cultura barocca
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CREDITI

Blondel, David ( Teologo: 25.9. 1590 in Châlons-sur-Marne, † 6.4. 1655 in Amsterdam) e la leggenda della Papessa Giovanna .
Nel XIII secolo prese piede la leggenda della Papessa Giovanna, una donna, travestita da uomo, che sarebbe salita sul trono di Pietro tra l'855 e l'858, ma che sarebbe stata smascherata dal fatto di essere rimasta incinta e di aver partorito, morendone, in pubblico. In seguito a quest'episodio, la curia avrebbe predisposto una sedia papale, dotata di un'apertura inferiore per permettere ad un incaricato di……accertare, mediante palpazione, che il candidato Papa avesse, come si dice, tutti gli attributi maschili appropriati!
La leggenda fu pubblicata, per primo, dal cronista domenicano Giovanni di Metz nel 1240/50, e ripresa dal collega Martino di Troppau pochi anni dopo.
Oggigiorno la storia viene rifiutata come una leggenda: a parte il fatto che il periodo del presunto papato femminile coincide esattamente con il papato di Benedetto III, la leggenda andrebbe probabilmente letta come interpretazione simbolica dello strapotere delle vere padrone di Roma: le corrotte patrizie romane Teodora e (soprattutto) la figlia Marozia, amanti, madri e assassine di diversi papi. Marozia, per esempio, fu madre di Papa Giovanni XI (931-935), il cui padre era Papa Sergio III (904-911) (sic!): secondo Blondel (vedi sotto), la storia della Papessa Giovanna non era altro che una satira proprio su Giovanni XI. Il X secolo fu un'era veramente buia della storia del papato, e fu efficacemente denominato periodo della pornocrazia romana.
E' curioso comunque notare che, fino al XVII secolo, venne dato ampio credito alla leggenda, soprattutto in ambiente protestante per evidenti motivi propagandistici, e solo grazie al lavoro, pubblicato nel 1647 dal pastore protestante francese David Blondel, la diceria fu definitivamente scartata come priva di fondamento.
Lo storico ecclesiastico e pastore calvinista David Blondel nacque nel 1590/1 a Chalons-sur-Marne, in Francia e per la maggior parte della vita, pur essendo un profondo conoscitore di storia, svolse il mestiere di semplice pastore protestante di provincia.
B. mostrò una notevole facoltà critica, pubblicando lavori di confutazione storica di documenti e leggende della storia della Chiesa Cristiana.
Nel 1628, per esempio, confutò con la sua "Pseudo-Isidorus et Turrianus vapulantes" la veridicità dei cosiddetti "Falsi Decretali", una serie di documenti contraffatti del 850, ma fatti risalire, in mala fede, a Sant'Isidoro di Siviglia (560-636) in quanto strumentali per l'affermazione della supremazia papale già dai primi secoli del Cristianesimo.
Ma il lavoro che attirò le critiche maggiori, proprio dagli ambienti protestanti, fu la dissertazione del 1647 sulla leggenda della Papessa Giovanna, che B. rifiutò come figura storica ed interpretò come un mito o una satira, come già detto, sulla figura di Papa Giovanni XI. Purtroppo, avendo B. tolto una notevole arma di propaganda del protestantesimo contro il papato, egli fu fatto segno di pesanti ed indignate critiche proprio da parte del mondo riformista.
Nel 1650 egli subentrò a Gerhard Jan Voss (nome umanistico Vossius (1577-1649) come professore di storia all'università di Amsterdam, nella quale città morì il 6 aprile 1655.
"Secondo la leggenda medievale , la PAPESSA GIOVANNA fu incredibilmente un PAPA DONNA, che regnò dall'853 all'855 [nel XVIII secolo Lucio Ferrari nella sua monumentale Biblioteca Canonica dedicata ad uno straordinario approfondimento della storia della Chiesa nell'elenco dei Pontefici già come oggi proposto dagli elenchi ufficiali dei Pontefici dopo Papa Leone IV cita un Papa Benedetto III (nn. 106 - 107) = della vicenda della Papessa parla a lungo anche il grande storico ottocentesco Ferdinand Gregorovius facendo pure riferimento alla questione dei suoi presunti ritratti o simulacri ].
Quello della Papessa Giovanna è generalmente considerata dagli storici come un mito, probabilmente originato dalla satira anti papale, che ottenne un qualche grado di plausibilità a causa di certi elementi genuini contenuti nella storia.
Secondo la leggenda, una donna inglese, educata a Magonza e vestita in abiti maschili , a causa della natura convincente del suo travestimento divenne un monaco con il nome di "Johannes Anglicus" [è arduo dire quanto tutto ciò abbia condizionato la Chiesa di Roma e contestualmente la vita dei vari Stati, comunque leggenda o no è assodato come attraverso i secoli divenne intransigente il controllo sull'abbigliamento sì che alle donne erano vietati gli abiti maschili ed il contrario accadeva per gli uomini = e molte restrizioni esistevano anche per il periodo di Carnevale quando il "mascherarsi" poteva dar credito alla liceità di qualche trasgressione
Come detto però la Papessa venne eletta dopo la morte di Papa Leone IV (17 luglio 855 ) in un epoca senza tutte queste cautelative ed in cui il metodo di selezione dei Papi era fortuito e cui si sarebbe posto riparo con tante minute regole atte a garantire la sacralità dell'evento: fatto sta che, stando alle voci correnti all'epoca, non ebbe problemi di sorta ad esser eletta ed a prendere nome di Papa Giovanni VIII.
La Papessa sarebbe stata sessualmente promiscua e sarebbe quindi rimasta incinta da uno dei suoi amanti: siffatta promiscuità di una donna risultò una problematica non da poco per molti futuri interpreti: alcuni osarono ipotizzare riflessioni diverse -con molti distinguo- diverse su una figura di VIRAGO - OMOSESSUALE - LESBICA - TRIBADE, altri, sempre in un contesto di timore spostarono le loro considerazioni -più correttamente se si vuole- su un caso di ERMAFRODITISMO E/O DI TRANSESSUALITA', tutte comunque forme variamente riprovate e condannate e su cui mai era semplice dissertare e donde ben si intende, anche se non solo per la ragione summenzionata ma anche per motivi moralistico-religiosi, giuridici, penali, civilistici e pure di ordine notarile in merito alle successioni, derivò, ed in forma via via accentuata dal '600, il citato controllo sull'abbigliamento sì che alle donne erano vietati gli abiti maschili ed il contrario accadeva per gli uomini = e molte restrizioni esistevano anche per il periodo di Carnevale quando il "mascherarsi" poteva dar credito alla liceità di qualche trasgressione = resta comunque un fatto che il reiterato recupero erudito e non solo della vicenda della Papessa Giovanna sia stato fatto rientrare, più o meno palesemente, in una sorta di forma ammonitrice e catartica risiedente alla radice stessa delle epocali postazioni antifemministe e patriarcal-maschiliste sostanziate sulla debolezza caratteriale della donna, sulla sua vanità e lussuria e quindi sulla ragionevolezza del suo controllo sia in famiglia che nel contesto delle Istituzioni].
Durante la processione di Pasqua -secondo una variante della leggenda cui qui si fa cenno- nei pressi della Basilica di San Clemente , la folla entusiasta si strinse attorno al cavallo che portava il pontefice. Il cavallo reagì, quasi provocando un incidente. Il trauma dell'esperienza portò "Papa Giovanni" ad un parto prematuro.
Scopertone il segreto, la Papessa Giovanna venne trascinata per i piedi da un cavallo, attraverso le strade di Roma , e quindi lapidata a morte dalla folla inferocita (oggettivamente pare -anche nel contesto leggendario- più verosimile la versione di una morte naturale come data dal Gregorovius: la lapidazione non risulta in sintonia -a prescindere da una plausibile reazione inconsulta popolare o da una qualche biblica significanza conferitole dai narratori- con gli ancora vigenti elementi del diritto medievale del periodo connesso ancora alle leggi dei Barbari mentre all'opposto l'esser trascinata per via d'un cavallo tra le strade di Roma pare sanzione da connettere ad un io narrante appartenente ad epoche posteriori quando era usuale -con funzioni catartiche- la sanzione che "Per le vie della città il reo sia tratto al patibolo a coda d'una bestia" (legato vivo ad un animale, come specifico per i perpetratori di sacrilegi quali appunto sarebbe stata la supposta Donna Papa: e come qui si nota la successione temporale risulterebbe identica, "prima legata alla bestia" e poi "lapidata").
Secondo questa versione della leggenda la donna poi venne sepolta nella strada dove la sua vera identità era stata svelata, tra San Giovanni in Laterano e la Basilica di San Pietro. Questa strada venne (apparentemente) evitata dalle successive processioni papali - anche se quando quest'ultimo dettaglio divenne parte della leggenda popolare, nel XIV secolo , il papato era ad Avignone , e non c'erano processioni papali a Roma.
Sempre secondo la leggenda, a Giovanna successe Papa Benedetto III , che regnò per breve tempo, ma si assicurò che il suo predecessore venisse omesso dalle registrazioni storiche. Benedetto III si considera abbia regnato dall'855 al 7 aprile 858 . Il nome papale che Giovanna assunse venne in seguito assunto da un altro Papa Giovanni VIII (pontefice dal 14 dicembre 872 al 16 dicembre 882 ).
Apparentemente, sin dai tempi immediatamente successivi alla Papessa Giovanna, ogni candidato a Papa viene sottoposto a un accurato esame intimo per assicurarsi che non sia una donna (o un eunuco ) travestita. Questa verifica prevederebbe il sedersi su una sedia dotata di un foro. I diaconi più giovani presenti tastano quindi sotto la sedia per assicurarsi che il nuovo Papa sia maschio: "E allo scopo di dimostrare il suo valore, i suoi testicoli vengono tastati dai presenti più giovani, come testimonianza del suo sesso maschile. Quando questo viene determinato, la persona che li ha tastati urla a gran voce "testiculos habet" ("Ha i testicoli") E tutti gli ecclesiastici rispondono: "Deo Gratias "("Sia lode a Dio"). Quindi procedono alla gioiosa consacrazione del Papa eletto" = Felix Hamerlin , "De nobilitate et Rusticate Dialogus" (ca. 1490 ), citato in The Female Pope, di Rosemary & Darroll Pardoe (1988).
Come per tutti gli altri miti in generale, esiste una parte di verità, abbellita da uno strato di finzione. Una sedia simile esiste; quando un Papa prende possesso della sua cattedrale , San Giovanni in Laterano a Roma, si siede tradizionalmente su due sedie di porfido, dette "sedia stercoraria". Entrambe hanno un foro.
Il motivo di questi fori è oggetto di discussione, ma poiché entrambe le sedie sono più vecchie di secoli della storia della Papessa Giovanna (e anche del Cattolicesimo ), esse chiaramente non hanno niente a che fare con una verifica del sesso del Papa.
Si è ipotizzato che in origine fossero sorta di "bidet" romani o degli sgabelli imperiali per il parto, che a causa della loro età e origine , vennero usate dai papi intenti a mettere in evidenza le loro pretese imperiali (come fecero anche con il loro titolo latino di "Pontifex Maximus". Il mito della Papessa Giovanna fu screditato da David Blondel storico e teologo protestante della metà del XVII secolo . Blondel, attraverso un'analisi dettagliata delle affermazioni e delle tempistiche suggerite, argomentò che nessun evento di questo tipo poteva essere avvenuto. Tra le prove che discreditano la storia della Papessa Giovanna troviamo:
La processione papale di Pasqua non passava nella strada dove la presunta nascita sarebbe avvenuta.
Non esiste nessun documento d'archivio di un tale evento.
La "sedia dei testicoli", su cui i Papi siederebbero per avere la propria mascolinità accertata, è di molto precedente all'epoca della Papessa Giovanna e non ha niente a che fare con il requisito che ai Papi vengano controllati i testicoli (come spiegato più sopra).
Papa San Leone IV regnò dall'847 fino alla sua morte nell'855 (e Papa Benedetto III gli successe nel giro di settimane), rendendo impossibile che Giovanna abbia regnato dall'853 all'855.
Il momento della prima comparsa della storia coincide con la morte di Federico II , che era stato in conflitto con il papato.
Gli storici concordano in generale che la storia della Papessa Giovanna sia una satira anti-papale ideata per collegarsi allo scontro del papato con il Sacro Romano Impero , facendo leva su tre paure cattoliche medioevali:
un Papa sessualmente attivo;
una donna in posizione di autorità dominante sugli uomini;
l'inganno portato nel cuore stesso della Chiesa.
Comunque, ciò che potrebbe aver preso avvio come satira da presentare nei carnevali di tutta Europa, finì per essere una realtà accettata a tal punto che alla Papessa Giovanna, fanno riferimento personaggi come Guglielmo di Occam. La leggenda acquisì supporto dalla confusione sugli ordinali dati ai Papi di nome Giovanni; siccome Giovanni è il nome di Papa più usato, e alcuni Giovanni erano antipapi , ci fu confusione su quali numeri appartenessero a quali veri Papa Giovanni.
A causa di ciò l'elenco ufficiale del Vaticano non comprende un Papa Giovanni XX .
A riprova della forte penetrazione nella cultura popolare di questa leggenda alcuni suggeriscono che la carta della Papessa, nei Tarocchi , sia una rappresentazione della Papessa Giovanna.
Un film intitolato "La Papesa Giovanna" venne realizzato nel 1971, con Liv Ullmann nel ruolo di Giovanna, e con la partecipazione di Olivia de Havilland e Trevor Howard nel ruolo di Papa Leone.
Bibliografia
"Pope Joan" di Donna Woolfolk Cross, Ballantine Books, ISBN 0-345-41626-0 (EN "The Female Pope: The Mystery of Pope Joan. The First Complete Documentation of the Facts behind the Legend" di Rosemary and Darrell Pardoe, Crucible, 1988".
Testo qui ricavato da "wikipedia = Papessa Giovanna".



Pubblicazioni di Blondel rinvenute secondo l'SBN nelle biblioteche italiane:
Blondel, David," De Ioanna papissa: sive famosae quaestionis, an foemina ulla inter Leonem 4., & Benedictum 3., romanos pontifices, media sederit, anakrisis. Auctore Davide Blondello .. ...", Amsteledami: Blaeu, Joan <1. ; 1632-1673>, 1657
Blondel, David," Genealogiae Francicae plenior assertio. Vindiciarum Hispanicarum, novorum luminum, lampadum historicarum et commentorum libellis, Lotharingia masculina, Alsatia vindicata, stemma Austriacum, de pace cum Francis ineunda consilium, de ampulla Remensi disquisitio, & Tenneurius expensus, a Joanne Jacobo Chiffletio inscriptis, ... omnimoda eversio. Auctore Davide Blondello. Tomus primus - 2.", Amstelaedami: Blaeu, Joan <1. ; 1632-1673>, 1654
Blondel, David," De formulae regnante Christo In veterum monumentis vsu, iustas pro Regibus maximis Philippo 1 & 2, summaque Regum omnium potestate, vindicias complexa diatribe. Auctore D. Blondello", Amstelodami: Blaeu, Joan <1. ; 1632-1673>, 1646
Grotius, Hugo," Hugo Grotius De imperio summarum potestatum circa sacra. Cui accedunt D. Blondellus. De jure plebis in regimine ecclesiastico; et De officio magistratus christiani, alius autoris opusculum", Francofurti", 1690
Blondel, David," Trattato del ivs e dei dritti Hereditarij del Signor Dvca della Tremoglia, sopra il Regno di Napoli. Libro gia stampato in lingua Francese", In Parigi: Des Hayes, Pierre, 1648
Blondel, David," Familier esclaircissement de la question si une femme a este assise au Siege Papal de Rome entre Leon 4., & Benoist 3. Par David Blondel", A Amsterdam: Blaeu, Joan <1. ; 1632-1673>, 1649
"Dissertationes selectae criticae de Poetis Graecis & Latinis, nempe Jac. Palmerii Kritikon epicheirema pro Lucano contra Virgilium ex Scriniis J. Berkelii, A. F. Rapini Comparatio Homeri & Virgilii e Gallico in Latinum translata. D. Blondelli Comparatio Pindari & Horatii. Jac. Tollii Poetarum Latinorum cum Graecis Comparationes ... Omnes simul Janus Berkelius, Abr. Fil", Lugduni in Batavis: Boutesteyn, Cornelis <1679-1712>, 1707
Blondel, David," De la primaute en l'eglise: traitte ou sont confrontees, auec la response du serenissime roy de la grand' Bretagne, les Annales du card. Baronius, les controuerses du cardinal Bellarmin, la replique du card. Du Perron, &c. Par D. Blondel. Auec les indices necessaires", A Geneue: Chouet, Jacques <3. ; 1607-1653>, 1641
Pearson, John," Vindici Epistolarum S. Ignatii. Autore Joanne Pearson presbytero. Accesserunt Isaaci Vossii epistolae duae adversus David Blondellum ...", Cantabrigiae prostant Londini: Wells, William & Scott, RobertHayes, John, 1672
Blondel, David," Pseudo-Isidorus et Turrianus Vapulantes: seu editio et censura noua epistolarum omnium, ... Isidorus cognomento mercator supposuit, Franciscus Turrianus Iesuita, ... Recensuit, notis illustrauit, bono ecclesiae dicauit, David Blondellus Catalaunensis", Geneuae: Chouet, Pierre <2.>, 1628
Grotius, Hugo," H. Grotii De imperio summarum potestatum circa sacra commentarius postumus", Hagae-Comitis: Vlacq, Adriaen, 1652
Aubertin, Edme <1595-1652>," De eucharistiae, siue Coena dominicae sacramento libri tres primum ex Scripturis, & ratione peritus. Secundus ex Patribus sex priorum aerae Christianae saeculorum depromptus. Tertius, quomodo & quibus gradibus primaeva de hoc sacramento fides ad errores hodiernos, ... demonstrat. Contra praecipuos adversariarum partium scriptores. ... Authore Edmundo Albertino apud Parisienses qui Carentoni Synaxes suas habent verbi Dei ministro", Daventriae: Columbus, Johannes, 1654
Grotius, Hugo," De imperio summarum potestatum circa sacra. Cui accedunt D. Blondellus De iure plebis in regimine ecclesiastico. et De officio magistratus Christiani alius opusculum / Hugo Grotius", Francoforte sul Meno", anno 1690
Daille, Jean <1594-1670>," Joannis Dallaei De jejuniis, et quadragesima. Liber", Daventriae: Columbus, Johannes, 1654
Blondel, David," Trattato del ius e dei diritti hereditarij del signor duca della Tremoglia, sopra il Regno di Napoli", senza nome, [ca. 1648]
Blondel, David," Des sibylles celebrees tant par l'antiquite' payenne que par les saincts peres, discous traittant des noms & du nombre des sibylles, de leurs conditions, de la forme & matiere de leurs ver", Se vendent a Charenton: Perier, Louis veuve & Perier, N., 1649
Chifflet, Johann Jacob ," Imago Francisci Euersoris, Dauidis Blondelli, ministri caluinistae: clypei Austriaci liber prodromus. Auctore Ioanne Iacobo Chifletio, ... anno 1655", Officina Plantiniana
Blondel, David," Traite historique, de la primaute en l'Eglise au quel les Annales ecclesiastiques du cardinal Baronius, les Controuerses du cardinal Bellarmin, la replique du Card. Du Perron & autres, sont confrontees auec la Response du serenissime Roy de La Grande Bretagne. Par D. Blondel. Auec les indices necessaires, 1641", Chouet, Jacques <3. ; 1607-1653>
Blondel, David," Familier esclaircissement de la question si une femme a este assise au Siege Papal de Rome entre Leon 4. & Benoist 3. Par David Blondel", A Amsterdam: Blaeu, Joan <1. ; 1632-1673>, 1647
Blondel, David," Apologia pro sententia Hieronymi de episcopis et presbyteris, autore Davide Blondello", Amsteledami: Blaeu, Joan <1. ; 1632-1673>, 1646
Blondel, David," Epistolarum decretalium, quae vetustissimis pontificibus Romanis hactenus tribuuntur examen, aduersus Isidori Mercatoris sigmenta: ubi simul ostenditur ex quibus centonibus eae consutae confecta fuerint, per D.B.C", Geneuae: Chouet, Pierre <2.>, 1635



E' arduo dire chi si lo scrittore di nome dannato cui allude A. Aprosio. Per quanto possa sembrar discutibile si potrebbe pensare a Giraldi, Lilio Gregorio (od a qualche influenza esercitata dal suo magistero) e specificatamente all'opera qui sotto elencata anche perchè nel syntagma 4 si legge una sarcina alquanto simile a quella riportata dal frate intemelio e che detta: Cybele ergo Saturni uxor a gentibus existimata (de qua tamen uariae traduntur opiniones, quae suis locis hoc toto capite referentur) dicta est Cybele, a monte Phrygiae, ut Stephanus scribit: ut Strabo, a loco: ut Suidas, a montibus: ut uero Festus et Seruius apò tou kußesthai ten kephalèn, id est a capitis rotatione, quod proprium fuerat eius deae sacerdotum, qui per furorem motu capitis comam rotantes, ululatu futura praenunciabant. Hinc Lucanus: Crinemque rotantes Sanguinei populis ulularunt tristia Galli. tametsi in uulgatis Festi codicibus, dictam legamus apò tou kùßou, quam lectionem et ex doctis plerique secuti sunt. quin et eadem ratione kußos, id est cubus, ei ab antiquis dicabatur. Addit Seruius in tertio, Alios dicere Cybelum sacerdotem eius deae primum fuisse, et ab eo Cybelem dictam....". Non ho reperito sufficenti testimoni per chiarire l'espressione aprosiana sullo scrittore di nome dannato che non sembrerebbe ravvisarsi in quanto scritto da Antonio Palingenio Stellato, autore dannato, che comunque con Lilio Gregorio Giraldi, con i suoi amici Calcagnini e Ricci ebbe in comune il riparo della corte estense di Ercole II e soprattutto la protezione di Renata di Francia e dei suoi salotti letterari di matrice calvinista.
Ecco l'elenco dei volumi reperiti secondo l'SBN delle "genealogie degli dei pagani" di Giraldi, Lilio Gregorio:
Giraldi, Lilio Gregorio, De deis gentium uaria & multiplex historia, libris siue syntagmatibus 17 comprehensa: in qua simul de eorum imaginibus & cognominibus agitur, plurimaque etiam hactenus multis ignota explicantur, & pleraque clarius tractantur: Lilio Gregorio Gyraldo Ferrariensi auctore. Accessit locorum complurium in prima editione uel praetermissorum, uel breuius descriptorum, auctarium ac plenior tractatio, totiusque adeo operis recognitio postrema, eodem auctore. Omnium praeterea quae toto opere continentur nominum ac rerum locuples index. ... Basileae : per Ioannem Oporinum (Basileae: ex officina Iacobi Parci, sumptibus Ioannis Oporini, 1560 mense Augusto) - 31, 5, 536, 28 p. ; 2o - A cura di Giovanni Battista Giraldi Cinzio, il cui nome appare nella pref. - Marca di J. Oporinus sul front - Cors. ; gr. ; rom - Segn.: pa-c6, A-Z6a-x6y4z62A8 - Iniziali e fregi xil - Impronta - a-am ijij x.a- paFe (3) 1560 (R) -Paese di pubblicazione: CH -Lingua di pubblicazione: lat - Localizzazioni: Biblioteca universitaria Alessandrina - Roma - Biblioteca statale - Cremona - Biblioteca nazionale centrale - Firenze - Biblioteca nazionale centrale Vittorio Emanuele II - Roma - Biblioteca Vallicelliana - Roma - Biblioteca civica - Vittorio Veneto - TV Giraldi, Lilio Gregorio De deis gentium uaria & multiplex historia, in qua simul de eorum imaginibus & cognominibus agitur, vbi plurima etiam hactenus multis ignota explicantur, & pleraque clarius tractantur ... Lilio Gregorio Gyraldo Ferrariensi auctore. ... Accessit quoque omnium quae toto opera continentur, nominum ac rerum locuples index ... Basileae : Per Ioannem Oporinum (Basileae : ex officina Ioannis Oporini, 1548) - 16, 764, 70 p. ; fol. Marca e note tipografiche in colophon - Segn.: a4 (-a4), a-h6 i2 k-n6 o4 p-z6, aa-nn6 oo8 pp6 qq8 rr6 ss8 tt-uu6 xx8 yy-zz6, AA-BB6 CC8 DD-EE6 FF4 GG6 HH4 II-ZZ6, Aaa4 - Impronta - u-ul a-s. nuMe dese (3) 1565 (R) - CH - lat. - Biblioteca del Seminario vescovile - Alessandria - Biblioteca Estense Universitaria - Modena
Giraldi, Lilio Gregorio, De deis Gentium libri siue Syntagmata 17. Quibus varia ac multiplex deorum Gentium historia, imagine ac cognomina, plurimaque simul multis hactenus ignota explicantur, clarissimeque tractantur: Lilio Gregorio Gyraldo Ferrariensi auctore ... Postrema editio, ... Omnium praeterea, quae toto opere continentur, nominum ac rerum index locupletissimus, Lugduni : apud haeredes Iacobi Iunctae, 1565 (Lugduni : excudebat Iacobus Faurus) - 470, 2 p. ; 2o - A cura di Giovanni Battista Giraldi il cui nome appare nella pref - Marca sul front. - Segn.: a-z6 A-P6 Q8 - Iniziali e fregi xil - Impronta - V.r- m.um usvt coru (3) 1565 (R) - Paese di pubblicazione: FR - Lingua di pubblicazione: lat - Localizzazioni: Biblioteca comunale Planettiana - Jesi - AN Giraldi, Lilio Gregorio De deis Gentium libri siue Syntagmata 17. Quibus varia ac multiplex deorum Gentium historia, imagine ac cognomina, plurimaque simul multis hactenus ignota explicantur, clarissimeque tractantur: Lilio Gregorio Gyraldo Ferrariensi auctore ... Postrema editio, ... Omnium praeterea, quae toto opere continentur, nominum ac rerum index locupletissimus, Lugduni : apud haeredes Iacobi Iunctae, 1565 - 470, 26 p. ; 2o - A cura di Giovanni Battista Giraldi Cinzio, il cui nome appare nella pref. - Marca sul front. - Cors. ; gr. ; rom. - Segn.: a-z6A-P6Q8a62a6 - Iniziali e fregi xil - Impronta - V.r- m.um usvt coru (3) 1565 (R) - Paese di pubblicazione: FR - Lingua di pubblicazione: lat - Localizzazioni: Biblioteca universitaria di Bologna - Bologna - Biblioteca comunale dell'Archiginnasio - Bologna - Biblioteca nazionale centrale - Firenze - Biblioteca della Societa' napoletana di storia patria - Napoli - NA - 1 esemplare - Biblioteca Palatina - Parma - - Biblioteca nazionale centrale Vittorio Emanuele II - Roma
Lilio Gregorio Giraldi nato a nel 1479 a Ferrara, ove muore nel 1552. Umanista ferrarese, fu per breve tempo a Napoli ove conobbe il Pontano e il Sannazzaro; nel 1507 studiò greco a Milano sotto la guida di Demetrio Calcondila; a Modena divenne precettore di Ercole Rangone che accompagnò a Roma nel 1514 abitando con lui in Vaticano. Durante il Sacco del 1527 perse tutti i suoi beni e la biblioteca, alla morte del cardinal Rangone si rifugiò presso Pico della Mirandola (descrisse le opere perdute di Tura per la biblioteca di Pico nel suo Historiae poetarum...dialogi decem). Alla morte di Pico nel 1533, Giraldi tornò a Ferrara dove si riunì con i vecchi amici Calcagnini e Bartolomeo Ricci, vicino alla duchessa Renata.
Il De Deis Gentium, edito a Basilea nel 1548, venne iniziato dal Giraldi in tarda età - dopo il 1533 - , l’opera è suddivisa in capitoli, ciascuno dedicato ad una divinità e preceduta da una dedicatoria; delle divinità viene analizzata l’immagine, ma anche l’origine dei nomi, spesso sono introdotte digressioni erudite su etimologie, problemi di traduzione dal greco ecc., sporadicamente compaiono notazioni su reperti archeologici e collezioni di antichità di cui, a Roma, doveva aver avuto esperienza diretta. Per la sua vastissima erudizione l’opera ebbe un rilievo eccezionale per i mitografi successivi.
Nel 1545 aveva pubblicato a Basilea un’opera antologica intitolata Historiae poetarum dialogi decem, unita al De Poetis nostrorum temporum, vero e proprio parallelo tra il mondo letterario dell’antichità e gli autori dei suoi tempi; mentre la prima parte è una sorta di enciclopedia letteraria e fornisce utili indicazioni sulle fonti usate dal Giraldi per il suo trattato di mitologia, la seconda offre un panorama dell’ambiente umanistico del tempo e delle relazioni di Giraldi con esso: nella lista di amici compaiono Calcagnini, Bocchi, Valeriano, Ariosto, Cibo, Colocci, Egnazio, Amaseo, Giovio, Grana, Sadoleto, Mellino e Blosio Palladio.



Per comprendere la varietà degli interessi culturali aprosiani giunge utile riprendere una lettera, seppur di non facile decrittazione per la grafia e l'usura, del 22 gennaio 1674 scrittagli dal padre inquisitore di Genova il domenicano Tommaso Mazza [su cui vedi la pagina 89 dell'aprosiana "Visiera Alzata"] custodita alla Biblioteca Universitaria di Genova nel "Fondo Aprosio - Epistolario dei corrispondenti di A." (MS. E V 28, c. 191) in cui si legge:
"[Molto Reverendo Padre in Cristo?] Illustrissimo mio Signore sempre Osservandissimo
Essendomi convenuto stare alcuni giorni fora alla nostra Badia per assistere a certe fabriche ivi ordinate, nel ritorno trovo sul mio tavolino il gradito regalo del suo libro, da me avidamente saggiato [?], non l'havendo all'ora potuto divorare [?] per l'incommodo della lettura essendo slegato lo fei portare dal libraro per la legatura, e comandatomi di novo portarmi alla Badia, e questa mattina ritornato [----] mi trovo regalato d'una sua cortessima lettera, ove leggo l'eroica sua applicatione ad arricchire di libri la sua Biblioteca Aprosiana, forse non inferiore, o solo tanto quanto è il poco [---] de' nomi, alla Biblioteca Ambrosiana. Se il Padre Macedo [ per cui il Mazza aveva palese simpatia attesi gli scritti del Macedo a lui favorevoli] l'havesse aggratiata di tutti i suoi libri, n'hvrebbe potuto di essi solo empire un'armadio, tre' ne hà stampati in Verona quest'anno passato. Ma adesso hà un litiggio col nostro Padre Noris [---]".
Il Mazza allude ad una severa polemica
(in dettaglio sull'eresia pelagiana e semipelagiana) tra Enrico Noris [che godeva invece la stima del cardinale Girolamo Casanate e Francisco Macedo a S. Augustino che lui stesso invano, per quanto si intende dal prosieguio della missiva, cercò di conciliare].



Lotichius, Johann Peter (Tertius), "Nobile amantium par: id est amores Euryali et Lucretiae senensis: autore Aenea Sylvio. Nunc recens, ad Ovidianam imitationem, elegiaco carmine rapraesentati, per Jo. Petrum Lotichium ..", Marpurgi Hessorum : typis Nicolai Hampelii [Hampelius = Hampel], Academ. typogr; impensis autoris, 1641 8, 46 p. ; 8°
Adam, Melchior [c. 1575 Grottkau, Slesia - 26 December 1622 storico tedesco della letteratura e biografo] nell'opera " Vitae germanorum jureconsultorum et politicorum: qui superiori seculo, et quod excurrit, floruerunt : concinnatae a Melchiore Adamo. Cum indice triplici: personarum gemino, tertio rerum", Haidelbergae : impensis heredum Jonae Rosae, excudit Johannes Georgius Geyder, 1620 (di cui si custodiscono esemplari in: Biblioteca nazionale centrale - Firenze - - Biblioteca dell'Istituto di storia, filosofia del diritto e diritto ecclesiastico della Facolta' di giurisprudenza. Universita' degli studi di Macerata ed in Biblioteca dell'Istituto di storia del diritto medievale e moderno della Facoltà di giurisprudenza dell'Università degli studi di Milano) ricostruisce la storia sulla reale vicenda amorosa del tedesco Eurialo e della senese Lucrezia registrata dal futuro Pio II che coinvolse il giureconsulto e politico del XV secolo Caspar Sclick ("Sclickius")
].
Di questo rarissimo volume dell'Aprosiana stampato da un tipografo (Hampel) non di grido in una città non celeberrima per la stampa (benché sede di una importante Accademia culturale), al momento, si è trovata traccia solo nella ventimigliese Biblioteca Aprosiana: non sussistono dati su come Aprosio ne sia venuto in possesso ma la provenienza germanica è indicativa dei molteplici contatti di Angelico con il Nord-Europa. Ciò è alquanto significativo [l'appellativo di "Tertius" per quanto si è potuto riconoscere è tutto aprosiano e serve a distinguere questo personaggio dal suo predecessore ed avo oltre che quasi omonimo Petrus Secundus Lotichius]: Aprosio non si limita a citare più volte Lotichius, Johann Peter (Tertius) nella parte edita dello "Scudo di Rinaldo" (con una particolare attenzione alla pagina 43) ma lo riesamina nel contesto della II parte dello "Scudo" entro il capitolo VIII: ne fa peraltro una menzione, ma abbastanza classificatoria, entro la pagina 624 della sua "Biblioteca Aprosiana".
Johann Peter (Tertius) Lotichius nato nel 1598 ebbe non solo in patria buona fama e scrisse opere di vario argomento che godettero di una discreta diffusione europea anche se nell'elenco SBN qui proposto spiccano alcune mancanze tra cui in dettaglio quella sopra menzionata: alla sua morte, nel 1669, Johann Georg Styrzel (1591-1668) borgomastro di Augsburg ne redasse un "epitaffio funebre" che qui viene riportato.
Resta comunque interessante il fatto che Aprosio non si limita a registrare nel citato passo dello "Scudo di Rinaldo" questa trasposizione poetica dell'autore tedesco in merito ad una composizione del futuro papa Pio II ma che invece di citare le ristampe e volgarizzazioni di tale lavoretto, pur senza menzionarne l'autore, rammenti nel passo di pagina 43, che la storia dei due amanti elaborata da Enea Silvio Piccolomini sia comparsa novellamente nel "romanzo" "Dolcezze Amare" la cui reperibilità è stata ardua ma non senza frutto sì che alla fine si è rinvenuto un esemplare de "Le dolcezze amare. Descritte in quattro libri da Vito Canaldo. All'illustriss. ... Giuseppe Saluzzi ..." con la sorpresa non irrilevante che Vito Canaldo è pseudonimo/anagramma di un personaggio assai noto in ambito religioso ed agostiniano quale il bergamasco Fra Donato Calvi celebre per altri scritti, di ordine classificatorio e storico: forse anche per siffatta ragione l'Aprosio non lo cita (l'indice segue ancora la sequenza per via alfabetica dei nomi proprii e non dei cognomi) nello "Scudo di Rinaldo" nè sotto il nome autentico Donato nè sotto la forma dello pseudonimo Vito: e nonostante che il Calvi oltre che a diventare corrispondente di Aprosio e ad esser citato in tre passi del "La Biblioteca Aprosiana..." dall'agostiniano di Ventimiglia fu anche ascritto tra i "Fautori" della "Libraria intemelia": poichè Aprosio non poteva non conoscerlo sia perche agostiniano di prestigio sia perchè autore di opere venute alla luce prima del suo "Scudo di Rinaldo" e sufficientemente importanti da renderlo meritevole d'una citazione resta da credere che il frate ventimigliese non ancora sufficientemente conoscendo l'animo del Calvi per diretta, mediata od epistolare frequentazione abbia pensato -come di frequente era solito- di usare molta precauzione nell'uso di una citazione palese, sì da poter eventualmente suscitare una reazione di insoddisfazione.
Fuori di queste riflessioni, tornando specificatamente a parlare del "Lotichius", resta sintomatico il fatto che Johann Georg Styrzel nel citato epitaffio faccia cenno ad una "Lotichia gens" consacrata ad Apollo e dal dio favorita: con questo lo Styrzel implicitamente fa cenno agli avi di Johann Peter (Tertius) Lotichius resisi meritevoli in ambito letterario tra cui per primo è da ascrivere Petrus Secundus Lotichius.
Onde riconoscere questa peculiarità vale la pena di soffermarsi ad esaminare un poco i portatori di questa onomastica. Tra XVI e XVII oltre al personaggio menzionato da Aprosio, vale a dire Lotichius, Johann Peter (Tertius) troviamo infatti un "Lotichius, Secundus Petrus" e quindi ancora un "Lotichius, Christian" e finalmente un "Lotichius, Johann" che a fronte dei primi due qui menzionati costituiscono letterati assai minori ma dei quali vale la pena di citare almeno il nome e le opere al fine di dare un senso al già menzionato fatto che Johann Georg Styrzel nel citato epitaffio per Lotichius, Johann Peter (Tertius) abbia etichettata la "Lotichia gens" come una famiglia consacrata ad Apollo, cioè composta di intellettuali ed eruditi di vaglia.
Per comodità del lettore si fanno qui seguire i personaggi non direttamente coinvolti con l'operazione culturale aprosiana ma comunque rientranti nel merito della questione sollevata da Johann Georg Styrzel: non è escluso che degli stessi esistano altre opere ma per la tipologia della ricerca in questocaso ci si è avvalsi (oltre che di un controllo generale ad ampio respiro) del sistema informatico del Servizio Bibliotecario Nazionale onde mettere in evidenza le opere di loro reperibili nelle biblioteche pubbliche del nostro Paese.
"Lotichius, Secundus Petrus" (Niederzell, Assia, 1528-Heidelberg 1560) scrittore tedesco, studiò medicina a Marburgo, Lipsia e Wittenberg, poi a Padova e a Bologna. Celebrato lirico neolatino, imitatore di Virgilio e Ovidio, pubblicò elegie, carmi ed ecloghe (1551 e 1563), originati da uno sfogo intimo e immediato che preannuncia la lirica individuale del barocco. Nome su edizioni: "Petrus Lotichius Secundus - Lotichius, Petrus Secundus/Lottich - Lotichius, Petrus Secundus - Lotichius, Petrus - Lotichius, Peter - Lotich, Peter/Lotichius" - Lotich, Pierre/Lotichius
Sue opere individuate in Italia secondo il sistema informatico dell'SBN:
Lotichius, Petrus Secundus <1528-1560>," In natalem Seruatoris nostri Jesu Christi, elegia Petri Lotichij Secundi, scripta ad nobilem & generosum dominum Fridericum a Folkersam Liuoniensem", VVitebergae - 1550
Lotichius, Petrus Secundus <1528-1560>," Poemata Petri Lotichii 2. Solitariensis. Cum praefatione Ioachimi Camerarii," Lipsia imprimebat Iohannes Steinman: Steinmann, HansVoegelin
Lotichius, Petrus Secundus <1528-1560>," Poemata omnia : recensuit, notis et prefatione instruxit / Petrus Burmannus Secundus", Amstelaedami - 1754
Lotichius, Petrus Secundus <1528-1560>," Petri Lotichii Secundi Opera omnia. Quibus accessit vita eiusdem, descripta per Ioannem Hagium Fr. poetae, dum vixit, aequalium primum & intimum", Lipsiae: Lantzenberger, Michael Voegelin, Valentin, 1594
Lotichius, Petrus Secundus<1528-1560>," P. Lotichij Secundi Elegiarum liber. Eiusdem carminum libellus, ad D. Danielem Stibarum equitem Francum", Lutetiae: Vascosan, Michel, 1551
Lotichius, Christian "Epicedion scriptum reuerendo uiro d. Martino Bucero. Autore Christiano Lotichio", [s. i. e.] , 1551 - [6] c. ; 40. - Segn.: A6 (-c. A6, bianca?). - Impronta - s.m, t.s, s:a, i.am (C) 1551 (A) - Localizzazioni: Biblioteca nazionale centrale - Firenze Lotichius, Christian , "Epithalamion de nuptiis doctissimi uiri d. magistri Iohannis Kittelij, et honestae uirginis Dorotheae, d. Andreae Stolpij, illustrissimi principis electoris Marchionis consiliarij filiae. Scriptum a Christiano Lotichio", Vuitebergae : ex officina typographica Viti Creutzer, 1550 - [4] c. ; 40. - Segn.: A4 - VD16 L2854. - Impronta - s.s, m,*, ens. o,it (C) 1550 (R) - Localizzazioni: Biblioteca nazionale centrale - Firenze
Lotichius, Christian ," Elegia gratulatoria in nuptiis m. Ludouici Vngermanni Gelhusensis, et Esther filiae d. Gasparis Zeuneri praepositi Ecclesiarum Fribergi Misniae ad 25. diem Maij. Scripta a Christiano Lotichio", Vuitebergae, 1551 - [4] c. ; 40. - Segn.: A4. - Impronta - t.s, s.s. m.s: s.um (C) 1551 (R) - Localizzazioni: Biblioteca nazionale centrale - Firenze
Lotichius, Johann <1576-1650>, "Disputatio iuridica de restitutione in integrum, et eius speciebus seu caussis sex. Quam ... sub praesidio ... Iohannis Lotichii ... proponit Henricus Binnius VVulferbytan. ...", Helmaestadii : excudit Henningus Mullerus Acad. typogr., 1640 - 12 c. ; 4 - Segn.: A-C4 - Impronta - exum t,l* t.se doni (C) 1640 (R) - Localizzazioni: Biblioteca nazionale centrale Vittorio Emanuele II - Roma



Pallavicino, Tobia [fl.1654]," Degli amori fatali di Clidamante, et Erinta. Libri sei, parte prima. Descritti da Tobia Pallauicino, e da lui dedicati al signor Gio. Ambrosio de Marini", In Genoua: Guasco, Benedetto, 1653
Pallavicino, Tobia ," Degli amori di Clidamante, et Erinta libri sei, descritti da Tobia Pallauicino. ...", In Venetia: Storti, Francesco <1. ; ca. 1649-1661>, 1654



Calvi Fr. Donatus [ sotto nome il Perini scrive nella sua "Silloge degli Agostiniani"] fuit philosophus, theologus, et poeta, ut eius scripta testantur. Natus est Bergomi die 11 novembris 1613 e Martino et Flaminia Zerbini. In scholis pueritiam egit, et in patrio S. Augustini coenobio Congregationis Lombardiae habitum Augustinianum induit per manus P. Io. Antonii Coreggio die 16 aprilis 1629. Lue, hoc tempore grassante, per duos annos impeditus fuit a studiis, at an. 1632 Cremonam missus sub magistro P. Imerio Oscasali Cremonense in scientiis adipiscendis alacriter incubuit. Lector a P. Nicolao Dalmatio suae Congregationis Vicario nominatus, per viginti annos, cathedras philosophicas et theologicas ornavit. Papiae, Cremonae, Alexandriae, Genuae, Novarae, Mediolani aliisque in civitatibus praedicavit. Una cum Bonifacio Agliardi et Clemente Rivola academiam sub nomine degli Eccitati fundavit, in qua Ansioso vocatus fuit. In Synodo Dioecesana, an. 1648, una cum P. Ioan. Calepio Theatino regularium causam sustinuit cum felici exitu. In Capitulo suae Congregationis, Ferrariae habito, renuntiatus fuit patrii Monasterii prior, Laudae Pompeiae an. 1654 Visitator Generalis, et 1659 Generalis Vicarius, nec non S. Officii Consultor. Anno 1676 erat adhuc inter vivos. Reliquit:
1. Le glorie di Bergamo per S. Fermo Martire. In Bergamo per Marc'Antonio Rossi,1641.
2. Dolcezze, amore, sotto nome di Vito Canaldo che per anagramma dice Donato Calvi. In Finale per Matteo Squadra, 1643.
3. Galleria della morte, che contiene cento epitaffi giocosi. In Bergamo per Marc'Antonio Rossi, 1643.
4. Nei Giovedì estivi, Item ib. 1645.
5. Il Parto di Serapi, Item ib. 1645.
6. Discorso accad. se più in un giovane disdica mancanza d'Amore, o in un vecchio l'esser bersaglio de strali di Capido. Item ib. 1645.
7. La genitrice percossa, (Declamatione). Item. ib. 1645. [Pag. 171]
8. Sechelo sbranato, (prosa et versi con altre compositioni) ltem. ib.
9. Osservationi sopra 1'Universal Giubileo dell'Anno Santo 1650 (publicate per ordine di Monsign. Dovara Arcivesc. d'Aleppo Vic. Generale dal suo Cappellano) Item. ib. 1650.
10. Ragguaglio di Sparta narratione panegirica per le glorie di Paolo Leoni Podestà. Item. ib. 1652.
11. Saggio della, vita, et meriti di S. Nicola etc. Item. ib. 1652.
12. Misteriose pitture del Palazzo Moroni. Item. ib. 1655.
13. L'aggroppamento de' Pianeti Panegirico per S. Aquilino Mart. In Milano per il Garibaldi, 1656.
14. Tenue tributo di lodi per le glorie di Pietro Gradenigo etc. In Bergamo per il Rossi, 1657.
15. Rituale Augustinianum Cong. Obs. Lombardiae Ord. FF. Erem. S. Augustini. Bergomi apud Rubeos 1661, in 4.
16. Scena letteraria degli Scrittori Bergamaschi. Bergamo, Rossi, 1664, 2 vol. in 4, cum iconibus permultis.
17. Campidoglio de Guerrieri, et altri illustri personaggi di Bergamo. In Milano per Francesco Vigone, 1668.
18. Delle Memorie Istoriche della Congr. Osser. di Lombardia dell'Ord. Erem. di S. Agostino (Parte Prima). In Milano MDCLXIX, nella stamperia di Francesco Vigone a S. Sebastiano, 1 vol. in 4, cum iconibus.
19. Effemeride sagro-profana di quanto di memorabile sia successo in Bergamo sua Diocesi e territorio. Milano, 1676. 3 vol. in 4.
20. Evangeliche risolutioni ecc. Venetia, 1677, 1 vol. in 4; Milano, 1714, in 4; Venetia 1721 in 4, et ibidem 1726 in 4.
21. Delle Grandezze della Madonna SS. di Caravaggio. Brescia. s. a. in 12 chart. et Milano 1710, in 8 chart. (Cfr. Bocca, Catalog. 230 n° 729).
22. Filosofia delle donne conforme l'ordine d'Aristotile etc. (Disputationi, et questioni accademiche).
23. Cento discorsi sopra la regola del gran Patriarca S. Agostino.
24. Delle memorie istoriche della Congr. Oss. di Lombar. parte seconda, terza et quarta.
25. Sagro concistoro de' Prelati Bergamaschi.
26. Panteone de Santi, Beati e Servi di Dio di Bergamo.
27. Teatro d'honore delle famiglie patritie di Bergamo.
28. Discorsi accademici.
29. Stillicidi poetici.
30. Impressiones Italicae seeletiorum omnium librorum, qui ab ortu typographiae usque in hodiernum diem prodierunt in lucem Cathalogus; in quo auctorum opera, et nomina item et impressionis Urbium, locorum, Typographorum et annorum brevi et clara methodo secundum Civitatum, et materiorum ordinem recensentur, omnibus etc. opus imperfectum.
(Cfr. eiusdem opus "Delle Memorie istor. recensitae", n. 18; et Lanteri, "Postr. Saec. Sex. R. A.", T. III, p. 40 ex Ossinger).
Canaldo, Vito," Le dolcezze amare. Descritte in quattro libri da Vito Canaldo. All'illustriss. ... Giuseppe Saluzzi ...", Finale : per Matteo Squadra, 1643 - 257 p. ; 12. - Impronta - s.co din- l-c- quto (7) 1643 (A) [Vedi: Biblioteca nazionale centrale - Firenze; dalle investigazioni nelle biblioteche stanno emergendo altri esemplari, ancora da confermare, e comunque l'opera è presente pure in raccolte bibliografiche private]



