cultura barocca

S. BERNARDO DI CHIARAVALLE E L' ABBAZIA DI CLAIRVAUX
ANALIZZA ANCHE QUI L'
INFLUENZA SPIRITUALE DI SAN BERNARDO SULL'AREA LIGURE SPECIE DURANTE LA "LOTTA PER LE INVESTITURE"
E ANCORA COME
DA UNA "DIOCESI DI FRONTIERA" O DIOCESI USBERGO ABBIA ESTESO DALL'ITALIA ALLA FRANCIA IL SUO APOSTOLATO, ANCHE NELLA LOTTA CONTRO ERESIE, PROPOSIZIONI DANNATE, STREGONERIA ERETICALE ECC.

Enorme impulso per l'evoluzione del monachesimo in Liguria ebbe dapprima il monachesimo insulare di Lerino e quindi il monachesimo benedettino che, nel corso della sua operosa e diversificata evoluzione (di pari passo all'affermazione di altri grandi Ordini religiosi), si affermò dapprima nella grande fase dell'Ordine Cluniacense e poi nella seconda fase, corrispondente all'aspirazione di un ritorno a principi più elevati ed austeri di vita, caratterizzata dall'affermazione dell' Ordine Cistercense nel cui contesto un ruolo di primaria importanza fu svolto da colui che satebbe salito alla gloria degli altari con il nome di San Bernardo di Chiaravalle (approfondiscine la vita e l'opera)
. Nel 1119 iniziò la polemica con i cluniacensi (pure meritevoli per il grande ruolo svolto e per l'appoggio come qui si vede alla cristianità nella lotta contro gli invasori Saraceni) che però come appena detto richiamati specie da Bernardo a più letterale osservanza della Regola di S. Benedetto. Entro questa polemica ebbe inizio la singolare fra Bernardo e l'abate di Cluny, Pietro il Venerabile: la riforma si diffuse prima fra i monaci, poi fra il clero e infine interessò tutta la chiesa (per approfondire quanto è possibile il tema di questa polemica giova qui leggere quanto ne ha scritto il celebre filosofo Nicola Abbagnano). La virtù e l' efficace predicazione di Bernardo lo fecero conoscere oltre il chiostro ed egli in breve fu stimato, venerato, consultato e obbedito da principi e prelati; sostenne il vescovo di Parigi e quello di Sens contro Luigi VI; al concilio di Troyes ispirò, se pur non redasse, la Regola dei Templari
Ma ebbe anche un ruolo di rilievo nel contesto di quella contesa politico spirituale tra Chiesa ed Impero che ebbe nome di "LOTTA DELLE INVESTITURE" e che forse raggiunse il suo acme con il Dictatus Papae di Gregorio VII ma la cui conclusione venne ratificati parecchi decenni dopo tramite il Concordato di Worms ( 1122) di cui il Privilegium Calixtinum costituisce un'integrazione oggi necessaria per comprendere una questione delicatissima di cui molto si è anche perso: anni prima della ratifica finale, entro il contesto di innumerevoli legazioni, nel 1130, quando l'antipapa Anacleto II minacciava l'unità della chiesa opponendosi ad Innocenzo II [ nel contesto della trattazione della figura del Papa Padre Lucio Ferraris nella sua settecentesca Bibliotheca Canonica.... non si limita a classificare la sequenza dei Papi da San Pietro sin ai suoi tempi ma elenca parimenti scismi ed antipapi sì che per il periodo in questione si trova menzionata accanto alla figura dei Papi Callisto II, Onorio II, Innocenzo II quella dei rispettivi Antipapi Maurizio, Clemente IV e "Petrus Leonis" meglio detto Anacleto II (con l'indicazione pure dei relativi scismi di pertinenza)]
occorre dire che l'influenza di
Bernardo, favorevole a Innocenzo, fu decisiva [ = in questa circostanza Giovanni Battista Semeria nei suoi Secoli Cristiani della Liguria all'interno della storia dedicata al XII secolo ed ai suoi eventi dedicò una particolare attenzione è riservata in merito alla conciliazione tra le potentissime Repubbliche Marinare di Pisa e Genova conciliazione resa possibile (secondo Rainardo anche nel contesto di un glorioso viaggio attraverso le occidentali genti liguri plaudenti) dall'autorità di Papa Innocenzo II ma soprattutto da San Bernardo di Chiaravalle che, al suo seguito, svolse sia a Genova che poi a Pisa le dovute operazioni diplomatiche ottenendo pieno successo per una spedizione che presentava non pochi rischi ed il cui successo Bernardo riassunse ed esaltò, esaltando ed ammonendo i Genovesi, in questa lettera del 1134 ritenuta da lui scritta nella Badia di Tiglieto.
