racc. priv. Moreschi

Il Castello Devachan la storia Il castello “Devachan” fu costruito su progetto dell’ingegnere di Sanremo Pietro Agosti con la collaborazione dell’ing, Winter in una posizione scelta anche dal progettista e impresario Costanzo Sappia. L’edificio, in stile “Liberty”, fu voluto dal conte inglese Orazio Seville di Mexbourough. Il nome del Castello deriva dal termine Devachan che in lingua indiana significa “secondo cielo del paradiso dell’anima” e, in genere indica un luogo di deliziosa sosta per il riposo dei buddisti in cammino verso il Nirvana e quindi uno stato di pace assoluta e di beatitudine perfetta, ben adattabile ad un luogo di piacevole soggiorno e villeggiatura. Questo castello era stato acquistato nel 1890 dal conte inglese Orazio Savile di Mexbourough. L’anziano lord l’aveva acquistato per venirci a stare con Lady Lucy, una ancora giovane donna, che il nobiluomo, incurante delle sue 75 primavere, aveva spostato in seconde nozze. Il castello precedentemente si chiamava “Villa Silvia” dal nome della prima moglie del conte di Mexbourough, il quale, dopo un soggiorno di trent’anni in India, durante il quale si era convertito all’induismo, lo ribattezzò appunto “Devachan”. Il castello fu successivamente di altri proprietari: fu di un certo signor Roberto Cibrario, un facoltoso e misterioso piemontese; dopo alcuni anni, fu acquistato dal colonnello inglese Spencer Stenfield, sposato con una bella donna russa, ex celebre ed apprezzato contralto, che egli conobbe a Parigi, dove la donna era giunta esule dopo la Rivoluzione di ottobre. Ella, a Sanremo, si assunse il compito di capo e responsabile della comunità russa. E’ sepolta al cimitero dell’Armea. L’edificio si eleva maestoso sulla collina del Berigo a ponente della città, a pochi minuti dal centro, in una località dove ricche e maestose sorgono altre ville, tra palmeti, aranceti, uliveti, agavi, cactus, banani, e flora tropicale lussureggiante che invade l’edificio di magnifica architettura. Circondato da un grande parco, maestosa spicca la sua struttura di pietra scalpellata a mano, che parla della sua sontuosa e ricca “austerita”. Il castello si affacciava sul Corso degli inglesi, attraverso un grande e magnifico cancello in ferro battuto in stile fiorentino, a suo tempo premiato a Londra con medaglia d’oro. Il viale interno che, costeggiando conduce alla signorile dimora, finisce di fronte ad una grande porta di bronzo, suggestivamente scolpita a centro di una splendida ghirlanda di amorini. Numerose erano le statue tra cui le sirene, le ninfee nella vasca e i quattro leoni araldici voluti dall’aristocratico lord. Un androne, circondato da una balaustra in stile rinascimentale, ornata da quattro colonne in prezioso diaspro e un salone in marmo di Carrara. L’arredamento era in rigoroso stile “Luigi XVI”. Le altre stanze al piano terra ospitavano la biblioteca, la sala del biliardo e numerose sale per ricevere gli ospiti. Il prezioso cancello, la porta di bronzo, divani, poltrone e soprammobili erano stati acquistati in un’asta giudiziaria da Gabriele D’Annunzio. All’interno si trovano ancora gli affreschi originali in stile Luigi XVI decorati dai pittori G. Battista Carlo e Giuseppe Bova. Il castello “Devachan” di San Remo entrò nella storia europea del 900 quando il suo nuovo proprietario il comandante Edoardo Mercegaglia, lo mise a disposizione del Governo Italiano, per le riunioni dei Plenipotenziari dei Paesi vincitori della prima guerra mondiale, che lì tennero una conferenza internazionale per risolvere la cosiddetta “questione degli i Stretti”, ossia definire il nuovo assetto politico dell’Europa alla fine della Grande Guerra. Il 18 Aprile 1920 si aprirono i colloqui ai quali presero parte prestigiosi statisti e diplomatici: il primo ministro italiano Francesco Saverio Nitti, accompagnato dal capo di Stato maggiore dell’esercito Generale Pietro Badoglio e dal Ministro degli Esteri On. Scialoia, il ministro inglese Lloyd George Bonnard Law e lord Gurzon che, sbarcati da una nave da guerra presero alloggio all’Hotel ROYAL; il ministro francese Alexandre Mitterand accompagnato da Piccon e Cambon alloggiano all’Hotel SAVOY; l’ambasciatore giapponese a Parigi; il barone Marino all’Hotel Europa; la delegazione ufficiale del Belgio con Paul Hysmans, Van Den Henvel ed Emilio Vanderevelle alloggiano all’Hotel Londra. Giunsero anche le delegazioni degli Stati Uniti e della Jugoslavia. In quei giorni, nel quadro della conferenza internazionale di pace, vennero tracciati i nuovi confini del Medio Oriente, nascevano i protettorati ed i mandati ufficiali delle potenze europee sui territori Siria, Palestina, Libano, l’attuale Turchia, Iran e Iraq. Come è noto all’Inghilterra venivano affidate la Palestina, l’Egitto e l’Iraq; alla Francia la Siria e il Libano. L’Iraq acquisisce dalla Turchia la Regione di Mossul, di etnia turca e curda, cosa che contribuì a creare un nuovo grande stato forte e ricco. Al Castello vennero analizzati e trattati i punti fondamentali della pace, che verrà firmata nell’agosto successivo a Sèvres in Francia: smembramento dell’impero ottomano, alleato nella guerra 15-18 dalle forze tedesche a austriache; disarmo della Germania e rapporti con la Russia dopo la Rivoluzione di Ottobre. La commissione doveva infatti analizzare anche il futuro del dominio del mare Mediterraneo in merito al quale gli italiani rivendicavano l’influenza ed il controllo sul mare Adriatico. Oggi, dopo 79 anni di sfarzo e di storia, il castello di “Devachan” è diventato un anonimo anche se esclusivo residence per famiglie facoltose. (relazione estrapolata da sito informatico a cura del Settore Elaborazione Dati del comune di San Remo Dirigente : dr. Giancarlo Rilla)