cultura barocca
INFORMAT. B. E. DURANTE

Incisione su rame dall'opera di ATHANASIUS KIRCHER intitolata MAGNES SIVE DE MAGNETICA ARTE


























La fonte primaria per uno studio approfondito della vita di ATHANASIUS KIRCHER è costituita dall'autobiografia manoscritta che ha fornito materiale a tutti i successivi lavori in questo ambito: essa copre il periodo che va dalla nascita sino al 1666, dissertando sulla smisurata mole di OPERE redatte e pubblicate dal celeberrimo studioso cui fra gli infiniti (ed esagerati) meriti fu anche attribuito (impropriamente) quello della decifrazione dei geroglifici egizi.
Athanasius Kircher nacque il 2 maggio (festa di sant'Atanasio) del 1601 (o 1602) a Geisa, presso Fulda, ultimo dei nove figli di Johann Kircher e Anna Gansek. Il padre, dottore in filosofia e teologia oltre che musicista dilettante, era docente laico di teologia presso il convento benedettino di Seiligenstadt/Main.
Kircher affermò di aver ricevuto dal padre i rudimenti della propria cultura musicale ma non sappiamo se abbia imparato anche a suonare uno strumento. Nella "Praefatio ad Lectorem" (MU A XIX) egli sostenne di aver pubblicato in Germania alcune sue composizioni che godevano di grande popolarità, ma si tratta di un'affermazione che non è possibile verificare in quanto Kircher dichiarò di essersi celato dietro uno pseudonimo che per altro non rivelò mai. Nello stesso passo il nostro autore dichiarò anche di aver inserito nella Musurgia Universalis alcune di queste composizioni.
Nel 1612 Kircher entrò nel collegio gesuita di Fulda; il 2 ottobre 1618 venne ammesso come novizio nel collegio gesuita di Paderborn, ma nel gennaio 1622 fu costretto a lasciare la città per sfuggire ai saccheggi e alle persecuzioni della guerra dei Trent'anni, riparando dapprima a Munster e successivamente a Colonia, dove proseguì i propri studi scientifici e umanistici. In seguito egli si recò a Coblenza e ad Heiligenstadt prima di giungere nel 1624 a Mainz, dove venne ordinato sacerdote nel 1628.
Dal 1629 Kircher si stabilì presso l'Università di Würzburg in qualità di professore di filosofia, matematica e lingue orientali, materie che insegnò successivamente anche ad Avignone. Qui entrò in contatto con Nicolaus Fabri de Peiresc, col quale avviò intensi studi destinati a essere interrotti nel 1633, quando Kircher fu chiamato a Vienna per succedere a Keplero, deceduto nel 1631, nel ruolo di matematico presso la corte dell'imperatore Ferdinando II.
Kircher si trovò costretto a compiere il proprio viaggio passando attraverso l'Italia settentrionale dato che la Germania era troppo pericolosa per un gesuita: dopo molte vicessitudini lo troviamo però a Roma, con ben poche intenzioni di raggiungere Vienna: grazie a una petizione inoltrata da Peiresc al papa, Kircher ottenne di poter restare per proseguire i propri studi sui geroglifici.
Nel 1638 Kircher venne nominato professore di matematica presso il Collegio Romano, incarico che mantenne per otto anni prima di esserne dispensato dall'insegnamento affinché potesse dedicarsi con totale impegno alle proprie ricerche. Mentre la sua fama si diffondeva in tutto il mondo egli non lasciò mai Roma, eccezion fatta per alcuni brevi viaggi di studio in Italia e un soggiorno a Malta fra il 1636 e il 1637 in qualità di confessore del langravio di Hesse-Darmstadt convertitosi in quegli anni al cattolicesimo. In occasione di tale soggiorno ebbe modo di visitare la biblioteca del convento di San Salvatore a Messina, scoprendo alcuni manoscritti con esempi di notazioni antiche che inserì nella Musurgia Universalis a pagina 213 del primo tomo e nell'Iconismus XIII ).
Athanasius Kircher morì a Roma il 27 novembre 1680 e il suo corpo fu sepolto nella Chiesa del Gesù. Il cuore venne invece tumulato a Guadagnolo, villaggio vicino a Palestrina, nella cappella di Santa Maria della Mentorella che Kircher aveva fatto ricostruire sulle rovine dell'antico santuario edificato nel luogo dove era avvenuta la conversione di Sant'Eustachio e la cui fondazione risaliva secondo un'iscrizione all'imperatore Costantino.[ Carlo Mario Chierotti ]