L'incredibile storia del gatto
cultura barocca
riproduzione da originale e informatizzazione B. Durante

ESEMPLARE ASSAI BEN CONSERVATO DI "MUMMIA DI GATTO" PROVENIENTE DA ABIDO

GATTO: la prima e fondamentale addomesticazione del GATTO si deve agli antichi EGIZI (2500-2000 a. C.). Alcuni studiosi ritengono addirittura che il GATTO EGIZIO DOMESTICO (proveniente dal GATTO NORDAFRICANO o "FELIS LIBICA") sia il progenitore (attraverso qualche modesto contributo genetico del GATTO DELLA GIUNGLA o "FELIS CHATUS") di tutte le moderne razze di GATTO DOMESTICO. Si giunse a queste conclusioni (seppur non universalmente condivise) per via dell'analisi delle numerose rappresentazioni pittoriche e scultoree del GATTO EGIZIO. Questo risulta conoscibile anche attraverso altri mezzi, in particolare studiando le numerose MUMMIE DI GATTO rinvenute in varie necropoli dell'antico Egitto. Il particolare riguardo verso i GATTI in Egitto era dovuto al fatto che a questo animale fu attribuita un'ORIGINE DIVINA e partendo da II mileenio a.C. addirittura un CULTO, quello della DEA BAST o PASHT simbolo di virtù valori tipicamente come la generazione e la cura della prole.ta Con l'espandersi dei commerci navali su ampie rotte il GATTO divenne una specie di "membro aggregato" dell'equipaggio in quanto costituiva l'unica efficace difesa contro i roditori che infestavano le navi (ovunque queste approdassero il GATTO EGIZIANO si incrociava rapidamente con la specie -o razza?- locale e per esempio in Europa con il GATTO SILVESTRE LOCALE o FELIS SILVESTRIS).
Nonostante tutto questoh, e differenza che in altre terre e continenti,l'affermazione del GATTO avvenne con superiore lentezza in ambiente romano e greco.
Infatti sia i Romani che i Greci avevanoda tempo imparato ad addomesticare altri piccoli carnivori per combattere i topi: come la DONNOLA, la MARTORA e in particolare la GENETTA).
Nell'Europa del Nord la presenza del GATTO addirittura non risulta segnalata prima del X secolo.
Nel medioevo tuttavia quando l'avvento di orde di RATTI prese ad infestare i centri urbani (e, all'insaputa delle conoscenze mediche epocali, a diventare il principale vettore di periodiche mnifestazioni di MORTALI CONTAGI a decorrere dalla terrificante PANDEMIA DEL 1348/'49 CHE FALCIDIO' ALTRESI' IL PONENTE LIGURE) il GATTO, inn superiore maniera adatto ed efficiente degli altri piccoli carnivori nella caccia al temuto roditore godette un periodo di popolarità, divenendo animale ricercato in tutta l'Europa sia del Nord che di tradizione romana: anche in questa circostanza le opere d'arte (capitelli scolpiti, banchi di chiesa e soprattutto codici miniati) che riportano l'effigie del GATTO costituiscono una prova della sua fortuna.
Nonostante il prezioso ma incompreso supporto nella caccia ai ratti durante la sopra cita peste del 1348, dal XIII secolo la fortuna del GATTO aveva preso a decadere in quanto l'animale venne anche perseguitato a causa di una una superstiziosa riscoperta del culto della DEA PAGANA FREYA indubbiamente derivato da quelli per BAST, ARTEMIDE e DIANA: pur se non mancarono lodevoli eccezioni nell'apprezzamento del piccolo carnivoro tra le quali risulta doveroso ricordare quella di un celebre viaggiatore tra Avignone, Ventimiglia e Porto Maurizio sino a Roma vale a dire il grande poeta Francesco Petrarca che che ebbe autentico amore e cura di una gatta destinata ad essere la sua unica compagna nel momento del trapasso nel 1374 [tanto da evolversi tale amore tra vero,leggenda ed artifizi vari al punto che il Tassoni autore citato con stima da Angelico Aprosio ne La Secchia rapita che lo stesso Aprosio inserisce tra le letture profane lecite ma giovevoli per la precisione alle ottave 33 e 34 del canto VIII rammenta tal micia qual eterna guardiana nello studio del Petrarca contro le infestazioni dei libri causate dai topi]
Purtroppo molti piccoli felini furono travolti nel fuoco distruttore della superstizione e della lotta implacabile ad ogni presunta forma di sopravvivenza di paganesimo ed antiche religioni in manira accanita al segno che finirono per esser cacciati dal consorzio umano o addirittura sterminati: e siffatta loro persecuzione si ebbe soprattutto nell'area principale di diffusione del CULTO PER FREIA nella VALLE DEL RENO. Dopo un breve periodo di rinascita l'ultima drammatica epoca per il GATTO EUROPEO fu quella della contrapposizione tra RIFORMA PROTESTANTE e CONTRORIFORMA CATTOLICA. Sulla scia di IGNORANZA - SUPERSTIZIONE - TERRORE PER OGNI DIVERSITA' entrambe le confessioni religiose videro spesso nell'animale una PERSONIFICAZIONE DELL'ERESIA e soprattutto del MALE e di FORZE DIABOLICHE visto che il piccolo felino era spesso identificato col presunto demoniaco GATTO MAMMONE. Questo era considerato un famiglio delle STREGHE ritenute abili a trasformarsi in GATTI per nascondersi alle persecuzioni dei CACCIATORI DI STREGHE: per questo molti Gatti finirono mutilati, crocifissi ed arsi sul rogo (e resta ancora da segnalare, tra le brutte sorti che toccarono a questo animale, il fatto che fu utilizzato nel contesto di un gioco storico cruento in cui finiva per esser massacrato nel contesto di una presunta "gara" che si teneva nella pubblica piazza in alcune ricorrenze).
