cultura barocca
Una necessaria PREMESSA e una DESCRIZIONE LETTERARIA FORSE NON INUTILE DI TANTI GIGANTESCHI EVENTI (e nel contesto del DISCORSO GENERALE QUI PROPOSTO una notazione poco nota vale a dire la CURIOSITA', E NON SOLO, DI ANGELICO APROSIO "IL VENTIMIGLIA" E DI DOMENICO ANTONICO GANDOLFO "CONCIONATOR" DI APPRENDERE E POSSIBILMENTE ASSIMILARE NELLA "BIBLIOTECA INTEMELIA" DATI (IN PARTICOLARE MANOSCRITTI, RELAZIONI ED AUSPICABILMENTE MA CON ESTREMA DIFFICOLTA' CODICI PRECOLOMBIANI) E MAGARI ANCHE ALTRE TESTIMONIANZE DI CULTURA COSI' LONTANE) = Moctezuma Sciocoyotzin ( qui in una raffigurazione d'epoca ): la teocrazia, le costumanze, la reggia, i palazzi ecc. ecc. [alla spagnola variamente nominato (usiamo qui la forma Montezuma II)] nella Storia antica del Messico, di Hernando Alvarado Tezozómoc = vedi qui lo sfarzo dell'Imperatore dei Mexica ("Astechi - Aztechi") sulla base delle qui digitalizzate Lettere di F. Cortés al S.mo ed Inv.mo Imp. Carlo V intorno ai fatti della Nuova Spagna o Messico fuse ad altri documenti del pari informatizzati riguardanti anche la capitale e l'Impero = dalle "Lettere di Cortés" visualizza le parti dedicate alla vita pubblica, religiosa e di corte dell'Imperatore dell'Anahuac Vedi qui sotto la capitale dell'Impero nelle Lettere di Cortés e nella descrizione (incipit) del Porcacchi = [Il crollo di un Impero = da dagli alleati amerindiani degli Spagnoli alla discussa morte di "Montezuma" alla fine gloriosa del suo successore ed ultimo Signore dei Mexica Quauhtemoc (Cuauhtemoctizin) che, vinto e catturato, a Cortès "(addì 15 agosto 1521)", gli disse con voce ferma e faccia impavida: " Io feci quanto dovea per il mio popolo e pel mio paese; ora non mi rimane che morire; uccidimi" ] La scoperta del Nuovo Mondo o Indie Occidentali poi Americhe (vedi testi antiquari digitalizzati) un evento che nelle cronologie universali europee, come la prima (1572) quella redatta da L. Dolce passò inosservato a fronte della liberazione di Granada (che il Dolce menzionò come una grande impresa degli stessi sovrani spagnoli che finanziandola avrebbero resa possibile l'impresa di Colombo da lui invece non menzionata) e della Vittoria di Lepanto sulla "Sublime Porta dei Turchi" (che nel volume del Dolce, rivisitato dal Rinaldi, fu tanto enfatizzata da usarsi per essa, con incommensurabili elogi, un carattere tipografico più grande che in qualsiasi altra parte del libro)[ Informatizzazione a cura di Ezio Bartolomeo Durante]

L' Impero "Azteco" (Impero dei "Mexica", in terminologia occidentale degli "Astechi" e/o "Aztechi" o meglio la possente federazione delle tre città Tenochtitlán, Texcoco e Tlacopán ) ai terribili tempi della conquista [ il disfacimento di un potente Impero condizionato e spaccato, anche per ribellioni più o meno latenti, dalla feroce politica teocratica di analizza la teocrazia di Moctezuma Sciocoyotzin = tra i primi ribelli i Totonachi di "Cimpual" che fornirono a Cortès un esercito di 12.000 uomini, il fondamentale ruolo di "Donna Marina" che, interprete di Cortès, lo pacificò con la Repubblica di Tlaxala, indipendente dall'Impero e sua accerrima nemica, e che divenuta sua alleata gli fornì un potente esercito ed ancora la defezione dell'ambizioso Ixtlilxochitil, re ma in qualche modo usurpatore di Texcuco alleatosi con le sue armate agli Spagnoli ] - Oltre le incommensurabili ricchezze altre Mirabilia mesoamericane = cultura, scrittura, cartografia, libri, codici ecc. ecc. - I codici precolombiani: il lavoro del "Motulinia" (il cinquecentesco frate Toribio da Benavente) per salvarne quanto possibile od almeno trascriverli - (Angelico Aprosio "il Ventimiglia" e il "Mondo Nuovo" sempre meglio conosciuto sulla scia della polemica Marino-Stigliani e del suo studio de Il Mondo Nuovo dello Stigliani e degli approfondimenti connessi grazie a "relazioni" diverse specie su animali e soprattutto piante, non escluse quelle medicamentose = inoltre vedi qui i contatti di Aprosio e Gandolfo con il "Nuovo Mondo" e con i possessori di "codici messicani"): Indice dei contatti con missionari, esploratori e scrittori ad opera di A. Aprosio e