastimenti passarono dalla Foce la più parte e per la strada del Solaro andarono alla Colla. All'ore 4 vene una scialupa Inglese con un uffiziale, restò in terra, poi altre scialupe si pressero tutti li Bastimenti che poi vendettero ne giorni seguenti al S.r Bobone Gio Batta per una somma.
All'ore cinque entrò un Corpo di Cavalleria legera comandata da un Ofiziale che, dopo avere abatuti gli alberi della Libertà, nanti la Chiesa del Convento e sulla Piazza Publica, si ritirarono. Nel giorno seguente passò la truppa alla volta di Nizza. Il GeneraIe Melas complimentato tirò inanzi ed andò alla Bordighera.
(1800)
2 Mr. Processione della Vergine S.ma della Costa acciò ci liberi dal Flagello dell'Epidemia.

1803

27Maggio. La Collegiata di S. Siro ottenne dal Papa Pio VII l'erezione di sette Cappellanie erette in Canonicati, e la decorazione della Capamagna, Rochetto Mossetta e Sottana Paonazza.
27 Luglio ottenuto nil in contrarium dal Senato.
18 7mbre esecuzione del Breve Pontificio per parte di Monsignor Vincenzo Doria.
8bre. Venne Monsignore Vincenzo Dania Domenicano Vescovo di Albenga incognito alla sera, ancora di giorno andò ad allogiare dal Sig.r Pigiari. La mattina seguente la MIunicipalità in corpo gli andò a fare visita con sciarpa e col suo Protocolista; restituì nel giorno seguente la visita e le fu preparato in un saloto un tavolino coperto di Damasco con sedia distinta, e un pocho elevata da terra, in giro poi tutte le sedie per li Municipali. Non volle sedere a detto posto, fece un discorso che li fu risposto dal Presidente Av.t° Grossi, fu ricevoto dalli agiunti alla porta del Palazzo, sì all'entrare che al sortire. Due de Canonici avendo fatto presente al Publico ossia Municipalita che Domenica averebbe fatta l'entrata Solenne, il Publico fece invitare tutti li aggiunti e tutti li Oratorij che intervennero, a riserva della Concessione che il Priore Roverizio, dopo avere chiamata la Consulta, gli disse se voi ci andate io domando la mia scusa. Incominciò la processione dalli Oratorij che con il Clero Regolare e Secolare partirono da S. Siro, colla Compagnia del Corpus Domini inestata sotto la Croce del clero: arivati alla Porta detta del Convento s'instradò la processione, dopo il Clero vi era alla Porta La Municipalità che prese le aste del Baldachino, le tratenero sino a S. Siro, ove giunti ,dopo essersi genuflesso sulla porta della Chiesa, passò al Sanctus Sanctorum ove, asceso sulla Catedra, fece una Omelia passando nante la Municipalità per andare alla porta a fare l'osequio. Sempre fermandosi fece inchino alla Municipalità, dandole colla mano la Benedizione ed in specie più distintamente quando se ne andava. Tenne la Cresima nella Parochia nella Chiesa delle Monache, dimostrò molto gradimento del ricevimento avuto. Nel cerimoniale del ricevimento si tenne il metodo dell'antico Consiglio.

1804

Capo Anziano M. Tomaso Gio Batta d'Olmo.

1805

Luglio. Il Sig. Tomaso Gio Batta Borea Presidente della Municipalità di Centro fu nominato col Sg. Costanzo Grossi per rendersi in Genova a presentare li ommggi di Fedeltà a S. M. I. e Reale Napoleone. Fu egualmente nominato come Agente Municipale in compagnia del Sig. Gio Batta Sapia Rossi, e Luigi Stella; si presentarono tutti a S. M. I. e Reale che li ricevette esternando più volte che conosceva li San Remaschi per brava gente, e particolarmente tratenne al Pred.° sopra la sua famiglia. In Genova si unì alla Deputaz.e il Dott. Giacomo Rossi della Colla. Nota del Rossi.
Il Sig. Borea Tomaso Gio Batta fu nominato Presidente del Consiglio di Circondario.
S. M. I. a più riprese disse al Sig. Maire Buona Gente li San Remaschi, sarete felici.
(1805)
22 7mbre si incominciò l'Aministrazione Francese. Venne in qualità di S. Prefetto il Sig. Chasepot che era a Monaco S. Prefetto, da dove trasportata fu la S. Prefetura e Tribunale. Fu eletto Maire Tommaso Gio Batta Borea, aggiunto Luigi Arnaud e Sig. Carlo Laura e 30 Consiglieri, Giudice di Pace Gratarola che era Giudice del Cantone, Asseret Segretario e Greffiè Paolo Borea Giuniore era Capitano del Porto, Aicardi Commissario di Polizia ed il Tribunale di Monaco composto del Pred. Laforet Ruj i Imbert, Giudici Franciscis Procuratore Imperiale e Chiallat Greffier fu per Decreto Imperiale trasportato in San Remo.

1806

Maire Tom.° Gio Batta Borea d'Olmo.
(1806)
Partendo da San Remo per congedo di 3 mesi il Sig. Sotto Prefetto Chasepot de Chapilan, il Sig. Prefetto venne al Sig. Borea Maire per ringraziarlo.

1807

Maire M.e To.° Gio Batta Borea d'Olmo , Pr. Ag. Luigi Arnaud, 2° Aggunto Gio. Carlo Laura.
1807 nel Primo di Settembre a 3 ore di Mattino forte scossa durò 3 m.
TEREMOTO DI PINEROLO.

1808

Il Maire della Città di San Remo Borea avendo ottenuto da S.M.I. e Reale l'agrement di metere il quadro di S. Napoleone in una delle Capelle della Chiesa della Costa, venne Monsignor Vescovo Dania a metervelo. La vigilia che era in Domenica tutte le autorità colà su si resero in corteggio e fu benedetto da Monsig.r il Quadro, vi fu fuochi d'artefizio, invenzioni inquadranti l'Impero, il Santo e la Città, illuminazioni ed altre solennità.
Mr. To. Gio Batta Borea d'Olmo, P. A. Luigi Arnaud, 2° Go Carlo Laura.

1809

Maire Borea d'Olmo, P. Arnaud, 2° Laura.
Xbre nel mese sudetto venne della neve in tanta copia sino al mare che coperse tutto il Teritorio in abondantissima Copia che fu contenuta per diversi giorni, però grazie al Cielo il nostro teritorio è rimasto con un picolo danno nelli limoni alle alture. Pure a Mentone, Niza fu danificato tutti li frutti limoni e inoltre danni nelli Olivi squarciatisi dalla medesima neve; dalla neve fu tolta la morfea nelli limoni che era già incominciata a delinearsi dalla aqua continuamente caduta.
(1809)
Alli 4 Aprile venne un Fredo ecesivo che si temette che desse danno alle piante, viti e limoni. Grazie al Cielo non portò che pochi pregiudizi alle viti e qualche Pianta d'Olivi ne paesi circonvicini fece del danno. Nel mese di Gennaio, Febraio e Marzo sono venute delle Pioggie abondanti. Nel mese di Gennaio i limoni Todeschi sono stati venduti a L. 40 il m. e L. 24 gli scarti: nel mese di Febraio a L. 70,4 alla Todesca ed li scarti 40,4, li scarti nel mese di Marzo si sono venduti due giri da maturarsi, li 11 Maggio a L. 64,4 e li scarti a L. 50,4 il mille a L. 80,4 nel mese di Giu. L. 64.
Si è travagliato nel mese d'Agosto alla restorazione del Muolo: si è arrangiato tutto il Parapetto Superiore, si è turato un pertuso.
Li 27mbre circa all'ore 2 pomeridiane una forte Borasca scopio sopra S. Remo, un Fulmine diede sul Campanile discese in due divisioni, una passo al volo nel Sancta Sanctorum, vicino alla Lampada dalla parte in Cornu Evangeli diede nella Lesena vicina allo Banco della Mairia che all'Altezza d'un uomo la fracassò, passò una striscia sula Catedra delli Celebranti che ruppe da un canto presso all'Altare della Madona del Sudore rupe la Carta Gloria, levò l'oro al Baldachino ed ridusse nera la Colomba d'Argento sopra l'altare, l'altra divisione muorì ncl resetto, ruppe qualche pietra, non fece però alcun danno, altri ne cadettero nelle campagne fra' quali uno nella Contrada delle Muraglie di Pusao ma grazie al Cielo nè in Chiesa nè fuori fece male ad alcuno, solamente nella Chiesa impaurì quelli che vi eran, e trasmortì certo figlio di France di Bestoso che si rimise, che era seduto nella banca vis a vis di quella della Mairia.
Nota dei Prezzi limoni de l'anno .
Alla Tedesca
Agosto a L.91
Settembre 91
Ottobre 9 78
idem 18 60
Novembre 60
Xbre 70
Scarti
Agosto 32
7mbre 32
9 8bre 32
18 Detto 40
9bre 40
Xbre 40

1810

Febraro 21 nella matina fra le 6 e le 7 venne un Gelo come una striscia d'aria che dannegiò non solo tutto il frutto delli Agrumi ma anche moltissimi Alberi, il frutto con li Alberi che si salvarono furono assai pochi, molti alberi furono tagliati. Nella Calce, San Remo, La Bordighera Colla soffrirono molto, Mentone e Ventimiglia pochissimo danno, li pochi che rimasero in San Remo furono nel mese d'Agosto e Settembre venduti a L. 91 al mille ed in Feb. 7.
Nel mese di Luglio si incominciò a delineare la
nuova strada Romana.
In Agosto fu getato in mare un Pontone fabricato in S. Remo tutto di Pino a riserva della chiglia ed altri legnami che erano di Fò: una Barcassa venne da Niza arrangiata in quel porto, e si incominciò la ristorazione della Calata ad un metro dalli Scogli dietro.
7 Agosto. Mns. Chasepot S. Prefetto fu nominato Prefetto dell'Arriega, S. Prefetto per Interim Borea Maire che già da 15 mesi ne faceva le Funzioni.
Durante il mese d'Agosto vennero come anche in Luglio continue Buriane però senza grandine, qualche Fulmine diedero a Bussana.
In Agosto il Grano a L. 68 la mina stante l'aumento segnato nelle altre piazze.
La Commisione dell'Ospizio incominciò ad travagliare: nel Bracio verso Levante del Convento de Padri di S. Francesco si volle al principio sostenere il tetto, ma per inavertenza, tolte le tramezate ed essendo il legname vecchio, di notte cascò una gran Porzione di detto; ed in allora la Commisione riunitasi , travagliando di denari di Elemosine, stabilì i contrati col Maestro Buco come minor offerente l'alzamento di parecchi palmi e la Copertura di Copi per il prezzo di ("spazio vuoto") lasciando a Caricho dell'Ospizio il restante ascendente in ("spazio vuoto").
Maire Borea P.° Ag. Arnaud 2° Laura.
Il Giorno 27 Maggio, giorno fissato per solenizzare la Festa di Matrimonio di S. M. I. con L'Archiduchessa d'Austria, nacque un'intichita(?): pretendeva il Tribunale che, in mancanza del S. Prefetto e Presid.e, la precedenza fosse devoluta al FF di Presid.e, il Maire Borea la pretendeva esso attaccato al Decreto Imperiale. Si separarono l'autorità, il Borea la voile sostenere il che le venne, fu portata la questione nanti S. E. il Ministro dell'Interno, il quale decise essere devoluta al Borea Maire. Tale decisione fu spedita ed al Maire ed al Presid.e acciò la comunicasse al Tribunale dal Sig. Prefetto.
Tutti li Frati del Cercondario di S. Remo che erano espulsi vennero in San Remo: ebbe 150 Franchi caduno per le Spese di viaggio e la pensione come dal Decreto Imperiale di soppressione.
8bre un Decreto Imperiale sopresse tutti li ordini Religiosi, li Capucini e Zocolanti in S. Remo, Domenicani e Capucini in Taggia, Menori Osservanti in XXmiglia e Menori Osservanti in Triora uscirono. De Conventi fu fatto inventario dal Sig. Arnaud ff. di Maire Prem. Aggiunto facendo il Borea Maire quella di S. Prefetto; in seguito delle varie istanze fatte dal Borea ff. di S. Prefetto il Sig. Barone Prefetto accondiscese che li XI Conventi di Religiose ecetuato due in San Remo, cioè Visitandine e Turchine passate Orsoline, uno in Taggia Orsoline ed uno in XXmiglia, fossero provvisoriamente conservate sino a decisione in vista che sonno date all'Instruzione publica esterna ed interna. Vista la soppressione il Consiglio Municipale e la Commissione dell'Ospizio adimandarono a Sua Maestà Imperiale e Reale il Convento de Zocolanti e Giardino per porvi e stabilirvi l'ospizio.
Dalla disputa di preminenza del avere il Borea Maire sostenuto li diritti acciò il Tribunale non occupasse il Palazzo della Commune che voleva sono state suscitate da qualche invidioso del Paese tutte l'imposture fatte al sud. Borea Maire e terminate come si vedrà 1813 7 Marzo.
(1810)
Prezzo de Lemoni alla Tedesca Agosto 91, Settembre 91, 8bre 9. 78 L. 18, 8bre 60, N.bre 60 , Scarti 32 per tre giri, 9bre e Xbre 40.