Così nel XII secolo per il tramite del già celeberrimo Bernardo di Chiaravalle la Liguria tutta ma in particolare il suo Ponente dovettero esser percorsi da una fortissima ventata di spiritualità specie sulla linea dei tragitti delle vie dei pellegrinaggi della Fede: un segnale abbastanza evidente è la comparsa dal milleduecento toponimi intitolati al santo (la cui vita e beatificazione divenne presto oggetto di celebrazione già nella Legenda Aurea di Jacopo da Varagine qui proposta nella fortunatissima volgarizzazione cinquecentesca di Nicola Manerbi o Legendario delle vite de' santi), la diffusione del suo nome e soprattutto l'intitolazione di un grande numero di chiese (cliccando qui visualizza con le valli, i borghi, le città del Ponente Ligure le chiese, parrocchiali e non, ed i luoghi di culto: sarà fattibile analizzare tra gli edifici sacri elenti quanti abbiano avuta una intitolazione a S. Bernardo o quantomeno una cointitolazione)
"Divus Bernardus, rebus cum ianuensibus compositis, ad propriam rediens, totam occidentalem contendit Liguriam, et ab Ingauni et Albintimelii episcopis benigne acceptus fuit, quibus de rebus valde suis diocesibus... tribuit fructum" scrisse con sincera passione Rainardus nel suo Tractatus Chronologicus, p. 203 = grande nemico di Abelardo, il profeta di Citeaux che a vantaggio di Innocenzo II pacificando Genova e Pisa aveva contribuito a esorcizzare una situazione negativa per il filonormanno antipapa Anacleto II stava raccogliendo i frutti di un'ammirazione e di una gloria terrena che forse non aveva mai cercata (G. Penco, Storia della Chiesa in Italia, Milano, 1977, pp. 279-281).
Nella Diocesi di Ventimiglia la cui importanza era notevole dal lato strategico sia per il temporale che per lo spirituale essendo "Diocesi di Frontiera" lo accolse [dai dati del Rossi, S.V.(ma edizione ampliata del 1886, tip. Ghilini, Imperia), p. 93 e p. 418] l' episcopo intemelio accompagnato dal clero (1133) e nell'agro ventimigliese (quasi certamente spostandosi lungo percorsi interni in qualche maniera riconducenti a quel tragitto di mezza costa che in tempi immemori aveva preso nome di via Eraclea e che, pur tra tante trasformazioni, fu sfruttato a lungo, addirittura da Ugo Foscolo agli albori del XIX secolo) il futuro Santo predicò: sicuramente a Vallecrosia nella chiesa di S. Bernardo, a lato dell'altar maggiore è murata una lapide commemorativa, assai posteriore (tardo secentesca dalla grafia) ma presumibilmente riscritta da una più antica: "Divus Bernardus hac in Ecclesia Magni Patriarchae Antonjj Vallis Rosae conciones tenens ad fidelem populum impulit anno 1143" (la data è correggibile al 1133, la storpiatura del toponimo rimanda all'eguale alterazione Vallecrosia o Val Crosa in Vallo Rosa di J. Chafrion - D. De Rossi, la Liguria, Stato della repubblica di Genova..., incisione su rame di A. Barbey, cm. 42 x 104, "confini della Francia" = sempre che mutatis mutandis i rifacimenti settecenteschi qui ben visibili ed ulteriormente approfondibili sia in questa carta digitalizzata che nei resti del "doppio campanile" (vedi) che probabilmente ancor più in questo quadro di Vallecrosia medievale datato del XVII secolo (qui proposto anche in forma sublimata e commentata) non inducano a credere che in origine in Vallecrosia si sia proceduto ad una cointestazione o meglio triplice della primigenia Parrocchiale del Borgo Antico di S. Antonio allo stesso S. Bernardo, oltre che a S. Sebastiano, cosa che si può evincere da queste varie considerazioni ben prima ancora della realizzazione della menzionata chiesa di S. Bernardo e quasi coerentemente con l'erezione dell'edificio originario, chiesa ma più propriamente oratorio, dall'aspetto tardo romanico di S. Bernardo a Seborga).
Il nuovo antipapa Vittore IV, abbandonato da tutti, si sottomise (1138), ponendo così fine allo scisma.
In uno dei suoi viaggi in Italia, Bernardo fondò presso Milano l'abbazia di Chiaravalle, in un luogo prima detto Rovegnano.
