cultura barocca
TESTO ED INFORMATIZZAZIONE A CURA DI EZIO BARTOLOMEO DURANTE Si veda qui dal libro IV l'impressionante apparato bellico dell'Impero Turco ma anche i rapporti fra i grandi Signori dell'Impero e quindi Del movimento di Sulthan Selim contro Sulthan Paiaxit suo padre (libro V ed ultimo, capitolo XV) ed ancora Del Movimento del Soffi [il re di Persia] contro Sulthan Selim (libro V, capitolo XXX) [il colossale scontro creò i presupposti per agevolare la fuga di Menavino in Grecia e da lì per raggiungere Genova]

Nell'immagine si vede il FRONTESPIZIO di un'opera di un ex schiavo dei TURCHI, tale GIOVANNANTONIO MENAVINO GENOVESE DA VOLTRI pubblicata a FIRENZE nel 1551: data la rarità di questa PUBBLICAZIONE e nel contempo la sua utilità per conoscere la CIVILTA' TURCA DEL XVI SEC., si è pensato utile riprodurre l'
"OPERA DEL MENAVINO NON SOLO DIGITALIZZATA MA PURE CON COLLEGAMENTI MULTIMEDIALI ED OPPORTUNI INDICI"
secondo come detto l'EDIZIONE FIORENTINA DEL 1551 recante titolo de
COSTUMI ET VITA DEE TURCHI DI GIO. ANTONIO MENAVINO GENOVESE DA VULTRI
che comunque non comporta varianti rispetto a quelle, veneziana e fiorentina, del 1548 [l'erudito LUDOVICO DOMENICHI curando questa pubblicazione ve ne allegò un'altra di BARTOLOMEO GIORGIEVITS [Georgijevic, Bartolomej 1510 ca. - 1566 ca.] , da lui tradotta, qui integralmente proposta con indici moderni e cioè LA MISERIA COSI' DE PRIGIONI, COME ANCHE DE CHRISTIANI, CHE VIVONO SOTTO IL TRIBUTO DEL TURCO, INSIEME CO COSTUMI, & CERIMONIE DI QUELLA NATIONE IN CASA, & ALLA GUERRA parimenti meritevole di attenta lettura anche per raccogliere vieppiù, nello spirito oggettivo ed intellettualmente onesto di quel grande islamista che fu I. MALVEZZI, quanti più dati possibili dal tempo passato sulla grande CIVILTA' DELL'ISLAM e quindi sulle vicende della SUBLIME PORTA nell'epoca del suo grande ESPANSIONISMO VERSO L'OCCIDENTE EUROPEO = Originale in Biblioteca Privata].
Si tratta, con il titolo rivisitato, dell' OPERA, edita dallo stesso tipografo sotto il titolo di Trattato de costumi et vita de Turchi composto per Giouan Antonio Menauino Genouese da Vultri ... [In Firenze, (Lorenzo Torrentino), 1548].
La prima edizione dell'OPERA di questo autore genovese di cui poco si sa era I cinque Libri della legge, religione et vita de' Turchi et della Corte, & d'alcune guerre del Gran Turco (edita a Venezia per i tipi di Vincenzo Valgrisi nel 1548). Nel libro si legge una dedicatoria al RE DI FRANCIA FRANCESCO I ove tra l'altro si legge, dopo la celebrazione del sovrano (La obligatione, Sire, ch'io ho di far cosa che piaccia alla V.M. è molta, per lo infinito bene che io ho da Lei ricevuto e tuttora ricevo, degnandosi Ella di tenermi senza alcun merito, ai suoi servigi), una esortazione affinché il RE DI FRANCIA faccia l'impresa contra il nostro comune inimico Turco.
Stupisce da parte di un genovese (tenendo anche conto della CONVENZIONE DI MADRID DEL 1528 che legava le sorti della Repubblica alla Spagna) una DEDICATORIA A FRANCESCO I anziché all' IMPERATORE CARLO V.
La DEDICATORIA suona ancora più sorprendente poi se si medita poi sulla "SCANDALOSA" ALLEANZA CONTRO CARLO V STIPULATA DA FRANCESCO I CON L'IMPERO TURCO.
L'OPERA del MENAVINO costituisce un significativo SPACCATO DI STORIA DELLA MARINERIA GENOVESE E NON.
Vi si trova narrata in primo luogo la vicenda dell'assalto dei Turchi alla NAVE MERCANTILE del padre del Menavino: quest'ultimo assieme ai suoi compagni, dopo la battaglia, viene RIDOTTO IN SCHIAVITU' e successivamente in compagnia di tre altri figliuoli, quasi di pari etade risulta offerto in dono al SULTANO [a scanso di equivoci giova qui rammentare la condizione planetaria del pur variegato ed epocale STATO DI SCHIAVITU' - STATO DI SCHIAVO/SCHIAVA senza distinzioni di culture e religioni].
Nel corso del soggiorno presso la CORTE TURCA il Menavino ha occasione di raccogliere molti dati sui Turchi, comprese varie notizie militari che concentra nel V libro della sua opera, appunto intitolato Dell'essercito della Grecia et Natolia et delle battaglie fatte tra i signori della Turchia.
Ormai vecchio il SULTANO (Paiaxit) abdica a favore del figlio, il feroce Selim e lascia la CORTE portando con sè ingenti ricchezze ed un CORTEO DI 500 UOMINI E 5 GIOVINETTI tra cui si trova anche il Menavino.
L'autore, ben informato per trovarsi al servitio della sua persona, assiste all'evoluzione di una congiura ordita da Selim contro il padre grazie anche all'aiuto del medico di corte Ustarabi che somministra al vecchio Sultano un medicamento avvelenato.
Il susseguirsi delle vicende portano Menavino a narrare la sua presenza sul CAMPO DI BATTAGLIA dove i TURCHI subiscono una pesante sconfitta ed in funzione della quale può egli fuggire, riconquistando la libertà.
Grazie alla sua narrazione apprendiamo le vicende della fuga dei Cristiani (sono con lui quattro compagni) verso TREBISONDA, quindi ADRIANOPOLI e SALONICCO ove l'autore incontra dei mercanti cristiani di granaglie da cui viene condotto a CHIO donde può finalmente riparare a GENOVA
Come già scritto data la rarità di questa PUBBLICAZIONE DI GIOVAN ANTONIO MENAVINO e nel contempo la sua utilità onde conoscere la CIVILTA' TURCA DEL XVI SECOLO, si è pensato utile riprodurre l'integrale OPERA DEL MENAVINO (CON OPPORTUNI INDICI) secondo l'EDIZIONE FIORENTINA DEL 1551 che comunque non comporta varianti rispetto a quelle, veneziana e fiorentina, del 1548.

[VEDI QUI ANCHE IL TESTO DELL'OPERA DI BARTOLOMEO GIORGIEVITS]






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