cultura barocca

Informatizzazione B. E. Durante

INDICE

PROSE

Come si legge nella pagina qui sopra con cui inizia il "Fascio III", terminati i viaggi che aveva fatto in Oriente, "il poeta italiano soprannominato Teledapo" tornò in Occidente e dimorò alla Corte di Salonicco dei cui corrotti costumi fu però disgustato (pag. 184 dall'alto): riprese poi le peregrinazioni giungendo ad Efeso presso l'italiano Rorazalfe di cui era stato ospite (pag. 185, fine)
[N. d. R. = da questo punto cliccando su volta pagina si può leggere l'intiero "Fascio III senza osservazioni critiche].

Corte di Salonicchi e sua descrittione (pagina 215) - Considerazione sopra le Corti
[ Leggi altre curiose e satiriche esternazioni dei dialoganti dal Fascio III delle Frascherie dell'Abati - tutte da leggere - su Corti e Cortigiani ]

Teledapo parla delle nazioni europee - Natura degl'Italiani (pag. 233) - Genij stolti de gl'Italiani verso gli Stranieri (pag. 233) - Propensione degli Italiani ad imitare le mode straniere (pag. 234 = segue Satira con commento) -
Il pericolo nel '600 di viaggiare per luoghi isolati, specie indossando abiti lussuosi e alla moda, per il rischio d'esser aggrediti da malandrini - sia di notte che di giorno- avidi di derubare i viandanti:
"Durante un viaggio in Italia l'avventura con i briganti di strada di Teledapo e dei suoi compagni"

[ N. d. R. = a titolo integrativo Leggi qui digitalizzata = Pietra del Paragone Politico tratta dal Monte Parnaso dove si toccano i governi delle maggiori monarchie dell'Universo di Troiano Boccalini, Impresso in Cormopoli (Venezia), per Teler Zorzi, 1615 = l'opera, qui integralmente digitalizzata, vista l'influenza che ebbe sull'Abati si propone anche sotto forma di un INDICE MODERNO (IN GRAFIA CONSERVATIVA) = De' Ragguagli di Parnaso - Parte Terza (dedicatoria) - 2 - Napolitani perche siano da Spagnuoli estraordinariamente oppressi, e lacerati - 3 - Genova si và scusando in Parnaso di esser libera - 4 - Monarchia di Spagna si duole, che sino scoperte le sue falsitadi - 5 - Monarchia di Spagna ariva in Parnaso, suplica Appolo di esser risanata d'un cauterio. Dalli Medici viene licentiata - 6 - Secretario di Monsignor di Guisa fù castigato, per haver mal parlato - 7 - Spagnuoli tentano l'acquisto di Sabioneda, ne gli riesce - 8 - Tomaso Inglese dimanda ad Appollo, quando cesseranno nel mondo le Heresie - 9 - Li reformandi si sollevano contro i loro Reformatori - 10 - Li Francesi dimandano il secreto della conza delli guanti di Spagna - 11 - Monarchia Spagnuola va dall'oracolo Delfico, per sapere se otterrà mi la Monarchia del Mondo - 12 - Apollo ordina una Riforma contra li virtuosi di Parnaso - 13 - Filippo Secondo Re di Spagna dopo il contrasto del suo titolo entra pomposamente in Parnaso - 14 - Tutti li Principi le Republiche, & li stati sono giustamente con la stadera di Lorenzo Medici pesati - 15 - Perche la Monarchia di Spagna si sia ritirata nel suo pallagio - 17 - Il Duca d'Alva arrivato in Parnaso, nel complir con Prospero Collona venne alle mani per i titoli defraudati ai Collona - 18 - Il Boccaccio viene saggiato dal Salviati - 19 - Ambasciatori Siciliani non possono aver audienza da Apollo: ma sono bruttamente da S. Maestà cacciati - 20 - Li Francesi, vengono liberati dagli Spagnuolo dei Pazzi - 21 - Alcuni, per esempio delli altri sono mostrati al popolo - 22 - Mostra, che li Ministri Spagnuoli sono interessati nelli suoi tutili - 23 - La Monarchia di Spagna fà gettar dalle finestre il suo medico - 24 - Almansore che fu Re de Mori incontrandosi con il regno di napoli lagrimavano. & e si raccontano le loro miserie per la oppressione de' Spagnuoli - 25 - Il Signor Conte di Fuentes viene ammesso in Parnaso - 26 - Tutti gli Stati dl Mondo sono censurati in Parnaso delle suoi errori iniziandosi, per poi proseguire anche a riguardo dei paesi asiatici, dalla Sede Apostolica di Roma - 27 - La Monarchia Spagnuola invita per secretario di stato il cardinal di Toledo, il qual rifiuta, & perche - 28 - Apollo detesta la provisione, che gli viene raccordata per ritrovar danari