1811

In quest'anno nel mese di Gennaro il frutto de limoni ha sofferto qualche danno per il gelo e sarà periti circa un quarto.
Maire Borea d'Olmo.

1812

Verso li primi Gennaro doppo una cascata di neve il frutto de limoni ha sofferto un danno assai mediocre.
In quest'anno si sono principiate d'ordine ed a spese del Governo le strade pubbliche all'oggetto di renderle carrozzabili per tutta la nostra Riviera.
La miseria in quest'anno è stata non poco indifferente, e molto maggiore ne circonvicini paesi, ove sono morte alcune persone dalla fame.
I viveri correvano ad un prezzo eccessivo. I grani si sono venduti a L. 85 in 90 la mina, le farine a L. 92 in 98, il granone a L. 52, e l'avarizia di alcuni mercanti l'ha per sino portato a L. 90 dandolo a respiro per un anno.
Maire Borea d'Olmo.
1.° Novembre a 7 ore di sera poi alle 9 1/2 lievi ma distinte scosse ripetute alli 2 ad un ora di Mattino.

1813

Sua Maestà Imperiale e Reale Napoleone nomina il Maire della Città di San Remo Tommaso Gio Batta Borea d'Olmo Barone dell'Impero con facoltà di formare una primogenitura come da lettere Patenti rilasciate sotto il giorno dalle quali consta detta Fondazione.
Sin dalli mesi di 7mbre e 8bre 1810 fu il Sig. Maire Borea d'Olmo denonziato a vari Mercatori e dipinto sopra tutti li posti come un uomo scellerato, (che) non lasciò di fare le sue parti, nè conosciuta essendo stata purtroppo la sua inocenza non volle restar tranquillo, ricorse a S. M. I. e Reale con un' energica memoria che tramandata a S. E. il Gran Giudice, alla fine da questo tramandata al Consiglio di Stato, dopo un serio esame uscì decisione del Consiglio di Stato delli 7 Marzo 1813 comprovata da S. M. I. e Reale dalla quale consta ampiamente dell'inocenza del sudetto Borea d'Olmo Scritore, la quale decisione è stata depositata al Tribunale Civile, alla Mairia, alla S. Prefettura, al S.r Prefetto ed a tutte l'autorità concernenti. Conobbe il Borea li suoi nemici e sebbene potesse attaccarli contentossi, credette generosamente, d'abbandonarli al loro rimorso. Fu nuovamente nominato Maire per un altro quinquenio sebbene adimandasse di riposare, per Aggionti furono nominati li Sig. Gio Carlo Laura Primo Aggiunto, Stella 2° Aggionto.
Passò il Cardinale Spina Arcivescovo di Genova e si reca a Niza a complimentare la Principessa Paolina. Allogiò in casa ("Borea").

