informatizzazione a cura di B. Durante

Dal tempo dei SARACENI il timore delle invasioni musulmane in Liguria si è trasmesso attraverso i secoli sì che, per effetto di sconvolgimenti secolari ed epocali apportati da reiterate invasioni islamiche, accentuate peraltro da una globale incomprensione europea e cristiana per l'Islam, il creatore di questa smisurata forza religiosa, economica e militare, vale a dire MAOMETTO finì nella coscienza popolare per essere assimilato al giudizio di MAOMETTO = FALSO PROFETA = ANTICRISTO.
Col termine improprio di AGGRESSIONI SARACENE e/o SARACENICHE si chiamarono dal popolo anche le INCURSIONI TURCHESCHE o BARBARESCHE di metà XVI secolo (di cui si temevano SACCHEGGI, RAPPRESAGLIE, CATTURA DI SCHIAVI e soprattutto SPAVENTOSE PUNIZIONI DEI NEMICI VINTI O DI QUANTI OPPONESSERO LORO QUALSIASI RESISTENZA). Le leggende finirono per intersecarsi. A BORDIGHERA fiorì quindi la leggenda per cui vi sarebbe morta la bella schiava Ziadatalè (col nome deformato dall'etimologia popolare in "Magiargè") che sarebbe stata amata dal pirata Boabil. La favola vuole che la donna infelice con il gelsomino nero, il fiore morto insieme a lei, sarebbe stata sepolta dalla naturale pietà dei bordigotti ai piedi della città medievale sul Capo di S. Ampelio. La leggenda trovò nella fantasia popolare tanto fertile terreno che alla donna fantastica venne poi eretta una statua che tuttora si trova nella piazza davanti al municipio e che qui si vede nell'immagine ripresa dal volume Provincia di Imperia. Sempre per quanto riguarda Bordighera vuole un altro racconto che delle fanciulle locali fossero state rapite dai barbareschi su una loro nave ma che, al largo di Capo S.Ampelio, queste fossero riuscite a liberarsi con uno stratagemma e a raggiungere la riva a nuoto: qualcuno vi vuol vedere una traccia di storia vera ma il racconto sembra piuttosto un'elaborazione vernacolare della leggenda della romana Clelia. Altra bella storia è poi quella che sta alla radice dell'erezione del SANTUARIO DI NOSTRA SIGNORA DI LAMPEDUSA A CASTELLARO un altro borgo che, come quelli a lui PROSSIMI conobbe a metà '500 pesanti incursioni turchesche.