cultura barocca
Inf. di B. D. Una ragione per cui onde dissipare la "follia stiglianea" contro il Marino Aprosio si sia valso dell'immagine di Mercurio e non di Esculapio

NELL'IMMAGINE SOPRA PROPOSTA SI VEDE IL FRONTESPIZIO DEL VERATRO IN CUI, PER ALLUDERE ALLA CURA DELLA FOLLIA O RESTRICTIO MENTALIS (entro un'epoca in cui peraltro non era ancora estraneo alla genesi di nevrastenia e pazzia ciò che si legge nel qui digitalizzato SAGGIO di S. MARSZALKOWICS, L'elemento tossicologico nella stregoneria e nel demonismo medievale, in "Lavori di storia della medicina", 1936-7, Roma, ed.1938) CHE AVREBBE INVASATO LO STIGLIANI NELLA SUA AGGRESSIONE POLEMICO-LETTERARIA AVVERSO G.B. MARINO, ANGELICO APROSIO, TARDO MA INDEFESSO SOSTENITORE DEL MARINO, DA LUI "SCOPERTO" IN MANIERA ENTUSIASTICA DURANTE IL GIOVANILE MA PROFICUO SOGGIORNO A SIENA, FA ALLUSIVAMENTE CONSIGLIARE A T. STIGLIANI DAL DIO MERCURIO UN CESPUGLIO DI ELLEBORO O VERATRO AD INDICARGLI L'ESIGENZA DI CURARSI, TRAMITE TALE PIANTA TERAPEUTICA, DALLA DEMENZA INTELLETTUALE CHE LO AVREBBE COLPITO PER ESSERSI INTESTARDITO AD ATTACCARE COSI' SEVERAMENTE QUELLO CHE PER LUI ERA IL "GENIO POETICO DEL '600 ITALIANO" ANZI
UNICO MIRACOL DE' NOSTRI TEMPI... ".
[PIU' COMPLESSO E' IL RIFERIMENTO AGLI OCCHIALI = POTREBBERO ALLUDERE ALLA MIOPIA, SIA FISICA CHE SOPRATTUTTO INTELLETTUALE, SEGNALATA DAI PODEROSI OCCHIALI ( SULLA CUI CONTROVERSA INVENZIONE SI ESPRESSE ANCHE LO SCIENZIATO FRANCESCO REDI IN UN'OPERETTA POCO NOTA E QUI DIGITALIZZATA INTEGRALMENTE LETTERA INTORNO ALL'INVENZIONE DEGLI OCCHIALI) CON CUI NEL MENZIONATO FRONTESPIZIO E' EFFIGIATO IL POETA DI MATERA MA PIU' VEROSIMILMENTE, ATTESO IL LIBRO CHE SORREGGE E CHE POTREBBE ESSER L'ADONE MARINIANO, GLI OCCHIALI SAREBBERO IN GRADO DI ATTIRARE L'ATTENZIONE DI LETTORI E SOPRATTUTTO CRITICI SULLA CURA ESAGERATA, SIN AI MINIMI PARTICOLARI, CON CUI LO STIGLIANI CERCO' ERRORI NELL'OPERA DEL MARINO ( E NON A CASO IL LETTERATO DI MATERA COMPOSE CONTRO IL MARINO IL DELL'OCCHIALE NEL 1627 QUI DIGITALIZZATO CONTRO CUI APROSIO TARDIVAMENTE NEL 1641 EDITO' IL SUO NON PARTICOLARMENTE BRILLANTE L'OCCHIALE STRITOLATO DI SCIPIO GLAREANO PER RISPOSTA AL SIGNOR CAVALIER TOMMASO STIGLIANI QUI DEL PARI DIGITALIZZATO INTEGRALMENTE)] .
