L'OTTOCENTO: SVILUPPO URBANISTICO DI BORDIGHERA 
 
 
 Gli uffici pubblici in questa prima  metà del secolo 
rimasero sistemati nel borgo medievale vecchio: il Comune e la nuova Pretura 
stavano  nel centro del paese alto, nell'edificio poi sede dell'Ufficio 
Tecnico comunale  in  Piazza  del Popolo. 
  
                                 Novecento Tra  gli edifici di culto, oltre alle chiese cattoliche, figuravano la  Chiesa 
Evangelica Inglese (del 1883) e la nuova CHIESA EVANGELICA TEDESCA (QUI IN ALTRA FOTOGRAFIA DEL BENIGNI). 
   
Moltissimo ha significato per la stesura di questo indice e dei suoi contenuti, per quanto integrati da osservazioni multimediali, la grande opera di Anna Maria Ceriolo Verrando sulla storia antica e moderna di Bordighera
L'IMPORTANZA DI UNA MODERNA VIA DI COSTA: LA "STRADA DELLA CORNICE"
IL PRIMO MODERNO INSEDIAMENTO NELLA PIANA
I PRIMI PASSI DI UN GRANDE SUCCESSO TURISTICO (L'IMPORTANZA DI UN ROMANZO AMBIENTATO A BORDIGHERA)
ATTIVITA' ECONOMICA E AGRICOLA: LA FAMA DELLE PALME E DEGLI AGRUMI DI BORDIGHERA
BORDIGHERA A META' OTTOCENTO
IL RUFFINI APRE LA STRADA AL TURISMO INGLESE: ILLUSTRI VISITATORI ANGLOSASSONI DI BORDIGHERA
INTELLETTUALI E RICERCATORI INGLESI A BORDIGHERA: CLARENCE BICKNELL E IL SUO MUSEO
GLI INGLESI "ERIGONO" A BORDIGHERA LA "CHIESA ANGLICANA"
IL TURISMO FRANCESE: PERSONALITA' TRANSALPINE IN VISITA NELLA CITTA' DELLE PALME
IMPORTANZA PER IL TURISMO DELL'APERTURA DEL TRONCO FERROVIARIO GENOVA - VENTIMIGLIA
UN GRANDE PITTORE DI FRANCIA PONE BORDIGHERA AL CENTRO DELLA SUA ARTE
TURISTI TEDESCHI E GERMANICHE CELEBRITA'
I SOGGIORNI A BORDIGHERA DELLA REGINA MARGHERITA DI SAVOIA
INIZIATIVE SOCIALI E BENEFICHE DI RESIDENTI ITALIANI E NON: L'OPERA DI PADRE G.VIALE
LETTERATI E VARIE PERSONALITA' ITALIANE INCROCIANO A BORDIGHERA MOMENTI DELLA LORO ESISTENZA
BORDIGHERA AGLI INIZI DEL '900.
BORDIGHERA AGLI INIZI DEL '900: IL GRANDE TURISMO, I GRANDI ALBERGHI, DALLA REALIZZAZIONE DEL CASINO' A QUELLA DEL KURSAAL
LA CITTA' DURANTE LA I GUERRA MONDIALE
IL PERIODO FRA I E II GUERRA MONDIALE
IL II CONFLITTO MONDIALE
IL DOPOGUERRA E LA RICOSTRUZIONE
GRANDE FERVORE E TRASFORMAZIONI A BORDIGHERA: LA CONTEMPORANEITA'
CONVERSIONE DI ANTICHE ATTIVITA': LE NUOVE INIZIATIVE A BORDIGHERA
L'abitato venne provvisto  dei  
necessari  servizi pubblici:  dal 1816 si eressero le carceri nella 
costruzione  soprastante la  Porta Soprana o della Maddalena mentre nel 
1823 si istituì un ufficio  postale  e poi verso il 1824 le strade furono 
provviste di illuminazione a petrolio.
Presero  successivamente  a 
funzionare nel paese le scuole e verso  la  metà  del secolo  fu  adattata  
ad aula scolastica l'antica cappella  di  S.  Sebastiano (1849),  che  
sorgeva nel sito dove fu poi costruita la Villa  Garnier.
In  questi primi decenni del XIX secolo, mentre si organizzava un moderno abitato nella 
parte iniziale della piana, il paese "storico" non mutò la sua  configurazione 
, vecchia ormai di tre  secoli: il complesso insediativo spiccava bene
sul Capo di S. Ampelio, compatto nelle sue  vecchie  case, ancora protetto  
dalla cinta muraria, con bastioni e torrioni  ai  cinque angoli.
   
Dopo  i  danni arrecati dal sisma del 1832, entro il complesso antico ci si  
limitò a gettare  archi di sostegno tra le case dei vicoli: su  alcuni di 
questi si  può tuttoggi leggere la data di sistemazione.
Fuori mura 
esistevano poche costruzioni presso la Porta del Capo e la Porta Sottana.
 
Al contrario sempre nuove realizzazioni edili configuravano sempre più
il  nuovo  abitato  della piana,  formato  da costruzioni 
allineate  sui  due  lati  della via corriera, come risulta dal  Piano di allineamento  del Borgo Marina.
 
Lo sviluppo del nucleo del BORGO MARINA
Verso il 1840, visto l'incremento di questo processo di inurbamento,  si realizzò finalmente il  
primo vero insediamento della moderna cittadina nella  piana: poi a metà 
secolo alcuni importanti eventi causarono una rapida evoluzione del Borgo 
Marina quale stazione climatica  e turistica.
In particolare dal  1848-49 numerosi esuli napoletani e  siciliani cominciarono a rifugiarsi in Bordighera 
e  molti di  essi vi si sistemarono in modo definitivo determinando  un 
ulteriore sviluppo  del Borgo Marina.
Nel contempo i turisti stranieri  che  soggiornavano  a  Nizza, Mentone, Sanremo e i viaggiatori  che  giungevano  dalla 
Francia per visitare l'Italia "scoprirono" la posizione suggestiva 
di Bordighera  vecchia, arroccata sul Capo e circondata di ulivi e PALME.
  
