cultura barocca
Freno della Lascivia ma anche Congegno Fiorentino (poi Cintura di Castità) = v. un esemplare e altro ancora Clicca e volta pagina

Le leggende [sostenute da una letteratura burlesca e mediamente misogina e poi solidificate in tempi recenti da una pseudoinformazione filmografica e mediatica tesa solo all'effetto sul pubblico in previsione di un successo momentaneo che garantisca anche nelle forme più grottesche l' ostentazione della libidine sia maschile che femminile e non raramente del nudo oltre che dell'inganno che garantisce la copula illecita ed extramatrimoniale di cui mediamente -come si legge- la donna si giudicava ed ancora si giudica spesso prima responsabile ( alternativamente per approfondire la tematica scorri qui gli estesissimi indici) affermano che i FRENI DELLA LASCIVIA ( meglio comunque nell'Europa meridionale detti "CONGEGNI FIORENTINI" che "CINTURE DI CASTITA'" ) sono stati utilizzati per la prima volta ai tempi delle Crociate, per preservare la castità delle mogli dei cavalieri.
Queste teorie sono pura fantasia, in quanto non ci sono prove storiche a supportare questa tesi [ mutatis mutandis, anche per sottolineare l'importanza che ebbero il Museo Cospiano alias Museo di Ferdinando Cospi e l'oculatezza dell'estensore del suo catalogo Lorenzo Legati val la pena di sottolineare che l'autore dopo aver riprodotto il "Freno della Lascivia" (qui proposto nell'immagine) con relativa discussione precisi, nonostante la sua epoca controriformista e misogina oltre che formalmente antipaganeggiante, come le donne romane non conoscessero siffatto strumento di costrizione vivendo negli sponsali un primo approccio erotico decisamente delicato e come semmai "Freni della Lascivia" esistessero per alcuni tipi di uomini specie se in particolari circostanze come qui ancora si può leggere].
Sussistono semmai ben più serie motivazioni pratiche che inducono a suggerire l'infondatezza di tale teoria = risulta infatti sostanzialmente impossibile per qualsiasi donna indossare senza interruzione una "cintura di castità" per periodi così lunghi (mesi o anche anni) e non essere colte, per ragioni igienico - sanitarie, da irreversibili forme infettive e di setticemia.
Alcuni storici italiani ritengono che la Cintura di Castità sia stata utilizzata per la prima volta in Italia, probabilmente tra il XIV ed il XV secolo.
Nell'un caso e nell'altro tutti gli storici, fuor delle considerazioni pseudoboccaccesche amplificate per motivi ridanciani sull'uso di questo apparecchio, giustamente lo hanno giudicato ICONA STORICA DELLA SUBORDINAZIONE DELLA DONNA AL SISTEMA PATRIARCALE atteso che la SUA FUNZIONE PRINCIPALE ERA QUELLA DI GARANTIRE LA VERGINITA' DI UNA FANCIULLA DA SPOSARE E QUINDI LA SUA MAGGIORE SPENDIBILITA' CON GUADAGNO ECONOMICO RISPETTO AD UNA RAGAZZA NON VERGINE ma contestualmente anche dati di danni reali che poteva procurare lo hanno giustamente ascritto tra i VERI E PROPRI STRUMENTI DI TORTURA DELL'ETA' INTERMEDIA.
E' chiamata più ufficialmente il Congegno fiorentino in un documento, datato 1405, conservato nella Biblioteca di Gottinga, in Germania.
Molte delle cinture storiche che sono conservate nelle collezioni di musei europei sono state utilizzate da donne nobili ed esclusivamente per periodi brevissimi, specie, come detto, per prendere un poco d'aria sulla tolda di navi maleodoranti nella deprecabile necessità di un viaggio per mare, stando in mezzo a giurme di galeotti e marinai già poco raccomandabili per carattere e spesso sconvolti da prolungata astinenza sessuale.
La Cintura conservata nel Palazzo dei Dogi di Venezia apparteneva alla sposa di Francesco II di Carrara, mentre le cinture custodite nel museo di Cluny a Parigi sembra siano state commissionate da Enrico II per sua moglie Caterina De Medici e da Luigi XIII per Anna D'Austria.
Nel 1750 Freydier de Nimes pubblicò la prima requisitoria contro l'uso dei lucchetti e delle cinture di castità, in cui sosteneva che Francesco II di Carrara fosse l'inventore della Cintura e di altri dispositivi simili, come l'ostacolo che usava per sua moglie.
La maggioranza delle cinture antiche sono conformate in maniera simile, con la classica cintura addominale, posta nel punto più stretto della vita, unita ad una banda che copre pube ed ano, con le superfici interne ricoperte di velluto o di pelle.
Le cinture erano normalmente chiuse con un solo lucchetto, avanti o dietro.
In effetti circolano sui mercati antiquari altre cinture che, nonostante siano state datate prima del XV secolo, sono riproduzioni di vecchie cinture realizzate in tempi recenti, solitamente durante il XIX secolo.



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MUSEO COSPIANO ANNESSO A QUELLO DEL FAMOSO ULISSE ALDOVRANDI

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