cultura barocca
Inf. Durante

Troiano, Massimo fu un musicista e poeta napoletano (sec. 16º), dal 1568 attivo presso la corte di Baviera. Scrisse testi poetici per la musica di celebri autori (da segnalare la commedia madrigalesca di O. di Lasso La cortigiana innamorata, 1568) e sua propria, e dialoghi, relazioni, ecc. di stampo cronachistico. Compose madrigali, villanelle, napolitane e simili (pubbl. 1568-69) = Troiano Massimo fu però anche un erudito cortigiano che in ambito mondano ed aristocratico raggiunse gran fama per i suoi Discorsi delli trionfi, apparati, é delle cose giuste più notabili fatte nelle sontuose Nozze, dell'Illustrissimo Signor Duca Guglielmo, Primo Genito del Generosissimo Alberto Quinto, Conte Palatino del Reno, e Duca della Baviera Alta e Bassa, nell'anno 1568, à 22. di Febraro. Compartiti in tre libri, con uno Dialogo, della antichita del felice ceppo di Baviera...", Monaco, Adam Berg, 1568 (8), 191 [i. e. 181] [11 pp. (leggine qui la Dedicatoria): entro il libro secondo qui digitalizzato della II edizione di questa vasta opera col titolo più esteso di Dialoghi di Massimo Troiano: ne quali si narrano le cose più notabili fatte nelle nozze dello illustriss. & eccell. Prencipe Guglielmo 6 [sic!: quinto e non sesto] conte Palatino del Reno, e duca di Bauiera; e dell'illustriss. & eccell. Madama Renata di Loreno. Tradotti nella lingua castigliana da M.Giouanni Miranda; & hora insieme posti in luce, nell'uno e nell'altro idioma, a benefitio comune. Con le figure dell'imprese, che furono portate nelle giostre, e due Discorsi nell'vltimo, co quali si puo imparare a leggere...la lingua spagnuola.. (In Venetia : appresso Bolognino Zaltieri, 1569) Massimo Troiano descrive con minuzia al curioso interlocutore nominato Marinio uno
STUPEFACENTE PRANZO DI NOZZE CON LA MINUTA OSSERVAZIONE DELLE TANTE PORTATE E DELLA RELATIVA GESTUALITA' DI CONVITATI E SERVITORI
[non senza essersi prima soffermato sugli eventi vari del matrimonio come qui si legge= "Nel quale si ragiona delle cerimonie, della Chiesa, e delle cose, più degne di memoria, fatte nelle nozze, dell'Illustrissimo & Eccellentissimo Signor Guglielmo Sesto [sic! quinto e non sesto], Conte Palatino del Reno, e Duca di Baviera" ( lo sposo era Guglielmo V di Wittelsbach, detto il Pio -Landshut, 29 settembre 1548 / Oberschleißheim, 7 febbraio 1626-, Duca di Baviera dal 1579 al 1597, anno in cui abdicò in favore del figlio Massimiliano I. Guglielmo si ritirò in un monastero e morì nel 1626 nel Castello di Schleißheim: Guglielmo V : figlio del Duca Alberto V e di Anna d'Austria - la sposa era Renata di Lorena -Nancy, 20 aprile 1544 – Monaco di Baviera, 22 maggio 1602- figlia di Francesco I di Lorena e di Cristina di Danimarca cui il Troiano dedicò il suo lavoro, propriamente Cristina di Oldenburg -Nyborg, 1522 / Tortona, 10 settembre 1590- nata principessa di Danimarca, Norvegia e Svezia, divenne prima duchessa di Milano, poi duchessa di Lorena: a soli 13 anni andò sposa a Francesco II Sforza, ultimo duca di Milano; alla morte del marito, appena pochi mesi dopo le nozze (1535), ereditò la signoria di Tortona (la romana Dertona). Nel 1538 il pittore tedesco Hans Holbein giunse a Bruxelles per incontrare Cristina: su commissione di Enrico VIII d'Inghilterra, il pittore doveva dipingere ritratti di nobildonne considerate degne di ricevere una proposta di matrimonio dal re. Il nome di Cristina fu fatto dopo la morte di Jane Seymour nel 1537. Cristina, allora solo sedicenne, posò per il ritratto vestita a lutto. L'ambasciatore inglese aveva iniziato a sondare il terreno per capire se la duchessa fosse disponibile ad accettare una proposta di matrimonio del re. Cristina conosceva la reputazione di Enrico VIII come marito e non fece mistero del suo rifiuto. Sembra che abbia dato all'ambasciatore questa risposta: "Se avessi due teste, sarei felice di darne una al re d'Inghilterra". Il 10 luglio 1541 a Bruxelles sposò Francesco I di Lorena (fidanzato per breve tempo con Anna di Clèves, che diventò la quarta moglie di Enrico VIII dopo il rifiuto di Cristina). Nel 1544 Francesco succedette a suo padre come duca di Lorena e morì nel 1545, lasciando Cristina reggente di Lorena, carica tenuta fino all'invasione francese nel 1552. Nel 1578 si stabilì in Italia nel suo feudo di Tortona -le voci nella carta sono attive- dove visse fino alla morte) ].
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Come detto sopra l'autore napoletano descrisse tale incredibile pranzo di nozze nel contesto di una trattazione erudita (1568) divenuta bilingue (1569) e qui proposta in merito al secondo libro (italiano - castigliano, la parte castigliana, da Cultura-Barocca non digitalizzata, risulta tradotta da M. Giovanni Miranda): l' immagine sopra proposta è invece quella della I rarissima edizione (quella sopra citata e dal titolo come scritto Discorsi delli triomfi, giostre, apparati, é delle cose piu notabile fatte nelle sontuose nozze, dell'illustrissimo ... duca Guglielmo. Primo genito del generosissimo Alberto Quinto, ... , nell'anno 1568, à 22. di febraro. Compartiti in tre libri, con vno dialogo, della antichita del felice ceppo di Bauiera. ... . Di Massimo Troiano da Napoli. ..., In Monaco : appresso Adamo Montano, 1568, In Monico citta di Germania, 1568) ].