Gli stranieri, estasiati dalle bellezze naturali, dal clima mite e  dalla 
vita  tranquilla scelsero presto la località come luogo  di  
soggiorno.
Il successo turistico di Bordighera ricevette  grande impulso 
dalla pubblicità procurata dal  romanzo  IL DOTTOR ANTONIO di GIOVANNI RUFFINI 
.
Il libro, la cui storia era ambientata in queste contrade,  rivelò   Bordighera agli  Inglesi  e li 
indusse a ricercarla come soggiorno  ideale.
Su tale scelta di vita, 
incise molto la  bella descrizione 
che  Ruffini  fece  della cittadina: "... un masso enorme  di  smeraldo  che 
chiude  l'orizzonte,   tagliato in forma di balecitatona coricata con la  sua  larga 
coda sepolta  nelle acque. Ivi in piccolo spazio e vista veramente rinfrescante e vi  si presenta ogni gradazione di verde che può rallegrare l'occhio; dal 
pallido  grigio  dell'olivo alle scure foglie del cipresso; uno dei  quali  di tratto  in  tratto,  come isolata sentinella, si stacca elevato  di  mezzo  al rimanente. Gruppi di piumate palme, con la cima illuminata dal sole e il resto nell'ombra, stendono i loro larghi rami come piume di elmetti guerrieri su  la cima  ove lo snello profilo della guglia torreggiante della chiesa si  disegna spiccato nel cielo purissimo... "".
La "Locanda d'Inghilterra", aperta negli 
anni successivi accolse per prima, come suggerisce il  nome, i turisti inglesi, 
che in  numero  crescente vennero a riposare in questo paese ligure, che 
acquistò presto fama rilevante fra i  loro  conterranei.
Mentre si assisteva 
ad  un  incremento demografico  e ad un graduale aumento di  colonie di 
stranieri spesso agiati (residenti  per periodi  sempre più lunghi e con 
la crescente abitudine di farsi costruire splendide dimore) la vita economica 
di  Bordighera  andava pur lentamente trasformandosi, anche sfruttando i 
nuovi mezzi e la tecnologia messi a disposizione dalla rivoluzione 
scientifica ormai in atto ovunque.
Sul periodo prossimo al 1869 -scrive sempre la Ceriolo Verrando- si possiedono inoltre dati  abbastanza utili:  
gli alberi d'olivo di alto fusto ammontavano a cinquantamila  unità, 
le PALME a sedicimila.
 Quaranta fasci di palme da sessanta rami bianchi cadauno  ogni anno venivano mandati a Roma, il resto era inviato ai porti di Genova 
e  Livorno. Le ARANCE (espressione di una rinomata AGRUMICOLTURA) venivano spedite  a Genova,  Marsiglia e Londra e le 
piante coltivate a Bordighera ammontavano a ben trentaseimila unità: un numero 
decisamente di rilievo. L'acqua  che scorreva nel canale  comunale,  oltre  a 
servire per le macchine dei frantoi da ottobre a  maggio, era anche fornita 
ai privati per irrigare le colture  ortive  dal mese  di  giugno  in poi (ma 
era doveroso il versamento di una tassa  oraria!)  ed  inoltre alimentava due  
lavatoi pubblici. Resta  appurato che come nel  passato Bordighera 
poteva usufruire di  una spiaggia molto estesa [che] accoglie que'
bastimenti,  che  i naviganti per i  loro interessi bramano  far  approdare  
(testimonianza di una tradizione  marinara molto antica legata sia alla tradi
zione della pesca, sia al  trasporto di merci e viaggiatori come già nel  XVII 
secolo faceva notare l'erudito e bibliofilo di Ventimiglia Angelico Aprosio).
Essendo io figlio di Michelangelo Durante sovraintendente dell'apparato tenico per il tronco Ventimiglia Sanremo  delle Ferrovie dello Stato che parte fondamentale ( sino al punto di esser invitato a pranzo e premiato in terra transalpina dal Ministro francese preposto ai trasporti) ebbe (ma senza dare rendiconto per l'innata riservatezza, contro il parere mio e di mia madre, degli onori ricevuti, e di cui conservo documentazione, ai "media" dell'epoca ) allo scopo della risoluzione di imprevisti problemi tecnici ai fini della prosecuzione sino alla stazione di Ventimiglia delle elettromotrici francesi fino ad allora surrogate dalle potenti "vaporiere" non riesco a non citare questo  evento ["anno 1969, punto di cambio tensione tra 1.500V c.c. e 25.000V tra le gallerie di Calandre e di Ventimiglia (foto F.S.)]= realmente si trattò di un importante evento uno degli ultimi che di persona ho vissuto in relazione alla strada ferrata litoranea ligure di cui qui parlo sin dalla sua genesi.
 Come scrive Luigi Ricca nel suo volume Viaggio da Genova a Nizza, ossia Descrizione con notizie storiche, di statistica ed estetica e d'arti e di lettere / scritta da un ligure nel 1865  da Voltri, cui giungeva già dal 1856, il treno poteva raggiungere Savona, essendo finalizzata per questa tratta la linea ferroviaria il 19 maggio 1868  = i lavori comunque presero a procedere sempre più velocemente e tra il 1865 ed il 1875 Domenico Cambiaso disegnò la crescente linea ferroviaria come si vede in merito a Porto Maurizio ed ancora qui in relazione all'areale di Bordighera = l'arrivo della linea ferroviaria a Ventimiglia nel 1871 costituì un evento epocale. Variamente celebrata, talora  anche in anticipo sull'inaugurazione risultò la finalizzazione della Litoranea come in questo caso in una medaglia commemorativa della Provincia di Porto 
Maurizio, nel  1871 si ebbe  l'apertura del TRONCO FERROVIARIO GENOVA - VENTIMIGLIA (per la cui storia è fondamentale la lettura di questo bellissimo libro = tenendo conto che in tutte queste operazioni concernenti le migliorie viarie e non solo del Ponente di Liguria un ruolo importantissimo fu esercitato dall'onorevole GIUSEPPE BIANCHERI di Ventimiglia ).
 La linea ferroviaria del Ponente Ligure ha una storia antica e caratterizzata anche dai molti illustri personaggi che la  percorsero in tempi diversi e naturalmente con carrozze via via diverse  naturalmente trainate da motrici a vapore come si vede in questa immagine riguardante Sanremo anche se il terminale più celebre dopo la piccola stazione ottocentesca sarebbe diventata la grande  STAZIONE INTERNAZIONALE DI VENTIMIGLIA  peraltro anni dopo arricchita da quella ferrovia detta delle meraviglie che prese a collegarla come qui si vede con Cuneo ed il Piemonte  e di essa se ne è anche scritto molto pur se per la recente pubblicazione non si può ignorare questo bellissimo libro scritto da FRANCO DELL'AMICO ed FRANCO REBAGLIATI ed ornato da rare immagini pubblicato dal DOPOLAVORO FERROVIARIO DI SAVONA- SEZIONE CULTURA nel 1992 per i tipi dell'editrice Alzani di Pinerolo : meno noto invece, al modo che  di seguito si tratta, come una linea ferroviaria sia scesa dal Piemonte sin ad immettersi su questa direttrice ed è anche poco noto che due città si contesero il ruolo di punti d'arrivo della linea ferrata proveniente dal Piemonte, precisamente SAVONA ed ONEGLIA. La scelta fu dibattuta per l'importanza che aveva questa facoltà di giungere rapidamente, rispetto ai tempi pregressi, alla Riviera.  Il collegamento Piemonte Liguria  avrebbe costituito un grande momento di sviluppo per l'incremento urbano e turistico di tutte le cittadine dell'arale ligure piemontese. La realizzazione di un  CARDINE FERROVIARIO MARE-PADANIA-MONTI ebbe però, a seconda delle scelte possibili dei centri ove nel Ponente ligure giungesse la strada ferrata sabauda, fautori ed osteggiatori di distinte opzioni e la scelta finale si concretizzò   dopo una lunga serie di dibattimenti parlamentari TUTTI QUI ANALIZZABILI LEGGENDO DALLA GAZZETTA UFFICIALE DEL REGNO PER L'ANNO 1856 questa serie di interventi parlamentari riassunti sotto voce:
    MINISTERO DEI LAVORI PUBBLICI, STRADA FERRATA DAL CENTRO DEL PIEMONTE AL MARE LIGUSTICO VERSO LA RIVIERA DI PONENTE      
 = dibattiti conclusisi con la sanzione per  il compimento della LINEA FERRATA SAVONA-TORINO in preferenza alla variante detta LINEA FERRATA ONEGLIA-TORINO, argomento per il quale nella seduta del 12 giugno 1856 si assistette alla contrapposizione delle relazioni degli onorevoli  BARBARAVA come leggesi in "relazione al Consiglio speciale delle strade ferrate intorno al progetto di una strada ferrata da Savona a Fossano" fautore della linea ferroviaria Torino - Savonaa  e  del conte Quarelli favorevole invece ad una"via ferrata che parta da Oneglia e conduca nell'interno del Piemonte" : contrapposizioni  superate  dalla ben motivata RELAZIONE AL CONSIGLIO DELLE STRADE FERRATE INTORNO AL PROGETTO DELLA STRADA FERRATA DA SAVONA A FOSSANO (12 GIUGNO 1856) che giustificò la preferenza da assegnarsi al TRONCO DI SAVONA rispetto a quello di ONEGLIA (e PORTO MAURIZIO) = è da precisare che, a prescindere da varie altra motivazioni,un peso notevole nella scelta effettuata ebbe un peso deisamente maggiore la condizione quale PORTO DI PRIMA CLASSE  [ CHE N. CUNEO RIPRODUSSE NEL   VOLUME SU EMIGRAZIONE ITALIANA in  QUESTA STAMPA "SAVONA NEL 1863" (LIT. L. CENTURIONE, COLL. PALAZZO ROSSO. GENOVA)],  dello  SCALO COMMERCIALE  DI SAVONA dotato quindi di una maggior importanza specialmente commerciale, rispetto a quello di seconda classe di ONEGLIA  pur se  il porto di questo centro quello onegliese  fosse collegato in collaborazione  allo scalo ancora  minore di Porto Maurizio (qui le due località sono in immagini di metà '800, su disegno di Fleury e incisione di Boullemier). 
.
Questo  moderno sistema di trasporti favorì  alquanto  il  movimento
turistico, incrementando altresì  una più intensa espansione  edilizia.
Abbiamo un'immagine, pubblicata sull'"Illustrazione Universale", dell'arrivo alla STAZIONE DI SANREMO  dell'Imperatrice di Russia 
a testimonianza dell'uso che anche i grandi personaggi dell'epoca facevano del treno per raggiungere in modo veloce e comodo le ambite località turistiche in cui solevano trascorrere le loro vacanze.
Qui si vede il TRATTO FERROVIARIO DI BORDIGHERA in un acquarello a seppia di Domenico Cambiaso che come anche scritto nel libro sopra citato ebbe parecchio interesse per la ferrovia dal 1865 sin oltre la sua finalizzazione della "Litoranea" sino 1875  rappresentando pure altre località da essa attraversate.   La STAZIONE DI BORDIGHERA in origine era davvero modesta ma visto il traffico e, anche qui, l'arrivo di imortanti figure della politica, dell'arte e della grande società (per tutti funga da esempio la REGINA MARGHERITA ospite assidua di Bordighera) si ritenne di doverla ampliare ed abbellire con lavori che si protrassero dal 1879 al 1882; fu così costruita a mezza 
via  tra  il nucleo originario del Borgo Marina ed il complesso staccato 
dell'Hotel  d'Angleterre.
La STAZIONCINA DI VALLECROSIA ( in relazione alla quale si possono qui vedere lavori sulla linea ferrata in una fotografia del 1906 <) diede impulso all'area dei PIANI mentre un punto di riferimento straordinario (per il commercio, il turismo e l'imprenditoria) -dopo l'esistenza di questa prima INTEMELIA STAZIONE OTTOCENTESCA
 divenne
 
data l'importante postazione confinaria
la GRANDE STAZIONE INTERNAZIONALE DI VENTIMIGLIA
 la cui straordinaria efficienza venne completata solo in tempi posteriori con la realizzazione della TRATTA VENTIMIGLIA- CUNEO (TORINO), deludendo ancora una volta la speranza di Oneglia di diventare ulteriore punto di arrivo di una diramazione ferroviaria piemontese,
un cui punto cardine -sulla storica DIRETTRICE DEL TENDA- fu come qui si vede la 
STAZIONE DI LIMONE PIEMONTE [opera che è opportuno sempre rammentare fu realizzata per lo straordinario impegno dell'onorevole ventimigliese GIUSEPPE BIANCHERI che il 29 luglio 1879 ottenne il Decreto Legge n.50002 prevedente la costruzione della Cuneo Ventimiglia con una spea di 33 milioni: iniziandosi i lavori nel 1883].
Nella seconda metà dell'Ottocento, sulla scorta di 
queste  trasformazioni  urbanistiche  e socioeconomiche, si verificò un  
considerevole incremento  demografico, particolarmente significativo  
nel trentennio finale del secolo, periodo contraddistinto da una vera 
esplosione  turistica.
  
A metà Ottocento Bordighera contava pressapoco una popolazione di 1600  
residenti: secondo i dati del I censimento  generale  della  popolazione  
italiana (1861) il Comune aveva 1637 abitanti (nel secondo  censimento  
del  '71 Bordighera  raggiunse  quota 1688). Questo immobilismo  demografico  
dipendeva dall'incerta situazione storica generale:  le  tre guerre di 
indipendenza  esercitarono senza dubbio un influsso negativo sugli incrementi 
di popolazione nei Regni di Sardegna e d'Italia. Dopo che la situazione 
del Paese risultò consolidata, verso il 1881  la popolazione di Bordighera 
era già ascesa  a 2308  abitanti (terzo censimento della popolazione del 
Regno d'Italia; mancano invece cifre  demografiche  per il 1891, non  
tenendosi  il  decennale  censimento:  comunque, a prova di un incremento  
progressivo, concorrono i dati del censimento del 1901 secondo cui la 
popolazione era giunta a 3886 unità). 
La Ceriolo Verrando a pagina 143 del suo volume  annota con giustezza: "...
Certamente la notevole progressione demografica verificatasi negli ultimi tre 
decenni del secolo scorso ha le sue ragioni nella parallela espansione 
edilizia dell'abitato e più ancora nel vigoroso slancio economico  del paese. 
Bisogna tener conto, inoltre, del fatto che i dati forniti  dai censimenti 
non hanno incluso i turisti stranieri che soggiornavano a Bordighera  durante  
il periodo invernale, nè quegli ospiti che  vi  risiedettero  per parecchi 
anni. Se si fosse tenuto conto dei componenti della colonia  straniera, che a 
partire dal 1870 aumentarono di anno in anno, si sarebbe ottenuto lo 
stato effettivo della popolazione allora presente, che sicuramente raggiungeva 
delle cifre più elevate. I giornali locali, sorti in quel tempo, danno  alcune 
informazioni  sulla consistenza e sulla cronaca della colonia estera.  Questi, 
infatti, sono gli anni d'oro del turismo locale, quando Bordighera si  afferma
come cittadina dalla fisionomia singolarissima, rispetto alle simili  stazioni 
turistiche della Riviera e della vicina Costa Azzurra: un'atmosfera, un aspettò che non si potrebbe definire meglio di come la chiamò Irene Brin,  definendola  la  "distintissima Bordighera".
 
L'Amministrazione Comunale, con l'operoso concorso popolare, favorì tale 
incremento  turistico: era peraltro evidente che il turismo aveva rilievo 
economico della città.
 
Nel 1877 Bordighera conferì la cittadinanza   
onoraria  a  GIOVANNI RUFFINI... per avere coi suoi scritti fatto  
conoscere  la  bellezza  del nostro cielo e la mitezza del nostro clima,  
avendo in tal modo contribuito  a che il nostro paese sia ora favorito  
soggiorno delle popolazioni del  Nord...  .  Il turismo verso Bordighera 
crebbe sempre più a livello  qualitativo  e sempre più numerosi diventarono i 
suoi illustri visitatori tra cui   regnanti, politici e letterati di gran 
nome, studiosi e artisti.
  
Tra i tanti OSPITI INGLESI si possono per esempio rammentare personalità del 
calibro di Lord Russell, primo  ministro  inglese (vi soggiornò nel 1870), 
dello storico ed  etnografo Hamilton (1872), dello  scrittore  e poeta 
George Mac Donald (giunto a Bordighera nel 1875 per  restarvi  a lungo),  del  
botanico, archeologo e filantropo Clarence Bicknell,  di suo  nipote Edward 
Berry, cultore di scienze geografiche oltre che del patrimonio  storico 
e  artistico  locale (che poi pubblicò, con la moglie Margaret,  un  fortunato 
libro sulla Liguria occidentale: At the Western Gate of Italy).
 
Dalla bella Map of Bordighera and surrounding Country (opera, nel 
1883, dell'Ingegner Zanolli, poi allegata  al libro dello Hamilton  su  
"Bordighera",  esplicitamente definito come un " Manuale d'uso  per i 
visitatori stranieri di Bordighera") si viene a sapere che nel 1883  
a Bordighera sorgevano ben ventotto ville, quattro alberghi e  tre   pensioni. 
Le ville erano in gran parte site tra   Via  Bischoffsheim  (ora Vittorio 
Veneto)  Via Pelloux (ancora un anonimo  sentiero), la "Romana" e Via Vittorio 
Emanuele: ma alcune dimore signorili sorgevano n prossimità del paese 
medievale,  sull'altura del Capo.
 
Gli alberghi  erano stati eretti  sulla Via Vittorio Emanuele, 
vicini  alla  stazione  ferroviaria: solo il Beau Rivage 
sorgeva aldilà del rio "Borghetto". Delle 3 pensioni 2 stavano sul Capo   
mentre la terza già sorgeva in Via  Vittorio Emanuele. Nella mappa 
dello Zanolli si vedono la CHIESA ANGLICANA  e  le  Scuole Comunali  
dove ora è il Municipio.
  
Verso  il  1878 (quando  l'architetto 
Charles Garnier edificò sul vecchio edificio scolastico, da lui acquistato, la propria 
VILLA) visto l'aumento degli scolari, le scuole vennero traslocate in Villa 
Amica sul Capo. Il Comune erigeva comunque presto un moderno edificio 
scolastico  per le 
scuole elementari il cui  primo  direttore  didattico fu, nel 1886,  il 
maestro Orfeo Martelli.
  
Crebbero inoltre un pò tutte la attrezzature pubbliche e  turistiche 
con l'impianto di due farmacie, una stazione ove ormai dovevano sostare tutti 
i  treni  ed una trentina di case private da affittare  agli stranieri: verso 
il 1885 la colonia inglese di Bordighera contava quindici famiglie, di cui 
quattordici  abitavano lungo Via Bischoffsheim e nei dintorni della "Romana"; 
una villa soltanto sorgeva sul  Capo. Gli ospiti inglesi  si prodigarono per 
realizzare varie  migliorie di Bordighera, in particolare  sotto forma di 
opere  ed istituzioni di carattere culturale, filantropico, finanziario   e 
di pubblica utilità.
  
Lo studioso inglese  CLARENCE BICKNELL  giunto  a Bordighera nel 1883, 
per ben quarant'anni  studiò  la flora locale e le incisioni 
preistoriche dell'alta val Roia,  raccogliendo le sue ricerche in opere 
di rilievo come "Flowering  Plants  and Ferns of the Riviera and 
neighbouring mountains" e  "A  Guide  to the  prehistoric Rock 
Engravings in the  Italian Maritime Alps" ("guida  delle incisioni  
rupestri  di Monte  Bego").
 Nel corso del suo soggiorno bordigotto 
Bicknell  fondò (1888)  un  MUSEO, punto di incontro per tante 
riunioni culturali, entro cui venne poi sistemata la "Biblioteca 
internazionale" (dapprima organizzata  presso la  Chiesa Anglicana), 
solo in un secondo tempo (1913) trasferita nei locali della Via  Romana.
 
Un'altra illustre ospite di Bordighera, Mrs. Funshavennel, fece invece erigere entro il 1873  la  CHIESA ANGLICANA  
(ampliata nel 1883 e intitolata  "All  Saints  Church"): sempre per le 
esigenze e la vita sociale della colonia inglese, furono istituititi l'"Union 
Club" (elegante circolo socio-culturale),  il "Victoria Hall" ( salone 
predisposto al fine di tenervi rappresentazioni, concerti  e altri generi di 
trattenimenti) ,  il Lawn Tennis Club, che, fatto di importanza storica 
per lo sport, fece strutturare nel 1878 il primo campo tennistico italiano. 
Gli Inglesi rivestirono pure un  ruolo fondamentale nel progresso  dell'
economia bordigotta: basta solo ricordare la "Banca Berry & C." (1892) e l'
emporio "British Stores",  che  incentivarono ancor più il turismo mettendo a
disposisizione degli ospiti stranieri di Bordighera la saldezza della loro 
tradizione commerciale e bancaria (grazie agli sforzi  di Miss Daly, venne 
anche pubblicato  per  lungo tempo durante l'inverno un  giornale  settimanale
anglofrancese, di utili notizie locali, intitolato "Bordighera News" 
e  "Journal  de Bordighera").
  
Anche  i francesi,  pur meno numerosi degli  inglesi,  furono  assidui 
di Bordighera dove nel 1871,  per esempio, giunse Charles  
Garnier. Questo celebre architetto dell'Opera di Parigi,  dell'Osservatorio di 
Nizza, del Casino e della sala dei concerti  di Montecarlo, costruì a Bordighera  (che antepose quale residenza  alla rinomata Mentone)  la  sua  
splendida villa, la Villa Bischoffsheim poi detta Etelinda, il Palazzo  
scolastico poi divenuto sede municipale.
 
Oltra a tutto questo il Garnier progettò e realizzò la CHIESA DI TERRASANTA  (voluta da sua 
moglie), in seguito eretta a "Parrocchia dell'Immacolata" per la moderna  
Bordighera.
 Il Garnier ebbe la nobile consuetudine di accogliere nella sua
casa amici ed artisti, fra cui il pittore Meissonier (suo figlio Cristiano, 
egualmente innamorato  di Bordighera, noto per aver edito 
una "Monografia della  Provincia  di  Porto Maurizio" ed una  
"Grammatica e  vocabolario  metodico  del dialetto  bordighese").
 
Nel 1884 dimorò quindi in Bordighera per un certo numero di mesi, CLAUDE  
MONET che catturò in alcuni QUADRI  
 la luce  fatua  ed il colore illuminato dal fuoco 
caratteristico della località. Altri celebri ospiti francesi di Bordighera 
furono  Luigi  Pasteur,  lo  statista  Leone Gambetta e l'ex Imperatrice 
Eugenia, vedova  di  Napoleone III.
  
Pure i tedeschi parteciparono della fortuna turistica di  Bordighera [alla loro presenza è peraltro attribuita la realizzaZione di una chiesa luterana] e è da
fra  essi  ricordare il poeta Giuseppe Vittorio Scheffel, che  
in qualche maniera emulando  il Ruffini (il cui romanzo era stato nel 
frattempo tradotto, con successo di pubblico, anche in tedesco) diffuse, in
virtù di una sua celebre lirica sulle palme, la  fama della cittadina ligure 
fra i connazionali: neppure  sono da dimenticare pittori del livello
del barone Federico  Von Kleudgen ed Hermann Nestel od il banchiere-mecenate 
Raffaele Bischoffsheim,  per cui il Garnier progettò la villa divenuta  
soggiorno della Regina Margherita di Savoia (ed è doveroso citare
il soggiorno bordigotto per alcuni inverni dell'Imperatrice  
Federica di Prussia, madre di Guglielmo II).
 
Scoperta  dagli  stranieri,   Bordighera  divenne rapidamente una meta 
ideale anche  del  turismo nazionale,  accogliendo personalità di rilevo 
nella cultura, nella politica  e nella vita pubblica italiana.
 E' celebre 
in particolare (anche perchè in qualche modo rammentato da una nota
effigie scultorea posta nei giardini del Capo ben in vista dall'Aurelia)
il soggiorno per alcuni mesi  di MARGHERITA DI SAVOIA, prima Regina dell'
Italia unita  (dal  settembre 1879  al  gennaio del 1880), qui venuta a 
ritemprarsi dopo  l'attentato  del Passanante al Re Umberto I: la Sovrana 
conquistata dal clima e dall'ambiente scelse alla fine Bordighera come
suo soggiorno invernale. Tornò infatti, alloggiando per  diverse stagioni  al 
Cap Hotel, fino a quando, nel 1914, acquistata la Villa  Ethelinda,  le fece 
edificare a lato Villa Margherita, opera dell'Architetto  Luigi Broggi.
  
Nella  villa regale, fasciata da un bel parco, ella risiedette annualmente  
per alcuni  mesi tra il 1916 e 1926, morendovi il  4 gennaio 1926.
  
In nome del loro spiccato senso pratico ed imprenditoriale, i tedeschi 
acquisirono poi lo specifico merito di aver  introdotto  nell'area  
di Bordighera una significativa attività  economica, destinata a procurare 
benessere presente e futuro: quella della floricoltura e del giardinaggio,  
che ebbe in LODOVICO WINTER il suo massimo esponente.
 Come ancora ben scrive  la  Ceriolo 
Verrando  (a  pagina 148):  "...Nel  1869 il  botanico  tedesco  venne  
assunto dall'inglese Thomas Hambury per l'allestimento del giardino di  
acclimatazione che  ancora  oggi porta il suo nome, alla Mortola,  frazione  
di  Ventimiglia. Terminato questo incarico, il Winter si stabilì a Bordighera 
nel 1874. Si  può ben  dire  che la moderna coltivazione dei fiori e il 
rinnovamento  di  quella delle palme, già tradizionale della zona, furono 
introdotte nella nostra città essenzialmente  per merito suo: egli infatti, 
nel giardino delle  Lonasse  del Vallone  di Sasso, in quello della Ruota, 
nello stabilimento delle Braie e  in molti altri giardini privati di 
Bordighera, Sanremo e Mentone piantò e diffuse pregiate  varietà di mimose, 
piante grasse tropicali, nuove specie di palme  e ottime varietà di rose.
 I 
suoi fiori e le sue piante furono esportati dovunque in  Europa, come 
messaggeri del nome di Bordighera e premiati alle più grandi esposizioni  
europee. Nel 1885 il Winter organizzò la prima Fiera  del  fiore.
 Nel 
manifesto, da lui dettato in questa occasione,  mette in guardia i  bordi
gotti dal pericolo che essi trascurino la campagna per dedicarsi troppo esclu
sivamente al turismo; afferma che, anzi, la ragione della fortuna turistica di 
Bordighera è dovuta alla sua ampia e ridente campagna, che deve essere  perciò
conservata,  curata, coltivata in modo sempre più razionale e non distrutta  o 
sopraffatta  dalle costruzioni...". 
 
Negli ultimi decenni  dell'Ottocento,  di fronte  alle crescenti fortune  
turistiche, l'Amministrazione Comunale, sostenuta da una forte  iniziativa  
privata, giunse a dotare Bordighera di  una  importante serie di pubblici 
servizi  tra cui la revisione dell'assetto stradale, i bei giardini  pubblici 
del Capo, la distribuzione domiciliare e  pubblica dell'energia  elettrica e 
l'impianto di una discreta rete  "Tranviaria elettrica".
 
Durante  questi anni l'operato dell'Amministrazione  pubblica fu  certo 
agevolato  dall'attivismo e dal mecenatismo dei  tanti  ricchi  ospiti 
inglesi,  francesi  e tedeschi: non si deve  dimenticare che a  fianco  
di questi amici stranieri  di Bordighera operarono molte personalità locali,  
tra cui emerge Padre Giacomo Viale - chiamato con affetto popolare "il fratino" 
-, Parroco di Bordighera per quasi un cinquantennio  (1869-1912). Grazie al  
concorso  di filantropici collaboratori come il Sindaco Piana, Lodovico 
Winter, il Barone Federico Von Kleudgen, l'Architetto Charles Garnier, il 
Pastore protestante Clarence Bicknell,  il banchiere Giribaldi, l'albergatore 
Angst ed altri  ancora, Padre Viale realizzò un'infinità di opere caritatevoli
o conunque di pubblico vantaggio. Nel 1877  egli fece venire in Bordighera le 
Suore di S. Anna  che nel Borgo Marina istituirono un asilo ed una  scuola  
destinati  ad assumere  sempre  maggior rilievo e rinomanza. Soccorso  in   
particolare  dal Garnier,  dall'impresario  Bulgheroni e da altri  benefattori
, Padre  Giacomo completò anche  la Chiesa di Terrasanta (tra il 1883 e il 
1886):  nello stesso tempo adornò la  Parrocchiale  di S. Maria Maddalena e 
fece restaurare la Chiesetta  di  S. Ampelio.
 Alle sue continue opere
si  deve  pure  l'edificazione della  Casa  della  Provvidenza (1895) 
nella Piazza  della  Fontana  in  paese vecchio (struttura benefica poi 
evolutasi in Civico Ospedale verso il 1905), quella della Chiesetta  del  
Montenero (1904) e dell'Ospizio di S.  Giuseppe  per  i vecchi  (1912), a 
fianco dell'Ospedale (nel 1914,  dopo  la  morte del religioso ormai in 
fama di santità, una "casa per gli Orfani" veniva quindi annessa all'
Ospizio).
  
Fra  tanti benefattori meritano di non venir dimenticati quei 
personaggi, stranieri e no, che il  26  marzo  1896 fondarono "la Società
del Bene Pubblico", un  ente che cooperava coll'Amministrazione Comunale  
nella realizzazione di lavori d'utilità pubblica  (fra  i fondatori,  oltre 
al Sindaco dell'epoca  Avv.  Giovanni Cabagni Baccini, al Dott. Alberto Agnetti,
al Dott. Eugenio Boggio, all'antiquario N. Daziano,  si annoverano i nomi di 
Hamilton, Angst, Kerez e Kunzler).  L'istituzione cui si  ascrissero altre 
illustri personalità locali, a parte  un'interruzione durante la prima guerra 
mondiale, durò fino al 1927, quando fu realizzata l'"Azienda Autonoma per 
l'Amministrazione della Stazione di cura", di cui quella  aveva  preceduto 
l'intento di divulgare ancor più  la  rinomanza  di Bordighera  come  stazione 
turistico balneare, climatica   e  terapeutica.
 
Giovanni Ruffini col suo romanzo, nell'Ottocento, aveva promosso fra gli 
stranieri la fama turistica della cittadina: ai primi del '900 un altro  
scrittore  e giornalista, Edmondo De Amicis, ospite per vari anni di Bordighera
, la celebrò come il Paradiso degli Inglesi, facendola ancor più  
conoscere ed apprezzare in Italia. Nella pagina  dedicata  alla "
città delle palme" il De Amicis descrive  "la beata serenità di 
bellezza di Bordighera e ne attribuisce  il successo internazionale 
anzitutto al romanziere  Giovanni Ruffini,  al celebre architetto Charles 
Garnier e alla  Regina Margherita   di Savoia. Lo scrittore, che ritrae la 
vita di  Bordighera  degli  ultimi  anni dell'Ottocento e dei primi del Novecento, afferma che,  
oltre  ai numerosi inglesi, ... qui rappresentata tutta l'Europa del 
Settentrione, da Pietroburgo a Parigi, da Zurigo a Stoccolma... Sostiene 
inoltre  che  ... Bordighera  non  soltanto grande albergatrice: potrebbe 
aggiungere  sul biglietto  di  visita:  Coltivatrice e commerciante di  fiori  
e  di  palme...rammentando il lavoro di Lodovico Winter). Assieme a 
De Amicis,  bisogna pure ricordare Antonio Fogazzaro,  che apprezzò 
enormemente Bordighera ove risiedette per qualche giorno  ai primi del 
1884 e di cui in alcune sue lettere  ricordò  la  bellezza ambientale, 
espressa in particolare tramite la  descrizione  di  un tramonto visto ora 
dall'Hotel Belvedere ora dal  giardino Moreno. 
Ma altre celebrità italiane puà vantare Bordighera fra i suoi entusiasti 
ospiti: da Manlio Garibaldi, figlio  di Giuseppe,  ai generali  Pelloux  e 
Cadorna, al musicista Franco Alfano, ad  una  schiera  di pittori,  attratti  
dagli  scenari naturalistici  offerti da  Bordighera,  tra cui, in mezzo ad 
altri provetti artisti,  necessario menzionare POMPEO MARIANI e GIUSEPPE PIANA 
il maggior pittore locale.
    
Bordighera  finisce così per essere  conosciuta, agli inizi del Novecento,  in 
tutta Europa.
 La città richiamò ospiti di ogni nazionalità, ma anche imprendi
tori  stranieri, che la dotarono di attrezzature di  prim'ordine.  Albergatori 
svizzeri  vi  impiantarono nuovi esercizi, e per iniziativa  di  un  cittadino 
francese  sorse,  nei locali del Piccolo Lido, una delle  primissime  case  da 
gioco  in  Italia. Nel moltiplicarsi delle opere per lo  sviluppo turistico 
della cittadina, un gruppo di privati cittadini creò, tra il 1910 e il 
1911,  una  società che progettava di edificare un casinò sulla  punta  di  S. 
Ampelio.
 In questo modo Bordighera da un lato veniva ad affiancarsi alle altre 
villes d'eau della costa ligure provenzale, trovandosi addirittura in 
condizioni  di competere con successo pure in questo settore: anche se l' 
iniziativa comportava il rischio di alterare lievemente le storiche 
prerogative di Bordighera quale  luogo  ameno  di soggiorno aristocratico e 
colto, ben lontano da certe frenesie esistenziali.
  
Dai primi del '900 considerevole è lo sviluppo di BORDIGHERA SU CUI SI E' PROPOSTO QUESTO INDICE PER IL PERIODO TRA '800 E '900 ED AL PROPOSITO LA CITTA' DELLE PALME  QUI SI VEDE IN UN'IMMAGINE DA REPERTORIO DOCUMENTARIO DELL'EPOCA CARATTERIZZATO SOPRATTUTTO DA UNA SEQUENZA DI FOTOGRAFIE PRINCIPALMENTE  MA NON SOLO (ED ES. QUELLA QUI PROPOSTA FU REALIZZATA DAL REYNAUDI)  OPERA DI EZIO BENIGNI].
E così mentre la STRADA ROMANA (QUI PROPOSTA IN UNA SEQUENZA DI IMMAGINI)
A comprovare questa esplosione turistica e la realizzazione graduale di strutture diverse di intrattenimento (come il THE BORDIGHERA TEA-ROOM PROSSIMO AI CAMPI DA TENNIS E FREQUENTATO DA UN NUMERO SEMPRE CRESCENTE DI OSPITI INGLESI) sulla destra di questa dettagliata CARTA DI BORDIGHERA   (ripresa da VOLUME ORIGINALE "TOURING LIGURIA", P.280) si scopre, ben prima di raggiungere il CASINO' MUNICIPALE, la realizzazione sul LUNGOMARE DI BORDIGHERA del KURSAAL all'epoca perfettamente funzionante secondo il principio della TALASSOTERAPIA CHE SI CONNETTEVA CON CERTE PRIORITA' STORICHE DELLA LIGURIA altresì interagendo con le nuove postulazioni strutturate sulle idee di PAOLO MANTEGAZZA (e del positivismo in genere) a riguardo del rilievo da conferirsi all'igiene, all'idro e talassoterapia, alla conciliazione curativa di corpo ed animo.
 Gli  istituti  di educazione pubblici e privati erano undici; oltre ai vari edifici  ed 
uffici governativi e comunali esistevano sei agenzie consolari, quattro banche
e altri uffici.
 
Tra i pochi stabilimenti industriali di Bordighera, nel  1914 comparve la   
segheria a vapore  Nada Billour, poi trasformata  in fabbrica di racchette 
da tennis (oggi purtroppo scomparsa), l'officina per la  lavorazione del 
ferro Soleri , la fabbrica di cesti per fiori   Aicardi e i due giardini 
di Lodovico Winter.  Mentre il panorama agricolo si trasformava, mentre  
l'agrumicoltura  entrava  in crisi e l'olivicoltura, pur fra  tanti  problemi,
sussisteva dignitosamente (ma usufruendo ormai quasi obbligatoriamente del 
moderno e celere  mezzo di trasporto  offerto  dal  treno) la floricoltura,  
buon  cespite  dell'economia agricola locale, si dilatava con vigore dal 
vallone  di Borghetto e da quello  di Sasso  verso il  declivio  meridionale 
della  collina retrostante  l'abitato  ed il Montenero; aumentava intanto il  
numero degli agricoltori che sostituivano  le colture  tradizionali  dell'
ulivo  e degli agrumi con  le  nuove  coltivazioni specializzate;  accanto 
alle varietà di rose, mimose ed altre piante  ornamentali  si affermava  così  
il  garofano, nella cui  coltura  primeggiava   l'ibridatore Sigifredo 
Alborno, mentre nel settore delle mimose si era  perfezionato il tedesco 
Stefano  Neuhoff.
  
Il progresso di Bordighera patì un  rallentamento con lo scoppio della I 
guerra mondiale. Nel  corso degli eventi bellici del 1915-18 quasi tutti gli 
alberghi e il Casinò, da poco terminato,  furono adibiti ad ospedali militari, 
con disagi   comprensibili  e conseguenti  difficoltà  economiche per il 
terziario.
 Superati i tempi difficili del dopoguerra, a partire  dal 1924 
cominciò una netta  ripresa dello sviluppo edilizio, allorché vennero 
costruite trentotto nuove  ville,  altre vennero ampliate, furono rimodernati  parecchi  
alberghi.  Anche nel  1925  si mantenne questo vivo  incremento  dell'
edilizia  privata, mentre  per  suo conto l'Amministrazione comunale  
realizzò  importanti  opere pubbliche. In particolare furono compiuti 
alcuni  lavori già progettati nell'anteguerra ma rimasti incompiuti per i 
gravi eventi sopraggiunti.  
Nel 1922,  dopo  una vertenza giudiziaria tra l'Impresa  dell'acqua 
potabile e il Comune, l'Amministrazione presieduta dal Sindaco Cav.  Francesco 
Biancheri  (1920-1923) riscattò l'acquedotto e l'azienda .
 Nel  1926  veniva 
quindi completata la PASSEGGIATA A MARE, colla realizzazione di un secondo 
tronco  verso ponente.
 Intorno al 1930 venne aperta al traffico la variante 
della  Via Aurelia,  a  partire dalla Punta di S. Ampelio fino alla  Piazza  del  Mercato   
                  (Piazza  Garibaldi):  l'impresa fu conclusa tra il 1926 e il 1929  ad  opera
dell'Ente  Stradale,  col proposito di agevolare il  transito  sulla  Strada 
Nazionale sopprimendo il passaggio a livello necessario da superare  al  fine  
d' entrare  nell'abitato appena dopo la  Punta  di  S. Ampelio.  Siffatta  
realizzazione  procurò un indubbio  vantaggio  alla  viabilità cittadina.
  
Scrive ancora la precisa Ceriolo Verrando in "Bordighera nella storia" 
(p.  162 e seg.) cui, francamente, tanto deve questo nostro lavoro,
soprattutto per lo studio della moderna Bordighera, quella cioè sviluppatasi
trionfalmente fra XIX e XX secolo:"...Nel  1927 intanto,  il raggiunto 
sviluppo urbano di Bordighera, e quindi la  sua  nuova importanza  tra i 
centri della provincia, ottiene una conferma  ufficiale  con l'aggregazione  
ad essa, come frazioni, dei due passi di Sasso e Borghetto.
  I confini  della 
città verso Ovest restano così spostati fino al rio  Rattaconigli.
  La 
popolazione, che si aggirava sui 5000 abitanti, viene a  comprenderne
oltre un migliaio in più e alcuni anni dopo, al censimento decennale del 1931, 
supera  ormai i 7000 abitanti . Nel 1929 Bordighera ottiene il consenso  uffia
ciale  all'uso dello stemma cittadino: un leone rampante al fusto di un  pino.
 
