cultura barocca
Vedi la "Tavola di Peutinger" nella sua interezza A. Aprosio individua nella "prebenda di Nervia" il nucleo demico principale di Ventimiglia romana - vedi l'inizio degli scavi archeologici ottocenteschi nel complesso demico principale di Nervia quartiere di Ventimiglia

Urbs Ingens est Albion Intemelium ... Albintimilium è una città grande...
scrisse il geografo Strabone quasi duemila anni fa = e non senza ragione l'erudito seicentesco Angelico Aprosio riprese in questo passo di una sua opera basilare la definizione per cui
"Ventimiglia Romana era da considerarsi una città grande"
anche se poi destinata al pari della mitica Troia a svanire dalla vista degli uomini per secoli e secoli sì che ancora nel XIX secolo il suo nucleo principale giaceva sotto la sabbia là dove per primo proprio Aprosio aveva intuito esservi sulla base di vari ritrovamenti e del resto Aprosio come si legge nelle sue Antichità di Ventimiglia oltre a dover confrontarsi con quanti in loco volevano che la sede del più grande complesso demico del municipio imperiale di Albintimilium, vale a dire della
città romana monumentale con mura, foro, teatro, terme, ville, insulae ecc. non fosse a Nervia di Ventimiglia (come giustamente egli sosteneva da sempre o quasi)
ma ebbe anche la necessità di confrontarsi pure con una tradizione filologica italiana e soprattutto straniera che giudicava come la matrice reale di Ventimiglia Romana fosse da identificarsi in una
leggendaria e parimenti perduta città di "Tempio" (Templum).
Del resto come è fuor di dubbio che fatte le debite considerazioni sussiste consonanza tra il paesaggio della leggendaria città omerica come vide il Visconte di Marcellus e la stessa Ventimiglia Romana o meglio il territorio sotto cui giaceva la sua parte monumentale come per secoli la si vide del pari per vari aspetti altrettante ragioni spettavano a
Strabone anche a dare questa definizione della città romana di Ventimiglia o meglio del più esteso complesso municipale di Albintimilium vista anche la registrazione demica nelle carte geografiche imperiale come nel caso della sopra riportata Peutingeriana.
Già ad una visualizzazione dal mare il complesso urbano sarebbe parso un continuum insediativo che si estendeva ad oriente e ad occidente della città quadrata indubbiamente piccola ove stava quella che potremmo dire la "capitale nervina" di Albintimilium e similmente l' antica cartografia propone rilevazioni non su un centro piccolo quanto su una città minore sì ma disposta in linea retta per uno spazio abbastanza grande lungo il percorso della via Iulia Augusta per la non piccola area municipale.
Il territorio amministrativo di spettanza del municipio imperiale di Albintimilium [probemi e opinioni diverse esistono sia per l'esatta identificazione del confine occidentale del territorio amministrativo di Albintimilium come a proposito del confine orientale, come qui si legge di seguito, nell'areale dell'odierna Sanremo (San Remo)] dalla "capitale nervina" si estendeva fino a Monaco, penetrava saldamente nell'interno ligure sino ai limiti del Cuneese e fissava nell'
area dell 'attuale Sanremo (san Remo) i suoi confini orientali
[è da precisare che all'uso romano nelle conquiste e poi nella organizzazione delle città in Italia il municipio prendeva nome dal centro demico o città principale strutturato dalla cultura locale e sviluppatosi autonomamente (nel caso arroccato all'altura detta tuttora di Colla Sgarba sovrastante Nervia di Ventimiglia e mediamente legato al popolo guida locale: nel caso gli Intemelii) ma che si estendeva amministrativamente su un territorio molto vasto che entrava magari nella cultura del popolo conquistato che si identificò per un certo tempo con tale capitale ancestrale come, qui, nel caso di Nervia di Ventimiglia preesistente alla conquista romana ma affiancata -in attesa di una romanizzazione più o meno celere- dalla realizzazione di una efficiente struttura romana in pianura, predemica e murata, originariamente di pianta castrense e poi comunque militare: divenute inutili le mura con la piena romanizzazione vennero dirute od inglobate nella rapida e vivace espansione urbanistica e conseguentemente nella fusione del nucleo antico con quello moderno dei conquistatori].
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Così di fatto l'odierna Ventimiglia, nel nome alterato ma mantenuto attraverso i secoli e soprattutto nella sostanza giurisdizionale sancita dalla cinta muraria o pomerio, era di fatto la capitale dell'omonima e ben più vasta entità amministrativa che, secondo una partizione poi replicata, e dopo la caduta di Roma divenuta un'alternativa amministrativa oltre che religiosa, di tipo diocesano o provinciale, coinvolgeva vari altri centri, destinati molto tempo dopo ad avere nome e storia autonomi, quali, tra tanti, Mentone, Roquebrune, La Turbie, Saorge, Camporosso, Dolceacqua (analizza e scorri qui il mappale multimediale sin all'Oltregiogo) quindi ancora Vallecrosia e Bordighera, con il retroterra (vedi anche qui il mappale con le valli del Crosa, di Borghetto-Vallebona ed'altre diramazioni ancora) e via discorrendo = tutto un complesso agro-residenziale stava poi seppur alquanto più rarefatto nell'entroterra dando da lontano l'impressione di un insediamento unico e vasto: e così come nell'area di Costa Balena - Costa Beleni e Campomarzio stava una successione di ville rurali o pseudorustiche al punto da dare l'idea d'un solo complesso demico di cui indubbiamente son rimaste attestazioni archeologiche superiori, del pari, se non a maggior ragione, risultava per l'osservatore defilato il territorio rustico interno rispetto al suburbio orientale che occidentale di Albintimilium rispetto al complesso demico in qualche maniera "capoluogo" dell'area municipale sito a Nervia di Ventimiglia (e naturalmente alla sua "continuazione" nei suburbi costieri in linea con la via Iulia Augusta ) strutturato sulla scia di percorsi secondari su siti in genere vicini a sorgenti o a rifornimenti d'acqua come nel caso di Seborga)

In questo lavoro si sono volute riannodare le fila di un proliferare di luoghi e centri di vita tali da suggerire a Strabone l'idea di un'unica vasta città dipartentesi dal corpo compatto di Ventimiglia per tutto il tessuto municipale sotto la forma di insediamenti ora esili orà più sostanziosi, sempre in contatto fra loro in virtù di una rete viaria assai evoluta sotto l'aspetto tecnico e caratterizzata dalla presenza di ville pseudourbane o rurali, a volte relativamente isolate ma circondate da giardini, campi se non da edifici minori.
In effetti se la località intemelia di Nervia conserva monumenti importanti di epoca romana e se gli scavi archeologici vi hanno evidenziato tracce addirittura sontuose di vita sociale e di relazione, il suburbio di questa "capitale" (grossomodo la periferia o, se usiamo un'equivalente accezione usata già da Nino Lamboglia, il Pagus Civitatis) non manca di "segnali" importanti lasciati dalla civiltà imperiale, che talora sfuggono per il relativo isolamento ma che sorprendono ed affascinano se vengono posti in relazione tra loro e con il centro principale, nella volontà di ricostruire una mappa ed una topografia del municipio romano.
Albintimilium, inteso sotto il più corretto profilo giuridico di "vasto complesso amministrativo", risulta ad analisi compiuta un'area straordinariamente densa, compatta e ricca di ricordi di romanità, nodo di interminabili traffici tra Italia e Gallie come tra Piemonte e Liguria, luogo di incontro tra culture greco-orientali, centroitaliche, pedemontane, franco-iberiche e poi germaniche.



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