La celebre storia dei due amanti ambientata a Siena durante il passaggio dell’imperatore Sigismondo (1432) fu redatta da Enea Silvio Piccolomini , futuro Pio II , nel 1444: composta sotto forma di lettera indirizzata a Mariano Sozzini, giurista e maestro dell’autore, l’"Historia" rappresenta un fortunato connubio fra una visione amorosa di derivazione boccaccesca e la visione culturale dell’ "exemplum" ("esempio") collocato nello svolgimento di un trattato umanistico. L’"Historia" fu edita a Colonia per la prima volta nel 1468 da Ulrich Zell ma poi venne stampata anche a a Roma nel 1476. L’edizione più nota è la veneziana del 1483 per i tipi dello Stagnino. La novella, in forza del contenuto amoroso e della rinomanza del pontefice-letterato, ebbe grande diffusione: le edizioni che videro la luce fra il 1483 e il 1500 furono una trentina ed oltre quaranta quelle stampate nel '500. Nel 1551 si pubblicò a Basilea l’"opera omnia" di Piccolomini e nell’"Epistularum liber" si può leggere l’"Historia de duobus amantibus". L’edizione critica moderna dell’epistolario venne poi curata da R. Wolkan: "Der briefwechsel des Eneas Silvius Piccolomini "(Privatbriefe, Wien, 1909). In essa si trovano anche le due lettere indirizzate a Sigismondo d’Austria e al cancelliere Schlick, disposte all’inizio ed alla fine dell’"Historia".
La vicenda ruota intorno a Lucrezia, gentildonna senese dai connotati petracheschi ed Eurialo, cavaliere al servizio dell’imperatore Sigismondo.
La "causa amoris" deriva da un incontro casuale, che origina comunque presto una grande passione, dall'autore narrata non senza dar prova di perspicacia psicologica.
Al resoconto degli eventi succede la proposizione di uno scambio di lettere fra i protagonisti che rimanda alla modalità narrativa della che introduce non solo una nuova modalità narrativa scrittura epistolare amorosa.
L'influsso del Boccaccio resta palese specie all’interno delle situazioni comiche che ritmano i tempi della vicenda narrata ed in cui si scopre anche il piacere intellettuale, di ascendenza comica latina, per l’intrigo.
Alla tragicità della storia dei due amanti si contrappone quindi la figura di Menelao, marito di Lucrezia, vittima istituzionale di burle e sbeffeggiamenti idonei per stemperare la tensione drammatica dei fatti narrati.
Si susseguono gli incontri clandestini, culminanti nella decisione della separazione che segna la fine della vicenda: Lucrezia, unica vera eroina tragica della novella, dopo la partenza dell’amante, morirà prostrata dal dolore; Eurialo, personaggio più tiepido nei confronti della passione e decisamente più sensibile ai doveri del proprio stato, sposerà in patria una fanciulla destinatagli dall’imperatore. L’intenzione dell’autore si palesa all’interno di una narrazione che è alto esercizio retorico ed insieme raffinata indagine psicologica: il linguaggio, capace di amalgamare insieme classiche eleganze e concreto senso di realtà, si fa diretto corrispettivo di uno schema perfetto sul quale si regge l’intero scritto. La vicenda dei due amanti è raccontata come un fatto vero: eppure il dato oggettivo viene trasfigurato attraverso i numerosi rimandi letterari che contribuiscono a dare alla novella una patina di esemplarità. L’"Historia" fu volgarizzata nel 1489 da Alessandro Bracci (Braccio) e fu ristampata più volte... [Paola Cosentino]
Vedi comunque qui dall'SBN:
Pius [papa ; 2.]," Epistole de dui amanti composte dala felice memoria di papa Pio: traducte in vulgare. Cosa noua", Venezia: Melchiorre Sessa <1.> (Stampate in Venetia : per Merchio Sessa & Piero de Rauani compagni, 1521 adi 4. nouembre) - 28! c. ; 4o - Riferimenti: Sander 5674 - Nome del traduttore, Alessandro Braccio, da c. a2r - Marca dei Sessa (Z598) sul front - Segn.: a-g4 - Impronta - l-e- n-on uiso CoPe (C) 1521 (R) - Marca editoriale: In un cerchio sormontato da corona: gatto con topo in bocca. Iniziali MS - Localizzazioni: Biblioteche della Fondazione Giorgio Cini - Venezia
Pius [papa ; 2.]," Epistole de dui amanti composte dalla felice memoria di papa Pio tradute in vulgar lingua", Venezia : Giovanni Battista Sessa (Impresso in Venetia : per Io. Bap. Sessa, Adi. 12. zenaro. 1503) - 1, 27 c. : ill. ; 4o - Sander vol.2 n. 5667 - Il nome del traduttore Alessandro Braccio, figura nel proemio - Marca (Gatto) sul front. - Got. ; rom - Segn.: a-g4 - Iniziale xil. - Impronta - neda inEt --ia poco (3) 1503 (A) - Localizzazioni: Biblioteca nazionale centrale Vittorio Emanuele II - Roma - Biblioteche della Fondazione Giorgio Cini - Venezia
Pius [papa ; 2.]," Hystoria Pii pape de duobus amantibus. Cum multis epistolis amatoriis", Venezia : Melchiorre Sessa <1.> (Impressum Venetiis : per Merchiorem Sessam, 1514 die xvii mensis septembris) - 16 c. ; 4o - Riferimenti: Sander 5671 - Marche sul front. (Z598) e sul colophon (Z314) - Sul front.: xilografia - Segn.: A-D4 - Impronta - s.te ere& i:it dima (C) 1514 (R) - Marca editoriale: Cerchio con croce di Lorena. Iniziali MS (Z314) - In un cerchio sormontato da corona: gatto con topo in bocca. Iniziali MS - Localizzazioni: Biblioteche della Fondazione Giorgio Cini - Venezia
Pius [papa ; 2.]," Proemio di ser Alexandro Braccio al prestantissimo & excellentissimo giouane Lorenzo di Pier francesco de Medici sopra la traductione duna hystoria di due amanti composta dalla felice memoria di papa Pio 2", (Stampato in Firenze : ad petitione di ser Piero Pacini da Pescia) - 40 c. : ill. ; 4o - Riferimenti: Sander 5665 - Per la data di stampa presunta, c. 1500, cfr. IGI n. 7819 - Tit. dall'intitolazione - Nel titolo il numero 2 e espresso .ii - Segn.: a-e8 - Impronta - rato nqsi i?e- meto (C) 1500 (Q) - Localizzazioni: Biblioteche della Fondazione Giorgio Cini - Venezia






Dedekind, Friedrich; scrittore e musicista tedesco (Neustadt an der Leine ca. 1525-Lüneburg 1598).
Umanista e teologo protestante, espresse il suo dissenso nei confronti del papato e della Controriforma nei drammi "Der christliche Ritter" (1576; Il cavaliere cristiano) e "Papista conversus" (1596). La sua notorietà e il suo successo sono legati tuttavia a un'opera satirica giovanile, scritta in latino, il "Grobianus" (1549), che ebbe grabuffonesca dei costumi di un villano: Aprosio introdusse parte di una
composizione latina a pagina 225 (precisamente Aprosio ha estrapolato da questo punto visualizzato con freccia in color verde) nel capitolo 30 del suo "Scudo di Rinaldo" riprendendola dalla seguente edizione seicentesca: "Grobianus, et Grobiana. Auctore Friderico Dedekindo. Libri tres... Tertia editio", Lugduni Batavorum : ex officina Joannis Maire, 1642 - 215, [1] p ; 12 - Marca (Un uomo scava la terra con una pala: Fac et spera) - Segn.: A-I12 - Impronta - t;ra m.t, s.s, teNa (7) 1642 (R) - Localizzazioni: Biblioteca universitaria di Cagliari - - Biblioteca nazionale centrale - Firenze
Quella qui proposta (comunque reperibile anche in raccolte biblioteconomiche private) risale al XVI secolo: Monografia "Grobianus, et Grobiana, De morum simplicitate libri tres ... per Fridericum Dedekindum ... Iam denuo ab autore emendati, & plerisque in locis cum praeceptis tum exemplis aucti", Franc. : apud haered. Chr. Egen. (Francoforti : apud haered. Chr. Egenholphi, 1558) - 96 c. ; 8. - Impronta - ,&49 t.m) t.ra HiVt (3) 1558 (R) - Localizzazioni: Biblioteca nazionale centrale - Firenze
Come musicista, Dedekind, che ebbe fama notevole e non potè esser ignorato dall'erudito intemelio, si dedicò prevalentemente al "Lied" spirituale tedesco, pubblicando numerose raccolte.






























Autore citato dall'Aprosio nel suo "Scudo di Rinaldo" è l'erudito tedesco Camerarius, Philippus ["Operae horarum subcisiuarum, siue Meditationes historicae: continentes accuratum delectum memorabilium historiarum, & rerum ... Centuria prima (-tertia). Vna cum Indice locupletissimo. Philippo Camerario ... auctore", Francofurti : typis Ioannis Saurij : impensis Petri Kopffij, 1602-1609 - 3 v. ; 4o - Cfr. "Catalogue of books printed in the German speaking countries", I, A168, 170, 172 - Localizzazioni: Biblioteca della Fondazione Luigi Firpo. Centro di studi sul pensiero politico - Torino ]: il frate intemelio ne utilizza verismilmente quale fonte documentaria il capitolo IX dell'opera in cui compare citato questo "Bernardus Girardus" storico francese.





































Giovanni Heins (1585-1666), medico tedesco, particolarmente attivo nella cura della peste a Venezia. Medaglia 1631 in bronzo = "Opus Johann Jakob Kormann detto il Cormano" ( Ae ) 42,3 mm = "IO(HANNES) HENIS(IVS) D(OCTOR) COM(ES) PAL(ATINVS) EQ(VES) D(IVI) M(ARCI) LOIMIAT(ER) GER(MANICVS) ET ITAL(ICVS) P(OETA) C(ORONATVS)" = Busto volto a destra con le insegne di Cavaliere di San Marco sul petto; sotto, "CORMANO F(ECIT). R/ A W CADENT A LATERE TVO MILLE ET DECEM MILLIA A DEXTERIS TVIS AD TE AVTEM NON APPROPINQVABIT PS(ALMVS) XCI" Scritta in sette righe: Repertori = Voltolina 913; Rizzini II, p. 118, 830.
Lorenzo Legati, il curatore della "Biblioteca Aprosiana", amico e corrispondente di Angelico Aprosio in questa sua lettera (conservata in B.U.G. = corrispondenti aprosiani) ne scrisse impropriamente il nome qual Gio. Heinsio (ma in effetti il Legati andava chiedendo informazioni all'Aprosio, che doveva esser la sua fucina di informazioni per le opere proprie cui andava, lentamente in verità, lavorando).





















Opsopoeus, o Obsopoeus Johannes (1556-96) era un medico tedesco di fede calvinista che insegnò fisica e la botanica ad Heidelberg.
La sua conoscenza del greco e del latino lo indusse però a pubblicare diversi testi classici, parecchi di natura medica, così come alcune
collezioni di oracoli tra cui il celebre suo "Sibyllina" venuto alla luce nel 1589; altre due collezioni vennero poi stampate nel 1599 dopo la sua morte: vedi Caillet III, 8135 ; Ebert 21172; Hoffman III, 396; Graesse VI, 1, 398; Brunet V, 370.
Oracoli vari e soprattutto Oracoli e Libri Sibillini costituivano ancora nel XVII secolo, sulla scia della grande tradizione di recupero erudito del '500, un ambitissimo quanto discusso
CAMPO DI INVESTIGAZIONE.
Il termine "Sibyllina" propriamente si riferisce alle profezie emesse dalle Sibille, quasi sempre in forme oscure, comunque tali da dover essere interpretate.
Libri Sibillini erano quelli adoperati nella Roma delle origini o dell'età monarchica.
Secondo la leggenda sarebbero stati cquistati da Tarquinio Prisco o da Tarquinio il Superbo, dalla Sibilla Cumana, o da una sua inviata.
Successivamente ampliati da Augusto i Libri si custodirono a lungo nel Tempio Capitolino per poi andare distrutti quando il tempio fu divorato dalle fiamme.
Se ne fece una nuova raccolta che era presente al tempo di Giuliano l'Apostata, ma furono bruciati per ordine di Stilicone.
Oracoli Sibillini erano invece testi diffusi al tempo dello ellenismo e di cui si sono salvati ben pochi frammenti.
Risulta più corposa invece la collezione che ci proviene dall'ambiente ebraico: sono 14 libri composti sulla base di una precedente letteratura profetica pagana, e scritti a fini apologetici o per fare del proselitismo religioso: sono cioè attribuiti alla Sibilla precetti e vaticini che rispecchiano le basi della fede giudaica.
Gli Oracoli sibillini, di matrice letteraria popolareggiante, ebbero larghissima diffusione e subirono continue manipolazioni, soprattutto ad opera di Ebrei e Cristiani.
La tradizione profetica legata al nome della Sibilla durante il Medioevo venne innestata nella prospettiva escatologica cristiana: e fra essi assunse un ruolo di preminenza quelli nominati dalla Sibilla Tiburtina.
Nel XVI secolo queste opere godettero di grande attenzione ad opera degli eruditi ed accanto alla figura di Opsopoeus, o Obsopoeus Johannes si colloca solitamente quella del teologo savoiardo Sebastiano Castellione (anche Chateillon, Sebastien 1515-1563) celebrato nella storia ereticale del '500 come il primo difensore della tolleranza in un periodo in cui infuriavano scontri drammatici tra le varie confessioni religiose.
Sebastiano Castellione fu anche un pensatore capace di elaborare una visione dell'uomo e del suo progresso verso la perfezione etica guidata dalla Divinità fino all'assimilazione con essa, destinata ad inserirsi nel disegno del pensiero moderno sei-settecentesco.
Anche si adoperò in nome della libertà protestante fu , che aveva tentato di diffondere a Ginevra le idee più liberali: ma non volendo accettare l quell’inflessibilità di pensiero che era caratteristica dei protestanti insediatisi al governo della città svizzera, Calvino lo aveva fatto espellere nel 1554.
In seguito, Castellione avrebbe condannato l’inquisizione calvinista, divenuta ormai l’espressione di un rigore dogmatico per molti versi analogo a quello che si stava imponendo nella Chiesa cattolica. E’ per questo che in una sua opera scrisse sull’inclinazione comune a protestanti e cattolici, a punire con la pena capitale gli imputati di eresia: "……..colui che facilmente condanna gli altri, con il suo stesso condannare mostra che non sa nulla, poiché non sa agire con clemenza, ignora la clemenza….…Ora, mentre gareggiamo negli odii e nelle persecuzioni, di giorno in giorno diventiamo peggiori e non ricordiamo il nostro dovere (occupati come siamo a condannare gli altri), e l’Evangelo ha cattiva fama presso i gentili per colpa nostra. Quando vedono infatti che tra di noi ci facciamo violenza come belve, e che sempre i più deboli sono oppressi dai più forti, detestano l’Evangelo, quasi fosse esso stesso a generare gente simile; e detestano Cristo stesso, quasi egli avesse comandato che accadessero tali cose: onde è più facile per noi degenerare in Turchi e in Giudei che non far diventare cristiani quelli. Chi vorrebbe infatti diventare Cristiano, vedendo che coloro che confessano il nome di Cristo, senza alcuna misericordia sono uccisi dagli stessi Cristiani, col fuoco, coll’acqua e col ferro, e trattati più severamente che alcun ladrone o grassatore? Chi non crederà che Cristo sia un qualche Moloch, o un dio di quella specie, se vuole che gli siamo immolati e bruciati degli uomini vivi? Chi vorrebbe servire Cristo alla condizione che se in qualche cosa, fra tante controversie, si trovi in disaccordo con coloro che hanno potestà sugli altri, venga crudelmente bruciato vivo, per comandamento dello stesso Cristo, anche se in mezzo alle fiamme celebri a gran voce Cristo e a gola spiegata gridi di credere in lui? Immagina che Cristo stesso sia presente quale giudice, che pronunci la sentenza e dia fuoco al rogo: chi non considererà Cristo come Satana?" (Sebastiano Castellione, "Martino Bellio a Cristoforo duca di Württemberg", in "Fede, dubbio e tolleranza", Ediz. La Nuova Italia Firenze, 1960). Opsopoeus, o Obsopoeus Johannes fu in qualche modo collegato all'opera letteraria di Sebastiano Castellione come si evince da questi volumi che pubblicò sulla traccia di quanto scrisse:
1 - "Sibyllina Oracula de Graeco in Latinum conuersa, et in eadem annotationes. Sebastiano Castalione interprete. ...", Basileae (Basileae : ex officina Ioannis Oporini, 1546. Mense augusto) [24, 135 p. ; 8° - Cors. ; rom. - Iniziali xil. figurate e ornate - Segn. a8 b4 A-H8 I4 - Impronta - m-il usnt i:a, PeAp (3) 1546 (A) -Localizzazioni: Biblioteca Mons. Giacomo Maria Radini Tedeschi - Bergamo PG0109 - Biblioteca comunale Augusta - Perugia]
2 - "Sibyllinorum Oraculorum libri 8., Addita Sebastiani Castalionis interpretatione Latina quae Greco e regione respondeat. Cum annotationib. Xysti Betuleij in Graeca Sybillina oracula & Sebastiani Castalionis in translationem suam ...", Basileae : per Ioannem Oporinum, [1555] (Basileae : ex Officina Ioannis Oporini, 1555. Mense Augusto) [ Descrizione fisica: 335, [6] p. ; 8° - In front. titolo parallelo in greco - Segn.: a-x8 - Impronta - t.+, *-n- idt, CiCo (3) 1555 (R) - Nomi: Chateillon, Sebastien - Birck, Sixt <1501-1554> - Paese di pubblicazione: CH - Lingua di pubblicazione: lat, grc. Localizzazioni: PU0206 - Biblioteca di Area umanistica dell'Università degli studi di Urbino]
3 - "Sibylliakon chresmon logoi okto. Sibyllinorum oraculorum libri 8. Addita Sebastiani Castalionis interpretatione Latina, quae Graeco e regione \ respondeat. Cum annotationib. Xysti Betuleij in Graeca sibyllina oracula, & Sebastiani Castalionis in translationem suam: ...", Basileae : per Ioannem Oporinum (Basileae : ex officina Ioannis Oporini, 1555. Mense Augusto) [ 333,3 p. ; 8° - Nel titolo il numero 8. è espresso: VIII - Segn.: a-x8 - Le c. b3v-b7r contengono: "Markou Antimachou proeimiou eis tous sibylliakous chresmous", in greco e in latino Numeri: Impronta - t,*. *-n- idt, CiCo (3) 1555 (R) - Localizzazioni: Biblioteca Casanatense - Roma
Opsopoeus, o Obsopoeus Johannes infatti scrisse:
"Sibylliakoi chresmoi hoc est Sibyllina oracula ex uett. codd. aucta, renouata, et notis illustrata a d. Iohanne Opsopaeo Brettano. Cum interpretatione Latina Sebastiano Castilionis et index ", Parisijs : Compagnie du Grand navire, 1599 - 2 pt. (16, 524, 71 ; XXIIII i.e. 20, 114, 6 p. : ill. ; 8 - Segn.: a8A-2O82P4 ; p"e8a-i8h4 - Edita da Abel Langelier, vedi Extrait du priuilege, c. 3Pv - Front. inciso con marca inclusa, altro front. con marca sil. - Contiene con proprio front.: "Oracula metrica Iovis Apollinis, Hecates, Serapidis, et aliorum deorum ac vatum tam virorum quam feminarum, a Johanne Opsopoeo collecta. Item Astrampsychi oneirocriticon a Ios. Scaligero digestum & castigatum. Graece et Latine" - Numeri: Impronta - **** *-** *.*, E*N* (3) 1599 (R) - Impronta - i-ea m.n- m.i- ciro (3) 1599 (R) - Localizzazioni: Biblioteca nazionale centrale - Firenze
"Sibylliakoi chresmoi hoc est Sibyllina oracula ex uett. codd. aucta, renouata, ex notis illustrata a D. Iohanne Opsopaeo Brettano. Cum interpretatione Latina Sebastiani Castalionis et indice...", Parisijs : Compagnie du Grand Navire, 1599 - 16, 524, 71 i.e. 73, 3 p. : ill. ; 8° - Marca sul front. - Cors. ; gr. ; rom. - Segn.: a8A-2O82P4 - Ripetute nella numerazione le c. 67-68 - Front. calcogr. inciso da Karel van Mallery - Localizzazioni: Biblioteca della Congregazione armena mechitarista - Venezia - Biblioteca statale del Monumento nazionale di Montecassino - Cassino - Biblioteca nazionale Braidense - Milano - Biblioteca del Seminario maggiore - Padova - Biblioteca nazionale centrale Vittorio Emanuele II - Roma - Biblioteca universitaria Alessandrina - Roma - Biblioteca nazionale universitaria - Torino - Biblioteca Querini Stampalia - Venezia
"Sibylliakoi chresmoi, hoc est, Sibyllina oracula ex veteribus codicibus emendata, ac restituta et commentariis diversorum illustrata, opera & studio Servatii Gallaei: accedunt etiam Oracula magica Zoroastris, Jovis, Apollinis, &c. Astrampsychi Oneiro-criticum, &c. ...", Amstelodami : apud Henricum & viduam Theodori Boom, 1689 - 2 pt. (28, 791, 29, 127, 1 p.) ; 4° - Pt. 2: "Oracula metrica Jovis, Apollinis, Hecates, Serapidis, ... a Joanne Opsopoeo collecta. Item Astrampsychi Oneirocriticon, a Jos. Scaligero, digestum" - a c. I4r della pt. 2, con proprio occ.: "Oracula magica Zoroastris cum scholiis Plethonis et Pselli" - Marca (uomo che annaffia un albero:" Tandem fit surculus arbor") sul front. della pt. 1 - Segn.: *-3*44*" a-5k4 5l"; A-Q4 - La c. 5l2 bianca? - Precede il front tipogr. front calcogr., dal tit.: "Oracula sibyllina cum variorum commentariis. .." - Impronta - *;*, s.re emo, dyde (3) 1689 (Q) - Impronta - Q.VE ner- E-n* **** (3) 1689 (R) - Localizzazioni: Biblioteca di filosofia dell'Università degli studi di Roma La Sapienza - Roma - Biblioteca nazionale Sagarriga Visconti-Volpi - Bari - Biblioteca statale del Monumento nazionale di Montecassino - Cassino - Biblioteca Trivulziana - Archivio storico civico - Milano - Biblioteca nazionale centrale Vittorio Emanuele II - Roma - Biblioteca dell'Istituto sociale dei padri gesuiti - Torino Codice identificativo: IT\ICCU\BVEE\036557
"Sibylliakoi kresmoi hoc est Sibyllina oracula ex uett. codd. aucta, renouata, et notis illustrata a d. Iohanne Opsopoeo Brettano. Cum interpretatione Latina Sebastiani Castalionis et Indice. 3 pt", Parisijs, 1599 - <16>, 524, 71, <3>; <2>, 7-144; <2>, VII-XXIIII, 114, <6> p. : ill ; 8° - 1 pt.: De Sibyllis et carminibus sibyllinis di onofrio Panvino; 2 pt.: In Sibyllina oracula...; 3 pt.: Oracula magica Zoroastris. - Marca nella cornice del front. - Numeri: Impronta - i-ea m.n- m.i- ciro (3) 1599 (A) - Marca editoriale: Vascello della città di Parigi con le iniziali dei tipografi associati: AL, BM, AD, MLIS. Motto: "Lutetia" - Localizzazioni: PR0072 - Biblioteca Palatina - Parma - Biblioteca di filosofia dell'Università degli studi di Roma La Sapienza - Roma
"Sibylliakoi kresmoi hoc est Sibyllina oracula ex uett. codd. aucta, renouata, et notis illustrata a d. Johanne Opsopoeo Brettano. Cum interpretatione Latina Sebastiani Castalionis et Indice", Parisijs, 1607 - 3 pt. (16, 524, 71, 3; 2, 7-144; 2, VII-XXIIII, 114, 6 p. : ill.) ; 8° - Ed. corrispondente alla prima, Parigi 1599: cfr. Brunet, "Manuel du libraire et de l'amateur de livres", V, col. 370 e British Museum, "Catalogue of French books", p. 400 - Pubblicato da Abel L'Angelier: cfr. c. 2P3v pt. 1 - Marca tipogr. sul front. inciso e sui front. contenuti - Segn.: a8 A-2O8 2P4; 2a-2i8; pap 8 -g8 h4 - Le c. 2P4v pt. 1 e h4v pt. 3 sono bianche - La pt. 1 contiene il libro "De sibyllis et carminibus sibyllinis", di Onofrio Panvinio - Pt. 2: "Oracula magica Zoroastris" - Pt. 3: Oracula metrica Iouis, Apollinis .." - Impronta - **** *-** *.*, **** (3) 1607 (R) - Impronta - a.et r.r- *,** **** (7) 1607 (R) - Impronta - i-vt m.a- m.m- ciro (3) 1607 (R) - Localizzazioni: Biblioteca universitaria di Cagliari - Biblioteca nazionale centrale - Firenze - Biblioteca nazionale Braidense - Milano - MI - un esemplare - Biblioteca Palatina - Parma - PR - 1 esemplare mutilo della pt. 1. - Biblioteca della Fondazione Luigi Firpo. Centro di studi sul pensiero politico - Torino - Biblioteca del Dipartimento di filologia, linguistica e tradizione classica dell'Università degli studi di Torino - Biblioteca comunale Francesco Cini - Osimo - AN - Biblioteca nazionale Sagarriga Visconti-Volpi - Bari
"Oracula magica Zoroastris cum scholiis Plethonis et Pselli nunc primum editi. E bibliotheca regia. Studio Johannis Opsopoei", Parisiis : Compagnie du Grand Navire, 1599 - 2, 7-144 p. ; 8o - Marca sul front. - Cors. ; gr. ; rom. - Segn.: 2a62b-2i8 - Fregi xil. - Impronta - a.r- r.r- *,** **** (7) 1599 (R) - Marca editoriale: Nave. Scritta: "Lutetia" Localizzazioni: Biblioteca nazionale centrale - Firenze - Biblioteca statale del Monumento nazionale di Montecassino - Cassino - Biblioteca nazionale Braidense - Milano - Biblioteca del Seminario maggiore - Padova - Biblioteca Palatina - Parma - Biblioteca nazionale centrale Vittorio Emanuele II - Roma - Biblioteca universitaria Alessandrina - Roma - Biblioteca nazionale universitaria - Torino - Biblioteca della Fondazione Luigi Firpo. Centro di studi sul pensiero politico - Torino - Biblioteca Querini Stampalia - Venezia - Biblioteca della Congregazione armena mechitarista - Venezia
"Oracula metrica Iouis, Apollinis, Hecates, Serapidis, et aliorum deorum ac vatum tam virorum quam feminarum, a Iohanne Opsopoeo collecta. Item Astrampsychi Oneirocriticon a Ios. Scaligero digestum & castigatum. Graece et Latine", Parisiis : Compagnie du Grand Navire, 1599 - 2, VII-XXIIII, 114, 6 p. ; 8° - Marca sul front. - Segn.: a"e8a-g8h4 - Numeri: Impronta - **** *-** *.*, **** (3) 1599 (R) - Marca editoriale: Nave. Scritta: "Lutetia" - Localizzazioni: Biblioteca statale del Monumento nazionale di Montecassino - Cassino - Biblioteca nazionale Braidense - Milano - Biblioteca del Seminario maggiore - Padova - Biblioteca Palatina - Parma - Biblioteca nazionale centrale Vittorio Emanuele II - Roma - Biblioteca universitaria Alessandrina - Roma - Biblioteca nazionale universitaria - Torino - Biblioteca della Fondazione Luigi Firpo. Centro di studi sul pensiero politico - Torino - Biblioteca Querini Stampalia - Venezia - Biblioteca della Congregazione armena mechitarista - Venezia
Come però detto l'attività filologica di Opsopoeus, o Obsopoeus Johannes non si limitò a queste pubblicazioni esoteriche ma si estese variamente come si evince dall'analisi del Servizio Bibliotecario Nazionale:
"L. Annaei Senecae ... Ad Lucilium epistolarum liber. M. Ant. Mureti notis, Ferd. Pinciani castigationibus, Erasmi Roterodami annotationibus, Ioan. Obsopoei collectaneis, Ian. Gruteri & Fr. Iureti animaduersionibus illustratus. Cum indice certissimo ", Ginevra : excudebat Iacobus Stoer, 1607 - 8, 824, 48 p. ; 8° - Ritr. xil. sul front. -Segn.: a4 A-3H8 3I4 - Numeri: Impronta - emo- e.m. a-ue tiso (7) 1607 (R) - Localizzazioni: Biblioteca nazionale centrale - Firenze - Biblioteca comunale - Palazzo Sormani - Milano - Biblioteca comunale Giosue' Carducci - Città di Castello - PG
La Ramee, Pierre : de <1515?-1572>," P. Rami In Ciceronis orationes et scripta nonnulla, omnes quae hactenus haberi potuerunt praelectiones: quarum catalogum versa pagina exhibebit. Recens in unum volumen ordine congestae, & accurate emendatae. Adjecto indice...", Francofurti : apud haeredes Andr. Wecheli, 1582 - 8, 709, 23 p. ; 8o - A cura di Ioannes Opsopaeus, che firma l'epistola al lettore - Con i testi di Cicerone: "Pro Rabirio perduellonis reo, De lege agraria, Catilinariae, Pro Marcello, Epistola nona ad Lentulum, De fato, Somnium Scipionis, Liber 1. de legibus, De optimo genere oratorum" (opera spuria) - Marca sul front. - Cors. ; gr. ; rom. - Segn.: \ast!4A-Z82A-2Y82Z6 - Iniziali e fregi xil. - Impronta - saum isi- a-t. dini (3) 1582 (R) - Marca editoriale: Pegaso sovrasta un caduceo su cui si arrotolano due serpenti, sorretto da mani che escono dalle nuvole e cornucopie che si intrecciano - Localizzazioni: Biblioteca nazionale centrale Vittorio Emanuele II - Roma
"L. Annaei Senecae philosophi Scripta quae extant: ex editione Romana virorum doctorum notis castigata: quadam etiam parte ex veteribus libri aucta. Cum indicibus certissimis" Parisiis : apud Iacobum Dupuis, sub signo Samaritanae, 1587 (Parisiis : excudebat Dionysius Duuallius, 1587. mense Ianuario) - 2pt. (XXVIII, 4, 668, 60; 216, 24 p.) ; 2° - Tit. della pt.2: "M.Annaei Senecae rhetoris Controuersiar. lib. 10. Suasoriarum. liber. 1" - Contiene scritti di Fernando Pinciano, Beatus Rhenanus, Erasmus Roterodamus e Iohannes Opsopaeus, i cui nomi figurano sul v. del front. - A cura di Marc Antoine Muret, il cui nome figura nella pref. - Marca di Jacques Du Puys sui front. - Privilegio concesso anche a Gilles Beys, come appare a c. p\ast!1r - Cors. ; gr. ; rom. - Segn.: a6e8,p\ast!",a-z6A-2I62K4\ast!6-5\ast!6; 2A-2M62N42O-2R62S82T-2V6 - Iniziali e fregi xil. Titolo uniforme: Opera. - Impronta - s:o, uiio o-si plvi (3) 1587 (R) - Impronta - uso- s.e. m.s- quct (3) 1587 (R) - Localizzazioni: Biblioteca comunale Planettiana - Jesi - AN - Biblioteca nazionale centrale Vittorio Emanuele II - Roma
"Hippocratis Coi Aphorismi Graece, & Latine, vna cum Prognosticis, Prorrheticis, Coacis, & aliis decem eiusdem opusculis, aphoristica breuitate conscriptis. Pleraque ex interpretatione Iohannis Heurnii Vltraiectini ...Iterata editio, commodior", Lugduni Batauorum : ex officina Iohannis Maire, 1627 - 4, 637, 3 p. ; 12° - NUC pre-1956 v. 247 p. 122 - "Prorrheticum e Coacae praenotiones" a cura di Iohannes Opsopaeus; "Aphorismi interiecti..." a cura di Antonio Musa Bresavola - Contiene anche, elecati a c. *2v,: "Praeceptiones, De carnibus, De purgatoriis remediis, De veteri medicina, De medico, De arte, De elegantia, Iusiurandum, Lex, Aphorismi interiecti, siue Liber 8 Aphorismorum" - Marca sul front.; cfr. van Huisstede-Brandhorst, "Dutch printer's devices 15th-17th century", v. 2 p. 763 n. 1854 - Segn.: *2 A-2C12 2D8 - Localizzazioni: Biblioteca nazionale Braidense - Milano - Biblioteca Palatina - Parma - Biblioteca nazionale Marciana - Venezia
" Hippocratis ... Iusiurandum. Aphorismorum sectiones 8. Prognostica. Porrheticorum lib.2. Coaca praesagia. Graecus et Latinus contextus accurate renouatus, lectionum varietate & Corne. Celsi versione calce subdita: studio Ioannis Opsopei Brettani", Francofurdi : apud haeredes Andreae Wecheli Claudium Marnium & Ioann. Aubrium, 1587 (Francoforte : eredi di Andreas Wechel!) - 833 i.e. 835, 5 p. ; 16° - Marca di Wechel in fine - Cors. ; gr. ; rom. - Segn.: A-3F83G4 - Iniziali e fregio xil. - Impronta - mi*- s.us i-ri tequ (3) 1587 (R) - Localizzazioni: Biblioteca nazionale centrale Vittorio Emanuele II - Roma















Lubin, Eilhard col nome latinizzato in "Lubinus" - "Lubino", filologo ed erudito tedesco oltre che docente di umanità a Rostock.
Numerosissime le sue opere filologiche rinvenute nelle biblioteche italiane secondo l'SBN:
Lubin, Eilhard," Clauis Linguae graecae, duabus partibus distincta: quarum 1. vocabula latino-graeca. 2. Omnes totius linguae Graecae voces primogeniae, in vulgari lexico occurrentes ", Amstelodami: Jansson, Jan <1.>, 1647
"Epistolae Apollonii Tyanei, Anacharsidis, Euripidis, Theanus, aliorumque ad eosdem", [Heidelberg]: Commelin Jerome Erben <1597-1622>, 1601
"Epistolae Hippocratis, Democriti, Heracliti, Diogenis. Cratetis, aliorumque ad eosdem", [Heidelberg]: Commelin Jerome Erben <1597-1622>, 1601
"Iuvenalis, Decimus Iunius", D. Iunii Iuuenalis Satyrarum libri 5. Ex duobus manuscriptis exemplaribus, & vetustiss. manuscripto commentario plus quam ducentis locis correcti. Praeterea A. Flacci P ", Hanouiae: Wechel, Andreas Erben & Marne, Claude <1.> & Aubry, Johann <1.> Erben, 1603
Lubin, Eilhard," Eilhardi Lubini Fax poetica siue genealogiae et res praecipuae gestae deorum gentilium, illustrium virorum, regum graecorum, & caesarum romanorum, perpetuis tabulis ", Rostochii: Albrecht, LorenzReusner Christoph <1597-1613>, 1517 i.e. 1597
Iuvenalis, Decimus Iunius," D. Iunii Iuuenalis satyrarum libri 5. Ex duobus manuscriptis exemplaribus, & vetustiss. manuscripto commentario plusquam ducentis locis correcti. Praeterea A. Flacci Pe ", Hanoviae", 1619
Lubin, Eilhard," Eilhardi Lubini Antiquarius siue Priscorum, et minus vsitatorum vocabulorum, breuis ac dilucida interpretatio., ex optimis quibusque Latinae linguae auctoribus deprompt ", ColoniaeColoniae: Wolter, Bernhard <1598-1635>Hemmerden, Stephan, 1609
Gentili, Scipione <1563-1616>," Scipionis Gentilis ... In divi Pauli apostoli ad Philemonem epistolam commentarius. Opus posthumum ... Biographia auctoris ac paraphrastica explicatione ac corollariis ", Trajecti ad Rhenum: Schoonhoven, J. van, 17774
Lubin, Eilhard," Clavis et fundamenta Graecae linguae, duabus partibus distincta: quarum 1. Vocabula Latino-Graeca; 2. Omnes totius linguae Graecae voces primogeniae, in vulgari lexico ", Amstelodami: Elzevier, Daniel, 1664
Lubin, Eilhard," Clavis et fundamenta Graecae linguae, duabus partibus distincta: quarum 1. Vocabula Latino-Graeca. 2. Omnes totius linguae Graecae voces primogeniae, in vulgari lexico ", Amstelodami", 1651
Lubin, Eilhard," Eilhardi Lubini In Q. Horatii Flacci poemata quae exstant omnia paraphrasis scholastica nova ...", Rostochii: Reusner Christoph <1597-1613>, 1599
Lubin, Eilhard," Clavis graecae linguae, duabus partibus distincta : quarum 1. Vocabula latino-graeca. 2. Omnes totius linguae Graecae voces primogeniae, in vulgari lexico occurrentes ", Amsterodami: Jansson, Jan <1.>, 1647
Lubin, Eilhard," Eilnardi Lubini Phosphorus, de prima causa & natura mali, in quo multorum gravissimae, & dubitationes tolluntur, & errores deteguntur", Rostochij excudebat Cristoph. Reusnerus", 1601
Lubin, Eilhard," Clauis et fundamenta Graecae linguae, in duas partes tributa: quarum priori vocabula Latino-Graeca, posteriori Graeco-Latina ita explicantur, vt radicibus primogeniis p ", Francofurti", 1643
"Epistolae veterum Graecorum: nempe Hippocratis, Democriti, Heracliti, Diogenis, Cratetis, Phalaridis, Bruti, aliorumque ad eosdem : Editae Graece ac simul Latine; per E ", Heidelberg: Commelin Jerome Erben <1597-1622>, 1609
Persius Flaccus, Aulus," Auli Persi Flacci Satyricorum celeberrimi grauissimi, & difficilimi Satyrae 6. Ita illustrata ut a quouis facile intelligi possint, commentariis Eilhardi Lubini", Amstelredami: Heyns, Zacharias, 1595
Lubin, Eilhard," Clauis Graecae linguae, duabus partibus distincta: 1. Vocabula Latino-Graeca. 2. Omnes totius linguae Graecae voces primogeniae, in vulgari lexico occurrentes alpha ", Londini: Griffin, Edward <2.>Partridge, John, 1640
Lubin, Eilhard," Eilhardi Lubini Antiquarius, sive Priscorum, et minus vsitatorum vocabulorum, brevis ac dilucida interpretatio. Ex optimis quibusque Latinae linguae auctoribus depromta ", Francofurti: Latomus, Sigismund, 1601
Lubin, Eilhard," Eilhardi Lubini Antiquarius siue Priscorum, et minus vsitatorum vocabulorum, breuis ac dilucida interpretatio, ex optimis quibusque Latinae linguae auctoribus deprompta ", Amstelredami: Heyns, Zacharias, 1594
Lubin, Eilhard," Eilhardi Lubini In D. Junij Juvenalis Satyrarum libros ecphrasis succinta et perspicua", Rostochij: Mollemann, Stephan, 1602
Lubin, Eilhard," Eilhardi Lubini In Auli Persij Satyrarum librum ecphrasis nova, succinta & perspicua, qua poeta obscurissimus dilucide explicatur", Rostochij: Mollemann, Stephan, 1602
"Anthologia diaphoron epigrammaton palaion eis hepta biblia dieiremene. Florilegium omnium veterum Graecorum poetarum epigrammatum in septem libros diuisum interprete Ei ", [Heidelberg]: Commelinus, Hieronymus Erben, 1604

















Johan van der Does nato il 5 dicembre 1545 a Noordwijk, dominio spagnolo di Habsburg [ ora nei Paesi Bassi ], morto l' 8 ottobre 1604, L'Aia: fu uomo politico a capo della resistenza antispagnola, umanista e docente universitario a Lovanio e Parigi, poeta e storico.
Non sempre è facile distinguerlo dall'omonimo figlio, umanista, erudito e bibliotecario, che gli premorì, con cui e di cui curò molte opere:
Tra le sue pubblicazioni si ricordano custodite in biblioteche italiane
Does, Johan : van der," Iani Dousae Nordouicis Praecidanea pro Albio Tibullo", Antuerpiae: Plantin, Christophe, 1582
Does, Johan : van der <1545-1604>," Iani Dousae Nordouicis Praecidanea pro Q. Valerio Catullo", Antuerpiae: Plantin, Christophe, 1581
Does, Johan : van der <1545-1604>," Iani Douzae Nordouicis Ad C. Sallustij Crispi historiarum libros, notae: cum luculenta fragmentorum aliquot accessione hactenus non editorum", Antuerpiae: Plantin, Christophe, 1580
Does, Johan : van der <1545-1604>," Iani Duzae Nordouicis nouorum poematum secunda Lugdunensis editio, plus dimidia parte, hoc est, nouem librorum accessione recens locupletata & aucta. Quorum omnium, imo singulorum indicem versa pagina explicabit", [Leida]: Academia Leydensis Batavorum, 1576
Does, Johan : van der <1545-1604>," Iani Dousae Nordouicis Ad superiorem commentariolum suum, septem capitum succidanea pro nouissima Horatij editione adpendix", Antuerpiae: Plantin, Christophe, 1582
Does, Johan : van der <1545-1604>," Iani Dousae ... In novam Q. Horatii Flacci editionem commentariolus", AntuerpiaeAntuerpiae: Plantin, Christophe, 1580
Does, Johan : van der <1545-1604>," Iani Dousae Nordouicis Annales rerum a priscis Hollandiae comitibus per 346. annos gestarum continuata serie memoriam complectentes. Nunc primitus in vnum metricae historiae corpus redacti, atque in 10. libros tributi ac dispartiti. ..", Hagae-Comitis: Hendricksz, Aelbrecht, 1599
Does, Johan : van der <1545-1604>," Iani Dousae Nordouicis Centurionatus, siue Plautinarum explanationum libri 4. In quibus praeter Plautum, multa veterum scriptorum loca, poetarum inprimis, varie corriguntur, illustrantur, explicantur", Lugduni Batauorum: Raphelengius, Franciscus <1.>Officina Plantiniana , 1587
Does, Johan : van der <1545-1604>," Iani Dousae Nordivicus ... Poemata pleraque selecta. Petrus Scriuerius, ex auctoris schedis & liturarijs magnam partem descripsit, sparsa collegit, ac iunctim edidit. Accedunt Iosephi Scaligeri, Justi Lipsii, aliorumque ad Douzam carmina", Lugduni Batavorum", 1609
Does, Johan : van der <1545-1604>," Iani Dousae Nordouicis Schediasma succidaneum nuperis ad Tibullum Praecidaneis addendum. Eiusdem ad familiarem quandam Gerardi Falkenburgii epistolam responsio ... Gerardi Falkenburgii epigrammata quaedam Graeca", Antuerpiae: Plantin, Christophe, 1582
Does, Johan : van der <1545-1604>," Iani Douse nordovicis Centurionatus sive Plautinarum explanationum libri 4 in quibus praeter Plautum, multa veterum scriptorum loca, poetarum inprimis, variae corriguntur, illustrantur, explicantur", Francofurti: Kopf, Peter Saur, Johann, 1602
















Does, Johan : van der <1571-1597>," Batauiae Hollandiaeque annales: a Iano Dousa filio concepti atque inchoati iam olim; nunc vero a patre eidem cognomine ac superstite, Nordouici domino, ... recogniti, suppleti, nouaque octo librorum accessione ad integrae vsque decadis finem perducti & continuati. ... Cum locupletissimo rerum indice", Leida: Raphelingen, Cristoffel vanOfficina Plantiniana , 1601
Does, Johan : van der <1571-1597>," I. Dousae filii Rerum caelestium liber primus. In Laudem Vmbrae declamatio et carmen, vna cum aliquot poematiis ... Quibus additae sunt Orationes funebres in obitus aliquot animalium, interprete Gulielmo Cantero, numquam antheac editae", Lugduni Batauorum: Raphelengius, Franciscus <1.>Officina Plantiniana , 1591
Does, Johan : van der <1571-1597>," Clariss. v. Jani Dousae & Pauli Melissi Musae errantes. Accesserunt Hadriani Iunii Lugdunensia, necnon poetarum quorumdam praestantissimorum carmina varia. Justus Grisius ex fuga retraxit, collegit, ac junctim posteritati edidit", Francofurti: Voltz, Nicolaus Thieme, Johann, 1616



















