cultura barocca
Informatizzazione e collegamenti a cura di Bartolomeo Ezio Durante

Nell'antica ROMA (VEDI QUI UN VIAGGIO VIRTUALE PER LA CITTA' E L'IMPERO) quelli che erano mediamente detti ACTA DIURNA URBIS o POPULI - o anche solo ACTA DIURNA- costituivano una sorta di gazzetta quotidiana, contenente un resoconto ufficialmente autorizzato degli eventi degni di nota accaduti a Roma. I suoi contenuti risultavano in parte ufficiali [notizie giudiziarie, decreti imperiali, del Senato (ACTA SENATUS) e dei magistrati] e in parte privati contenenti tra altre cose annunci di nascita, di matrimonio e di morte, ma anche notizie di cronaca spicciola che costituivano spesso argomenti di chiacchiericcio e discussione.
Il Gossip in fondo era già una sorta di "sport nazionale" [ che trovava la sua sublimazione durante i BANCHETTI E CONVITI, nel corso della mondanissima VITA DELLE TERME (forse il luogo più deputato al pettegolezzo mondano su fatti di cronaca = su cui G. B. CASALI TRA ALTRE COSE "FAUTORE DELLA BIBLIOTECA APROSIANA DI VENTIMIGLIA" ha lasciato pagine basilari e ricche di segnalazioni di reperti e della sistemazione che avevano al suo tempo ma oggi purtroppo dispersi in questo suo seicentesco volume su Roma antica ove indugia anche su tanti aspetti di vita sociale di maniera che la preziosa opera meriterebbe di esser collazionata, previo un'analisi critica approfondita, con quanto scrisse il coevo CARLO BARTOLOMEO PIAZZA IN QUESTO SUO " EUSEVOLOGIO ROMANO " specialmente in relazione alle STRUTTURE CULTURALI, BIBLIOTECHE, ACCADEMIE -DI SEGUITO ELENCATE DAL TESTO DIGITALIZZATO- IN CUI PIAN PIANO PARTE DI ANTICHI REPERTI ERAN GIA' FLUITI E FLUIVANO DATA LA MORTE SENZA EREDI DEI TITOLARI).
Ma a prescindere dal "Gossip" anche nell'ambito della frequentazione di tante altre pubbliche strutture quanto di eventi è plausibile che gli ACTA DIURNA facessero le veci del moderno giornale o quantomeno costituissero una sorta di "preistoria" di quel giornalismo che dai secoli XVII e XVIII si sarebbe affermato per via di questi FOGLI VOLANTI o "RAGGUAGLI" = è vero che i Romani avevano superiore tolleranza alla "Satira" peraltro loro creazione artistica e che le "notizie pepate" eran tollerate assai più di quanto sarebbe avvenuto nel mondo cristiano (pensiamo ai secoli XVI - XVII e XVIII) ma è altresì vero che queste notizie dovevano in qualche modo esser filtrate e rese accettabili anche in forza del clima in essere: un esempio in merito fu quello dell'esilio che colpì il poeta Ovidio per un indecifrabile Error ma anche per un Carmen cioè un'opera sgradita all'Imperatore Augusto per i suoi contenuti).
L'origine degli ACTA è attribuita a Giulio Cesare, che per primo stabilì la tenuta e la pubblicazione degli atti del popolo a cura di pubblici ufficiali (59 a.C.; Svetonio, Vita di Cesare, 20) = gli ACTA erano stilati giorno per giorno, ed esposti in luogo pubblico su una tavola imbiancata.
Come ha lasciato scritto
FEDERICO LUBKER i PRIVATI si "impadronirono" presto dell'iniziativa e la potenziarono sulla scorta di una tendenza alla COMUNICAZIONE (SOCIALE, GIORNALISTICA MA ANCHE PUBBLICISTICA) il cui vertice prima degli ultimi nostri secoli era stato raggiunto proprio dall'IMPERO DI ROMA = e per approfondire risalendo nel tempo alquanto giova ancora investigare su quanto scrisse G. B. CASALI peraltro all'epoca celebre come titolare di un "apprezzato Museo di Antichità Romane" che nel suo già citato volume seicentesco su ROMA ANTICA (ANALIZZATA ANCHE SOTTO L'ASPETTO DELLA TECNOLOGIA E DELLE POTENZIALITA' DI COMUNICAZIONE CHE POSSEDEVA) affrontò pure una sorta di discorso sulle interazioni fra la CIVILTA' DELLE MACCHINE tanto debitrice a Roma e le romane TIPOLOGIE DI COMUNICAZIONE ALTERNATIVE A QUELLE ORALI O QUANTOMENO SCRITTE MA NON SOLO TRA SINGOLI INDIVIDUI QUANTO PURE IN UN CONTESTO A SUO MODO PUBBLICO E MEDIATICO.