1814
Repassò il Cardinale Spina per rendersi a Genova e il memi con Politica à lasciato travedere dei timori di cambiamenti, dicendo egli non mi è mai sembrato vero partire. Maire Borea P.r., aggiunti Laura, 2° Stella.
Li 9 Febraro [leggesi nel
Manoscritto Borea - anno 1814] si sparse in Niza la notizia portata dal Corriere che sua Santità [Papa Pio VII che avrebbe presto celebrato la sua liberazione e la prossima restaurazione nell'enciclica IL TRIONFO pur accettando la momentanea impossibiltà di un subito suo ritorno alla SEDE PONTIFICIA] sarebbe nella sera arrivata in Nizza. Ritrovandosi il Maire Baron Borea d'Olmo in Nizza per la coscrizione dell'1815, chiamata in massa, ed essendo stato nel giorno inanzi terminate tutte le operazioni, appena intesa una tale notizia circolante, si recò dal Signor Barone Prefetto che diede l'ordine al Maire di rendersi subito in S. Remo al suo posto per fare arrangiare le strade e dare le necessarie disposizioni, prese il Maire permesso di restare sino al momento che bacciato avesse il piede a Sua Santità promettendoli di subito partire nella notte, ed intanto spedì un espresso con due lettere una de quali diretta alla Sig. Baronessa Borea d'Olmo, ed altra al Sig. Primo Aggiunto Laura dicendo alla prima di preparare la Casa che andava ad esibire a Sua Santità, ed al secondo di prendere le necessarie providenze di riatamento di strade ed altre analoghe al Ricevimento del Santo Padre. Una tale notizia fu propalata per la Città a un' ora dopo la mezza notte, e le providenze ed ordini furono dati perché le strade fossero riatate perché le Campane anunziassero una tale notizia, perché illuminazioni, confraternite ed ogni ceto in fine di persone potessero vie più rendere solenne l'ingresso de S.° Padre. Da tutte le parti, anche da paesi vicini, accorse il Popolo. La Chiesa di S. Siro fu pomposamente, con aparato di ceri quaranta, ingrandito il Presbiterio, fatto elevare in corni Evangeli un Magnifico Trono coll' Emblema al Schienale del Treregno e delle Chiavi, tutte le altre Chiese furono ornate egualmente e specialmente quelle delli Religiosi.
Un'ora dopo mezzo giorno dell'l0 ritornò in San Remo il Maire Borea aportando la fausta notizia che, avendo avuto l'onore di bacciare il piede la sera del 9 in Niza a Sua Santità, gli aveva esibita la sua Casa, che l'aveva agradita e che accolto l'aveva con paterna clemenza. Ritrovò che le principali disposizioni erano state, riguardanti l'arrangiamento della Casa, prese dalla Sig.ra sua Consorte, e quelle di Comunale spetanza dalli Sig. Laura e Stella Aggiunti al Maire.
Fu nell'aurora delli 14, che andando a far nascere il consolante giorno che San Rerno averebbe posseduto il Vicario di Christo in terra, che ovunque una generale allegrezza in tutti e non tardò a sentirsene il giulivo anunzio col suono delle Campane. Partì il Sig. S. Prefetto nella matina per andare incontro al Santo Padre persino alli Confini del Circondario; a due ore partirono le Confraternite tutte, alle 3 e mezzo verso le 4 il Clero ed una infinità di Popolo che andò incontro sino alli Ospetaletti. Un Corpo di 100, di Guardia Nazionale comandati da un Capitano ed altri Offziali, il Capitano Comandante la Piazza colli Guarda Coste e tutta la Giandarmeria Imperiale all'ore cinque: il Maire, Aggiunti Consiglieri Municipali ed altri distinti personaggi andarono fuori le porte della Città dalla Parte di Francia avanzandosi incontro a Sua Santità appena i1 Santo Padre entrò nelli Confini Communali li Marghilieri ("?"), presero essi la Portantina e la portarono continuamente, e scortata dalle Guardie d'onore, in mezzo ad una folla imensa che ademandava l'Apostolica Benedizione. S'avanzò verso la Citta, fu dal Sig. Maire, Aggiunti e Corpo Municipale fermata la Portantina. Il Maire esternò a Sua Santità la Consolazione che provava la Popolazione intera di possederla nelle sue Mura e bacciatele la mano, presa la Benedizione, si continuò il camino sino alla Chiesa di S. Rocco ove fu preso da Sig.ri Canonici il Baldachino e portato sopra la portantina. Intonatosi l'inno Ambrosiano la processione si diresse verso la Chiesa Parochiale e Catedrale di S. Siro; i1 suono delle Campane, lo strepito de strumenti Musicali, le acclamazioni dell'immenso popolo che adomandava la Benedizione interuppe a più riprese la Religiosa salmodia. La Chiesa di S. Siro illuminata e piena di persone presentava un bel colpo d'occhio, Sua Santità stette ad osservarlo con trasporto. Cantato il Tantum Ergo in Musica, e Benedetto dal Can.° Decano il Santo Padre, il Venerabile, dal faldistorio salì all'altare, e fra gli eviva, e le acclamazioni, benedisse il Popolo colla Tripla sua Benedizione. Uscite dalla Chiesa e schierate in due ali le Confraternite con torchie accese in mano, occupando il longo tratto di strada che passa fra la porta maggiore di detta Chiesa e l'ingresso del Palazzo Borea, rentrata Sua Santità in Portantina si diresse passando in mezzo alle due ali a prendere allogio nell'appartamento ivi preparatoli.
Giunto nella Gran Sala di detto Palazzo trovò sulla porta la Sig.ra Baronessa Borea d'Olmo, e la Sig.ra Cattarina Sapia Rossi nata Lengueglia moglie la prima del Maire, e Madre la 2.da della sudetta Signora che, accompagnate dalli Sig. Paulo Borea Zio del Maire Pier Michel Angelo Sapia Rossi Suocero, Pred. Ab.e Rd.° Gerolamo Sapia Rossi Zio dell'ultimo, venuto a bella posta d'Alassio, e Paulo Vincenzo Borea fratello del Maire ed altri personagi, erano nel gran Salone inginochi tutte le Dame, li Membri del Corpo Giudiziario ed Aministrativo ed altri sogetti. dopo avere a tutti compartita l'apostolica Benedizione si ritirò al fuoco nel suo appartamento ove, essendo il Maire, pregò Sua Santità a fermarsi nel giorno seguente per maggiormente consolare l'intera Popolazione. Gradì Sua Santità una tale domanda, e rivolgendosi A1 Sig. Colonello, disse vedremo: fu una tale istanza replicata dalli Signori Pier Michel Angelo Sapia Rossi, Prete Ab.te Gerolamo Sapia fra tello, dalli Sig.r Paolo Borea Zio e Fratello del Maire, dal Sig.r Gismondi ed altri sogetti presenti.
Si retirò nelle sue stanze ed uscito pocho dopo il Colonnello disse al Maire che si fermava. Accorse subito il Maire nel Gran Salone ove tutte le persone erano radunate e anunziò loro che Sua Santità sarebbesi fermato in San Remo nel giorno dodici.
Preso qualche ristoro nella sua Camera, fu stabilito che per l'ore nove averebbe celebrato la Santa Messa. Furono subito dati gli ordini acciò un altare fosse elevato nella Galeria, e gli inviti furono fatti acciò per l'ore nove tutti potessero intervenire a sentire la Santa Messa che avrebbe celebrata Sua Santità. La Folla immensa del Popolo prevenne l'Aurora del Giorno dodici; le numerose Guardie d'onore che il Sig.r Maire aveva apposte e che prendevano gli ordini dal sudetto Sig.r Maire, avendo il Colonello della Gendarmeria ordinato che prendessero gli ordini dal sudetto Sig.r Maire appena potevano contenere la Calca.
Alle nove, radunatosi il Capitolo; le diverse Magistrature Civili Giudiziarie ed Amenistrativi, le Dame le Principali della Città, tutti li Publici impiegati delle diverse aministrazioni ed altra quantità di persone, passata Sua Santità nella Galeria, celebrò la Santa Messa assistito dalli Vescovi di Todi Monsignor Gazzoli, e di Foligno Monsignor Moscaderi che si ritrovano in San Remo.
Scoltata poi la Santità Sua la Messa di Monsignor Bertazzoli Elemosiniere, tratenutosi pochi momenti nella sua stanza, passò in un Salotto ove era il Trono e ammise al baccio del Piede il Clero, tutte l'autorità, le Dame, la Truppa ed una infinità di Popolo e tutte le Guardie Nazionali, i militari; nel mentre che con tanta benignità la Santità Sua sentiva tutti, accoglieva tutti, a tutti diede contrasegni di Paterna Benevolenza, il Popolo nella Piazza, nella strada attigua, dall'opposte finestre e terazzi schiamazzava di gioia. Impaziente chiedeva di vedere il Santo Padre, di ricevere l'apostolica Benedizione.
Di ciò avertita la Santità Sua con volto ridente discese dal Trono, ed incaminatosi alle Finestre della Gran Sala, girando più volte gli occhi intorno alla calca e con certa devota compiacenza che li traspirava sul labro compartì a più riprese a tutti la sua Benedizione dalle diverse finestre del Palazzo durante tutto il giorno, a riserva del necessario tempo per il ristoro e due ore di riposo, ricevette persone al Baccio del Piede e più e più volte girò l'appartamento per potere così dar comodo alla popolazione accorsa di bacciarli il piede e chiedere la Santa Sua Benedizione che non lasciò a più riprese di compartirle all'imenso Popolo che restava nella strada e che si sucedeva.
La Sera all'ore otto e mezzo ricevette nella Sua Camera in particolare udienza, le Sig.re Baronessa Borea, Cattarina Sapia, il Sig.r Pier Michel Angelo Sapia Rossi, l'Abate Pier Gerolamo Sapia, il Cavaliere Borea Zio ed il Cavalier Paolo fratello, Livietta Tomasina Pier Michel Angelo Francesca Agostino, Camilletta e Paolino figli tutti del Sig.r Maire e della Sig.ra Costanza Baronessa Borea d'Olmo.
Accolse tutta la famiglia Borea e Sapia riuniti in una e compartì la Sua Santa Benedizione a tutti che accolsero con devozione; il Sig. Pier Michelangelo ed Prete Abate Gerolamo Sapia Rossi che servì Sua Santità quando celebrò la Santa Messa erano sempre colle lagrime alli occhi entrando a parte della domestica consolazione che aveva avuto la Famiglia.
Gli fu presentato dal Maire due iscrizioni da apporsi una nella stanza ed altra all'ingresso del Gran Salone, approvate da Sua Santità. Fu la prima impressa a carateri d'oro sull'architrave della Stanza ove aveva pernotato Sua Santità, e l'altra sarà apposta in marmo nell'ingresso del Gran Portone. Quella della Stanza è del tenore seguente:
PIO VII
PONTIFICI MAXIMO
HEIC
S OMMO QUOD MEMBRA LEVAVERIT
III ET PRID. ID. FEBRU
JOAN. BAP. BOREA DE ULMO
M. P. C.
AN. MDCCCXV
Altra sopra la Porta del Salone.
M. AE. S.
PIO VII
PONTIFICI MAXIMO
EX GALLIIS FELICITER REDUCI
QUOD DOMUM BOREA DE ULMO
MAJE STATE COMPLEVERIT
AD TANTI HOS PITI MEMORIAM
AN. DNI. MDCCCXIV
PRID. ID. FEBRUARI
Il Colonello della Giandarmeria Sotto Intendente del Palazzc di Fontanebleau che lo accompagnava pensò di farlo viaggiare per mare affine d'evitare la confusione ed il retardo che la devota Popolazione poteva cagionarle premendo al suo dire ed al Governo, ed a Sua Santità che fosse presto al suo destino. Fece la richiesta d'un Gozzo per sua Santità e due altri per il suo seguito tale richiesta fu fatta in iscritto al Sig. Sotto Comandante di Marina, fu subito dal Sig.r Borea d'Olmo fratello del Maire fatto preparare il Gozzo per Sua Santità guarnito di damaschi e fornito al remo di Capitan, Marini e stando il sudetto Sig. Borea al timone quando Sua Santità fosse imbarcato. Prima di partire ricevette dopo la Messa che celebrò nella Capella e dopo aver sentito quella dell'Elemosiniere assistito da1 Capitolo ed da un numeroso concorso di persone di tutti li ceti, nella sua Stanza varie persone distinte fra le quali la Sig.ra Giorgetta Sapia Rossi il Prete Gerolamo Sapia cne mai l'abbandonò, e prese congedo passando e benedicendo tutti, si incamino alla volta del mare ove era radunata non solo tutta la popolazione di S. Remo ma quella de circonvicini Paesi a tutti compartì l'Apostolica Benedizione; asceso sul Gozzo appogiando il Piede sopra il Ginochio del Maire, e sostenuto dal sudetto Maire che unitamente ad altri lo salutavano per entrare nel Gozzo bacciandoli il Piede. Il M.aire adimandò la Santa sua Benedizione al Santo Padre alla Città, alle Campagne che dopo averli detto d'averla giòa data, ben volentieri accondiscese a darla di nuovo.
Avansatosi in mare a pocha distanza il Gozzo, il vento da Levante che spirava obbligò il fortunato naviglio a retrocedere ed a prender terra. Il Popolo che accompagnava cogli occhi e col cuore l'Augusto Santo Viaggiatore si lusingò che per questo accidente averebbe ancora passata la giornata del giorno 13 in San Remo, ma le sue speranze furono deluse; giaché riportato con tutta prestezza in Casa Borea, e dopo aver preso brevissimo respiro, fu anonziato dal Sig.r Colonnello che Sua Santità andava a rientrare in Portantina, e che col suo seguito s'incaminerebbe alla volta del Porto Maurizio.
Passando dalli Portici delle Monache Salesiane della Visitazione si fermò ed essendo tutte sulla Porta s'alzò dalla Bussola e triplicatamente gli compartì la Santa sua Benedizione.
Fu in questo sito che il Sigr Maire ridimandò al S. Pad.e la Benedizione per sé e per tutta la sua Famiglia e per la popolazione, per la campagne; accondiscese alli voti del Maire che dopo aver ricevuto la Benedizione e bacciatole la mano si ritirò e continuò Sua Santità il suo viaggio.
Appena Sua Santità Pio VII fu partita il Popolo di San Remo e de paesi circonvicini, venne in Casa Borea: cni bacciava il suo letto, chi il Trono, chi il pavimento e, se persone autorevoli non avessero impedito, quel Popolo Devoto, si sarebbe diviso a pezzuoli le Lenztuola, le Coltri, i Damaschi persino gli stessi sacri preziosi arredi che avevano servito alla celebrazione de Divini Misteri.
A1 seguito di Sua Santità Pio VII vi erano:
Monsignor Bertazoli Arcivescovo d'Edessa Elemosiniere
Il Medico Romano Porta
Un Cameriere, un Chierico, un Servitore del Arcivescovo, altro Servitore del Medico, tutti Romani.
I1 Sig. Colonello della Giandarmeria Imperiale Sotto Intendente del Palazzo di Fontanebleau la Gorsse ( "?" ), un Inspei-ore delle Poste Orso ("?"), un Chirurgo della Casa Imperiale Rebeis ("?") ed altri, con domestici tutti furono allogiati in casa.
La notte dalli 22 a 23 febraro hanno gelato li frutti Lemoni Portogalli nel suo totale, stante un fredo vento da Gregale che principiò dalli 13 Febraro. Vi sono anche delli Alberi danegiati, ed il danno è superiore a quello dell' 1811.
Li 28 Febraro arrivano li Cardinali Doria Giuseppe e Fabrizio Ruffo: vennero dalla Bordighera, arrivarono all'ore dieci del mattino. Vennero essi a diritura nella Casa del Maire, presero un piccolo ristoro e continuarono il loro viaggio. S. Eminenza il Cardinale Doria in Bussola provvedutale dalla Casa ed Sua Eminenza il Cardinale Ruffo a Cavallo: entrambi esternarono delli sentimenti di riconoscenza, e fecero sentire che se potessero esserci col tempo utili in qualche cosa non mancassi di scrivere.
4 Marzo 1814. Passò il Principe Altieri Romano con sua moglie e tre figli: aveva una lettera di raccomandazione, andai alla Locanda per farlo venire in Casa, ma egli politemente mi ringraziò. Li fornii la Bussola ed accordai le mule e Portantini, mi fece mille esibizioni per Roma, mi scrisse una lettera, da Savona alli 7 Marzo, di ringraziamento.
19 Marzo all'ore otto del matino partì S. Santità Pio VII da Savona per essere consegnato a Reggio alli Austro Napoletani in virtù d'un Decreto Imperiale delli 7 Marzo che si dice ordinare che Sua Santità fosse venuto nelli Suoi Stati come Sovrano Temporale e Capo della Chiesa con tutti li onori.
Sua Santità partito da Savona li ("data mancante") ha pernotato in Tortona li 21 Marzo 22 a Castel S. Giovanni: si fermò per la riparazione del Ponte sul Tidone tutto il 23. Partì li 24 alle ore 8 del matino scortato dalla Giandarmeria, preceduto da Monsignor Miozzi accompagnato da Mons. Bertazzoli. Il Prefetto di Parma, tutte le altre autorità li sono andati incontro da Piacenza: si fermò qualche ora a Piacenza, ove fu complimentato da un Ajutante del Vice Re che li disse che tutto era disposto per il suo passaggio sul Taro. Partì da Piacenza Mons. Revarolo e il Vescovo di Volterra: alle tre ore il Convoglio giunse a Firenzuola . All'ore tre e mesa scese nella Villa Landi, fece colazione. Fatti 4 miglia si trova un Generale Francese con due Generali di Brigata , lo Stato Maggiore 25 Cavalli: finalmente giunse a Borgo ove passò la notte.
25 Giorno della SS. Nonziata disse la S.ta Messa dopo aver ricevuto tutte le Autorità Civili e Militari: partì a 7 ore per il Taro accompagnato da numeroso corteggio.
Sulla riva del Taro tutti ad eccezione di Sua Santità smontano e s'avicinano alla Barca, ove nell'istesso tempo giunse un Uffiziale Ungarese cor tre Ussari e chiese di parlamentare. Il Generale Rambourgh ed il Colonello incaricato di condure il Papa traghettarono il Taro e riportarono che gli Austro Napoletani erano pronti a ricevere il Santo Padre: che perciò poteva passare nelle loro linee. Il S. Padre era allora sceso di Carozza, la quale fu imbarcata, e si recò sul Pontone accompagnato dal Generale in capo, due Generali, dal Prefetto e Sotto Prefetto di Borgo e Piacenza e di Parma, dal Colonneilo incaricato di scortarlo. Il Conte Estherazi (austriaco), Colonnello degli Ussari Andraschi ("?"), mentre si operava il tragetto, si recò sulla sponda a cui dovevano sbarcare il Papa, e li coplimentò insieme con un maggiore, diversi Uffiziali e 20 Ussari, anche da parte del Re di Napoli il quaie li faceva conoscere che sarebbe stato a riceverlo a Parma. Nel tempo stesso 30 altri Ussari si disponevano sull'argine in bataglia (assetto di battaglia) e le trombette sonarono da Cavalligieri. Il Papa risalì in Carozza aiutato da una parte dal Generale Francese Rambourg e dall'altra dal Colonello Estherazi e s'aviò verso la Linea Todesca, ove il Generale Tedesco Carlo Starembergh schissamente vestito e scortato da 20 Lanceri Napolitani ed altrettanti Ussari si recò ad incontrarlo e lo complimentò: nel stesso tempo il canone e le bande anonziarono alle truppe l'arrivo di Sua Santità e i Francesi ritornarono addietro ed in allora fu terminata l'avventura del Papa che dubitava del felice esito.