[ Con in questo Fascio III un durissimo riferimento poetico registrato dall'Abati all'Europa dicente alla fine con una valenza escrologica estranea al mito greco Europa è una bagascia / Tutti vi fan l'amore; / Ogn'un n'è predatore / e per donarsi altrui, posta non lascia, / Mà sapete perché mai non si stracca? / Perché à un Toro fu moglie, Europa è Vacca ]

[ INTEGRAZIONE SULLA VOCE PELLEGRINI - MIGRANTI = L'Abati non parla in alcun modo degli Ebrei e del pari Aprosio su di essi affronta solo un argomento principalmente erudito oltre che teologico nel "Grillo XLIX" = Onde è, che dagli Ebrei non si mangi carne di Porco = nonostante le posizioni della Chiesa di Roma avverso gli Ebrei registrate qui in varie pubblicazioni tra cui si consiglia la lettura del qui digitalizzato e redatto in italiano Editto per gli Ebrei del Cardinale Ginetto Vicario del Santo Padre Aprosio benché Vicario dell'Inquisizione per la Diocesi di Ventimiglia e conseguentemente legato anche al Vicario Generale a Genova della Santa Inquisizione Agostino Cermelli, contestatore della stesura da parte dello Stato genovese dei Capitoli per gli Ebrei in relazione alla loro opera nell'istituito Portofranco di Genova, nulla pubblicò avverso gli Ebrei anche forse in funzione della sua presumibile frequentazione di Ebrei a Venezia e quella di Emanuele Porto alias, verosimilmente, Porto, Menahem Siyyon matematico ed astronomo evidentemente operante nell'ambito universitario padovano, che fu suo corrispondente e ascritto tra i Fautori dell'Aprosiana (vedi peraltro qui le vedi le pubblicazioni di semitistica (ebraico, arabo, aramaico) raccolte da Angelico Aprosio) = tutto questo senza citare l'improbabile ma possibile considerazione del discusso quanto famoso Padre e Predicatore Gesuita Antonio Vieira convinto sostenitore l’abolizione delle distinzioni fra cristãos-novos e cristãos-velhos, queste ultime due per favorire gli investimenti in patria di cristãos-novos ed ebrei portoghesi dispersi nel resto d’Europa e di cui vedi qui la produzione di Antonio Vieira alla Biblioteca Aprosiana: "tra Angelico Aprosio e Domenico Antonio Gandolfo ]

Pellegrinaggio biasimato (pagina 186 - 187)

Rorazalse si propone qual nemico del viaggiare (propriamente nel testo peregrinare) (per lui infatti il fumo della Patria è più lucido del fuoco de gli altri Paesi) e condanna i viaggi in terre straniere che portarono il piacere del lusso e quindi l'inerzia, nemica della tradizionale combattività europea e romana in particolare (il brano è però ambiguo perchè fa riferimento alle terre dell'antichità classica e le Indie citate paiono le Indie Orientali e non quelle Occidentali poi dette "Nuovo Mondo": stupisce comunque la citazione alle depredate ricchezze del Perù, come se nel contesto di un discorso classico, comparissero riferimenti alla scoperta delle Americhe e dell'Impero Peruviano od Inca). L'inciso sui "rubini del Perù" [Perù in spagnolo da Piruw in checiua e aymara che sono sono una famiglia di lingue native americane del Sud America. La lingua aymara o aimara (nome nativo Aymar aru) appartiene alla famiglia delle lingue aru ed è parlata in Bolivia, Cile e Perù. È lingua ufficiale in Perù e Bolivia] non implica ulteriori osservazioni sul "Nuovo Mondo" curiosamente [per l'Europa la vittoria di Lepanto sui Turchi (citatissima) ai tempi di Ludovico Dolce e della sua cronoligizzazione delle storie del mondo fu a lungo anteposta alla già avvenuta scoperta del "Nuovo Mondo" poi "Americhe" = anche se giungevano oltre che relazioni abbastanza corrette, pure incredibili notizie tramite navigatori ed avventurieri di quelle contrade su cui Aprosio e Gandolfo su cui furono per quanto possibile indagatori in quanto
l'autore ritorna a parlare come a causa dei Greci amanti di viaggi, commerci e lucrosi scambi,, Roma, prima ostile al peregrinare di genti diverse, permise che piagassero l'Europa (anche se non compare alcun cenno alle invasioni dei Barbari) rammentando poi Aristotele per cui le peregrinazioni di molti popoli stranieri arrecarono danni gravissimi a tante città attratti dalle delizie su di esse raccontate e menzionando per ultimi gli USSI o ZINGANI che dimorando poche ore in un luogo, vi lasciano toppe, e non amicitie (con il termine si indicano gli Zingari mentre il sinonimo "Ussi", antica forma per indicare gli Zingari, deriva dal nome del predicatore boemo Jean Hus -1369/1415- per l'identificazione di 'boemo' con 'zingaro' = Battaglia, GDLI, XXI) ) senza dimenticare quanti europei ed italiani perirono per loro volta in terre straniere = inframmezzando il discorso con una esplicazione escrologica cui non era estraneo l'interesse di Aprosio affermando L'Europa è una bagascia,/ Tutti vi fan l'amore; Ognun n'è predatore;/ E per donarsi altrui, posta non lascia,/ Mà sapete perché mai non si stracca? Perchè à un Toro fù moglie, Europa è Vacca]