NELL'EPOCA APROSIANA NON ERA DEL RESTO INCONSUETO MASCHERARE PER VIA ICONICA ED EMBLEMATICA CRIPTICHE CRITICHE AVVERSO ERUDITI DI POSTAZIONE AVVERSA O PIU' IN GENERALE CONTRO SCELTE ESISTENZIALI CONTRASTANTI CON LE PROPRIE IDEE, NEMMENO EVITANDO DI RECUPERARE SINERGIE FRA TESTO E IMMAGINE, APELLANDOSI NON DI RADO ALLA DISCUSSA LETTERATURA ESCROLOGICA CUI (COME ALTRI PER ESEMPIO E NON SENZA FIGURAZIONI AUDACISSIME QUAL E' QUESTA DELL'ALCIATO NELLA SUA "EMBLEMATICA") PURE "IL VENTIMIGLIA" NON SI ASTENNE SIA IN QUESO CASO CHE CON PIU' ENERGIA ANCORA COME NELL'EVENIENZA QUI PROPOSTA DELLA PESANTE SE NON VOLGARE ALLUSIONE ICONICA, COSTRUITA AVVERSO ARCANGELA TARABOTTI ENTRO IL DIBATTITO FEMMINISMO-ANTIFEMMINISMO, OPERANDO QUASI SEMPRE PER VIA DI UN GIOCO IN GENERE ENIGMISTICO ED OGGI NON FACILMENTE DECRITTABILE.
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AD APROSIO (OLTRE CHE QUELLO PIU' USUALE DE IL VENTIMIGLIA IN ETA' ADULTA) FURONO ATTRIBUITI ATTRAVERSO GLI ANNI SOPRANNOMI DIVERSI = DA FANCIULLO E RAGAZZO IN ETA' SCOLARE I COMPAGNI DI STUDI USAVANO CHIAMARLO "IL FILOSOFO" PER LA SUA PASSIONE VERSO GLI STUDI E SUCCESSIVAMENTE PER LE SUE SOLITARIE ISPEZIONI SU QUELLI CHE RITENEVA, A RAGIONE, REPERTI DEL NUCLEO DEMICO PRINCIPALE DI ALBINTIMILIUM, POI, ORMAI RELIGIOSO, PER LA SUA VIVACITA' INTELLETTUALE ED ESISTENZIALE, GLI FU CONIATO L'EPITETO DI POETA (NEL SENSO DI STRAVAGANTE) E PRIMA ANCORA IL SOPRANNOME DI MERCURIO (PAG. 99. III RIGA DAL'ALTO = NEL SENSO DEL PIU' INSTABILE DEI METALLI), AD INDICARE LA SUA INCAPACITA' A SOFFERMARSI PER LUNGHI PERIODI NELLO STESSO LUOGO ED O CONVENTO SI' CHE DI MANIERA CHE IL DIO IL QUALE INDICA IL CESPUGLIO DI "VERATRO" ALLO STIGLIANI POTREBBE ANCHE ESSERE UNA OCCULTA PERSONIFICAZIONE DELL'APROSIO STESSO.
LA SCELTA APROSIANA DI MERCURIO CON IL CADUCEO DI MERCURIO (PURE ATTRIBUTO DI ERMETE TRISMEGISTO) RISPETTO A DIVINITA' PRORIAMENTE PREPOSTE ALLA MEDICINA COME ASCLEPIO/ESCULAPIO FIGLIO DI APOLLO [DI CUI SI SON TROVATI REPERTI A VENTIMIGLIA ROMANA SIA DI APOLLO CHE DI ESCULAPIO CARATTERIZZATO DAL BASTONE DI ASCLEPIO ED IN MERITO A CUI ERA NELL'ANTICHITA', FRA TANTI CELEBRE, IL SANTUARIO TERAPEUTICO NELL'ISOLA TIBERINA A ROMA) NON E' COMUNQUE DI FACILE DECRITTAZIONE A PRESCINDERE DA QUANTO SOPRA DETTO = SI PUO' AZZARDARE CHE LA SCELTA DI MERCURIO NOTO COME "ARALDO DEGLI DEI E DIRIMATORE DELLE CONTROVERSIE" (IL CUI "CADUCEO" E' POI DIVENUTO SIMBOLO DELLA FARMACOPEA) SIA STATA LEGATA ALLA VOLONTA' APROSIANA DI UN ULTERIORE AMMONIMENTO CRIPTICO AVVERSO STIGLIANI: CIOE' CHE IL CONSIGLIO DA AVVALERSI DEL VERATRO/ELLEBORO IN VENDITA NELLE FARMACIE SIA DA CONNETTERE AD UN MESSAGGIO PIU' ESTESO ED ACRE, E CHE CIOE' TUTTI (COMPRESI GLI DEI RECUPERATI PER SIGNIFICARE POETICAMENTE SEPPUR UN PO' ARTIFICIOSAMENTE UN CONSENSO UNIVERSALE) ERANO CONCORDI SULLA PAZZIA DI STIGLIANI, AL SEGNO DI NON ESSER NECESSARIA NESSUNA INTERPRETAZIONE MEDICA MA SOLO LA NECESSITA' DI PROCEDERE AD UNA CURA NOTA QUANTO FACILMENTE REPERIBILE PER QUIETARE
LA FRENESIA MENTALE STIGLIANEA E RAGGIUNGERE LA PACE, DIRIMENDO I CONTRASTI (COME DA FUNZIONE ORIGINARIA DELLO STESSO CADUCEO)