Bauhuis Bernard, gesuita e poeta neo latino tedesco vissuto tra il 1575 ed il 1629.
Scrisse tra l'altro:
Bauhuis, Bernard <1575-1619>, " Bernardi Bauhusii et Balduini Cabillaui e Soc. Iesu Epigrammata. Caroli Malapertii ex eadem Soc. Poemata", Antuerpiae: Officina Plantiniana Moretus, Balthasar <1.>, 1634
Bauhuis, Bernard <1575-1619>," Bernardi Bauhusij e Societate Iesu Epigrammaton selectorum libri 5", Antuerpiae: Officina Plantiniana , Moretus, Iohannes weduwe & erfgenamen., 1616
Bauhuis, Bernard <1575-1619>," Bernardi Bauhusij e Societate Iesu. Epigrammatum libri 5", Monachij: Segen, Melchior, 1634
Bauhuis, Bernard <1575-1619>," Bernardi Bauhusii Antuerpiani e Societate Iesu Epigrammatum libri 5. Editio altera, auctior", Antuerpiae: Officina Plantiniana Moretus, Balthasar <1.> & Moretus, Jean <2.> veuve & Meurs, Jean : van, 1620


















Valens Acidalius (Tedesco, "Havekenthal" ): Filologo e poeta latino già riformato convertitosi alla chiesa cattolica, nato nel 1567 a Wittstock nel Brandenburgo morto il 25 maggio, 1595, a Neisse. Dopo la sua formazione alle università di Rostock, di Greifswald e di Helmstädt, ha cominciato lo studio sulla medicina, ma più successivamente ha dedicato la maggior parte del suo tempo ai classici latini sì da passare tre anni nelle università di Padova e di Bologna e visitando le città italiane principali. Dopo laurea in medicina a Bologna, si dedicò intieramente a letteratura latina: Aprosio lo cita in alcuni passi dell'"Scudo di Rinaldo" edito ed in particolare alle pp. 286 - 287 ne registra alcuni stralci di poesia.
Ritornato in Germania nel 1593 trovò mecenati in Johann Matthäus Wacke von Wackenfels e nel vescovo di Breslau, Andreas von Jerin.
Ecco qui l'elenco delle sue opere individuate nelle biblioteche italiane secondo l'SBN:
Velleius Paterculus," P. Vellei Paterculi Historiae Romanae ad M. Vinicium cos. libri 2. Post recentissimam Iac. Scheckij editionem Valentinus Acidalius recensuit. Additus eiusdem Velleianarum lectionum liber", Patauij: Meietti, Paolo, 1590
"1: Tomus primus continens adnotationes varias Laurentii Abstemii maceratensis, et Valentis Acidalii Divinationes, et Interpretationes in Plautii Comoedias: accessit his his Caroli Neapolis patricii panormitani Anaptyxsis ad P. Ovidii Nasonis Fastos, et horum omnium additamentum Joannis Felicis Palesii patavini ... Scriptae sunt praeterea singulorum criticorum vitae. Index vero locorum, & memorabilium in tomum secundum brevi proditurum justis de caussis erit conjiciendus ...", Florentiae", 1737
"2: Tomus secundus continens Valentis Acidalii divinationes, interpretationesque in Plauti comoedias, nec non Pii Antoni Bartolini in nonnullas juris civilis leges explanationes, postremo Philippi Beroaldi adnotationes in varios auctores accesserunt his Antonii Beccatelli vulgo panormitae patricii panormitani de dictis, et factis Alphonsi regis libri quatuor cum Eneae Sylvae commentariis, ac Jacobi Spiegelli scholiis", Florentiae", 1739
Lernutius, Janus <1545-1619>," Poematum Jani LernutI, Jani Gulielmi, Valentis Acidalii, noua editio", Lignicii, Lignicii: Schneider, Nikolaus Albertus, David, 1603
Acidalius, Valens <1567-1595>, Disputatio nova contra mulieres, qua probatur eas homines non esse", Anno 1195 i.e. 1595 - 20c. 1660
Curtius Rufus, Quintus," Q. Curtii Rufi De reb. gestis Alexandri Magni Macedonum regis historia. Triplice indice nunc primum annexo orationum sententiarum, & rerum insigniorium. Cui accesserunt Animaduersiones Valenti Accidalij selectiores. ... Deinde adiecti sunt, de vita, fortuna, ac virtute Alexandri libri tres ex Plutarcho: & ad finem tres epist.", Venetij: Gallina, Comino, 1615
Acidalius, Valens <1567-1595>," Valentis Acidalii In Q. Curtium Animaduersiones. Quibus superstites scriptoris eius omnes libri post accuratam Fr. Modij censuram plurimis etiam locis, alijque nonnulli quibusdam obiter, emendantur, illustrantur", Francofurti ad Moenum, Francofurti: Feyerabend, Johann <1573-1599> Osthausen, Heinrich <2.>, 1594
Acidalius, Valens <1567-1595>," Valentis AcidalI Epistolarum centuria 1. cui accesserunt 1. Epistola apologetica ad clariss. virum Iacobum Monauium. 2. Oratio de vera carminis elegiaci natura & constitutione. Edita cura Christiani Acidalii fratris", Hanouiae: Wechel, Andreas Erben & Marne, Claude <1.> & Aubry, Johann <1.> Erben, 1606
Acidalius, Valens <1567-1595>," Valentis Acidali, intercurrentibus & M. Ant. Mureti, Notae in C. Corn. Taciti opera quae extant. Collectae a Christiano Acidalio fratre. Cum indice duplice, vno auctorum veterum, altero verborum & phrasium", Hanouiae: Wechel, Andreas Erben & Marne, Claude <1.> & Aubry, Johann <1.> Erben, 1607
Tacitus, Publius Cornelius," C. Cornelii Taciti Opera quae exstant, integris Beati Rhenani, Fulvii Ursini, M. Antonii Mureti, Josiae Merceri, Justi Lipsii, Valentis Acidalii, Curtii Pichenae, Jani Gruteri, Hugonis Grotii, Joannis Freinshemii, Joannis Frederici Gronovii & selectis aliorum Commentariis illustrata. Ex recensione & cum notis Jacobi Gronouii", Traiecti Batauorum: Poolsum, Jacob van & Visch Joannes, 1721
Tacitus, Publius Cornelius," C. Cornelii Taciti Opera, quae exstant, integris I. Lipsii, Rhenani, Vrsini, Mureti, Pichenae, Merceri, Gruteri, Acidalii, Grotii, Freinshemii, & selectis aliorum commentariis illustrata. Ioh. Fred. Gronovius recensuit, & suas notas passim adjecit. Accedunt Iacobi Gronovii excerpta ex variis lectionibus ms. Oxoniensis", Amstelodami: Blaeu, Pieter & Blaeu Joan <2.>, 1685
Ausonius, Decimus Magnus," D. Magni Avsonii Bvrdigalensis opera, Iacobus Tollivs, M.D. recensuit, et integris Scaligeri, Mariang. Accvrsii, Freheri, Scriverii; selectis Vineti, Barthii, Acidalii, Gronovii, Graevii, aliorumque notis accuratissime digestis, nec non & suis adimadversionibus illustravit", Amstelodami: Blaeu, Joan <1. ; 1632-1673>, 1671
Acidalius, Valens <1567-1595>," In comoedias Plauti, quae extant, Diuinationes et interpretationes Valentis Acidalii, nunc primum lucem editae", Francofurti: Rosa, Jonas <1600-1620> Hempel, Samuel, 1607
Acidalius, Valens <1567-1595>," Disputatio perjucunda, qua anonymus probare nititur mulieres homines non esse: cui opposita est Simonis Gedicci ... Defensio sexus muliebris, qua singula anonymi argumenta, distinctis thesibus proposita, viriliter enervantur", Hagae-Comitis", 1644




















Balde, Jakob: scrittore tedesco (Ensisheim, Alsazia, 1604-Neuburg 1668). Gesuita, fu professore di retorica a Monaco, Innsbruck e Ingolstadt, quindi storiografo alla corte bavarese e predicatore di corte a Neuburg. È il maggiore lirico latino dell'età barocca in Germania, tradotto in tedesco da Andreas Gryphius e altri e ammirato da Johann Herder. Scrisse anche una "Batracomiomachia" (1637), un Poema de vanitate mundi e alcuni drammi edificanti; la sua produzione lirica è raccolta in "Lyrica" (1643), "Silvae lyricae" (1643-46) e nelle "Odae partheniae" in lode di Maria (1648).
I "Lirici" cui allude in modo piuttosto generico Aprosio sono invece più esattamente di Balde, Jakob l'opera "Sylvarum Libri 7", Monachii : Apud Heredes Cornelii Leyserii, 1643 - 221 p. ; 13 cm. - Num. rom. nel tit - Impronta - usu- s.e, t:s, GRIp (3) 1643 (R) - Paese di pubblicazione: DE - Lingua di pubblicazione: lat. - Localizzazioni: Biblioteca comunale - Palazzo Sormani - Milano - Biblioteca del Seminario Vescovile - Bedonia - PR
Nella C.B.A. si trova comunque questa bella OPERA del Balde (non è l'edizione originale, si tratta di una ristampa), dal titolo per esteso "De eclipsi solari anno MDCLIV die XII augusti in Europa a pluribus spectata tubo optico: nun iterum a Jacobo Balde e Societate Jesu tubo satirico perlustrata", Monaco 1662: l'eclissi del 12/VIII/1654 fu un fenomeno reale, variamente interpretato, ed il Balde ne analizzò l'apparizione non tanto da astronomo, cosa che per nulla era, ma da moralista e buon autore satirico.



















VILLANI, NICCOLO' (anche NICCOLA/NICOLA): nato a Pistoia nel 1590, scomparso a Roma nel 1636.
Aristocratico, forgiato negli studi umanistico letterari a Firenze, Siena e Pisa si impiegò quindi alla corte del cardinale Tiberio Muti, prendendo momentanea residenza a Roma.
Viaggiò comunque molto, passando per la Grecia e Venezia prima di sistemarsi definitivamente a Roma quale protetto del cardinale Francesco Barberini.
Compose versi satirici in italiano e latino (da qui l'equiparazione al satirico latino Persio e quindi il soprannome di Persio pistoiese) ma realizzò anche un incompiuto poema eroico in ottave "Della Fiorenza Difesa" (Landini, Roma, 1641).
Si impegnò pure in commenti eruditi al Mussato ed al Loschi per quanto la sua fama letteraria, in questo campo di polemista, fu soprattutto connessa agli interventi critico-satirici in difesa dell' "Adone"
di G.B. Marino.
Tra i suoi interventi troviamo "L'uccellatura di Vincenzo Foresi all' Occhiale del cavalier T. Stigliani" (Pinelli, Venezia, 1630) e le "Considerationi di messer Fagiano sopra la seconda parte dell'Occhiale del cavalier Stigliano" ("ibid.", 1631).
Più tardo è poi il suo "Ragionamento dello Accademico Aldeano sopra la poesia giocosa de' Greci, de' Latini e de' Toscani. Con alcune poesie piacevoli del medesimo autore" ("ibid.", 1634): negli opuscoli la critica moderna fa mediamente notare la rilevanza delle osservazioni del Villani sulla poesia di Dante.
Alla C.B.A. di Nicola Villani sono reperibili le opere:
1 - "Considerazioni di Messer Fagiano sopra la seconda parte dell'occhiale del cavaliere Stigliano, contro allo Adone del cavaliere Marino, e sopra la seconda difesa di Girolamo Aleandro", In Venetia : appresso gio: Pietro Pinelli, 1631. - 752, [1] p. ; 12° 2 - "Della Fiorenza difesa, poema eroico del Sig.r Niccola Villani, canti diece", In Roma : appresso Antonio Landini, 1641. - [9], 437, [2] p. : 1 ill. ; 4°. (Front. inciso)
Ed ancora queste due enigmatiche Satire ufficialmente adespote:
"Satyra Dii vestram fidem" / [Niccolo' Villani]. - [1629?]. - 2 pt. (82 ; 31 p.) (La seconda parte e' intitolata "Satira. Nos canimus surdis" - La data e' ipotizzata dal repertorio delle seicentine italiane del "British Museum", cosi' come l'autore]
Presso la Biblioteca del Seminario maggiore di Padova si trova quindi la:
"Satira Nos canimus surdis", Descrizione fisica: 31, 1 p. ; 8o [adespota, senza data e luogo di stampa: le "note generali dell'SBN" però dettano: " Autore: Nicola Villani, cfr. ABI"] - Segn.: A-B8 - Impronta - m.ea m?pi i?m; DiQu (3) 0000 (Q) - Paese di pubblicazione: UN - Lingua di pubblicazione: lat Non sapremo mai se, al momento in cui scriveva queste righe nella "Grillaia", Aprosio aveva consapevolezza di chi fosse l'autore e se con più probabilità, volutamente, ne manteneva l'anonimato: di certo ne era coinvolto atteso che della Satira in causa ne riprodusse ampi stralci come la sarcina in pp. 160 - 161 ed ancora quella alle pp. 500 - 501.
Tuttavia un sillogista a lui di poco posteriore Johann Jacob Hofmann (1635-1706) [nel suo "Lexicon Universale, Historiam Sacram Et Profanam Omnis aevi, omniumque Gentium; Chronologiam Ad Haec Usque Tempora; Geographiam Et Veteris Et Novi Orbis; Principum Per Omnes Terras Familiarum [...] Genealogiam; Tum Mythologiam, Ritus, Caerimonias, Omnemque Veterum Antiquitatem ...; Virorum ... Celebrium Enarrationem ...; Praeterea Animalium, Plantarum, Metallorum, Lapidum, Gemmarum, Nomina, Naturas, Vires Explanans. - Editio Absolutissima [...] Auctior [...]," Leiden: Jacob. Hackius, Cornel. Boutesteyn, Petr. Vander Aa, & Jord. Luchtmans, 1698. 2° - T. 1: Literas A, B, C, = [6] Bianche, 1072 pagine; - T. 2: Lettere D, E, F, G, H, I, K, L, = [1] Bianca, 900 pagine; - T. 3: Lettere M, N, O, P, Q, = [1] Bianca, 994 pagine - T. 4: Literas R, S, T, V, X, Y, Z, = [1] Bianca, CXXVI, 743, 116 pagine] registrava le due Satire indubitamente quali opere di N. Villani (p.319 del T. III, e facendo riferimento ad una bibliografia di autori notissimi ad Aprosio come l' Eritreo e Lorenzo Crasso)


















Alard, Lampert (nato il 27 gennaio 1602; morto il 29 Maggio 1672) di nazionalità germanica fu teologo, storico, filologo, poeta e teorico della musica e di cui Aprosio disserta alle pagine 18-20 della sua "Biblioteca Aprosiana".
La sola sua opera finora registrata nelle biblioteche italiane secondo l'SBN risulta essere:
Alard, Lambert," Pathologia sacra Novi Testamenti continens significantiora ejusdem & cum emphasi singulari usurpata loca. Opera & studio m. Lamperti Alardi ..", Lipsiae ; sumptibus Henningi & A.M. Gross. : excudebat Henningus Koler, 1635 (Lipsiae : excudebat Henningus Koler, 1635) - 246 p. ; 120. - Impronta - cie- cois asre **I. (3) 1635 (R) - Localizzazioni: Biblioteca nazionale centrale - Firenze
Decisamente più croposa la sua "presenza" all'inglese British Library dove si conserva l'opera sua verisimilmente più importanteanche perché studiata da Bach e cioè:
ALARDUS, Lampertus., " Lamp. Alardi ... de veterum musica liber singularis; in fine accessit Pselli musica e Græco in Latinum sermonem translata autore eodem", Sumptibus H. Grosii jun.: Schleusingae, 1636 - pp. 203 - 12º.
Oltre ad essa sono conservate le opere:
VALERIUS FLACCUS, Caius," C. Valerii Flacci ... Argonauticon libri IIX. L. Alardus ... perpetuo commentario illustravit, Carrionis errores detexit, & ad Apollonii Rhodii aliorumque Argonautica contulit, etc. (L. Carrionis ... castigationes in primum-octavum librum Valerii Flacci.-C. Bulæi in Valerium Flaccum schediasmata, etc.-J. Weitzii Comment[arius] in libr. I.-IIX. Val. Flac.)", Lipsiae, 1630,. 3 pt., 8º.
ALARDUS, Lampertus, " Lamp. Alardi ... Graecia in nuce; seu, lexicon novum omnium Graecae linguæ vocum primogeniarum ... Secunda editio, etc.", Haered. H. Grosii jun.: Lipsiae, 1632 - pp. 207 - 12º.
ALARDUS, Lampertus, "
Lamperti Alard[i] ... Epiphyllides philologicae: comprehendentes varias vocum, rerum & rituum tam sacrorum qua`m secularium observationes" [con la "Oratio, in qua calumniatorum genius ad vivum depingitur"] Sumptibus Henningi Grosii Iun.: Schleusingae, 1636 - pp. 274 - 12º
ALARDUS, Lampertus, " Nordalbingia, sive Historia rerum praecipuarum in Nordalbingia, a temporibus Caroli Magni ad annum 1643" In : Westphalen (E. J. von) "Monumenta rerum Germanicarum", etc. tom. 1. 1739, etc. fol. ed ancora la stessa edizione custodita alla Biblioteca Nazionale di Firenze prima citata:
ALARDUS, Lampertus "Pathologia sacra Novi Testamenti, continens significantiora ejusdem et cum emphasi singulari usurpata loca" Sumptibus Henningi & A. M. Gross.: Lipsiae, 1635. pp. 246 - 12º
Ne lo "Scudo di Rinaldo" Aprosio cita una
sola volta questo personaggio e precisamente nel contesto del capitolo XLI: ne cita un'opera, come spesso accade intervenendo sul nome, quale "I Laurifogli" indicandone parametri di stampa che non permettono di evincerne la tipologia e la conservazione, anche se indubbiamente allude ad una raccolta di epigrammi latini.


















Costanzi, Giacomo su cui mancano notizie sicure vide la luce a Fano quasi certamente nel 1473 da Antonio Costanzi morendo verso il 1517: fu un letterato abbastanza prolifico ed in particolare esercitò la professione di docente di latino e greco a Ferrara. Nelle opere compare stampate (in cui spiccano i lavori filologici su Ovidio e Viergilio) compare alternativamente anche la forma nominale "Iacobus Constantinus; Iacobus Constantius; Iacobus Phanensis; Iacobus Fanensis" Controlla: Vecchietti, Filippo - Moro, Tommaso, "Biblioteca picena o sia Notizie istoriche delle opere e degli scrittori piceni".
L'opera citata da Aprosio è la seguente Costanzi, Giacomo, " Iacobi Constantii Fanensis. Collectaneorum hecatostys prima Hadriano cardinali dicata. In Ibin Ouidii sarritiones annotationum ultra centum. In eiusdem methamorphoses assumenta: annotationum supra ter centum", Impressa Fani : ab Hieronymo Soncino (Impressa Fani : ab Hieronymo soncino ..., sexto idus Iulias [10.VII] 1508) - 100 c. ; 4 - Gr.; rom- - Segn.: [pigreco]6 A-L8 M6 - Impronta - usti c.is hilo houe (C) 1508 (R) - e per quanto sinora appurato dal Servizio Bibliotecario Nazionale se ne conservano nelle biblioteche italiane esemplari presso: Biblioteca comunale - Cupramontana - AN - Biblioteca universitaria di Bologna - Bologna - Biblioteca comunale Ariostea - Ferrara - Biblioteca nazionale centrale - Firenze - Biblioteca Universitaria - Genova - Biblioteca comunale Valentiniana - Camerino - Biblioteca comunale Mozzi-Borgetti - Macerata - Biblioteca padre Clemente Benedettucci - Recanati - MC - Biblioteca Ambrosiana - Milano - Biblioteca Estense Universitaria - Modena - Biblioteca nazionale Vittorio Emanuele III - Napoli - Biblioteca comunale Federiciana - Fano - Biblioteca universitaria - Pavia - Biblioteca nazionale centrale Vittorio Emanuele II - Roma - Biblioteca Vallicelliana - Roma - Biblioteca Angelica - Roma - Biblioteca Casanatense - Roma - Biblioteca statale del Monumento nazionale S. Scolastica - Subiaco - RM - Biblioteca civica Gambalunga - Rimini - Biblioteca comunale degli Intronati - Siena - Biblioteca d'arte del Museo civico Correr - Venezia - Biblioteca nazionale Marciana - Venezia
Tra le altre opere sempre identificate dal Servizio Bibliotecario Nazionale si elencano:
Costanzi, Antonio," In hoc uolumine contenta haec sunt Antonii Constantii Epigrammatum libellus. Ode excitans christianorum principes in Turcum. Ode ad Federicum tertium Caesarem ... Iacobi Constantii epigrammata quaedam. Eiusdem epicedion in Tadaeam matrem", - (In urbe Fanestri : Soncinus impressit, 1502 quarta Octobris) - [70] c. ; 4° - taAn m:e. s.um VbAd (C) 1502 (T) - Vedi " Manoscritti, incunabuli, edizioni rare del secolo XVI esistenti nella Biblioteca comunale Federiciana di Fano. Catalogati e descritti da Adolfo Mabellini" - Biblioteca Apostolica vaticana - Stato città del Vaticano - Collezione privata L. Serego Alighieri - Castel del Piano Umbro - Biblioteca comunale Federiciana - Fano - Biblioteca Oliveriana - Pesaro - Biblioteca nazionale centrale - Roma - Biblioteca universitaria Alessandrina - Roma - Biblioteca Angelica - Roma - Biblioteca Casanatense - Roma - Biblioteca dell'Accademia nazionale dei Lincei e Corsiniana - Roma - Biblioteca Arcivescovile di Udine - Udine - Biblioteca d'arte del Museo civico Correr - Venezia - Biblioteca nazionale Marciana - Venezia
Costanzi, Antonio," Iacobi Constantii Collectaneorum hecatostys prima ... In Ibin Ouidii sarritiones annotationum ultra centum ...", (Impressa Fani : ab Hieronymo Soncino, sexto Idus Iulias 1508) - [100] c. ; 4° - usti c.is hilo houe (C) 1508 (R) - Biblioteca comunale - Cupramontana - Biblioteca universitaria - Bologna - Biblioteca Apostolica vaticana - Stato città del Vaticano - Biblioteca comunale Ariostea - Ferrara - Biblioteca nazionale centrale - Firenze - Biblioteca universitaria - Genova - Biblioteca comunale Valentiniana - Camerino - Biblioteca comunale Mozzi-Borgetti - Macerata - Biblioteca padre Clemente Benedettucci - Recanati - Biblioteca Ambrosiana - Milano - Biblioteca Estense Universitaria - Modena - Biblioteca nazionale Vittorio Emanuele III - Napoli - Biblioteca comunale Federiciana - Fano - Biblioteca universitaria - Pavia - Biblioteca nazionale centrale - Roma - Biblioteca Vallicelliana - Roma - Biblioteca Angelica - Roma - Biblioteca Casanatense - Roma - Biblioteca statale del Monumento nazionale S. Scolastica - Subiaco - Biblioteca civica Gambalunghiana - Rimini - Biblioteca comunale degli Intronati - Siena - Biblioteca d'arte del Museo civico Correr - Venezia - Biblioteca nazionale Marciana - Venezia
[Costanzi, Antonio e altri]," Pub. Ouidii Nasonis poetae sulmonensis Heroides epistolae cum omnibus commentariis ubique locorum hactenus impressis, sed in pristinam integritatem redactis, atque ad amussim recognitis. His nos adiunximus emblemata argumenta, ac uarias lectiones ex optimis quibusque auctoribus collectas, et praeter adnotata ab Ioanne Baptista Egnatio, obseruationes Constantii Fanensis nuper in studiosorum utilitatem editas. Adiecta est etiam recta non paucorum versuum dispositio, ac interpretatio, per Aaronem Battaleum Triuiliensem acutissime excogitata. Ac haec Ioannis Scoppae expositiones super locis quibusdam obscurioribus", Venetiis : apud Hieronymum Scotum, 1543 (Venetijs : apud Hieronymum Scotum). - [8], 209 [i.e. 207, 1] p. : ill. ; fol. - Impronta: t:e- reus t,s, spsu (3) 1543 (A) Marca: 1.Quercia su un cumulo di rocce. Ai piedi dell'albero le iniziali S.O.S. ; Motto: "Caedit iniquos" - Localizzazioni: Biblioteca dell'Abbazia di Novacella - Varna - Collezione privata L. Serego Alighieri - Castel del Piano Umbro - Biblioteca Cathariniana - Pisa - Biblioteca comunale Salvatore Quasimodo - Modica - Biblioteca nazionale centrale - Roma - Biblioteca centrale Giorgio Petrocchi dell'Università degli studi di Roma Tre - Roma - Biblioteca civica Guarneriana - San Daniele del Friuli - Biblioteca nazionale Marciana - Venezia - Biblioteca capitolare - Viterbo
[Costanzi, Antonio e altri],"P. Ouidij Nasonis Metamorphoseon libri XV Raphaelis Regii Volaterrani luculentissima explanatio, cum nouis alterius viri eruditissimi, additionibus. Lactantii Placiti in singulas fabulas argumenta. Eruditissimorum virorum Coelii Rhodigini, Ioan. Baptistae Egnatii, Henrici Glareani, Giberti Longolii, et Iacobi Fanensis, in pleraque omnia loca difficiliora, annotationes. Omnia nunc postremo a multis erroribus, et mendis purgata, summaque cura excusa. Cum indice rerum memorabilium, ac fabularum omnium, quae libris singulis continentur", Venetiis : apud Nicolaum Moretum, 1586 - [12], 315, [5] p. : ill. ; fol. - u-e- umsa r-o- tadi (3) 1586 (R) - Marca: 1.Fortuna (donna in mare con vela al vento). Nell'ovale in basso un leone rampante. In cornice figurata ; Motto: "Non bis" - Localizzazioni: Biblioteca nazionale Sagarriga Visconti-Volpi - Bari - Biblioteca Apostolica vaticana - Stato città del Vaticano - Biblioteca della Pontificia università Urbaniana - Stato città del Vaticano - Biblioteca Medicea Laurenziana - Firenze - Biblioteca statale del Monumento nazionale di Casamari - Veroli - Biblioteca della Società economica - Chiavari - Biblioteca statale Isontina - Gorizia - Biblioteca del Seminario vescovile - Lodi - Biblioteca comunale Francesco Antolisei - San Severino Marche - Biblioteca Ambrosiana - Milano - Biblioteca delle Facoltà di giurisprudenza e di lettere e filosofia dell'Università degli studi di Milano - Milano - Biblioteca capitolare padre Angelo Ballerini - Seregno - Biblioteca della Pontificia Facoltà teologica dell'Italia meridionale. Sezione S. Luigi - Napoli - Biblioteca centrale dell'Area umanistica dell'Università degli studi di Urbino - Urbino - Biblioteca Panizzi - Reggio Emilia - Biblioteca nazionale centrale - Roma - Biblioteca statale del Monumento nazionale - Cava dei Tirreni - Biblioteca civica Pietro Acclavio - Taranto - Biblioteca comunale Cristoforo Sabbadino - Chioggia - Biblioteca del Liceo ginnasio statale S. Maffei - Verona
[Costanzi, Antonio e altri]," P. Ouidij Nasonis Metamorphoseon libri XV. Raphaelis Regii Volaterrani luculentissima explanatio, cum nouis Iacobi Micylli uiri eruditissimi, additionibus. Lactantij Placiti in singulas fabulas argumenta. Eruditissimorum uirorum Coelii Rhodigini, Ioan. Baptistae Egnatij, Henrici Glareani, Giberti Longolij, & Iacobi Fanensis, in pleraque omnia loca difficiliora, annotationes. Index omnium rerum memorabilium atque fabularum, quibus, pro faciliori studiosorum intelligentia, figuras etiam nouiter apposuimus", Venetijs : apud Ioan. Gryphium, 1574. - [16], 337, [3] p. : ill. ; fol. - Impronta: uadi 6766 o-u- duc* (3) 1574 (A) - Localizzazioni: Biblioteca S. Giovanni del Palco - Taurano - Biblioteca civica - Belluno - Biblioteca del Convento francescano - Dongo - Biblioteca del Seminario vescovile - Cremona - Biblioteca comunale Malatestiana - Cesena - Biblioteca statale Isontina - Gorizia - Biblioteca Innocenziana - Lecce - Biblioteca civica Luigi Parazzi - Viadana - Biblioteca Panizzi - Reggio Emilia - Biblioteca Rosminiana - Rovereto - Biblioteca civica - Carmagnola - Biblioteca comunale Leonardo Centonze - Castelvetrano - Biblioteca nazionale Marciana - Venezia - Biblioteca dell'Istituto veneto di scienze, lettere ed arti - Venezia
[Costanzi, Antonio e altri]," P. Ouidij Nasonis Metamorphoseon libri XV. Raphaelis Regii Volaterrani luculentissima explanatio, cum nouis Iacobi Micylli, uiri eruditissimi, additionibus. Lactantij Placiti in singulas fabulas argumenta. Eruditissimorum virorum Coelii Rhodigini, Ioan. Baptistae Egnatii, Henrici Glareani, Gilberti Longolii, & Iacobi Fanensis, in pleraque omnia loca difficiliora annotationes. Index omnium rerum memorabilium atque fabularum, quibus, pro faciliori studiosorum intelligentia, figuras etiam nouiter apposuimus", Venetijs : apud Ioan. Gryphium, 1565 - [16], 337, [3] p. : ill. ; fol. - Impronta: uai- 6766 o-in duc* (3) 1565 (A) - Localizzazioni: Biblioteca diocesana - Ancona - Biblioteca comunale Planettiana - Jesi - Biblioteca civica A. Mai - Bergamo - Fondazione Biblioteca Morcelli - Chiari - Biblioteca Medicea Laurenziana - Firenze - Biblioteca Ambrosiana - Milano - Biblioteca delle Facoltà di giurisprudenza e di lettere e filosofia dell'Università degli studi di Milano - Biblioteca civica - Galliate - Biblioteca comunale Alessandro Lazzerini - Prato - Biblioteca statale del Monumento nazionale di Farfa - Fara Sabina - Biblioteca di archeologia e storia dell'arte - Roma - Biblioteca provinciale - Salerno - Collezione privata Casagrande - San Donà di Piave
[Costanzi, Antonio e altri]," P. Ouidij Nasonis Metamorphoseon libri XV. Raphaelis Regii Volaterrani luculentissima explanatio, cum nouis Iacobi Micylli viri eruditissimi additionibus. Lactantii Placiti in singulas fabulas argumenta. Allegoriae, quibus singularum fabularum Sensa declarantur ita, ut facile cognoscere possimus antiquos poetas fabularum ... Eriditissimorum virorum Iacobi Fanensis. Coelij Rhodigini, Ioan. Baptistae Egnatij, Henrici Glareani, et Giberti Longolij in pleraque omnia loca difficiliora annotationes. Index omnium fabularum, quae singulis libris continentur ... ", Venetiis : Ioan. Gryphius excudebat, 1556 (Venetiis : Ioannes Gryphius excudebat, 1556). - [8], 342, [2] p. ; fol. - luem r.r- seco Qucu (3) 1556 (A) - Localizzazioni: -Biblioteca del Seminario arcivescovile - Camerino - Biblioteca comunale Sperelliana - Gubbio - Biblioteca Oliveriana - Pesaro - Biblioteca centrale dell'Area umanistica dell'Università degli studi di Urbino - Urbino - Biblioteca nazionale Marciana - Venezia
[Costanzi, Antonio e altri]," Metamorphoseon Pub. Ouidii Nasonis lib. XV Raphaelis Regii Volterrani luculentissima explanatio, cum nouis Iacobi Micylli viri eruditissimi additionibus. Lactantii Placidi in singulas fabulas argumenta. Allegoriae quibus singularum fabularum sensa declarantur ... Eruditissimorum virorum Iacobi Phanensis, Coelij Rhodigini, Ioan. Baptistae Egnatij, Henrici Glareani, & Giberti Longolij in pleraque omnia loca difficiliora annotationes nuper editae. Index omnium fabularum, quae singulis libris continentur. Quae qui leget, facile, quantum in iis emendandis studium sit adhibitum, intelliget", Venetiis : [eredi di Pietro Ravani & soci], 1549 (Venetiis : apud haeredes Petri Rauani et socios, 1548 mense Octobri). - [12], 340 [i.e. 342], [2] p. : ill. ; fol. - sii- r.us seon Qucu (3) 1549 (R) - Marca: 1.Sirena coronata, bicaudata, che tiene le due code alzate con le mani (la destra in alto, la sinistra in basso) - - Sirena bicaudata tiene le due code alzate con le mani. In cornice figurata - Localizzazioni: Biblioteca Labronica Francesco Domenico Guerrazzi - Livorno - Biblioteca centrale della Facoltà di lettere e filosofia dell'Università degli studi di Macerata - Macerata - Biblioteca delle Facoltà di giurisprudenza e di lettere e filosofia dell'Università degli studi di Milano - Milano - Biblioteca nazionale centrale - Roma - Biblioteca-archivio del Duomo - Schio
[Costanzi, Antonio e altri]," Metamorphoseon Pub. Ouidii Nasonis Sulmonensis libri XV. Raphaelis Regii Volterrani luculentissima explanatio, cum nouis Iacobi Micylli viri eruditissimi additionibus. Lactantii Placidi in singulas fabulas argumenta. Allegoriae quibus singularum fabularum sensa declarantur ... Eruditissimorum virorum Iacobi Phanensis. Coelij Rhodigini, Ioan. Baptistae Egnatij, Henrici Glareani, & Giberti Longolii in pleraque omnia loca difficiliora annotationes nuper editae. Index omnium fabularum, quae singulis libris continentur. Quae qui leget, facile, quantum in iis ementatis studium sit adhibitum, intelliget", Venetiis : apud Hieronymum Scotum, 1553 (Venetiis : apud Hieronymum Scotum) - [4], 162 c. : ill. ; fol. - Impronta: I.m. s.o- nii. leES (3) 1553 (R) - Marca: 1.Grifone su un'anfora. In cornice figurata - 2.Grifone che regge con l'artiglio un globo alato. In cornice figurata - Localizzazioni: Biblioteca del Seminario vescovile - Feltre - Biblioteca comunale Pietro Siciliani - Galatina - Biblioteca del Monumento nazionale di Praglia - Teolo - Biblioteca Cathariniana - Pisa - Biblioteca Oliveriana - Pesaro - Biblioteca nazionale centrale - Roma - Biblioteca dell'Accademia nazionale dei Lincei e Corsiniana - Roma - Biblioteca provinciale dei frati minori cappuccini - Torino - Biblioteca del Seminario vescovile - Treviso - Biblioteca universitaria di Cagliari - Cagliari
[Costanzi, Antonio e altri]," P. Vergilius Maro cum magnete suo Seruio Mario grammatico: interprete ... cui etiam adduntur Iuuenalia opuscula ... Haec insuper lector amice ad Seruianam expositionem ex multis grammaticis conscripta sunt: quae poetae sensa tibi aperient ... Lodouici Coelii castigationes. Iacobi Constantii Fanensis collectaneorum ex Hecatosti. ... Quae hoc in uolumine continentur: si perlegeris: et diligenter pensitaueris: ad Vergilianam doctrinam percipiendam: nullum extra appositos: interpretem: desiderabis", (Taurini : Antonius Ranotus calcographum solertissimus cudebat, Ioannes Bremius diligenter castigabat, 1529. Die xvii Augusti) - VIII, CLXXXV c. ; fol. - iari mata e.nt Itdu (3) 1529 (R) - Localizzazioni: -Biblioteca comunale - Trento - Biblioteca Reale - Torino
[Costanzi, Antonio e altri]," P. Virgilii Maronis poetae Mantuani Vniuersum poema, cum absoluta Seruii Honorati Mauri grammatici & Badii Ascensi interpretatione, Probi & Ioannis Viuis in Eglogas allegoriis: quibus accesserunt Ludouici Coelii Rhodigini, Ioannis Scoppæ Parthenopæi, Iacobi Constantij Fanensis, Francisci Campani Colensis, Iacobi Crucij Bononiensis, necnon alterius docti hominis lucubrationes & annotationes in loca difficiliora. Elegantissimae praeterea librorum omnium figuræ argumenta, lectionum denique varietates, quaset Ioannes Pierius et alij doctissimi viri hactenus obseruarunt, quae non, ut antea, plurimis foedata mendis, sed acri studio emendata atque omni, quantum licuit, ex parte expolita, emisimus quod alios libros cum nostro conferentibus, patebit", Venetiis : apud haeredes Ioannis Mariae Bonelli, 1574 (Venetiis : apud haeredes Ioannis Mariae Bonelli, 1575). - [4], 389 c. : ill. ; fol. - Impronta: Eom- a-ue e-vi reta (3) 1574 (R) - Localizzazioni: Biblioteca civica Giovanni Canna - Casale Monferrato - Biblioteca civica A. Mai - Bergamo - Biblioteca diocesana - Cuneo - Biblioteca provinciale Nicola Bernardini - Lecce - Biblioteca dell'Accademia nazionale Virgiliana - Mantova - Biblioteca del Seminario maggiore - Padova - Biblioteca comunale Tranquillo Graziani - Cascia - Biblioteca Oasis - Perugia - Biblioteca Panizzi - Reggio Emilia - Biblioteca statale del Monumento nazionale S. Scolastica - Subiaco - Biblioteca comunale Luigi Fumi - Orvieto - Biblioteca civica - Vittorio Veneto - Biblioteca nazionale Marciana - Venezia - Biblioteca Archivio Museo - Bassano del Grappa - Biblioteca della Società letteraria - Verona - Biblioteca Estense Universitaria - Modena - Biblioteca nazionale Vittorio Emanuele III - Napoli
[Costanzi, Antonio e altri]," P. Virgilii Maronis ... Vniuersum poema: cum absoluta Seruii Honorati Mauri, Grammatici, ... Badij Ascensii interpretatione ... Quibus accesserunt Ludouici Coeli Rhodigini, Ioannis Scoppae Parthenopaei, Iacobi Constanti Fanensis ... ", Venetiis : Apud Joannem Mariam Bonellum, 1567 - [9] c. ; fol. - Localizzazioni: Biblioteca Padre Ambrogio Mazenta del Collegio S. Luigi - Bologna
[Costanzi, Antonio e altri]," P. Virgilii Maronis poetae Mantuani Vniuersum poema, cum absoluta Seruii Honorati Mauri grammatici & Badij Ascensij interpretatione, Probi & Ioannis Viuis in Eclogas allegorijs, Iodocique eruditis super Georgica commentarijs. Quibus accesserunt LudouiciCoelii Rhodigini, Ioannis Scoppae Parthenopaei, Iacobi Constantij Fanensis, Francisci Campani Colensis, Iacobi Crucij Bononiensis, necnon alterius docti hominis lucubrationes et annotationes in loca difficiliora ... ", Pubblicazione: Venetijs : apud Ioannem Mariam Bonellum, 1562 (Venetijs : apud Ioannem Mariam Bonellum, 1562). - [4], 413 c. : ill. ; fol. - Impronta: emam a-ue e-vi uto- (3) 1562 (R) - Marca: 1.Minerva con elmo, lancia e scudo cavalca un leone. Iniziali: ZMBV. In cornice figurata. ; Motto: "Virtuti omnia parent" - Localizzazioni: Biblioteca Labronica Francesco Domenico Guerrazzi - Livorno - Biblioteca dell'Istituto tecnico commerciale F. Carrara - Lucca - Biblioteca del Seminario maggiore - Padova - Biblioteca della Pontificia Facoltà teologica Marianum - Roma - Biblioteca comunale Marco Gatti - Manduria -Biblioteca diocesana tridentina Antonio Rosmini - Trento - Biblioteca comunale - Terni - Biblioteca civica A. Hortis - Trieste - Biblioteca del Seminario vescovile - Treviso - Biblioteca civica Farinone-Centa - Varallo Sesia - Biblioteca nazionale Marciana - Venezia - Biblioteca universitaria - Bologna - Biblioteca statale - Cremona - Biblioteca universitaria di Padova
[Costanzi, Antonio e altri]," P. Virgilii Maronis poetae Mantuani Vniuersum poema, cum absoluta Seruii Honorati Mauri grammatici & Badij Ascensij interpretatione, Probi & Ioannis Viuis in Eclogas allegorijs, quibus accesserunt Ludouici Celij Rhodigini, Ioannis Scoppae Parthenopaei, Iacobi Constantij Fanensis, Francisci Campani Colensis, Iacobi Crucij Bononiensis, necnon alterius docti hominis lucubrationes & annotationes in loca difficiliora. Elegantissime praeterea librorum omnium figurae, argumenta, lectionum denique varietates, quas & Ioannes Pierius & alij doctissimi viri hactenus obseruarunt ... ", Venetiis : apud Ioannem Gryphium, 1584 (Venetiis, 1583). - [4], 389 [i.e. 387], [1] c. : ill. ; fol. - Impronta: eaas nima m?u- alad (3) 1584 (R) - Localizzazioni: Biblioteca provinciale dei Frati minori dell'Emilia. Sezione Biblioteca dell'Osservanza - Bologna - Biblioteca del Seminario vescovile - Brescia - Biblioteca francescano-cappuccina provinciale - Milano - Biblioteca del Seminario maggiore - Padova - Biblioteca provinciale dei frati minori Cappuccini - Reggio Emilia - Biblioteca comunale Paroniana - Rieti - Biblioteca Lancisiana - Roma - Biblioteca diocesana tridentina Antonio Rosmini - Trento - Biblioteca civica - Vercelli - Biblioteca comunale dell'Archiginnasio - Bologna - Biblioteca nazionale Braidense - Milano - Biblioteca Estense Universitaria - Modena - Biblioteca Palatina - Parma - Biblioteca universitaria - Pavia - Biblioteca comunale - Treviso
[Costanzi, Antonio e altri]," P. Virgilii Maronis poetae Mantuani Vniuersum poema, cum absoluta Seruii Honorati Mauri grammatici & Badij Ascensij interpretatione, Probi & Ioannis Viuis in Eclogas allegorijs, quibus accesserunt Ludouici Coelij Rhodigini, Ioan. Scoppae Parthenopaei, Iacobi Constantij Fanensis, Francisci Campani Colensis, Iacobi Crucij Bonon. necnon alterius docti hominis lucubrationes & annotationes in loca difficiliora. Elegantissimae praeterea librorum omnium figurae, argumenta, lectionum denique varietates, quas etIoannes Pierius et alii doctissimi viri hactenus observarunt, quae non, ut antea, plurimis foedata mendis, sed acri studio emendata atque omni, quantum licuit, ex parte expolita, emisimus ... ", Venetiis : apud Hippogryphium [Luigi Valvassori eredi & Giovanni D. Micheli], 1578 (Venetiis : Petrus Dusinellus excudebat, 1578). - [4], 389 [i.e. 387], [1] c. : ill. : fol. - Impronta: eas. n-a- m]u- alad (3) 1578 (R) - Marca: 1.Ippogrifo poggia su un libro chiuso al quale è attaccato il mondo. ; Motto: "Sic mihi atque aliis" - Localizzazioni: Biblioteca civica Giovanni Canna - Casale Monferrato - Biblioteca provinciale dei Frati minori dell'Emilia. Sezione Biblioteca dell'Osservanza - Bologna - Biblioteca comunale - Breno - Biblioteca dell'Ateneo di Salò - - Biblioteca del Seminario vescovile - Cremona - Biblioteca dei padri Cappuccini - Lucca - Biblioteca nazionale centrale - Roma - Biblioteca universitaria Alessandrina - Roma - Biblioteca del Seminario vescovile - Rovigo - Biblioteca provinciale dei padri Cappuccini - Trento - Biblioteca comunale Luigi Fumi - Orvieto - Biblioteca universitaria - Bologna - Biblioteca nazionale Vittorio Emanuele III - Napoli - Biblioteca Palatina - Parma
[Costanzi, Antonio e altri]," Publii Virgilii Maronis poetae Mantuani Vniuersum poema, cum absoluta Seruii Honorati Mauri grammatici et Badii Ascensii interpretatione, Probi et Ioannis Viuis in Eclogas allegoriis, quibus accesserunt Ludouici Coelii Rhodigini, Ioannis Scoppae Parthenopaei, Iacobi Constantii Fanensis, Francisci Campani Colensis, Iacobi Crucii Bononiensis, necnon alterius docti hominis lucubrationes et annotationes in loca difficiliora ... " Venetiis : apud Petrum Dusinellum, 1580 (Venetiis, 1580). - [4], 387 c. : ill. ; fol. - Localizzazioni: - Biblioteca nazionale centrale - Roma
[Costanzi, Antonio e altri]," P. Virgilii Maronis poetae Mantuani Vniuersum poema, cum absoluta Seruii Honorati Mauri grammatici et Badij Ascensij interpretatione, Probi et Ioannis Viuis in Eclogas allegorijs, Iodocique eruditis super Georgica commentarijs; quibus accesserunt Ludouici Coelii Rhodigini, Ioannis Scoppae Parthenopaei, Iacobi Constantij Fanensis, Francisci Campani Colensis, Iacobi Crucij Bononiensis, necnon alterius docti hominis lucubrationes et annotationes in loca difficiliora ... " - Venetiis : apud Ioannem Mariam Bonellum, 1566 (Venetiis : apud Ioannem Mariam Bonellum, 1566). - [4], 413, [1] c. : ill. ; fol. - emam maue e-vi reta (3) 1566 (R) - Localizzazioni: Biblioteca pubblica statale annessa al Monumento nazionale di Montevergine - Mercogliano - Biblioteca civica A. Mai - Bergamo - Biblioteca comunale G. U. Lanfranchi - Palazzolo sull'Oglio - Biblioteca del Capitolo della Cattedrale - Mondovì - Biblioteca provinciale dei Cappuccini - Firenze - Biblioteca Medicea Laurenziana - Firenze - Biblioteca Giovardiana - Veroli - Civico museo biblioteca dell'attore del Teatro stabile di Genova - Genova - Biblioteca del Seminario vescovile - Lodi - Biblioteca dei padri Cappuccini - Lucca - Biblioteca del Seminario maggiore - Padova -Biblioteca Saveriana Conforti - Parma - Biblioteca Panizzi - Reggio Emilia - Biblioteca della Pontificia Facoltà teologica Marianum - Roma - Biblioteca nazionale centrale - Roma - Biblioteca provinciale dei padri Cappuccini - Trento - Provincia di Torino - Biblioteca di Storia e cultura del Piemonte G. Grosso - Torino - Biblioteca dell'Istituto salesiano Valsalice - Torino - Biblioteca universitaria - Bologna - Biblioteca nazionale Braidense - Milano - Biblioteca nazionale Marciana - Venezia
[Costanzi, Antonio e altri]," P. Virgilii Maronis poetae Mantuani Vniuersum poema: cum absoluta Seruii Honorati Mauri, Grammatici, et Badij Ascensij interpretatione: Probi, et Ioannis Viuis in Eclogas allegorijs; quibus accesserunt Ludovici Coelii Rhodigini, Ioan. Scoppae Parthenopaei, Iacobi Constantij Fanensis, Francisci Campani Colensis, Iacobi Crucij Bonon. necnon alterius docti hominis lucubrationes, et annotationes in loca difficiliora. Elegantissimae praeterea librorum omnium figurae, argumenta ... Quae non, ut antea, plurimis foedata mendis, sed acri studio emendata, atq. omni quantum licuit, ex parte expolita, emisimus. quod, alios libros cum nostro conferentibus, patebit ", Venetiis : apud Petrum Dusinellum, 1586 (Venetiis, 1585). - [4], 389 [i.e. 387], [1] c. : ill. ; fol. - Impronta: xeas n-a- .]i- alad (3) 1586 (R) - Marca: 1.Fortuna (donna su nave con vela al vento). A prora Mercurio con caduceo. In cornice figurata ; Motto: "In dies arte ac fortuna" - Localizzazioni: Biblioteca comunale Planettiana - Jesi - Biblioteca civica A. Mai - Bergamo - Biblioteca comunale De Pace-Lombardi - Oria - Biblioteca Apostolica vaticana - Stato città del Vaticano - Biblioteca comunale Malatestiana - Cesena - Biblioteca della Fondazione Ezio Franceschini - Firenze - Biblioteca universitaria - Genova - Biblioteca dell'Istituto Calasanzio - Genova - Biblioteca comunale Pietro Siciliani - Galatina - Biblioteca comunale centrale - Milano - Biblioteca del Museo nazionale della scienza e della tecnologia Leonardo da Vinci - Milano - Biblioteca dell'Accademia nazionale Virgiliana - Mantova - Biblioteca di Castelcapuano - Napoli - Biblioteca centrale dell'Area umanistica dell'Università degli studi di Urbino - Urbino - Biblioteca nazionale centrale - Roma - Biblioteca del Pontificio Ateneo Antonianum - Roma - Biblioteca del Convento dei Cappuccini di S. Felice - Cava dei Tirreni - Biblioteca comunale Luigi Fumi - Orvieto - Biblioteca civica A. Hortis - Trieste - Biblioteca civica - Varese VE0035 Biblioteca dei Frati minori - Venezia - Biblioteca universitaria - Bologna - Biblioteca regionale universitaria - Catania - Biblioteca Riccardiana - Firenze - Biblioteca Estense Universitaria - Modena - Biblioteca universitaria di Padova
[Costanzi, Antonio e altri]," P. Virgilii Maronis poetae Mantuani Vniuersum poema, cum absoluta Seruii Honorati Mauri grammatici et Badij Ascensij interpretatione, Probi & Ioannis Viuis in Eglogas allegorijs: quibus accesserunt Ludouici Coelii Rhodigini, Ioannis Scoppae Parthenopaei, Iacobi Costantij Fanensis, Francisci Campani Colensis, Iacobi Cruci Bononiensis, necnon alterius docti hominis locubrationes, & annotationes in loca difficiliora. Elegantissimae praeterea librorum omnia figura, argumenta, lectionum denique varietates quae et Ioannes Pierius et alij doctissimi viri hactenus obseruarunt. Quae non, ut antea, plurimis foedata mendis, sed acri studio emendata, atque omni, quantum licuit, ex parte expolita emisimus: quod alios libros cum nostro conferentibus, patebit", Venetiis : apud haeredes Ioannis Mariae Bonelli, 1572 (Venetiis : apud haeredes Ioannis Mariae Bonelli, 1572). - [4], 385 c. ; fol. - Eom- a-ue oevi reta (3) 1572 (R) - Marca: 1.Minerva con elmo, lancia e scudo cavalca un leone. Iniziali: ZMBV. In cornice figurata. ; Motto: "Virtuti omnia parent" - Localizzazioni: Biblioteca civica - Cuneo - Biblioteca Boffito del collegio Alle Querce - Firenze - Biblioteca del Collegio teologico dei Carmelitani scalzi - Firenze - Biblioteca del Seminario arcivescovile dei SS. Angeli Custodi - Ravenna - Biblioteca Arcivescovile di Udine - Udine - Biblioteca civica Queriniana - Brescia - Biblioteca d'arte del Museo civico Correr - Venezia
[Costanzi, Antonio e altri]," P. Virgilii Maronis, poetae Mantuani, Vniuersum poema. Cum absoluta Seruii Honorati Mauri grammatici et Iodoci Badij Ascensij interpretatione. Probi & Ioannis Viuis in Eclogas allegorijs, Iodocique Vuillichij eruditis super Georgica commentarijs, quibusaccesserunt Ludouici Coelii Rhodigini, Lucii Ioannis Scoppae Parthenopei, Iacobi Constantij Fanensis, Francisci Campani Colensis, Iacobi Crucij Bononiensis, necnon alterius, docti hominis lucubrationes, & annotationes in loca difficiliora. Elegantissimaepraeterea librorum omnium figurae, argumenta lectionum, denique varietates, quas & Ioannes Pierius, & alij doctissimi viri hactenus obseruarunt ... ", Venetiis : apud Ioannem Mariam Bonellum, 1558 (Venetiis : apud Ioannem Mariam Bonellum, 1558) - [4], 413 c. : ill. ; 4° - Impronta: odno u-in pe.) buei (3) 1558 (R) Marca: 1.Minerva con elmo, lancia e scudo cavalca un leone. In cornice figurata. ; Motto: "Virtuti omnia parent" - Localizzazioni: Biblioteca civica A. Mai - Bergamo - Biblioteca S. Giacomo del Monastero benedettino - Pontida - Biblioteca civica - Biella - Biblioteca del Collegio Gallio dei Padri Somaschi - Como - Biblioteca dello Studio teologico per laici S. Croce - Firenze - Biblioteca statale del Monumento nazionale di Montecassino - Cassino - Biblioteca del Seminario arcivescovile - Camerino - Biblioteca centrale della Facoltà di lettere e filosofia dell'Università degli studi di Macerata - Macerata - Biblioteca nazionale Vittorio Emanuele III - Napoli - Biblioteca del Seminario maggiore - Padova - Biblioteca del Seminario vescovile - Amelia - Biblioteca civica - Varese - Biblioteca universitaria - Genova - Biblioteca statale - Lucca - Biblioteca nazionale Braidense - Milano - Biblioteca d'arte del Museo civico Correr - Venezia