Pellegrinaggio lodato (pagina 193)

Teledapo (pag. 193) si offre quindi qual fautore del viaggiare e nell'ambito della sua lunga discussione colpisce quanto è scritto a pagina 196 in merito specialmente alla grandi navigazioni e alla scoperta di terre sconosciute leggendosi (riga 18 dall'alto) anche ...Se da testimoni de' trovator Nocchieri non s'udissero l'antiche creazioni di Nuovi Mondi.... In merito ai rapporti con pellegrini (ed anche migranti) il narratore, senza fare riferimento ad altre forme di peregrinazione (ci si sarebbero almeno aspettati riferimenti ai pellegrinaggi della fede e dei viaggi nei Luoghi Santi della Cristianità), parla dell'ospitalità usuale nella costumanza romana e, citando un celebre brano classico, narra come citato, assieme al valore antico dell'ospitalità (ultima riga di pagina 198) in che modo i Greci, trasferendosi nell'antica Roma e nei territori dell'Impero, avessero arricchito e ingentilito i Romani portando nelle loro contrade le proprie tecniche, manifatture e forme di arte e artigianato (da riga 6 dall'alto di pagina 199)

[L'Abati conosce le piante del Nuovo Mondo -scoperte grazie anche ai viaggi transoceanici- od almeno quelle più affermatesi alla sua epoca ma non le cita tranne il tabacco soffermandosi su altre piante importate dall'Asia grazie a viaggi ed esplorazioni come qui si legge nel giudizio di Teledapo che parla di varie piante esotiche ma non dell' agrumicoltura in generale, soffermandosi sui Cedri peraltro già acclimatati dai Romani]

[Aprosio fu amante dei viaggi come qui si vede in questa lunga sequenza non esclusi quelli in terra straniera pur se la sua grande delusione fu l'impossibilità di visitare Napoli tormentata dagli eventi legati alla rivolta capeggiatata da Masaniello = è anche in funzione di questo suo amore per viaggi e nuove esperienze che ricevette l'appellativo di Poeta nel senso di stravagante ed anche irrequieto]

[ L'Abati, per bocca di Teledapo, nega che le donne possano "peregrinare" cioè viaggiare sia per terra che ancor più per mare tanto da doversi prendere provvedimenti cui non fu estranea la "cintura di castità o freno della lascivia" usato sulle navi = tutte cose che preludono ad una delle accezioni di più feroce misigenia che cioè Pudica esser non può Donna vagante..." come ancora scrisse nel '700 Ludovico/Lodovico Adimari e che le Donne siano lunatiche nell'accezione più estensiva del termine in qualche modo ripresa anche da Aprosio]

Perche gli Asini hanno più fortuna de gli altri nel Mondo (Favoletta = pagina 231)

Philemone, e Bauci (pagina 243)

Viaggi di Teledapo (pagina 183)

Suoi accidenti nell'incontro di Malandrini (pagina 239 - 241)

Parlando Teledapo della Moda Italiana Stamperme gli chiede come il lusso dei suoi abiti viaggiando non sia stato aggredito da malandrini = Teledapo risponde che ciò accadde ma che per il suo coraggioso comportamento verso il capo della banda di nulla fu privato a differenza dei compagni raggiunti dai malandrini (verosimilmente dei manticularii) come si legge a pagina 241 (riga 8 dall'alto) furono depredati di tutto

[Ci si riferisce in questa sede ai pericoli costituiti dal viaggiare tra il Medioevo e l'età barocca ed oltre ancora per luoghi solitari ove spesso i residenti extra moenia delle cinte urbane si riparavano in case a fortilizio guardate da uomini in armi e protette da cinte murarie: fatto esperito sia dal Angelico Aprosio che da Domenico Antonio Gandolfo]

POESIE

[Sulla vita nelle Corti l'Aprosio fece questa citazione (pag. 74, XII riga dal basso) entro il Capitolo XI de Lo Scudo di Rinaldo I ma lo spazio più esteso alla difficile e vita di Corte piena di sotterfugi leggesi forse nel Grillo XXXXIII de La Grillaja laddove da pagina 486 riga 10 dal basso leggesi "...Sono vanissime le regole de' Cortigiani per conseguire la Gratia [dei Principi]..."]

