ANGELICO APROSIO non poteva certo disconoscere il rilievo storico antichissimo delle INDIE ORIENTALI: peraltro un suo fautore e verisimilmente amico, stando a quanto scrisse l'erudito PIO ROSSI, vale a dire il patrizio genovese TOBIA PALLAVICINO (-I) aveva studiato e pubblicato sulla realizzazione dell'iniziativa, ideata sul modello olandese, di una ligure COMPAGNIA DELLE INDIE ORIENTALI (dopo la cui fine venne surrogata da una COMPAGNIA MARITTIMA DI SAN GIORGIO di cui, proprio alla BIBLIOTECA APROSIANA INTEMELIA si trova tuttora un raro VOLUME DELLE NORME STATUTARIE E GESTIONALI).
Il fatto sostanziale è che qui non si parla tanto di INDIE ORIENTALI quanto di un CONTINENTE NUOVISSIMO, che alla fine avrebbe assunto il nome di AUSTRALIA, di cui nel XVII secolo giungevano crescenti notizie ma che, per la mancanza di una dettagliata esplorazione, era ancora terra piuttosto misteriosa, come del resto gli eventi che condussero alla sua scoperta ed individuazione.
Fu il francese De Gonneville, nel 1503, che per primo forse toccò il litorale dell'AUSTRALIA. Nel 1531 le carte di Oronce Fine segnalavano la presenza di un continente australe sotto il nome di Java Grande ; un portolano italiano del 1578, citato dal dotto inglese Major, traccia la costa N dell'Australia con l'indicazione Meridional discoperta nuovamente. Ma i geografi del tempo ne fanno il limite di un immenso continente intorno al polo sud. La scoperta del continente nuovissimo è dovuta , come ricognizione iniziale, ai portoghesi, e quindi ad olandesi e poi inglesi. Nel 1606 la nave olandese Duyfken, partendo dall'isola Frederik Hendrik presso la costa SO della Nuova Guinea, navigò nel golfo di Carpentaria lungo la costa O della penisola di capo York al comando di W. Janszoon e giunse al capo Keerweer. Nel medesimo anno lo stretto di Torres fu riconosciuto dallo spagnolo L. V. de Torres, che si spinse fino a Callao. Nel 1616 l'olandese D. Hartogszoon scoprì le coste occidentali del continente, e la nave Eendracht toccò l'angolo SO, ov'è il capo Leeuwin (1617-19). Nel 1623 le navi Pera e Arnhem proseguirono le scoperte verso il golfo di Carpentaria. Nel 1636 la IV spedizione olandese scoperse la Terra di Van Diemen presso l'11° di lat. S, ove è l'isola detta di Melville. Nel 1642, durante la V spedizione olandese, A. J. Tasman fece la ricognizione meridionale dell'Australia e scoprì la grande isola a S, che chiamò isola Van Diemen in onore del governatore delle Indie Olandesi nome che più propriamente si adattava nel sistema politico dell'epoca alle nuove terre: e forse proprio per questa dominazione olandese Aprosio filoiberico, oltre che naturalmente cattolicissimo, non approfondì in dettaglio la documentazioni sulle nuove contrade di cui si venivano a sapere sempre nuove, affascinanti cose [vedi sopra una seicentesca carta da collezione privata della Nuova Olanda: carta di H.Allard, [Amsterdam, c. 1660], Nova Tabula India Orientalis 56.5 x 45.5cm.]
All'isola di cui si è detto fu comunque in seguito dato il nome del suo scopritore sì che venne ribattezzata quale "Tasmania".
Tasman si addentrò pure (1644) per primo nel vasto e profondo golfo di Carpentaria, e al continente così circuito, conferì il nome di Nuova Olanda, rimasto incontrastato fino alla metà del sec. XVIII e alla completa presa di possesso degli inglesi.
Nel 1770, cioè oltre un secolo dopo Tasman, J. Cook, alla fine del suo primo viaggio, riconobbe la costa orientale e diede al paese, cioè alla parte più bella e fertile dell'Australia, la denominazione di Nuovo Galles del Sud, prendendone possesso in onore del re d'Inghilterra, Giorgio III. Ma solo nel 1788 gli inglesi, approdati su questa terra, fondarono a Port Jackson una colonia di deportazione, primo nucleo di quella che sarebbe diventata la grande città di Sydney. Un chirurgo di marina, G. Bass, accertò il carattere insulare della Tasmania e scoprì il braccio di mare, che porta tuttora il suo nome (stretto di Bass, 1798); M. Flinders dapprima accompagnò Bass, quindi compì la circumnavigazione del continente (1801-03). Frattanto G. Vancouver, J. Macluer e A.-R.-J. de Bruni D'Entrecasteaux incominciarono i rilievi del contorno, secondo i nuovi metodi geodetici. Il capitano Ph. P. King, della marina inglese, fra il 1817 e il 1824 completò il primo rilievo del contorno australiano.
