cultura barocca
Informatizzazione, digitalizzazione e testo a cura di Bartolomeo Ezio Durante

Oggi (con le moralmente devastanti e spesso tragiche eccezioni che spesso ci vengono comunicate dalla cronaca e pure dalla cronaca nera) si ha giustamente grande considerazione dei bambini ma nell'età intermedia (tenuto anche conto dell'altissima mortalità) tale "comportamento" non era neanche lontanamente paragonabile all'oggi: finché in particolare il bambino e la bambina (vedi gli indici tematici) non avessero raggiunto un'età tale da poter essere considerati membri attivi o comunque non solo un peso nel contesto della rigida famiglia dell'età intermedia (vedi anche dal lato iconografico), e non necessariamente nel contesto di una famiglia abbiente = Suor Arcangela Tarabotti descrivendo da testimone oculare e da vittima la sua epoca non a caso parlò in relazione all'autoritarismo maschilista e patriarcale -a scapito di bimbe ma anche a riguardo di fanciulli propria di quest'epoca- intitolando un proprio libro "La Tirannia Paterna" prima di essere indotta, anche per interessati consigli censorii, non volendone cambiare i contenuti intitolarla "La Semplicità Ingannata".
Per approfondire la conoscenza delle relazioni intrinseche nella famiglia dell'età intermedia oltre che la consultazione degli Statuti Civili nel caso quelli della Repubblica di Genova risulta ancora di estrema utilità la BIBLIOTHECA CANONICA" di Lucio Ferraris.
In primo luogo essa conviene per formarsi un'idea dell'ETA' LEGALE (o comunque di quanto è fattibile secondo le diverse età compiute) ma è soprattutto utile per intendere i diritti-doveri dei figli e veceversa i diritti-doveri dei genitori.
Dalla voce FIGLIO ("FILIUS") si ricava (dopo il consueto indice) sino al paragrafo 75 incluso tutta una serie di dissertazioni su figli legittimi, illegitimi, riconosciuti, spuri ecc.: dal PARAGRAFO 76 si analizzano i molteplici doveri dei figli verso i genitori, specie trovandosi questi in stato di necessità.
Lo stesso avviene a riguardo della voce GENITORI ("PARENTES") anche se, sostanzialmente (a dimostrazione di una famiglia maschilista e patriarcale) i doveri dei genitori risultano meno estesi e concentrati, oltre che sulla salvaguardia dei beni che per eredità dovrebbero pervenire alla prole, sulla cura fisica e corporale -compresa di vitto e vestimenti idonei- dei figli sì da garantire loro una crescita armonica (da par. 17, sulla salvaguardia dei beni di spettanza dei figli (par.33) ed ancora sull' educazione morale e spirituale dei figli (par.34).
Successivamente si elencano i casi per cui i genitori (ma nella fattispecie si intendono i padri) non possono uccidere i figli colti in adulterio (par.35) [vedi qui, per la complessità intrinseca, una "Storia dell'Adulterio" già redatta, anche in merito alle pene comminate sin da tempi antichissimi e dal paganesimo al cristianesimo, nel XVII secolo] mentre in relazione ad altro caso non possono uccidere i figli banditi dallo stato salvo che questi non minaccino insurrezioni contro lo stesso (par.36) [leggi qui i pericoli di una persona "Messa al Banno" cioè al Bando e quindi Esiliata] : contestualmente si precisa che in caso di necessità i genitori possono battezzare i figli (par.37) [senza naturalmente ricorrere all'espediente giudicato stregonesco e di ascendenza pagana dei "Santuari della Tregua" detti anche "Santuari della Rinascita"] che giammai possono far castrare i figli per avviarli alla professione di Musici (par.38) [leggi e approfondisci = castrazione dei bambini nella speranza di ottenerne dei remuneratissimi evirati cantori"] e che al contrario possono trovandosi in estrema necessità vendere ad altri i propri (par.41) [vedi il caso dei " Mercanti di Meraviglie " e specificatamente quello dei " Comprabambini/-e "].
Il discorso si sofferma anche sulla varia casistica in cui i genitori benedicono o maledicono i figli (par.51 - 53).
Ad onor del vero un'attenzione peculiare meritano però le lunghe disquisizioni (che sono un poco testimonianza di un'epoca) sui fanciulli, da genitori poveri o non, esposti cioè abbandonati innanzi alle porte di un ospedale pubblico o a quelle di altri luoghi, come i conventi, avvalendosi in particolare del meccanismo della Ruota ( usanza in costume pure tra le donne liguri specie dei ceti più umili: con una minore partecipazione alla costumanza in particolare delle aristocratiche e le medio-alto borghesi tra le più autonome in linea sociale e sessuale sì da passare tra le prime in Italia ed Europa da una "concezione natalista" ad una una sorta di linea "pre-malthusiana in merito" al controllo delle nascite).. Come si legge su "Wikipedia" a Venezia era notissima la Ruota degli esposti per abbandonare i bambini, sul fianco della chiesa-orfanotrofio della Pietà: è importante però notare che presso essa fu affissa questa lapide in cui si citava una bolla papale di Paolo III del 12 novembre 1548, minacciante la scomunica a chiunque, avendo i mezzi economici per allevare un figlio, lo abbandonasse (e la scomunica non si sarebbe potuta cancellare prima che i genitori abbienti non avessero rimborsato tutte le spese di accudimento).
In effetti come si può evincere dalla Bibliotheca Canonica del Ferraris il ricorso all'esposizione dei figli divenne però attraverso il tempo una sorta di costumanza epocale, in definitiva una sorta di controllo demografico da cui non rifuggivano le famiglie abbienti onde non dover parcellizzare i patrimoni nell'asse ereditario.
Per quanto triste la costumanza dovette esser affrontata via via con maggior sottigliezza giuridica sì che le durissime sanzioni della citata bolla papale presero a decadere. Ed infatti dal paragrafo 26 (della Bibliotheca Canonica) in cui si analizza proprio la situazione dei genitori abbienti che espongono i figli si procede ad una serie di riflessioni molto attente.
In primo luogo si stabilisce una casistica in relazione ai Genitori ricchi che espongano i figli presso le strutture deputate a tale finalità assistenziale (come ospedali ed orfanatrofi alla stregua di uno di quelli vigenti in Roma accuratamente elencati da B. Piazza): successivamente si analizza il caso di genitori abbienti che abbiano affidato la prole abbandonata alla cura delle pubbliche comunità ed amministrazioni (par. 30) ove invece esplicitamente si detta: " (trad.)...i genitori ricchi sono tenuti a risarcire completamente le spese sostenute dallo Stato o comunque dalla Comunità per nutrire ed educare i loro figli, atteso che per far ciò le pubblica amministrazioni hanno finito col gravare su fanciulli, vedove ed altri innocenti senza mezzi e per nulla tenuti a sostenere siffatte spese...".
.



CLICCA QUI PER RITORNARE ALLA HOME PAGE DI "CULTURA-BAROCCA" OD ANCORA QUI PER ANDARE ALL'INDICE TEMATICO DELLO STESSO SITO