1814

23 Maggio. Segnata in Parigi la pace fra l'Imperatore di Russia, l'Imperatore di Germania, il Re di Prussia, ed il Re di Francia rimesso in Trono dalle armate de sud.i Regnanti pochi giorni avvanti. Furono spediti in Sanremo cinquecento Croati, ove si fermarono per dodeci giorni a carrico della Comune, che fu obligata provvederli di pane, carne, legumi, e legna, ed alloggiarli nelle case de particolari. Furono rilevati questi da due Compagnie del Reggimento Giulai composte tanto di Ufficiali che di Soldati li più incivili, li più indiscreti e li più incontentabili che si potessero trovare, per che oltre l'essere provvisti a spese della Comune, come li sudetti Croati, uscivano tutti i giorni con nuovi prettesti, ora per avere sapone, ora per farsi somministrare quando gli mancava per l'armamento, ora lamentandosi delli alloggi, e ve ne erano fra essi una quantità, che si davano a rubare e sulle botteghe, e nelle campagne. Insomma si rese talmente insoffribile la loro condotta, che il Sig.r Capo Anziano Borea d'Olmo dovette avanzarne le giuste querele a Capi Austriaci in Torino, che furono da essi ascoltate ed ammesse, e quindi doppo quaranta giorni della loro molesta compagnia furono richiamati, e così liberata la Città dalle loro vessazioni. Furono però rimpiazzati da altra compagnia del medesimo Regimento composta di ottanta circa individui, i quali essendo comandati da un Capitano nominato de Klosci uomo veramente degno, e dottato di tutte le virtù, per il corso di quattro circa mesi che hanno soggiornato in Sauremo, hanno sempre tenuta una condotta così regolare, e tanto disciplinata, che si potrebbe dire che fossero tutti uomini non soldati, ma civilizzati. Trovandosi però la Comune impossibilitata a più regere e somministrare le spese necessarie per il loro mantenimento, furono di nuovo avanzate ai loro Capi dal Sig.r Capo Anziano le sue instanze per esserne liberati, dietro le quali furono richiarn~ati. Seguì la loro partenza il giorno tredeci di 8bre, giorno del nostro Protettore San Romolo. In detto giorno è venuta in loro rimpiazzo una Compagnia di Inglesi composta di 85 soldati compresi li Ufficiali. Questi non sono a carrico della Comune, fuorché delli alloggiamenti, 40 se furono posti passando a Ventimiglia.
Dei Lupi sul finir dell'anno hano mangiati vari Ragazzi.
Li 27 Xbre venne la Consolante notizia Ufficiale che tutto il Stato di Genova era cesso all' Re di Sardegna in vertù del Tratato di Vienna ove le Potenze erano al Congresso.

1815

1 Genaro. Il Consiglio della Città di S. Remo radunati l'ultimo dell'anno elesse una Deputazione composta dali Ill.i Signori Marchese Tomaso Gio Batta Borea d'Olmo pod.a e Capo Anziano, Conte Gio Maria Roverizi, Cavalier Paulo Borea d'Olmo, Luigi Maria Stella, Francesco Gismondi, ed Antonio Arnaud, quali si recarono in Torino per presentare al Sovrano li umili ossequi dela Città di S. Remo. Eseguirono la Loro Commissione onorevole ed accolti favorevolmente e benignamente dal Sovrano in Torino se ne ritornarono lasciando in Torino li loro Colleghi Luigi Maria Stella e Conte Roverizi; nella notte seguente al giorno del diparto delli altri Deputati da Torino si trovò la notte delli 28 morto nel letto il Sig. Conte Gio Maria Roverizi dell'eta d'anni ("manca la cifra") nero in faccia e sul petto, e fu dichiarato essere una rotura d'una vena in petto.
Il Sig. Luigi Matia Stella restò in Torino come si è detto, e sentendo che S. M. aveva destinato una Croce alla Deputazione per darle una marca della Reale sua sodisfazione si diede egli attorno e se la procurò avendola ambita come lo provano le lettere inserite al Processo Verbale della Deliberazione del Cons.°. Il Mr.e Borea d'Olmo Presid.e, il fratello e Cavaliere del medemo, il Sig. Arnaud Antonio restarono in Genova per poter agere l'interessi della Città che non lasciarono senza tentare alcun mezzo di tutto ciò poteva giovare alla Città, alli quali fu aggiunto il Cav.re Paulo Gerolamo Borea Colonello che si rese anche in Genova li ("data mancante") del mese di Febraro e si fecero li opportuni passi.
Il Primo distacamento di Truppe Piemontesi fu del Regim. di Cuneo che venne a San Remo, poi venne il ReggimenLo d'Aosta, e poi quello di Niza.
(1815)
22 Genaro. Gelo universale con carrico di Neve e solo giardini sotto la luce e parte di Plan di Nave e Quitagna ed altri siti riparati hanno conservato parte de frutti: si è osservato che li Portogalli hanno soferto meno escludisi del frutto.
Alli 29 Agosto erano già 46 persone fra morsicati e 25 mangiati dalli Lupi Rapaci, nelle Rocchi di Apricale nel mese d'Ag. ai primi fu amazato una Lence ossia Lupo Cervino Femina che aveva ancora il latte.
Il Governo e la Comune vi misero il taglione di 60 FR.
24 Ag. 1815. Il Capo Anziano Marchese Borea d'Olmo mandò dei tamburi ad appostarsi nelle Valli ad indicare con proclami le Valli ove doveva andarsi a fare legna e foglia.
2 7bre. I1 Lupo ha sorpreso mentre faceva fogli ai Confini dei Boschi di Perinaldo certo Donato e lo ha strangolato (sic). Si è posto un taglione di 600 F. a chi ammazzi un Lupo, una Lupa Fr. 2 siano alla vista gia morti.
Li 9 7mbre al calare del Sole tre Caciatori di Verezzo che facevano da 11 giorni la Guardia al Lupo Maschio nel sito in Bignone chiamato Crocetta nel teritorio di Bajardo hanno ucciso con due Colpi di Fucile un Lupo in peso morto dato il sangue a R. 5: si è trovato nel Ventricolo un solo Calcagno di Suola di Scarpa con Ponte, aveva 5 fegati (sic). Fu guadagnato il Taglione di L. 600 F.B. pagato a proporzione da tutti li Communi della Giurisdizione.
Li 12 7mbre all'ore 3 Pomeridiane uno dei Grossi Lupi nel Prato di S. Romolo ha preso ed ucciso un figlio del Manente d'anni 6 circa. Li Cacciatori che erano entrati a mangiare un poco di Minestra sono subito usciti ma non lo hanno potuto uccidere, ha lasciato il Ragazzo e vi sono rimasti a farvi la guardia.
17 7mbre. 20 Cacciatori del Regimento di Niza spediti dal Governatore Generale sono venuti per andare ne Boschi, 6 son stati piazzati a S. Romolo, gli si dà la paghetta di L. 1 F. B. per soldato, 24 S. O. i Caporali, 1: 10 i Sergenti.
19 Due Grossi Lupi in Peiranze vicino all'Olmo hanno assalito una Ragazza che suo padre le ha fatto lasciare: è stata condotta all'Ospizio.
25 7bre. Un Cacciatore Soldato del Regimento di Nizza postato nel Cantone di S. Stefano alle ore dieci della sera ha tirato un colpo contro un grosso lupo maschio, che ha trovato morto la mattina seguente nel bosco detto di S. Salvatore di spettanza alla Commune del Castellaro. Detto animale era della età di sei anni circa, e di peso R.bi 5 e 10 libre, e se le è trovato nel aprirlo del panno, e delle ossa umane (sic).
In Febraro. Morì d'appoplessia, trovato morto in letto, il Conte Gio Maria Roverizi Pianavia, venuto Deputato a S. M., in Compa gnia del M. Borea d'Olmo, R. Cav. Borea, Cavalier Stella Luigi e Antonio Arnaud. Fu sepolto in Torino nella chiesa e vi fu posta la seguente Iscrizione
D. O. M.
Io M. Roverissi Comes De Rocca Steron Ab Urhe S. Romuli
Animi Excellent.mi ac Cordis Magnanimitate Clarus
Abhinc sex menses Regem Victorium Emanuelem Dicavit Repentino Morbo Proreptus Augusta Taurinorum ("tre parole intelleggibili")
Anno MDCCCXV Tertio Kalendas Februar.
Etatis suae XXXVIII
S. M. destina una Croce dei SS. Maurizio e Lazaro per la Deputazione ed avendola ambita il Sig. Luiggi Maria Stella, altri de Deputati, per maggiormente Nobilitare S. M. la Città ed una famiglia gliela concesse. Vedi al Libro delle Deliberazioni del Consiglio le Lettere che riguardano questa Pratica.

1816

Li 4 Febraro giorno di Domenica li R. Padri Capucini sono entrati e posti in Posesso dal Marchese Borea d'Olmo Capo Anziano del Convento e Giardino e ciò d'Ordine di S. E. il Ministro: i Padri erano Rafaele Rolleri Guardiano, Romolo Modena Vicario, Agostino de Blancheri, Gerolamo De Aprosis Sacerdoti, Felice Grosso, Deodato Rambaldi, Stefano Semeria ed Ermencgildo Sapia Zani Professi, se ne è redatto Processo Verbale mandato al Sig. Intendente Generale in Genova, vi è stata in seguito Gran Messa con Musica, intervento d'Autorità e gran concorso di Popolo.
Sono giunti li Cacciatori Valdostani spediti da S. M. proveduti d'armi a carico per una parte del Tesoro Publico Regio e l'altra metà della Commune.
Li 2 Aprile. Una donna è stata trucidata dai due Lupi nei Boschi di Ceriana.
4 Aprile. Tre donne trucidatc ne Boschi di Castcl Franco, due Ragazzc di 18 anni ed una vecchia da un Lupo Grosso ed altro più piccolo: il primo grassissimo dd il secondo magro avevano il muso nero, e il pel cenerino.
D.° Giorno è giunto il Gran Quadro di S. M. Vittorio Emanuele Nostro Sovrano fatto dal Sig. Francesco Sinago Pitore Genovese per L. 390 F. B. , quale è stato posto nella Sala del Gran Consiglio nella Cornice indorata.

