cultura barocca
Informatizzazione a cura di Bartolomeo Ezio Durante PER TUO BISNONNO L'UOMO PER LA CUI SAPIENZA MORI' LA VAPORIERA FRANCESE E TRA ITALIA E FRANCIA SORSE UNA SOLA LINEA FERROVIARIA ELETTRICA

"Per Samuele"**

Bambino nato ieri,
in una lucente giornata di Maggio,
mentre il mare pigro spandeva salsedine,
fino ai tornanti della Ruota e del Capo.

Bambino nato ieri,
da un amore giovane e bello,
come l'alcione che scivola
sulla spuma delle onde dorate.

Bimbo di mia figlia,
donato dal cielo pietoso in questo
crepuscolo grigio d'una vita
tessuta fra cose piccole e grandi.

Sei esploso nel cuore di noi tutti:
fiore sbocciato a sperdere l'oblio
ch'illusioni mal riposte han seminato
sul tragitto che mi porta all'eterno

Svanita, per te, è l'amarezza
che Denise nasconde orgogliosa nel cuore:
io rivedo, per te, mio piccolo,
i tempi che furono e forse ritorneranno.

Il tuo riso d'argento suona per la casa,
mi rammenta carezze antiche e dolci,
i sogni che s'avverarono o son svaniti:
per te la vita riemerge dal buio, ora!

Non mi sento più, solitario e freddo,
come un passero sperso che, nel buio,
vola impazzito tra la pioggia sporca:
al pari del sole mi scaldi, nell'anima!

Dolce è tua mamma, la bambina
dai riccioli d'oro che troppo giovane
ed ambizioso, allontanai dai miei studi
ch'invadevano tempo, spazio, vita, amore.

Tu sei la dolcissima occasione,
di risplendere verso la primavera,
di credere nel futuro, d'amare
le cose semplici che sono grandi.

Vedo tua madre, tuo padre che,
tenero, ti solleva con gesti antichi
e fieri e nobili: molto essi ora
mi stanno insegnando, e tu con loro

Da una stella lontana un uomo,
che fu grande oltre ogni misura,
ci sorride: lieto e potente, come un Dio,
guarda il nostro percorso e s'acqueta.

Colui che mi fu padre, e che per te
due volte sarebbe nonno, io prego,
che sgombri d'ogni pena la strada,
che la vita, oscillante, ti va aprendo

Per arcani sentieri, magari nei fruscii d'un'ombra,
odo la sua voce, lo sento
e so che sarà il tuo tacito
custode, per l'amore grande che offrì,

E che non tutti, tranne tua madre,
da lui giustamente prediletta, sapemmo cogliere:
ci scivolò tra le dita come rugiada,
o sabbia, e restammo soli!

Così non sarà per te,
fiore di primavera, rosa selvatica
cresciuta bellissima: il tuo sorriso
m'accende, e m'acceca sulla soglia!

* - La scrissi questa povera poesia quando eri assai piccolo, prima di quella per tua sorella Lucrezia ma -a differenza di quella- non la pubblicai qui = pensavo di pubblicarla altrove, più in là, quando tu potessi leggere anche tra le righe. Credo che saprai farlo senza poter prevedere se il tempo, tiranno, mi darà occasione di pubblicarla = ed allora la sistemo qui, fra cose lievi e gravi, sapendo che un giorno la ritroverai e comprenderai anche quanto le parole che però sono pietre immuni al tempo lasciano appena intuire

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