"Scoelsius, Nicolaus" letterato, su cui ben scarne ancora sono le notizie, certamente nativo di Barletta e vissuto nei secoli XV-XVI; mediamente nominato umanisticamente alla latina "Nicolaus Scoelsius", espresse notevole interesse per i lavori di recupero filologico degli autori classici (Cicerone ed Ovidio) cui concorse con varie edizioni, anche sotto forma di collaborazioni con altri ricercatori - Vedi: Sigla: BNF "Catalogue Bn-Opale plus" [Risorsa elettronica]
Aprosio nel suo repertorio si riferisce alla seguente opera che così descrive il Servizio Bibliotecario Nazionale:
"Scoelsius, Nicolaus", Foscarilegia ex Nicolao Scelsio Michaele Barolitano aedita, in quibus multa locorum ac plurima et varia, quaecque maxime necessaria comperta sunt ...", [Venezia] : (per Paulo Danza, 1523). - [4], 24 c. ; 4° - Impronta: u-i- o.t. m.t: brqu (3) 1523 (A) - e che risulta ingressata presso: Biblioteca nazionale centrale - Firenze - Biblioteca del Centro di documentazione francescana - Assisi - Biblioteca Lancisiana - Roma - Biblioteca dell'Accademia nazionale dei Lincei e Corsiniana - Roma - Biblioteca della Fondazione Giorgio Cini onlus - Venezia
Sempre il Servizio Bibliotecario Nazionale, all'atto odierno delle investigazioni sul campo, elenca poi le seguenti altre opere di questo autore:
["Scoelsius, Nicolaus" e altri]," M. Tullii Ciceronis Familiares epistolae ... Expositores vero sunt, Hubertinus Cres. Martinus Phile. Ioan. Bapti. Egnatius. Iod. Bad. Ascensius. Obseruatores autem, G. Merula Alex. Ang. Politianus", (Venetiis : in aedibus Ioannis Patauini, & Venturini Roffinelli, 1537). - [14], CCLXXIX c. : ill. ; fol. - Impronta: neer mosi t.t, core (3) 1537 (R) - Localizzazioni: Biblioteca comunale dell'Archiginnasio - Bologna - Biblioteca don Giovanni Verità del Comune e dell'Accademia degli Incamminati - Modigliana - Biblioteca Medicea Laurenziana - Firenze - Biblioteca centrale per le Chiese di Sicilia - Palermo - Biblioteca universitaria - Pavia - Biblioteca comunale Manfrediana - Faenza - Biblioteca nazionale centrale - Roma - Biblioteca Casanatense - Roma - Biblioteca civica - Verona
["Scoelsius, Nicolaus" e altri]," M. Tullii Ciceronis Familiares epistolae quarum expositores Hubertinus Cres, Martinus Phile, Ioan. Baptista Egnatius, Iodocus Badius Ascensius. Obseruatores autem Georgius Merula, Angelus Politianus. Ascensiana ad conscribendas epistolas Isagoge. Adidimus vero annotationes: Marini Bezichemi Scondrensis, Ioan. Baptistae Egnatii, Nicolai Scoelsii, Lutarci Barolitani. ... Additus est quoq. vtilissimus index. ... ", Venetiis : [Venturino Ruffinelli], 1544 (Venetiis : in aed. Venturini Roffinelli, 1544 mense Decemb.). - [14], CCLXXX [i.e. 279] c. : ill. ; fol. - Impronta: heMe a.it s.an esre (3) 1544 (R) - Marca: 1.Donna seduta su sgabello con un volo nella mano destra e una tartaruga nella sinistra e gamba sinistra sollevata - Localizzazioni: Biblioteca comunale dell'Archiginnasio - Bologna - Biblioteca civica Queriniana - Brescia - Biblioteca comunale. Sezione Convento dei padri cappuccini - Leonessa - Biblioteca comunale Alessandro Cialdi - Civitavecchia - Biblioteca comunale - Ala - Fondazione Biblioteca S. Bernardino - Trento - Biblioteca civica centrale Camillo Alliaudi - Pinerolo - Biblioteca del Seminario vescovile - Treviso - Biblioteca del Museo Camillo Leone - Vercelli
["Scoelsius, Nicolaus" e altri]," Habes, candide lector, Pub. Ouidii Nasonis Heroides ... Commentatores autem sunt Ant. Volscus, Vbertinus Cres., A.I. Parrhasius, I.B. Ascensius, N. Scoelsius Luttareus Barrolitanus ... Domitius Cald. in Saphus epistolam. In Ibin. Domitius Cald., Christophorus Zaroto. Habes praeterea doctissimas annotationes Io. Bap. Egnatii, Ang. Politiani & Georgii Merulae. Additis quampluribus carminibus & Graecis quae ubique in aliis deerant, necnon utilissimis apostillis aptissimisque figuris ... ", 1538 (Venetiis : mira diligentia Ioannes Tacuino de Tridino, 1538 die V mensis Iunii). - [6], CIX [i.e. CXIII] c. : ill. ; fol. - t.en 3772 sqre lisi (C) 1538 (R) - Localizzazioni: -Biblioteca Labronica Francesco Domenico Guerrazzi - Livorno
["Scoelsius, Nicolaus" e altri]," Habes candide lector Pub. Ouidii Nasonis Heroides collatis quampluribus tam veteribus quam recentioribus codicibus quam emendatissimas. Commentatores autem sunt Ant. Volscus Vbertinus. Cres. A. I. Parrhasius. I. B. Ascensius. N. Scoelsius Luttareus Barrolitanus ...Cum accuratissimo et copiosissimo indice. Quae omnia diligentissima cura nuper recognita sunt ", (Venetiis : mira diligentia Ioannis Tacuino de Tridino, 1542 .Die XX mensis Augusti) - [6], CIX c. ; fol. - Localizzazioni: -Fondazione Biblioteca Morcelli - Chiari - Biblioteca comunale Pietro Siciliani - Galatina - Biblioteca Cathariniana - Pisa
["Scoelsius, Nicolaus" e altri]," P. Ouidii Nasonis Heroides commentantibus Ant. Volsco Vbertino Cres. A. Io. Parrasio. Io. B. Ascensio. Domitio Cald. in Sapphus epist. In ibin. Domitio Cald. Christ. Zaroto. Cum ... annotationibus Ge. Merulae. ... omnia ... per Rico. Scoelsiuum nuper recognita sunt", 1533 (Venetiis : mira diligentia Ioannes Maria Palamides, 1533 die V mensis Iunii) - [6], 109 c. : ill. ; fol. - n-ne 3772 c.De cici (3) 1533 (R) - Localizzazioni: -Biblioteca comunale Francesco Piccinno - Maglie - Biblioteca Panizzi - Reggio Emilia - Biblioteca S. Alfonso - Pagani
["Scoelsius, Nicolaus" e altri]," P. Ouidii Nasonis Heroides commentantibus Ant. Volsco, Vbertino Cres., A.J. Parrhasio, J.B. Ascensio, N. Scoellio, Luttareo Barolitano, Dominico Cald., In Sapphus Epist. In Ibin Domitio Cald. Christ. Zaroto. Cum doctiss. annotationibus Joan. B. Egnatii,Ang. Politiani, Marini, Becic. Scod. G. Merulae. Additisque plurissimi necnon vtilissimis apostillis quae nusque locorum hactenus impressa reperies atque oua diligentiori cura per nup. recognita sunt. ... ", (Venetiis : mira diligentia Ioannis Tacuini de Tridino, 1525 die XXI mensis Iunii). - [24], CXIII c. : ill. ; fol. -Impronta: t,nt s,i- t.lu hole (3) 1525 (R) - Localizzazioni: -Biblioteca dell'Accademia nazionale dei Lincei e Corsiniana - Roma - Biblioteca civica Favorino Brunod - Trino - Biblioteca nazionale Marciana - Venezia
["Scoelsius, Nicolaus" e altri]," Pub. Ouidii Nasonis Heroides ... Commentatores autem sunt Ant. Volscus, Vbertinus Cres., A.I. Parrhasius, I.B. Ascensius, N. Scoelsius Luttareus Barrolitanus ... Domitius Cald. in Saphus epistolam. In ibin. Domitius Cald., Christophorus Zaroto. Habes praeterea doctissimas annotationes Io. Bap. Egnatii, Ang. Politiani & Georgio Merulae. Additis quampluribus carminibus & Graecis quae ubique in aliis deerant ... ", (Venetiis : per Ioannem Patauinum, 1543 die XXVIII mensis Maii regnante inclito principe Petro Lando). - [4], CXIII, [1] c. : ill. ; fol. - Impronta: t.ua t.um i.ex tuli (3) 1543 (R) - Localizzazioni: Biblioteca del Seminario vescovile - Feltre - Biblioteca Labronica Francesco Domenico Guerrazzi - Livorno - Biblioteca comunale Lancia di Brolo - Polizzi Generosa - Biblioteca comunale Sperelliana - Gubbio - Biblioteca Ranieri di Sorbello - Perugia - Biblioteca Oliveriana - Pesaro - Biblioteca comunale - Trento - Biblioteca nazionale Marciana - Venezia













ROSSOTTO (-I) ANDREA: di questo monregalese Aprosio ebbe grande considerazione e non solo ne fu assiduo corrispondente ma prima di dedicargli ampio spazio nel suo repertorio bibliografico lo onorò come dedicatario del capitolo XXX della "Grillaia".
Aprosio ne raccolse e registrò le molte opere anche se il nome del Rossotti è mediamente collegato alla sua silloge degli scrittori piemontesi:
Rossotti, Andrea, "Syllabus scriptorum Pedemontii, seu de scriptoribus Pedemontanis in quo breuis librorum, patriae, generis, & nonnumquam vite notitia traditur. Additi sunt scriptores Sabaudi, Monferratenses, & comitatus Niciensis. Opere, & studio d. Andreae Rossotti a Monteregali ... ", Monteregali : typis Francisci Mariae Gislandi, MDCLVXII [i.e. 1667 = Descrizione fisica: [28], 556, [112] p. ; 4o. Note Generali: Forme contratte nel titolo Fregi, cornici, vignette e iniziali incise Fregio xilografico sul frontespizio]

















DELRIO, Martin Antoine, S.J., "Peniculus foriarum elenchi Scaligeriani pro Societate Iesu, Maldonato, Delrio. Auctore Liberio Sanga Verino Cantabro ad clarum Bonarscium Belgam", Metelloburgi Mattiacorum (=Anversa), Apud Haeredes Matthianos, 1609. 12mo - (9), 10-203 pp. Il volume (cui l'Aprosio dedicò un certo spazio nel suo repertorio bibliografico sul fine di p. 55 è estremamente raro in Italia come all'estero ma è opera di Martin Antoine Delrio (1551-1608), dotto gesuita e giurista nato ad Anversa da un nobile spagnolo. Fatti gli studi a Parigi e Salamanca ed entrato a far parte dell'Ordine dei Gesuiti a Valladolid, tornò in Olanda venendo ascritto fra i giudici dell'Inquisizione di quel paese soggetto alla Spagna. A Lovanio approfondì quindi i suoi studi di teologia e quindi dal 1589 al 1604 professò l'insegnamento in sedi universitarie di prestigio come Zurigo, Lovani, Graz e Salamanca. La fama gli derivò comunque da un libro più volte ristampato connesse all'Inquisizione ed alla caccia alle streghe il "Disquisitionem magicarum libri sex" giudicato il più poderoso prodotto giuridico della Controriforma per quanto ispirato ad una base di logicità estranea ad altri consimili testi.
Il volume sopra citato non ha nulla invece a vedere con la magia o le pratiche stregonesche: si tratta piuttosto di un formidabile attacco condotto dal M. Del Rio avverso Joseph Justus Scaliger prestigioso docente a Leida dal 1593 fino alla morte 1609: l'attacco certamente era condotto in merito alla fede calvinista di Giuseppe Giusto Scaligero ma mirava a scardinarne l'onestà intellettuale, contestualmente a quella del padre Giulio Cesare Scaligero, atteso che entrambi vantavano una assai discussa origine dalla casata scaligera di Verona. Il risultato era dirompente: come credere alla professione di fede di chi aveva potuto manipolare i dati sulla sua reale nascita?: ed il titolo era sgradevole quanto efficiente nella sua complessità filologica e sostanziale, un titolo purtroppo, data anche la rarità del volume frainteso nelle parole iniziali (ed onestamente occorre notare come lo stesso Schoppe ad Aprosio scrisse "peniculus furiarum" che più civilmente rimanderebbe ad una immaginaria "scopa delle furie"): Peniculus" alla latina si può intendere "spazzola" ma "foriae" è da tradurre "latrine" sì che italianizzata la titolatura del volume può volgarizzarsi nella forma "Spazzola per pulire le latrine intasate dallo sterco ( "vergogne" = "falsi convincimenti e confutazioni scorrette") dello Scaligero a tutto vantaggio della Società di Gesù, di Maldonado e Martin del Rio [l'autore "Liberio Sanga" altri non è che pseudonimo di Martin Del Rio, vero autore dell'opera).
Kaspar Schoppe aveva aderito alla polemica contro lo Scaligero componendo un'opera dal titolo relativamente più semplice "Gasp. Scioppii. Scaliger hypobolimaeus hoc est: elenchus epistolae Iosephi Burdonis Pseudoscaligeri de vetustate & splendore gentis Scaligerae...", Moguntiae : apud Iohannem Albinum, 1607 (Moguntiae : officina Ioannis Albini, 1607) - 10, 429 i.e. 430 c. : ill., c. geneal. ; 4o -: Segn.: a-b4 c" A-5P4 5Q" - La c. 5Q2v bianca - Ripetuta nella numerazione la c. 336 - Segue a c. 4Lr.: "Ioannis Fabri ... De nardo et epithymo. Aduersus Iosephum Scaligerum. ." Secondo il Brunet questa edizione fu pubblicata in Olanda, cfr. Brunet, v. 5, col. 233 - Impronta - s)es i-am e-c- reta (3) 1607 (R) - Localizzazioni: oltre che in C.B.A. pure in Biblioteca Trivulziana - Archivio storico civico - Milano - Biblioteca nazionale centrale Vittorio Emanuele II - Roma - Biblioteca della Fondazione Luigi Firpo. Centro di studi sul pensiero politico - Torino
Un apparente problema di decifrazione deriva qui dall'uso del termine "hypobolimaeus" tratto dal greco e che vuol dire "il Supposito" da una commedia del greco Menandro ricordata da Quintiliano: anche qui si intende una confutazione delle riflessioni dello Scaligero costruita sulla sua presunta inattendibilità: dapprima è detto "Scaligero il Supposito" ma poi, attraverso la critica implicita già nel titolo del suo pensiero, lo si rimanda al vero patronimico "Giuseppe Burdon il falso Scaligero".
Logicamente lo Scaligero era circondato da allievi che lo veneravano e tra questi Daniel Heinsius che ne prese le parti redigendo l' "Hercules tuam fidem, sive Munsterus Hypobolimaeus. id est, Satira Menippea, de vita, origine, & moribus Gasperi Scioppii ..." [By Daniel Heinsius.]" Editio secunda, altera parte auctior & emendata. Accessit huic accurata Fabulae Burdoniae" [ propriamente lo "Scaliger Hypobolimæus" dello Schoppe] "confutatio auctore I. R. Batavo, Iuris studioso "[Joannes Rutgers o più verisimilmente J. J. Scaliger]")", Lugduni Batavorum: ex officina Ioannis Patii, 1608 - pp. 411; ill. 8º.
Tra altre consimili edizioni si può per utilità citare:
HEINSIUS, D., "Satirae duae Hercules tuam fidem, sive Munsterus Hypobolimaeus. Et Virgula Divina. Cum brevioribus annotatiunculis, quibus nonnulla in rudiorum gratiam illustrantur. Accessit his accurata Burdonum fabulae confutatio, quibus alia nonnulla hac editione accedunt", Leiden, Lud. Elzevier, (typis Is. Elzevirii) 1617. 12mo. 12°, pp. 619 (i.e. 529), (20) p., : si tratta di due interventi satirici dello Heinsius in difesa dello Scaligero attaccato dallo Scioppius.
L'opera è così composta: "Praefatio" (dedicata allo Scaligero); "Judicia de Josepho Scaligero Gasperis Scioppii nondum parasiti" [quando cioè non s'era ancora convertito al cattolicesimo] quindi lo scritto "Hercules tuam fidem" (pp.1-103) editato in contrapposizione allo scritto dello Schppe del 1607 "Scaliger hypobolimaeus". Il termine "Munsterus" del titolo si riferisce allo "Scioppius" che un tempo si "firmava" "G. S. da Munster". Segue poi la seconda satira "Virgula divina, sive apotheosis Lucretii Vespilionis" (pp. 105-147) quindi compare la " Vita et parentes Gasp. Schoppii, a Germano quodam contubernali ejus conscripta" (pp. 149-176)
Non meno acre dello Hensius anzi talora blasfemo avverso i detrattori dello Scaligero risulta invece un altro discepolo di quest'ultimo vale a dire Caspar von Barth (1587-1658).
Nel suo "Amphitheatrum Seriorum Jocorum: Libris XXX Epigrammatum constructum", Hanau: Biermann, 1613. - 396 i.e. 496 S. 8° non lesina espressioni violente (di cui vale la pena per l'introvabilità dell'opera riprodurne qui una breve sequenza) nei riguardi di alcuni personaggi coinvolti quali il Del Rio o "Sanga", lo Schoppe, Charles Scribani alias "Clarus Bonarscius" ed altri ancora.
Costituisce poi un'autentica rarità bibliografica lo scritto edito col titolo "Tres capellae, siue admonitio ad Iosephum Iustum Burdonem" [in effetti J. J. Scaliger] ( pp. 14. 1608, in 4°), al contrario un'operetta favorevole alle postulazioni dello Schoppe stesa, sotto pseudonimo, come si legge nell'aprosiana "Visiera Alzata" dal gesuita svizzero Rodolphe Matman.
Parecchio tempo è ormai passato da siffatta polemica e scrivendo all'Aprosio lo Schoppe parla di una mancata reazione dello Hensius e della parte avversa al suo ultimo intervento: in effetti non dimostra di avere tutti i torti in quanto a siffatta opera non risulta esser corrisposta un'aggressività polemica pari a quella che aveva creato il suo primo intervento polemico
Il poligrafo tedesco, come purtroppo risulta solito, cita le opere italianizzandone i titoli sì da renderne difficile l'inquadramento, anche per gli effetti di una grafia non sempre chiara. In questo caso però allude senza dubbio al suo lavoro "Oporini Grubinii Amphotides Scioppianae. Hoc est: Responsio ad Satyram Menippaeam Iosephi Burdonis Pseudo Scaligeri [Giuseppe Giusto Scaligero] pro vita & moribus Gasp. Scioppii ... Item Responsio ad confutationem fabulae Burdoniae. Dolo Caluinistarum diu suppressa & nunc demum in lucem edita. Accesserunt Denunciatio & mantissa Amphotidum cum Tribus capellis secundum excusae", Parisiis, 1611 - 390 p. ; 8. - Impronta - ames iso- t.tu stte (3) 1611 (R) - Localizzazioni: Biblioteca nazionale centrale - Firenze.
L'improbabile nome di titolo ed autore dell'opera certo complicano la vita al moderno esegeta.
"Amphotides" è un grecismo, per giunta non d'uso consueto ma sportivo = per "Amphotides" derivato al nominativo plurale della terza declinazione greca da "Amphotis, -idos" (pronuncia sia ossitona che proparossitona in due lemmi sinomici ma distinti) si indicava una copertura o protezione per le orecchie appunto detta anfotide utilizzata dai lottatori: valutando la semplicità della lemma "Scippianae" ecco quindo che che il significato autentico di questo bizzarro titolo in italiano è:
"Protezioni delle orecchie dello Scioppio redatte da Oporino Grubinio: quest'opera costituisce la risposta alla satira menippea scritta da tal Giuseppe Burdon o Bordon che si fa chiamare impropriamente lo Scaligero in difesa della vita e delle costumanze di Kaspar Schoppe...contestualmente l'opera costituisce una risposta alla leggenda sui Burdon o Bordon [discendenti dagli Scaligeri di Verona]: una invenzione che per non causare danno ai calvinisti venne perseguita a lungo e spesso eliminata ma che ora si ripropone nuovamente alle stampe. Sempre in questo libro si contengono di seguito un preannuncio ed una giunta delle protezioni od anfotidi dello Scioppio...".
Oporini Grubinii non è meno improbabile come nome d'autore ma rientra nei parametri epocali:
Si tratta di uno tra gli pseudonimi usati dallo Schoppe: in verità si son trovati finora gli anagrammi: "Aspasius Grocippus, Pascasius Grosippus" e gli pseudonimi: "Juniperus de Ancona, Augustinus Ardinghellus, Wilhelm Ferdinand von Efferen, Euphormio, Mariangelo a Fano Benedicti, Christian Gottlieb von Friedberg, Fortunius Galindus, Sanctius Galindus, Bernardinus Giraldus, Operinus Grubinius, Daniel Hospitalius, Holofernus Kriegsoederus (Kriegseder), Nicodemus Macer (Macrus), Eucharius Martini, Philoxenus Melander, Theophilus Sanctafidius, Christoph von Ungersdorff, Alphonsus de Vargas, Renatus Verdaeus" [la cosa dovette influenza non poco Aprosio atteso che a fronte del nome latinizzato del poligrafo tedesco "Gasparus Scioppius" ideò per sè uno pseudonimo molto prossimo nella forma, quello di "Oldauro Scioppio" che troviamo usato, al posto del suo nome rale, per indicare l'autore dell' "Annotazioni all’Arte degli Amanti di Pietro Michiele", della versione italiana dei "Sermoni di tutte le domeniche, festività e santi che occorrono nell’Avvento fino alla Purificazione della Vergine. Disposti in varie risoluzioni morali cavate dalla Sacra Scrittura, e da’ Santi Padri per opera del Molto Reverendo Padre-Maestro Agostino Osorio", dell'analisi critica ititolata I>Le Bellezze della Belisa, tragedia dell’illustrissimo signor D. Antonio Muscettola", ed infine dell'inedita opera dal titolo "La Spugna"].















Juan Maldonado: teologo ed esegeta nato nel 1533 a Casas de Reina, nel distretto di Llerena, 66 leghe da Madrid e morto a Roma, il 5 gennaio, 1583.
All'età di quattordici o di quindici che studiò all'università di Salamanca il latino, il greco con Ferman Nuñez (El Pinciano), la filosofia con Toledo (in seguito cardinale ) e la teologia con Padre Domingo Soto.
Maldonado pensò dapprima di dedicarsi alla giurisprudenza ma, persuaso da uno dei suoi compagni, si dedicò alla teologia.
Per un quadriennio studiò le scienze sacre: conseguito il dottorato prese ad insegnare la filosofia, la teologia ed il grecoproprio nell'università di Salamanca.
Entrò quindi nella Compagnia di Gesù il 19 agosto 1562 in Roma e per determinati mesi esaminò i casi di coscienza nell'università romana.
Al Collegio di Clermont a Parigi giunse nell' autunno 1563.
Nel febbraio del 1564, prese a disquisire sul "De Anima" di Aristotele.
Nel periodo 1565 - 1569 si dedicò esclusivamente alla teologia.
I suoi impegni vennero fermati dall'incerta salute sì che dovette prendere un anno di riposo.
Nel 1570 fu inviato Poitou, dove il Calvinismo si andava affermando prepotentemente: ebbe tanto successo comunque che la gente di Poitiers fece petizione perché venisse aperto un Collegio di gesuiti.
Ritornò quindi ai suoi impegni teologici ed ottenne la conversione al cattolicesimo di vari principi protestanti.
Per esempio riuscì a convertire la duchessa de Bouillon che si era transformata in in una Calvinista
Ebbe altre incombenze, tenne varie dispute e naturalmente si fece molti nemici, sia tra i colleghi universitari che soprattutto fra i Calvinisti.
Il papa, per risparmiargli aspre contese, lo incaricò dell'insegnamento di teologia in Tolosa ma la sua missione fu impedita dai dal Calvinisti che bloccarono le strade che lo avrebbero portato alla novella destinazione: riparò quindi a Bourges per scrivere il suo "commento sul Gospels".
Nel 1580 partecipò come elettore alla quarta congregazione generale, a Roma, in cui tenne il discorso di apertura. Acquaviva, che fu scelto quale Generale dell'Ordine gli ordinò di rimanere a Roma e Gregorio XIII lo pose a capo della commissione per la revisione di alcuni testi sacri. Nel 1583, quindici giorni prima della sua morte portò al Generale i suoi commenti non finiti.
Era un uomo di virtù eminente, di intelletto sottile, di memoria eccellente, dalle lettura immense e di grande erudizione: anche per questo fu spesso consultato dai personaggi più illustri di Francia ed fu cercato dal re della Polonia per il bene dei suoi domini. Fu invero accusato di casuali manifestazioni d'impeto e di un'eccessivo attaccamento alle sue idee. Ai suoi tempi la teologia a Parigi era decaduta: prevalevano ormai altri argomenti filosofici ed il latino barbaro.
Maldonado ridiede dignità alle Scritture, ai Padri ed alla teologia relegando i nuovi i filosofi in condizioni subalterne.
Ripropose il Latino elegante dell'antichità ed elaborando uno schema della teologia più completo di quello che era stato in uso, lo adattò ai bisogni della chiesa e della Francia.
Tra le sue opere si rammentano particolarmente i " Commentarii in quatuor Evangelistas" (appunto citati da Angelico Aprosio) Brescia, 2 vol., 1598: cui seguirono tante altre edizioni (Lione, 1598, 1607, 1615); (Mainz, 1602, 1604); (Parigi, 1617, 1621); (Brescia, 2 vol., 1598), (Venezia 1606) = edizioni moderne: Mainz, 5 vol., 1840; 2 vol., 1853-63; Barcellona 10 vol., 1881-82.

















SANGA VERINUS, Liberius, Cantaber, pseud. [i.e. M. A. Del Rio], "Peniculus Foriarum, Elenchi Scaligeriani pro Societate Jesu, Maldonato, Del Rio, auctore Liberio Sanga Verino Cantabro ", Metelloburgi Mattiacorum [Anversa], 1609. 12º (British Library)

















Giulio Cesare Scaligero (1484 - 1556) è una particolare figura di umanista e di intellettuale della cultura rinascimentale europea.
Della vita di Giulio Cesare Scaligero (o Giulio Cesare Bordon, padovano), la parte iniziale rimane la più oscura.
Ci troviamo tuttora davanti a ciò che lo stesso Scaligero ci ha detto e che è stato più dettagliatamente ripreso da suo figlio Giuseppe Giusto Scaligero (Joseph Juste Scaliger) filologo calvinista nato ad Agen nel 1540, morto a Leida nel 1609 dopo esser stato professore a Ginevra e a Leida.
Nonostante la fama acquisita Giulio Cesare Scaligero ebbe comunque già in vita tanti detrattori che in particolare lo trascinarono in dispute sulla sua supposta genealogia, tanto da far originare una propria letteratura sulle supposte o inventate biografie.
Oggi, dopo i saggi di Bruno Nardi e di Myriam Billanovich degli anni ’60 che hanno portato alla luce legami ma anche contraddizione sulla parentela con il celebre miniaturista padovano Benedetto Bordon, tutta l’argomentazione poi sostenuta da Giuseppe Giusto Scaligero appare come un debole monumento celebrativo alla memoria paterna.
Proprio Giulio Cesare Scaligero nella biografia scritta dal figlio Giuseppe Giusto Scaligero sostiene infatti di essere nato a Riva del Garda da una famiglia ch'egli voleva far discendere dagli antichi signori di Verona, da Benedetto Bordon Scaligero (militare al servizio del Re d'Ungheria) e Berenice Lodron (come si desume dall'epigramma a lei dedicato nella raccolta "Heroes"), una delle più importanti famiglie nobiliari del Trentino.
Nel 1525 si trasferisce ad Agen nella Francia meridionale al seguito del cardinale Angelo Della Rovere.
Nel 1496 fu presentato all'imperatore Massimiliano d'Asburgo a Verona e viene ammesso al suo servizio.
Partecipò nel 1512 alla battaglia di Ravenna, nel 1514 si trasferì a Bologna per studiare medicina e storia naturale e approfondire una cultura letteraria cui aveva atteso con assiduità dagli anni della prima giovinezza.
Fu studioso delle opere botaniche del presunto Aristotele (In libros duos, qui inscribuntur de plantis, Aristotele autore, libri duo, Michel de Vascosan, Parigi, 1556), e di Teofrasto (Commentarii et animadversioness, in sex libros De causi plantarum Theoprasti , Jean Crespin, Ginevra, 1566).
Conseguì la laurea a Padova del 1519.
Dal 1525 ad Agen, dove si era stabilito come medico del vescovo Angelo Della Rovere e dove entra in contatto con Matteo Bandello, nel 1528 gli venne riconosciuta la cittadinanza francese.
Iniziò nel 1531 la sua carriera di scittore con una violenta satira contro il Ciceronianus di Erasmo.
Contro le teorie erasminiane che eludevano il controllo sociale, scendono in campo direttamente, o per conto della Curia, umanisti e tra questi Giulio Cesare Scaligero.
Si contrapponevano realmente due diverse concezioni del mondo e il pensiero umanistico tradizionale scendeva in campo a difesa della situazione sociale.
Fu Rabelais ad avvertire Erasmo che dietro agli attacchi si celasse Scaligero.
L'attacco dello Scaligero colpiva il tentativo di Erasmo di ancorare il cristianesimo ad una base razionale (capace cioè di riconoscere una razionalità-socialità entro il mondo pazzo): la pazzia del mondo, per Scaligero, è invece solo la ineliminabile ignoranza del volgo e approdava ad una diversa concezione filosofica e diversa collocazione sociale.
Nel 1540 appare De causis linguae latine, primo tentativo di grammatica storica che lo rese famoso in tutta Europa.
Il suo nome continuò ad essere al centro di polemiche prima con Etien Dolet poi con Girolamo Cardano (Exotericarum exercitationum liber quintus decimus, De subtilitate ad H.
Cardanum, Michel de Vascosan, Parigi 1557).
L'opera dello Scaligero è la più completa sistemazione delle idee sull'arte poetica ed insieme la prima trattazione organica dei generi letterari, delle figure retoriche, classificati in un rigido ordinamento gerarchico, espressa dell'opera postuma Poetices libri septem, A. Vincent, Lione 1561).
n uno dei capitoli dei Poetices libri septem , Scaligero è l'unico trattatista che si dedica alla parodia, la sua ipotesi farà testo: la parodia sarebbe nata negli intervalli dele recitazioni dei rapsodi, nella forma di un rovesciamento comico del testo appena ascoltato.
I Poetices libri septem dello Scaligero erano conosciuti dal massimo teorico della parodia Henri Estienne, autore del Parodie morales in poetarum veretrum sententias celebriores (1575).
Il canone degli autori classici è integralmente dedotto da Estienne, fonte non denunciata ma puntualmente tradotta, ripreso dallo Scaligero.
Il rigore aristotelico di Giulio Cesare Scaligero opponeva apertamente la natura all'arte considerata una come il regno del disordine, l'altra come un principio di eleganza armoniosa e di disciplina intellettuale, ponendo però limiti al criterio dell'imitazione quando prescriveva che essa non fosse una copia meccanica e pedissequa, ma l'effettiva invenzione di un nuovo mondo poetico.
La dottrina dello Scaligero classicista dell'estetica cinquecentesca era rivolta alla sostituzione del mondo dell'arte a quello della vita come oggetto di imitazione poetica.
Se studiatissima e universalmente conosciuta la sua produzione letteraria prodotta in Francia, oscuri sono i suoi esordi letterari, tali da far supporre una voluta cancellazione nella memoria delle esperienze italiane.
Il per nulla irrilevante problema della nascita (e quindi della veridicità delle sue affermazioni) di Giulio Cesare Scaligero suscitò roventi polemiche tra ambienti calvinisti e gesuiti nel’600 francese, anche perchè era collegato alla esaltazione che del padre aveva fatto il calvinista e docente di fama Giuseppe Giusto Scaligero (Joseph Juste Scaliger) è stato oggetto di verifica da parte dei ricercatori locali e non cui è stata affidata l’indagine negli archivi locali.
Una lettura dei Poemata dello stesso Scaligero ha permesso di individuare alcuni spunti che sono stati oggetto di verifica con le fonti storiche locali e con personaggi che vi troviamo citati.
Emerge la centralità del medico letterato veronese Marco Antonio Della Torre.
Personaggio chiave per i suoi legami con Nicolò d’Arco presso lo studio di Pavia e iniziatore dello studio delle discipline scientifiche in Aristotele e allievo, anche lui come Scaligero e Girolamo Fracastoro, di Pietro Pomponazzi.
Quello che è emerso dall’analisi delle produzioni poetiche incrociate su Fracastorio Nicolò d’Arco e Scaligero, è la centralità dell’ambito culturale veronese del primo decennio del ‘500 incentrato sulla figura del medico e poeta Marco Antonio della Torre, morto in tragiche circostanze a Riva del Garda nel 1511.
Il compianto per sua morte é il filo che lega tutti questi intellettuali da Paolo Giovio, Nicolò d’Arco, Scaligero, Fracastoro e Valeriano Bolzanio.
Da notare che a seguito dell’occupazione di Verona da parte dell’imperatore Massimiliano d’Asburgo, venne nominato quale legato imperiale il vescovo di Trento Giorgio Neideck.
Si desume, quindi il ruolo di Riva quale ponte tra queste due aree politico- culturali, suffragato dalla documentazione conservata presso l’Archivio Storico Comunale.
Le uniche testimonianze della vita trascorsa in Italia, alla corte dei Gonzaga, le desumiamo da stralci delle opere di Mattia Bandello: nell'introduzione alla Novella XXIX, parte III di Matteo Bandello, nella disputa sulla pazzia umana, sono presenti Costanza Rangona Fregoso, Giulio Cesare Scaligero: costui compare nel corso della stessa novella :.....Pensando, illustrissima madama che le nostre questioni abbiano in qualche parte attristato gli animi di tutti gli ascoltanti....e solveranno un poco le menti depresse: poi il caso avvenuto è molto a proposito di quello che abbiamo tenzionato il dottissimo e gentilissimo signor Giulio Cesare ed io...." (M. Bandello, op. cit., p. 407).
Compare ancora Scaligero come interlocutore preferenziale di Bandello nella Novella XXIV dedicata a Costanza Rangone Fregoso: ".....Onde essendo venuti alquanti gentiluomini e gentildonne a Bassens, ove voi fuggendo i caldi estivi in questa freschissima e assai agiata stanza vi diportate, udii raccontar un caso degno di compassione che il mio da me tanto amato e dai dotti riverito Giulio Cesare Scaligero, uomo di dottrina eminentissimo, narrò, e disse per quanto ne aveva contezza esser stato prima detto da madama Margarita di Francia, oggidì reina di Navarra......" (M. Bandello, "op.cit.", p. 890).
Le citazioni di Scaligero continuano nei Canti:"...........in ogni sorte di dottrina eminentissimo, il signor Giulio Cesare Scaligero, uomo nel vero tra li dottissimi nobilissimo e tra li nobilissimo dotissimo......" (Introduzione ai Canti XI , M. Bandello, "op. cit." p.835) ed ancora, nel corpo del Canto V della medesima serie:
"...Mi baste adunque dir in voce umile
si ch'egli il mio parlar non sdegni o schivi:
questo è 'l gran Giulio Cesare che la Scala
al ciel inalza e vera fama esala..."
"...Or dove i' manco in tant'eccelsa impresa,
veggio il nodritto de le Muse in seno, che con la lingua al poetar accesa,
di lei le lodi canta in verso pieno:
e quella per soggietto già s'ha presa,
acciò per morte mai non venga meno:
lo Scaligero è questi, il cui bel stile
è chiaro al Gange, a Calpe, a l'Austro, a Tile..."
(Canto, V)
"Mentre il gran Giulio Scala in alto sale,
dolce cantando tanti eccelsi eroi,
è tra i poeti il primo oggi fra noi,
e rende il nome lor chiaro e immortale...."
(Fragmenti de le rime, CXCVII)
"Erra chi morta, Cesare, mi crede:
se ben al volgo par che morta sia, seno fatto è del ciel la forma mia..."
(Fragmenti de le rime, CXCIX)
La 'Teoria delle imprese'
E’ una rappresentazione simbolica d’un proposito e di una linea di condotta che per mezzo di una linea di condotta che si vuole intraprendere, viene espressa per mezzo di un motto e di una figura che vicendevolmente si interpretano.
Nel suo Dialogo delle imprese militari e amorose (Roma 1555) Paolo Giovio, già fatta propria la letteratura degli emblemata fissa i requisiti dell’Impresa:
che fosse con giusta proporzione di corpo ( figura) e d’anima (il motto);
che non fosse si oscura da aver bisogno della Sibilla per interprete, né tanto chiara che ogni plebeo l’intendesse;
che soprattutto avesse bella vista, cioè rappresentasse cose gradevoli all’occhio, come astri, fuoco, acqua, alberi, strumenti;
che non vi comparisse figura umana;
che il motto che n’è l’anima fosse di una lingua diversa dall’idioma di colui che faceva l’impresa, perché il sentimento fosse alquanto più coperto, e che il motto fosse breve, ma non tanto da essere oscuro o dubbioso.
La moda delle imprese ha seguitato ad usarsi a tutt’oggi in alcune applicazioni pratiche, come nelle marche tipografiche degli editori, nelle medaglie commemorative, negli ex-libris.
La poetica
Con Scaligero si afferma una poetica dell’espressione oscura, difficile ed occulta; ma è proprio l’oscurità della poesia che consente alla parola di generare e di illustrare le cose, poiché se l’enigma svela la parola che deve essere indovinata attraverso la descrizione delle proprietà della cosa, nel logogrifo termine creato dallo Scaligero stesso, nei Poetices Libri VII la descrizione delle proprietà della parola rende possibile il riconoscimento della parola da indovinare.
Si sottolinea il valore positivo dell’oscurità e ambiguità della poesia che, attraverso la meraviglia, svela nuovi significati e, quindi, "insegna dilettando".
Nei trattati di imprese, il genere dell'enigma, che come abbiamo visto è stato frequentato da Scaligero e toccato nella sua riflessione teorica, ritorna con una certa frequenza accostato alle definizioni di impresa, per chiarirne le differenze, pur riconoscendo come comune denominatore delle due forme poetiche l'ingegnosità; la parentela tra la forma dell'impresa e quella dell'enigma La "Poetica" è da considerasi una delle più importanti opere di critica del Rinascimento con la formulazione l’autonomia della poesia da ogni forma di teologia, attraverso il recupero della Poetica di Aristotele che viene depurato da ogni interpretazione medievale recuperando il concetto poetica come imitazione e con la necessità della definizione dei parametri normativi e concettuali entro cui definire le varie forme di espressione letterari. Prende l’avvio la teoria del generi letterari e la trattatistica, motivo dominante della cultura letteraria barocca.
La 'filosofia naturale'
E’ caratterizzante dell' aristotelismo naturalistico scaligeriano il primato accordato al metodo induttivo, con la capacità di formulare osservazioni isolate, talora notevolmente acute, a margine di singoli problemi.
Da qui nasce la polemica con Cardano, scienziato più rivolto all’indagine astrologica per spiegare i fenomeni delle scienze naturali Al di là di questioni di metodo scaligeriano e di paternità filosofica delle linee di filosofia naturale, meriterebbe tuttavia approfondimento la duplice tradizione sulle basi empiriche della ricerca botanica di Scaligero, la raccolta di piante ed erbe e la pratica del disegno.
Nel 1531 iniziò una violenta satira contro il Ciceronianus di Erasmo da Rotterdam, nata come dovere, sosteneva Scaligero, di difendere Cicerone la cultura classica e l’eredità romana, contro l’esigenza di una nuova forma di retorica e di lingua nazionale.
La polemica si protasse a lungo.
Erasmo non intervenne direttamente pensando che sotto il nome di Scaligero si celasse uno pseudonimo.
Fu Rabelais che gli manifestò l’esatta identità.




