Nell'ambito della sua oculatissima trattazione, tra tante altre cose, Massimo Troiano descrive i molteplici usi delle MANDORLE, alimento pregiato, sia per composizione di alimenti vari che per la confezione di dolci e biscotti[CLICCA ANCHE QUI E APPROFONDISCI TRAMITE = QUESTI ALTRI COLLEGAMENTI MULTIMEDIALI]
[ Naturalmente dato il contesto della sua narrazione, espressamente gastronomico, l'autore non cita però l'uso delle mandorle in fitoterapia, pur noto dall'antichità greco-romana ) = nell'immagine qui sopra proposta e tratta dalla I edizione a pagina 94, riga XIII dal basso Massimo Troiano menziona tra le portate una Di Cervo in brodo nero, con Mandorle tagliate minute sopra anche se poi nel corso della descrizione del sontuoso pranzo nuziale qui digitalizzato l'autore parla di vari altri usi di mandorle testimoniati nel contesto delle varie portate del ricchissimo banchetto nuziale = vedi qui : - Sfogliata di mandorle (pag. 56) - Limonea di Mandorle, e polpe di caponi (pag. 65) - Gelatia di Fagiani con mandorle (pag. 66) - Mandorle e pignuoli mondi lavate in acqua rosa (pag. 70) - Di zuccatto lattuca, cocumeri, mandorle, pera moscardine, & altri diversi frutti sciruppati (pag. 72) - Mandorle, coriandri, & anessi confetti bianchi con musco (pag. 73) [ tutti i servizi erano portati nel contesto di strutture scenografiche variamente ispirate, specie ad episodi biblici ma non solo: stupisce il settimo servizio ove leggesi: "...e per ornamento di questo servitio vi fu portato tre carri alla Tedesca, carichi di moscatello, e ciascuno era tirato da sei cavalli [che] quasi givano uno presso l'altro e caminavano, con grandissima leggiadria, e con tanta maraviglia, che non è possibile crederlo, & erano fatti di pasta fritta..." = non meno dovevano colpire ed accrescere lo stupore le scenografie del primo e quindi del secondo servizio inoltre del terzo e poi del quarto e quindi del quinto come pure del sesto e dell'ottavo (tutti con accompagnamenti musicali senza dimenticare i vini di gran pregio con la precisazione da parte dell'autore che i "servitori" eran solo nobili di alto rango così come i coppieri incaricati di accedere alla sontuosa tavola descritta del Troiano nei minimi dettagli compresa la posizione dei vari convitati: leggendo tutto il secondo libro si possono visualizzare altri aspetti del banchetto come, pulitisi, a pranzo finito, gli illustri convitati con acqua profumata parimenti portata in coppe da altri nobili si passò ai balli sì che, finiti questi, dopo una sontuosa colazione gli sposi entrarono nella camera nuziale ove primeggiava una seconda tavola con ogni leccornia e in particolare preziosi vini) ]
A titolo integrativo, attesa la descrizione dell'evento sotto forma di dialogo in cui Massimo Troiano risponde alle domande di un amico interrlocutore assente all'evento ma curiosissimo di tutto vengono narrati altri dettagli della sontuosa cerimonia = a partire dall'attesa sul sagrato della chiesa maggiore di Augusta di popolani, nobili invitati, guardie in armi stando il Cardinale circondato dal clero, addobbato dei più importanti ornamenti aspettava i promessi sposi per giungere all'arrivo del corteo, accompagnato dal suono di trombe, con la Sposa in carrozza consentendo le guardie l'accesso solo agli invitati e bloccando l'accesso ai tanti curiosi popolani. Incalzato dalle domande dell'amico il Troiano descrive poi l'abbigliamento della Sposa e quindi quello del regale prossimo Sposo: dopo aver descritto gli sponsali l'autore della descrizione di questo evento mondano non si esime di narrare l'ordine con cui erano seduti i nobili personaggi di sesso maschile per passare poi alla descrizione di quale ordine presero invece le Dame: a questa narrazione segue poi quella, finita la cerimonia, del ritorno, in corteo, a Palazzo per il banchetto: dettagliata risulta anche la descrizione della tavola sontuosamente imbandita: nemmeno manca l'autore napoletano di descrivere quale posizione avessero presero a tavola gli Sposi e tutti gli invitati. A conclusione del banchetto e delle danze di cui sopra si è detto il Troiano narra anche il corteo di accompagnamento degli Sposi nella camera nuziale e persino, con oculatezza, la raffinatezza dell'ambiente ed in particolare del letto coniugale riccamente adorno.
[P. S. = Il corposo volume del Troiano non si ferma qui ma la seconda parte del Secondo Dialogo come si vede dalla pagina iniziale qui digitalizzata rimanda al giorno successivo rispetto al banchetto, al risveglio di tutti e alle feste con divertimenti e musiche ben allestiti mentre la terza parte per quanto concerne il Primo Dialogo (vedi) e pure il Secondo Dialogo (vedi), di cui son proposte le pagine iniziali, dall'analogo titolo, concernono le giostre e i tornei realizzati a completamento della grande festa = si è ritenuto giovevole proporne i titoli ma non i Dialoghi, non risultando concernenti il discorso primario legato al banchetto e alla sua gastronomia e rimandandone piuttosto la proposizione avendo occasione, in altra sede, di trattare di questa sorte di giochi e di gareggiamenti ludici propri del recupero di antichi tornei].


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