Per proporre un limitato esempio di tutto quanto si è detto sul tema basta procedere qui passando attraverso la PUBBLICITA' ELETTORALE per giungere a quella dei NEGOZI, di PROFESSIONISTI: COME IN QUESTO CASO QUELLI DI UN AMBULATORIO MEDICO, di SCUOLE ed ancora di RISTORANTI [di cui compare addirittura un MENU' DI GIORNATA (CHE DAVVERO MERITA DI ESSERE STUDIATO PER LE INTERAZIONI CON ALTRE FORME DI COMUNICAZIONE ICONOGRAFICA)] od anche di LUOGHI DI DIVERTIMENTO E INTRATTENIMENTO [come nel caso dell' INSEGNA INDUBBIAMENTE AUDACE E IN SINTONIA CON LO SPIRITO CAUSTICO ROMANO di questa TABERNA LUSORIA EQUIVALENTE DEI MODERNI "CASINO'" senza dimenticare la pubblicità e le insegne, alquanto visibili e varie anche per comunicare i diversi programmi e/o servizi, connesse alle TERME come pure ai TEATRI senza dimenticare le tante TRACCE ICONOGRAFICHE anche rimaste in merito agli spettacoli degli ANFITEATRI dove si tenevano le manifestazioni preferite dai Romani e dove oltre che le FORZE DI CONTROLLO E GLI INSERVIENTI venivano incrementate e LE TESTIMONIANZE GRAFICHE AUMENTAVANO SPECIE PER REGOLARE CON TANTO DI AVVISI PER IL TRANSITO DEI TIFOSI specie, anche se talora vanamente, per evitare TAFFERUGLI TRA LE OPPOSTE TIFOSERIE: COME IN QUESTO CASO, LA CUI NOTIZIA SI SPARSE CELERMENTE PER IL MONDO ROMANO
Ed il tutto senza naturalmente dimenticare l'acme della COMUNICAZIONE MEDIATICA studiabile tuttora in rapporto a quel COMPLESSO DELLE CORPORAZIONI del Porto di Ostia caratterizzato dall'impianto degli uffici di diecine e diecine di aziende operanti su scala mondiale e già in grado di sfruttare un IMPIANTO PUBBLICITARIO e di COMUNICAZIONE ICONICA che fino al XIX secolo il mondo occidentale mai più avrebbe conosciuto.
Le interpretazioni concordano nell'attribuire all'inizio del I secolo d.C. l'inizio di una DIFFUSIONE PUBBLICA DELLE OPERE LETTERARIE COMPRESI GLI ACTA a seguito della costituzione di
BIBLIOTECHE PUBBLICHE ERETTE ANCHE NELLE PROVINCE IMPERIALI CHE PORTAVANO CO SE' LA NASCITA E IL PROLIFERARE DI VERE E PROPRIE LIBRERIE EDITRICI (BIBLIOPOLAE - LIBRARII).
Orazio ricorda i Sosii, proprietari di un negozio di volumina nel Vicua Tuscus nel Foro, Tito Livio e Seneca facevano i loro acquisti da Doro: molto nota anche la bottega di Trifone che vendeva le "Istitutioni oratorie" di Quintiliano e gli "Epigrammi" di Marziale.
Questi commercianti vendevano a prezzi molto alti le copie che i loro schiavi specializzati copiavano e, mentre dall'autore dell'opera si facevano pagare per la copiatura, dei libri che essi vendevano nessun guadagno ne veniva all'autore. Secondo il diritto romano alle opere scritte si applicava il principio
********************superficies solo cedit********************
per cui ogni modifica che si aggiunge appartiene al proprietario del terreno: quindi tutto ciò che veniva scritto sulle pergamene o su i papyrii di proprietà del libraio apparteneva a lui.
L'INIZIATIVA PRIVATA, intendendone l'importanza anche economica oltre che sociale, colse infatti quanto successo avrebbe avuto nel contesto generale la possibilità di informare periodicamente, anche nei dettagli della vita comune della capitale, tutti i luoghi possibili dell'Impero: fatto che contestualmente garantì una diffusione delle notizie centrali nelle sue varie ed estese contrade imparagonabile a fronte di quella che avvenne per altri grandi Stati pur sorti secoli dopo.
