cultura barocca
informatizzazione a cura di B. Durante

Nel XVI secolo l'Impero Turco,di cui le migliori testimonianze oculari provengono dai cinquecenteschi scritti qui digitalizzati di due schiavi della Sublime Porta riusciti a fuggire e rimpatriare lo slavo Giorgievits e soprattutto il genovese G. Menavino nel suo espansionismo verso occidente in tempi diversi, esaminati in questo collegamento in forza della sua potente flotta occidentale, dall'etnia prevalente dei suoi miliziani, detta barbaresca o turchesca.
Un momento apicale di questo espansionismo avvenne in occasione del soccorso navale prestato da Solimano il Magnifico a Francesco I re di Francia in lotta con l'Imperatore Carlo V allorquando una congiunta flotta franco-turca sottopose ad assedio la sabauda Nizza.
Nel contesto di questo evento le navi turchesche come quella qui effigiata in un'antica stampa,(su cui erano imbarcati vari Rinnegati Cristiani pure di ambito ligure dei cui nomi si può qui leggere) presero ad aggredire l'estremo ponente ligure ed in particolare il vasto complesso di insediamenti tra Taggia e S. Stefano (qui in una carta multimediale) soggetto a questi svariati (e protratti nel tempo) assalti [ la cui narrazione si ricava da documenti scoperti, trascritti e pubblicati da quel profondo studioso che fu Nilo Calvini] con oltre che il saccheggio l'obbiettivo della cattura di uomini e donne e pure fanciulli da vendere al lucroso mercato imperiale degli schiavi secondo una costumanza epocale, occorre precisarlo, propria sia dell'oriente che degli Stati europei.
La Repubblica di Genova non aveva ancora portato a completa efficienza nel ponente il sistema difensivo delle torri in questo collegamento elencate per il tratto che corre da Ventimiglia a S.Lorenzo .
In tempi relativamente vicini vennero così assaliti diversi borghi di questa zona: si conservano relazioni a proposito degli assalti turcheschi a CASTELLARO e CIPRESSA, POMPEIANA E TERZORIO.
Uno schiavo cristiano, prigioniero in Algeri, sfuggendo ad ogni possibile controllo, riuscì invece ad AVVERTIRE TRAMITE QUESTA LETTERA LE AUTORITA' DI TAGGIA di un imponente assalto preparato contro la forte cittadina.
Il pericolo fu evitato con la DIFESA CONTRO I TURCHESCHI DEL 1564 [puntigliosamente descritta nella CRONACA DEL CALVI che scrisse un minuzioso resoconto sia della devastazione del Convento di S.Domenico
quanto dei diversi momenti della vittoriosa difesa degli abitanti di Taggia] = Difesa che ebbe successo anche perché con oculatezza a TAGGIA si continuò a mantenere in perfetta efficienza la solida CINTA MURARIA costruita tra il 1400 ed il 1600: uno dei caposaldi era costituito da OTTO BASTIONI fra cui si segnala al moderno visitatore il robusto complesso del BASTIONE DI BORGORATTO o DELL'ORSO (anche detto BASTIONE GROSSO).
Il coraggio degli abitanti da Taggia divenne famoso e un loro concittadino tal STEFANO ROSSI sotto lo pseudonimo NOFASTE SORSI pubblicò nel 1639 , per i tipi dello stampatore G.A. Magri di Pavia, il poema in dialetto di Taggia dal titolo L'ANTICO VALORE DE GLI HUOMINI DI TAGGIA di cui una copia [oltre alle sole altre due censite dal S.B.N. presso la Biblioteca Statale di Lucca e la Biblioteca Universitaria di Pavia] si conserva presso il fondo antico della BIBLIOTECA APROSIANA DI VENTIMIGLIA.
Ed il creatore di questa grande biblioteca ventimigliese Aprosio svela l' identità di NOFASTE SORSI nella sua qui interamente digitalizzata Visiera Alzata rifacendosi alla grande silloge di letterati seicenteschi del Soprani ( qui integralmente digitalizzata da "Cultura Barocca" ove viene citato come si vede da questo collegamento Stefano Rossi/alias Nofaste Sorsi con la menzione di un inedito del Rossi ovvero La Liguria Trionfante), di maniera che l'erudito ventimigliese anticipa questi più tardi autori, al suo pari, impegnati nell' identificare letterati mascheratisi sotto pseudonimi.
Di quest'operetta val le pena di riportare il passo che prepara lo scontro coi Turchi che si rivelò poi vittorioso per i combattivi abitanti di Taggia:
" Fen donca presto i Taggia parlamento
...Ma tutti con ra mente, e con ro cuo'
comenz'in zenoglion a pregà Dio
che ghe voglie mandà quella giornò
vittoria contra gente si arragià
e mentre i cercan de spartì ra gente,
permetterà a' ri posti a' guardià,
torna raspia, dighendo, i son chi rente,
o n'è chiù tempo, de sta chi a ciancià,
tutti corren a cà subitamente,
chi piglia ra labarda, e chi ra spà,
e chi ra frondorina, e cazzafrusto,
chi l'archebuixo, per tirà chiù giusto.
...A quella gente tanto indiavorà,
l'è ben ra veritae ancora e sì.
che chiù de cento ghe lascian ra pelle,
...No se pensavan mai che Taggia havesse
ne re muraglie, ne ri bastion,
ma i creva seguro, ch'ane stesse
sempre a dormì com'un gatto maimon,
ma quando i ven da poi ch'on'un se messe
a re muraglie con buoi moschetton,
se spaventan, e se cagh'in tre braghe,
quando ra terra comenz'a di, daghe.












Stefano Rossi, noto anche con lo pseudonimo di Nofaste Sorsi, anagramma del suo nome (Taggia, 1576 – 1655), fu un poeta originario di Taggia che svolse l'attività di medico a Pavia ove visse più di 40 anni.
Nel suo poema vernacolare L'antico valore degli uomini di Taggia dedicò versi umanamente sentiti alla natia Taggia cui fu sempre legato da viva nostalgia evidenziando apertamente il proprio affetto per la città ligure scrivendo io donque, che lontano da TAGGIA vivo in TAGGIA, né d'altro mi glorio che d'essere di TAGGIA, a V.S. ch'è di TAGGIA invio questa mia opera in favella di TAGGIA. L'ho composta in questa lingua per chiaro testimonio che sono di TAGGIA.
Le opere rimaste del Rossi sono principalmente scritte nella variante taggiasca della lingua ligure, come oltre L'antico valore degli uomini di Taggia, quanto composto in risposta ai critici de L'antico valore [sotto titolo de Lettera di Nofaste Sorsi, scritta ad vn suo amico. Con le risposte, che fa ad altre lettere scritte da' maligni a' suoi amici, e mostrate a lui edita sempre dal Magri in Pavia, nel 1640].
Non mancò tuttavia di cimentarsi anche in italiano, componendo nel 1640 un poema in onore di San Giovanni Battista, Il Gran Batista.












Giammaria Mazzuchelli, Gli scrittori d'Italia: cioe, Notizie storiche, e critiche intorno alle vite, e agli scritti dei letterati italiani, pag.985
Vincenzo Lancetti, Pseudonimia ovvero tavole alfabetiche de' nomi finti o supposti degli scrittori: con la contrapposizione de' veri ad uso de' bibliofili, degli amatori della storia letteraria e de' libraj, pag.256
Francesco Saverio Quadrio, Della storia e della ragione d'ogni poesia volumi quattro, Volume 4, pag.146
Vedi per un moderno approfondimento = Fiorenzo Toso, La letteratura ligure in genovese e nei dialetti locali, V, Recco, Le Mani, 2009