1817

Nel mese di Aprile, stante una Grande Sicità si ordina Novena dal Publico in S. Siro a Nostra Sig. del Rosario e S.ti Avocati Siro e Romolo, si continuò per tre Novene s'agionse l'Orazione per evitare le malatie che in qualche Commune vicina esistevano; si incominciò una Novena dall'Oratorio di S. Rocco alla Costa, poi de 7 Dolori; fu in seguito ordinata una Novena publica all'Oratorio dell'Assunta che incominciò il giorno ("data non espressa") e si continuò . Vedendosi poi che il tempo continuava alla Sicità fu stabilito dal R.do Clero un Triduo di Penitenza che incominciò il Venerdì giorno 9 Maggio: v'intervennero il Sig. Capo Anziano e qualche Consigliere, e si stabilì una processione di Penitenza per la Domenica giorno 11 Maggio. Si calò la Vergine, e esposta nella Cornice guarnita di fiori ed arrangiata dalle R.de Madri Salesiane il Sabato giorno 10 alla sera. La Domenica all'ore 7 incominciò l'aqua mancata e durò sin all' ll. Li Pignaschi processionalmente intervennero a detto Santuario con esemplarita. Essendo il tempo piovoso all'acqua si combinò col Sig. M.° R.d° Preposto, Capo Anziano, e Priori di trasportare la Processione al dopo pranzo dell'Ascenzione se non fosse piovuto fuori di Penitenza.
7 Set. S. M. dà il Giardino vicino alla Chiesa una volta dei Missionari al Capellano Protempore della Chiesa sudetta.
23 Marzo. Teremoto a 7 1/2 di sera, teremoto di Sacca.

1818

23 Febraro. All'ore 7 1/4 [si legge ancora nel Manoscritto Borea] una forte scossa di Teremoto con un Sofio di vento pria pocho oscilatorio indi ondulatorio 4 Minuti Secondi durò. Repete all'ore 7 3/4 poi alle undeci del matino ma più legero del primo che fu forte e mai sentito a memoria d'uomini. Cagionò dei danni alle Case, le più danificate furono quelle di Francesco Spinola e una di Casa Borea alla Fontanassa, la Chiesa dell'Ospizio, la Parochia, l'Assunta, S. Steffano : vi furono delle fesature al Locale dell'Ospizio, anche esso ha avuto delle fesure. Nei successivi giorni ne vennero ancora ma dei miti due o tre al giorno ma leggerissimi. Ci fu un tale spavento che tutta la popolazione se n'andò alla Campagna e la Gente dormiva nelle Capanne sino al Giorno 15: continui venti da Maestrale, turbinosi che ci allontanarono l'Aqua tanto desiderata e con le preghiere richiesta, sebbene i nostri vicini avesse adaguati.
In Febraro incominciarono delle Malatie : febri petechiali ("tifo petecchiale"), ve ne fu una gran quantità nel mese di Aprile e Maggio, nell'Ospetale vi furono sin a sesanta malati, morivano specialmente quelli attaccati da Tifo petichiaIe. In casa Borea vi furono attaccati Paolino ultimo maschio, la Marchesa, il Marchese mentre Livietta, due Figlie, un Servitore, che morì, la figlia della Cameriera e tutti grazie alle acque, ad eccezione del Servitore, ne uscirono. La Domenica dopo la Trinità si fece la Processione col Quadro Miracoloso della Vergine che fu portata con devozione per la Città: incominciarno a cessare le malatie . Venne da Genova spedito per ordine del Ministro il Medico Liigi Marchetti a disposizione della Commissione di Sanità Eletta straordinariamente dal Governo composta dal Marchese Borea d'Olmo, il quale essendo ammalato fu rimpiazato dal Cavalier Borea suo fratello, Lorenzo Durante, Gio Batta Oliveri, Pietro Rambaldi, Gio. Celle. Avendo ottenuto la scusa i1 d.° Cav.r Borea d'Olmo fu rimpiazato dal Sig. Guglielmo Bestoso. Il Marchese ordinò che fossero pagate dalla Comm.e Sanità L. 1000 all'Ospedale per le Spese. Era Sindaco il Cavalier Stella.

1819

Nominato Sindaco il Sig. Francesco Gismondi.
Aprile avendo ottenuto la sua demissione al sudetto Sig. Gismondi è stato per l'anno nominato il Sig. Gio Carlo Laura Sindaco.
Genaro otto alle 11 e 20 m. leggera Scossa di Terremoto.

1820

10-11 Genaro nella Notte.
Alla Sera è cascata della Neve avendo fatto innanzi un forte vento da Gregale, nella Notte si fece Bianco di Neve asciutta che al Giorno seguente sopragiunto un vento da Maestrale forte si congelò, e nella notte, alle ore 1 1/2 circa, gelarono tutti i Frutti Lemoni, in Generale Portogalli con danno delli Rami nelli Siti più esposti. Qualche Portogalli si salvarono, l'Olivi gelarono quelli che eran alle AIture. L'Oleo dalle L. 90 ... ("spazio indecifrabile") salirono subito di prezzo a L. 140. I1 Barometro: fu li 16 G.° un vento da Gregale, nella Giornata diede il resto. Termometro di Reamur nel Giorno era piu due Gradi, nella Notte del 11/10 meno 1,4/2. I1 Giorno 23 fece un vento di Gregale che fece crescere il danno cagionato nell' Agrumi, essendosi rimasta dell'aqua venuta dopo il Gelo per due Giorni e s'incominciò a vedere il danno. Nessun Portogallo ne Limone, poche e nessuna foglia vi rimasero de Alberi e apresso l'Olio montò sino allc l. 150 e dell'Olivi che erano gelati se ne cavò una porzione d'olio e vi fu chi vi guadagnò.
Nel mese di Marzo il Sig. Gismondi nella terra di Zunco incominciò e volle sparare i Lemoni contro l'opinione Generale, il che fece il Sig. Donetta nel Rentengo, la vedova Bottini al Pian di Nave verso a noi: e assai chi aveva fatto meglio per regola si averava.
Marzo Eletto Sindaco il Sig. Lorenzo Durante.
A L. 160 Ar. per una LIB 26 Abuccai ("concetto inespricabile").
Grano a L.36: a 37 Abuccai("idem").
L'apparenza nel mese di Aprile dell'annata non può essere meglio, si calcola a 4/5 d'annata ultima.
(1820)
11 Febraio 5 ore di sera leggera Scossa.
Li 15 Luglio dell' 1820 vennero Li Sig. Missionari Sub Urbani chiamnati dalla Città e Prevosto. Il Sig. Podestà Preposito delle Vigne Superiore, il Sig. Traverso priore di S. Sisto, Mongiardini Parroco dell'Ospitale di S. Lazaro, Vernelli Parroco in una Villa di Chiavari detta Bucie. Il Sig. Garibaldi Paroco dell'Incoronata, il Sig. Storace allievo del Sig. Traverso, il Sig. Castelli Paroco di Teglia, il Can.° Buciageulege ("sic") delle Vigne, il Paroco Davigo di Finale, ed un Servitore allogiarono nei Capucini ove il Publico aveva fatto accomodare le Stanze che le furono amobigliate dal M. . Borea, una per il Superiore, due Gismondi, due Stella, Durante, Capoduro e la Tughe da altri Sogetti. Essi si spesavano, meno il Viaggio, le proviste di Legno, Olei, Carbone ed alloggi. Li 15 si andò incontro sino alle Porte di S. Francesco e nanti la Chiesa delle monache Salesiane si attendarono, il Clero col Preposito alla Testa con Crocefisso era il primo, le Confraternite dopo, i Frati Capucini con gonfalone aventi alla Testa i loro Priori con 4 Lumi ed il Popolo in seguito. Arrivati i Missionari il Superiore s'inginochiò con essi, baciò la terra e prese il Crocefisso ed il Paroco le fece un discorso d'un quarto d'ora. Si andò in Parochia ove il Sig. Podestà rispose con un discorso alquanto erudito: si aprì la missione e se n'andarono ai Capucini.
La Domenica alla matina vi fu di buon ora Dialogo instrutivo e Catechismo in S. Siro; al dopo Pranzo si mise il Palco dalla Cantonata di S. Siro che in seguito fu tramentato dal Canto della Cattanea e poi dal Canto di Gerbolini ove ha la Bottega. Faceva il Catechismo il Sig. Mongiardini e la Meditazione il Sig. Podestà in detta Piazza furono ordinate 4 Processioni di Penitenza: scalzi tutti quelli che potevano. L'Oratorio della Costa vi erano tutti, a riserva di Sertori S. Priore per non potere andarvi: si andò a1 Mare ove vi era un Palco e dove il Sig. Podestà predicava; il Primo Giorno della Processione accadde che s'abbruciò una Torcia, il secondo venne un vento furioso; in questa Processione fu eretta una Capella a latere del Palco verso Levante ove si repose il s.mo Sacramento e chiuso anche si predicava con un Padiglione di Damasco fatto a posta ("e") si diede la Benedizione. La Missione fu prolungata di 3 Giorni ed andò sino alli due Agosto: vi furono durante la Missione delli Oratori, pria nella Concezione, poi in S. Siro, che molto fecero del frutto. Il Mercoledì vi fu la Communione Generale e vi fu un Concorso immenso e più di 8mila Communioni ebbero luogo. Il Dopo Pranzo vi fu l'ultima Processione di Penitenza, dopo aver fatto la Predica della Perseveranza e dati 1i ricordi, mentre incitava che vi era un Peccatore inconvertito, venne dalli Missionari impetuosamente uscito il S.mo Sacramento sotto il Baldachino portato da otto della Compagnia del Corpus Domini con dodeci Confratelli della Concezione e 4 Fanali due delli quali della Costa, e venne nanti il Palco, i Gridi di Misericordia, i Pianti furono Generali. Restò il S.mo e si diede la Benedizione e si ritravano le Confraternite, la Popolazione della Colla, del Poggio, e di Verezzi che v'intervennero. Il Glovedì giorno 3 fu stabilito per la Piantaggione della Croce intorno i Missionari: Messa in Parochia, benedirono la Croce, poi andarono a prendere un piccolo ristoro, poi presa la Croce sulle spalle, ajutati da Preti di S. Remo, la portarono sulla Piazza di S Rocco, ove fu piantata. Intervennero tutte le Confraternite e donne e uomini di S. Remo, le Confraternite con 12 Lumi e Confalone e Fanali, altri senza lumi: arrivati sul luogo si piantò la Croce, il Superiore Podestà disse qualche parole dando li recordi. Racomandò che sentendo che qualcheduno di loro fosse morto li dicessero un Requiem Eternam e in mezzo ad una folla di Gente immensa s'imbarcarono a S. Rocco nel Batello delle Dogane, strapasati dalla confusione e dall'affollamento delle donne che accorevano. Erano le 9 1/2 della Matina quando si sono imbarcati ed il Popolo se ne ritornò. Sotto la Croce vi è stata posta la seguente iscrizione ("ma non risulta riportata">. I1 Bene è stato grande, conversioni communioni, arrangiamento di Matrimonij, infine Iddio faccia che continui il bene che hanno fatto. Diedero anche qualche giorni di esempi ai R.di Preti.