Sfruttando un vantaggio innegabile, cioè la straordinaria RETE STRADALE DELL'IMPERO che in ITALIA RAGGIUNGEVA PRESSOCHE' LA PERFEZIONE allo scopo di sostenere un TRAFFICO MERCANTILE E DI VIAGGIATORI IMPRESSIONANTE -il tutto caratterizzato altresì da un SOFISTICATO SISTEMA DI PONTI E GUADI PER AGGIRARE GLI OSTACOLI e anche seppur prioritariamente per pubbliche funzioni, da un variegato meccanismo di STAZIONI E "MUTAZIONI" (ma non si dimentichi nemmeno l'EFFICIENZA DEL SISTEMA MARINARO oltre che il SISTEMA RICETTIVO SIA PER RISTORO CHE PER SOGGIORNO/PERNOTTAMENTO DEI VIAGGIATORI e l'uso alquanto moderno di ricorrere a sistemi di garanzia e comunicazione iconografica quali le TESSERE e nella fattispecie soprattutto le TESSERE DI OSPITALITA')-
gli
************EDITORI************
si preoccupavano, dopo che l'
ORIGINALE UFFICIALE DEGLI ACTA DIURNA POPULI ROMANI era stato composto e pubblicato di farne eseguire (con il permesso del Praefectus Urbis) un gran numero di copie attraverso un piccolo esercito di scrivani che, lavorando al seguito della REDAZIONE la quale curava di assemblare il prodotto fondendo con i DOCUMENTI PUBBLICI E UFFICALI quel tipo di "CONTRIBUTI CHE VENIVANO MANDATI DAI PRIVATI CHE TRATTAVANO DI EVENTI SPICCIOLI, PRIVATI, DI FESTE E NASCITE MA ANCHE DI PETTEGOLEZZI"
è certo che per avere buoni risultati tutti dovevano lavorare con assidua celerità per l'
immediata diffusione e la spedizione anche nelle Province
mentre l'ORIGINALE veniva depositato presso l'
ARCHIVIO DI STATO
(vedi la scalinata d'accesso nell'immagine proposta in capo a questo articolo)
sì da costituire
FONTE STORICA DI DOCUMENTAZIONE.
Gli ACTA naturalmente portavano notizie che per la loro contemporaneità dovevano esser esenti da censure o vendette dei potenti. Ma non è escluso che "dietro il velame" si celassero fatti non facili da gestire: chiaramente il pettegolezzo, le voci e le stesse allusioni "giornalistiche", quasi certamente era arduo andare oltre, preparavano però il terreno alla diffusione di opere vere e proprie di alta valenza artistica (fenomeno non impossibile e nemmeno mai destinato ad accadere se solo si esamina la relazione intercorrente tra le svelte notizie dei "Fogli Volanti" e dei citati "Ragguagli" del '600 e '700 spesso volti a trattare temi orrorifici con l'influenza che ebbero sulla grande letteratura di fantasia e terrore che li avrebbe celermente seguiti.
Ovidio, Orazio, Properzio, Marziale -autori di grande spessore che affrontano spesso argomenti di vita sociale e mondanità che in teoria potrebbero esser stati suggeriti dalle flebili notiziole degli ACTA- furon destinati ad esser poi ripresi nella letteratura di tutti i tempi per discorsi satirici, moralistici ed anche erotici e pure da A. Aprosio, per esempio nella sua pruriginosa
"STORIA DELL'ADULTERIO"
che non può prescindere dal parlare della classicità: una classicità coinvolta indubbiamente -anche a livello di chicchiere, rumori, voci di interesse "pregiornalistico" destinate ad esser riprese spesso come moniti predicatori e moralistici- nel contesto di quella
MISOGINIA CHE SI SUBLIMO' NEL CONTESTO DEL "SENATO DELLE DONNE" AI TEMPI DELL'IMPERATORE ELIOGABALO E DELLA DINASTIA DEI SEVERI.