D.A.Gandolfo, con attestati sul tema racchiusi in vari tomi della Biblioteca Aprosiana di Ventimiglia = vedi da G. Geraldini a T. Porcacchi e poi Giovanni Botero (senza certo dimenticare Francisco Macedo una cui opera è qui interamente digitalizzata) = investigatori tutti che anni dopo avrebbero portato a Lorenzo Boturini, il "padre della messicanologia" nemmeno trascurando, a livello accademico e meramente letterario, come Tommaso Stigliani autore del poema Il Mondo Nuovo abbia innescata, nei riguardi dell'Adone del Marino, redigendo L'Occhiale..., come già scritto una polemica sulle piante del Mondo Nuovo: ed in particolare sulla passiflora per lui impropriamente posta dal Marino nel classico Giardino di Venere a Cipro [ nello specifico vedi anche = "LA LOTTA CONTRO LA CONQUISTA BRUTALE, IL GENOCIDIO, LA SCHIAVIZZAZIONE": L'OPERA DI BARTOLOMEO DE LAS CASAS "L'APOSTOLO DELLE INDIE" ( pur se fra i diversi religiosi sussistevano giudizi divergenti, specie a riguardo dell'operato dei "Conquistadores" = basta qui confrontare ciò che scrisse fra timore, disgusto e sincera volontà d'aiutare gli indigeni contro le prepotenze dei Conquistatori "Fra Marco da Nizza dell'Ordine di S. Francesco", testimone oculare del tracollo dell'Impero Inca e quanto invece in merito al processo di "civilizzazione" ed "evangelizzazione" del Messico compare in questa assai consolatoria Lettera del Reverendo Padre Francesco da Bologna scritta dalla Città di Messico nell'India o Nuova Spagna al Reverendissimo Padre Clemente da Monelia Provinciale di Bologna)] - L' Impero azteco o meglio la federazione delle tre città Tenochtitlán, Texcoco e Tlacopán - la costumanza dei sacrifici umani giovevoli per conservare il potere ai Tlatoani e Huey Tlatoani (signori) aztechi (notazione = Aprosio e Gandolfo e la loro diversa gestione della Biblioteca - Aprosio, che non tratta di sacrifici umani, analizza però il tema epocale e planetario del sangue sia malefico che benefico o miracoloso) = analizza la teocrazia di Moctezuma Sciocoyotzin, vale a dire "Montezuma il Minore" (come scrisse F. de A. Tezozómoc nella Storia Antica del Mexico) che dalla sua reggia a giudizio del Bustamante scendeva ogni notte in una cappella, entro i recessi del "palazzo dei serragli", a "pregare il suo demone" [Palazzo su cui gli Spagnoli eressero l'enorme chiesa convento di S. Francesco come sui resti del Tempio Maggiore edificarono la Cattedrale = e gli incidenti, che rallentarono le opere, e causarono morti impreviste da molti, nativi ma pure cristiani, furono per superstizione attribuiti ad antiche magie quanto a vendette degli Dei antichi, spodestati e con i loro terreni simulacri distrutti] - vedi i presagi sul ritorno del dio in terra Ce Acatl Topiltzin Quezalcoatl con l'abolizione dei sacrifici umani e il culto del serpente a scapito dei tlatoani (signori) aztechi = vedi dalla "Relazione" di Cortès l'inizio della caduta dell'Impero azteco con l'Eccidio del Tempio Maggiore = la Notte Triste di Cortès, degli spagnoli e dei loro alleati sconfitti - la ripresa e la vittoria dei coalizzati agli ordini di Cortès = la battaglia di Otumba e la caduta di Tenochtitlàn 13/VIII/ 1521 = la morte gloriosa di Quauhtemoc (p. 338 da Memoria di Ixtlixochitil ) nipote dell'estinto monarca, che i Messicani sollevati posero sul trono = vedi il Bustamante che indagò p. 338 e seg., nota 1 sul reale luogo della cattura e quindi della prigionia in cui fu segregato Quauhtemoc ed ancora sulle ragioni delle torture, senza risultati per il di lui coraggio, ferocemente inflittegli dagli Spagnoli onde sapere ove fosse nascosto il tesoro di Montezuma (nota 1 di p. 457 ) (vedi le forze in campo con le ragioni della conquista spagnola e la più temuta arma azteca il Macuahuitl: leggi = Ixtlilxochitil terzogenito di Nezahualpilli, saggio re di Texcuco, paga il suo tradimento, schierandosi a fianco degli Spagnoli, del fratello re Cacamatzin e di Quauhtemoc ) =