Nel  1936 sarà infine divisa la giurisdizione parrocchiale di Bordighera,  con 
l'erezione  della  Parrocchia dell'Immacolata (di Terrasanta)....". 
Dopo  la  fine della  guerra  e  le trasformazioni geopolitiche  la  
clientela  russa, tedesca  ed in parte quella inglese presero a disertare, 
per distinte  motivazioni,  Bordighera.  Un colpo pesante a danno della città  
fu  la  soppressione delle  case da giuoco in Italia (1923); nel 1927 la 
concessione  in  esclusiva del Casinò a Sanremo mise infatti Bordighera in 
uno stato di svantaggio rispetto  alla vicina stazione turistica. Infatti a 
ragione  di un dirottamento quasi biologico di  parte del turismo più agiato  
verso Sanremo, dove stava ormai l'unica casa  da giuoco  della Riviera,  la 
situazione turistica bordigotta regredì in  maniera abbastanza evidente.  A 
partire dal 1929 si verificò a livello mondiale una crisi  economica,  destinata a ripercuotersi 
inevitabilmente sul flusso turistico colpendo anche Bordighera. Gli 
avvenimenti sfavorevoli presero a susseguirsi: per esempio  nel  1936  la 
Campagna d'Africa e l'applicazione  delle  "Sanzioni internazionali"  al 
regime fascista posero  l'Italia  in aperto contrasto con l'Inghilterra, sì
che  i  sudditi britannici, i quali rappresentavano gli ospiti più numerosi  
e  affezionati  della città, rientrarono gradualmente in  patria,  
lasciando  deserti gli alberghi di Bordighera.
 
Fortunatamente, a parziale compensazione , la  floricoltura 
si  era ancor più diffusa, assumendo spesso caratteristiche industriali, 
sia  nella  produzione che  nella esportazione, ormai in grado di raggiungere 
vari  mercati  europei. 
Durante  la prima guerra mondiale il tedesco Roberto Diem aveva intanto  
introdotto nella cittadina la coltura dell'"asparagus plumosus" che si era 
estesa con successo sui terreni della piana. Nel contempo venivano redatti 
i primi dati  sull'estensione  delle coltivazioni  floreali, riguardanti 
l'economia imperiese che, nel  1929, contava  su  ben milleduecentosessanta 
ettari coltivati  a  fiori,  in maggioranza  rose, sia a Bordighera che 
a Sanremo ed  a Ospedaletti.
  
Purtroppo  era alle porte un nuovo, terribile conflitto mondiale la cui 
esplosione  ebbe effetti  devastanti, facendo cessare  molte attività che 
costituivano le  maggiori risorse economiche di Bordighera e della Riviera.
 
Nel decennio precedente la seconda guerra mondiale si era peraltro già 
verificato una stasi  generale dell'attività edilizia cittadina. Tale 
situazione dipendeva da molti fattori,  ma fra tutti primeggiava la 
congiuntura economica che andava registrando un ulteriore calo nel settore 
turistico; la nuova Bordighera, che doveva il  suo sviluppo principalmente 
a tale ragione economica, ne risentì  in  modo eclatante.
  
Nell'ambito delle opere pubbliche disperatamente destinate a valorizzare la 
città agli occhi di auspicabili turisti, l'Amministrazione comunale concesse 
in appalto i lavori di sistemazione a giardino della zona di levante sulle 
pendici del Capo e, promuovendo un'azione più vasta in tal direzione, fece  
abbellire  il giardino pubblico Lowe.
 Nel 1937, visto il bisogno di un mercato 
più ampio e moderno, venne edificato un nuovo fabbricato: il vecchio mercato,  sito  di  fronte a questo su 
un'area poi occupata da parte di Piazza Garibaldi, venne demolito;  
l'opera  fu completata con la sistemazione della  piazza  antistante  e della 
Via Garibaldi (poi Via della Libertà), che consentiva d'accedere al mercato.
 
La  guerra mondiale  paralizzò poi del tutto lo sviluppo di Bordighera.
  La  
città finì per  trovarsi  nella zona  delle operazioni sul fronte  
occidentale  e  da subito  patì  la sgombero della popolazione (11-28 giugno 
1940): negli  ultimi mesi  del conflitto fu peraltro soggetta a pesanti   
bombardamenti  terrestri, aerei  e navali che causarono gravi danni agli 
immobili, alla rete stradale  e agli impianti.
 Nell'aprile del 1945, al 
termine del grande dramma, il controllo della città  fu assunto dal Comitato 
di Liberazione Nazionale: si insediò subito  una Giunta Municipale provvisoria 
e il 25 giugno successivo venne nominato Sindaco il Dottor  Eugenio  Maccary.
 
Il 7 aprile 1946 si tenne  la  prima  consultazione elettorale amministrativa 
del dopoguerra, in seguito alla quale risultò eletto Sindaco il Prof. Raul 
Zaccari, successivamente confermato fino al 1964. Al termine  del  conflitto  
Bordighera era prostrata: un  terzo   dei  fabbricati risultava danneggiato, 
le strade, i giardini, gli impianti   dell'illuminazione,  dell'acquedotto e 
delle fognature erano in buona parte  distrutti:  l'attrezzatura  ricettiva, 
oltre alle distruzioni operate dai  bombardamenti,  era ormai  resa 
inservibile per i danni procurati dall'occupazione degli  alberghi da  parte 
delle colonie libiche, dei profughi e dei sinistrati oltre che del loro  uso 
per  gli alloggiamenti militari.
  