Dal '500 al '600 le cose tornarono a mutare e la nuova SCIENZA MEDICA PIU' ATTENTA A PROFILASSI ED IGIENE -pur non tra considerazioni varie che in alcuni casi non rinunciavano a VECCHIE CREDENZE PSEUDOSCIENTIFICHE SE NON SUPERSTIZIOSE SULLE MALATTIE- prese atto della straordinaria importanza che avevano la PROFILASSI e l'IGIENE PUBBLICA E PRIVATA
: esse anzi andavano rivelandosi, per esperienza, l'unica arma efficiente contro la MORTE NERA o BLACK DEATH = la PESTE BUBBONICA CHE DEVASTO' L'EUROPA PER DUE SECOLI.
E nel contesto di nuove riflessioni in tanti LIBRI "MEDICI" ISPIRATI A PURA FANTASIA qualcuno, maggiormente attento forse, prese atto che dove erano numerosi i GATTI
minore era la dannosa infestazione di RATTI = l'equazione RATTO = VEICOLO DI PESTILENZA non fu assodata e vi si sarebbe giunti in tempi successivi, tuttavia si era andata formando l'idea, comunque non peregrina, che le disgustose esalazioni determinate dagli accumuli di immondizia e dalla presenza abituale in essa di frotte di ratti potesse avere qualche rapporto con le mortifere manifestazioni contagiose.
Il ventimigliese APROSIO che aveva conosciuto i DANNI CHE ANCHE NELLA SUA CITTA' PROVOCAVANO LE PALUDI MALARICHE E LA SCARSA CURA IGIENICA [gli impaludamenti dell'area dove oggi sorge l'odierna Ventimiglia moderna nel XVIII secolo sarebbero comunque ancora stati causa di morte come si ricava da queste testimonianze di documenti notarili dell'epoca] ebbe occasione di conoscere sia gli ORRORI DELLA PESTE DI META' '600 IN GENOVA E SUO DOMINIO [che, da uomo sospeso tra antico e moderno, sulla base dei suoi mai sopiti interessi per l'astrologia in qualche maniera predisse sulla base dell' eclisse del 12 agosto 1654 e su cui tra l'altro scrisse in questa lettera all'amico siciliano Giovanni Ventimiglia] non cedette tuttavia agli estri della Superstizione, come si potrebbe supporre dall'evento siderale e dalla concomitanza pestilenziale ma, dimostrando di saper seguire nuove frontiere (in particolare quelle che lo stavano novellamente affascinando della Scienza Sperimentale) non ebbe alcuna cura parlare di demoni ed untori come altri fecero prima di lui ed alcuni ribadirono al suo tempo preferendo la via dell'osservazione critica in merito alle ESIGENZE DI PROVVEDIMENTI IGIENICI COME SCRITTO DA G. B. BALIANO accettando l'idea -peraltro giusta- che tra gli
strumenti per far l'aria salubre anco sia da notar il giovevole procrearsi di quei gatti da strada che soglion far ruina del viscido ratto che in frotte da millanta tempo par dal Dimonio ispeditto a dannificar case e poderi e a parere d' alcuni gran dottori, puranco dispensator di malanno al corpo delli omini, seppur di terren malanno e senza rispetto di maliardi inganni.
Si trattava certo di piccoli passi, ma non rimasero inascoltati e tantomeno inutili: ad esempio facendo della REPUBBLICA DI GENOVA un esempio in merito alle modifiche apportate nelle NORME PENALI DI TUTTI GLI STATI prese a registrarsi (invero poco ascoltati) negli STATUTI CRIMINALI GENOVESI DEL XVI SECOLO il divieto di SCARICARE ARBITARIAMENTE IMMONDIZIA E SPAZZATURA ma, cosa decisamente emblematica e mai per l'addietro avvenuta, si giunse a scrivere nei Regolamenti Militari il capitolo che comminava pene a chi rapisse, uccidesse per vari motivi alcuni animali tra cui i gatti: e questo non solo in quanto dal '700 in poi, grazie all'esplorazione del mondo e alla scoperta di altre splendide razze di GATTI, il piccolo felino ottenne una nuova fortuna in Europa come animale da compagnia ma soprattutto in quanto quale animale domestico gli era ormai ufficialmente riconosciuto il ruolo che aveva assunto nell'ecosistema a salvaguardia della casa contro i roditori ed i danni che potevano causare, sia procurando danni materiali sia -e la scienza ormai progrediva in questa direzione- causando malattie ed infezioni tanto ad altri animali che agli uomini stessi: