cultura barocca
INF. DURANTE

Nell'ultima parte del capitolo XI dell' aprosiano Scudo di Rinaldo I (colonna di destra per chi legge) rientrante in un complesso discorso su Adulterio, Pene per Adulteri di entrambi i sessi, Prostituzione, Lenocinio, Misoginia ) si legge un cenno abbastanza evidente al "Misoponero" cioè ad uno scritto di "Baldassare Bonifaccio (vedi) ("Baldassarre Bonifacio": Fautore e Corrispondente di Aprosio, Vescovo "Giustinopolitano" cioè di Capodistria e letterato di un certo nome anche se passato alla storia piuttosto per una polemica con l'autore del Pastor Fido cioè il Guarini (p. 503, 12 riga da fine pagina) e per una seconda polemica di argomento religioso ("sull'immortalità dell'anima") con la bellissima "Sarra Copia Hebrea" alias Sara Copio Sullam (6 riga dalla fine di p. 504)).
Aprosio scrive molto del personaggio ma si sofferma in particolare su un'operazione poetica incompiuta destinata ad ampliare la raccolta poetica degli Stichidi(dalla settima riga dall'alto di p. 507) = Aprosio allude [p. 57 del repertorio biblioteconomico del 1673 o Biblioteca Aprosiana... a Balthassaris Bonifacii... Stichidion libri 18. 1 Propylon. 2 Erotarion. 3 Dulariomanes. 4 Callicacon. 5 Hybrida. 6 Hermathena ... (al n. 12 coimpare il Misoponerus in italiano dal greco latinizzat "Odiatore del Male, della Malvagità" , Venetiis, 1619)] = sempre nella stessa pagina 57 ma alle ultime 6 righe Aprosio cita appunto l'ampliamento del progetto precisamente nella ben più vasta raccolta delle Muse e quindi dalla pagina successiva si intende come nella Musarum Pars IV (al n. 5 doveva editarsi il Misoponerus ) = di siffatta raccolta però fu pubblicata la sola I parte (sempre p. 508, II riga dall'alto) o Musarum, seu Latinorum poematum Pars Prima, decem libros complectens.... cosa peraltro testimoniata dall'investigazione nelle Biblioteche italiane e comunque dichiarata dallo stesso Bonifacio [Le Parti, II, III, IV, V
delle Muse furono viste dall'Aprosio tra il materiale manoscritto del Bonifacio lasciato per testamento al di lui nipote Vincenzo Bonifacio ma non risulta che sian mai state date alle stampe e non si ha menzione della loro possibile sopravvivenza o collocazione)]. Leggendo lo stralcio poetico che "il Ventimiglia" registra a fine di questo capitolo dello Scudo di Rinaldo I ovvero l'epigramma latino di Baldassarre Bonifacio si traduce = "La Saturnia figlia, capace di commuovere gli animi o piegarli a sé, ceda a Cinope, e così pure Diana: una Mezzana ( dal latino "Lena") vince nell'impresa due dee. Una volta sola la sposa di Zeus fece d'una vergine una vacca e del pari la casta Diana, all'opposto, rese cervo un uomo. Ma Cinope trasforma mille migliaia di spose in vacche ed in cervi mille migliaia di uomini" (argomenti che ispirarono variamente 'Aprosio anche a redigere quei famosi Grilli o capitoli alquanto pruriginosi della Grillaia che dovette sveltamente poi espurgare per ottenere l'Imprimatur alla pubblicazione). A questo punto, anche perché la querelle coinvolse pesantemente Angelico Aprosio (colonna di destra per chi legge), occorre dire come questi scontri letteraria su misoginia si siano estesi e bisogna di necessità digitalizzare un innesco per eccellenza vale a dire la Satira Menippea contra'il lusso donnesco di Francesco Buoninsegni cui rispose con acutezza Elena Cassadra Tarabotti alias Suor Arcangela Tarabotti con la sua Antisatira di Arcangela Tarabotti in risposta al Lusso Donnesco , Satira Menippea del signor Francesco Buoninsegni = anzi al fine di una lettura più svelta e senza troppi coinvolgimenti filologici si può leggere anche qui (attesa la possibilità di consultare le risposte argute formulate in merito alla disputa femminismo/antifemminismo dalla suora "femminista" veneziana Arcangela Tarabotti) = Buoninsegni, Francesco l’Incognito (Siena, sec. XVII): di ricco casato studiò a Roma, nel Collegio Romano, le discipline letterario-filosofiche e frequentò l’Accademia degli Umoristi. Per ragioni di famiglia tornò a Siena, impiegandosi al servizio di Leopoldo e Mattia de’ Medici. Scrisse Il trionfo delle stimmate di S.Caterina da Siena (Bonetti, Siena 1640). Gran fama gli venne dal suo ostentato antifemminismo di cui fu in qualche modo un esponente di punta e che espresse emblematicamente nello scritto misogino Del lusso donnesco (Sarzina, Venezia 1638) che suscitò la polemica con A.Tarabotti contro cui si espressero anche G. Brusoni ed Aprosio. Oltre che nell'edizione del 1638 la Satira Menippea del Buoninsegni si legge in una stampa veneziana del Valvasense (1644) in cui si trova accorpata vivace risposta (Antisatira) della Tarabotti.


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