cultura barocca
MADRI

MATRONAE/MATRES(MADRI) E FATAE (FATE)

Sul radicato culto celtico delle MATRONAE (le MADRI) , diffuso a sud delle Alpi (si hanno alcune ICONOGRAFIE DI TALI DIVINITA' da reperti di provenienza franco provenzale ed al riguardo si veda la cittadina di SAINT REMY DE PROVENCE) si può leggere F. LANDUCCI GATTINONI, Un culto celtico nella Gallia Cisalpina. Le Matronae Iunones a sud delle Alpi, Milano, 1986, pp. 85-86.
G. Mennella [Lapicidi apprendisti sul Lago Maggiore (CIL V 6642) in Un incontro con la storia nel centenario della nascita di Luca De Regibus, 1895-1995 ("atti del pomeriggio di studio a Vogogna d'Ossola-I luglio 1995), a c. di Angela Franca Bellezza, Università degli Studi di Genova/ Facoltà di Lettere e Filosofia", Genova, 1996] rammenta pure un culto celtico dei Fati e delle Fatae, discretamente attestato nell'Italia settentrionale.
Le MATRES (o Matronae) erano però divinità taumaturgiche connesse alle SORGENTI, specie a quelle termali.
anche le FATAE, potevano avere i "santuari" in prossimità di zone lacustri, ma esse eminentemente presiedevano al felice esito delle nascite ed al favorevole destino del futuro fanciullo (F. LANDUCCI GATTINONI, Le Fatae nella Gallia Cisalpina in Culti pagani nell'Italia settentrionale (a c. di A. Mastrocinque), Trento, 1994, pp.85-95) e, come scrive il Mennella nel suo articolo a p.94, n.4, Matres e Fatae non costituivano affatto divinità simili, potevano anzi convivere contraddistinte nel contesto di una diversa fisionomia religiosa.
Molte di queste religioni preromane, spesso e volentieri recuperate da Roma nella sua religiosità ufficiale, divennero così radicate nella coscienza popolare che a seconda dei casi e delle convenienze (forte resistenza popolare) furono ora soppresse ora variamente assimilate nel contesto della religiosità cristiano cattolica, per le direttive di papa Gregorio I Magno, seguendo con estrema attenzione processi di consacrazione e/o sconsacrazione portati avanti dai benedettini un po' in tutta Italia contro le ritualità pagane in qualche modo sopravvissute (SOVRAPPOSIZIONE DELLE MARIE/DONNE DEL CALVARIO (EMBLEMATICO IL CASO DI SOVRAPPOSIZIONE SUL PERCORSO POI DETTO "VIA DELLA MADDALENA") alle MADRI PAGANE come nel caso dell'ASSUNTA DI CASTELVITTORIO IN VAL NERVIA).

Le FATAE (su cui si è parimenti discusso nel contesto della cultualità preromana e romana) sono entrate nell'immaginario collettivo del fantastico come "creature soprannaturali benefiche" (come si deduce dalla favolistica romanza e germanica che attribuisce loro, mediamente, un simile ruolo propiziatorio): in questo vasto areale tra Italia e Francia non è arduo identificare uno dei siti cultuali delle fate, qua circondate da boschi leggendari come questo di Gouta, il più grande della Liguria storica.
Per effetto della dispersione della religiosità pagana ad opera del cristianesimo e dei rovesciamenti cultuali (come qui si vede sotto forma di sconsacrazione/riconsacrazione ma anche solo per via di distruzione iconoclasta), spesso portati avanti dai Benedettini, non manca però il conferimento alle Fatae (come pure alle Madri pagane) di connotati malefici associandoli alla figura, molto diffusa in area ligure, delle streghe e, di quel particolare tipo di streghe pure di ascendenza mitologico-fantastica romana, che sarebbero state le Lamie, entità maligne, per rovesciamento, persecutrici dell'infante.


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