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"Il bastone di Asclepio è un antico simbolo greco associato alla medicina. Consiste in un serpente attorcigliato intorno ad una verga. Asclepio era il dio della salute nell'antico pantheon greco. Il nome latinizzato del dio era Esculapio. Fu istruito nell'arte medica dal centauro Chirone. Il bastone di Asclepio simboleggia le arti sanitarie, combinando il serpente – che con il cambiamento della pelle simboleggia la rinascita e la fertilità – con la verga, un semplice strumento. Alcuni studiosi hanno ipotizzato che, un tempo, il simbolo rappresentasse un verme arrotolato intorno ad un bastone; vermi parassiti come il "verme della Guinea" (Dracunculus medinensis) erano comuni nei tempi antichi, e si estraevano da sotto la cute arrotolandoli lentamente intorno ad un bastoncino. È possibile che i medici abbiano pubblicizzato questo servizio comune apponendo un segnale rappresentante un verme su un bastone. Altre ipotesi riguardanti la figura del serpente, parlano di esso in quanto simbolo di conoscenza, idea sostenuta anche dal racconto di Adamo ed Eva nella Genesi (essi vengono tentati da un serpente a mangiare i frutti dell'Albero della Conoscenza del bene e del male). Usi ampiamente accettati includono il logo della Organizzazione Mondiale della Sanità, la Stella della vita ed il simbolo della Associazione Medica Americana. Un simbolo simile, Nehushtan, è menzionato nella Bibbia per essere stato utilizzato per la guarigione dal morso del serpente. Secondo il mito il bastone di Asclepio aveva poteri terapeutici, era capace infatti di guarire ogni tipo di malattia.
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Il bastone di Asclepio è frequentemente confuso con il caduceo (che ha due serpenti), associato al dio Ermes (romano Mercurio).
Il caduceo (pronuncia "caducèo", meno comune "cadùceo"; dal greco) è un bastone alato con due serpenti attorcigliati intorno a esso; la parola italiana deriva dal latino caduceus adattamento sempre dal greco antico di per se stesso traducibile come "araldo". La tradizione vuole che i serpenti in questione siano esemplari di Zamenis longissimus, detto anche "Colubro di Esculapio", o "saettone". Originariamente questo serpente era situato sul bastone di Asclepio o Esculapio (con un solo serpente avvolto), simbolo della medicina, mentre il caduceo era il bastone della sapienza, attribuito al dio Ermes/Mercurio ma era presente in diverse culture in cui il serpente era ritenuto simbolo di sapienza e immortalità. Col tempo, il bastone di Asclepio è stato confuso col caduceo, che oggi è quindi anche un simbolo della professione medica (ad esempio in Italia è il simbolo dell'ordine dei medici e diversi ordini professionali medici ne usano alternativamente le due versioni), benché venga spesso utilizzato, più propriamente, l'originale bastone di Esculapio, ad esempio nel simbolo dell'Organizzazione Mondiale della Sanità.
Il caduceo ( simbolo di pace e prosperità, associato al dio greco Hermes -divenuto Mercurio per i Romani- poi confuso con il bastone di Esculapio -con un serpente solo- che è il bastone simbolo della medicina. Originariamente il caduceo era il bastone sacro o lo scettro del dio greco Hermes, che lo esibiva come simbolo per dirimere le liti, poiché tale bastone era la manifestazione fisica dell'"Equilibrio" che doveva esserci in tutte le cose. essendo Hermes/Mercurio, in quanto messaggero degli dèi, mediatore della volontà divina presso gli uomini.
Per questo un bastone simile al caduceo veniva mostrato dagli araldi e dagli ambasciatori come simbolo della loro funzione mediatrice e come emblema della loro inviolabilità, ed aveva anche una valenza morale, poiché rappresentava la condotta onesta e al tempo stesso la salute fisica della persona.
