cultura barocca
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Nella sezione dell'Archivio di Stato di Ventimiglia entro questa pianta della città risalente al 1915 si può constatare come al numero 36 sia indicata la casella del Dazio Comunale ed al 65 la Stazione dell’Officina tramviaria Ventimiglia-Bordighera ove provenendo da Ventimiglia o valicando il primo cavalcavia sulla ferrovia passavano i tram della linea Ventimiglia Bordighera di cui qui si parla avvalendoci anche di notizie dell'emerita "Cumpagnia d'i Ventemigliusi" che riporta quanto pubblicato nel Memoriale intimo di Girolamo Rossi,: vedi anche qui immagini di tram sulla linea passante per Vallecrosia.
Il canonico Giovanni Francesco Aprosio in una lettera al Rossi citò il "Discorso de rebus Italiae cita": “Alpium Intimilium magna civitas quae comprehendebat duo suburbio, et suburbium occidentale erat presens Albintimilium, in quo habitabant illi soli, qui rebus valebant militaribus. In Albintimilio erat magnum templum Dianae dirutum”. Questo tempio che stando alla citata lettera si sarebbe visto ancor prima del 1836, che avrebbe costituito la CHIESA PRIMIGENIA DI VENTIMIGLIA INTITOLATA A S. MARIA, un volta SOPPRESSA LA VALENZA DEL TEMPIO PAGANO, CHIESA che malauguratamente venne distrutta nel tracciare la Strada della Cornice (poi Statale Aurelia).
VEDI QUI il "Piano Topografico dei Ruderi della Città degli Intemeli" steso su indicazione di G. Rossi dal geom. Arcadio Palmari nel 1877 ed edito entro la riedizione delle "Notizie degli Scavi" sempre del Rossi da N. Lamboglia sotto titolo de "Le Notizie degli Scavi da Ventimiglia di Girolamo Rossi (1876-1908) in "R. I.I" ,XIX, tav. I ove ai lati e entro il disegno del Palmari si leggono a prova della tradizionale attività rurale del sito le diciture Giardini , campi di olivi, campi di limoni. Nel 1886, a Nervia, ebbero inizio i lavori per la costruzione di un cavalcavia che facesse superare i binari ferroviari alla via Aurelia evitando l'uso di un passaggio a livello. Il cavalcavia fu distrutto dai bombardamenti del 1943 e poi ricostruito sulle medesime fondamenta. La sua costruzione avrebbe comportato la totale scomparsa di ruderi prossimi all'area del teatro romano.
Nel 1915 il Dazio, oltre a questo ufficio di Nervia oltre cui superato un grosso anonimo edificio procedeva la provinciale per Pigna, contava a Ventimiglia altre due sedi di cui una locata in Largo Torino ed organizzata con quella " pesa pubblica " che ha finito di esistere una volta introdotta l'Imposta sul Valore Aggiunto (il complesso eliminato quindi smesso e demolito onde realizzare il cavalcavia di Via Tenda): oltre a questo esisteva ancora un ulteriore "ufficio" in Piazza della Stazione, non lungi della Scaletta da Via Hanbury, che divideva l’area con un chiosco che funzionava quale Agenzia di Cambio.
Nel 1927 sul sito retrostante le case in fotografia ed in gran parte sul vasto terreno che dava sul fronte strada là ove sorgeva il "Dazio di Nervia", Pier Giovanni Semeria prevosto della chiesa di Sant’Agostino, progettò la edificazione di un santuario dedicato a Cristo Re.
Già il 29 giugno 1928, celermente ultimati i lavori, il vescovo Daffra fu in grado di celebrare la prima Messa nel nuovo edificio di culto.
Successivamente il Semeria, dietro consenso del nuovo vescovo Rousset, affidò a don Libero Maldotti la cura continuativa di quella chiesa nervina che rapidamente aveva raccolto i fedeli del circondario.
La frequentazione crebbe al segno che proprio il vescovo Rousset eresse il Santuario a Parrocchia = era il 19 giugno del 1936.
Ma dovevano giungere tempi bui con lo scoppi della II Guerra Mondiale ed un primo bombardamento aereo alleato sulla Ventimiglia, il 10 XII 1943, senza colpire l’obiettivo teoricamente prefissato sullo strategico Ponte di Nervia, fece danni e morti su molte case circostanti.
Altri bombardamenti su Nervia si reiterarono nel 1944: il 3 maggio, il 4, 6, 21, 22 e 29 agosto = si ebbero quindi assalti dal mare con pesante cannoneggiamento il 22, 23, 24 e 29 ottobre, il 4 novembre e il 26 dicembre e nel gennaio 1945.
Eventi catastrofici e luttuosi che alterarono non solo l’urbanistica ma la stessa geomorfologia.
Concluso il conflitto si decise di non ricostruire gli edifici prossimi alla chiesa di Cristo Re, non vennero riedificate = e contestualmente a tale soluzione la ricostruzione provvisoria dell’Aurelia, servita da un passaggio a livello ma anche la susseguente riedificazione del cavalcavia, nel 1949, alterarono come detto l’urbanistica della zona di maniera che la chiesa danneggiata ma ancora in piedi come si vede nell'immagine una volta ristrutturata si trovò quasi isolata e in evidenza con innanzi una piazzetta che per quanto non grande ebbe spesso ruoli significativa nella vita cultuale di Nervia.
( Ringrazio della concessione di siffatto materiale Luigino Maccario che ne fece anche un bell'articolo comparso su "La Voce Intemelia" anno LX n° 10 - ottobre 2005).

Informatizzazione a cura di Bartolomeo Durante