1821

Luglio 16, 7 di sera lieve scossa.
24 Xbre. Incominciò ne scorsi giorni un abbondantissima desiderata pioggia che continuò nella giornata dei 25 Xbre alle nove della Sera: il Mare già grosso si rese più furioso e maggiormente infierì verso le due della notte. Il Bastimento Latino del Capitan Bottino avendo perduto due uomini investì vicino cavi Zerbidi: si salvarono le Persone ma perduto il Bastimento. All'Arma ("Arma di Taggia") varij Bastimenti fra quali un Francese Patroneggiato da Capitan Francese di Tolone Genero di Modena, Borea Persone ("lettura dubbia") andò di Giorno ad investire. Ma del Modena Francese non se ne salvaron alcuni de Uomini. Altri Bastimenti e fu Generale sulla Spiaggia quanti ve ne erano furon perduti tutti nel Porto di Savona, di Genova ed in questo ultimo vi seguì una grande perdita, danni a S. Remo pochissimi, la Braja nostra di Rubra perdettimo tutto il Muro verso mare, l'acqua del Mare lo scavò, i marosi lo fecero cadere.

1822

Nel Mese di Maggio venne poca aqua ne più piovette: un caldo estremo che salì così ai Gradi ("indicazione omessa"). Le aque mancavano nelle fonti e Pozzi, in Giug.° e Luglio i Lemoni si vendettero a L. 100 F. B., li scarti a L. 72 F. B. poi a L. 99 ed in Agosto a L. 40 e i Scarti a L. 300 alli ultimi d'Agosto il Caldo continuava e l'Uva fu vendignata sino dalli 24 Agosto ed l'indi anticipata d'un mese, malgrado il Caldo pochissimee malatie ,l'Olio a L. 106 At. a 124 il burro a L. 5.
In Aprile si fece una Novena alla Costa coll'intervento del Clero: il Sig. Preposto Predicò dopo la Novena un Triduo. Piovette qualche pocho, in una delle Sere del Triduo si portò il Quadro della Madonna della Costa. Tutti li ordini v'intervennero, il solo Consiglio non intervenne, perché pretendette che fosse invitatc da Priori e Sindaci, e Due Deputati della Consulta del Publico non vollero intervenirvi dicendo che non vi era mai intervenuto, e questo per impegni particolari.
La notte del 1° 7mbre venne un' aqua che era stata preceduta nella giornata alle undeci della Sera ("da") Lampi: l'aria era accesa, venne una Striscia di vento talmente forte che nell'Olivi di Bechi sradicò Alberi d'Olive, ne ruppe una quantità e vi diede un danno alle Topie della Garita Pian di Nave Pietro Michelangelo Sapia, in che il danno fu calcolato a L. 10.000, i Capucini sofersero, 1'Ab. Bruni ed il Sig. Gismondi ed altri piccoli danni.
Essendo l'annata anticipata si incominciò a vendemiare alli primi di 7mbre, alli dieci tutti avevano vendemato, i Lemoni venduti a L. 26 il Mille alla Tedesca. L'Olivi incominciarono a cadere.

1825

Altezza del Termometro + 02.

1826

Abbasamento del Termometro + 08.
Genaro 16. Nella Giornata spirò un Vento Fredo da Gregale che spirava da qualche giorno e calmatosi nella matina calò un pocho di Rugiada e Gelarono i Limoni in parte, le valli che Sofersero più furono quelle sotto Nostra Donna Arenassi sotto Strada: il più il freddo al term. fu un Grado sotto il Gelo.
In 9bre. Essendo S. M. ("Carlo Felice") in Nizza vi andò una Deputazione della Provincia di S. Remo col Sig. Intendente Alberto Nota Composta dal M.e Federico Spinola di Taggia, M.e Borea d'Olmo di S. Remo, Gismondi Sindaco Cavalier Luiggi Maria Stella (pr. Ter.) di S. Steffano , Cavalier Penna, Borgheghe ("Bordighera"), Luiggi Novaro Dolciaqua, Conte Novaro di Castelvecchio, Vintimiglia Cavalier Allesandro Galeani. Furono ricevuti da S. M. che l'esternò che conosceva l'attaccamento della Città di S. Remo, che per questa volta non passava ma si riservava in altro caso.
In Novembre fu aperta la Strada Carozale nella speranza che S. Al., reduce da Nizza, vi passasse. Si diroccò la Piazza di S. Siro nante la casa Bestoso di notte e vi furono dei spari.

1827

19 Genaro. Un Gelo di notte ha guastati i Lemoni ne sono Gelati in Generale 2/3, i nostri della Gaota, Plan di Nave Soprana, S. Martino. Sono rimasti liberi quasi del tutto sotto il Convento, S. Lazaro e Braja hanno sofferto, in Luglio sonosi venduti a L. 28 li Buoni, 16 i Cattivi ossiano Scarti.
Abbassamento del Termometro + 09.
(1 827)
29 Agosto alle ore nove di mattina in Genova passò all'eterni riposi M.r. Carmine Cordeviola Vescovo d'Albenga d'infiammazione di Viscere.
Nel mese di 9mbre fu aperta la strada Carrozale perché si diceva che S. M. sarebbe passato per la Riviera.

1828

In Maggio. Togliendo una sorsa dal Fossato di Francia si pensò dal Consiglio di farne tre Pubbliche Fontane. Fu presa da Lago oscuro, si opposero vari ed il Marchese Borea con due parole à demandato che si prendesse un temperamento, concludersi, si approvò li travagli in acqua e in Feb. 1829 fu eletta una Re D. composta dal Sindaco, Preffetto, Av. Fiscale e Intendente, vari Cancilieri oppure decidessero essi.
(1828)
15 Agosto l'aqua decorre nelle Fontane e si vede scorrere.
In 7mbre offerta di Casa a S. M. il Re delle due Sicilie che doveva andare in Spagna per il Sposalizio di sua Figlia col Re, accetta, vedi la lettera delli ("spazio bianco") del Min. di Torino. L'attuale Re Ferdinando è Figlio d'Elisabetta seconda moglie di Filippo V che vi alloggiò in Casa nell' 1714 in 8bre.
Ai ("spazio bianco") Novembre venne un freddo come nell'inverno scorso che si temeva delli Agrumi: durò 6 giorni e sei notti.
Alli 3 Novembre S. M. venne in Nizza per il Colle di Tenda.

1829

Abbassamento del Termometro + 1.6.
Nell' 1828 Sulle Replicate istanze al Ministro e per parte del M. Borea e della Città il Ministro mandò un Uffiziale del Genio Civile Sig. Negretti. Venne esso, appena giunto la Città si allarmò, ed essendo andato con un mio Figlio Michele alla visita , si mandò delli Emissarij per le case a dire che si voleva togliere l'aqua il Giorno della Concezione. Mentre vanno l'Ingegneri alla Sorsa, e fatte le venti, si accorse tumultuosamente con Palme, Bandiere e si fecero delli atrupamenti, istando per la Città il Comandante debole non vi oppose ostacolo. Si gridava, si tiravano dei motti senza però nominare alcuno e tutta questa Gente andò incontro sino sopra S. Giacomo ove si posero a gridare. Michele mio Figlio credette, giunto all'Assunta, di venersene. Si fecce qualche fracasso ma il Comandante li fecce decampare.
Il Governatore di Nizza voleva mandare 4 Compagnie, mandò un Ajutante del Stato Maggiore certo Nuibourgh che voleva che il M. Borea li denunziasse i Soggetti, il che non vole fare; il Governatore aveva ordine del Ministro di farli condurre a Nizza, le cose restarono usurpate così.
(1829)
9 8bre 2 del Mattino Piccola Scossa più forte alle 3 1/2, ripetuta alle 10, alle due del mattino e poi alle 2 1/2. Al 10 più forte torna di ieri.
10 Febraro. Regie Patenti per le Fontane emanate da S. M. alla conclusiva all'amichevole o Induzione.
Abbassamento del Termometro + 2.
Uscì pure proggetto amichevole che la R. D. diede un termine ad accettare di reciproca convenienza: fu acetata dal M. Borea ma regetata dalla Città, e malgrado questo proposto componemento che lasciava le acque alla Città e non lasciava timori per i Giardini, la R. D. malgrado le assicurazioni del S. Intendente fatte ai Borea che non volle che più rispondesse ante all'Avvocato Fiscale, sotto li ("la data non è scritta") emanarono Sentenza colla quale decisero non essere ammisibili le domande delli Coniugi Borea non avendone pregiudizio stando il Rapporto Negretti e Clerici. ("Di") questa Sentenza ingiusta che emanò contro tutti Principi di Giustizia per Cabala ne vedranno i Posteri le Conseguenze, si poteva ridurre le cose che la Città avesse l'acqua e i Giardini non avessero a temere coi Molini di nocumento andava allibrato all'1830.

1830

A 4 del Mattino abbassamento del Termometro - 0:5.
13 Genaro neve freddo in Genova ed in Nizza non mai sentito a vita d'uomo; in S. Remo non soffersero li Aggrumi che nei siti esposti malgrado la neve e freddo.
Caldo Eccesivo.