Il caduceo, raffigurato con due serpenti avvolti a spirale, è la rappresentazione fisica del bene e del male degli uomini, tenute in equilibrio dalla bacchetta del dio Ermes, che ne controlla l'equilibrio. Le ali simboleggiano il primato dell'intelligenza, che si pone al di sopra della materia per poterla dominare attraverso la conoscenza ed Ermes era noto anche come dio del commercio, quindi era di un'intelligenza straordinaria che si ergeva al di sopra di tutti gl'altri. Il caduceo con due serpenti indica anche il potere di conciliare tra loro gli opposti, creando armonia tra elementi diversi, come l'acqua, il fuoco, la terra e l'aria. Per questo ricorre frequentemente in alchimia, quale indicazione della sintesi di zolfo e mercurio, oltre che nel simbolismo della farmacopea e della guarigione fisica. Da questo punto di vista il caduceo in Italia è il simbolo del farmacista in quanto può essere interpretato con i due serpenti che rappresentano uno la dose terapeutica, curativa e vitale, e l'altro la dose tossica, il veleno. Il Farmacista è rappresentato con il bastone alato, che si eleva sopra le parti in quanto conoscitore dell'una e dell'altra, che si frappone tra il farmaco ed il veleno in quanto consapevole del giusto dosaggio. Paracelso insegna: "Tutto è veleno: nulla esiste di non velenoso. Solo la dose fa in modo che il veleno non faccia effetto" .
Secondo alcuni autori, sia il bastone di Asclepio, con un serpente attorcigliato, sia il caduceo di Hermes, con due serpenti, deriverebbero dall'antico metodo, tuttora in uso, di estrazione dai tessuti sottocutanei della femmina adulta di Dracunculus medinensis (elminta diffuso in molte regioni rurali dell'Africa e del Medio Oriente); il parassita veniva delicatamente avvolto attorno a un bastoncino e l'operazione, che poteva durare giorni, doveva essere eseguita da medici molto esperti, perché il verme non si rompesse durante l'estrazione. Secondo la cultura orientale il caduceo illustra chiaramente il concetto base del Corpo sottile. Le vorticose energie ascendenti dei serpenti producono un vortice di potenza che viene usato nel Tantra per la trasformazione personale. I due serpenti sono associati alle grandi energie solari e lunari e rappresentano la parte destra e sinistra del corpo. Si intersecano tra di loro e attraversano in continuazione il Grande Fiume centrale. Per Zolla,[ Elémire Zolla, Le meraviglie della Natura. Introduzione all'Alchimia, Venezia, Marsilio, 1991, p. 42] il caduceo rappresentò, in tempi antichi, un ramo d'alloro con cui si celebrava la rinascenza primaverile promossa dalla nuova aria della stagione = l'alloro era la pianta di Asclepio, come il serpente ne era l'animale, e nel caduceo il mondo vegetale e quello animale sono riuniti. Oltre che di Hermes/Mercurio, il bastone era stato emblema di Ermete Trismegisto, progenitore dell'arte magica egizia, e rappresentava la sintesi del sapere universale, dalla religione, alla medicina, alla morale, alla filosofia, fino alle scienze e alla matematica. La componente del caduceo è comunque duplice: da una parte il bastone, dall'altra il serpente. Nella Bibbia il serpente possedeva una doppia valenza, aspetto ambiguo tra i valori simbolici di vita e morte, fecondità e tentazione. Mosè aveva un bastone con serafino in bronzo attorcigliato dotato di poteri tali da consentire di ridare vita ai moribondi. Nel libro dei Numeri è riportato che il popolo di Israele, per l'insofferenza a cibarsi di manna nel deserto, fu punito da Dio con il morso di serpenti velenosi. Dietro mediazione di Mosè, poi Dio stesso suggerì un rimedio: un serpente di rame da avvolgere attorno a un bastone. Si sviluppa così la prerogativa duplice del caduceo: il bastone inteso come mediatore e il bastone che salva dal male e dal pericolo ridonando la vita a chi era in procinto di perderla.
Il caduceo è uno dei simboli più antichi della storia della civiltà umana: rappresentazioni del caduceo sono state ritrovate in una coppa appartenuta al re mesopotamico Gudea, sovrano della città di Lagash. Tra i babilonesi il caduceo era la prerogativa del dio Ningishzida. (da Wikipedia, l'enciclopedia libera on line: con integrazioni).




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