Non solo Padre Vitaliano Maccario dopo aver deciso di erigere la chiesa della Santa Croce sulla Cima della Crovairola a S. Biagio la potè ingrandire e abbellire grazie al ritrovamento in loco di reperti romani venduti nel contesto dell'ottocentesco collezionismo antiquario nell'area indubbiamente ricca - e quella dell'odierna S. Biagio della Cima con la Cima della Crovairola senza dubbio lo era stata- di oggettistica imperiale romana del suburbio interno di Abintimilium ma anche altri trovarono materiale come gli oggetti portati alla luce proprio a S. Biagio della Cima ed al letterato Navone mostrati dall'amico Padre Eugenio tra cui "una lampada funeraria, un logoro stromento di ferro, fatto a guisa di sigillo, varie monete romane, le quai cose erano state di recente rinvenute in un prisco sepolcro, non lungi dalla Parrocchia. Curiosità ci condusse in tal luogo, ove vedemmo avanzi di vecchie mura formate con pietre quadre di romana costruzione". In tempi molto più recenti il Teologo Giovanni Francesco Aprosio, scrisse una lettera non priva di segnalazioni e comunque da vagliare con attenzione ad un abbastanza distratto G. Rossi che neppure la menzionò: prò poi tale lettera -non esente di indicazioni utili magari mescolate con qualche fantasia- fu rivisitata dal Lamboglia e molto dopo ancora da chi scrive in merito a ritrovamenti ulteriori sul Monte S. Croce e nell' "Armantica o Armantiqua" = de Alma Antiqua con cosiderazioni pure su ubi dicitur Almablanca...in territorio Vintimilii
(in effetti per rigorosità scientifica la lettera meritava quantomeno già da parte del Rossi una qualche superiore attenzione anche perchè di questo Vitaliano Maccario e dell'abbellimento grazie anche al ritrovamento di materiale antiquario poi venduto e di cui si parlò a lungo della erigenda chiesa dedicata alla Santa Croce atteso anche il fatto che il citato Teologo Giovanni Francesco Aprosio può aver enfatizzato le notizie ma, anche per personale cultura,
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