Il Códice Durán o Historia de las Indias de Nueva España e Islas de Tierra Firme è un manoscritto del Nuovo Messico realizzato nella II metà del '500 dal frate domenicano Diego Durán. Da questo manoscritto, che appartiene alla Biblioteca Nazionale di Spagna, deriva il disegno poi stampato con il titolo Moctezuma Xocoyotzin (Sciocoyotzin ) osserva il passaggio di una cometa (capítulo LXIII). Il Durán sostenne che, come spesso accadeva in Europa, il passaggio della cometa fu interpretato dai Tlatoani [Tlatoani - plurale tlatoque - è un termine della lingua nahuatl che in epoca precolombiana indicava il re nelle città di dominazione azteca. Letteralmente significa "Colui che può parlare")] alla stregua di un segnale di sventura anche se gli agoreros ( auguri) non seppero dire a cosa alludesse quel presunto messaggio celeste.
Montezuma tentò, riuscendovi, una riforma sull'Impero più cultuale e tale quindi da esacerbare i sacerdoti della religione tradizionale ma, in molti contesti, le riforme che mirano a fare di un re un teocrate hanno una forte valenza politica sì da aumentarne a dismisura anche il peso politico sin a farne una sorta di
Dio Vivente che, con la complicità della notte, nel più profondo recesso dell'incredibile "Palazzo dei Serragli" ogni notte, assolutamente solo, andava a pregare e/o consultare il suo "Demone" come scrive il Bustamante
nella conseguente speranza di
mascherare certe insicurezze dietro l'alea della spiritualità: egli in fondo sapeva di non essere un grande amministratore e tantomeno un valido gierriero e/o stratega. Per tutelare questa maschera sovrannaturale, che poteva coprire i suoi limiti, non amava tutto quanto poteva metterla in discussione compresa la sorella, principessa Papantzin ligia ai dettami dell'antica religione e dei sacerdoti lei sì circondata da una nomea di spiritualità, specie quale sibilla e veggente. Sapeva comunque, in caso di necessità dissimulare abilmente, come nel corso del primo incontro con H. Cortes come si evince dalla Relazione di quest'ultimo laddove Montezuma gli giunse incontro con una impressionante dimostrazione di grandezza che, diplomaticamente mirò a sminuire anche per vanificare possibili dicerie sul suo conto,
sin al punto di sollevare il proprio vestito e mostrare l'umanissimo corpo onde negare al Cortes la falsa diceria che egli fosse un Dio.
L' arrivo degli Spagnoli lo andava preoccupando vieppiù di quanto desse a credere e l'Imperatore azteco era peraltro perplesso in forza di alcuni eventi, apparentemente inspiegabili, del recente passato tra cui il passaggio di una cometa
e possibilmente collegabili ad una profezia nefasta sulle sorti dell'Impero espressa da sua sorella = è vero che egli fidava molto sulle ostilità fra gli stessi Spagnoli e gli ostacoli che avrebbe più volte incontrato con altri nativi.
Sospeso tra tante domande ritenne di conseguenza opportuno
avere un giudizio sulla questione dal saggio Nezahualpilli di Texcoco il quale, contro le sue aspettative o speranze, rispose che si trattava in effetti di segnali
sulla rovina di Tenochtitlan.
Nezahualpilli, termine nahuatl per "principe digiuno" (1464 – 1515), fu il re (tlatoani) dell'altepetl mesoamericano di Texcoco, eletto dalla nobiltà cittadina dopo la morte del padre, Acolmiztli Nezahualcóyotl, avvenuta nel 1472 (altre fonti per es. il Toromozoc datano l'evento al 1475).
Come il coltissimo padre fu un poeta, fu considerato saggio con una sincera reputazione di re leale. È sopravvissuta solo una delle sue opere: "Icuic Nezahualpilli yc tlamato huexotzinco" ("Canzone di Nezahualpilli durante la guerra con Huexotzinco"). La sua corte fu un paradiso per astronomi, ingegneri e indovini. Durante il suo regno abolì la pena di morte per molti crimini, lottando per mantenere l'indipendenza politica di Texcoco sì da contrastare il processo di forte centralizzazione degli Aztechi nell'immensa Tenochtitlán.
Quando disse a Montezuma che i saggi di Texcoco avevano predetto un dominio straniero sulla valle del Messico, l'imperatore lo sfidò ad una partita di TLACHTLI evoluzione azteca del più antico gioco della palla entro gli sferisteri del "POK-A-TOK".
- "FINE DEL DOMINIO IN AMERICA DELLA CORONA DI SPAGNA" =
LEGGI QUI DIGITALIZZATO IL
Viaggio nell'America Spagnuola (Messico, N. Granata, Perù, Chilì, ec.) in tempo delle guerre dell'Indipendenza... di Gabriel Lafond di Lurcy
[con indici moderni disposti capitolo per capitolo ed integrazioni documentarie ulteriori, citate ed evidenziate nell'ambito di varie parti nell'ambito del testo digitalizzato evidenziato dal "verde degli indici che rimandano all'opera antica"]