cultura barocca
Aprosio, personaggio di grande levatura culturale ma non esente dagli estri di un carattere permaloso e fumantino aveva avute non poche difficoltà e corsi non pochi rischi per l'erezione della sua Biblioteca in Ventimiglia e su ciò esiste una vasta letteratura: persino giunse al segno di essersi pentito (e non per il luogo in se stesso ma per i non facili rapporti con quello che poteva definirsi il gruppo culturale egemonico cittadino) della scelta di trasferire la Libraria nella città natia dando ascolto a Monsignor Bonifacio nonostante altre e prestigiose richieste specie dall'Angelica di Padre Foschi = del resto per quanto avesse mitigato certi suoi atteggiamenti in rapporto ad opposizione ricevute come nel contesto della polemica con la Tarabotti su femminismo-antifemminismo non mancò di rigurgiti di rabbia -espressa in maniera anche formalmente greve- in rapporto a specifiche contingenze e soprattutto ai periodici ricordi di un momento per lui non facile: lo stesso accadde in merito alle opposizioni ricevute avverso la creazione della Libraria nel Convento Agostiniano anche se fattosi più prudente, tra crittografia e pseudonimia ricorse a vari espedienti tra cui quello di aver eretto affatto a danno principalmente economico, come da qualcuno sostenuto, ma semmai a pro dei poveri e dei meno abbienti la biblioteca pubblica ed anzi, come qui si legge di seguito di averla fornita di libri tradotti dal latino e dal greco cosa giovevole, in Ventimiglia a molti se non a quasi tutti (sanzione che suona, ancora, nel suo giudizio dell' epocale realtà culturale dell'areale intemelio, come un rimprovero alla "classe intellettuale" in loco = addirittura integrando la sanzione che a Ventimiglia i poeti non fanno numero con una esternazione ancora più pesante in merito alla discussione epocale sulla qualità del vino come possibile generatore di ispirazione poetica (al modo che si legge in questo altro punto del repertorio biblioteconomico ...La Biblioteca Aprosiana... e che poi qui è proposto (pag. 35 in fine) con i collegamenti multimediali) a coronamento del giudizio qui sotto proposto sul livello culturale che si respira ai suoi tempi i città, trattandosi, anche nel caso dei supposti eruditi locali, di gente a cui si fà notte inanzi sera [ giudizio non a caso elaborato sulla base del verso 39 del Triumphus Mortis ("Trionfo della Morte") di Francesco Petrarca] e soprattutto redigendo il suo repertorio biblioteconomico (1673) della Biblioteca Aprosiana in forma di terza persona, quasi che "Cornelio Aspasio Antivigilmi" non fosse lui ma un aiutante e il tutto risultasse, pur sotto la sua guida, stesura d'altri, cosa facilmente confutabile invero, ma dati i tempi, in cui il rispetto di forma e formalismo mediamente prevaleva su sostanza e oggettività, modo non banale per demotivare o stornare da sè alcune grevi frecciate attribuendole ad altro personaggio, cui poteva, per età, inesperienza se non proprio eccesso di zelo, esser al limite attribuito qualche possibile eccesso nell'esposizione Informatizzazione a cura di Bartolomeo Ezio Durante

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