cultura barocca
PORTO

PORTO CANALE

Per PORTO CANALE o portocanale si intende un porto ricavato nell'ultimo tratto di canali navigabili o di fiumi relativamente piccoli ma di discreta portata opportunatamente arginati e scavati e poco influenzati dalla marea tramite banchine costruite lungo le rive e prolungamenti artificiali verso il mare: in Liguria, per la navigazione e gli attracchi, erano sfruttati quando possibile i porticanali e, si ricordi il porto canale del Tabia fluvius.
Molto importante nell'antichità romana era però il PORTO CANALE del NERVIA che per secoli (affiancato e poi surrogato da QUELLO DEL ROIA) costituì un vitale attracco marittimo e commerciale per Ventimiglia romana ed anche poi, nonostante qualche discordante opinione, per Ventimiglia medievale: nel contesto di queste riflessioni rimane sempre da appurare la significanza (faro?) dell'ora scomparso MONOLITE COSTIERO NOTO COME "SCOGLIO ALTO" che in qualche modo nel XIII secolo pare aver posseduta un qualche intrinseca valenza sia in merito alle indicazioni di percorso sia in rapporto strutture ospedaliere allora in essere quali sostegno per i pellegrinaggi della fede
Nel XIII sec. esisteva ancora funzionante (stando ai dati del notaio Di Amandolesio) il PORTO CANALE del Nervia: il 16 ottobre 1242 guardava l'approdo, contro i briganti , il castello di Portiloria dove i Conti intemeli e poi il Comune intemelio tenevano da secoli una scorta armata, anche per la sicurezza della via di fondovalle, del tragitto di costa e del ponte in legno sul torrente.
Il Comune intemelio custodiva tal sito come una sentinella del dazio sulle vie di Nord ed Est: a tal proposito non a caso ne viene citato un possibile nome, persosi nel tempo e nella dispersione dei documenti più antichi, quello cioè di RIPA NERVIAE.
E' comunque vero che le ALTERAZIONI DELLA COSTA LIGURE furono sempre molto incidenti sulla realtà degli approdi, ora facendone scoprire alcuni, ora sottraendo terra al mare, ora creando dei veri e propri depositi col concorso delle piene alluvionali di vari torrenti.
Un caso emblematico è quello della palude o bordiga di Bordighera ma è fuor di dubbio, come ci ragguagliano cartografia e documenti, che anche l'APPRODO DI NERVIA patì parecchie ALTERAZIONI GEOMORFOLOGICHE determinate dalle piene dell'omonimo fiume.
La località che fu sede della CITTA' ROMANA e che prese dal fiume il toponimo di NERVIA attraverso i secoli, dal medioevo sin ai primi del '900, continuò peraltro ad essere la naturale porta d'accesso di Ventimiglia per quanti giungessero, dalla VIA COSTIERA, provenendo da oriente: e questo avvenne sempre nonostante il controllo esercitato dalla cattedrale intemelia che proprio a NERVIA aveva una sua prebenda in un'area, archeologicamente e storicamente importante, su cui sarebbe poi stata edificata la PARROCCHIA DI CRISTO RE
Le alterazioni della costa ligure per ragioni umane, idrograche e climatiche costituiscono un capitolo di letteratura: bastano qui ricordare un evento enigmatico come quello della burdiga di Bordighera mare quanto una serie di eventi piuttosto eclatanti che hanno determinato le ripetute alterazioni dall'antico approdo portuale di Oneglia[per non citare l'ancora più sconcertante scomparsa del supposto approdo esistente, tra Riva Ligure ed Arma di Taggia nel "Giro del Don" presso la supposta stazione stradale romana di Costa Beleni]
Gli accumuli di sabbia alluvionale ed eolica (arena - rena) divennero così imponenti da entrare nella toponomastica oltre che da essere temuti quali incontrollabili calamità.
Il notaio di Cosio Castaldi, ricordando "a volo" il degrado di vari siti rivieraschi come Taggia, Riva Ligure o Andora, citò il dramma "della sabbia a proposito del porto di Savona, riassumendo un fenomeno generale: "Quella pocha darsena che v'e restata viene talmente empita d'arena in bocca, dalla fortuna di mare, che con gran difficoltà ed intolerabil spese del Comune si può tener aperta, poiché tutta quella fatica che se li pone in levar l'arena, in un'hora si riduce dal mare in nulla, e l'anno 1634 d'Aprile che me là ritrovai crebbe talmente l'arena che la serrò del tutto e sormontò da gran longo l'aqua che se li passaggiava come in terra (sec. XVII, Bruzzone, p. 169).
Nervia di Ventimiglia nella zona meridionale assunse il toponimo de Arena non solo per gli apporti fluviali dell'indocile torrente ma anche per un graduale riporto eolico, reso a volte impressionante come quando il 15-XIl-1709 si verificò una così orribile tempesta di terra e di mare che la popolazione ne rimase atterrita (S.V., p. 259).
Sulle modificazioni apportate ai siti di Nervia si vedano anche Vallecrosia, passim e Storia della Magnifica Comunità, passim.
A prescindere dai più recenti contributi (M. Quaini, La conoscenza del territorio ligure fra Medio Evo ed età moderna, Genova, 1981), che riassumono antichi studi sulla geograha ligure, sarebbe interessante un controllo, invero estremamente difficoltoso sotto tutti i profili, nei vari archivi (di Stato, comunali, ecclesiastici e privati) iniziando la ricerca dall'A.S.G., Archivio Segreto, Paesi: per esempio in documento del 3-III-1820 viene citato dall'autorità giusdicente intemelia un tal Agostino Lercari fu Secondo "dimorante alla Sgarva Casale di questa Città (Ventimiglia)" avente però proprietà od interessi nella "piana alla Nervia e pure alla Rena ossij plagia (di Ventimiglia)" documento custodito in Ventimiglia in [raccolta privata Mario De Apollonia].