Il gesuita Charles Scribani (1561-1629), che avrebbe pubblicato diversi suoi scritti sotto lo pseudonimo di "Clarus Bonarscius", fu l'unico figlio del medico Ettore Scribani, colui che accompagnò Margherita di Parma al governo dei Paesi Bassi. Charles e/o Carlo dopo studi brillanti a Vilvoorde e poi su consiglio di Torrentius à Cologne si formò in teologia a Lovanio seguendo il corso del Lessius. Scribani prese poi dimora ad Anversa divenendo rettore del collegio provinciale della "Provincia flandro-belgica" e contesualmente rivestendo la carica di rettore del collegio Saint-Michel à Bruxelles. L'attività letteraria di Scribani è assai importante importante ed in molte sue opere si sforza di incoraggiare il percorso della meditazione proponendo i sostanziali modelli della vita spirituale.
Scribani, Carlo ," Orthodoxae fidei controuersa. Liber 1. De scriptura, traditionibus, iudice. Liber 2. De apostolicae fidei Germanis denuntiatoribus. Carolus Scribanius Societatis Iesu theologus scribebat", Antuerpiae: Moretus, Jean <1.>Officina Plantiniana , 1609-1612
Scribani, Carlo ," Caroli ScribanI e Societate Iesu Antuerpia", Antuerpiae: Moretus, Iohannes <1.>Officina Plantiniana , 1610
Scribani, Carlo ," Christus Patiens Caroli Scribani e Societate Iesu piis exercitationibus illustratus ..", Antuerpiae: Nuyts, Martin <3.>, 1629
Scribani, Carlo ," Caroli Scribani e Societate Iesu Superior religiosus de prudenti ac religiosa gubernatione", Lugduni: Chevalier, Michel, 1620
Scribani, Carlo ," Caroli ScribanI e Societate Iesu Amor diuinus", Moguntiae: Albin, Johann, 1616
Scribani, Carlo ," Caroli ScribanI e Societate Iesu Amor diuinus", Antuerpiae: Nutius, Martin heritiers & Meurs, Jean : de, 1615
Scribani, Carlo ," P. Caroli Scribani e societate Iesu Ludus in saeculi amorem inimicum amori diuino", Senis: Bonetti, 1634
Scribani, Carlo ," 3: Liber 5. De cultu & inuocatione sanctorum. Liber 6. De imaginum veneratione. Auctore Carolo Scribanio societatis Iesu theologo", Anturpiae: Officina Plantiniana Moretus, Jean veuve & fils, 1612

Scribani, Carlo ," Clari Bonarscii Amphitheatrum honoris in quo Caluinistarum in Societatem Iesu criminationes iugulatae", Palaeopoli Aduaticorum: Verheyden, Alexander, 1606
Scribani, Carlo," Ciuilium apud Belgas bellorum initia, progressus, finis optatus: in quam rem remedia a ferro et pace praescripta, fidei, patriae, orbis bono", 1628
Scribani, Carlo ," Caroli Scribani e Societate Iesu Adolescens prodigus. Succumbit vitiis. redit ad se. & in omnem aetatem ac fortunam a virtute instruitur", Monasterii Westphal.: Dale, Michael, 1621
Scribani, Carlo ," Caroli Scribani e Societati Iesu Superior religiosus de prudenti ac religiosa gubernatione", MonasterI Westphaliae: Dale, Michael, 1620
Scribani, Carlo ," Caroli Scribani e Societate Iesu Medicus religiosus de animorum morbis et curationibus", Monasteri Westphaliae: Dale, Michael, 1620
Scribani, Carlo ," Clari Bonarsci Amphitheatrum honoris in quo Caluinistarum in Societatem Jesu criminationes iugulatae", Palaeopoli Aduaticorum: Verheyden, Alexander, 1605
Scribani, Carlo ," Veridicus Belgicus, quem auctor auxit, recensuit: e Belgico Latinum reddidit an. dr. Accessit Apocalypsis Batauica, item auctior, emendatior", senza nome, 1626
Scribani, Carlo ," Caroli Scibani e Societate Iesu medicus religiosus de animorum morbis et curationibus", Antuerpiae: Nutius, Martinus erben, 1618
Scribani, Carlo ," Caroli ScribanI e Societate Iesu Philosophus christianus", Antuerpiae: Wolsscaht, Gerhard Meursius, Ioannes Aertsens, Hendrik Nutius, Martinus erben, 1614
Scribani, Carlo ," Ciuilium apud Belgas bellorum initia, progressus, finis optatus: in quam rem remedia a ferro et pace praescripta, fidei, patriae, orbis bono", 1627
Scribani, Carlo ," Caroli Scribani e Societate Iesu Meditationes sacrae, a Joanne Brisselio eiusdem Societatis, nunc editae", Moguntiae: Albin, Johann, 1616
Scribani, Carlo ," Caroli Scribani e Societate Iesu Superior religiosus. De prudenti, ac religiosa gubernatione ..", Mediolani: Bidelli, Giovanni Battista, 1621
Scribani, Carlo ," Caroli ScribanI e Societate Iesu Origines Antuerpiensium", Antuerpiae: Moretus, Iohannes <1.>Officina Plantiniana , 1610
Scribani, Carlo ," Caroli Scribani e Societate Iesu Philosophus christianus", Neoburgi. Ad Danubium: Dannhauser, Lorenz, 1618
Scribani, Carlo ," Caroli ScribanI e Societate Iesu In annunciationem Dei matris votiua gratulatio", Antuerpiae: Moretus, Balthasar <1.> & Moretus Iohannes <2.> weduweOfficina Plantiniana , 1618
Scribani, Carlo ," Caroli Scribani e Societate Iesu politico-christianus, recens in Galliis in lucem emissus, cum indice uberrimo", Lugduni: Chevalier, Michel, 1625
Scribani, Carlo ," Caroli Scribani e Societate Iesu Medicus religiosus de animorum morbis et curationibus", Lugduni: Chevalier, Michel, 1619
Scribani, Carlo ," Adolescens prodigus, Caroli Scribani e Societate Iesu. Succumbit vitiis, redit ad se, in omnem aetatem ac fortunam a virtute instruitur", Lugduni: Chevalier, Michel, 1622
Scribani, Carlo ," Caroli Scribani e Societate Jesu Politicus Christianus. Liber 1.[-2.]", Antverpiae", 1626
Scribani, Carlo ," Caroli ScribanI e Societate Iesu Politico-Christianus Philippo 4. Hispaniarum regi", Antuerpiae: Nuyts, Martin <3.>, 1624
Scribani, Carlo ," Caroli Scribani ... superior religiosus de prudenti ac religiosa gubernatione", Antuerpiae: Nuzio, Martino, 1619
Scribani, Carlo ," Amor diuinus Caroli Scribani e Societate Iesu", Lugduni", 1624




















Martinus : von Troppau : Frate domenicano, nato ad Opava/Troppau (Repubblica Ceca) intorno al 1028 e morto a Bologna nel 1278. Fu vescovo di Gniezno e visse a lungo a Praga e Bologna. E' erroneamente detto Polono: compaiono però anche gli esiti "Martinus von Troppau/Oppaviensis)" Martin of Troppau Martinus de Troppau Martinus Polonus Marcin Polak Martino Oppaviense La fama gli venne dal "Chronicon pontificum et imperatorum" in tre redazioni (qui si riproduce una miniatura tratta dal "Cod. Pal. germ. 137: Martinus Oppaviensis: "Chronicon pontificum et imperatorum" ").
Oltre che dall'effettiva importanza del lavoro la "celebrità" gli venne da esssere se non con certezza l'inventore sicuramente il divulgatore della leggenda della Papessa Giovanna una dibattuta questione che ancora nel XVII secolo, quando, mentre proprio il protestante David Blondel ne frantumò con rigore la veridicità, il cattolicissimo Angelico Aprosio nel capitolo XVI del suo edito "Scudo di Rinaldo" andava cimentandosi in chiave erudita con le postulazioni favorevoli all'ipotesi di questa deviazione nella storia del papato addotte dal riformato teologo e latinista Becmann, Christian, apportatore peraltro di una congerie di ipotesi a lui favorevoli anche di prestigiosi autori.
Va comunque da menzionare che la polemica aprosiana non fu tanto innescata dalla matrice antifemminista della sua ideologia, ma dall'esigenza di annichilire una affermazione dei riformata atta ad evidenziare alcuni storici momenti di corruzione del passato.
Un secolo dopo l'Aprosio, intervenne poi una voce assolutamente prestigiosa sull'argomento, quella di Ludovico Antonio Muratori che nella celebre "In Scriptores Rerum Italicarum Praefatio" annotò :"(trad.)...Accenno di passta che io ho visto nella Biblioteca Ambrosiana la "cronica" di Martin Polono, qui ricordata in tre manoscritti. Il primo quasi in tutto si accorda con le edizioni di Basilea del 1559 e di Anversa del 1574 ed ivi s'incontra la favolosa menzione della papessa Giovanna. Negli altri due codici, anch'essi assai antichi, nessuna traccia di questa favola stantia. Uno di essi conduce il racconto fino al papa Clemente IV, come lo stesso autore aveva promesso nella prefazione, non fino a Giovanni XXI come hanno le stampe. Nell'altro la narrazione è protratta fino ad Onorio IV. Né la differenza di contenuto e di forma è trascurabile, in modo che non demeriterebbe della repubblica letteraria chi, esaminati questi manoscritti, curasse una nuova edizione di Martin Polono".




Becmann, Christian, " Sylloge, an hostia sit verus, cibarius, et synonymos dictus panis: a fra t. Roseae Crucis donata Iohanni Conrado Rhumelio et Martino Piello vtrique medico: per de Pega", Hanoviae: Wechel, Andreas Erben & Aubry, Daniel & Aubry, David & Schleich, Clemens, 1618
Becmann, Christian, " Christiani Becmani Bornensis Exercitationes theologicae. In quibus de argumentis pro vera deitate Christi servatoris nostri contra Fausti Socini, Valentini Smalcii, Christophori Ostorodi, Iohannis Crellii ... Nec non de multis aliis, quae passim intercurrunt, scitu dignis thematibus, ... agitur", Amstelodami: Jansson, Jan <1. ; 1608-1665>, 1644
Becmann, Christian, " Christiani Becmani Bornensis Schediasma philologicum: Apologia pro eodem: De usu logices: Exegesis psalmi 91.: Orationes et dissertationes: poemata et epistolae. Partim antehac non edita, partim vero melius iam edita", Hanoviae - 1619
Becmann, Christian, " Christiani Becmani Pro schedismate philologico contra antischediasma apologeticus. In quo ... quaedam grammatices uberius declarantur Anno 1613. mense Julio ", Wittebergae: Helwig, Paul Meisner, Wolfgang, 1614
Becmann, Christian, " Orationes tres metricae 1. De magis, Matth.2. 2. De ieiunijs & sobrietate. 3. De cognatione artis & lauri. Recitatae Lipsiae M. Christiano Becmano Bornensi ... ", Lipsiae: Beyer, Johann ErbenAm Ende, Valentin, 1605
Becmann, Christian, " Christiani Becmani Bornensis De originibus Latinae linguae: quibus passim alia multa, philologiae propria, pro meliori vocum ac rerum cognitione, inserta. Editio innovata", Wittenberg: Helwig, Paul, 1613
Becmann, Christian, " Christiani Becmani Bornensis Manuductio ad Latinam linguam: nec non De originibus Latinae linguae: quibus passim alia multa philologiae propria, pro meliori vocum ac rerum cognitione inserta sunt. Ambo nunc quintum & quidem multo auctius, sed & melius atque correctius, edita", Francofurti & Lipsiae: Ellinger, Johann Heinrich, 1672















Novarini, Luigi nato a Verona nel 1594, chierico regolare, poligrafo e filologo, studioso di lingue orientali e con qualche interesse alchemico, fu in un breve contatto epistolare con l'Aprosio: si spense nel 1650.
Di lui alla CBA intemelia si trovano le opere:
1 - "R.P. Aloysii Novarini ... Electa sacra ... - Editio tertia caeteris purior, et locupletiore", Lugduni : sumpribus Laurentii Durand, 1638-1646. - 5 v. ; fol.
2 - "Mattheus et Marcus expensi, notis monitisque sacris, qua ex linguarum fontibus, qua ex variarum versionum collatione ... illustrati ... addita lectionum varietate vulgatae editioni ad verbum respondente ... omnia nunc primum offert, R.P.D...."
3 - "R.P. Aloysii Novarini ... Moses expensus, notis monitisq., sacris, qua ex linguarum fontibus, qua ex variarum versionum ... qua ex sanctorum patrum ... observationibus, illustratus ... ", Veronae : typis Merulanis, 1647. - 2 pt. ([6], 400
4 - "Risus sardonicus, hoc est de ficta mundi laetitia, ementito mundanorum gaudio, cui larvam calamo detrahit R.P. Aloysius Novarinus ... ", Veronae : apud Bartholomaeum Merlum, 1637. - [12], 228 p. ; 12°.
5 - "R.P. Aloysii Novarini ... Schediasmata sacro-prophana: hoc est, observationes antiquis christianorum, hebraeorum, aliarumque gentium ritibus in lucem eruendis ... nunc primum prodeunt ... ", Lugduni : sumptibus Laurentii Durand, 1635.
6 - "R.P. Aloysii Novarini ... Variorum opusculorum tomus ... - Veronae : typis Bartholomaei Merli, 1645-1649. - 3 v. ; fol. ...
"Seguono qui poi le sue opere individuate dal SBN nelle altre biblioteche italiane:
Novarini, Luigi, "Matthaeus et Marcus expensi, notis monitisque sacris, qua ex linguarum fontibus, qua ex variarum versionum collatione, ... illustrati; ... Addita lectionum varietate Vulgatae editioni ad verbum respondente, ... Omnia nunc primum offert, R. P. D. Aloysius Nouarinus, ...", Lugduni: Boissat, Gabriel heritiers & Anisson, Laurent, 1642
- Novarini, Luigi <1594-1650>, " Lucas expensus, notis monitisque sacris, qua ex linguarum fontibus, qua ex variarum versionum collatione, ... illustratus; ... Addita lectionum varietate Vulgatae editioni ad verbu", Lugduni: Boissat, Gabriel heritiers & Anisson, Laurent, 1643
- Novarini, Luigi <1594-1650>, " Ioannes expensus, notis monitisque sacris, qua ex linguarum fontibus, qua ex variarum versionum collatione, ... illustratus; ... Addita lectionum varietate Vulgatae editioni ad verbun respondente, ... Omnia primum offert R. P. D. Aloysius Nouarinus, ..", Lugduni: Boissat, Gabriel heritiers & Anisson, Laurent, 1643
- Novarini, Luigi <1594-1650>, " Paulus expensus, notis, monitisque sacris, qua ex linguarum fontibus, qua ex variarum versionum collatione, ... illustratus. ... Auctore R. P. D. Aloysio Novarino Veronensi, ..", Lugduni: Boissat, Gabriel heritiers & Anisson, Laurent, 1645
- Novarini, Luigi <1594-1650>, " Trionfo dell'amor di Dio, cioe deuotissime considerationi circa la passione, e morte di Giesu considerata in questi tre stati ... Opra che con la nouita puo rauiuar la diuotione, e spirito in ciascheduno, & eccitar in qualche parte tutti alla corrispondenza di si gran beneficio. Data in luce dal r. p. d. Luigi Nouarini ...", In Verona", 1644
- Novarini, Luigi <1594-1650>, " Horologio spirituale, col quale non si segnano solo l'hore sante, ma col moto regolato di regolate industrie, & industriose regole per far bene tutte le azioni del giorno, s'insegna a santificar, e le hore, & i momenti delle hore. Opera del r. p. d. Luigi Nouarini ...", In Venetia", 1636
- Novarini, Luigi <1594-1650>, " Scrutinio spirituale, in cui si danno auisi, documenti, e regole, per far bene la confessione, con la decisione de casi piu frequenti, & ordinarii, secondo la piu benigna opinione de\'dottori. ... Data in luce dal r.p.d. Luigi Nouarini c.r. et in questa sesta impressione migliorata", In Venetia", 1667
- Novarini, Luigi <1594-1650>, " Deliciae diuini amoris. Hoc est: De occultis Dei beneficiis, Dei amori excitando ac fouendo. ... Edidit omnium profectui, vtilitati, gustuique. R.p. Aloysius Nouarinus... ", Lugduni : sumpt. Laurentij Durand, 1641
- Novarini, Luigi <1594-1650>, " R.P. Aloysii Nouarini Veronensis clerici regularis, Electa sacra, in quibus qua ex linguarum fontibus, qua ex priscis gentium ritibus nonnulla sacrarum litterarum loca loca nouo explicatu donantur, aut noua luce vestiuntur: subque Virginea vmbra ita Virginis Mariae laudes exhibentur, vt etiam Gabrielis nuntij, Iosephi sponsi, Ioachimi, & Annae genitorum eius imagines, & vniuerse vtilium monitorum", Veronae: Rossi, Francesco , 1653
- Novarini, Luigi <1594-1650>, " R.p. Aloysii Nouarini ... Electa sacra, in quibus qua ex linguarum fontibus, qua ex priscis gentium ritibus nonnulla sacrarum litterarum loca nouo explicatu donantur, aut noua luce vestiuntur: subque Virginea vmbra ...", Turnoni: Durand, Laurent & Arnaud, Laurent, 1640
- Novarini, Luigi <1594-1650>, " R.P. Aloysii Nouarini ... Electa sacra in quibus qua qua ex latino, graeco, et hebraico fonte; qua ex hebraeorum , gentiliumque ritibus ... vestiuntur", Lugduni: Durand, Laurent <1610-1642>, 1638-1647
- Novarini, Luigi <1594-1650>, " [3]: R.P. Aloysii Nouarini ... Electa sacra, in quibus qua ex latino, graeco, et hebraico fonte ... subque Agno eucharistico ita de augustissimo, Deoque ipso diuite Eucharistiae sacramento ... his insertae variae formae eucharisticae ex multis orbis partibus ad nos transmissae ...", Lugduni: Durand, Laurent <1610-1642>, 1638
- Novarini, Luigi <1594-1650>, " R.P. Aloysii Novarini Veronensis clerici regularis, Moses expensus, notis monitisque sacris, qua ex linguarum fontibus ... illustratus ...", Veronae: Merlo, 1747
- Novarini, Luigi <1594-1650>, " Adagia ex Sanctorum Patrum Ecclesiasticorumque Scriptorum monumentis prompta, Quae explicantur, et illustrantur ... Studio, et labore R.P.D. Aloysii Novarini ..", Lione", 1637
- Novarini, Luigi <1594-1650>, " R. P. Aloysii Nouarini ... Schediasmata sacro-prophana: hoc est, obseruationes antiquis Christianorum, Hebraeorum, aliarumque Gentium ritibus in lucem eruendis ... ... Nunc primum prodeunt, necessariis, percommodisque rituum, populorum, locorum sacrae Scripturae ..", Lugduni: Durand, Laurent <1610-1642>, 1630
- Novarini, Luigi <1594-1650>, " Aloisii Nouarinii ... Electa sacra. In quibus qua ex latino, graeco, hebraico, et chaldaico fonte, qua ex antiquis hebraeorum, persarum, graecorum ... aliarumque gentium ritibus quaedam diuinae scripturae loca nouiter explicantur, & illustrantur: antiquitates plurimae in lucem eruuntur ..", Lugduni: Durand, Laurent <1610-1642>, 1629
- Novarini, Luigi <1594-1650>, " Calamita de' cuori, cioe Vita di Giesu nel ventre di Maria, con vn apparato pieno di molti documenti per la fruttuosa consideratione di questi misterij. Opera del R.P.D. Luigi Novarini c. r.", Editione quarta.", In Verona : per il Rossi, 1647.", [20], 627, [1] ; 24" (Segn.: [croce latina]10 A-2P8 2Q10.", Iniz. e fregi xil.'), " Rossi, Francesco
- Novarini, Luigi <1594-1650>, " R.P. Aloysii Nouarini Veronensis, ... Electa sacra, in quibus qua ex linguarum fontibus, qua ex variarum gentium ritibus aliqua sacrarum litterarum loca aut nouo explicatu donantur, aut noua luce vestiuntur: subque nuptialibus aquis ita de nuptiarum & aquarum nexu agitur, ..", Lugduni: Durand, Laurent <1610-1642>, 1640
- Novarini, Luigi <1594-1650>, " *Aloysi Novarini Veronensis clerici regularis electa sacra : in quibus qua ex linguarum fontibus qua ex priscis gentium ritibus nonnulla sacrarum litterarum loca explicantur et illustrantur; sub quam Virginea Umbra ita virginis Mariae laudes quodam modo, et ab alterius calami penicilo illibato exhibentur, ut etiam Gabrielis nuntii, Iosephi spondi, Ioachimi et Annae, genitorum eius et uniuersae se utilium monitorum colores vite perficiende huius umbrae appositione venustiores ostendatur')- Venezia", 1632
- Novarini, Luigi <1594-1650>, " *R.P. Aloysii Novarini Veronensis clerici regularis, schediasmata sacro-prophana: : hoc est, observationes antiquis Christianorum, Hebraeorum, aliarumque gentium ritibus in lucem eruendis, aliquot S. Scripturae, SS. Patrum, aliorumque scriptorum, locis illustrandis, variae eruditionis supellectili augendae, pietati fouenda, amolienda impietati", Lione", 1635 (IT\ICCU\RLZE\017727)
- Novarini, Luigi <1594-1650>, " R.P. Aloysii Novarini Veronensis clerici regularis, Moses expensus, notis, monitisque sacris, qua ex linguarum fontibus, qua ex variarum versionum aliorumque locorum collatione, qua ex Sanctorum Patrum aliorumque auctorum editorum, & ineditorum observationibus, quae ad mores praecipuae spectant, illustratus ..", Verona
- Novarini, Luigi <1594-1650>, " Paulus expensus notis monitisque sacris qua ex linguarum fontibus, qua ex variarum versionum collatione, qua ex Sanctorum Patrum aliorumque probae notae auctorum observationibus, quae ad mores informandos praecipue spectant, illustratus ... Omnia nunc primum offert R.P.D. Aloysius Nouarinus Veronensis ...", Veronae: apud Franciscum de Rubeis: Rossi, Francesco , 1644
- Novarini, Luigi <1594-1650>, " Lucas expensus, notis monitisque sacris, qua ex linguarum fontibus, qua ex variarum versionum collarione, qua ex Sancorum Patrum, aliorumque auctorum aobseruationibus, quae ad mores informandos praecipue spectant, illustratus; ..", Lione", 1643
- Novarini, Luigi <1594-1650>, " Scrutinio spirituale, in cui si danno auisi, documenti, e regole, per far bene la confessione, con la decisione de casi piu frequenti, & ordinarii, secondo la piu benigna opinione de\' dottori ... Data in luce dal r.p.d. Luigi Nouarini c.r", In Milano: Marelli, Giuseppe <1. >, [1670]
- Novarini, Luigi <1594-1650>, " Delitie dell'amor di Dio, cioe, Delicatissime considerationi circa gli occulti benefici diuini ... Composta da R.P. d. Luigi Nouarini chierico regolare", In Verona", 1638
- Novarini, Luigi <1594-1650>, "Centro dell'amor di Dio, cioe, Altissime, e soauissime considerationi dell'esser di Dio ... Opra del R.P.D. Luigi Nouarino chierico regolare", In Verona", 1639
- Novarini, Luigi <1594-1650>, " La miniera inesausta dell'oro del cielo. Cioe Arte diuina; in cui con varj atti, affetti, ossequii, e tributi da pagarsi a Dio s'insegna con industrie singolari a far indicibili acquisti de tesori immensi del cielo; ... Opera data in luce a beneficio di tutti dal r.p.d. Luigi Nouarino c.r", In Verona", 1650
- Novarini, Luigi <1594-1650>, " Cibo dell'amor di Dio. Offerto in delicatissime considerationi delle eccellenze dello stesso amore, ... Opera del r.p.d. Luigi Novarini Chierico Regolare", In Venetia", 1636
- Novarini, Luigi <1594-1650>, " Vita di Maria nel ventre di Sant'Anna offerta all'anime diuote come cibo di vera deuotione, ... Opera del R.P.D. Luigi Nouarini chierico regolare", In Verona: Rossi, Francesco , 1641
- Novarini, Luigi <1594-1650>, " *Adagia ex Sanctorum Patrum ecclesiasticorumque scriptorum monumentis prompta, quae explicantur, et illustrantur, insertis, ut res exigebat, vitiis euellendis,virtutibu implantandis, excursibus ethologicis : Eademque opera passim in toto opere nonnulla diuinarum litterarum, externorumque auctorum loca sua luce vestiuntur, & priscorum Rituum recensione, variis obseruationibus, sacrae & prophanae eruditionis opes augentur / Studio & labore R. P. Aloysii Nouarini Veronensis,clerici regularis", Lione", 1637
- Novarini, Luigi <1594-1650>, " Adagia ex Sanctorum Patrum, ecclesiasticorumque scriptorum monumentis prompta, quae explicantur, et illustrantur, insertis, ut res exigebat, vitiis euellendis, virtutibus implantandis, excursibus ethologicis ... studio, & labore R.P.D. Aloysii Nouarini ...", Lugduni: Durand, Laurent <1610-1642>, 1637
- Novarini, Luigi <1594-1650>, " R.P. Aloysii Nouarini Veronensis, ... Electa sacra, in quibus qua ex linguarum fontibus, qua ex variarum gentium ritibus aliqua sacrarum litterarum loca aut nouo explicatu donantur, aut noua luce vestiuntur: subque nuptialibus aquis ita de nuptiarum & aquarum nexu agitur, ...", Lugduni: Durand, Laurent <1610-1642>, 1640
- Novarini, Luigi <1594-1650>, " *R.P. Aloysii Novarini Veronensis clerici regularis adagia, formulaeque prouerbiales ex sanctorum Patrum, ecclesiasticorum scriptorum monumentis accuratae promptae : quae explicantur, illustranturque, additis, ut res exigebat, vitiis euellendis, virtutibus implantandis, excursibus ethologicis, & moribus expoliendis, insertis salubribus monitis. Eademque opera passim in toto opere nonnulla diuinarum litterarum, variorumque auctorum, & ex nostris, & ex prophanis loca sua lucevestiuntur, & priscorum rituum recensione, variisque obseruationibus variae eruditionis opes augentur", Verona", 1651
- Novarini, Luigi <1594-1650>, " Prattica del ben morire. In cui si danno regole, & auuisi per aiutar gl'infermi, e moribondi, e si insegna a primi con arte mirabile a santificar l'infermita ... Opra de R.P.D. Luigi Nouarini C.R", In Torino: Zappata, Bartolomeo, 1662

- Novarini, Luigi <1594-1650>, "
Risus sardonicus, hoc est De ficta mundi laetitia, ementito mundanorum gaudio, cui laruam calamo detrahit R.P. Aloysius Nouarinus Veronensis clericus regularis. ..", Veronae: Merlo, Bartolomeo, 1637
- Novarini, Luigi <1594-1650>, " Risus sardonicus, hoc est De ficta mundi laetitia, ementito mundanorum gaudio, cui laruam calamo detrahit R.P. Aloysius Nouarinus Veronensis clericus regularis. ...", Lugduni: Durand, Laurent <1610-1642>, 1639
- Novarini, Luigi <1594-1650>, " R.P. Aloysii Nouarini ... Electa sacra, in quibus qua ex linguarum fontibus, qua ex priscis gentium ritibus nonnulla sacrarum litterarum loca nouo explicatur donantur ... subque Virginea umbra ita virginis Mariae laudes exhibentur ..", Lugduni: Prost, Pierre heritiers & Borde, Philippe & Arnaud, Laurent, 1647
- Novarini, Luigi <1594-1650>, " Anatomia spiritualis, in qua homo incruente in partes diductus homini obijcitur, vt integer in Deum seratur, & vtilia ex corporis formatione, singulisque membris monita animae informandae apta eliciuntur. Opus quod legendum omnibus, omnibus exercendum offerebat r.p.d. Aloysius Nouarinus clericus regularis", Veronae: Merlo, 1647
- Novarini, Luigi <1594-1650>, " Aloysii Nouarini Veronensis clerici regularis Electa Sacra in quibus qua ex linguarum fontibus, qua ex priscis gentium ritibus nonnulla sacrarum litterarum loca explicantur, & illustrantur; subque Virginea Vmbra, ita virginis Mariae laudes exhibentur, ut etiam Gabrielis nuntij, Iosephi sponsi, Ioachimi & Annae genitorum eius imagines, & vniuerse vtilium monitorum colores vitae perficiendae huius Vmbrae appositione venustiores ostendantur", Lugduni: Durand, Laurent <1610-1642>, 1633
- Novarini, Luigi <1594-1650>, " Pratica del ben morire et aiutar gl'infermi, e moribondi, in cui si danno regole, auisi, & industrie singolari per apparecchiarsi a far bene il primo & essercitar con gran profitto il secondo ... Con una raccolta di diuotissime preci, e formule per produr atti perfettissimi in ogni virtu in ordine e sacrificar l'infermita, e far buona morte. Opra del r.p.d. Luigi Nouarini c.r", In Roma: Lazzari, Ignazio, 1663
- Novarini, Luigi <1594-1650>, " Rimedi spirituali contra la pestilenza, et altri mali, e calamita communi cauati dalla diuina Scrittura, da' Santi Padri, e dall'historie sacre. Confermati con notabili esempi, & illustri miracoli. Dati in luce a beneficio di tutti da vn religioso seruo di Dio. ...", In Venetia", 1631
- Novarini, Luigi <1594-1650>, " Pratica del ben morire. In cui si danno regole, & auisi per aiutar gl'infermi, e moribondi, et si insegna a primi con arte mirabile a santificar l'infermita. E con vna raccolta di diuotissime preci, e formule si mostra a secondi il modo di far buona morte. Opera del r.p. d. Luigi Nouarini c.r", In Venetia", 1660
- Novarini, Luigi <1594-1650>, " 1: Tomus vnus in quo varia variae eruditioni, qua sacrae, qua prophanae seruientia, exhibentur, plerique prisci ritus non adeo notitiae expositi, educuntur in lucem, aliqua aliquorum probae notae auctorum Lipsana inseruntur, quaedam quorundam loca illustrantur, & explicantur... Pro operis coronide adiectus operi est inscriptionum liber singularis Francisci Polae..", Veronae: Merlo, Bartolomeo, 1645
- Novarini, Luigi <1594-1650>, " R.P. Aloysii Nouarini Veronensis clerici regularis Variorum opusculorum tomus vnus [-tertius]", Veronae: Merlo, Bartolomeo, 1645-1649
- Novarini, Luigi <1594-1650>, " 2: Tomus alter in quo sacrae, ac prophanae eruditionis opibus augendis multa producuntur... Ex manuscriptis etiam codicibus quaedam veterum auctorum Lipsana non antea visa luci committuntur..", Veronae, In Verona: Rossi, Francesco , 1647
- Novarini, Luigi <1594-1650>, " Martirologio spirituale, cioe Esercitio di honorar, e riuerir con particolar culto, & ossequio i Santi d'ogni giorno. In cui si danno certe regole, & vtili industrie per cio fare. Et il tutto si conferma con dottrina de\' padri, e s\'illustra con notabili esempi. Composto dal R.P.D. Luigi Nouarini cherico regolare", In Venetia: Salis, Giovanni, 1628
- Novarini, Luigi <1594-1650>, " Deliciae amoris diuini hoc est De occultis beneficiis, Dei amori excitando et fouendo. Opus a.r.p. Aloysio Nouarino clerico regulari editum nunc noui typis recusum, ..", Viennae Austriae", 1695
- Novarini, Luigi <1594-1650>, " Mattaeus et Marcus expensi, notis monitisque sacris, qua ex linguarum fontibus, qua ex variarum versionum collatione, ... illustrati; ... Addita lectionum varietateVulgatae editioni ad verbum respondente. ... Omnia nunc primum offert, r.p.d. Aloysius Nouarinus, Veronensis ..", Lugduni: Boissat, Gabriel heritiers & Anisson, Laurent, 1642
- Novarini, Luigi <1594-1650>, " Scrutinio spirituale, in cui si danno auisi, documenti, e regole per far bene la confessione, con la decisione de casi piu frequenti secondo la piu benigna opinione de' dottori. Opra, nella quale ... si conduce ancora l\'intelletto alla notitia de molte cose, nelle quali communemente si suol fare errore. del reu. padre d. Luigi Nouarini ...", In Verona: Merlo, Bartolomeo, 1645
- Novarini, Luigi <1594-1650>, " R.P. Aloysii Nouarini veronensis, ... Electa sacra: in quibus; qua ex latino, graeco, hebraico, et chaldaico fonte; qua ex antiquis hebraeorum, persarum, graecorum, romanorum, aliarumque gentium ritibus, quaedam diuinae scripturae loca nouiter explicantur, & illustrantur: antiquitates plurimae in lucem eruuntur ..", Lugduni: Durand, Laurent <1610-1642>, 1639
- Novarini, Luigi <1594-1650>, " Vita del cuore. Cioe esercitio diuoto ordinato & all'acquisto, & all'accrescimento dell'amor di Dio ... Opra del R.P.D. Luigi Nouarini chierico regolare", In Verona", 1641
- Novarini, Luigi <1594-1650>, " Anima di deuotione cioe Diuotissimi esercitii, e singolarissime industrie per dispositione & apparecchio a riceuer il Signore sotto le specie sacramentali, & auer sofficiente notitia de i misteri ineffabili, che nel santissimo Sacramento si racchiudono con vari, e singolari modi per la fruttuosa frequenza della sacra Communione. Con l'aggiunta di 40. considerationi circa l'eccellenze, grandezze, e misteri dell'augustissima Eucharistia. Opera del r.p.d. Luigi Nouarini c.r", In Verona", 1644
- Novarini, Luigi <1594-1650>, " Paradiso di Betelemme, cioe Vita di Giesu nel presepio. Diuisa in 80. considerationi piene di affettuosi ossequii verso il bambino Giesu, e la Vergine sua madre ... Opera del r.p.d. Luigi Nouarini c.r", In Verona: Merlo, Bartolomeo, 1646
- Novarini, Luigi <1594-1650>, " Le dieci solitudini sacre. Compartite in dieci giorni, e santificate con diuersi esercitii, industrie, atti, affetti, & occupationi spirituali ... Opra del r. p. d. Luigi Nouarini ...", In Verona: Rossi, Francesco , 1648
- Novarini, Luigi <1594-1650>, " Alchimia spirituale, in cui s'insegnano ammirabili industrie e documenti singolari, per solleuar ad alto grado di merito tutte l'operationi, render buone l'indifferenti ; le buone, migliori, le poche, molte; le naturali, meritorie; le terrene, celesti e diuine. Opra del p. d. Luigi Nouarini de' chierici regolari", In Verona: Merlo, 1640
- Novarini, Luigi <1594-1650>, " Pratica del ben morire. Et aiutar gl'Infermi, e Moribondi, in cui si danno regole, auisi, & industrie singolari per apparecchiarsi a far bene il primo, & essercitar con gran profitto il secondo. Et si insegna con arte mirabile, a cauar frutti di vita dalla morte, e dalle circonstanze, che l'accompagnano, & immensi tesori dal patir l'infermita. Con vna raccolta di diuotissime preci, e formule per produr atti perfettissimi di ogni virtu in ordine a santificar l'infermita, e far buona morte. Opera del ... Luigi Nouarini ...", In Verona: Rossi, Francesco , 1648
- Novarini, Luigi <1594-1650>, " Omnium scientiarum anima, hoc est, axiomata physio-theologica, ex probae notae authoribus editis, aut ineditis prompta, & suo ordine distributa ... opus in quo melior auctorum succus utiliorque relictis controuersiarum, & quaestionum pugnacibus contentionibus purus putus doctrinarum liquor porrigitur ... author ... Aloysius Nouarinus ...", Lugduni: Boissat, Horace <16..-168.?> & Anisson, Laurent <1600?-1672>, 1644-1645
- Novarini, Luigi <1594-1650>, " Matthaeus expensus, notis, monitisque sacris ex Latino, Graeco, Syriaco, et Arabico fonte, locisque parallelis et variarum versionum collatione erutis ad mores informandos illustratus. Addita lectionum varietate vulgatae editioni ad uerbum respondente ex linguarum fontibus hausta et Sanctorum Patrum monumentis; alijsque interpretibus collecta. a R.P. Aloysio Nouarino Veronensi ...", Venetijs: Salis, Giovanni, 1629
- Novarini, Luigi <1594-1650>, " R.P. Aloysii Nouarini Veronensis ... Adagia, formulaeque prouerbiales, ex sanctorum patrum, ecclesiasticorumque scriptorum monumentis accurate promptae; quae explicantur, illustranturque; additis, vt res exigebat, vitiis euellendis, virtutibus implantandis, excursibus ethologicis, & moribus expoliendis, insertis salubribus monitis ... Opus duos in tomos tributum, quorum alter tertia parte plus, auctior quam prima eiusdem editio, alter vero posthumus nunc recens exhibetur, vt iam de hoc argumento nihil exactius desiderari queat", Veronae: Merlo, 1651
- Novarini, Luigi <1594-1650>, " Anima di deuotione, e guida al sacro altare cioe Diuotissimi esercitii e singolarissime industrie per dispositione & apparecchio a riceuer il Signore sotto le specie Sacramentali, & hauer sofficiente notitia dei misteri ineffabili, che nel Santissimo Sacramento si racchiudono ... Con l\'aggiunta di 40 Considerationi circa l'eccellenze, e grandezze e misteri dell'Augustissima Eucharistia. Opera del R.P.D. Luigi Nouarini C.R", In Verona: Rossi, Francesco
- Novarini, Luigi <1594-1650>, " Aloysi Nouarini ... Electa sacra in quibus qua ex linguarum fontibus, qua ex priscis gentium ritibus nonnulla sacrarum litterarum loca explicantur, et illustrantur; subque Virginea vmbra ita virginis Mariae laudes novo quodam modo, et ab alterius calami penicillo illibato exibentur, vt etiam Gabrielis nuntij, Iosephi sponsi, Ioachimi et Annae genitorum eius imagines, et vniuersae vtilium monitorium colores vitae perficiendae huius vmbrae appositione venustiores ostendantur", Venetijs: Salis, Giovanni eredi, 1632
- Novarini, Luigi <1594-1650>, " AloysI Nouarini ... Electa sacra in quibus qua ex Latino, Graeco, Hebraico, & Chaldaico fonte, qua ex antiquis Hebraeorum, Persarum, Graecorum, Romanorum, aliarumque gentium ritibus quaedam diuinae Scripturae loca nouiter explicantur, & illustrantur: antiquitates plurimae in lucem eruuntur; omnia monitis sacris adspersa, & excursis moralibus locupletata", Venetijs: Salis, Giovanni, 1627
- Novarini, Luigi <1594-1650>, " Paulus expensus, notis monitisque sacris qua ex linguarum fontibus, qua ex variarum versionum collatione, qua ex Sanctorum Patrum, aliorumque probae notae auctorum obseruationibus, quae ad mores informandos praecipue spectant, illustratus ... Omnia nunc primum offert R.P.D. Aloysius Nouarinus ..", Veronae: Rossi, Francesco , 1643
- Novarini, Luigi <1594-1650>, " R.P. Aloysii Nouarini ... Moses expensus, notis, monitisque sacris, qua ex linguarum fontibus, qua ex variarum versionum, aliorumque locorum collatione, qua ex Sanctorum Patrum, aliorumque auctorum editorum, & ineditorum obseruationibus, quae ad mores praecipue spectant, illustratus", Veronae: Merlo, 1647-1648
- Novarini, Luigi <1594-1650>, " 3: Tomus tertius. In quo sacrae, ac prophanae eruditionis opibus augendis multa producuntur; varia diuinis litteris explicandis, illustrandisque offeruntur, plura monita probae vitae informandae, moribus expoliendis exhibentur ... Adiecta quoq. Appendix variorum opusculorum, ad rem asceticam spectantium, quae ne sola errarent, ac perirent, huic volumini inligata, secundis curis aucta, rursus prodeunt", Veronae: Rossi, Francesco , 1649















Pierfrancesco : da Camerino, "Opera nuoua piaceuole, da ridere de vn villano lauoratore nomato Grillo quale volse douentar medico in rima istoriata", in Venetia : per Nicolo Zopino e Vincentio Compagno, 1519 adi vi. de octubrio - 20 c. ; 12o - Di Pierfrancesco da Camerino, cfr. Sander 1553 - Sul front.: xilografia - Segn.: A-B8 C4 - Impronta - rade iare naso DaSi (C) 1519 (R) - Localizzazioni: Biblioteche della Fondazione Giorgio Cini


Crescenzi Romani, Giovanni Pietro : de <1615-1650>, "Presidio romano ouero Della milizia ecclesiastica et delle religioni si caualleresche, come claustrali libri 3. ... Aggiunteui le memorie di molte illustri famiglie, ... di Gio. Pietro de' Crescenzi Romani, nobile piacentino, accademico tra gli Adaggiati di Rimini il Solitario, ... Con l'Arsenale de' religiosi in fine ..", In Piacenza : Per Gio. Antonio Ardizzoni, stampatore camerale, 1648 (In Piacenza : per Gio. Antonio Ardizzone stampator camerale) - 2 pt. ([24], 530, 136; 69, [3] p.) ; 2o. - Contiene anche, a p. 407: "Lupo d'Olmeto il venerabile libri cinque" di don Pjo Rossi - Marca non controllata (leone su roccia: "Vias tuas domine") sui front. - Pt. 2: "Presidio romano libro terzo ... ouero Arsenale de' religiosi ." - . Segn.: a-c4 A-3X4, 2A-R4; A-I4. - Impronta - IOea o.ma lin- Or48 (3) 1648 (R) - O.uo nil- o-z' CoPi (3) 1647 (R) - Localizzazioni: Biblioteca Reale - Torino - Biblioteca dell'Opera pia collegio Nazareno - Roma - Biblioteca Giovardiana - Veroli - FR - Biblioteca statale del Monumento nazionale di Montecassino - Cassino - FR - Biblioteca comunale - Palazzo Sormani - Milano - Biblioteca Palatina - Parma - Biblioteca comunale Classense - Ravenna - Biblioteca nazionale centrale Vittorio Emanuele II - Roma
Del Crescenzi Romani per gli studiosi di araldica può altresì essere interessante il volume "Il nobile romano, o' sia trattato di nobilta, libri due di Gio. Pietro de' Crescenzj Romani nobile piacentino, ampliato con molte aggionte dal conte di Guardamiglio fratello uterino del medesimo. ...", In Bologna : per gli eredi d'Antonio Pisarri : Ad instanza di Lodovico Ruvinetti Libraro in Bologna al Mercurio, 1693 - [28], 334, [2] p. ; fol. - Titolo dell'occhietto : "Il nobile del Crescenzio" - Iniziali xilogr. - Localizzazioni: Biblioteca nazionale centrale - Firenze - Biblioteca della Fondazione Marco Besso - Roma - Biblioteca nazionale centrale Vittorio Emanuele II - Roma - Biblioteca dell'Accademia delle scienze - Torino [altre edizioni note: In Bologna : Per gli eredi di Pisarri, 1694 loc. in Biblioteca della Societa' napoletana di storia patria - Napoli].
VEDI BIBLIOGRAFIA RAPPORTI G. P. CRESCENZI ROMANI - A. APROSIO