1831

Per la Morte del Re Carlo Felice seguita li ("data non trascritta") la Città il giorno fecce fare un Funerale nella Chiesa di S. Siro, fecce l'Orazione Funebre il Mastro di Rettoria d. Ant. Valle. Al Catafalco vi erano le Seguenti Inscrizioni:
Dirimpetto all'Altare
Misericor Deus
quesumus
Ut Eternam Beatitutem
Religiosus Princeps
Qui jus vis ergo parentalia
Celebramus
A Sinistra
Aqua lacus nigri
ut
Ex privato in Publicum usum
Derivaretur
Causa Cognita rescripsit
questa Inscrizione fece Testo nella Causa delle Fontane.
A Destra Vetustissimam Viam Emiliam
Negligentia temporum corrupta
Operibus ampleatis
Restituendam curavit
D. O. M.
Karolo Felici Italico
Regi Sardinie
quod viis patefactis
Hypothece legibus ordinatis
Curis Provinciarum Moderatis
Temporum locorum caussa
Regnum ab Augusto fratri datum
Tripolim belli tormentis oppvgnando
Libertatem ("parola non leggibile") vindicando
Non modo Custodierit sed etiam amplivit Argelensis
Mauritanoram Turcharumque Triumphavit
IV ante Cal. Majas MDCCCXXXI
Defuncto pacem adprecatur.
Composti dal R. Antonio Massabò.
Il ("giorno di") di Pentecoste fu Cantato il Tedeum ed Inno di S. Spirito per l'esaltazione di Carlo AlLerto vi fu Orazione Panegirica recitata da D. Antonio Massabò, Illuminazione alla Sera, il Console Francese pose larma ed Albero alla sua Abitazione il Drapo Tricolore, non essendo stato posto in Chiesa Banco per la nobiltà ("la panca riservata agli aristocratici") neè essendo stato invitato il Sottoscritto ("Marchese Tomaso Gio. Batta Bore d'Olmo") ne fece inteso S. E. il Governatore acciò non ne le atrebuisse a mancamento. Scrisse al S. Sindaco che rispose a S. E. che era stata una dimenticanza involontaria del Corpo Civico che avevano tutto il rispetto per il M. Borea d'Olrno che si facevano una premura di porlo in tutte le Commissioni onorifiche.
Il Giorno 26 Maggio all'ore 11 3/4 del Mattino venne una Scossa assai forte, incominciò per Rumore, si Fece Sentire Oscilatorio e poi Ondulatorio e durò 15 Secondi e se durava di più eravamo tutti andati. Fu Reputato un Folgore Terrestre, i Bastimenti lo sentirono e parve che due volte dassero su un Scoglio. Tutti si ritirarono alla Campagna e S. Remo rimase deserto. Il nostro Casamento ("Palazzo Borea d'Olmo") poco soferse se non che una Cantonata della Logetta nel Terasso si spacò ed il Cornicione e si apriron quelle Fisure antiche già turate. Soferse la Chiesa di S. Stefano dell'Ospitale, i due Conventi delle Monache, una Fisura alla Madonna della Costa, varie case nella Città, nella Terra dei Verdea Fizeri, il S. Rinaldi perdette due Stanze, il S. Boeri una casa distruta al mare ed altri danni. Si pretese sentirsi altra piccola scossa all'ore 10 1/2, una ripetesi non così forte alle 11 1/2, altra più forte sicome eravamo in campagna pochi sentirono alle 4 1/2 della Mattina, altra che si sentì egualmente, come altra di piccolo momento il 28 a mezo Giorno e 3/4 una se ne sentì e l'intesi, altra legerissima, alli 29 alle 6 1/2 altra che sembra un vento, altre piccole di poco momento pretendono che continuamente si intesero li 8 Giug.° nel dopo pranzo se ne senti una alle 6 3/4 io ero in Casa ma nel Paese e alla Madonna lo sentirono. Io però intesi per Bufferoni da vento da Tramontana, li 9 alle 4,40 minuti del mattino ne sentii uno pareva un tuono sordo, e finì con sentirsi nel legno delle vetrate come cosa legera; pure a Taggia si dice ne abbiano contate tre e fugati dalle Case, la Processione dell'Ottava si fecce secondo il solito, quella del Corpus domini passò di Piazza senza entrare nelle Chiese e ritornò in Parochia, però questa dell'Ottava non andò nelle Monache Turchine. Il danno soferto da Casa Borea fu che il Muradon verso Ponente e Collonati furono smossi ed è convenuto turarli i punti, un Rondone sotto il Muradon Strapato ed altre fesure di poca moneta anche nella Casa d'Affitto che tanto portarono una Spesa per ventura nulla della Superiore ha sofferto la casa della Braja non ha Sofferto.

1831

Giug.° 9 In seguito di istanze da diversi particolari non volendo in modo alcuno concorere alla Perizia fatta dal S. Architetto Bottino per la Restorazione di tutti i Canali della Valle di Francia il Consiglio fece una Commissione , vi furono delle discordie e si pasò da varij interessati Ricorso alla R. delegazione che decise che i Canali di Francia si debbano arrangiare, per ogni comune riunirsi il Consorzio degli interessati davanti l'Intendenza perché dagli interessati stessi si proveda secondo li usi e Statuti Antichi.
Avute da Giordano, che conosce l'astronomia, nota sul
teremoto 26 Maggio 1831 e socessive scosse accadute in S. Remo e Paesi limitrofi [tra i "paesi limitrofi" registrati nella Cronaca si può citare nell'area di Taggia il borgo di Pompeiana di cui ancora verso la fine del XIX secolo si additavano di danni causati dal sisma del 1831 nella sua frazione detta Costa Panera]
A tutta memoria di uomini non si risentì in S. Remo un terremoto sì violento e sì terribile: la durata venne calcolata generalmente da 10 secondi a 12. La direzione fu la medesima di quella che ebbe la fiera scossa del 1818 cioè di NNO e di SSE. In quasi tutto il mese di Maggio, e qualche parte di Giugno, era piovuto, nonché sofficienza abbondevolmente, dopo una pertinace sicità di 3 anni che ci fece perdere due consecutivi ricolti d'Olivi. Detto disastroso fenomeno accade la mattina dei 26 a 11 e 30 circa tempo di sera per la pentecoste. Il terrore e lo spavento degli Abitanti è più facile immagirarselo che descriverlo: la costernazione e l'abbatimento era generale, un silenzio da sepolcri soccesse al favellio della opperosa popolazione. Il Barometro non segnò niente per cotale meteoro frangoroso e tomoltuante. Parecchie furono le scosse in d.° Giorno 26, le più distinte sono quelle di 10 e 35 e 11 e 20 di sera. Il 27 a 5 di Mattina altra scossa. Il 28 a 0 e 3/4 pomeridiane altra scossa molto sensibile e della durata di 4 o 3 secondi. Le trepidazioni si possono credere quotidiane sempre accompagnate da un rombo e fulgore più o meno distinto. Quelle della notte dal 18 al 17 Giugno e della notte dal 28 al 29 pure Giugno furono per lo più sensibili. Al 10 Luglio alle 7 1/4 sintese altra scossa, in detto giorno tuonò forte e un tuono si distinse singolarmente per lo scopio affatto insolito. Gravi furono i danni sofferti dal fabbricato, però all'esclusione di 2 o 3 case che si dovettero dirocare, essi danni si limitano a dei fissi più o meno notevoli ma ristorabili con chiavi, sottomorazioni, scarpe e simili ("lavori di restauro edilizio"). Li più danneggiati furono la Chiesa Ospidale Assunta S. Stefano, conventi delle monache e Cappuccini: la perizia ascende a L. 8000 circa. Furonvi ("città e luoghi") che più sofrirono ("di Sanremo") sono: Castellaro , Taggia, Bussana. Le persone vittime di tal disastro ascendono al numero di 7, nessuna però in S. Remo. Il Reggio Governo, dopo alcune istanze fatte dal Signor Intendente mandò il Signor Mulbrae ufficiale delle Miniere nella direzione di Genova onde visitasse la qualità delle terre e rocce su cui posano li comuni sudetti. Questi dietro la più accorata visita e disamina, nulla trovò che facesse sospettare l'esistenza di qualche volcano nascosto. Una cosa dovrà in qualche modo tranquillare gli animi degli abbitanti de Sud.ti Communi e quelli di S. Remo e il riflettere che l'andamento del terribile fenomeno e fra noi sempre il medesimo, e il tremoto del 1564 fu simile al presente 1831. Quello fu fiero ugualmente che questo per la dorata delle repliche successive e per danni sempre alla primitiva e forte esplosione succedono altri che sono pochissimo o nulla temibili.
Si sentivano continui rumori sordi.
1831 4 Ag. e 5 la Giornata ha avuto mezza ora di Giorno di più era Gia ("parola non interpretata dal Lamboglia") dell'Astronomo Cassini.
8 Borasca cd Aqua Furiosa. Limoni in Maggio e Giug. 81 a Luglio L. 19, Luglio e Ag. 12 Scarti L. 10.
9 Agosto il Sole nero, senza Raggi tutta la Giornata fatosi oscuro, alle 24 appariva un Chiarore che si vedeva a due Zodiacale non descrisse l'astronomo Cassini.
21 7bre all'ore 5 3/4 un Soffio e poi una Scossa Ondulatoria delle più forti dopo il Giorno 26, sucessivamente nei Giorni appresso se ne sono sentite a Taggia ed in altri Paesi ed anche si pretende in S. Remo.
Ha avuto luogo la Riunione della Provincia alla Diocesi di XXmiglia, l'Arcivescovo venuto da Genova avuta l'istanza del Vescovo di Nizza, e quella del Vicario Capitolare d'Albenga come Delegato Apostolico ha Emanato il suo Decreto di separazione che il Vescovo ha mandato ai Parochi confermando tutte le Autorità Eclesiastiche.
Monsignore Arcivescovo Ajunto resosi di Retorno al Porto Maurizio andò a Dolcedo dovendo la Domenica consacrare la Chiesa: il Sabbato ("data non interpretata dal Lamboglia") Aprile, morì d'apoplessia e fu trovato morto nella stanza il mattino. Si pretende che nei scorsi Giorni sianzi sentite varie piccole scosse di Teremoto; il Giorno 11 all'ore 7 se ne sentì una con soffio e piccola scossa, molti non la sentirono ma la pluralità la sentì. Si continuò a vedere l' Aura Boreale, sopra S. Romolo delle Nuvole.
Il giorno 8 7mbre all'ore 7 della sera si sentì una Scossa, il Giorno due Ottohre alle 1 3/4 si sentì una scossa con due ondulazioni che durò due minuti grossi secondi. Il tempo è stato ("parola non interpretata").
13 8bre. E' entrato a fare la visita in S. Remo secondo il solito dei Vescovi, alloggio nei Capuccini.
I Lemoni che ve n'era abbondanza si sono venduti a vilissimo prezzo ed in 8bre a L. 2 il mille. L'Olivi ("parola non decifrata") non ve n'erano quasi più, l'olio li 30 8bre era 63 in 64 L.

1832

Varie piccole scosse li ("data in bianco") Giorno di S. Franc. di Sales nella notte della vigilia al Giorno, in Domenica a ore una 1/4 e a ore 5 3/4 del Mattino due Scosse di Teremoto.

1834

In aprile, stante la Sicità, dopo essersi fatta la Novena alla SS. Vergine del Rosario il pubblico ne ordinò una all'Assunta mandando N. 50 Candere da Mezza libra. Il Giovedì 18-19-20 Aprile il Pubblico v'intervenne con il Clero. L'Oratorio dei S. Dolori essendovi già stato S. Rocco che vi fecce la Comunione. La Domenica 13 Aprile al mezo Go d'Aprile S. Costanzo andò alla Madonna ("della Costa"?) e poi a S. Romolo : venne poca aqua ed una Quantità di neve nel Bosco e nel Paese poca freddo come nei giorni inanzi che cagionò qualche malatia.
Aprile 13 si fece il Divieto: il Giorno 20 Aprile terminò la Publica Novena alla Costa, e dall'Oratorio se ne continuò altra. Il Sig. Preposito lasciando a parte la Madonna del Rosario, i Santi Av. Siro e Romolo ne ordinò senza intervento del Publico ossia autorizaione una novena all'Anime del Purgatorio il Giorno 22 alla Sera venne poca aqua con Tuoni e durò fino alle 2 dopo mezzanotte sprancando. Il Giorno 23 incomincia una Novena l'Oratorio della Marina alla Costa. I1 Giorno 27 Aprile si riunì la Consulta della Costa ed ordinò la continuazione della Novena ed il Calamento del Quadro per il G.r 30, che piovendo a sufficienza si farebbe in Ringraziamentoto la Processione Domenica, non piovendo in Penitenza colli Soliti Inviti S. Brigida continua la Novena, S. Rocco, i Dolori, la Misericordia avevano fatta già la Novena e Comunione. Il Giorno 28 nella notte Aqua Minuta durò a varie riprese, il 29 alla Sera più forte ed il 30 sino a Mezzo Gorno. In detto giorno si calò il quadro e si deliberò la Processione in Ringraziamento per Domenica 4 al dopo pranzo.