Fra il 1810 e il 1821 il governatore L. Macquarie iniziò l'esplorazione interna. Nel 1813 W. Lawson coi due coloni G. Blaxland e W. Ch. Wentworth superò i monti Azzurri e si aprì il cammino dell'Occidente. G. W. Evans riconobbe poco dopo il corso superiore di un fiume, cui diede il nome di fiume Macquarie, affluente di sinistra del Darling. Vide pure un altro fiume che chiamò Lachlan, affluente di destra del Murray. L'esplorazione completa di questi due corsi fluviali venne fatta nel 1817-18 da J. Oxley. Nel 1824-25 W. H. Hovell e H. Hume percorsero tutto il paese fino a Port Phillip, ove poi sorse la gran città di Melbourne.
Nel 1837 E. J. Eyre percorse le zone di alte terre a N della Colonia Victoria, e nel 1839-40 visitò il paese arido a NO dello sbocco del Murray, scoprendo a N dei golfi di San Vincenzo e di Spencer i vasti bacini lacustri intorno ai monti Flinders, fra cui il lago che porta il suo nome. Nel 1844 il capitano Ch. Sturt intraprese il suo ardimentoso viaggio verso il centro del tavolato australiano: partito da Adelaide, raggiunse il 24o 30' di lat. S, ma dovette retrocedere. La prima grande traversata del continente venne compiuta dal naturalista tedesco L. Leichhardt nel 1844-46, dal golfo di Moreton, sulla costa orientale, a Port Essington, a ponente del golfo di Carpentaria, per un'estensione di 3000 km in linea retta, in paese sconosciuto, riconoscendo la mancanza assoluta di una via di navigazione interna. Non era ancora ricomparso Leichhardt, creduto morto, quando Th. L. Mitchell affrontava l'ardua impresa di una seconda traversata, a partire da Sydney, ma non riuscì nel suo scopo. Nel 1847 Leichhardt riprese il tentativo partendo dalla costa orientale presso Newcastle; nell'aprile 1848 raggiunse il bacino del Barcoo, dopo di che non si ebbero più sue notizie.
J. MacDouall Stuart, già compagno di Sturt nella spedizione del 1844, dopo aver compiuto parecchi viaggi nella regione stepposa a N della baia Australe, nel 1860 si spinse a N di Adelaide fino al 18o 17', ove scoperse una regione bene irrigata e con ricca vegetazione. Allo scozzese Stuart seguì l'irlandese R. O'Hara Burke, e la nuova spedizione venne organizzata a Melbourne per iniziativa della Colonia Victoria. Alla numerosa scorta presero parte un astronomo e un naturalista. La spedizione partì da Melbourne nell'agosto 1860 e raggiunse il golfo di Carpentaria, ma sulla via del ritorno, Burke e i suoi compagni, meno uno, morirono di sete. Nel novembre 1861 Stuart riprese la difficile via dell'interno e nel gennaio 1862 portò a termine la traversata da S a N, raggiungendo Port Darwin, tracciando la via dell'attuale linea telegrafica e della ferrovia Port Darwin-Adelaide (incompiuta).
Nel 1874 i fratelli Forrest attraversarono il continente da O a E, nel senso della sua maggiore ampiezza, a partire dal 26o latitudine S e percorrendo il Gran Deserto occidentale. Il territorio di Kimberley venne esplorato dai Forrest nel 1879, dopo aver rimontato il Fitzroy ed essere passati nel bacino dell'Ord e del Victoria. Così venne scoperto un paese dotato di acque correnti e con pianure erbose atte all'allevamento del bestiame, fasciate lungo il mare da terre fertili, ottimamente predisposte alle colture tropicali, e, per di più con ricchi giacimenti auriferi. Importanti spedizioni interne vennero pure compiute da E. Giles. Fin dal 1875 al comando d'una carovana egli percorse il lungo tratto di deserto fra Porto Augusta e Perth. Nel 1876 si spinse da questo puntc fino a Peake, stazione interna a NO del lago Eyre. Ulteriori conoscenze sull'interno del continente australiano furono acquisite sul finire del secolo scorso, con altre importanti spedizioni (Favenc, Hann, Fiedling, 1879-81; Stockdale, 1884 Lindsay 1885-86 e 1891; Horne, 1894).