riprod. - informat. a cura di B. Durante

Nell'IMMAGINE è riproposta parte finale della pagina 33 de La Biblioteca Aprosiana. Passatempo autunnale di Cornelio Aspasio Antivigilmi, tra i Vagabondi di Tabbia detto l’Aggirato, Conte Palatino... (Bologna, per li Manolessi, 1673) in cui l'erudito poligrafo ventimigliese Angelico Aprosio riporta stralcio di una composizione poetica di Bernardo Morando in cui viene celebrata (sulla scia di una tradizione diffusa fra i dotti ed in particolare gli scrittori di geografia umana del XVII secolo) la qualità del vino MOSCATELLINO che da metà '500 ai primi decenni del XIX secolo fu una voce importante dell'economia ligure occidentale, essendo molto richiesto tale prodotto e frequentemente esportato sulle varie piazze mercantili da navi salpanti in particolare dai porti di Taggia e di Ventimiglia.
BERNARDO MORANDO (Sestri Ponente 1589 - Piacenza 1656) è oggi un romanziere senza lettori e i suoi pochi libri superstiti sono quasi pezzi da museo.
La sua fortuna nasce e tramonta nel '600, epoca in cui vive splendori di effimera celebrità per un' attività di romanziere che lo porta ad ambientare una delle sue opere più rinomate La Rosalinda (tutta basata sul tema della fuga di due innamorati dall'Inghilterra "calvinista") tra Taggia e Ventimiglia, nella cui cattedrale un amico calvinista dei giovani, Lealdo, abiurerà dal protestantesimo nel corso di una cerimonia religiosa il cui oratore ufficiale sarà proprio Aprosio, amico personale del Morando.
Questo volume, come gli altri romanzi scritti da Bernardo Morando, ormai sono difficilmente reperibili, costringendo il bibliofilo ad autentiche indagini tra i meandri di biblioteche, scaffali, cataloghi d'antiquariato e no [D. BIANCHI, B. Morando prosatore. B. Morando verseggiatore, in "Atti dell' Accademia Ligure di Scienze e Lettere", 1959, pp. 110-22 - E. CREMONA, Bernardo Morando, poeta lirico drammatico e romanziere del Seicento, Piacenza, 1960 - D. CONRIERI, Il romanzo ligure dell' età barocca, in "Annali di Sc. Norm. Sup. di Pisa", IV, 3, 1974, pp. 1074-88 - Romanzieri del Seicento, a. c. di M. CAPUCCI Torino, 1974, pp. 44-48, 529-572].
L'autore nel suo secolo risulta comunque figura letteraria e sociale di un certo rilievo. Di origini mercantili si trasferisce a Piacenza nel 1612 per sbrigare alcuni oneri commerciali della famiglia; il soggiorno diviene col tempo stabile residenza nella città che, con Parma, costituisce il ducato dei Farnese.
I meriti mercantili, politici e soprattutto letterari lo rendono gradito ai duchi Odoardo (1622-1646) e Ranuccio II (1646-1694) che lo gratificano nel '49 dell'ascrizione alla nobiltà locale, investendolo poi nel 1652 del feudo di Montechiaro.