1835

17 Aprile. Si fecce la Processione del Mortorio con li Oratorij, Clero e Capucini. Li Oratori con sei Fanali, i Preti Idem attorno la Cassa, la Compagnia del Corpus Domini, Prioresse; il Consiglio portava il Strascico verde col Giro come nell'Ottava del Corpus Domini e si passò nanti il Portico, il Cristo si abbassò al mare, idem al ritorno, andò pure all'Ospizio e Monache Francesi, si retirò all 'ore otto della Sera. Vi furono delle Questioni, li Fabrizieri, il Sig. Preposito a norma del R. Biglietto e Regolamento voleva fosse decaduta. Recorsero al Senato, al Vescovo che provisoriamente ordinò che sino a decisione vietasse le Compagnie, il Fabricere che aveva preso possesso la Setimana di Passione sospese di segnare la decisione.
I Lemoni Primi Fiori si vendetero a L. 9 e poi 10 il mille, i Bianchi L. 2,50 il Mille, l'Oleo 95 L. a 100.
Regolamento del Senato in seguito di Rege Biglietto decisione del Senato procurata dalla Compagnia del Corpus Domini che intendeva non essere soppressa ne spoliata dalla Fabrica dei Redditi che le Conserva l'onorifica prerogativa ma dà l'Aumentazione alla Fabrica delli redditi ed elemosine.
Deliberato il Santuario a S. Nicolò da procurarsi in decime per 46.500 circa L. iniziando la strada da S. Lazaro sino al di là di detto San. Si aperse la Strada dalla Cappella di S. Nicolò abbate Borea sino a S. Martino, si taglia la Braja Borea dove è Diritto il M. Borea Principale ottenne di fare la muraglia da Robino guadagnando il Terreno in linea retta come da domanda e permesso ossia Cessione del Sig. Intendente del Maggio 1835.
Essendo passato ad abitar il Giudice ("nome non decifrato" ) si scrisse lettera al Sig. Cav. Borelli per le grate alle fenestre desotto ove stava la S. Greca: rispose che ci lasciasse precariamente come da sua lettera.
Venne ai Primi di Maggio Aqua abbontissima a più riprese. Poche erano le Panne uscite nei Siti sotto Aqua, ne uscirono in tutto il mese di Maggio, l'Olio da 110 L. calò a 85 L. Si Ringraziò in S. Siro la 2.d. Festa di Pentecoste e la domenica della Trinità alla Costa con intervento del Publico.
Si distrusse nel mese di Giugno la Cappela di S. Nicolò e Loggia Borea per fare la strada più deritta.
In Giugno i Lemoni alla Tedesca 22 Scarti L. 4.
Convennessi con la Compagnia del Corpus Domini e Fabriceri che la Compagnia ad Ottava anderebbe attorno al SS.m°, la Terza Domenica all'Asta che segue i Murinari ricorsero alla Sacra Cancelleria per avere la precedenza sui Marguelleri. Delegazione nel Sig. Preffetto che arrangiò provisoriamente che per il Giorno del Signore andandovi il Tribunale non vi era questione, l'Ottava vi anderebbe da particolare il Tribunale.
I Padri Capucini pretesero che i Fabrizieri non dovessero andare sotto la Croce Capitolare ma pria di loro se ne lamentarono, e se ne andarono via, al dopo pranzo feccero una Processione sulla Piazza loro con Musica e gran Concorso, si seguirà l'esito.
Nel mese di Aprile Maggio (dell'anno 1835) scopiò in Marsiglia una febre di Collera, fecce della Strage ma cessò. Attacco in Giugno a Tolone Collera Asiatico e fecce una Strage che portò a morte più di due Terzi d'Abitanti, Magistrati ed altri di Minori. Cessò in Luglio ed attaccosi in Nizza ed il 25 Luglio ne morirono 234, la desolazione era grande in tutto Luglio nel bagno di Villa Franca che fu attaccato 84 casi 50 morti, in Nizza 40 circa e più della meta morti, i Medici pretendono che fosse non Collera Asiatico, ma Collera, in Settembre S. M. nominò una Giunta composta del Comandante Capo, membro di Sanità, e l'Intendente da P.te passò Membro, le guardie misure Sanitarie furono adotate e misure di Polizia.
Dopo avere fatto strage in Tolone ripigliò in Marsiglia con Maggiore Stragge nelli ultimi di Luglio ed Agosto in Nizza infuriò. Fu posto il Cordone ("sanitario") che vi restò sino alli 14 alla sera, fu poi levato in Nizza, ne morivano in Villafranca ma il Ducato ("Sabaudo") ne restò preservato. A Cuneo incominciò il Giorno 28 Luglio e li 14 il Totale di Cuneo era 825 morti, secondo i Medici 304 dai Parochi che danno le note al Governatore 422. Alla Spinetta ha fatto molta Strage, la Festa dell'Assunta si è fatta di Devozione solamente riservandosi a fare una Festa di Solennità in Rengraziamento in S. R.° dove ("dal") 20 Luglio a tutto li 17 Ag.osto morti due Etichi, una Asmatica e un di Colpo fulminante. A Genova qualche casi a decine dei morti si volle non sia Collera. Attaccò Genova e nel Giorno 23 fecero la Processione della Croce coll'intervento di tutte le Confraternite, Comunità Religiose anche di Beretta e S. G. : il male si fecce più serio, morti varij dei Principali, Balbi, Galdi di Finale ed altri molti Professori in Medicina e Cherurgia. Il giorno 29 si contavano 1800 amalati Circa e 800 circa morti, a Cuneo meglio oggi 30, Nizza idem, mentre meglio è da noi, sinora nessuno malgrado che non si abbiano precauzioni: nei scorsi giorni piovette ed il tempo con più meno caldo in S. Remo: malgrado i riclami dei Proprietari non si vollc pensare a fare delle Provedenze né si volle sospendere i travagli del Seminario malgrado che la Popolazione reclamasse. In Marsiglia, Tolone in diminuzione.
Continuò in Genova a fare strage non poca e sino alli 20 7mbre, che, dalle notizie, pare che sia in diminuzione ma già si dicevano i morti a 7500 in Savona e longo la Riviera due m. casi provenuti da Genova. Diano fu attaccata con morte di 30 circa. Porto Maurizio fu attaccata e sino alli 20 7mbre 16 morti. La Provincia di S. Remo sino alli 20 .7mbre ne fu libera, detto Giorno la Consulta dell'Oratorio si riunì e con i Confratelli fu deliberato che si continuerebbero le preghiere anche a spese dei Consultatori. Che, liberandocene la Vergine, si farebbe un Triduo di Ringrasiamento con Processione del quadro con ottenere un Giubileo e che ogni quindici anni sarà fatra una Processione col Quadro sperando che la Vergine ce ne farà la Grazia d'ottenere dal Div. Salvatore d'esserne liberi. S. M. venne li 6 7mbre in Genova e vi restò sino alli 7 , diede dei soccorsi e Remunerazioni con onori: in Nizza e Marsiglia alli 30 si diceva cessato.
Nel mese di 8bre verso la metà cessò in Genova ed altri Paesi e Città, Cuneo ed in Francia al Porto Maurizio su 84 attaccati 42 morti, in Oneglia un 90 di attacati e morti 40 circa, ma la malatia si rese più mite e meno qualche casi per disordini nel mangiare che furono fulminati. Grazie al Cielo ne siamo rimasti liberi sino al Giorno d'oggi 4 Nvb. 1835. I1 Can.co Giuseppe Gunzil morto di 89 ("anni") lasciò la sua Casa per l'obbligo al Cav. Roddi di fare la Novena e festa di S. Gio. Nepomuuceno, una Rendita alla Collegiata onde l'Elegasi Protetore, la Novena con 26 Candele all'Oratorio della Concezione, un Fondo del Reddito dicesi di L. 12 onde dicano annue Messe otto. Aque Abbondantissime in Xbre, Genaro e Febraro che continuarono in Marzo ed Aprile, furonvi in questi tre mesi poche Belle Giornate ma il Freddo sino ai 8 d'Aprile si fece sentire come d'inverno e nei Giorni 12 Xbre il Freddo fece gelare i lemoni, quasi tutto il frutto fu perduto, poco se ne salvò, nell Beguda di Fo ("lettura dubbia") sotto il Convento il danno fu generale. Sotto i Ponti si salvarono li alberi oltre il frutto, in diversi siti furono salvati un poco ma tutti sofrirono li giri, non cogliendo noi più di 25 m. si vendettero in Marzo a L. 36 il buono, il scad. a L. 23.

1836

11 Aprile venne S. M. il Re Carlo Alberto, vi furono fatti 4 Archi di Mattoni, un arco poco inanzi la Porta dell'Ospitale con Statua avanti all'Arco, vi era il Comandante, Sindaco con Consiglieri, Preffetto con Deputazione di due, Tribunale di Comercio, Preposti col Comandante, M. e C. fratelli Borea. Parlò il Comandante, il Sindaco, Prefetto e Pres. del Tribunale di Commercio e Preposito: rispose ("il sovrano") con parole affettuose. Le Chiavi le lasciò al Comandante, passò fra li applausi, apparato di Damaschi e Bandiere lungo la strada, suono di Campane, alle 3 pomeridiane arrivò, non si fermò sebbene il M. Borea avesse offerto la casa, ché per mezzo di S. E. il Conte Ferrero li fecce conoscere il suo Sovrano dispiacere di non poterne approfittare, stante che voleva andare a XXmiglia per vedere i Forti, che era sua intenzione ma che li dispiaceva di non potere sormontare in Casa Borea come aveva deciso. Era bella la Giornata. Il vapore la Cunara lo precedeva d'un' ora e fermavasi a tutte le stazioni ("in maniera condivisibile il Lamboglia ritiene trattarsi della nave GULNARA o primo vascello a vapore acquistato in Londra per la Regia Marina Sarda") 6 Giugno. Cominci il caldo, per l'inanzi sempre Aqua, nebbia e Freddo.







L'erudito e letterato agostiniano scalzo FRANCESCO VIANI (cui G.L.Bruzzone dedica uno studio approfondito in "Riviera dei Fiori, 1990, 4: P. Bonaventura Viani letterato di Montalto) fra le sue poesie compose e pubblicò (in Componimenti poetici, Fermo, Ciferri, 1853, p.60) la canzone IL TREMUOTO DI S. REMO in cui descrisse, con toni romantici, l'effetto emotivo del sisma (su cui B. Emanuele Maineri si soffermò nella sua Liguria occidentale, Roma, Civelli, 1894, pp. 29-30) del 26 maggio 1831:
"Come cervi al cospetto de veltri
tutti i cor palpitaron smarriti;
come agnelli dal lupo inseguiti,
da' suoi lari ciascun si fuggì.

Chi sui vaghi vitiferi colli,
onde vide quel lito sì caro,
chi sul mar va cercando riparo
al tremor che la terra investì.

Lagrimando ai vicini villaggi
trafelata la gente s'avvia,
pur dubbiando chi un pane le dia
l'egra vita da morte a campar.

Quanto madri languenti, digiune,
del cammino ai disagi mal atte,
non han pane! non stilla di latte
onde i figli morenti sfamar!

Ahi! men duro provaro il destino
quei che in tante ruine travolti
sì rimasero infranti, sepolti!
e a più triste sciagure fuggir!...
".

Il procedere retorico della lirica, coll'inseguirsi di versi martellanti, enfatizza l'evento tellurico che tuttavia, per quanto non paragonabile a quello del febbraio 1887, procurò danni seri come ha registrato il Maineri: soprattutto a Taggia, Castellaro, Pompeiana, Terzorio e Bussana (ovi si ebbero anche delle vittime: a badalucco, Montalto e Triora fu invece grande la paura ma i danni si ridussero a fenditure che solcarono le mura di varie case ed alla caduta di numerosi calcinacci).