Cortigiano, e sua Camera (Recitativo di Egideardo = pagina 227)

Canto del medesimo in lode della speranza (Canzonetta = pagina 229)

Europa goduta da molti (Madrigale = pagina 190)

Gli Dei Pezzenti (Ottave = pagina 190)

Habito alla moda descritto (Ottave = pagina 234)

[All'inizio delle Ottave, ricche di osservazioni sulla moda, è introdotta la derisione di una costumanza seicentesca che preludeva a quella delle settecentesche canute parrucche = tra i giovani il vezzo di incanutirsi spruzzando i capelli con cipria]

Il Viaggio (Satira = pagina 202)

La Corte (Satira = pagina 221)

Finita la disquisizione sui "Viaggi" Stamperme lascia a Teledapo che già parlò nel "Fascio I" del perchè abbandonò la frequentazione delle Corti il quale dopo aver premesso che le Corti son pressoché simili ovunque e dopo aver fatta menzione alle Corti italiane (motivando la scelta forse per volontà dell'Abati intenzionato a non suscitare polemiche contro di lui in qualche Corte italiana) si mette a poetare in merito alla Corte di Salonicco -da lui meglio rammentata- affermando che i cortigiani entrandovi quasi perdono la loro identità e di conseguenza alla Adulazione per il Signore al momento reggente risultando in genere La Fortuna ... la più adorata Deità sì che tutti si fan schiavi dell'Adulazione per il Signore al momento reggente pronti per odio utilitaristico ad abbandonarne la venerazione a vantaggio del culto di un nuovo Re al punto di non potersi assolutamente ritenere liberi al modo già scritto da Seneca sì da giungere al segno che ivi il Bene più s'acquista per genio fatale, che per sagace industria di chi lo pretende.
Nel proseguio del discorso di critica avverso Corti e Cortigiani vale alquanto ciò che esclama anche Momarte allorquando conclude la sua diatriba prosaico-letteraria pronunciando questo quaternario Eccovi i miei consigli / Trè son i gran perigli, /In cui sempre ciascun dee consigliarsi / Gir'in Corte, à la Guerra, è maritarsi = alle sue esternazioni segue poi Ticleve affermando che non è impossibile vivere Conseguendo colà [a Corte] più fortune, chi ha meno Ingegno, è gran beneficio d'un Galant'huomo, poter' ivi raccoglier messe di buona sorte, senza briga di rivangare nella mente lo studio d'una faticosa cultura. Chi è Asino fatica molto; mà per parer' Asino, si fatica poco. Principio che però viene ribaltato da Stamperme proclamando questi: ...Anzi è tutto il rovescio... In Corte il Galant'huomo, per parer Asino, faticherà molto; perche vi sforzerà la natura; ma se sarà Asino, faticherà poco, perche v'incontrerà la fortuna....

[Aprosio riporta un "oracolo poetico" sulla malvagità dei Cortigiani di Toldo Costantini trascrivendolo Poi, chi de' Cortigiani a' i lumi aperti / E del popol Roman può star celato? / Son quai Segugi a rintracciare esperti / L'esser de' forestieri in ogni lato e lo utilizza curiosamente nel dibattito sull'esistenza o meno della Papessa Giovanna (pag. 73) entro il lungo "Grillo XVI: Se sia credibile, che una donna possa esser giunta ad esser Sommo Pontefice. Malvagità de' cortigiani scoperta. Mastro Grillo Medico insigne. Invidia cagione d' ogni male ]

Nebbia d'una Montagna (Madrigale = pagina 185)

Poeta favorito da Malandrini (Terzetto = pagina 241)

Tabacco, mandato à Cortigiano (Madrigale di Teledapo = pagina 227)

[E' un'ulteriore convergenza Abati-Aprosio propria della Satira LA PAZZIA del "Fascio Secondo" in cui compare un passo sull'abuso del tabacco (pagina 175, IX riga dal basso), che costituisce un tema più ampiamente ripreso dall'Aprosio]

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