INFORMATIZZAZIONE DI B. DURANTE

Il traduttore ANTOINE COLIN in questa rarissima OPERA del 1619 raccolse i contributi dei più importanti autori del '500 (come La Coste e du Balme) che riferirono in merito a quelle DROGHE NUOVE cioè giunte in Europa dopo la scoperta colombiana delle Americhe o Mondo Nuovo: erano spezie e droghe sconosciute all'antica erboristeria e per questo i medici discutevano e si scontravano sull'opportunità di farne uso (in merito a ciò un significato peculiare spetta all'italiano ZEFIRIELE TOMASO BOVIO, medico empirico in continua disputa con i medici teorici, cui venne spesso rimproverato di usare nella sua farmacopea delle DROGHE pericolose proveniente dall'oriente o dalle Indie occidentali).
In effetti, però, molte incertezze sussistevano sulle proprietà delle spezie e delle droghe del Mondo Nuovo: il merito di aver messo ordine in un coacervo di nozioni talora contrastanti spetta forse a PIERRE POMET.
Il POMET, mercante di spezie e di droghe, nella sua opera Histoire generale des drogues traitant des plantes, des animaux, & des mineraux; Ouvrage enrichy de plus de quatre cent figures en taille-douce tirées d'aprés nature…, Paris, chez Jean Baptiste Loyson & Augustin Pillon, 1694 (di cui sopra, da raccolta privata, si vede il FRONTESPIZIO) redasse un catalogo di piante, animali e minerali che ci permette tuttora di conoscere ciò che tra XVII e XVIII secolo, soprattutto la fitoterapia, offriva alla farmacopea ed alla medicina.
Nella prefazione l'autore esprime soprattutto una conoscenza pratica e non teorica, delle droghe che tratta ed il lettore comprende ciò man mano che legge il testo francese curiosità riguardanti il mercurio, la pietra del porco Sauglier, l'ambra grigia e gialla, il balsamo del Perù, la pietra del serpente, il liocorno minerale, la cocciniglia e così via, tutte droghe che sono illustrate in una tavola.
Il testo vero e proprio è articolato i libri e questi in capitoli.
Il primo libro tratta dei semi ed è suddiviso in 30 capitoli che illustrano ciascuno un tipo di seme. Ad ognuno è annesso un disegno della pianta che lo produce.
Il secondo libro (51 capitoli) tratta delle radici (rabarbaro, gialappa, serpentaria, turbith, costo, zenzero, iris, elleboro, angelica, genziana, imperatoria, dittamo, carlina, valeriana, bistorta, canna da zucchero, ecc.).
Il terzo libro (16 capitoli) parla dei legni (aspalato, sandalo, legno nefritico, lentisco, sassaofrasso, guaiaco, ecc.).
Il quarto libro sviluppa l'argomento delle cortecce in 9 capitoli (cannella, cassia, china, ecc., più curiosamente la mandragora con due disegni del maschio e della femmina).
Il quinto disserta delle foglie per 27 capitoli: tè, senna, felci, soldanella, indigofora, guado, tabacco, corallo (sic!), scilla, ecc.
Nel sesto vengono invece affrontati i fiori: rose, zafferano e zafferanone, lavande, melograno, rosmarino, ecc: per un totale di 12 capitoli.
Il settimo libro, il più corposo (diviso in 80 capitoli), analizza i frutti (pepe, noce moscata, caffè, cacao, vaniglia, cioccolato, anacardo, dattero, noce vomica, mirabolano, tamarindo, pigne, pistacchi, mandorle, limoni, arance, cotone, olive, galle di quercia, ecc.).
Alle gomme è invece dedicato l'ottavo libro in cui si parla di manna, gomma gutta, gomma arabica, assa fetida, gomma adragante, incenso, copale, trementine, ecc.
Il nono, infine, dei succhi come scammonea, oppio, aloe, ecc: I nove libri sui vegetali occupano la prima parte, alla quale ne segue una seconda in 54 capitoli che tratta degli animali (dalla mummia al liocorno, al castoro, all'elefante, ecc.) e una terza (l'unica carente di figurazioni) in tre libri dedicata ai fossili, ai minerali ovvero pietre preziose e alle terre.

















La GIALAPPA fitonimo dalla variante antica jalapa; da Jalapa, nome di una città del Messico (ma il cui nome fu variamente alterato ora in GIULAPPA, ora in GIULEPPA -come leggiamo nel BOVIO- ora gergalmente elaborata in SCIALAPPA) è una pianta perenne del genere Esogonio (Exogonium purga) originaria appunto del Messico, con grosse radici tuberizzate e fiori dal colore rosso violaceo, dai cui rizomi essiccati si estrae una sostanza dotata di forte attività purgante e spesso con conseguenze irritative considerevoli: tra le prime descrizioni importanti si può citare quella che ne fece il POMET in un suo VOLUME SULLE DROGHE.

















TURBITTO termine farmaceutico elaborato a fine XIV sec. da Saminiato de' Ricci nel suo Manuale e derivato dall'arabo turbid a sua volta evolutosi dal persiano turbid, di origine indiana] stante ad indicare sostanza chimica o vegetale dotata di proprietà specificatamente purgative.
In base a questi presupposti il termine TURBITTO (anche detto, all'araba TURBIT o TURBITH: per esempio dal BOVIO E DAL
POMET) è diventato sinonimo di GIALAPPA INDIANA fitonimo indicante una pianta del genere Ipomea (Ipomoea turpethum) la cui radice risulta dotata di proprietà energicamente purgative.