Informatizzazione B. Durante

Lo strumento organario di Aquincum, di cui sopra si vede una razionale e motivata RICOSTRUZIONE SCIENTIFICA era a mantici, con 4 registri su di una base di 2 piedi.
Le sue canne canne risultavano tappate ed erano sempre del genere tutte "ad anima".
Lo strumento possedeva altresì "somieri" separati con canali per registro: questi erano attivati da comandi esterni visibili sul lato destro dello strumento.
La tastiera era una formata da una successione serie di tredici tasti connessi a un pari numero di barrette lignee scorrenti sopra i "somieri" in direzione trasversale ad essi e provvisti di forami che, allorquando era battuto un tasto, si sistemavano in speculare corrispondenza di ulteriori fori che connettevano il "somiere" con le canne, rendendo possibili il transito dell'aria e conseguentemente la generazione del suono.









Durante una campagna archeologia condotta in Ungheria nel 1931 sul sito della città romana di AQUINCUM furono individuati dei particolarissimi reperti.
Non senza interrogativi e soprese si giunse alla conclusione che ci si trovava difronte a quanto restava di uno STRUMENTO MUSICALE del periodo romano imperiale, più esattamente di un ORGANO.
La peculiarità del rinvenimento era collegata al fatto che per la prima volta si potevano visualizzare direttamente i meccanismi di un simile apparecchio, altrimenti noto solo per via di descrizioni letterarie o dall'osservazione, sempre alquanto faticosa, delle riproduzioni di organi in mosaici, su monete o, per ragioni ornamentali, su altri oggetti ancora, tra cui alcune lampade.
Cicerone per primo, a quanto è dato sapere dalle fonti a disposizione, fu il primo che menzionò l'ORGANO, verso il 75 a.C., per averlo visto utilizzare come strumento musicale nel corso di un soggiorno nell'Ellade ed in Asia Minore.
Fin all'epoca imperiale dovette comunque trattarsi di uno strumento assai poco in voga a Roma: esso dovette affermarsi con il benessere della "pace augustea" diffondendosi al punto che Seneca lo citò, senza riferimenti all'eventuale provenienza esotica, e Nerone, nel 67 d.C. ne diede un pubblico saggio di funzionamento.
Datano peraltro già al primo Impero monete commemorative coniate in occasione di giochi, se non di competizioni musicali, in cui sono effigiati strumenti dell'epoca tra cui degli organi.
In base alla documentazione, iconica e letteraria, attualmente a disposizione giova precisare che gli ORGANI erano esclusivamente di ordine idraulico, nel quale la pressione dell'aria necessaria al funzionamento era distribuita da una sequenza di pompe idrauliche.
Anche per questa motivazione siffatti STRUMENTI erano denominati hydrauloì (anche hydra) vale a dire flauti funzionanti ad acqua.
Dal tempo della dinastia Giulio-Claudia o più estesamente dai primi decenni del I secolo d. Cristo dovevano costruirsi dagli artigiani sostanzialmente due TIPI DI ORGANO IDRAULICO.
Uno di questi era di dimensioni superiori, quasi certamente per il suo uso negli anfiteatri durante i giochi od altro genere di ludi: secondo gli esperti l'apparecchio doveva essere dotato di una diecina di registri, soprattutto da ancie, contraddistinti da un timbro possente e netto.
Un modello minore, da utilizzarsi nei teatri e nei saloni delle dimore signorili, possedeva meno registri, per lo più costituiti da canne ad anima: ne derivava conseguentemente un suono più dolce ed opportuno all'intrattenimento di gruppi di spettatori non particolarmente consistenti.
Sulla STORIA DELL'ORGANO una rilevante valenza è data dell'ORGANO DI AQUINCUM cioè dello strumento musicale scoperto nella città pannonica di AQUINCUM: la sua importanza, prescindendo dalla straordinaria curiosità dell'oggetto, è sottolineata e ribadita da ben due specifici motivi.
Il primo è che si tratta dell'unico reperto archeologico di un organo dell'epoca romana giunto alla contemporaneità.
Il secondo risulta costituito dal fatto che l'apparecchio di AQUINCUM possiede, alla stregua di consimili strumenti dell' epoca, il meccanismo idraulico per la produzione dell'aria.
Questo reperto pannonico rappresenta infatti il primo, conosciuto ORGANO EUROPEO in cui al fine di generare aria ci si serviva di un mantice.
Tale constatazione rende possibile sostenere la teoria che proprio in siffatto periodo storico l'ORGANO abbia fruito di quello sviluppo tecnologico che ne avrebbe fissate le caratteristiche tipologiche fondamentali.
La completezza ed utilità della scoperta è altresì data dal fatto che sullo strumento fu apposta una targa bronzea che dettava:
G.JUL.VIATORINUS
DEC.COL.AQ.AEDILICIUS
PRAEF.COLL.CEN.HYDRAM
COLL.S.S. DE SUO D.D.
MODESTO ET PROBO CO.S.
Previo scioglimento delle abbreviazioni si intende: Gaius Julius Viatorinus, Decurio Coloniae Aquinci Aedilicius, Praefectus Collegi Centonanorium, Hydram Collegio Supra Scripto de suo donum dedit Modesto et Probo Consulibus la cui traduzione dice Caio Giulio Viatorino, Decurione della Colonia di Aquincum, Edile e Prefetto del Collegio dei Reclutatori, ha donato quest'organo al suddetto Collegio essendo Consoli Modesto e Probo".
Modesto e Probo rivestirono nel 288 la carica consolare, cosa che rende fattibile una straordinaremaente pertinente datazione della confezione dell'ORGANO [dal lapidario di AQUINCUM è altresì possibile estrapolare il testo di un'ISCRIZIONE SU UN SARCOFAGO donde si legge della vita e della morte di una CANTANTE e SUONATRICE D'ORGANO coeva all'utilizzazione di questo strumento forse da lei stessa utilizzato]
Ritornando a studiare l'iscrizione di Viatorinus è poi curioso evincere (III linea del testo) che lo strumento, il quale idraulico non era, alla maniera corrente ma in modo improprio risultava ancora detto Hydra termine altrimenti pertinente solo ai più antichi ORGANI IDRAULICI: in effetti il grecismo alternativo di ORGANON si diffuse in occidente solo all'epoca di ai tempi di Costantino il Grande ed è facile che alla sua origine fosse usato anche solo per segnalare genericamente qualsiasi "strumento musicale" generico.
Dovette trascorrere altro tempo prima che il lessema latinizzato (ORGANUM) finisse per specialisticamente designare un peculiare strumento, peraltro destinato ad una storia importante nel campo della creatività e della riproduzione musicale.