Boissard, Jean-Jacques (1528 - 30 ottobre, 1602), era un antiquario francese e un poeta latino: Aprosio lo cita tra l'altro in questo cap. XI dello Scudo di Rinaldo.
Vide la luce a Besancon ma fu istruito a Leuven: irrequito e refrattario alla severità dei metodi educativi fuggì tuttavia dal seminario cui era stato iscritto e viaggiò per la Germania e l'Italia, in cui rimase parecchi anni, spesso dovendo vivere in condizioni di notevole povertà. Il suo soggiorno in Italia gli sviluppò tuttavia un gusto sottile per le antichità e riuscì a mettere insieme una collezione di manufatti provenienti da Roma e dai territori circonvicini. In seguitò visitò le isole della Grecia, ma una grave malattia lo obbligò a rientrare a Roma. Qui riprese la sua opera di collezionista e completatala rientrò con essa in Francia; ma non essendo consentito in Francia di professare pubblicamente la religione protestante, che baveva abbracciato qualche tempo prima, si ritirò a Metz, in cui rimase a lavorare sino alla sua morte.
I suoi lavori più importanti sono: Poemata (1574)
Emblemata (1584)
Icones Virorum Illustrium (1597)
Vitae et Icones Sultanorum Turcicorum, ecc. (1597)
Theatrum Vitae Humanae (1596)
Romanae Urbis Topogrephia (1597-1602), opera molto rara
De Divinatione et Magicis Praestigiis (1605)
Habitus Variarum Orbis Gentium (1581), ornato con settanta incisioni.
Secondo l'SBN in Italia si trovano le seguenti sue opere custodite nelle biblioteche pubbliche:
Boissard, Jean-Jacques , " Bibliotheca chalcographica illustrium virtute atque eruditione in tota Europa, clarissimorum virorum theologorum, jurisconsultorum, medicorum, historicorum, geographorum, politicorum, philosophorum, poetarum, musicorum, aliorumque. Collectore Iano Iacobo Boissardo Ves. sculptore Jan. Theod. de Bry chalcogr ...", Ammon, Johann
Boissard, Jean-Jacques , " Tractatus posthumus Jani Jacobi Boissardi Vesuntini de divinatione & magicis praestigiis quarum veritas ac vanitas solide exponitur per descriptionem deorum fatidicorum qui olim responsa dederunt; ... Adiunctis simul omnium effigiebus, ab ipso autore e gemmis, marmoribus, talibusque antiquis ad vivum delineatis; iam modo eleganter aeri incisis per Joh. Theodor. de Bry ...", Oppenheimii: Galler, Hieronymus
Boissard, Jean-Jacques , " Theatrum vitae humanae. A I.I. Boissardo vesuntino conscriptum, et a Theodoro Bryio artificiosissimis historiis illustratum", Francoforte sul Meno, Excussum typis Abrahami Fabri, ciuitatis Mediomatricorum typographi, impensis Theodori Bryi Leodiens: Bry, Theodor deFaber, Abraham
Boissard, Jean-Jacques , " 1. [-6.] pars Romanae vrbis topographiae & antiquitatum, qua succincte & breviter describuntur omnia quae tam publice quam privatim vedentur animadversione digna: Iano Iacobo Boissardo Vesuntino autore. Tabula chorografica totius Italiae: figurae aliquot eleganter in aere incisae: artifice Theodoro de Bry Leod. cive francdordiensi omnia foras recens edita", 1597-1602
Boissard, Jean-Jacques , " 6: 6. pars antiquitatum Romanarum siue 4 tomus, inscriptionum & monumentorum, quae Romae in saxis & marmoribus visuntur autore I.I. Boissardo Vesuntino omnia studiose conquisita & excepta, artificibus vero Theodori de Brij relictis filijs recens in aere efficta foras data", Francf. - 1602
Boissard, Jean-Jacques , " 5: 5. pars antiquitatum Romanarum siue 3. tomus, inscriptionum & monumentorum, quae Romae in saxis & marmoribus visuntur autore I.I. Boissardo Vesuntino omnia studiose conquisita & excepta, artificibus vero Theodori de Brij reloictis filijs recens in aere efficta foras data", Francf. - 1600
Boissard, Jean-Jacques , " 3: 3. pars antiquitatum seu inscriptionum & epithaphiorum quae in saxi & marmoribus Romanis videntur cum suis signis & imaginibus exacta descriptio auctore Iano Iacobo Boissardo Vesuntino omnia elegantissimis figuris in aere incisis illustrata, per Theodorum de Bry Leodiensem, civem Francfordien", [Francoforte s.M.[Metz Francoforte s.M.] excussum typis Abrahami Fabri, ciuitatis Mediomatricorum typographi: Bry, Theodor deFaber, Abraham, 1597
Boissard, Jean-Jacques , " 4: 4. pars antiquitatum Romanarum siue 2. tomus inscriptionum & monumentorum, quae Romae in saxis & marmoribus visuntur authore I.I. Boissardo Vesuntino omnia studioseconquisita & excepta, artifice vero Theodoro de Brij Leod. recens in aere efficta, et foras data", Francf. - 1598
Boissard, Jean-Jacques , " 2: 2. pars antiquitatum Romanarum seu topographia Romanae vrbis ... Marliani in-super et Onuphri Topographia eiusdem vrbis a I.I. Boissardo V. primum ad Theodorum de Bry missa, qui ad vivum ea in aere efficta, elegantissimo artificio illustravit", Francfordij: Bry, Theodor deSaur, Johann, 1597
Boissard, Jean-Jacques , "2: Vitae et icones sultanorum Turcicorum, principum Persarum aliorumque illustrium heroum heroinarumque ab Osmane usque ad Mahometem 2. Ad vivum ex antiquis metallis effictae, primum ex Constantinopoli D. Imp. Ferdinando oblata nunc descriptae & tetraschichis |! succinctis illustratae. A Ja. Jac. Boissardo Vesuntino. Omnia recens in aes artificiose incisa et demum foras data, per Theodorum de Bry Leod. civem Francoforti", Francf. ad Moen. - 1596
Boissard, Jean-Jacques , " 8. pars Bibliothecae chalcographicae id est. Continuatio teria. Iconum virorum illustrium, quorum alij quidem intervivos esse jam olim deseriunt, alij vero nunc quoque aura honorum suorum perfruuntur gloria. Sculptore Clemente Ammonio ...", Francofurti ad Moenum - 1652
Boissard, Jean-Jacques , " 9. Pars calcographicae Bibliothecae hoc est. Continuatio quarta iconum virorum illustrium, adjectis singulorum iconibus singulis distichis", Heidelbergae - 1654
Boissard, Jean-Jacques , " Vitae et icones sultanorum Turcicorum, principum Persarum aliorumque illustrium heroum heroinarumque ab Osmane usque ad Mahometem 2. Ad vivum ex antiquis mettallis effictae, primum ex Costantinopoli d. imp. Ferdinando oblatae nunc descriptae & tetrascichis succinctis illustratae, a Ja. Jac. Boissardo Vesuntino. Omnia recens in aes artifici", Francf. ad Moen. - 1596
"Inscriptiones antiquae totius orbis romani in absolutissimum corpus redactae olim auspiciis Iosephi Scaligeri et Marci Velseri industria autem et diligentia Iani Gruteri: nunc curis secundis ejusdem Gruteri et notis Marquandi Gudii emendatae et tabulis aeneis a Boissardo confectis illustratae, denuo cura viri summi Ioannis Georgii Graevii recensitae. Accedunt adnotationum appendix et indic", Amstelaedami: Halma, Francois, 1707
Boissard, Jean-Jacques , " 4.: Quarta pars iconum viros virtute atque eruditione illustres repraesentantium, quorum alij inter vivos esse jam olim desierunt, alij vero nunc quoque vitali lumine honorum et dignitatum suarum perfruuntur gloria ...", Franfordij ad Moenum: Becker, Matthaus <1. ; 1598-1612?> Bry, Johann Theodor de & Bry, Johann Israel de, 1599
Boissard, Jean-Jacques , " 3.: Tertia pars iconum virorum illustrium, quorum alii quidem inter vivos esse iam olim desierunt, alij vero nunc quoque vitali aura, honorumque suorum beati per fruuntur gloria ...", Becker, Matthaus <1. ; 1598-1612?> Bry, Johann Theodor de & Bry, Johann Israel de
Boissard, Jean-Jacques , " Icones quinquaginta virorum illustrium doctrina & eruditione praestantium ad vivum effictae, cum eorum vitis descriptis a Ian Iac. Boisardo Vesunti", FrancofurtiImpressum Francfordii ad Moenum: Bry, Theodor deBry, Johann Theodor de & Bry, Johann Israel de, 1597-1599
Boissard, Jean-Jacques , " 2.: Secunda pars. Icones virorum illustrium doctrina & eruditione praestantium contines, quorum alii inter vivos esse desierunt, ... deseriptes a I.I. Boissardo Vesunt ...", Francfordii: Bry, Theodor de, 1598
Boissard, Jean-Jacques , " Iani Iacobi Boissardi Vesuntini Emblematum liber. Ipsa emblemata ab auctore delineata: a Theodoro de Bry sculpta, & nunc recens in lucem edita", Francofurti ad Moenum: Bry, Theodor de, 1593
Boissard, Jean-Jacques , " [1]: Onuphrii Panuinii, Bartholomaei Marliani, Petri Uictoris, Iani Iacobi Boissardi Topographia Romae cum tabulis geographicis, imaginibus antiquae et novae urbis, inscriptionibus, marmoribus, aedificiis sepulchris, et quicquid est a ueneranda antiquitate. Magna diligentia aeri incisis", Francofurti: Bry, Theodor de, 1627
Boissard, Jean-Jacques , " 2: 2. Pars antiquitatum Romanarum seu topographia Romanae vrbis iam inde ab V.C. ad nostra vsque tempore maxime quando in summo flore fuit, accuratissima: Plateae eiusdem cum aedificiis & magnificis structuris publicis, effigiate & ordine digestae, descriptio perspicua singulis figuris apposita a I.I. Boissardo V. primum ad Theodorum de Bry missa, qui ad viuum ea in aere efficta, elegantissimo artificio illustrauit. - Editio altera accuratior. - Studio sumtibusque Matthaei Meriani Basil. in lucem prodiens, anno 1628.", [6],1-18, [88],55-194, [8] p., : [3] c. di tav. ripieg. ; fol. - [ast.]-3[ast]4 A-D2 E-2N4. - Le c. segnate A-D2 E-N4 sono costituite da tav. calcogr. e testo.", Bry, Theodor deMerian, Matthaus <1. ; 1625-1>
Boissard, Jean-Jacques , " Iani Iacobi Boissardi Vesuntini Poemata. Elegiarum libri 2. Hendecasyllabor. lib. 2. Tumulorum et epitaphiorum lib. 1. Epigrammatum lib. 2", Metis: Le Fevre, Abraham, 1589
Boissard, Jean-Jacques , " 6. Pars Bibliothecae chalcographicae, id est Continuatio prima, iconum virorum virtute atque eruditione illustrium, quorum alij inter vivos esse jam olim desierunt, alij vero nunc quoque vitali lumine honorum & dignitatum suarum perfruuntur gloria. Sculptore Sebastiano Furckio ...", Francofurti - 1650
Boissard, Jean-Jacques , " 7. Pars Bibliothecae chalcographicae id est. Continuatio secunda iconum virorumillustrium, quorum alij quidem inter vivos esse jam olim desierunt, alij vero nunc quoque aura, honorum suorum perfruuntur gloria. Sculptore Clemens Ammonio ...", Francfordij ad Moenum - 1650
Boissard, Jean-Jacques , " Topographia Urbis Romae, das ist Eigentliche Beschreibung Der Stadt Rom, Sampt Allen Antiquitaten, Pallasten ... und in vier Tagen ordentlich beschauet und gesehen werden konnen. In Lateinischer Sprach beschrieben Durch Joannem Jacobum Boissardum ...", Franckfurt - 1681
Boissard, Jean-Jacques , " Onuphrii Panuinii, Bartholomaei Marliani, Petri Uictoris, Iani Iacobi Boissardi Topographia Romae cum tabulis geographicis, imaginibus antiquae et nouae urbis, inscriptionibus, marmoribus, aedificiis sepulchris, et quicquid est a veneranda antiquitate. Magna diligentia aeri incisis.", Francofurti : in Bibliopoleio Bryano apud Matthaeum Merianum, 1627-1628. - 6 v. : ill. ; fol.(Si tratta della sec. edizione. - Cfr. Brunet v. I, col. 1069 e COPAC. ed.descritta da Durham. - I volumi hanno i& epitaphiorum quae in saxi & marmoribus romanis videntur ... descriptio ... 1597 (1595); V. 4: IIII. pars Antiquitatum romanarum siue II. tomus Inscriptionum & monumentorum, quae Romae in saxis & marboribus visuntur ... ,1598; V. 5: V. pars Antiqvitatvm romanarvm siue III. tomus Inscriptionum ... 1600; V. 6: VI. pars Antiqvitatvm romanarvm siue IIII tomus Inscriptionum ... 1602.", Bry, Theodor de
Boissard, Jean-Jacques , " Icones diversorum hominum fama & rebus gestis illustrium", Metis Mediomatric - 1591
Boissard, Jean-Jacques , " 4: 4. pars antiquitatum seu inscriptionum & epitaphiorum quae in saxi & marmoribus Romanis videntur cum suis signis & imaginibus exacta descriptio auctore Iono Iacobo Boissardo Vesuntino omnia elegantissimis figuris in aereincisis illustrata, per Theodorum de Bry Leodiensem, civem Francfordien.", [Francoforte sul Meno] : [Theodor de Bry], 1597", Bry, Theodor de



Bonifazio, Baldassarre<1584-1659> vedi sue opere custodite nelle biblioteche italiane - vedi opere custodite presso la Biblioteca Aprosiana

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Bonifazio, Baldassarre<1584-1659>, " Oratione di Baldassare Bonifaccio humanista nello Studio di Padova nell'aprirsi dell'Accademia de' Nobili in Venetia a' 20 di gennaro 1620", Venezia: Pinelli, Antonio, 1620 Corniani, Giovanni Francesco, " Sinodia di Gio. Francesco Corniani, et Baldassare Bonifaccio; al sereniss. prencipe di Venetia M. Antonio Memmo", In Venetia: Dei, Ambrogio, 1612
Bonifazio, Baldassarre <1584-1659> , " Lettere poetiche di Baldassare Bonifaccio, per difesa, e dichiaratione della sua Tragedia ..", In Venetia: Pinelli, Antonio, 1622
Bonifazio, Baldassarre <1584-1659>, " Oratione di Baldassare Bonifaccio. Archidiacono di Treuigi, all'illustrissimo et eccellentiss. signore Lorenzo Minoto podesta e capitano di Treuigi", In Treuigi: Righettini, Girolamo, 1651
"3, " Parmae: typis Hippolyti, & Francisci Mariae de Rosatis: Rosati, Ippolito & Rosati, Francesco Maria, 1691
Bonifazio, Baldassarre <1584-1659> , " Amata. Tragedia di Baldassare Bonifaccio ..", In Venetia: Pinelli, Antonio, 1622
Bonifazio, Baldassarre <1584-1659>, " Balth. Bonifacii Rhodigini Historia ludicra. Opus ex omni disciplinarum genere, selecta & jucunda eruditione refertum. Cui accessit Vita authoris, una cum indice rerum memorabilium locupletissimo", Bruxellae: Mommart, Jean, 1656
Bonifazio, Baldassarre<1584-1659> , " Balthassaris Bonifacii Ludrica historia opus ex omni disciplinarum genere selecta, ac iucunda eruditione refertum ...", Venetiis: Baglioni, Paolo, 1652
Bonifazio, Baldassarre <1584-1659> , " Dell'aristocratia discorso di Baldassare Bonifaccio, humanista nello studio di Padoua", In Venetia: Pinelli, Antonio, 1620
Bonifazio, Baldassarre <1584-1659> , " Balthassaris Bonifacii I.C. ..., De archiuis liber singularis. Eiusdem Praelectiones et ciuilium institutionum epitome", Venetiis: Pinelli, Giovanni Pietro, 1632
"1 , " Elzevier, Lodewijk <3.> & Elzevier, Daniel, 1665
Bonifazio, Baldassarre <1584-1659> , " Le Quattro colombe panegirici sacri di Baldassare Bonifaccio, gia archidiacono di Treuigi, et hora vescouo di Capo d'Istria", In Trevigi: Ponte, Simon da, 1654
Bonifazio, Baldassarre <1584-1659> , " Balthassaris Bonifacii Ludicra historia opus ex omni disciplinarum genere selecta, ac iucunda eruditione refertum", Venetiis
Bonifazio, Baldassarre <1584-1659> , " Dell'immortalità dell'anima, discorso di Baldassare Bonifaccio", In Venetia: Pinelli, Antonio, 1621
Bonifazio, Baldassarre<1584-1659> , " Balthassaris Bonifacii Ludicra historia opus ex omni disciplinarum genere selecta, ac iucunda eruditione refertum ...", Venetiis: Baglioni, Paolo, 1652
Bonifazio, Baldassarre <1584-1659> , " Balthassaris Bonifacij Musarum pars prima", Venetiis: Hertz, Giovanni Giacomo
Bonifazio, Baldassarre <1584-1659> , " Il beato Henrico triuigiano. Panegirico sacro di Baldassare Bonifaccio archidiacono, & vicario gen. di Treuigi. Dedicato al molto reu. p. il p. Lorenzo Mannoni ..", In Treuigi: Da_Ponte, Simone, 1653
Bonifazio, Baldassarre <1584-1659> , " Oratione di Baldassare Bonifaccio archidiacono di Treuigi. All'illustriss. et eccellentissimo sig. Marco Ruzini podesta, et capitano di Treuigi", In Treuigi: Righettini, Girolamo, 1652
Bonifazio, Baldassarre <1584-1659> , " Risposta al manifesto della signora Sara Copia del signor Baldassare Bonifaccio", In Venetia: Pinelli, Antonio, 1621
Bonifazio, Baldassarre <1584-1659> , " Manifesto di Sarra Copia Sulam hebrea. Nel quale e da lei riprouata, e detestata l'opinione negante l'immortalita dell'anima, falsamente attribuitale dal Sig. Baldassar Bonifaccio", In Venetia: Pinelli, Antonio, 1621
"Fiori poetici raccolti nel funerale del molto illustre, e molto reuerendo signor Claudio Monte verde maestro di cappella della Ducale di S. Marco. Consecrati da d. Gio. Battista Marinoni, detto Gioue: maestro di cappella del Domo di Padoua all'illustrissimi & ecceilentissimi | sig. Procuratori di chicsa | di S. Marco", Miloco, Francesco
Bonifazio, Baldassarre <1584-1659> , " Balthassaris Bonifacii... Stichidion libri 18. 1 Propylon. 2 Erotarion. 3 Dulariomanes. 4 Callicacon. 5 Hybrida. 6 Hermathena ...", Venetiis", 1619
Bonifazio, Baldassarre<1584-1659>, " Balthassaris Bonifacii ... Lararium. Ad Federicum cardinalem Borromeum archiepiscopum Mediolani", Venetiis", 1619
Bonifazio, Baldassarre <1584-1659>, " Castore e Polluce. Rime di Baldassarre Bonifaccio, e di Gio. Maria Vanti. Con le dichiarationi di Gasparo Bonifaccio ...", In Venetia: Prati, Francesco, 1618
Bonifazio, Baldassarre <1584-1659>, "Balthassaris Bonifacij Musarum pars prima", Venetiis : apud Ioannem Iacobum Hertium, 1646 - [32], 479, [1] p. ; 8o.- Data in colophon: MDCIVL - Front. calcogr. - Marca a c. 2G8v Segn.: a-b8 A-2G8 - Impronta - nere 1.1. t.s, EtIn (3) 1646 (R) - Altre localizzazioni: FI0098 - Biblioteca nazionale centrale - Firenze - Biblioteca comunale - Citerna - PG
Le
Parti, II, III, IV, V delle "Muse" furono viste dall'Aprosio tra il materiale manoscritto del Bonifacio lasciato per testamento al di lui nipote Vincenzo Bonifacio ma non risulta che sian mai state date alle stampe e non si ha menzione della loro possibile sopravvivenza o collocazione.
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1 - "Balthassaris Bonifacii Ludicra historia opus ex omni disciplinarum genere selecta, ac iucunda eruditione refertum...", Venetiis : apud Paulum Baleonium, 1652 [20], 804 p. : 1 ill. ; 4°.
2 - Bonifacio, Baldassare, "Dell'aristocratia discorso di Baldassare Bonifaccio ...", In Venetia : appresso Antonio Pinelli stampator ducale, 1620 11 c. ; 4°.
3 - Bonifacio, Baldassare, "Saggi sacri, ed accademici della penna di Bonifacio Agliardi ...", In Bergamo : per Marc'Antonio Rossi, 1648 [8], 180 [i.e. 280], [12] p. : 1 ill. ;
4 - "Oratione di Baldassare Bonifaccio ... nelle esequie del glorioso Pontefice Silvestro Moresini ...", In Venetia : presso Giacomo Sarzina, 1636 31 p. ; 4°. 5 - Bonifacio, Baldassare, "Versi di Catone ridotti a metodo ... opera gia' composta da Monsignor Girolamo Bonifaccio...", In Rovigo : presso Daniel Bissuccio, 1629 [6], 44 p. ; 4°.
6 - Bonifacio, Baldassare, "Balthassaris Bonifacii ... Stichidion libri 18 ...", Venetiis : apud Pratum, 1619 [16], 314, [6] p. ; 16°.
7 - Bonifacio, Baldassare, " Balthassaris Bonifacii ... Lararium", Venetiis : apud Pratum, 1619 42, [6] p. ; 16°.
8 - Bonifacio, Baldassare, "La reina de' cieli, con le sue damigelle, panegirici sacri di Baldassare Bonifaccio, vescovo di Capo d'Istria con due tavole copiose, una de' panegirici, e altra delle cose notabili Venetia", per li Baba, 1657 [12], 550, [13] p. ; 4° 9 - Bonifacio, Baldassare, "Caroli Sigonii Iudicium de historicis, qui res romanas scripserunt, ab Urbe condita ad Caroli Magni imperatoris tempora. Accesserunt de eiusdem scriptoribus excerpta a Balthassarre Bonifacio et ordo romanae historiae legendae Adriani Politi ...", Venetiis : apud Antonium Pinellum, 1627 [2], 20, [8], 93, [19] p. ; 4°.
10 - Sigonio, Carlo ; Bonifacio, Baldassare ; Politi, Adriano, "Il lupo incoronato. Panegirico di Baldassare Bonifaccio, Archidiacono di Trevigi, per la venuta di ... Gio. Antonio Lupi al suo Vescovato di Trevigi", In Venetia : per Antonio Bernardello, 1646 22, [2] p. ; 4°.
11 - Bonifacio, Baldassare, "Panegirico di Baldassar Bonifacio. All'Illustriss. Sig. Vito Morosino Podesta', e capitano di Rovigo ...", [Rovigo?], [16..] [10] c. ; 8°
Bonifacio, Baldassare, "Rosario fiorito ai meriti dell'Illustriss. Sig. Vido Morosini Podesta' e Capitano di Rovigo ... poema faceto del Sig. Gasparo Bonifaccio", In Venetia : per Evangelista Deuchino, 1630 [7], 104, [4] p. ; 8°
























Noceto, Giovanni Battista sacerdote gesuita nato a Genova nel 1587 morto nel 1670: ebbe diversi interessi come si evince dai suoi volumi reperiti dal SBN:
Noceto, Giovanni Battista, " Astrologia ottima indifferente, pessima. Censure pubblicate dal P. Gian Battista Noceto genouese della Compagnia di Giesu'", In Pariggi [i.e. Genova] : per la uediua di Enrico Sara', al insegna del Corno di seruo, appresso il posso Certino, 1663 (Appresso Stefano Pepingue', nella strada della Harpa, al Braccio di Ercole) - 24, 276, 12 p. ; 12° - Parti di testo in latino - Pubblicato a Genova, cfr. M. Parenti. "Luoghi di stampa falsi"; p. 160 - Colophon a c. M6v - Segn.: a12 A-M12 - Bianche la prima e l'ultima c - Var. B: In Parigi : "la vedoua di Enrico Sara, all'Insegna del Corno di Ceruo, appresso il pozzo Certino" [24], 276, [14] p. Segn.: a12 A-M12 chi1, la c. chi1 contiene: Errata - Impronta - l-o- a-a- e.i- ilgu (3) 1663 (R) - Localizzazioni: - Biblioteca nazionale centrale - Firenze - FI - Biblioteca nazionale Braidense - Milano - Biblioteca Estense Universitaria - Modena - MO - 1 v. - Biblioteca Palatina - Parma - Biblioteca dell'Osservatorio astronomico di Roma - Biblioteca nazionale centrale Vittorio Emanuele II - Roma - RM - 1 esemplare
Noceto, Giovanni Battista, " Panegirici sacri del reu. padre Gianbattista Noceto della Compagnia di Giesv con vn discorso morale del medesimo sopra la tranquilla, e intrepida coscienza del giusto, e l'inquieta, e timida del peccatore ", In Genoua : apprsso Andrea Biserti, 1677 - [12], 240 p. ; 12° - Tit. dell'occhietto: Panegirici sacri con un discorso delle coscienze buona, e mala - Segn.: A-D\1" E\18 F-K\1" - Emblema dei Gesuiti sul front. - Bianca la prima c. - Impronta - c.s. tama iou- mest (3) 1677 (A) -[Variante del titolo] "Panegirici sacri con un discorso delle coscienze buona, e mala" - Localizzazioni: Biblioteca nazionale centrale Vittorio Emanuele II - Roma
Noceto, Giovanni Battista, "Celeste ancile, o sia Scudo di verita contra i dardi della bugia, esposto dal P. Gio. Battista Noceto genouese della Compagnia di Giesu .. ", In Parigi : appresso Tomaso La Carriera, sotto l'archi della Ripa di Gevre, 1655 - [8], 64 p. ; 4. - Secondo il Parenti ("Dizionario dei luoghi di stampa falsi", p. 160) sarebbe in realta pubblicata a Genova, ma il tipografo, la segnatura del fasc. prel. e l'imprimatur (v. della seconda c.) di Parigi lo contraddicono - Segn.: a4 A-R2. - Impronta - i.e: c-vn coa- difa (7) 1655 (A) - Localizzazioni: Biblioteca nazionale centrale Vittorio Emanuele II - Roma
Noceto, Giovanni Battista, "Genethliacus a Deo, Ecclesia catholica, Sanctis Patribus, theologis, doctis, & probis omnibus, condemnatus, superstitionis, ignorantiae, fraudis; ... a R.P. Ioanne Baptista, Nuceto Genuensi, Societatis Iesu. .. ",Lugduni : sump. H. Boissat, & G. Remeus - 32 p., [1] c. di tav. : antip. calcogr. ; 8o. - Antip. calcogr. con iniziali AB e IT. - Pubblicato probabilmente nel 1667, data del privilegio - Segn.: A-D4 - Impronta - ,&r- s,t. s,t. coLe (3) 1667 (Q) [Variante del titolo] "Genethliacus a Deo, et Ecclesia catholica condemnatus; superstitionis, ignorantiae & fraudis" - Localizzazioni: Biblioteca nazionale centrale Vittorio Emanuele II - Roma
Noceto, Giovanni Battista, "Ex Parnassi bicipitis hierographi, et adiaphori Laciniis Imis Pauci flores lecti a r. p. Ioanne Baptista Nuceto Societatis Iesu ", Lugduni, 1677 [4], 84, [2] p. ; 8 - Sul front. fregio xilogr. - Iniz. e fregi xilogr - Segn.: [pi greco]2 A-E8 F2 [chi]1 - Impronta - a.RA o.*, m,s, QuSe (3) 1677 (R) - Localizzazioni: Biblioteca Palatina - Parma
Noceto, Giovanni Battista, "Memoriale del P. Gio. Batt. Noceto della Compagnia di Giesu. A gli eminentissimi, e reuerendissimi signori cardinali del S. Vfficio. Contra Il cielo aperto per gli auuenimenti dell'anno bisestile 1652. Discorso astrologico del cauaglier Genesio Gastorello .. ", [Pubblicato dopo il 1652] - 23, [1] p. ; 4o. - Probabilmente pubblicato in Italia dopo il 1652 - Segn.: A4(A2+B4)C4. - Impronta - raRI o-e? dio. poco (3) 1652 (Q) - Localizzazioni: Biblioteca nazionale centrale Vittorio Emanuele II - Roma
Noceto, Giovanni Battista, "Astrologia ottima, indifferente, pessima. Censure pubblicate dal P. Gian Battista Noceto ... ", In Genova : per gli Heredi dei Calenzani - 22, 276, 10 p. ; 15 cm - Pubbl. presumib. nel 1675 - Localizzazioni: Biblioteca comunale - Palazzo Sormani - Milano
Noceto, Giovanni Battista, "Panegirico della Santissima Sindone detto dal reu. padre Gianbattista Noceto della Compagnia di Giesv nella chiesa metropolitana di Torino, doue si conserua questa miracolosa, e duina [!] reliquia Pubblicazione: In Ronco : appresso Bartolomeo Cotta Descrizione fisica: 30, [2] p. ; 12o Note Generali: Pubblicato nel sec. XVII Segn.: A\16 Bianca l'ultima c Numeri: Impronta - o.la dahe ,&he gnMa (3) 0000 (Q) Nomi: Noceto , Giovanni Battista < 1587 - 1670 > [Editore] Cotta, Bartolomeo Paese di pubblicazione: IT Lingua di pubblicazione: ita Localizzazioni: RM0267 - Biblioteca nazionale centrale Vittorio Emanuele II - Roma - RM - 1 esemplare





















ABATI ANTONIO: nato a Gubbia (Perugia) verso il 1600 morì a Senigallia (Ancona) nel 1667.
Negli anni compresi fra il 1631 ed il 1638 visse ed operò a Roma, Viterbo e Milano, poi dal 1640 al 1645 fu al servizio di Leopoldo d'Austria che lo gratificò non poco dei suoi augusti favori.
Viaggiò a lungo tra la Francia e le Fiandre, quindi, ritornato in Italia, ricoprì vari incarichi negli Stati Pontifici.
Fu anche membro dell'Accademia dei caliginosi di Ancona e di quella degli Insensati di Perugia.
Al primo posto, per rinomanza, fra le sue opere sono mediamente collocate "Le Frascherie" (Leni, Venezia, 1651), tre "Fasci" di prose e satire (specialmente in terza rima) ove si rifece qual modello all'amico e poi rivale Salvator Rosa.
Abati compose opere di contenuto polemico verso la letteratura del XVII secolo e tra queste son da menzionare i "Ragguagli di Parnaso contra i poetastri e partigiani delle nationi" (Ghisolfi, Milano, 1638) redatti in versi secondo una stilematica che riprende le modulazioni del Boccalini.
Autore di buona rinomanza non mancò di successi, ottenuti anche dall'edizione delle sue "Poesie postume" (Recaldini, Bologna, 1671) destinate, per la buona accoglienza del pubblico, a varie ristampe.


























LETTERA CIECA - LETTERE CIECHE: termine antiquato per indicare LETTERA ANONIMA - LETTERA NON FIRMATA.





















Wolfius, John la cui vita si legge nell'opera di Adam, Melchior, "Vitae Germanorum iureconsultorum et politicorum, qui superiori seculo et quod excurrit floruerunt", Frankfurt

, Hered. Jonae Rosae; Heidelberg: Johannes Georgius Geyder, Acad. Typogr., 1620 [30], 488, [31] S. 4° stese l'opera "Lectionum Memorabilium et Reconditarum Centenarii XVI" (1671) in cui trattò le vicende della "Papessa Giovanna" e dove dissertò di due autori qui menzionati da Aprosio vale a dire Stephan Blanck (I, p.231) e "Baptista Mantuanus" (I, p.230).
Di Stephan Blanck oggi pressochè sconosciuto alla Biblioteca Nazionale di Berlino si trovano alcune testimenianze. Precisamente entro due edizioni dei "Mirabilia Romae" (puoi qui leggerne anche il testo): titolo tradizionale di diverse raccolte (di varie epoche e autori, non sempre sicuramente identificati), contenenti notizie su monumenti, cerimonie e tradizioni di Roma, redatte nel Medioevo. I veri e propri "Mirabilia" si hanno nel secolo XII e seguono cronologicamente agli itinerari ad uso dei pellegrini usati prima del Mille.
I testi in questione sono:
1 - "Mirabilia Urbis Romae. Das ist. Die wundersame verwunderliche Wunder/ so inn der Statt Rom dem grossen Römischen Binnkorb zu finden ...", / Johann Fischart - Erstlich durch M. Steffan Blanck von Passaw [donde la latinizzazione "ex origine" di "Passavianus"]/ Anno 1500. zur zeit Alexandri 6. seiner regierung im Neundten Jahr/ im Binenkorb selbst in Truck verfertiget. Nun aber zu sonderer ergetzligkeit ... angehänckt obs schon die Pfaffen kränckt. - Rom : Planck, 1608.
2 - "Mirabilia urbis Romae : Das ist: Die wundersame verwunderliche Wunder, so in der Stat Rom dem grossen Römischen Binnkorb zufinden....", Erstlich durch Steffan Blanck von Passaw/ , Anno 1500 ... selbst in Truck verfertiget, Christlingen [vielm. Strassburg], 1594




















Spagnoli, Giovanni Battista - "Baptista Mantuanus": Poeta carmelitano, nato a Mantova nel 1448 e morto nel 1516. Nel 1513 divenne generale dell'ordine - Nome su edizioni: "Ioan Bap. Ma.; frater baptista Mantoanus; frater Baptista Mantuanus; Baptista Mantuanus".
Alla C.B.A. si conserva un suo incunabolo restaurato da Aprosio, evidentemente col soccorso di Domenico Antonio Gandolfo, neglli ultimi tempi della sua esistenza, come si apprende da una nota manoscritta dell'erudito ventimigliese.






















In Italia di questo autore si hanno secondo l'SBN:
Autore: Fischart, Johann," Catalogus catalogorum perpetuo durabilis: das ist, ein Ewigwerende, gordianischer, pergamenischer vnd tirraninonischer Bibliothecken gleichwichtige vnd richtige Verzeichnusz vnd registratur, aller furnemer auszbuendiger, ... Buecher vnd Schrifften ... newlich aber durch Artwisum von Fischmentzweiler, erditricht, abgeloest, vnd an Tag gebracht. ..", Getucht zu Nienendorff : bei Nirgendsheim, im Mentzergrund, 1590 - 34 c. ; 8o. - Nome dell'autore Johann Fischart e del tipografo Bernhard Jobin da Fischart, Johann," Fides Iesu et iesuitarum. Hoc est. Collatio doctrinae domini et salvatoris nostri Iesu, cum doctrina iesuitarum: collecta ex s. Literis, patrum scriptis, ac iesuitarum libris: et per fidei articulos disposita. Item. Iuramentum Pij papae 4. continens capita pontificae religionis, cum confutatione eiusdem. Cum praefatione d.Iohannis Marbachij s. theologiae doctoris et professoris ordinarij in academia Argentoratensi", [Strasburgo : per Donatum Gotwisum Triuonensem ... , 1574 (Excusum Christlingae : per Gnadrichum Gotwinum, 1573) - 48, 525 i.e. 526, 1 p. ;8o Note Generali: Per il vero nome del luogo Strasburgo e del tipografo Bernard Jobin, cfr. VD16, VII, 4-5 - Segn.: )(- 3)(8_A-2K8 - Impronta - inac n-m. s-ne qubu (3) 1573 (R) - Paese di pubblicazione: FR - Lingua di pubblicazione: latino - Localizzazioni: Biblioteca Casanatense - Roma






















Tommaso Porcacchi [autore peraltro noto all'Aprosio e da lui apprezzato e citato oltre il repertorio biblioteconomico: pur se Angelico non mancava di opere geografiche molto valide] fra quanti parteciparono all'iniziativa di editare i cinque ultimi canti del "Furioso" è da considerare l'autore più poledrico.
Nato a Castiglion Fiorentino [Arezzo] nel 1530 non ha lasciato di sè notizie probanti almeno sino al 1559 allorquando, dopo soggiorni a Firenze e Bologna, si trasferì a Venezia divenendo intimo dell'editore Giolito per il quale, fra molti altri prodotti culturale, editò le opere di G. Camillo ("Tutte le opere" del 1566), del Sannazzaro ("Arcadia" del 1566), del Guicciardini ("Storia d'Italia" del 1574: la sua versatilità si scopre nelle progettazioni che portò avanti con il Giolito come una collana di classici greci e latini ma anche in funzione di altri suoi scritti molto particolari come la "Prima parte delle prediche di diversi" (Cavalli, Venezia 1565), i "Funerali antichi di diversi popoli e nazioni" (Gambigliani, Venezia 1574), "Istoria dell'Origine et successione dell'illustrissima famiglia Malaspina" (Discepolo, Verona, 1585), "La nobiltà della città di Como" (Giolito, Venezia 1569).
Per quanto le sillogi letterarie moderne insistano, anche giustamente, su questi aspetti della sua produzione, la fama attuale in gran parte gli deriva da un'opera spesso non menzionata vale a dire la pubblicazione a Venezia nel 1572 dell'opera "L'isole più famose del mondo" in tre volumi di 47 carte incise su rame da Gerolamo Porro, ampliato e riedito dopo quattro anni e ristampato più volte entro il 1686.
L'opera, tuttora estremamente ricercata specie da bibliofili ed antiquari, descrive posizioni e distanze , varianti dei nomi, descrizione del territorio, con una cartografia che propone una visione globale del mondo conosciuto insieme a varie osservazioni sull'arte di navigare ma che scende nei dettagli sin ad offrire visioni anche delle terre da non molto scoperte dall'antica Ispagnola ormai detta Isola di Cuba, alle vaste terre dell'America Settentrionale, all'isola di Giamaica, ad interessanti aspetti del Messico amerindiano e precolombiano per sondare contrade sempre poco conosciute come l'Isola di San Lorenzo, analizzare nella sua immensità l'Asia e di questa scoprire contrade variamente divenute crocevia di commerci come le Isole Molucche per poi riavvicinarsi all'Europa attraverso Costantinopoli e finalmente raggiungere quell'Arcipelago greco che sarà vanamente difeso dalla cristianità (in particolare dai Cavalieri Gerosolimitani) contro l'espansionismo turco che fagociterà isole importanti come Corfù sin ad aggredire Malta ultima roccaforte dei Cavalieri.
L'investigazione del Porcacchi non si ferma, si continua verso occidente e l'Isola di Maiorca ed oltre lo Stretto di Gibilterra "veleggiare" verso altre contrade poco note seppur proprie del Mondo Antico come la Scozia, l'Olanda, la Zelanda sin a raggiungere le lontane e fredde Isole Orcadi ed Ebridi






















Alla civica Biblioteca Aprosiana si trova un'opera, altrimenti irreperibile, di un erudito giurista Filippo Mengarello, verisimilmente vissuto tra XVI e XVII secolo e di area veneta, che Aprosio cita una sola volta, riportandone tre versi, a pagina 119 della parte edita dello "Scudo di Rinaldo".: i tre versi appartengono ad una composizione poetica in italiano del Mengarello riportata a pagina 45 dell' opera
"Delle rime et prose di Filippo Mengarello ..." In Venetia : appresso Gio:Batta Ciotti, 1614 [ 79 p. : ill. ; 12°= opera di cui , secondo il Servizio Bibliotecario Nazionale, sempre alla ventimigliese Biblioteca Aprosiana e parimente unica in Italia se ne ritrova una ristampa = "In Venetia : appresso Euangelista Deuchino, 1621"]].
[Si può cliccare qui per leggere l'intiero testo digitalizzato dell'opera]
Dell'erudito Mengarello (talora anche scritto Mangarello) il prodotto più noto è però verosimilmente la
"Parinda fauola pastorale, di Filippo Mengarello con gl'intermedij. All'Iustriss. & Reuerendiss. Signor e Patron mio Colendiss. il Sig, Rinaldo Scarlichio vescouo". In Venetia : per Euangelista Deuchino, 1622 - 118, 2 p. ; 12° - Marca sul front. - Segn.: A-Eoo - Iniz. e fregi xilogr. - Bianca l'ultima carta - Impronta - lee- ++++ ++++ ++++ (C) 1622 (R) - di cui, per quanto concerne le biblioteche pubbliche, il Servizio Bibliotecario Nazionale segnala al momento 2 localizzazioni in: Biblioteca della Accademia dei Filodrammatici - Milano - Biblioteca centrale della Facoltà di lettere e filosofia dell'Università degli studi di Torino (Esemplare mancante delle c. A4-9)]
Lo stesso autore Filippo Mangarello risulta poi aver espletato attività di traduttore attesa l'individuazione dell'opera:
"Institutioni imperiali del sacratiss. prencipe Giustiniano Cesare Augusto. Tradotte in volgare in verso sciolto da Filippo Mengarello..", In Venetia : per Euangelista Deuchino, 1618 [ [24], 490, [2] p. ; 12° - - Vignetta sul front - Iniz. xilogr - Segn.: aaeae A-Vaeae X6 - Titolo uniforme: "Corpus Iuris Civilis. Institutiones" - Impronta - lea` s.nt o,no DiQu (3) 1618 (R) - di cui ancora l'SBN dà le seguenti localizzazioni esperite: Biblioteca del Seminario vescovile - Acqui Terme - AL - Biblioteca civica Romolo Spezioli - Fermo - Biblioteca provinciale dei Frati Minori Cappuccini - Torino (Manca l'ultima c. X6, front. molto lacunoso nella parte inferiore: illeggibili i dati di edizione)]






















Vopiscus Fortunatus Plemp (forse più noto con il cognome latinizzato in "Plempius") vide la luce ad Amsterdam, studiò nel collegio gesuita di Gand e nelle università di Lovanio, Leida e Padova ove seguì il magistero dell' anatomista Adrianus van den Spiegel.
Ritornato ad Amsterdam, fu nominato medico personale di Gaspar de Braccamonte y Guzmán: molto pubblicò e merita una menzione peculiare la sua traduzione del "Canone di Avicenna".
Godette di importanti amicizie intellettuali fra cui è da ascrivere quella del famoso orientalista Johannes Eylichmann che lo fece entrare nelle grazie di Descartes e dell'anatomista Nicolas Tulp.
Il Servizio Bibliotecario Nazionale annovera tra le sue pubblicazioni conservate nelle biblioteche italiane:
Plemp, Vopiscus Fortunatus," Fundamenta medicinae"", Editio quarta
Avicenna," Clarissimi et praecellentissimi doctoris Abualj Ibn-tsina qui hactenus perperam dictus est Avicenna Canon medicinae interprete & scholiaste Volpisco Fortunato Plempio. ", Lovanii: Nempaeus, Hieronymus, 1658
Plemp, Vopiscus Fortunatus," Vopisci Fortunati Plempii, ab Amsterledamo, medicinae consulti, ... De togatorum valetudine tuenda commentatio: ad praelustrem ... Petrum Xylandrum, ...", Bruxellis: Foppens, Francois <1.>, 1670
Primerose, James," Destructio fundamentorom medicinae Vopisci Fortunati Plempii in Academia Lovaniensi medicinae professoris. Ubi breviter quatercentum ipsius errores demonstrantur a ", Roterodami: Leers, Arnout <1. ; Rotterdam ; 1644-1674>, 1657
Plemp, Vopiscus Fortunatus," Vopisci Fortunati Plempii ... Fundamenta medicinae ad scholae acribologiam aptata. Editio tertia iterum recognita, interpolata, aucta. Accedit Danielis Vermostij Breue ", Louanii: Nempaeus, Hieronymus, 1654
Blaes, Gerard," Impetus Jacobi Primirosii doctoris medici, in Vop. Fort. Plempium amstelodamensem, in academia lovaniensi medicinae professorem celeberrimum, retusus a Gerardo Leon. Bl ", Amstelodami: Ravesteyn, Johannes van <1.>, 1659
Plemp, Vopiscus Fortunatus," Vopisci Fortunati Plempii ... Ophthalmographia, sive Tractatio de oculi fabrica, actione, & usu praeter vulgatas hactenus philosophorum ac medicorum opiniones. Synopsin ", Amsterodami: Laurensz, Hendrick, 1632
Avicenna," Clarissimi et praecellentissimi doctoris Abvalj Ibn-Tsina ... Canon medicinae interprete et scholiaste Vopisco Fortunato Plempio", Lovanii: Nempaeus, Hieronymus, 1658
Cabrol, Barthelemy," Ontleedingh des menschelycken lichaems. Eertijts in't Latijn beschreven door Bartholomaeus Cabrolius. Nu verduytscht en met by-voechselen als oock figuren verrijckt. ", T'Amsterdam: Laurensz, HendrickSaeghman, Gillis Joosten <1643-1702>, 1648
Plemp, Vopiscus Fortunatus," Vopisci Fortunati Amstelredamensis ... Fundamenta medicinae ad scholae acribologia aptata. Editio altera recognita, interpolata aucta. Accessit Danielis Vermostii medic ", Lovanii: Zegers, Jacob Weduwe, 1644
Plemp, Franciscus," Munitio fundamentorum medicinae Vopisci Fortunati Plempii, adversus Jacobum Primirosium alterum Herostratum ea destruere conantem. Ubi breviter milleni ipsius errores ", Amstelodami: Metelen, Joachim von, 1659
Plemp, Vopiscus Fortunatus," Vopisci Fortunati Plempii Amsterodamensis ... De fundamentis medicinae libri sex acribologia scholastica accurati", Louanii: Zegers, Jacob, 1638
Plemp, Vopiscus Fortunatus," Vopisci Fortunati Plempii amstelredamensis, ... Ophthalmographia sive tractatio de oculo", Lovanii: Nempaeus, Hieronymus, 1659
Plemp, Vopiscus Fortunatus," Verhandeling der spieren. By de welcke aengewesen wort, wat in hun onnatuyrige toe-vallen en te voor-seggen en te Hant-wercken staet. Beleedt door Fortunatum Plempi ", Tot Dordrecht gedruckt by Hendrick van Esch: Esch, Hendrick vanLoymans, Pieter & Bot, Maerten de, 1645





















