cultura barocca
Inf. Bartolomeo E. Durante ORIGIN. IN BIBLIOTECA PRIVATA - CLICCA QUI E PROCEDI NELLA LETTURA

PADRE LUCIO FERRARIS nella monumentale sua pubblicazione settecentesca intitolata BIBLIOTHECA CANONICA, JURIDICA, MORALIS, THEOLOGICA NEC NON ASCETICA, POLEMICA, RUBRICISTICA, HISTORICA, & sotto la voce specifica latina
LIBELLUS FAMOSUS
affronta con estrema competenza e dovizia di particolari la discussa questione dei LIBELLI FAMOSI (LIBELLO FAMOSO) anche detti talora CARTELLI, un argomento che oggi sfugge mediamente all'indagine giuridica e/o di polizia ma che all'epoca di APROSIO era di rilevantissima importanza.
Stando alle POSTULAZIONI di padre Ferraris tra i LIBELLI FAMOSI sarebbero da ascrivere anche le
PASQUINATE
come l'
ESEMPLARE CHE SI TROVA CUSTODITO PRESSO L'INTEMELIA APROSIANA.
La giustizia sia ecclesiastica che dello stato, accanto a questo argomento prioritario di provocazione pubblica (che poteva sfociare nel crimine di Lesa maestà) aveva quindi da confrontarsi con i reati di calunnia e di sfida a duello tramite cartelli e/o lettere di sfida a duello (e non bisogna mai dimenticare che il duello - come sancito dai cinquecenteschi Dettami del Concilio di Trento era severamente, oltre che dallo Stato, condannato dalla Chiesa quale una "pratica demoniaca"), pubblicamente affissi e spesso recanti pure frasi oscene e di aperto oltraggio; ma nemmeno mancavano altri tipi di "scritti oltraggiosi" o "libelli famosi" su cui gli autori offendevano nemici personali o, cosa estremamente più perigliosa, le istituzioni di maniera che la prudenza di cui il ventimigliese Aprosio talora diede prova altro non era che un comportamento quasi istituzionale quello che divenne celebre per poi esser dimenticato e riscoperto da B. Croce quale l'Onesta Dissimulazione di Torquato Accetto ma che anche altri appunto "Il Ventimiglia" e l'amico Pier Francesco Minozzi da Monte San Savino fecero propri di rimpetto alla scoperta precarietà della vita in un'epoca per certi aspetti più che contraddittoria, un'epoca pervasa da splendori certo ma anche da miserie e vendette che certamente nel fatiscente tormento di tante inguaribili malattie ma anche nel balenio d'una lama spesso avvelenata -nel corso d'un duello o peggio ancora d'un agguato notturno- potevano rapre un'esistenza intiera = era del resto un'epoca in cui la scenografia aveva assai di frequente una sua precisa funzione catartica ed ammonitrice come nel caso dei "criminali" specie se eretici costretti ad indossare abiti e copricapi attestanti le loro colpe; di conseguenza non era certo raro che qualche Carnefice o Boia potesse nascondere le sue sembianze dietro una maschera od un cappuccio su cui comparissero delle incisioni se non addirittura fossero variamente applicate delle diciture ammonitrici verso un pubblico che avrebbe sempre potuto insorgere e/o sollevarsi = l'età intermedia aveva del resto delle feroci stranezze che si son tramandate fin all'oggi seppur in forme diverse e certo meno letali: la "lettera anonima" -tuttora in uso per fini certamente spiacevoli- all'epoca in definitiva poteva assumere il carattere istituzionale di un era un "cartello", un'accusa anonima che veniva vagliata attentamente, anche se a differenza di quelle prima citate, non recava le generalità dell'accusatore ( si trattava di una di quelle denunzie anonime che eran chiamate, per esempio nel genovesato, le LETTERE ORBE) ma anziché esser esposta alla pubblica vista furtivamente veniva depositata nella "Bocca della Verità" o più frequentemente nell'"Urna Lignea" che come qui si vede era deposta per disposizione congiunta delle Autorità in tutte le Parrocchie, i luoghi pubblici più frequentati e sicuri sì da poter esser poi vagliata e quasi mai scartata attivando un'investigazione quantomeno formale sulla persona di cui si denunciava qualche supposta mancanza verso lo Stato o la Chiesa (vedi anche = Edoardo Grendi, Lettere orbe: anonimato e poteri nel Seicento genovese , Gelka, 1989 - 162 pagine ).








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