Anche se pochi eventi in relazione anche alla qualità delle opere importanti che ne trattarono, dovettero colpire il chiacchiericcio ed il pettegolezzo, insomma il "Gossip" in Roma antica e poi di conseguenza tutta una tradizione culturale posteriore come le "Satire di Giovenale" per quanto destinate ad evidenziare fatti ormai risaputi sì che decaduto il principale protagonista potevano essere ampliati o predisposti per un pubblico dal palato più fine = come e soprattutto nel caso clamoroso dell' IMPERATRICE MESSALINA (che come tanti attraverso i secoli non a caso "affascinò" quale "icona dell'adultera e della lussuriosa" proprio l'appena citato erudito intemelio A. Aprosio che dopo averla ampiamente "citata" in questo moralistico passo dello Scudo di Rinaldo I "sul perché le donne ostentino troppo le loro grazie" utilizzando quanto ne "scrisse" Giovenale ne parlò più esplicitamente sin a scrivere questo su di lei in siffatto "Grillo" mai pubblicato fin a tempi recenti per intervento della Censura Ecclesiastica data le accuse di licenziosità nella sua "Grillaia).
"MESSALINA DI GIORNO E SIGNORA DELL'IMPERO ALIAS LICISCA DI NOTTE E REGINA DEL LUPANARE" colei che Al fin quando il Guardian di putteria/ Licentiò le sue donzelle a casa/ Partì di mala voglia, però fece/ Quel che poté. Fu l'ultima a serrare/ La sua stanza, mentr'ella ancor ardea/ Del pizzicor de la distesa vulva,/ E stanca, non già satia dipartisse = forse Aprosio riportò in italiano seicentesco (ecco qui una moderna traduzione con opportuni collegamenti) quanto aveva scritto Giovenale nella sua Satira VI (qui nell'originale latino) per meglio farsi comprendere sul tema ma era troppo per un ex Vicario Generale della Congregazione Agostiniana come Aprosio anche se avesse voluto farne per fini predicatori una "punta di diamante" di quelle "riprovevoli" protagoniste naturali del "Gossip" nell'antichità imperiale che furono un poco tutte le
IMPERATRICI (DI CUI SI PROPONE QUI UN TESTO ANTIQUARIO DIGITALIZZATO) e che indubbiamente ebbero molta influenza nella vita sociale indicando spesso DIRETTIVE NEL SETTORE DELLA MODA quanto della COSMESI e specialmente nell'ACCONCIATURA DEI CAPELLI ma anche nei COMPORTAMENTI SESSUALI, RIPROVATI DALLA CHIESA, CON L'USO DI CONTRACCETTIVI, PROFILATTICI MECCANICI E DI UNA SORTA DI "PILLOLA ABORTIVA DA ASSUMERSI POCO DOPO I RAPPORTI SESSUALI, LECITI O ILLECITI"

La pubblicazione degli ACTA continuò a lungo, fino a che la capitale dell'Impero non si trasferì a Costantinopoli ed avverso la loro funzione come verso molti altri aspetti ritenuti lubrichi e/od effimeri non calò la scure moralizzatrice dell'ormai affermato Cristianesimo che finì per accentuarsi in dipendenza del fatto che si ritenne -antistoricamente- aver l'Islam di Maometto (vedi gli indici), divenuto nemico istituzionale di Roma, aver ereditata la lussuria romano imperiale (con conseguente affermazione di una pesante misoginia) manfestantesi in tante cose compresa la vita pubblica: ad emblema di questo rifiuto come ha scritto il grande islamista Aldobrandino Malvezzi è spesso stato assunto nel contesto esistenziale e specialmente in quello igienico quanto scrisse Il Vescovo Palladio, contro l'uso arabo dei già romani "bagni termali" citando qual esempio da seguire
Isidoro, Vescovo di Hermopolis Parva (Damanhur),[il quale] morì a 85 anni senza avere mai indossato una camicia di tela, senza aver mai mangiato carne e senza esscrsi mai lavato.
In seguito alla distruzione di molte testimonianze del paganesimo molto si perse e degli ACTA non è sopravvissuto alcun frammento autentico = dal medioevo le pubbliche notificazioni -pur venendo sistemate sotto forma di scritto nel luoghi deputati- dato anche il notevole livello di analfabeti era però obbligatorio leggerle ad alta e intelleggibile voce per via del Cintraco o per mezzo del Precone = le comunicazioni private -quando comunque volevano coinvolgere un determinato pubblico e non avere un unico destinatario- presero a seguire invece mediamente la via della segretezza e, crescendo l'acculturazione, ad esser fatte anche per iscritto ed affisse in luoghi più o meno noti acquisendo la tipologia di pasquinate, semplici lettere anonime, cartelli e lettere spesso comportanti sfide caso che si riscontra per esempio in questo esemplare di lettera concernente una sfida ad un duello che realmente fu lanciata nel '600 a Ventimiglia divenendo causa di un processo qui attestato e documentato].






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