1 - Fornari, Simone fu filosofo, letterato e poeta volgare, certosino. Nato a Reggio Calabria agli inizi del secolo XVI, morì verso il 1560. Visse a lungo in Toscana, specialmente a Pisa. Nome su edizioni: "Simon Fornari; Simon Fornari da Rheggio" Vedi = " Dizionario biografico degli italiani"
2 - Valvassori, Clemente (con nome su edizioni "Valavassori; Valuassori" vedi: " The *British Library catalogue of printed books to 1975") umanista ed erudito del XVI secolo altresì noto per aver curato "L'arte poetica del sig. Antonio Minturno, nella quale si contengono i precetti heroici, tragici, comici, satyrici, e d'ogni altra poesia: con la dottrina de' sonetti, canzoni, & ogni sorte di rime thoscane, doue s'insegna il modo, che tenne il Petrarca nelle sue opere ... Con le postille del dottor Valuassori, non meno chiare, che brievi. Et due tauole, l'una de' capi principali, l'altra di tutte le cose memorabili" [Venezia : per Gio. Andrea Valuassori, 1563] sono accomunati dall'edizione dei famosi 5 canti finali rimasti esterni all'"Orlando Furioso":
1 -"Orlando furioso di m. Lodouico Ariosto, con cinque nuoui canti del medesimo. Ornato di figure, & con queste aggiuntioni. Vita dell'auttore scritta per m. Simon Fornari. Allegorie ... di m. Clemente Valuassori ... Argomenti ... di m. Gio. Mario Verdezotti. Annotationi ... di m. Lodouico Dolce ... Pareri in duello d'incerto autore. Dichiaratione d'historie ... di Thomaso Porcacchi. Ricolta ... Vocabolario ... Rimario ... di m. Gio. Giacomo Paruta ", In Venetia : per Gio. Andrea Valuassori detto Guadagnino, 1566
2 - "Orlando furioso di m. Lodouico Ariosto, con cinque nuoui canti del medesimo. Ornato di figure, & con queste aggiuntioni. Vita dell'auttore scritta per m. Simon Fornari. Allegorie in ciascun canto di Clemente Valuassori ... Argomenti ad ogni canto, di m. Gio. Mario Verdezotti. Annotationi ... di m. Lodouico Dolce, & d'altri. Pareri in duello d'incerto auttore. Dichiaratione d'historie ... di m. Thomaso Porcacchi. Ricolta di tutte le comparationi usate dall'Auttore. Vocabolario di parole oscure con l'espositione. Rimario ... di m. Gio. Giacomo Paruta", In Venetia : per Gio. Andrea Valuassori detto Guadagnino, 1567
3 - " Orlando furioso di m. Lodouico Ariosto, con cinque nuoui canti del medesimo. Ornato di figure, & con queste aggiuntioni. Vita dell'auttore scritta per m. Simon Fornari. Allegorie ... di m. Clemente Valuassori ... Argomenti ... di m. Gio. Mario Verdezotti. Annotationi ... di m. Lodouico Dolce ... Pareri in duello d'incerto autore. Dichiaratione d'historie ... di Thomaso Porcacchi. Ricolta ... Vocabolario ... Rimario ... di m. Gio. Giacomo Paruta ", In Venetia : per Gio. Andrea Valuassori detto Guadagnino, 1566
3 - "Orlando furioso di m. Lodouico Ariosto, con cinque nuoui del medesimo. Ornato di figure, & con queste aggiuntioni. Vita dell'auttore scritta per m. Simon Fornari. Allegorie in ciascun canto di Clemente Valuassori ... Argomenti ad ogni canto, di m. Gio. Mario Verdezotti. Annotationi ... di m. Lodouico Dolce, & d'altri. Pareri in duello d'incerto auttore. Dichiaratione d'historie ... di m. Thomaso Porcacchi. Ricolta di tutte le comparationi usate dall'Auttore. Vocabolario di parole oscure con l'espositione. Rimario ... di m. Gio. Giacomo Paruta", In Venetia : per Gio. Andrea Valuassori detto Guadagnino, 1567
Verdizotti Giovan Mario risulta figura relativamente più complessa. Nato a Venezia non è certo se nel 1537 o nel 1540 vi morì in un periodo oscillante tra il 1604 ed il 1607. I suoi interessi spaziarono dalla musica, alla pittura (che praticò professionalmente essendo allievo di Tiziano: a lui sono attribuiti un "Giardino d'Amore" ora alla National Art Gallery di Londra ed una "Euridice" conservata all'Accademia Carrara di Bergamo) alla letteratura. Era molto giovane quando tradusse le "Metamorfosi" e l'"Eneide" di cui però editò solo il II libro. Piuttosto si segnalò in seguito per la traduzione delle "Cento Favole..." e per l'edizione da lui curata de "Le vite de' santi padri" di D. Cavalca: tra varie pubblicazione, partecipazioni ad imprese editoriali (come quella della pubblicazione dei "cinque canti finali del "Furioso") e scritti inseriti in altrui raccolte ed opere [vedi questa composizione poetica entro un'edizione veneziana degli "Emblemi" del Ruscelli] il Verdizotti (con il cognome anche scritto Verdezotti), come si evince qui sotto dall'elenco delle sue opere secondo il Servizio Bibliotecario Nazionale, diede alle stampe anche il poema eroico "Aspromonte" (lasciandone incompiuto un altro o "Beomondo" di cui nulla è pervenuto al pari di una narrazione in tre libri dedicata al mito di Psiche):
Falletti, Girolamo," Le lodi della musica tradotte da i versi latini del conte Girolamo Faletti in ottava rima da Giovan Mario Verdezzotti.", Venezia : Niccolò Bevilaqua, 1563.
Falletti, Girolamo," La musica dell'illustre sig. Girolamo Faleti conte di Trignano tradotta dal verso heroico latino in ottaua rima da Giovan Mario Verdezotti.", In Venetia : appresso Nicolo Beuilacqua, 1562.
Filippi, Marco," Le lagrime di s.ta Maria Maddalena, di m. Marco Filippi detto il Funesto. Di nuouo corrette et ampliate da m. Giouan Mario Verdizzoti, et con somma diligenza ristampate.", Venetia : appresso Gio. Battista Vgolino, 1589.
" Nouissima canzone al sereniss. sig. d. Giouanni D'Austria generale dell'armata della santissima lega sopra la vittoria seguita contro l'armata turchesca il VII giorno di ottobre MDLXXI. Co", In Venetia : [Domenico Guerra & Giovanni Battista Guerra], 1571.
Verdizotti, Giovanni Mario," Dell'Aspramonte poema heroico di M. Gio. Mario Verdizzotti canto primo.", In Venetia : appresso i Gioliti, 1591.
Verdizzotti, Giovanni Mario," Ad Gregorium XIII pont. maximum ... Io. Marius Verdizotus.", Venetiis, 1578.
Verdizzotti, Giovanni Mario," In papae Pij quinti pontificatu Io. Marij Verdizoti Carmen, quod inscribitur damon, ... Michaelis Bonelli card. Alex. religioni ac pietati dicatum.", Venetijs : ex officina Dominici Guerrei, & Io. Baptistae fratrum, 1570.
Verdizzotti, Giovanni Mario," Io. Marij Verdizoti Veneti Carmen, quod inscribitur haeresis ...", Venetijs : ex officina Dominici Guerraei, & Io. Baptistae, fratrum, 1572.
Verdizzotti, Giovanni Mario," Io. Marii Verdizoti Veneti Carmen, quod inscribitur Haeresis ..", Venetiis : ex officina Dominici Farri, 1575.
Verdizzotti, Giovanni Mario," Cento fauole morali de i piu illustri antichi, et moderni autori greci, et latini, scielte et trattate in varie maniere di versi volgari da m. Gio. Mario Verdizotti. Nellequali oltra l'ornamento di va", In Venetia : appresso Sebastian Combi, 1599.
Verdizzotti, Giovanni Mario," Cento fauole morali de i piu illustri antichi, & moderni autori greci, & latini, scielte, et trattate in varie maniere di versi volgari da m. Gio. Mario Verdizotti: nelle quali oltra l'ornamento di va", In Venetia : appresso Giordano Zileti, & compagni, 1570.
Verdizzotti, Giovanni Mario," Cento fauole morali de i piu illustri antichi, & moderni autori greci, & latini. Scielte, et trattate in varie materie di versi volgari da m. Gio. Mario Verdizoti: et di nuouo ristampate, nelle quali ", In Venetia : appresso Bolognino Zaltiero, 1575.
Verdizzotti, Giovanni Mario," Cento fauole morali. De i piu illustri antichi, & moderni autori greci, & latini. Scielte, & trattate in varie maniere di versi volgari da m. Gio. Mario Verdizzotti. ... Con la tauola di ciascuna fauo", In Venezia : appresso Giordano Zileti, & compagni, 1577.
Verdizzotti, Giovanni Mario," Cento favole morali di più illustri antichi, & moderni autori greci e latini, scielte, & trattate in varie maniere di versi volgari da m. Gio. mario Verdizzotti: ...", Venezia : appresso Francesco Ziletti, 1586.
Verdizzotti, Giovanni Mario," Lo Emandro ouero dell'incoronatione del sommo pontefice ... Clemente ottauo di Gio. Mario Verdizotti.", In Venetia : presso Domenico Nicolini, 1592.
Verdizzotti, Giovanni Mario," Encomium picturae Io. Marii Verdizoti.", Venetijs : ex typographia Dominici Guerrei et Io. Baptistae fratrum, 1569.
Verdizzotti, Giovanni Mario," Ioannis Marii Verdizoti Ex libro de sapientia christianorum ad omnes orbis terrarum nationes articulus: hoc est commentarium, seu reuelatio in primum caput Euangelij secundum Ioannem.", Venetiis : ex officina Dominici Guerraei, & Io. Baptistae fratrum, 1587.
Verdizzotti, Giovanni Mario," In Clementis VIII ... coronationem Ioan. Marii Verdizoti carmen.", Venetiis : apud Dominicum Nicolinum, 1592.
Verdizzotti, Giovanni Mario," Le vite de' santi padri insieme col prato spirituale. Nuouamente da m. Giovan Mario Verdizzotti del tutto riformate, corrette, et emendate, cosi intorno la lingua, come intorno alle cose, et espurgat", In Venetia : [Fioravante Prati] : appresso Gio. Battista Ussio, 1595.
Verdizzotti, Giovanni Mario," Le vite de' Santi Padri insieme col Prato spirituale, nuouamente del tutto riformate, corrette, & emendate, da m. Gio. Mario Verdizzotti.", Venezia : presso Giouanni Guarisco & compagni, 1576.
Verdizzotti, Giovanni Mario," XII sonetti nelle nozze del ... sig. D. Francesco de' Medici ... ad immortal memoria della ... signora Bianca Cappello ..", In Venetia : appresso Domenico Farri, 1579.
"Il secondo libro dell'Eneide di Virgilio doue si contiene la distruttione dell'antichissimo Imperio d'Asia, tradotto in ottaua rima da G.M.V.", In Venetia : appresso Francesco Rampazetto, 1560.
"Le vite de santi padri, insieme col Prato spirituale, nuouamente da Giouan Mario Verdizzotti del tutto riformate.", In Venetia : appresso Domenico, & Gio. Battista Guerra, fratelli, 1585.
"Le vite de' santi padri, insieme col Prato spirituale, nuouamente da Giouan Mario Verdizzotti del tutto riformate.", In Venetia : appresso Domenico & Gio. Battista Guerra, fratelli, 1586.
"Le vite de'santi padri insieme col Prato spirituale. Nuouamente da m. Giouan Mario Verdizotti del tutto riformate et emendate ... Con le figure ... et con la tauola de' capitoli di tutta l'opera.", In Venetia : appresso gli heredi di Gio. Maria Leni, 1599.
"Le vite de' santi padri, insieme col Prato spirituale, nuouamente da m. Giouan Mario Verdizzotti del tutto riformate ... Con le figure.", In Venetia : presso Domenico, & Gio. Battista Guerra, fratelli, 1587.
"Le vite de' santi padri, insieme col Prato spirituale, nuouamente da m. Giouan Mario Verdizzotti del tutto riformate, corrette, & emendate, cosi intorno la lingua, come intorno alle cose, & espurgate", In Venetia : appresso Giacomo Cornetti, 1591.
"Le vite de santi padri, insieme col Prato spirituale, nuouamente da m. Giouan Mario Verdizzotti del tutto riformate, corrette, & emendate, cosi intorno la lingua, come intorno alle cose, & espurgate ", In Venetia : appresso Giacomo Cornetti, 1592.
"Le vite de' santi padri, insieme col Prato spirituale, nuouamente da m. Giouan Mario Verdizzotti del tutto riformate, corrette, et emendate, cosi intorno la lingua, come intorno alle cose, et espurga", In Venetia : appresso Domenico & Gio. Battista Guerra fratelli, 1584.
"Le vite de' santi padri insieme col Prato spirituale. Nuovamente da m. Giovan Mario Verdizzoti del tutto riformate ...", In Venetia : appresso i Guerra, 1597.
"Le vite dei santi padri, insieme col Prato spirituale, nuouamente da m. Giouan Mario Verdizzotti del tutto riformate, corrette, & emendate ... Con le figure, le quali rappresentano come in uiuo ritra", In Venetia : nella stamperia de i Guerra, 1589.



Noris Fr. Henricus [scrive il Perini nella sua celeberrima silloge novecentesca sugli "Scrittori Agostiniani Itali": sotto nome] Veronensis, S. R. E. Cardinalis, eruditorum in Urbe aeternum decus atque iudex et arbiter rerum chronologicarum, in baptismo Hieronymus, natus est die 29 Augusti 1631 ex patre Alexandro Noris, oriundo ex Hibernia et Matre Catharina Manzoni. Corrigendi itaque sunt Hurter in suo "Nom. Litt.", T. IV (1910) col. 855, et Tiraboschi in sua "Storia della Letteratura italiana", T. VIII (1780), p. 101, qui scripserunt primus, illum ortum duxisse die 19 Augusti, et alter die 1 Septembris. Sed eius vitae notitias praestat transcribere ex Iosepho Lanteri, in Opere Eremi Sacrae Augustinianae, T. I. (1874) p. 259 et seq. Sic itaque ille: "illius familia jam inde ab initio saec. XIII degebat Gandini in pago Bergomensi, unde Veronam se recepit circa an. 1580. Pater vir fuit valde eruditus, qui etiam editis libris praesertim historicis litterariam rempublicam locupletavit. Henricus itaque ingenita quadam atque haereditaria propensione litteris addiscendis proclivis, iam inde a puero ad earum studium sedulo animum adiungere coepit, adeo ut brevi in politiori humanitate mirum profectum fecerit. Postea vero 15 annos natus Ariminum in Romandiolam ad sublimiora studia sub Iesuitarum disciplina excolenda profectus, quippe qui frequens in lectione operum S. P. Augustini versabatur, tantam erga sanctissimum doctorem animo concepit existimationem atque reverentiam ut illius Ordinem omnimode amplecti deliberavit. Accepto itaque ibidem Erem. Augustinensium habitu, Hieronymi cum Henrici nomine commutato, non ita multo post ingenii sui praestantiam, mentisque vastitatem Ordinis Superioribus palam fecit; quare illum Gen. Petrellius Romam vocavit, ut ibidem maiori cum profectu atque commodius studiis, operam daret. Quidquid interim a scholasticis supererat studiis, in sacrae ac profanae historiae, chronologiae et geographiae studium conferebat. Contigit inter haec, ut Romam veniret noster Christianus Lupus Hiprensis, vir illa tempestate plane doctissimus, cui Norisius datus comes et index ad visenda Urbis monumenta, ex tanti viri consuetudine in eiusmodi studiis magis magisque confirmatus est. Hinc Lupus ut suam in iuvenem optimae spei benevolentiam manifestaret suam "de christiana contritione" epistolam, qua se ab impactis de hoc argumento accusationibus vindicavit, senior iuniori inscripsit. [pag. 21] Testatus est enim, quod cum Romam advenisset, nihil potius sibi accidisse quam "quod te (Norisium alloquitur) clarissimi parentis tui, Onuphrii Panvinii vestigiis insigniter adhaerentem, ideeque non solum scholastica atque dogmatica theologia, sed et profana et sacra antiquitate instructum eximie talem invenerim thesaurum. O quoties primates almae urbis basilicas adeundo de avitis et reipublicae et Ecclesiae illic actis instruebas eruditissime...". Eo tempore Norisius, Baronii annales ad calculum revocare et emendare meditabur; sed eius labores praevertit Pagi. Dicitur a scriptoribus quod quatuordecim diei horas ut plurimum studiis impendebat, qua nimirum assidua applicatione ita reconditissima scientiarum arcana expiscatus fuit ut iure meritoque Maffeius, a Moronio citatus, asserere non dubitavit "che non ha senso chi non ammira le nuove scoperte fatte da questo Cardinale nella storia ecclesiastica, e nella erudizione più scelta". Ipse enim non solum D. Parentis Augustini doctrinam suis doctrinis egregie defendit, verum etiam tum sacram, tum profanam historiam illustravit, antiquitates e tenebris eruit, chronologiam instauravit, calendarium correxit, novamque periodum induxit, quam Norisianam appellant, quaeque, ut ait noster eruditissimus Io. Laurentius Berti, perutilis est ad inveniendum cyclum solarem, novilunia, diemque paschalem. Apud Ordinem studiosam juventutem docuit Romae, Pisauri, Perusiae, atque Patavii, in qua postrema civitate celeberrimam Historiam Pelagianam complevit. Hoc egregium opus, quod universali omnium eruditiorum approbatione exceptum fuit malignantium patuit invidiae qui illud propterea non semel inter prohibitos libros amandare conati sunt. Verum suorum detractorum audaciam atque effrontem procacitatem nullo negotio confregit doctissimus Norisii calamus, adeo ut magis magisque excreverit per totum orbem terrarum illius vastissimae eruditionis fama, atque maioribus in dies dignitatibus a Summis Pontificibus honestatus fuerit. Nec caruit eloquentia pergami, quare in praecipuis Italiae urbibus cum omnium plausu conciones habuit, et Interamnae patriciatu cum tota eius domo nobilitatus fuit. Interfuit capitulo generali anno 1667 Romae celebrato, et omnium consensu disputationum omnium, quae inibi peragebantur, Praesidens fuit nominatus. Interim a Clemente X S. Officii qualificatoris munus obtinuit, et an. 1674 suadente eruditissimo Magliabecchio Cosmas III Magnus Hetruriae Dux Henricum nostrum una simul cum praenominato nostrate viro doctissimo Christiano Lupo, qui tamen adire noluit, Florentiam arcessivit eumque suum theologum constituit, filiique sui Ioannis Gastonis praeceptorem ac demum in Pisana Universitate publicum ecclesiasticae historiae professorem cum annuo stipendio Ducatorum 380 oblata illi praeterea ad Episcopatum Pistoriensem praesentatione, quem tamen honorem constantissime recusavit. Verum celeberrima Christiana Svetiae Regina, quae postquam Regno se abdicaverat Romae degebat quaeque in sua domo quamdam Academiam litterariam constituerat ex qua Arcadum Academia initium sumpsit, illum huic accensuit quamvis absentem. Instavit insuper eadem Regina apud Clementem X et Innocentium XI ut eum Romam invitarent, eiusque opera et sapientia uterentur, sed eiusmodi honorem constanter ille declinavit: instante vero Innocentio XII apud Hetruriae Magnum Ducem, eidem significans se, nisi Norisium obsequaretur, praecepto coacturum, Henricus noster, quamvis invitus, Romam rediit an. 1692, ubi ab eodem Summo Pontifice summis honoribus exceptus fuit, atque custos Bibliothecae Vaticanae, demortuo paulo ante celebre Schelstratio illius bibliothecae primo [pag. 22] custode, constitutus, oblata illi quoque Sacrarii Apostolici praefectura, quam tamen ipse admittere noluit. Ab eodem Summo Pontifice die 12 Decembr. 1695 in Sacrum Purpuratorum Collegium, quamvis reluctans, cooptatus fuit titulo S. Augustini, ac deinde primariis Romae Congregationibus adscriptus, nec non an. 1700, succedens celeberrimo Card. Casanatae, S. R. Ecclesiae Bibliothecarius renuntiatus cum annuo scutatorum 5585 emolumento, uti refert Moronius in suo "Dizionario di erud. Storico-Eccl.", Vol. 48, p. 104. Fatis concessit Romae die 27 Feb. an. 1704, aetatis suae 73. De illius obitu ita legitur in Reg. 5 Gen. Serani p. 254: "Post fere decem menses laboriosae hydropisis tandem vitam cum morte commutavit E.mus Card. H. Noris nostrae S. Religionis decus et ornamentum inclytum, S. P. Augustini doctrinae defensor acerrimus, litteratorum moecenas amantissimus, apud Principes Christianos apprime carus, atque in Rom. Curia splendoris indelebile monumentum". Citatus vero Hurter in suo "Nomenclatore Litt. " ita de illo loquitur: "Ingenium ei fuit valde acutum, promptum et acre, memoria tenax, consilium perspicax et prudens, ingenua indoles et facilis; in familiaribus collocutionibus erat mirifice facetus, eiusque consuetudo admodum iucunda. Tanto fervore studio incumbebat ut dicere soleret: hominem, qui in octo saltem horas non posset lectionem meditationemque producere, haud multum posset inter literatos excellere. Saepe quinque immo tres tantum horas somno indulgebat: nulla usus est autumni vacatione, neque se quoquam solatii causa movit ex urbe. Semel tantum quotannis, dum fuit Romae, horae spatio rus divertit, ut Augustinianos vacationum tempore inviseret, et semel Card. Carpegna praeter opinionem in quandam villam ad prandium deductus fuit". Sepultus fuit in nostro S. Augustini templo, et ibidem extat marmoreum eius monumentum cum figura eiusdem ad vivum expressa, ad desteram concivis et confratris sui Onuphrii Panvinii cum apposito analogo epitaphio. Veronenses quoque, scribit Moronius (l. c.) "alzarono a questo gran cardinale nella loro cattedrale un nobile monumento di marmo, come sogliono fare con lodevole intendimento con tutti i concittadini che si segnalarono nelle lettere e nelle scienze. Chi volesse raccogliere le giuste lodi che da gravi scrittori gli furono date, formerebbe un libro". Sed non defuerunt illi inimici atque detractores et "post eius obitum, prosequitur Lanteri (l. c.) supremus Hispaniarum Inquisitor Norisii historiam Pelagianam et dissertationem super V synodo aecumenica in prohibitorum librorum indicem [ma secondo l'ultimo indice pubblicato del 1948 l'unica opera del Noris registrata fra i libri proibiti è il "Miles Macedonicus"] retulit, quod ubi rescivit eximius totius Ordinis Augustiniani antistes Augustinus Gioia rem totam sapientissimo Pontifici Benedicto XIV commendavit, qui statim pro sua erga Norisium ipsum existimatione hisce sequentibus ad praefatum Hispaniarum Inquisitorem datis littenis defunti Cardinalis patrocinium suscepit: "Etsi, (haec namque inter caetera habet Summi Pontificis epistola quae incipit: "Dum praeterito mense" data Romae apud S. Mariam Maiorem die 31 iulii an. 1748) memorati Norisii opera aliquid Iansenismi, aut Bajanismi redolerent, prout auctor Bibliothecae Iansenisticae immerito automavit, post tot annorum lapsum, in quorum decursu ea summo plausu excepta sunt, nonne prudens oeconomia ecclesiastica exigebat, ut a proscriptione abstineretur quam unusquisque praevidere poterat multa mala esse excitaturam, unitatem Ecclesiae hispanicae esse scissuram, obstrepentibus videlicet, prout unusquisque praevidere poterat, Augustiniani Ordinis alumnis, et ipsorum asseclis, obstrepentibus tot aliis viris doctis in Hispania degentibus, et partium studio non [pag. 23] abreptis, paratisque ad assumendam auctoris defensionem, non incogniti, non gregarii, sed litteratorum sui temporis principis, et eo solo litteraturae ecclesiasticae et profanae merito sacro Cardinalium Collegio adscripti?... Haec procedunt in hypotesi in qua Norisiana opera Baianismum, et Iansenismum redolerent; quid autem dicendum erit, cum ea Baianismi aut Iansenismi nota careant, et carere constet post multiplicatum super eis examen in hac Suprema Inquisitione Romana, cui Summi Pontifices, pro tempore existentes praesunt, quique mox recensita examina suo calculo comprobarunt? Antequam Norisius historiam pelagianam, et dissertationem super quinta synodo typis ederet, rumor insurrexit Bajanismi et Iansenismi, et tunc factum est ut opus extra urbem edendum, theologorum et extraneorum revisorum approbatione munitum, ante editionem ad urbem transmissum fuerit. Novi idcirco revisores in urbe fuerunt deputati, et cum hi nihil mali, aut sanae doctrinae adversans in opere invenissent, auctori datum est ut suo iure uteretur, compositumque typis ederet. Opere edito novae adversus illum excitatae sunt controversiae, eo potissimum sub obtentu, quod ei furtive additae ferebantur nonnullae paginae, quae non erant in opere manuscripto, quae idcirco non fuerant revisorum oculis subiectae. Purgavit se ab hac calumnia Norisius; nulla nota eius operi insita fuit, communisque plausus nedum perseveraverit, sed auctus est. Degebat Norisius Florientiae apud magnum Etruriae ducem, et ecclesiasticae historiae cathedram in Universitate Pisana moderabatur, tanti viri fama cum ad aures Innocentii XII tunc universalem Ecclesiam gubernantis devenisset, ipsumque ad urbem evocasset, ut officio primi custodis Bibliothecae Vaticanae fungeretur, eiusque aemuli bene praevidissent ipsum ad urbem fuisse vocatum, ut inter cardinales mox creandos cooptaretur, pontifici Innocentio XII detulerunt Norisium esse virum doctum, sed malae doctrinae, et libellis in vulgus sparsis repertis accusationibus Iansenianae doctrinae simul insimularunt. Haesit Innocentius, et ne in sacrum cardinalium Collegium admitteret malae aut dubiae doctrinae virum, octo deputavit theologos, qui a partium studio abessent, illisque mandata vere dedit, ut in Norisii opera acrius animadverterent. Theologi mandatis ea qua decet reverentia strenue morem gesserunt; ipsorum sententiae in Congregationae supremae Inquisitionis, suffragantibus etiam cardinalibus eidem adscriptis, perpensae sunt; cumque nihil anathemate vel alia censura dignum in operibus fuerit adinventum, pontifex Innocentius theologorum et cardinalium sensus facto comprobavit; consultorum quippe Inquisitionis Collegio Norisium adscripsit, quod utique non fecisset, si de eius sana doctrina vel minimam habuisset suspicionem; aemuli etsi hoc novo fulmine percussi, nocendi animum nullatenus deposuerunt; sed ne suprernae Inquisitionis iudicium ab ipso pontifice uti vidimus comprobatum directe impugnare viderentur, nonnullos tantum sibi scrupulos adversus Norisii doctrinam iactarunt, quos et sparsis in totum vulgus libellis ediderunt, et tunc iussu pontificis Innocentii quinque eruditissimas dissertationes Norisius elucubravit... In iis celeberrimus auctor universis adversariorum petitionibus occurrit scrupolos iniectos exturbat, evellit, eradicat, et cum iure ac merito, plaudentibus omnibus, ut victor in cardinalium Collegium fuerit ab Innocentio inter cardinales quoque supremae romanae inquisitionis praesidentes relatus est; et in ea sicut et aliis Congregationibus, quibus adscriptus fuit, usque ad obitum strenuam et maxime utilem operam navavit". (Cfr. T. X, "Cursus Theologiae completi", col. 1433). Et nunc ecce eius operum catalogus: [pag. 24]
1. Historia Pelagiana, et Dissertatio de Synodo V Oecumenica, in qua Origenis a Theodori Mopsuesteni pelagiani erroris auctorum iuxta damnatio exponitur et Aquileiense schisma describitur; additis Vindiciis Augustinianis pro libris a S. Doctore contra Pelagianos ac Semipelagianos scriptis. Patavii, typis Frambotti, 1673 in fol.; item Lipsiae 1677, in. fol. Huic operi, ut vidimus, plurimi adversati sunt, nempe Franciscus Macedo, Ord. Min., antea Iesuita, libro "H. Noris dogmatistes Augustino iniurius", prohibito die 22 iunii 1676, qui prodiit sub nomine Fulg. Risbrochii Poloni; I. Hardouin. S. J., sub nomine doctoris Sorbonici, libro, cui tit. "Scrupoli orti" ex 1. "R. P. Henr. Noris qui inscribitur Historia Pelagiana"; at romani hujus I. censores prohib., 7 sept. 1695; R. P. Ioan. Guidiccioli Ord. Min. Obs., libro: "Propositiones parallelae Mich. Baji et H. de Noris", Francofurti, 1676, in 12; Bruno Neusser O. M. in Germania, acri calamo omnia Norisii dicta expendit, praesertim quasdam eius propositiones in Vindiciis Augustinianis et signanter thesim de virtutibus infidelium, quam existimat nimis aperte favere Iansenismo; Em. Navarro O. S. B. in Hispania, quaedam Quesnelli erroribus faventia in eodem opere sibi visus est reperire. (Cfr. praelaud. Hurter; Niceron, "Mem. des Homm. Ill.", T. XXXI, p. 314. Werner, Franz Suarez, I, 295; Reusch, II, 611; Clericus, Bibl. cloisie, I, 13; I des Savans, XXIV, 430; XXXI, 3, 20; "Acta Erud.", Lipsiae, 1696, p. 508-18 et alios). Norisius interim suo acerrimo ingenio in iis universis adversariorum famosis libellis, calumniis ac petitionibus occurrit, personas detrahit, accusationes confringit, scrupolos exturbat, evellit, eradicat sequentibus libris et opusculis:
2. Adventoria Amicissimo ac doctissimo viro P. Francisco Macedo in Patavina Academia Ethices interpreti. In qua de inscriptione libri S. Augustini de Gratia Christi. Albiniae, Pinianae et Melaniae disseritur a F. Henrico Noris Veronensi Augustiniano. In Academia Pisana Eclesiasticae Historiae professore. Florentiae, 1674 in 4°.
3. Miles Macedonicus Plautino sale perfrictus opera Annibalis Corradini Veronensis". Sic isti solent superbi subdomari - Plautus in Asinaria, III, 3, 112 - Altdorfii Noricorum, typis Io. Henrici Schennerstaedt in 4, De hoc opuscolo tamen haec habet Tiraboschi, l. c.: "In questa (editione Veronensi omnium operum eiusdem Norisii) però non vedesi l'opuscolo a lui attribuito comunemente, e intitolato: Miles, o Thraso, Macedonicus ecc.; e gli Editori l'hanno ommesso, perchè il Noris protestò sempre di non esserne l'Autore, come essi provan co' passi di alcune lettere da lui scritte al Magliabecchi. Il qual argomento se sia di tanta forza, com' essi pensano, lascierò che altri il decida".
4. Responsiones P. Francisci Macedi Professoris Patavini, Veneti civis etc. adversus Propositiones parallelas F. Io. a Giudicciolo collectae ab Annibale Riccio Veneto (Fr. Henr. Noris) Sacrae Theologiae Bacc.us. Venetiis typis Alexandri Pezzanae, 1676 in 4.
5. Confutatio Palinodiae sub nomine P. Henrici Noris publicatae, in 4.
6. Responsa P. Francisci Macedi Minoritae Lusitani, Magistri Conimbricensis, Lectoris sui Ordinis Iubilati, Professoris publici Patavini, Ex Lectoris Regii, Madriti, Pontificii Romae in alma Sapientia, et in Collegio de Propaganda Fide, Ex qualificatoris S. Officii Romani, Concionatoris et Consiliarii Regis Christianissimi et Serenissimi Lusitaniae Regis Historiographi latini, Veneti civis et XXXXVII librorum editorum, maiorum, minorum et aliorum libellorum Mss. Auctoris etc. adversus gerras germanas Germanitatum Cornelii Iansenii et Henrici Noris, [pag. 25] collecta ab Annibale Ricio (Henr. Niris) Veneto Sacrae Theol. Bacc. Venetiis, Typis Alexandri Pezzanae, 1677 in fol.
7. Confutatio Pseudoepistolae sub nomine Henrici Noris per dolum publicatae. De iis opusculis haec leguntur in notis manuscriptis celeberrimi Antonii Magliabecchi quae sunt in Bibl. Vaticana, in Cod. Vat. Borg. 50, f. 113, nempe quod praedicta opuscula sint "assolutamente del P. Noris" et quod de eodem "non ve ne sono assolutamente se non i sopradetti, i quali sono tutti suoi, e stampati qua (nempe Florentiae), benchè alcuni apparisca che sieno impressi altrove. Ne furono però stampati pochissimi esemplari per dispensar subito".
8. Ad Antonium Magliabecchium Florent. V. I. D. in Notas Ioannis Carnerii ad Inscriptiones Epistolarum Synodalium 90 et 92 inter Augustinianas, censura Fr. Henrici Noris Veron. August. Sereniss. Magni Hetruriae ducis Theol. et in Pisana Acad. Historiae Eccles. Professoris. Florentiae ex typ. Hippoliti de Nave, 1674 in 4, ac reimpressa Lovanii et Patavii.
9. Somnia quinquaginta Fr. Macedo in itenerario S. Augustini post Baptismum Mediolano Romam ad Ioan. Mabillon. Edita sub Pseudon. Fulgentii Fossei, Lugduni, Bat. 1681, in 4, pp. 66.
10-11. Historica dissertatio de uno ex Trinitate in carne passo. Accedunt Historiae Pelagianae Henrici Noris Augustiniani ab anonymi scrupulis Vindiciae. Romae, Franc. de Rubeis et Franc. M. Acsamitek, 1695 in fol. Prodiit etiam Venetiis an. 1696, in 4.
12. Apologia monachorum Scythiae ab anonymi scrupulis vindicata.
13. Responsio ad appendicem auctoris scrupulorum;
14. Iansenianis erroris calumnia sublata. Prodierunt haec ultimae quinque dissertationes Romae, an. 1696 simul compactae, et Lovanii an. 1702 una cum historia Pelagiana, sicut "Vìndiciae Augustinianae quibus Sancti Doctoris scripta adversus Pelagionos ac Semipelagionos asseruntur". Patavii, an. 1708 in fol.
15. Duplex dissertatio de duobus nummis Diocletiani et Licinii. Florentiae, Navesii, 1675, vol. in 4. Item Patavii 1676 in fol. cum auctario chronologico de Votis decennalibus imperatorum ac Taesarum.
16. Cenotaphia Pisana Caii et Lucii Caesarum, dissertationibus illustrata; Coloniae Obsequentis Iuliae Pisanae origo, vetusti magistratus et Sacerdotum collegia; Caesaris utriusque vita, gesta et annuae eorumdem inferiae exponuntur, ac aurea utriusque Cenotaphii Latinitas demonstratur, parergon de annis Regni Herodis, de praesidibus Syriae ac Romanis in Asia provinciis. Venetiis. Balleonius, 1681 cum icon. ac tab. Item Pisis, Giovanelli, 1764, vol. 2 in 4. In cod. 882 (271) Bibl. Communalis Veronensis cc. 47 asservantur eiusdem Norisii Observationes in Cenotaphia Pisana.
17. Epistola consularis in qua collegia LXX consolum ab anno christ. epochae XXIX imp. Tiberi Augusti decimo quinto usque ad annum CCXXIX imp. Alexandri Severi octavum in vulgatis fastis... descripta corriguntur, supplentur ac illustrantur. Bononiae, 1683 in 4.
18. Epistola consularis secunda. Ms. in cod. 881, Bibl. Comm. Veron. aucthogr. cc. 211.
19. Annus et epochae Syro-Macedonum in vetustis urbium Syriae, Nummis praesertim Mediceis expositae: additis fastis consularibus Anonymi omnium optimis, e codice Ms. Bibliothecae Caesarae, cum dissertatione de Cyclo Paschali Ravennate annorum XCV. Florentiae, typis Ser. M. D. 1689, in fol. cum figuris, et ibidem an. 1691 in 4. In Bibl. Comm. Veronensi in Cod. 850 (1460) [pag. 26] chart. cc. 160 asservatur ms. auth. eiusdem Henrici Noris: Libro che tratta delle divisioni dell'anno e delle epoche che secondo li Macedoni et altre successive Nazioni Asiatiche antiche, con la dichiaratione delli progressi, stati e mutationi loro, terminato in Fiorenza l'anno 1687 regnante il Ser.mo Gran Duca Cosmo III. (Cfr. Biadego, "Catal." dei Mss. della Bib. Com. di Verona, 1892, p. 407). Ex hoc libro videtur primam intentionem Norisii fuisse Opus praec. italice edendi.
20. De cruce stationali. Romae, 1694, in 8 cum quinque tabulis.
21. Istoria delle Investiture delle dignità ecclesiastiche, con dugento e quattro lettere dello stesso autore in materie diverse e di erudizione. (Edita post Auctoris mortem). Mantova, 1741 in fol. Hoc ingens volumen efformat Tomum V eiusdem Norisii omnium operarum quae collecta prodierunt Veronae, an. 1729-1732, Tom. IV in fol. Ex iis Tomus II continet opera theologica, seu historiam Pelagianam cum aliis scriptis, quae ad eam referuntur; Tom. II opera chronologica; Tom. III varia; Tomo IV continentur eius vita, a nostrate P. Hieronymo Augustino Zazzeri conscripta, et opera posthuma (de quibus scriptis posthumis Cfr. I, de Savans XLVII, 167-180) ut Historia Donatistarum ex eius schedis excerpta, in ordinem digesta et suppleta cum appendice; de sportularum origine et usu tum apud Romanos, tum apud christianos antiquos, de agapitis et salmujariis; de tractoriis; de sanctitate Siricii papae (Romae 1688) ep. IX, etc. Haec omnia prodierunt opera et studio fratrum Petri et Hieronymi Ballerini. Opera vero omnia Theologica a laudatis P. et "H. Ballerini illustrata novo ordine digesta a P. I. L. Berti Erem. S. Aug." prodierunt etiam Bassani, 1769-1776, 3 vol. in fol., sicut in "thesauro Theologico" Venetiis, 1762, Vol. 13 in 4.
22. Lettere familiari del Cardinale F. Enrico de Noris al P. M.ro Fr. Diodato Nuzzi Agostiniano auctographae n. 124. Adduntur quatuor Epistolae eruditae, propria quoque Norisii manu ad Patres Thomam Bouges et Guillelmum Bonjour Augustinianos datae. Extant in Bibl. Angelica Romae in cod. 911 (R. 3-22) in 4, ff. 252, quarum maximam partem vulgavit, satis mendose et animo ostili; Leo G. Pelissier, in "Studi e documenti di Storia e diritto", to. XI, Romae, typis Vaticanis, 1890 p. 45 et seorsim sub tit: "Le Cardinal Henri de Noris et sa corrispondance". Aliae duo epistolae eiusdem Noris, I.a ad Guillelmi Bonjour d. Romae 10 mart. 1693 "super celebratione" Paschatis, et altera ad Thomam Bouges, missa Tolosam d. Romae 3 dec. 1692, "de quibusdum antiquitatibus hebraicis", sunt in cod. 49, ff. 361 et 366 eiusdem Bibl. Angelicae. Florentiae in Bibl. Nationali, Cod. II, IV, 559 (Magl. Cl. VIII n. 294), in 4, saec. XVII, ff. 277 asservantur aliae eiusdem Norisii Epistolae ad Antonium Magliabecchi, d. a die 25 febr. 1673 ad diem 12 iunii 1700 (nonnullae absque die inscriptionis), cc. 1-261, nec non ad P. Pompeum Ant. Gandolfi una simul cum Magliabecchi, ad P. Paulum Mariani, ad dominum Mezzabarba, ad P. Antonium Pacini et ad P. Christianum Lupo (cc. 262-277). Viennae in Austria in Bibl. Palatina, n. 6492 (Fon. 309) ch. XVII, ff. 322, asservantur mss. Lettere originali del P. Enrico Noris di poi Cardinale al conte Francesco Mezzabarba-Birago, Milanese, la maggior parte in proposito del suo Occone accresciuto con altre cose, quarum epistolarum italicarum prima data est: Firenze, 8 Gennaio 1680 et ultima: Roma, 26 Maggio 1693.
Aliae quoque Litterae eiusdem Norisii ad eumdem Magliabecchium ab an. 1673, ad an. 1695 sunt in Cod. II, IV, 560 (Magl. Cl. VIII, n. 1346) in 4, saec. XVII, ff. 55 [pag. 27] eiusdem Bibl. Nationali Florentiae. Litterae 78 autographae ciusdem Norisii ad Dominicum Iosephum Magnavacca a die 8 jan. 1680 ad diem 30 dec. 1702 extant in Bibl. Universitatis Bononiensis, cod. 1419 (2421, cc. 156; aliae eiusdem litterae sunt in Bibl. Universitatis Pisanae, cod. 94; et aliae 40 ad Abatem Raphaelem Fabretti, d. a die 16 dec. 1681 ad diem 28 febr. 1690 extant Pisauri in Bibl. Oliveriana, Cod. 428, cc. 149-220; F. 128 asservatur etiam: Lettera di F. Tomasso Simeone da Monteleone Agostiniano al Card. Henr. Noris da Bologna 29 sett. 1685 sicut inter. cc. 1-21 habentur litterae et reponsa praedicti Fabretti. Tandem per quantum scio, una epistola eiusdem Norisii ad Franciscum Semini asservatur in Bibl. Comm. Cortonensi, Cod. 574 (674).
23. Eiusdem Noris quaedam Adversaria, praesertim philosophica, satis ordinata, Romae conscripta an. 1652 asservatur Romae in Bibl. Angelica in cod. 1020, ff. 106; cod. 179, f. 85; cod. 183, quo ff. 1- 102 habentur. a) Metodo per ritrovare i Noviluni e Pleniluni per via della Ottoeteride descritta. b) Scriptum ad Cycli defectum corrigendum et veram Lunae aetatem designandam. c) Tabula Longitudinis et Latitudinis Urbium insigniorum, cum horis ac minutis addendis aut subtrahendis a meridiano Lutetiae et alia astronomica. Alia Adversaria notae et vota sunt in cod. 184 eiusdem Bibl.: Parenesis ad Virum Cl. Joannem Harduinum in Cod. 891, ff. 124-151, et alia quae sunt in Bibl. Vaticana.
(Praeter recensiti Cfr. etiam Franc. Bianchini, T. I, p. 129: "Vite degli Arcadi Illustri" scriptae ac editae a Crescimbeni; Angel. Fabroni, "Vitae virorum illustr. Ital.", T. VI, p. 8; Maffei in sua "Verona illustrata"; Ossinger in sua "Bibl. Aug.", p. 631; Alia Norisii Vita quae servatur Florentiae in Biblioth. Nation. in Cod. II, X, 36, et in Bibl. Ricardiana in cod. R. II, adest: "Relazione della morte del Cardinale Noris"; Ballerini (fratres Petr. et Hieronymus) Vita Norisii praemissa eiusdem Norisii operibus, Veronae 1729-1741; Cardella Laur., "Memorie storiche dei Cardinali della Santa Romana Chiesa", Roma, 1793, T. VIII, pp. 46-50; Cipolla Carol., "Appunti sul Card. Enrico Nonis: due mss. Corsiniani" in "Nuovo Archivio Veneto", n. s. 7, 1904; Ceracchini, "Fasti Teologali dell'Università Fiorentina", Firenze, 1738, Fedeli Car. Noris e Maffi in "Conferenze e Prose varie", Siena, 1911; Museum Mazzucchellianum, seu numismata virorum doctrina praestantium quae apud Io. M. Mazzucchellium servantur, Venetiis, 1763; Kochler F. D., "Rècréation numismatique", 13.e partie, p. 265; Wiggers G. F., "Darstellung des Augustinismus", Berlin, 1821-33 in 2.a parte continet historiam controversiarum quae agitatae fuerunt circa Norisianum opus; "historia Pelagiana"; Riccardi, "Bibl. Matematica italiana", Modena, 1870, col. 203; omnes Nostrates et omnes aliis scriptores illius temporis et posteriores).




Il pelagianesimo è un movimento ereticale, fondato nei primi secoli del cristianesimo da Pelagio e Celestio. Il movimento fu combattuto da Sant'Agostino e venne condannato nel 431 , nel Concilio di Efeso , ma continuò per un certo periodo ad avere influenza in ambito ecclesiastico.
Pelagio nacque, intorno al 354, in Inghilterra . Giunse a Roma verso il 384. Era un uomo di grande talento, oratore, scrittore ed esegeta molto apprezato, rimase "dottore laico e indipendente". Suo scopo era di reagire contro una religione superficiale, quella dei pagani convertiti in massa al cristianesimo. Pelagio era soprattutto un moralista severo e intransigente, predicava infatti:
il distacco dalle ricchezze,
la povertà e la castità.
Combatté con forza qualunque rilassamento, insistendo sull'esistenza dell'Inferno e del Paradiso .
Negli ambienti romani, in cui sopravviveva lo stoicismo , il pelagianesimo attecchì facilmente. Pelagio predicò liberamente in Italia fino al 410. Ma in quegli anni, i Visigoti , guidate da Alarico , si diffusero attraverso il nord nell'Italia, e presto raggiunsero Roma, che fu saccheggiata. Pelagio e l'avvocato Celestio, il suo più eminente discepolo, si rifugiarono in Africa . Pelagio, poi, si recò in Palestina dove ricevette un'accoglienza abbastanza favorevole, mentre Celestio fu oggetto di critiche e opposizioni. Nel 411, al Concilio di Cartagine , furono condannate le dottrine di Celestio, che fu scomunicato. Fece appello a Roma, ma invece di recarsi dal papa , fuggì a Efeso dove fu ordinato prete .
Secondo, però, gli "ortodossi" (sia cattolici che ortodossi odierni) il pelagianesimo indicava alle anime un ideale di santità troppo elevato, concentrato soprattutto sulla volontà individuale, sulla libertà umana. Gli "ortodossi", infatti, considerando l'uomo libero, ma dopo il peccato, incapace di vivere appieno i doni di Dio. Il pelagianesimo, a differenza dei cattolici, negava il peccato originale. Era impossibile che l'anima creata da Dio fosse caricata di un peccato non commesso. I pelagiani si rifiutavano di ammettere che il battesimo dei bambini. Nel battesimo degli adulti, il battesimo cancellerebbe i peccati commessi in precedenza, lo stesso non si può dire che avvenga per i bambini. Il battesimo degli infanti non avrebbe altro scopo che quello di aprire loro il "regno dei cieli". I bambini morti senza battesimo andrebbero in paradiso , ma non nel "regno dei cieli", che è soltanto una parte di esso.
Il pelagianesimo, comunque, prediligeva l'attitudine della libertà umana a scegliere a suo arbitrio fra il bene e il male e ad adempiere, con le proprie forze, la legge divina.
In Africa, Sant'Agostino continuò la lotta contro le sue dottrine. Scrisse molti libri ed espresse la dottrina fatta propria dalla Chiesa cattolica :
esistenza del peccato originale;
necessità del battesimo per la salvezza;
azione della grazia per la salvezza.
Il pelagianesimo, in oriente, fu, in un primo momento, dichiarato ortodosso nel concilio di Gerusalemme e in quello di Diospolis nel 415, in Africa, invece, fu condannato. Il papa Zosimo , in un primo momento favorevole ai pelagiani, nel 418, con l'enciclica intitolala Epistola tractoria condannò definitivamente il pelagianesimo. Vi furono tuttavia diciotto vescovi italiani, il più noto dei quali fu Giuliano di Eclano , che rifiutarono di sottoscrivere la dottrina definita dal papa, ma furono vigorosamente contrastati, e il pelagianesimo scomparve con discreta rapidità.
In epoca moderna, il pelagianesimo è stato visto come una dottrina liberale , idonea, cioè, ad esaltare l'autonomia e la libertà del singolo rispetto all'autorità della gerarchia ecclesiastica. In molti, infatti hanno visto l'opposizione al pelagianesimo come il tentativo della gerarchia di mantenere il proprio ruolo di mediazione tra Dio e gli uomini. Alcuni, però evidenziano come i luterani ed i protestanti in genere, pur avendo escluso il ruolo di mediazione del clero, attribuiscono un ruolo decisivo alla "predestinazione" ed alla "grazia".
Secondo Pelagio, gli uomini possono con la propria volontà (libero arbitrio ), aiutata dalle preghiere e dalle opere buone, evitare il peccato e giungere alla salvezza eterna, senza intervento della grazia divina. Per Pelagio esiste la grazia della creazione, "gratia qua creati sumus", della rivelazione, della legge, dei miracoli di Cristo e del suo esempio, della sua dottrina salvifica, non quella "preveniente", definita da Agostino "ispirazione d’amore, affinché facciamo con santo amore quel che abbiamo conosciuto", che Dio concederebbe a pochi, secondo una volontà imperscrutabile come condizione necessaria per la salvezza. Per Pelagio, l’uomo, essere libero, può decidere di peccare o meno; non ammette dipendenza da Dio per ottenere la virtù perché libero e autonomo è stato creato da Dio stesso che, alla fine della vita, premia o punisce il buono o cattivo uso fatto dall’uomo della propria libertà.
Per Pelagio non esiste la predestinazione , concezione di Agostino che considera l’umanità una sola massa dannata e che comporta una grave aporia nella dottrina cristiana, perché la predestinazione annullerebbe la libertà della volontà umana, e dunque la volontà tutta intera, dovendo questa essere libera per definizione. Esiste in Dio prescienza, non predestinazione, conoscenza, non decisione. Anche Scoto Eriugena , 450 anni dopo, negherà la predestinazione divina, sostenendo che in Dio non esiste il prima e il dopo e dunque egli conosce ma non "prae - destina".
Pelagio nega la trasmissione a tutta l’umanità del peccato di Adamo che era, secondo lui, mortale anche prima di commettere peccato; ciascuno è responsabile delle proprie azioni, non di quelle degli altri. Il battesimo degli adulti rimette i peccati da questi commessi ma i bambini appena nati non vengono battezzati "in remissionem peccatorum" che non possono aver commesso. All’obiezione che era antica l’usanza di battezzare i bambini, afferma che il battesimo è l’espressione dell’accoglimento nella comunità cristiana; senza battesimo ottengono comunque la vita eterna e col battesimo, anche il Regno dei Cieli, l’incorporazione in Cristo.