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Ixtlilxochitil, re ma in qualche modo usurpatore di Texcuco alleatosi con gli Spagnoli = la difesa che in una Memoria ne fece il discendente Don Ferdinando D'Alva Cortes Ixtlilxochitil fu demolita dall'edizione critica che ne fece il Bustamante nell'opera Orribili Crudeltà dei conquistatori del Messico e degli Indiani che li aiutarono a sottomettere questo Impero alla Corona di Spagna = risulta emblematica la Conclusione, qui sotto proposta nell'essenza, del Bustamante. Un ruolo basilare ma spesso solo ombreggiato o romanzato nella "Conquista" di Cortés lo ebbe Malineli Tenepatl, Malinche, Malintzin o Doña Marina che fu interprete del condottiero spagnolo (il quale ne scrisse nelle sue qui digitalizzate Lettere), la quale soprattutto svolse una funzione basilare per procurare alleanze a Cortés e pacificare quest'ultimo con la POTENTE REPUBBLICA DI TLAXALA facendoli, da nemici che eran stati, alleati = Tlaxala era accerrima nemica dell'Impero azteco o meglio della federazione delle tre città Tenochtitlán, Texcoco e Tlacopán e di conseguenza alleatasi con Cortes fornì enormi aiuti in vettovagliamento e soprattutto un esercito che giunse a superare le 70.000 unità aspirando il suo Senato in caso di un successo spagnolo di riconoscimenti peculiari, sin a poter egemonizzare il nuovo Messico, da parte di Carlo V: riconoscimenti che avvennero, seppur la città venne falciata, senza più risorgere, da un'epidemia di vaiolo portata dagli Spagnoli di maniera che Tlaxala non ebbe quanto sperato, vedendo accomunato i suo destino a quello di altre genti, nemici storici compresi = quello che vien comunemente definito il genocidio mesoamericano dovuto all'avidità spagnola e sostenuto dall'imposizione coatta del cattolicesimo (pur non dovendosi dimenticare alcuni religiosi qui proposti elettisi, fra molti rischi, difensori dei nativi), tra non poche manifestazioni di superstizione, con relative devastazioni di patrimonio culturale e monumentale, diffusesi nel corso delle sovrapposizioni cultuali volute dai nuovi padroni del Messico a livello di questo colossale degrado è comunque opportuno rammentare lo scempio demografico qui nel link menzionato fu in buona parte anche alimentato dall'"importazione" dall'Europa nel "Nuovo Mondo" di malattie ignote e falcidianti, tra cui il vaiolo ma non solo, ebbero un ruolo catastrofico. [ Resta quindi, per correttezza, da precisare che Cortés, consapevole delle tensioni storicamente interne all'Impero Azteco, e peraltro acuite dalla feroce teocrazia introdotta da "Montezuma II" contro il parere di sua sorella e dei suoi stessi sacerdoti, in effetti ebbe come primi alleati i Totonachi di "Cimpual" che gli fornirono un esercito di 12.000 uomini ]. Senza queste varie forze, nonostante la superiorità delle armi (in dettaglio archibugi e cannoni = vedi qui l'annoso dibattito sulla cura delle ferite prodotte dalle armi da fuoco), il piccolo contingente di Cortés ( in contrasto con altri spagnoli con cui dovette combattere venendo giudicato ribelle come lui stesso scrisse parlando però non di ribellione sua di "mal'animo" altrui) senza tali aiuti sarebbe stato spazzato via dal monumentale esercito imperiale = e se a tutto ciò si aggiungono le diecine di migliaia di uomini che il ribelle Ixtlilxochitil sottrasse all'esercito azteco, cui apparteneva, si unì a Cortès si intende bene come la Conquista - che sarebbe certo avvenuta ma solo in virtù dell'arrivo di forze spagnole ben superiori - non sarebbe sopraggiunta nei termini noti, talora alimentati partendo dall'Ottocento da una certa retorica, menzionando pure l'oculato nordamericano Prescott]. Nel contesto dell'edizione critica del Bustamante compare anche a livello di "Nota nell' edizione critica. questa retorica quanto formidabile riprovazione dell'opprimente dominio della Spagna sul Messico e massima parte dell' America meridionale" [il secondo intervento, dell'editore messicano, è verosimilmente un omaggio sulla recente libertà del Messico celebrata peraltro in un corposo volume qui digitalizzato = "FINE DEL DOMINIO IN AMERICA DELLA CORONA DI SPAGNA" - ["Viaggio nell'America Spagnuola (Messico, N. Granata, Perù, Chilì, ec.) in tempo delle guerre dell'Independenza..." di Gabriel Lafond di Lurcy]. .



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