NAVIGAZIONE COMMERCIALE ROMANA

Per lo studio della marineria imperiale romana si impone una distinzione di base.
Per l'Impero una cosa era la potente, veloce e superattrezzata NAVE DA GUERRA (detta anche NAVE LUNGA) ben altra cosa, di carattere prettamente utilitaristico e realizzata spesso secondo parametri di alta economia, la NAVE DA TRASPORTO od ONERARIA: concetto che peraltro venne continuato dal superstite Dominio di Roma, l' IMPERO ORIENTALE o -dalla capitale- IMPERO DI BISANZIO.
Mentre le flotte militari garantivano la pace sui mari, l'immensa flotta commerciale curava però un servizio essenziale per l'economia aperta dell'Impero, il COMMERCIO SU SCALA PLANETARIA con la conseguenza della scoperta di nuove frontiere e con la delinazione di sempre nuove rotte.
Dalla piazza delle Corporazioni di OSTIA si ricavano dati sui trasporti marittimi romani: in questa piazza si trovavano una sessantina di uffici di piccole società di navigazione, perlopiù di armatori dell'Africa settentrionale, della Sardegna e della Gallia meridionale [ARELATE (oggi ARLES)].
La navigazione marittima era quasi esclusivamente da carico e il tipo di nave usuale (l'ONERARIA) era a due alberi con un trinchetto inclinato e un alto albero centrale a vela quadra (o trapezoidale).
La nave oneraria era arrotondata verso prua, meno a poppa ed a propulsione velica: la lunghezza risultava mediamente di 19 m. con una larghezza di 6 e un pescaggio di 3. Normalmente si viaggiava a 5 nodi orari (piu di 100 miglia al giorno) ma le onerarie a pieno carico non superavano i 3 nodi all'ora: per l'epoca non era una velocità limitata se confrontata alle 23 miglia consuete del traffico che si snodava sul complesso sistema stradale d'Italia e dell'Impero tutto.
Il commercio, specialmente nel periodo tra metà marzo e metà novembre, si concentrava quindi sui trasporti marittimi, con l'esigenza di buoni approdi e di fari segnaletici, più o meno sofisticati (così che non pare impossibile un uso del ventimigliese Scoglio Alto onde evitare, cosa non rara però, eventuali naufragi di cui si hanno tracce per tutto l'arco ligure ove merita d'essere segnalato l'importante caso della nave da trasporto colata a picco, probabilmente per un fortunale, nel tratto di mare antistante Diano Marina e di cui si è rintracciato e studiato il relitto).
Un contributo alla lettura critica del sistema commerciale marittimo e delle sue infrastrutture rientra nei progetti del Colloquio internazionale sul commercio romano per via marittima nel Mediterrano Occidentale (3 sessioni, 16-18 maggio 1988), Barcellona, Società Catalana di Archeologia - Gruppo PACT del Consiglio d'Europa, e della Biennale del Mare (Napoli, 6-12 giugno 1988). A questi incontri culturali ed ai loro atti si rimanda il lettore interessato.