Casanate, Girolamo nacque a Napoli il 13 febbr. 1620 da Mattia e Giovanna Dalmau.
Quest'ultima apparteneva a un'antica famiglia catalana molto nota in Spagna e già imparentata con i Casanate. Dopo essersi stabilito a Napoli nel 1619, il padre fece carriera nell'amministrazione (presidente della Regia Camera della Sommaria, membro del Collaterale, reggente di cancelleria) e fu incaricato occasionalmente di svolgere diverse missioni diplomatiche. Intelligente e devoto, il C. fu attratto dalla carriera ecclesiastica e si mise in contatto con i domenicani. Nel 1633 prese la tonsura, probabilmente per godere di qualche beneficio ecclesiastico. Per compiacere il padre, studiò diritto a Napoli, ottenne nel 1635, all'età di quindici anni, il titolo di dottore in "utroque" (ms. "Casan." 4343) ed esercitò l'avvocatura. Al seguito del padre, che si recò a Roma per una missione diplomatica, durante la guerra di Castro, conobbe il cardinale G. B. Pamphili, che di li a poco sarebbe divenuto papa con il nome di Innocenzo X, e ne fu invitato ad abbracciare definitivamente la carriera ecclesiastica.
I successi del C. furono immediati: cameriere d'onore nel 1645, governatore della Sabina nel 1648, di Fabriano nel 1652, di Camerino nel 1653, anno in cui ebbe la fortuna di incontrare il futuro Clemente X, Emilio Altieri, allora vescovo del luogo, e di ricevere Cristina, ex regina di Svezia, che si recava a Roma. Nel 1656, ricevette una nuova promozione: il governo di Ancona, dove rimase fino al 1658. Nel settembre dello stesso anno ripartì per Malta come «inquisitore» o nunzio, posto di per sé senza importanza, ma che, per essere stata la prima tappa della brillante carriera di Fabio Chigi (divenuto papa nel 1655 con il nome di Alessandro VII), poteva riuscire di buono auspicio. Lasciò l'isola il 7 giugno 1663 per rientrare in Curia dove fu ricevuto con onore sia da Alessandro VII sia dalla sua corte (fra cui particolarmente il cardinale gesuita Sforza Pallavicino e Agostino Favoriti, abbreviatore e segretario del Sacro Collegio) nonché dalla maggior parte degli accademici che si meravigliarono della sua cultura. In attesa di una destinazione migliore, fu assegnato alla Segnatura di grazia e giustizia come referendario votante. Seguirono altri incarichi: consultore del S. Uffizio e del concistoro; governatore di Borgo nel 1665-67; segretario di Propaganda nel 1666-1668. Dopo la morte di Alessandro VII, fu eletto governatore del conclave. Il nuovo papa Clemente IX (Giulio Rospigliosi, un amico di vecchia data) lo nominò nell'aprile 1668 assessore al S. Uffizio, carica che dal 1635 al 1654 era stata esercitata da Francesco Albizzi, il grande avversario del giansenismo. Il C. dovette occuparsi subito della questione in vista della preparazione della «Paix de l'Eglise», voluta da Luigi XIV e dal nipote del papa, cardinale Giacomo Rospigliosi, ma contrastata da Albizzi e dai suoi seguaci. Questo trattato diede alla Francia dieci anni di pace, dal 1669 al 1679.
Nel 1673 aggiunse agli incarichi quello di segretario della Congregazione dei Vescovi e dei Regolari. Clemente X gli conferì il 12 giugno 1673 ii cappello cardinalizio (con dispensa «super eo quod non erat in ordinibus constitutus»: Arch. Segr. Vaticano, Gler. Brevium, ms. 1584, f. 752). Solo allora, all'età di 53 anni ricevette le ordinazioni e il titolo di S. Maria in Campitelli, che scambiò nel 1675 con quello di S. Cesareo e nel 1682 con quello di S. Agata. Quando passò all'ordine dei sacerdoti, egli optò nel 1686 per i SS. Nereo e Achilleo, e nel 1689 per S. Silvestro in Capite. Per il suo mantenimento ricevette, oltre alla chiesa di Tricarico in Basilicata che possedeva da molto tempo, diverse prebende, tra cui la prevostura di S. Pietro di Monforte nella diocesi di Milano. Inoltre ebbe il protettorato di varie congregazioni religiose.
Il nuovo cardinale fu presto associato a diverse congregazioni: S. Uffizio, Propaganda, Vescovi e Regolari, Concilio e Riti. Più tardi, divenne anche membro della Congregazione (o commissione) della «Régale et des Affaires de France». Sotto Innocenzo XI fu prefetto della Congregazione dello stato de' Regolari; della Visita; della Fabbrica di S. Pietro; di Malta; dei Vescovi eligendi. Nel 1698 divenne inoltre prefetto del Concilio e dell'Indice. Nel frattempo assunse provvisoriamente incarichi prolungati come prefetto della Segnatura di giustizia e del provicaniato. Nel 1693 divenne bibliotecario di S. Romana Chiesa (e acquistò nel 1696 circa 120 manoscritti provenienti dai teatini di S. Andrea della Valle).
Com'è evidente, durante i lunghi anni della sua attività di curialista, egli prese parte ad una infinità di cause diverse, riguardanti tutte le province. Da uomo metodico quale era registrava tutte le cause esaminate nelle diverse congregazioni. Queste note costituiscono una gran parte dei manoscritti della «Stanza del Casanate», che fa parte della
biblioteca omonima ("Inventario", n. 34: "Positiones causarum agitarum et decisarum in Signatura Iustitiae", 1663-1666, tt. 1-76; "Positiones..." in "Congregatione Concilii", 1677-1690, tt. 78-124; "Omnes restrictus causarum decisarum a Congregatione S. Concilii", 1679, tt. 125143; "Positiones et libella causarum agitarum in Congregatione super episcopis et regularibus", 1677-1690, tt. 144-203; "Causae similes agitatae et decisae in S. Congregatione S. Officii tempore cardinalatus... distributae per alphabetum", tt. 264-270; "Scripturae seu positiones causarum in quibus... C. deputatus fuit iudex, distributae per dioeceses ordine alphabetico", tt. 274-281). In virtù dei suoi interessi, della sua posizione e delle sue inclinazioni, il C. ebbe una vasta corrispondenza conservata abbastanza bene in una quarantina di registri di cui D'Angelo fornisce l'inventano (vedi anche British Museum, "Add. mss." 8592).
Ebbe una cultura essenzialmente giuridica, ma come gli accademici del suo tempo s'interessò a tutto, e restò perciò un dilettante di buona cultura generale. Se mai studiò la teologia (il presunto dottorato, ottenuto nel 1635, è inammissibile) fu solo nella età matura, in vista della sua ordinazione, e la studiò probabilmente in un manuale di livello elementare. Ciò nondimeno, sarebbe errato ridurre la sua cultura all'arte di redigere una scheda bibliografica, come sostennero i suoi avversari. L'esperienza delle congregazioni gli dette una conoscenza superiore alla media delle materie ecclesiastiche. Ma, da buon dilettante e collezionista, non pubblicò niente. Le memorie e i discorsi che gli sono attribuiti sono stati probabilmente redatti dai suoi segretari, sotto il suo controllo.
Prelato degno e coscienzioso, il Casanate si attenne alle fonti dottrinali più solidamente stabilite e perciò non apprezzò il molinismo, dottrina che sembrava contraria alla tradizione; egli era portato invece verso il tomismo, che s'ispirava all'agostinismo ed era approvato dalla Chiesa. Come assessore del S. Uffizio, procurò ad Enrico de Noris il permesso di pubblicare la sua "Historia Pelagiana". Si oppose al probabilismo e ai suoi eccessi, che si manifestarono nel lassismo. Come consultore, contribuì alla condanna delle proposizioni lassiste nel 1665-1666 e, come cardinale-giudice, a quelle del 1679. Egli si oppose invece alla condanna delle proposizioni rigoriste, denunciate dagli antigiansenisti nel 1679, e che saranno condannate nel 1690 sotto Alessandro VIII.
In seguito, nel 1692 e nel 1694 insorse contro tentativi simili che difatti non ebbero conseguenze. Con lo stesso intento, pose il suo veto ai riti cinesi, non senza raccomandare tuttavia ai colleghi delle missioni l'insegnamento delle lingue indigene. La validità o meglio la non validità delle ordinazioni anglicane lo preoccupava e si rammaricava per il divieto fatto ai fedeli di leggere le Sacre Scritture in lingue volgari.
Non amava i gesuiti e cercò di impedire la beatificazione di Bellarmino, non essendo del tutto convinto dell'eroicità delle sue virtù. E si schierò contro i gesuiti quando si trattò della mistica di Molinos, Petrucci, Malaval e Fénelon. Per quanto riguarda il giansenismo, il C. fu assai più accomodante del suo collega Albizzi: senza voler rimettere in discussione le decisioni precedenti caldeggiava interpretazioni meno rigide.
Non credeva all'importanza del «fatto», quando viene accettato il «diritto» e collaborò alla «Paix de l'Eglise». Per impedire che il giuramento antigiansenista di Alessandro VII incidesse sul punto preciso del fatto, desiderava che si ritornasse al significato ovvio delle cinque proposizioni. Cercò di salvare l'"Amor Poenitens" di J. B. Neercassel, il "Methodus absolvendi et retinendi peccata" di G. Huygens, il decreto di Berghes, arcivescovo di Malines, concernente le processioni e le esposizioni del Santissimo Sacramento, aspramente attaccato dal clero regolare. Alla morte di Arnauld, osò farne l'elogio in pieno concistoro, auspicando che i libri di questo teologo venissero cancellati dall'"Indice". Difese Pietro Codde, vicario apostolico dell'Olanda ed è significativo che la sospensione di Codde sia stata pronunciata solo nel 1702, due anni dopo la sua morte.
Negli affari di Francia, il C. assunse un atteggiamento intransigente, difendendo il cardinale Altieri e il segretario Casoni, denigrati l'uno davanti alle corti d'Europa, l'altro davanti a quella di Roma; si oppose energicamente a Luigi XIV nelle questioni dell'affaire dei quartieri, della «Regale», degli articoli dell'assemblea del clero, dell'appello al futuro concilio, della confermazione dei vescovi che da molto tempo venivano nominati dal re ma rifiutati dal papa. Su questi argomenti presentò ai papi pressanti istanze e collaborò alla redazione dei documenti ufficiali, subendone le conseguenze. Papabile, non fu accettato dai cardinali devoti alla Francia e Luigi XIV, che lo considerava il suo principale avversario in Curia, gli oppose un costante veto.
Mecenate per natura, il C. apprezzava i buoni studi, incoraggiava gli autori e, usando della sua autorità di bibliotecario, procurava loro le informazioni sulle fonti storiche, le copie dei documenti o l'accesso alle raccolte. Tra gli italiani che approfittarono della sua protezione, possiamo citare Enrico de Noris, Ottavio Ferrari, Gregorio Barbarigo, Giovanni Cinelli. Come sottoprefetto della Biblioteca Vaticana chiamò Emanuele Schelstrate, canonico di Anversa; morto questo, egli si assunse il compito di continuare la pubblicazione delle sue opere. Diede la possibilità all'agostiniano Cristiano Lupus di copiare e pubblicare il famoso manoscritto di Montecassino, che conteneva documenti sconosciuti sul concilio di Efeso. In Francia incoraggiò il conventuale Antonio Pagi, continuatore del Baronio, Luigi Thomassin, dotto oratoriano che invitò a Roma come sottoprefetto della Vaticana, Stefano Baluze, segretario e bibliotecarlo, grande erudito, poligrafo, che aveva bisogno di aiuto per la sua nuova raccolta sui concili e soprattutto desiderava consultare il manoscritto di Montecassino. La sua ammirazione andava soprattutto alla Congregazione benedettina di S. Mauro dove era fiorita una erudizione di alto livello: Luca d'Achéry, Mabillon e Thierry Ruinart poterono fare appello alla sua inesauribile collaborazione. Dietro suo invito, Mabillon e Michel Germain intrapresero l'"IterItalicum" e le sue raccomandazioni aprirono loro non poche raccolte. Lo stesso favore rese ai bollandisti aiutando Conrad Jenninck che venne a Roma nel 1697 per ricerche agiografiche e per difendere gli "Acta Sanctorum", i cui primi quattordici volumi erano stati appena condannati (1696) dall'Inquisizione spagnola ad istigazione dei carmelitani. Il suo più grande contributo agli studi fu la sua biblioteca, aperta al pubblico per testamento sotto la direzione dei domenicani, i quali vi aggiunsero due cattedre e una scuola di tomismo. Arricchita di altre dotazioni, e divenuta proprietà dello Stato nel 1884 questa biblioteca risponde sempre ai desideri del suo fondatore e conserva un fondo di manoscritti preziosi.
Il 5 ott. 1698 il C. fece testamento, al quale aggiunse, il 20 genn. 1699, un codicillo (ms. "Casan." 5413). Le proprietà fuori Roma passavano a suo nipote, marchese di Montagano; le altre, con la ricca collezione di opere d'arte (che sarebbe stata venduta e dispersa nel 1708) furono lasciate ai domenicani come dotazione per la sua biblioteca.
Morì a Roma il 3 marzo 1700.
Il giorno seguente ebbero luogo le esequie in S. Maria sopra Minerva, e la tumulazione nel Laterano (sulla parete fra la quarta e la quinta cappella della navata sinistra) sotto la tomba realizzata dallo scultore francese Pierre Legros, lo stesso che scolpì la grande statua che, dal 1708, orna il salone della Biblioteca Casanatense. Tra gli elogi che gli furono indirizzati è da ricordare quello molto unilaterale di Quesnel: «anche se non ha fatto molte cose per la verità egli era disposto a farle, e ha potuto impedire che fosse fatto un male troppo grande».
Da ricordare anche l'elogio più sfumato tributatogli da Saint-Simon: «Roma perse in lui uno dei più illustri cardinali, per la sua pietà, per la sua dottrina, per il gran numero di libri che conservò e per il bene che fece alle lettere».
"La correspond. d'E. Scheistrate, préfet de la Bibliothèque Vaticane", a cura di L. Ceyssens, Bruxelles-Rome 1949, "ad Indicem; Die Protokolle der Propagandakongr. zu deutschen Angelegenheiten 1657-1667", a cura di H. Tückle, Paderborn 1972, "ad Ind."; R. Coulon, "Le mouv. thomiste au XVIIème siècle. Le Rme Père A. Cloche et le card. C.", in "Revue thomiste", XIX (1911), pp. 421-444, 628-650; M. D'Angelo, "Il card. G. C. (1620-1700)", Roma 1923; J. Orcibal, "Le procès des «Maximes des Saints» devant le Saint-Office", in "Arch. ital.per la storia della pietà", V (1968), pp. 409-536; B. Neveu, "Sébastien Joseph du Cambaut de Pontchàteau (1634-1690) et ses missions à Rome", Paris 1969, "ad Indicem"; V. Mori, "La dispersa raccolta di quadri del C.", in "Accad. e Bibl. d'Italia", XXXIX (1971), pp. 422-429; P. Blet, "Les assemblées du clergé et Louis XIV de 1670 à 1693", Roma 1972, "ad Indicem"; J. Bignami Odier-J. Ruysschaert, "La Bibliothèque Vaticane de Sixte IV à Pie XI", Città del Vaticano 1973," ad Indicem". [L. CEYSSENS - Tratto dal "Dizionario Biografico degli Italiani", 21, pp. 144-147]






















-STREGA - STREGONE - MAGO - STREGHERIA - STREGONERIA: PER UNA STORIA DELLA S.
-[ BOLLA PAPALE DI INNOCENZO VIII SUL RICONOSCIMENTO DELLA STREGONERIA: TESTO INTEGRALE LATINO DELLA SUMMIS DESIDERANTES ]
-STREGA - STREGONE - ALLE ORIGINI DELLA S.: LE COMPAGNE DI DIANA
-STREGA - STREGONE: STREGA E STREGHE NEL GIUDIZIO DEL MALLEUS MALEFICARUM (XV SECOLO): LE STREGHE SUPREME
-STREGA ANTROPOFAGA: STREGHE MANGIATRICI DI BAMBINI
-STREGA INDOVINA: SIBILLA/SIBILLE - PITONESSA/PITONESSE - PIZIA/PIZIE
-STREGA - STREGHE: CACCIA ALLE S. DELLA MAGISTRATURA LAICA A GENOVA E NEL RESTO D'EUROPA
STREGA - STREGHE: VOLUMI, LIBRI E TESTI GIURIDICI SULLA STREGONERIA E LA CACCIA ALLE STREGHE
-[STREGHE - MAGHI - ALCHIMISTI: IPOTESI DI COLLEGAMENTI DIABOLICI]
-STREGA - STREGHE: TECNICHE VARIE DI DIFESA CONTRO STREGHE E MAGHI
-[STREGA OSTETRICA - STREGHE OSTETRICHE]
-STREGA - STREGHE : TECNICHE VARIE DI RICONOSCIMENTO INQUISITORIALE DI STREGHE - MAGHI
-STREGA - STREGHE: INDIZIO DI MAGIA - INDIZIO DI STREGONERIA - INDIZI DI PRATICHE OCCULTE
-[UN TIPO DI SCARPA FRA I POSSIBILI INDIZI DI STREGONERIA NEL XVII SECOLO!]
-"STREGA, STREGHE E STREGONERIA": IL DRAMMATICO PROCESSO DI TRIORA (LE STREGHE DI TRIORA)
BEAUVAZER, AUPRES DES MONTAGNES DE GRACE EN PROVENCE, 1611 - "HISTOIRE DE LOUIS GAUFRIDY PRETRE, BRULE' COMME SORCIER" testo digitalizzato da "CAUSES CELEBRES...PAR MR. GAYOT DE PITAVAL AVOCAT AU PARLEMENT DE PARIS...TOME SEXIEME..."
-[I - CONTRADDIZIONI DEL DIRITTO INTERMEDIO NEL PROCEDIMENTO AVVERSO LE STREGHE DI TRIORA: IL GOVERNO DI GENOVA ARROGA A SE' OGNI AZIONE DI LEGGE]
-[II - CONTRADDIZIONI DEL DIRITTO INTERMEDIO NEL PROCEDIMENTO AVVERSO LE STREGHE DI TRIORA: L'INQUISITORE ECCLESIASTICO DI GENOVA ARROGA A SE' OGNI AZIONE DI LEGGE]
-[III - CONTRADDIZIONI DEL DIRITTO INTERMEDIO NEL PROCEDIMENTO AVVERSO LE STREGHE DI TRIORA: URTO IDEOLOGICO E CORPORATIVO NEL CONTESTO DELLA VICENDA TRA MEDICINA ALLOPATICA E MEDICINA SPAGIRICA]
-[IV - CONTRADDIZIONI DEL DIRITTO INTERMEDIO NEL PROCEDIMENTO AVVERSO LE STREGHE DI TRIORA: GOVERNO GENOVESE ED INQUISITORE ECCLESIASTICO DI GENOVA RAGGIUNGONO UNA CONCILIAZIONE DI COMPETENZE CON IL CONSCORSO DEL SACRO PALAZZO ROMANO ALLO SCOPO D'EVITARE CONFLITTI GIURISDIZIONALI]
-["STREGA, STREGHE E STREGONERIA": IL CASO DI GIOVANNETTA OZENDA DI BAIARDO]
-["STREGA, STREGHE E STREGONERIA": IL PROCEDIMENTO CONTRO GIOVANNI RODI DI MONTALTO]
-"STREGA, STREGHE E STREGONERIA": STREGHE E STREGONERIA NEL TERRITORIO INTEMELIO [IL CASO DI "PEIRINETTA RAIBAUDO DI CASTELLAR"]
-"STREGA, STREGHE E STREGONERIA": ALTRI PROCEDIMENTI PER STREGHE, MAGHI E STREGONERIA NEL PONENTE LIGURE
-UNA SUPPOSTA STREGA OSTETRICA DI VALLEBONA NEL XVII SECOLO
-[ "STREGA, STREGHE E STREGONERIA": PROCEDIMENTI PER STREGONERIA FRA XV E XVI SECOLO NEL BASSO PIEMONTE ]
-"STREGA, STREGHE E STREGONERIA": IPOTESI SU TRACCE DI CULTURA SCIAMANICA NEL PONENTE LIGURE
-["STREGA, STREGHE E STREGONERIA": PROCEDIMENTI PER STREGONERIA FRA X E XVI SECOLO NEL BASSO PIEMONTE]
-STREGHE DI LOUDUN
-STREGA "DI PIPERNO": LA BOLLA SUMMIS DESIDERANTES" DI INNOCENZO VIII ( 5/XII/1484)
-STREGHE - STREGONERIA: CONCETTO DI STREGONERIA - ELEMENTI STORICI
-STREGHE (STREGONERIA - MAGIA): ARTIFICI E INCANTESIMI VARI
-STREGHE (STREGONERIA - MAGIA): UNGUENTO DELLE STREGHE ED ALTRI FILTRI
-STREGHE (STREGONERIA - MAGIA): STREGONERIA TEMPESTARIA
























-(LA) SUPERSTIZIONE: ENTITA' MALEFICHE, STREGHE, INCANTESIMI E FORME DI VARIA MAGIA
-(LA) SUPERSTIZIONE: SUA CONDANNA FILOSOFICA E RELIGIOSA
-(LA) SUPERSTIZIONE: IL TESTO PRINCIPALE DELLA SUA CONDANNA = LA COSTITUZIONE DI PAPA SISTO V COELI ATEQUE TERRAE [TESTO INTEGRALE E ORIGINALE]
-(LA) SUPERSTIZIONE: SUOI MOLTEPLICI ASPETTI E SUA CONDANNA IN UN TESTO DEL XVII SECOLO AD USO DI MISSIONI E MISSIONARI: IL MAGISTERO DI DOMENICO SERIO
-[SUPERSTIZIONE E CURA DALLE MALATTIE (MEZZI SUPERSTIZIOSI DA EVITARE)]
-[SUPERSTIZIONE E PRECAUZIONI DA PERICOLI VARI (IL DIABOLICO VOLUME MANUALE PRECAUTIONUM - SUA CONDANNA)]
-[SUPERSTIZIONE E CURA DALLE MALATTIE (MEZZI SUPERSTIZIOSI DA EVITARE)]
-(L') ANTICRISTO DALLA GIOVANNEA APOCALISSE ALLE INTERPRETAZIONI RELIGIOSE E STORICHE: INTERAZIONI FRA RELIGIONE, SUPERSTIZIONE, PREGIUDIZI ETNICO-RAZZIALI
-(L') ANTICRISTO NELL'ESEGESI UFFICIALE DEL GESUITA PADRE BENEDETTO PEREIRA (PRIMI XVII SECOLO)
- ANIMALI NERI DI FIABE, MITI E REALTA': LUPO, LUPO CERVIERO - CIVETTA, GUFO, UPUPA, NITTICORACE E PIPISTRELLO
-CAPRONE : IL ROVESCIAMENTO IN SUPERSTIZIONE DI ANTICHE CREDENZE SULLA FERTILITA'
-FANTASMA - FANTASMI - SPETTRO - SPETTRI - LARVE - LEMURI [PRESENZE ECTOPLASMATICHE - ECTOPLASMI] : TRA SUPERSTIZIONE, RELIGIOSITA' E MISTERO
-MALATTIA MENTALE: SUE COMPLICAZIONI E RAPPORTI CON "SUPERSTIZIONE" E "MAGISMO"
-MOSTRI DELLA CREDULITA' E SUPERSTIZIONE POPOLARE: "UOMINI SCIMMIA" - "UOMINI PRIMITIVI DI TERRE ESOTICHE" - "INDIGENI MOSTRUOSI DESCRITTI DAI PRIMI ESPLORATORI"
-"MOSTRI DIABOLICI DELLA SUPERSTIZIONE"
-VOLO STREGONESCO: IPOTESI INQUISITORIALI SUL PRESUNTO VOLARE DI MAGHI E STREGHE OVVERO LA FOLLIA DELLE MENTI CONTAGIATE DA SUPERSTIZIONE E DROGA / DROGHE
-MOSTRI MITOLOGICI - LORO MUTAZIONI ATTRAVERSO MITOLOGIA E SUPERSTIZIONI: SIRENA - SIRENE
- SANGUE - IL TEMA DEL SANGUE: I CASI DI APROSIO (USCITA DI SANGUE DALLE FERITE DEI CADAVERI CUI SAREBBERO STATI POSTI INNANZI I LORO ASSASINI = MAGNETISMO UNIVERSALE: MIRACOLO DEL SANGUE DI S. GENNARO) E ANCORA DI SAN LEONARDO DA PORTO MAURIZIO
-PATTO CON IL DIAVOLO - PATTO DIABOLICO (PATTO SCRITTO CON IL SANGUE - PATTO FIRMATO CON IL SANGUE: PATTO ESPRESSO)
-SANGUE ("CULTO" DEL "SANGUE BENEFICO" PRESSO POPOLI EUROPEI E NON)
-SANGUE ("CULTO" DEL "SANGUE MALEFICO" NEL MAGISMO E NELLA TRADIZIONE STORICA)
-SANGUE (IL RIFIUTO BIBLICO DEL CULTO DEL SANGUE: LA I TRASFUSIONE PRATICATA IN AMBITO CRISTIANO-CATTOLICO)
-(LA) VITA: IL GRANDE ENIGMA DI SCIENZA E RELIGIONE (IL MITO DEL PROLUNGAMENTO DELLA VITA - IL SUPERSTIZIOSO TERRORE DELLE MORTI APPARENTI [MORTE APPARENTE - CATALESSI])
- (LA VITA): IL TEMA DELL'IMMORTALITA' DELL'ESISTENZA FISICA SULLA TERRA
-UNTORE - UNTORI (N. 1): PROPAGATORI DI UNGUENTI VELENOSI NEL DIRITTO CRIMINALE
-UNTORE - UNTORI (N. 2): FIGURE DIABOLICHE RITENUTE PROPAGATRICI DI PESTE
-UNTORE - UNTORI (N. 3): TESTI DEGLI SCRITTI DEL VERRI, DEL BECCARIA E DEL MANZONI IN MERITO AL PROCESSO AGLI UNTORI IN MILANO DURANTE LA PESTE DEL XVII SECOLO
-UNTORE - UNTORI (N. 4): ITALIA, 1837 - DRAMMATICA DICERIA DI UNTORI OPERANTI IN TERRITORIO PENINSULARE
-UNTORE - UNTORI (N.5): ULTIMI SUSSULTI SULLA STORIA DEGLI UNTORI E LA CREDENZA DI "PUBBLICI AVVELENATORI" AI TEMPI DELLA CAMPAGNA PROMOZIONALE ANTIMALARICA IN ITALIA
-(IL) VAMPIRISMO: OSSERVAZIONI ILLUMINISTICHE E ROMANTICHE
-(IL) VAMPIRISMO: TEMI ETNO-ANTROPICI DEL RITORNANTE E/O NON MORTO
-(IL) VAMPIRO (LA LEGGENDA DI DRACUL - IL CONTE VLAD)
-(IL) VAMPIRO FEMMINA (LA BIBLICA LAMIA)
-(IL) VAMPIRO FEMMINA (LA "STORICA VICENDA" DELLA CONTESSA BATHORY)
-1 - SETTECENTESCA LOTTA ALLA SUPERSTIZIONE: IL CASO DEL SERIO
-2 - SETTECENTESCA LOTTA ALLA SUPERSTIZIONE: IL CASO DEL FEIJOO


























Bartolomeo Ricci nato a Lugo (Ravenna) nel 1490 e morto a Ferrara nel 1569, fu studioso di lingue antiche, commediografo, poeta, oratore. Fu chiamato a Ferrara nel 1539 da Ercole II come precettore dei figli Alfonso e Luigi. Fu accademico tra gli Elevati, con lo pseudonimo di Tersio. Tra i suoi scritti, Apparatus Latinae locutionis (1533), De imitatione libri tres (1545), Epistolarum familiarium libri VIII (1560), Le Balie. Comedia (1565).
Renata di Francia, figlia del re Luigi XII e di Anna di Bretagna, nacque a Blois nel 1510 e morì a Montargis (Loiret) nel 1575 o 1576. Fu data in moglie dal re Francesco I , marito di sua sorella, a Ercole II d’Este , figlio di Alfonso I , duca di Ferrara, e di Lucrezia Borgia (1528). Gli sposi rinunciarono a ogni diritto sulla Bretagna, eredità materna di Renata, ed ebbero in cambio le contee di Chartres, di Gisors e il castello di Montargis. Principessa intelligente e colta, fu legata da vivo affetto alla Francia, della quale difese sempre gli interessi. Nel 1536 ospitò Calvino , il quale, giunto a Ferrara, la convertì alla sua dottrina.
Nel castello di Ferrara si mostra ancora oggi una piccola cappella ove si sarebbero svolti i riti della setta eretica .
La corte estense divenne un accogliente rifugio per i protestanti, perseguitati negli altri Stati della penisola; ma la curia romana, venuta a conoscenza dello spirito ereticale della duchessa e sollecitata dallo stesso marito di costei, la fece sorvegliare e, rifiutando essa di abbandonare la sua nuova fede, la sottopose a processo condannandola alla prigionia perpetua con la confisca dei beni.
Cedette allora (1554), ma solo in apparenza, perché continuò a mantenersi in corrispondenza con Calvino. Morto Ercole (1559), gli succedette il figlio Alfonso II , che non poté resistere alle pressioni di papa Pio IV , per cui Renata dovette tornare in Francia; dopo breve tempo si ritirò nel castello di Montargis, dove più volte diede ospitalità a ugonotti perseguitati.
Celio Calcagnini nato a Ferrara nel 1479 e morto nella stessa città nel 1541. Umanista ferrarese al servizio presso la corte estense dal 1509, passò nel 1519 a Roma ove entrò in stretti contatti con l’ambiente umanistico di Leone X (Gerolamo Aleandro, Paolo Giovio , Fabio Calvo e Raffaello che loderà nei suoi Carmina come studiosi dell’antico). Dal 1520 risulta stabilmente a Ferrara dove si lega in amicizia con Lilio Gregorio Giraldi e Pierio Valeriano .
Nel 1525 partecipa alle controversie religiose con il De libero Animi motu in cui si schiera a favore del De libero arbitrio di Erasmo .
Nel 1539 è ambasciatore di Ercole II presso Paolo III .
Il suo Opera aliquot, edito a Basilea nel 1545, raccoglie opere di vario argomento scritte nell’arco della sua vita, alcune di esse fornirono materiale importantissimo a molti dei mitografi rinascimentali, soprattutto il De rebus Aegyptiacis (Opera aliquot, pp.29 e seg.), traduzione del De Iside e Osiride di Plutarco , è all’origine dell’egittomania rinascimentale e fomentò ulteriori indagini nel campo dei geroglifici e del mito egizio in concomitanza con quanto andavano facendo Egidio da Viterbo e soprattutto Valeriano.
Il Descriptio Silentii (Opera aliquot, pp. 491 e seg.) è ancora legato al mito egizio di cui analizza, in forma di sogno o visione alla maniera di Francesco Colonna , la figura di Arpocrate dio del Silenzio. L’Anteros sive de mutuo amore (Opera aliquot, pp. 437 e seg.) riprende in termini di filosofia neoplatonica la nota favola di Eros e Anteros di larga fortuna figurativa.

























Paolo Antonio Foscarini (Montalto Uffugo 1565 - Cosenza 1616): padre carmelitano, fu professore a Napoli e a Messina. Nel 1615 pubblicò la Lettera sopra l'opinione de' Pittagorici e del Copernico, con la quale intese mostrare come la rotazione e la rivoluzione della Terra non contraddicessero le Sacre Scritture: cui poi rispose con sua MISSIVA il potente Cardinal Bellarmino Il 5 marzo 1616, con lo stesso decreto di sospensione "donec corrigantur" del De revolutionibus orbium coelestium di Copernico, l'opera venne condannata e proibita dalla Sacra Congregazione dell'Indice.
Una singolare cornice caratterizza il frontespizio dell'opera del Foscarini, Lettera del R. P. M. Paolo Antonio Foscarini Carmelitano sopra l'opinione de' Pittagorici, e del Copernico. Della mobilità della Terra, e stabilità del Sole, e del nuovo Pittagorico Sistema del Mondo, stampata a Napoli, nel 1615, presso la tipografia di Lazzaro Scoriggio. Fine dichiarato della Lettera, dedicata a Sebastiano Fantone, generale dell'Ordine Carmelitano, era quello di dimostrare quanto l'opinione copernicana non fosse in contrasto con la Bibbia e di sancire la perfetta conciliabilità della nuova scienza con le Sacre Scritture; infatti, il Foscarini raggruppava in sei "classi" le principali opposizioni al copernicanesimo, che si sarebbero potute trarre dalle Scritture, dai Padri della Chiesa e dai teologi, e a tali classi contrapponeva altrettanti "fondamenti" o principi che, applicati all'esegesi delle Scritture, le avrebbero rese perfettamente concordanti con la nuova teoria. Il carmelitano, dunque, guardava ai principi del sistema copernicano come agli unici capaci di una descrizione dell'universo armoniosa e ordinata. Con il decreto del 5 marzo 1616 la Congregazione dell'Indice condannò formalmente tutti i libri che esponessero tale opinione, tra i quali fu annoverata anche l'opera del Foscarini, il cui tentativo di conciliare i principi della teoria copernicana con i dogmi della tradizione provocò una condanna assoluta: "Librum …Pauli Antonii Foscarini Carmelitae omnimo prohibendumatque damnandum". In conseguenza del decreto, nel giugno 1616 si decise di procedere contro lo stampatore della Lettera, il già citato Lazzaro Scoriggio, accusato di aver pubblicato l'opuscolo senza l'imprimatur. Catturato ed interrogato dalla Corte Arcivescovile di Napoli, il tipografo raccontò come il Foscarini gli avesse consegnato un solo manoscritto, contenente insieme la Lettera ed il Trattato della divinatione naturale, e come l'unico imprimatur, che compariva alla fine del Trattato (come è riportato nel colophon della Lettera: Imprimatur P. Ant. Ghibert. Vic. Gen. Ioannes Longus Can. & Cur. Archiep.), fosse stato considerato valido per l'intero volume; le due opere erano state pubblicate, poi, separatamente soltanto per esplicita richiesta dell'autore. La Curia finì col credere alla buona fede di Scoriggio, condannandolo solo ad una multa di 100 ducati, ma intimandogli di non far parola dell'accaduto con nessuno. Nel frontespizio della Lettera, la metafora della sfera delle conoscenze umane trova posto in un tralcio abitato; l'intreccio vegetale, infatti, riceve una motivazione figurativa che affermerebbe l'utilità e la dignità delle scienze, delle arti e delle istituzioni umane, tutte vie che possono condurre alla conoscenza e all'amore di Dio (un principio di cui il Foscarini aveva già parlato precedentemente nelle sue Meditationes, preces, et exercitia quotidiana, una raccolta di preghiere di preghiere e riflessioni per ciascuna ricorrenza dell'anno liturgico; in essa il Foscarini descrive sommariamente l'universo secondo la tradizionale visione aristotelico-scolastica). Nella cornice incisa, che ci riporta alla mente l'antico motivo iconografico dell'Albero di Iesse, usato per la prima volta negli splendidi codici miniati del XII secolo (si vedano, per esempio, la Bibbia Lambeth, Canterbury, 1145 ca., ed il Salterio di Huntingfield, inglese, fine dodicesimo secolo), e le cornici istoriate del XV e del XVI secolo, trovano spazio figurazioni diverse: alcuni santi nella parte superiore, emblemi araldici e la rappresentazione della seconda fatica di Ercole, l'Idra di Lerna, in basso. Il riferimento ad una delle fatiche erculee può trovare una sua giustificazione se posto in rapporto con i due stemmi laterali; il noto semidio, infatti, viene spesso celebrato come fondatore di nobili stirpi e potenti casate. Tra i santi in alto, invece, si riconosce S. Antonio da Padova, accompagnato dai suoi attributi tradizionali, i gigli fra le mani e la folgore, collocata sulla cornice; le altre figure rappresentano probabilmente S. Girolamo, con in mano la pietra del martirio, S. Agostino, cui si riferisce tradizionalmente anche la fiamma, simbolo dell'ardore religioso, S. Longino o S. Giuda Taddeo, cui è di norma attribuita la lancia. Le due folgori e le due spade incrociate sul bordo superiore della cornice sono senza dubbio simboli del martirio. Di maggiore interesse sono le parti laterali della cornice; qui il sistema enciclopedico delle scienze e delle arti, disposte a formare una sorta di arbor scientiarum e contraddistinte ciascuna dal proprio simbolo, si lega ad una serie di immagini che alludono alla dimensione del Sacro. In tal modo, appaiono, da un lato, l'organo a canne per la musica, la sfera armillare per l'astronomia, la tavola numerica per l'aritmetica, il triangolo ed il compasso per la geometria, una tavoletta con alcune lettere dell'alfabeto latino, probabile allusione ai caratteri tipografici; dall'altro lato, una mano destra levata, con tre dita tese (pollice, indice e medio), che probabilmente allude all'antica consuetudine di ripetere tale gesto per invocare Dio come testimone, durante un giuramento; la Trinità; una figura triadica, forse riferita anch'essa alla Trinità; un occhio che irradia luce, simbolo universalmente riconosciuto, nell'iconografia cristiana, della divina Onnipresenza, e nuovamente, della Trinità; un libro aperto, illuminato da luce che giunge dall'alto, simbolo della cultura e della religione, custode della sapienza rivelata. Non è da escludere, anche in questo caso, la collaborazione del Foscarini con l'ideatore della cornice; scienza e Fede cristiana, infatti, sono idealmente legate qui da un unico filo conduttore, decorativo, ma soprattutto concettuale, a rappresentare una sintesi, anche se piuttosto approssimativa, della teoria esposta dall'autore nel testo.

























Il Grillo XXXXV (" Se la Terra sia Mobile, o Stabile ") ad onta della trattazione moderata è di una delicatezza estrema in quanto coimplica il dibattuto problema dei MASSIMI SISTEMI e della condanna di COPERNICO e GALILEO a vantaggio delle postulazioni GEOCENTRICHE. Dopo parecchie tergiversazioni erudite Angelico Aprosio, conformemente alla sua postazione di "inquisitore", giunge ad una condanna dell'eliocentrismo ma la organizza senza l'acredine che ci si aspetterebbe [si veda qui quanto compare nella silloge di Lucio Ferraris sotto la voce mundus ]. La giustificazione del modus operandi aprosiano (cioè il rispetto delle postulazioni ufficiali della Chiesa e una non peregrina considerazione degli indagatori scientifici ] è da correlare alla posizione aprosiana di curioso interesse per la Scienza Nuova e di affidamento in certe sue conclusioni ed anche di personale stima per alcuni amici del Galilei tra cui, per quanto non sia qui menzionato, quel Giovanni Ciampoli cui l'agostiniano intemelio nello Scudo di Rinaldo I riserva un' ampia (ed intrinsecamente elogiativa) sarcina letteraria pregna di elogi e sostanziale veicolo di una sua vastissima lettera dedicata proprio a quella sorta di esilio patito per la dichiarata simpatia verso Galileo.
























"Una delle favole più incredibili che la fantasia del Medioevo" [F. Gregorovius, Storia della Città di Roma nel Medioevo, I, 5, 3, 4] "abbia saputo inventare diede come successore all'energico Leone IV una donna avventuriera; per molti secoli storiografi, vescovi, addirittura i papi stessi e tutto il mondo hanno creduto che per due anni la cattedra di san Pietro sia stata occupata dalla papessa Giovanna. Se questa leggenda esula dalla cerchia dei fatti storici, rientra però nella storia delle credenze medievali; perciò va riferita brevemente. Una bella fanciulla, figlia di un anglosassone ma nata a Ingelheim, brillava nelle scuole di Magonza, così si narra, per straordinarie doti d'ingegno. Amata da un giovane scolastico, nascose le attrattive del suo sesso sotto il saio monacale, che le fu imposto a Fulda, dove il suo amante era benedettino. I due studiarono insieme tutto il sapere umano; si recarono in Inghilterra e poi ad Atene, dove la bella travestita frequentò la scuola dei filosofi, di cui la fantasia dei cronisti credeva ancora affollata quella città. Ad Atene morì il suo innamorato, e Giovanna o Giovanni Anglico, come si faceva chiamare, passò a Roma. La sua dottrina le procurò una cattedra alla Scuola dei Geci (tale era divenuta, nella leggenda, la diaconia che noi conosciamo sotto il nome di Sancta Maria Scholae Graecorum). Giovanna entusiasmò i filosofi romani, incantò i cardinali che non sospettavano il suo sesso, divenne in breve la meraviglia della città. Ma la sua ambizione aspirava alla corona pontificia. Alla morte di Leone IV i cardinali si accordarono sul suo nome, non ritenendo nessuno più degno di guidare la cristianità di Giovanni Anglico, modello di ogni perfezione teologica. La papessa nsi insediò in Laterano e non si peritò di stringere rapporti amorosi con il proprio fedelissimo cameriere. Le conseguenze furono coperte dall'ampio manto pontificio, finché la natura non colse di sorpresa la peccatrice.
Recandosi in processione a Laterano, fra il Colosseo e San Clemente fu colta dalle doglie, partorì un maschio e spirò. I Romani, inorriditi, la seppellirono in quel luogo ed eressero sul posto, a ricordo dell'avvenimento inaudito, la statua di una bella donna cinta della corona pontificia, con un bambino in braccio (Papa Pater Patrum Peperit Papissa Puellum dice uno degli autori della leggenda: così veniva interpretata un'antica iscrizione, che si riferiva invece a un sacerdote del dio Mitra -Pater Patrum-, riportandola alla papessa. Sulla strada che conduceva al Laterano s'incontrava una statua muliebre con un bambino: per secoli fu considerata come quella della papessa Giovanna. Soltanto Sisto V la tolse).
Questa storia grossolana fu il prodotto dell'ignoranza, del gusto dell'inaudito, forse anche dell'odio dei Romani per il potere temporale dei papi. Vi si riconosce l'età dei Mirabilia (dove però non è riportata), il XIII secolo. La favola, nata introno alla metà del Duecento, si trova per la prima volta, interpolata, in alcuni manoscritti di Martino Polono e di Mariano Scoto. Di qui passò in tutti i cronisti e vi fu prestata fede così universalmente, che introno all'anno 1400 si giunse addirittura a collocare il busto della papessa Giovanna tra i ritratti dei papi che ornano le pareti del duomo di Siena. L'incredibile ingenuità dei tempi, in cui nessuna favola o tradizione veniva distrutta dalla critica, protesse quel ritratto nel duomo senese; esso rimase indisturbato per duecento anni, fra g li altri papa, con l'iscrizione "Johannes VIII, donna angla"; il cardinale Baronio premette infine su Clemente VIII per la sua rimozione, e la figura femminile fu trasformata in quella di papa Zaccaria [dopo la Riforma scoppiò una contesa tra cattolici e protestanti, a colpi di dissertazioni, a proposito della leggenda: così un personaggio immaginario di donna ebbe più biografie delle regine più celebri del mondo. L'ultimo di questi scritti è il Die "Paepstin Johanna" in den Papstfabeln des Mittelalters del Doellinger (Munchen 1863) ]".





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