Nel campo dell'edilizia privata, come suggerisce ancora la documentatissima 
Ceriolo Verrando nel suo prezioso volume (pp. 166 e seg.  e di cui si riprendono concetti e riflessioni), ci si mise subito 
all'opera e così presto "sono  stati ricostruiti  gli  stabili; il Comune 
ha provveduto a rendere  in  breve  tempo funzionanti  gli impianti 
danneggiati e a ripristinare la rete stradale. Si  è potuto pensare quindi 
alla realizzazione di opere nuove con un Piano Regolatore  Generale dalle 
ampie prospettive (e in questo Bordighera è stata  uno  dei primi  Comuni  
della  Riviera). Il Piano, che data ormai da  tre  lustri, propone  un 
programma trentennale per l'organizzazione della città nella  sua tipica  
funzione di stazione climatica e per aggiornarla nella  dotazione  dei vari 
servizi, valorizzando le fondamentali caratteristiche della sua posizione e  
del suo clima, che rappresentano un privilegio insostituibile.  I  concetti 
informatori di esso, a questo fine, sono l'organizzazione della rete stradale, 
l'utilizzazione  degli spazi pubblici, la disciplina dello sviluppo  edilizio, 
il  perfezionamento  dei servizi pubblici, la dotazione  di  nuove  attrattive 
turistiche  e  la  difesa delle masse verdi e dei  caratteri  paesaggistici  e 
ambientali. Pertanto l'edilizia privata, a parte la disordinata espansione del 
primo  dopoguerra,  si  è  sviluppata in seguito  secondo  le  norme  previste 
dall'apposito  regolamento,  che stabiliscono i vari indici  di  edificabilità
nelle  singole  zone; quella pubblica si è svolta  attuando  gradualmente  una 
parte  delle opere previste dal programma trentennale. Comprendendo  anche  il 
decennio precedente l'entrata in vigore del Piano, tra le più importanti  rea
lizzazioni  pubbliche  ci limitiamo a citare il potenziamento  degli  impianti 
dell'acquedotto e l'ampliamento della rete distributiva, che hanno permesso di 
soddisfare  tutte le necessità potabili ed irrigue della zona, per cui  Bordighera non ha sofferto della scarsità dell'approvvigionamento idrico, verifica
tosi  invece  in  altre città della costa ligure; la  costruzione  del  tronco 
d'allacciamento della Via dei Colli alla Via Coggiola, che è venuto a  comple
tare la passeggiata panoramica della collina, ricongiungendo la Via dei  Colli 
con  la Via Romana; l'attuazione di un nuovo edificio scolastico  con  annessa 
palestra,  ubicato in Via Pelloux ; l'acquisto e la demolizione dei  ruderi 
dell'ex  casinò,  quindi la sistemazione dell'area a  belvedere  (piazzale  S. 
Ampelio);  la formazione di due nuove traverse tra la Via Vittorio Emanuele  e 
la  Via  Romana, l'una intitolata al Generale Biamonti, l'altra  allo  storico 
della Liguria occidentale Girolamo Rossi; l'acquisto e la successiva  sistema
zione  del Palazzo del Parco, complesso in cui si svolgono  le  manifestazioni  
turistiche, culturali e di rappresentanza, dove ha trovato sede anche l'Azien
da Autonoma di Soggiorno e Turismo; l'acquisizione dall'O.N.M.I. dell'edificio 
che  ospita il civico ospedale e del parco circostante, poi adibito  a 
vivaio  dei  giardini comunali; la costruzione del primo tronco della  Via  di 
Mezzo (Corso Europa), con un complesso di lavori che hanno consentito di  dare 
all'ingresso  orientale  della  città un aspetto decoroso e  di  collegare  la 
statale  Aurelia con la Via Romana; l'attuazione del porticciolo  turistico  e 
per pescherecci di IV classe, ubicato tra l'Arziglia e Capo S. Ampelio, desti
nato a soddisfare le crescenti esigenze del turismo nautico e della pesca;  la 
realizzazione di una nuova strada carrozzabile che dall'Aurelia sale al Monte
nero; la cessione a privati di un terreno comunale nella zona di Punta  Migli
arese per una nuova sistemazione dello stesso a carattere turistico-alberghie
ro-balneare;  la costruzione di un nuovo tronco di variante della strada  pro
vinciale Bordighera - Sasso - Seborga, che si diparte dalla Via dei Colli e si 
snoda lungo il crinale che separa le vallate di Borghetto e di Sasso; l'acqui
sto di due notevoli complessi per essere destinati ad assolvere ad  importanti 
servizi  pubblici: la Villa Filomena con annesso parco ad uso scolastico e  il 
vasto  comprensorio  del  Saint Charles da adibirsi ad  ospedale  zonale  . 
Infine  fra le più importanti opere di interesse pubblico per tutte le  conse
guenze  che  si riflettono, oltre che sulla vita economica locale,  anche  sul 
sistema  delle  comunicazioni internazionali, va  ricordata  l'Autostrada  dei 
Fiori, realizzata dalla Società omonima, che per quanto riguarda il tratto nel 
territorio  di Bordighera comprende, da Ovest ad Est,  successivamente:  parte 
della  galleria Monte Bauso, il viadotto torrente Borghetto e la stazione  con 
svincolo sulla strada provinciale Bordighera - Sasso - Seborga ; quindi  il 
viadotto valle di Sasso, la galleria di Bordighera, la galleria e il  viadotto 
Madonna  della Ruota fino al confine col Comune di Ospedaletti . Sul  piano 
delle  relazioni  internazionali ed europee Bordighera, sulla scia  della  sua 
tradizione turistica e culturale ottocentesca, e in rapporto alle sue  attuali 
attività  economiche  che hanno contribuito a diffonderne tanto  più  il  nome 
all'estero, ha intrecciato relazioni di amicizia e di collaborazione con varie 
città europee,  in particolare con la cittadina ora francese  di  Villafranca 
(Villefranche  sur Mer), e con quella tedesca di Neckarsulm, ad essa unite  da 
un  patto  di gemellaggio. 
Il Piano Regolatore del  1954 -ancora scrive la Ceriolo Verrando nella sua opera- intendeva  anche 
provvedere,  con opere adeguate, all'incremento dei due  fattori  fondamentali 
della  vita  economica cittadina: il turismo e la floricoltura. In  ordine  ad 
essi  era prevista la valorizzazione turistica dei dintorni di Bordighera,  il 
potenziamento  delle attrattive della zona litoranea e  contemporaneamente  la 
valorizzazione delle risorse agricole, in particolare delle colture specializ
zate  di  fiori e piante ornamentali. Dopo il notevole diradarsi, e  in  certe 
zone  la  quasi totale scomparsa, degli uliveti secolari,  sradicati  per  far 
posto alle nuove coltivazioni floricole che si sono sempre più estese e poten
ziate sia in pien'aria, sia protette da serre, lo sviluppo di questa  attività
ha ulteriormente mutato l'aspetto del paesaggio intorno alla nostra città.
  La 
floricoltura e l'orticoltura nella Riviera occidentale, al cui sviluppo  dalla 
seconda  metà del secolo scorso Bordighera ha dato un notevole contributo,  ha 
raggiunto  in  questi  anni una grande espansione; nel  nostro  territorio  la 
superficie occupata dalle coltivazioni floreali è all'incirca di trecentottantadue ettari (che rappresentano circa il dieci per cento dell'area provinciale 
riservata  a  tale  coltura), destinati a garofani, rose,  mazzeria,  verde  e 
piante  ornamentali.  Nell'ambito  della nostra provincia  queste  ultime  due 
colture  sono localizzate, per la maggior parte, proprio nella zona  litoranea 
di  Bordighera  (settantacinque ettari con una percentuale del  ventinove  per 
cento circa), nell'area  a più antico sviluppo della floricoltura .
Questa  tradizione,  che risale al 1874, si era  già  espressa  nell'immediato   
dopoguerra  con  l'apertura,  sia pure provvisoria, di un  mercato  dei  fiori
funzionante negli ultimi mesi del 1945 e nel 1946 fino al ripristino di quello 
di  Ventimiglia. Ha continuato, poi, anche in forma di manifestazioni  rivolte 
alla valorizzazione dei prodotti della floricoltura locale, con delle periodi
che Fiere del fiore e della pianta ornamentale, organizzate dal 1947 al  1958;
rassegna  in cui venivano esposte le migliori varietà di fiori e piante  orna
mentali ottenute dagli ibridatori di tutta la Riviera.
 In seguito  Bordighera, 
sensibile ai problemi comuni della floricoltura, al fine di trovare  un'intesa 
e  una soluzione ai problemi di essa attraverso la collaborazione delle  varie 
categorie  interessate,  ha ospitato nel 1964 il  Convegno  Nazionale  della 
Floricoltura   e nel 1967 il Convegno Internazionale sulla  Coltura  della 
Rosa  ,  i quali hanno costituito un approfondito esame  dei  vari  aspetti 
tecnici, economici e sociali in cui si configura l'attività floricola e formu
lato  concrete proposte per la risoluzione dei suoi più urgenti problemi.  Per 
quanto riguarda l'industria turistica, l'altra preminente risorsa  dell'econo
mia  cittadina, Bordighera ha dovuto innanzi tutto provvedere,  nell'immediato 
dopoguerra, alla ricostruzione delle attrezzature turistiche, che erano  rima
ste  seriamente  danneggiate.  Quindi ha cercato di rilanciare  il  suo  nome, 
adeguandosi al nuovo indirizzo assunto dal turismo nel dopoguerra, con inizia
tive che richiamassero ospiti, oltre che per la tradizionale stagione inverna
le (tipica dell'Ottocento e della prima metà del Novecento), anche per  quella 
estiva balneare....in questo avvantaggiata dalla bellezza di una PASSEGGIATA A MARE
degna delle migliori tradizioni turistiche.
Il fenomeno turistico, peraltro, ha assunto nella nostra 
epoca una fisionomia ben diversa rispetto al periodo a cavallo fra i 
secoli XIX e XX: l'alta stagione non è più quella invernale, ma per quantità, 
se non per qualità, quella estiva; gli ospiti italiani superano largamente gli 
stranieri e fra questi ultimi i più numerosi clienti non sono più gli
Inglesi bensì i Tedeschi......[e difronte alla contrazione del 
turismo di qualità, in particolare straniero bisogna ammettere che] 
l'afflusso della clientela nazionale, in crescente aumento  [anche per i 
riflessi del "boom" economico degli anni '60] ha permesso di
compensare parzialmente la regressione del flusso turistico estero.