cultura barocca
Informatizzazione e testo a cura di Bartolomeo Ezio Durante

La soluzione da parte della Serenissima Repubblica di Genova dei contrasti seicenteschi con il Piemonte Sabaudo (che tuttavia continua più o meno occultamente a covare ambizioni di espansionismo in Liguria) fu senza dubbio un fatto che contribuì a migliorare i rapporti e attutire le tensioni pur se la persistenza di contenziosi, più diplomatici che guerreschi tra Genova e Piemonte Sabaudo in effetti periodicamente si manifesta, seppur in forme men eclatanti, sui limiti di un contrastato confine = a titolo esemplificativo si può qui citare il caso nell'estremo Ponente dell'antichissimo possedimento monastico di Seborga detto anche "Feudo della Seborga" alla fine, nell'ambito di una questione tuttora assai controversa, assimilato dai Savoia -fra le opposizioni genovesi- per acquisto dalla Casa Madre) sancisce però l'avvento di destini diversi fra le due Potenze (anche se non sempre intercorsero rapporti competitivi: Genova anzi accettò di ospitare la Corte Sabauda che portava con sé la Sacra Sindone lasciando Torino sotto assedio durante la "Guerra di Successione al trono di Spagna).
In effetti si stanno oramai aprendo nuovi percorsi al tempo e purtroppo alle guerre con l'insorgere di quei conflitti continentali e non solo destinati a fare del Piemonte una Potenza di rilievo, evolutosi al segno di pianificare l'Unità d'Italia grazie anche ad un'industria bellica avanzata e di rilievo esperita già dal '700.
Al contrario si assiste alla graduale relegazione di Genova e del Dominio in un posizione geopoliticamente subordinata e di difficile neutralità nel corso della "Guerra di Successione al Trono Imperiale", nonostante atti di valore come la rivolta -nominata dal "Balilla"- contro le vessazioni austriache: del resto nell' arco temporale in cui si decidono i destini d'Europa, e in parte del Mondo, la Repubblica si trova obbligata a risolvere con dispendio di energie gravi problemi interni come l'annosa questione del conteso Marchesato di Finale ma anche -tra altre cose- a domare a Sanremo una rivoluzione popolare, duramente piegata con le armi e presupposto dell'erezione di un Forte alla Marina come si legge qui nel "Manoscritto Borea" che indica anche le truppe scelte per controllare la popolazione della città.
E' arduo dire se tutte queste difficoltà intestine, senza dubbio centrifughe e destabilizzanti, dell'antichissima e gloriosa Repubblica abbiano condizionato le scelte future in merito al suo destino:
fatto sta che non venne più restaurata dopo
TANTE ILLUSIONI
ai tempi della
REPUBBLICA DEMOCRATICA LIGURE
SUSSEGUENTE ALLA
RIVOLUZIONE FRANCESE E ALLE GESTA NAPOLEONICHE PER CUI CADDERO GLI STATI DEL VECCHIO REGIME
quale "secolare libero Stato"
-una volta finita l'esperienza napoleonica innovatrice certo ma nemmeno priva di responsabilità, come qui si vede, a riguardo della gestione di quella che fu una Grande e Possente Repubblica-
[ è doveroso precisare che molti provvedimenti del Bonaparte si rivelarono utili in nome di una inderogabile modernizzazione di normative e strutture (in primis per la rinascita e la viabilità della Liguria Costiera come ai tempi di Roma Imperiale cioè la realizzazione dopo secoli di abbandono di una grande strada litoranea "Strada della Cornice" in qualche modo matrice della moderna statale Aurelia) ma che, oltre l'eccessiva tassazione per le tante guerre e le scelte centralistiche -spesso giuste, ma talora discutibili- del bonapartismo, giunsero sgraditi
in particolare i provvedimenti anticlericali, con la soppressione di tanti Ordini religiosi e che lo stesso moderno e qui digitalizzato " Codice di Napoleone il Grande "
non fu pienamente recepito (citiamo ad esempio il capo relativo all'introduzione Divorzio senza problemi di accettazione in Francia ma fortemente estraneo a radicate tradizioni italiane) =
è indubbio che molto sia stato enfatizzato ma è altrettanto certo che sia nel grande che nel piccolo tanto il
ritorno a Roma tra folla plaudente nel 1814 dalla cattività francese di Pio VII ed ancora l'iniziativa di un voto, seppur di ammirabile di natura filantropica, a pro della caduta del regime napoleonico, fatto da Padre Vtaliano Maccario di S. Biagio della Cima
sian stati emblemi, apprezzati dalle popolazioni, della cessazione di una forma di governo senza dubbio degenerata col tempo e causa, con tante guerre, di altrettanti lutti.]
[NOTA INTEGRATIVA DOCUMENTARIA SU COSTITUZIONE E FINE DELLA REPUBBLICA RIVOLUZIONARIA LIGURE = La carta sopra proposta [riportante la "Legge" della Repubblica (rivoluzionaria) Ligure] rimanda, direttamente ed indirettamente, ai Tempi Nuovi della Rivoluzione Francese ad al suo possente influsso su tanti altri Stati europei = nello specifico riporta qui alla I Campagna d'Italia [in dettaglio l'avanzata francese in Liguria e le gesta del generale Massena ma anche il proselitismo rivoluzionario di Agostino Robespierre fratello del potentissimo Massimiliano e di Filippo Buonarroti nel territorio neutrale di Genova]: la caduta della Serenissima Repubblica di Genova e la costituzione della Repubblica Ligure di stampo filofrancese (leggine la breve ma intensa storia) (vedine anche qui il Timbro in metallo con il simbolo della Repubblica e visualizza vari documenti d'archivio su una fallita Controrivoluzione). Succedettero comunque tempi difficili come quelli della crisi dei francesi e la loro ritirata con gli alletati italiani -ricordiamo qui il grandissimo poeta Ugo Foscolo- da Genova presa dagli austriaci anche se tutto fu risolto dal pronto intervento di Napoleone con la II Campagna d'Italia che comportò tuttavia scelte autoritarie: sì che, come altre, la Repubblica Ligure, soppressa dal Bonaparte (vedine l'indice imprese) fu unita per ascrizione, voluta dal Bonaparte, della Liguria alla vasta compagine del napoleonico IMPERO FRANCESE sotto la specie politico-militare di non dover dispergere utili energie per controllare le problematiche di Repubbliche soggette sì al controllo transalpino ma troppo frammentate e gestite da fazioni spesso contrapposte e potenzialmente in grado di fomentare rivolte antifrancesi ].

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A prescindere da quest'ultima quasi necessaria postilla documentario integrativa che già ala sua fine rispond ad alcune postulazioni che seguono,
la Repubblica di Genova (seppur non solo essa) in forza dei
Deliberati del Congresso di Vienna fu, tra lo sgomento di molti, assimilata quale possedimento del Regno di Savoia
e quindi organizzata entro la
"Grande Liguria delle Otto Province"

destinata abbastanza presto adessere ridimensionata per la
cessione di Nizza (con la Savoia) allo scopo di ottenere
a fianco di Vittorio Emanuele II l'intervento di Napoleone III Imperatore dei Francesi
nella II Guerra di Indipendenza presupposto basilare per l'Unità d'Italia
(consulta inoltre qui testi antiquari sull'argomento, digitalizzati e con indici moderni)



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