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La figura di MONS. TOMMASO REGGIO è legata alle SUORE DI SANTA MARTA [di cui nell'immagine si vede la CASA MADRE in Ventimiglia] volute da lui, e da lui seguite con amore di padre che pretende una sempre maggiore coerenza con la loro consacrazione a Dio e il loro servizio generoso al prossimo. Nel progetto della nuova famiglia religiosa, si rispecchia la sua personalità di uomo forte e leale, di cristiano tutto dedito alla sequela di Cristo, di prete e di vescovo speso nel servizio pastorale, nel bene della Chiesa e del mondo. Tommaso Reggio non è un mistico che fonda una famiglia religiosa per realizzare un proprio sogno di intimità con Dio, ma è il Vescovo che, vedendo situazioni difficili e urgenze drammatiche, non può accontentarsi di esortazioni o di qualche episodio sporadico, ma vuole una risposta coraggiosa e continua, un coinvolgimento concreto, il lievito evangelico che fermenta e smuove la massa. Le Suore di Santa Marta nascono quasi spontaneamente nella sua mente di vescovo appena giunto a Ventimiglia, di fronte alla situazione deplorevole del Seminario. Accanto a una ristrutturazione materiale e culturale urge una presenza umile e silenziosa ma operosa e fattiva, una presenza di donne consacrate a Dio e attente al bisogni quotidiani dei giovani che frequentano il Seminario. C'è bisogno di donne che sappiano accogliere e servire con la sensibilità e l'attenzione femminile, e creare una atmosfera religiosa indispensabile nel contesto della preparazione al sacerdozio. Essere a disposizione di un Seminario esige una profonda apertura al mistero di Dio, una condivisione del dono di sé, una esperienza di intimità con Dio e di comunione tra le persone. Dovranno essere come Santa Marta che accoglie il Signore e lo serve materialmente nella casa di Betania dove si può ascoltare la voce e l'insegnamento di Gesù. "Me le formerò lo le Suore che mi vadano bene!" esclamò un giorno e si mise al lavoro con tanto impegno e generosità. II 15 ottobre 1878 nasce il primo germoglio delle Suore che lui stesso chiamerà "Suore di Santa Marta". Come la "beata sorella di Lazzaro e Maria, Santa Marta ebbe non solamente la somma ventura di accogliere nella sua casa di Betania il Divin Redentore, ma quella altresì di adoperarsi colle sue mani a servire Gesù e a preparargli nell'umile servizio casalingo ogni cosa necessaria alla vita" così le Suore di Santa Marta si ispireranno a questa Santa nell'attuare tutta la loro esistenza. La sua esperienza come Rettore del Seminario a Chiavari, e la se rietà del suo sacerdozio vissuto a Carignano, in una continua tensione di sintesi tra umano e divino, tra formazione e cultura, saranno fondamento per una nuova famiglia religiosa. I tre consigli evangelici tradotti nei tre "voti" di povertà, castità e obbedienza che sono propri alla vita consacrata, diventano per le Suore di Santa Marta il modo per attuare la loro caratteristica ed essere sempre meglio disponibili alla accoglienza di Gesù in una donazione totale a lui. Agli inizi del 1879, al Convegno ligure dell'Opera dei Congressi, lui stesso le presenta così: "Nuovo il nome, nuova la istituzione. Un tentativo, o Signori, un mio audace tentativo, affine di dare al Seminari ed al clero buone Marie somiglianti a quelle, onde ci parla il Vangelo, che servivano a Gesù e agli Apostoli". Alla prima destinazione nel Seminario di Ventimiglia, succedono altre, come risposta a situazioni drammatiche che non possono essere disattese da chi vuole servire il Signore. II colera scoppia in Liguria, e le Suore vengono mandate in un paese presso la frontiera francese, Latte, nel luglio 1884, per curare i colpiti dalla epidemia. Tre anni dopo, un tremendo terremoto sconvolge e distrugge paesi liguri nella regione occidentale e il Vescovo di Ventimiglia non solo organizza i soccorsi, ma manda le sue Suore che impegnano tutte le loro forze per alleviare i sinistrati e risolvere i disagi più gravi. Come dice lui stesso nella "Regola di vita" pensata per loro, le Suore "voleranno in aiuto alla indigenza" senza ri sparmiare nessun sacrificio. L'accoglienza, caratteristica di queste Suore, comprende ed esige tanti atteggiamenti: dall'ospitalità al conforto, dall'insegnamento alla educazione e formazione, dalla presenza negli ospedali alle visite infermieristiche nelle case, dalla comunione di fede e di preghiera alla attenzione fraterna a chi non condivide la medesima fede. Sempre, e l'espressione di un animo aperto al Signore che viene e vive sotto le apparenze più disparate: perciò e necessaria anche una "competenza" che bisogna acquisire e obbliga le Suore a una formazione umana e professionale per i vari compiti a cui sono chiamate. L'idea di Tommaso Reggio era quella di rinnovare nel mondo un'oasi di accoglienza, di servizio, di fratellanza: pensa perciò di costituire tante case che siano una "Betania" sempre aperta per accogliere ogni persona, per amarla, capirla, accettarla, servirla con l'amore che viene da Dio e a lui ritorna nel la persona dei suoi figli. Di fatto, da Ventimiglia la famiglia religiosa si allarga all'ltalia e cresce e arriva in Libano, in America Latina, in India: dappertutto e lo spirito evangelico che vuole fecondare il mondo e creare la gioia di una accoglienza generosa come a Betania. Questa provvidenziale apertura a regioni e culture diverse, a civiltà lontane dal criterio latino, mentre gia afferma una disponibilità alle ispirazioni dello Spirito che "soffia dove vuole" richiede anche che l'animo di ogni Suora si apra a tutte le direzioni accogliendo e confrontandosi con spiritualità e tradizioni che provocano nuovi atteggiamenti di fede e di opere. Tommaso Reggio non si accontenta di considerazioni teoriche, e vuole che le sue Suore realizzino una presenza concreta, affascinante di Gesù accolto con amore: perciò descrive anche l'atteggiamento esteriore che deve rivelare l'animo della Suora. "La vera religiosa di Santa Marta deve essere un'anima forte, morta a se medesima ma vivente di luce, di giustizia, di verità e di virtù virile. Il suo eroismo non deve essere disgiunto da una soave semplicità. Essa vive con vero gaudio nel cuore luminosamente riflesso nel volto" anche quando l'interno è sbattuto dalla tempesta e l'animo è "angosciato da un intenso dolore" E aggiunge: "La gioia del Paradiso vi irraggia la fronte e rivela il trionfo e tradisce il segreto di un cuore beato nel possedimento di Dio. Quanto è bella e grande la felicità di una religiosa osservante! La gioia che trabocca dall'anima, lo stesso aspetto vostro che parla sì eloquente, rivela un mistero, scopre un segreto di angelica compiacenza che voi stesse e gli altri fa consapevoli di una dignità nuova e di una gloria che vi solleva al di sopra di tutte le cose create" [testo e immagini riprodotte da "LA CASANA", GENOVA, ANNO XLII, SUPPLEMENTO 2/2000 - articolo di Giorgio Basadonna, L'episcopato a Ventimiglia - Le Suore di "Santa Marta" - La sua spiritualità (pp.40-42)]