Si dedicò quindi alla lotta contro l' ERESIA nei suoi molteplici aspetti: nel concilio di Sens (1140) fece condannare 14 articoli di Abelardo; in quello di Reims (1148) costrinse Gilberto Porretano alla ritrattazione; nel 1145 compì una missione apostolica in Linguadoca contro due manichei, e fece cacciare dalla Francia Arnaldo da Brescia.
S.BERNARDO, alieno da onori, completamente dedito al trionfo della chiesa, rifiutò numerosi vescovadi. Profilatasi nuovamente la minaccia musulmana sull'Europa, in seguito alla caduta di Edessa (1146), ebbe da Eugenio III l'incarico di predicare la seconda crociata, e seppe infervorare gli animi in Francia e in Germania.
La spedizione cui parteciparono Corrado III e Luigi VIII ebbe un infelice risultato e Bernardo si difese con un'eloquentissima apologia.
Quando salì al pontificato Eugenio III (1145), suo discepolo e monaco di Chiaravalle, Bernardo sentl pesare sulle proprie spalle le preoccupazioni e le responsabilità della chiesa universale.
Da poco in Roma era iniziato un periodo di rivolte, organizzate da Arnaldo da Brescia, ed era stata proclamata la repubblica che durò fino al 1155; Eugenio III (morto nel luglio 1153) e Bernardo non ne videro la fine.
Bernardo fu canonizzato da Alessandro III nel 1174 e dichiarato Dottore della chiesa da Pio VIII nel 1830.
Più che teologo o filosofo Bernardo fu uomo d'azione e un mistico. L'amore di Dio e per lui l'origine, il mezzo e il fine della conoscenza. Egli ritiene che la vita spirituale sia governata dalla legge del progresso e si fondi su una buona base ascetica con accento sull'umiltà egli tende inoltre a sviluppare l'amore di Dio fino ai più alti gradi dell'unione mistica. Egli vede nella devozione all'umanità santissima di Gesù e nella devozione a Maria, mediatrice di tutte le grazie le vie maestre per attuare lo sviluppo della carità e della vita spirituale. E' nota la sua devozione alla Vergine, in lode della quale tuttavia non accettò la dottrina dell'Immacolata Concezione.
Tutti i suoi scritti irradiano una schietta soavità, frutto di una profonda vita mistica. Questa sua caratteristica gli meritò il titolo di Doctor mellifluus.[da G.D.E., UTET, Torino,III, s. voce, a c. di m. Isacco].



-S. GIORGIO sarebbe nato in Cappadocia verso il 270 e sarebbe stato martirizzato a Lidda in Palestina essendo un militare dell'esercito romano.
Papa Gelasio I nel 494 ne approvò un culto destinato a crescere per spontaneità popolare ma anche per una programmatica scelta della Chiesa.
Infatti, secondo un'andita tradizione (riportata da Jacopo da Varagine nella sua Leggenda Aurea in Libia presso Silene un drago avrebbe infestato uno stagno.
Per frenare la rabbia devastatrice del mostro gli abitanti giornalmente avrebbero offerto alla demoniaca creatura due pecore.
Il drago però avrebbe poi preteso delle vittime umane e quindi anche la figlia del re.
Giorgio affrontò allora il mostro, ferendolo con la sua lancia.
Chiese quindi alla figlia del re, appena salvata dalle fauci della creatura, di legare con la sua cintura il drago che GIORGIO condusse in città: qui, dopo aver avuta dagli abitanti la promessa di farsi battezzare alla vera fede, egli uccise il drago.
Quasi tutti mantennero il voto fatto, compresi il re e la figlia ma alcuni cittadini menzogneri si rifiutarono ed alla fine uccisero il valoroso cavaliere.
Nella complessa figura di S.GIORGIO sono stati individuati molteplici segnali culturali: non esclusa l'influenza del culto del dio egizio HORO effigiato come cavaliere protettore durante il Basso Regno.
Non è comunque difficile recuperare dalla tradizione agiografica l'influenza di molteplici segnali etnologici e folkloristici tipici in molte culture sotto forma di lotta al DRAGO come lotta al MALE.
In ambito cristiano è poi assolutamente evidente l'equazione DRAGO=PAGANESIMO/ PRINCIPESSA SALVATA=CHIESA: concetto che si trova poi replicato nei processi di sconsacrazione delle fonti pagane (come LAGO PIGO IN ALTA VAL NERVIA) per essere erette, tramite consacrazione entro un ciclo cristiano, in basi sante della CHIESA TRIONFANTE SUL PAGANESIMO CIOE' SULLA BESTIA.
Alla luce di queste considerazioni non pare quindi strano che PAPA GREGORIO MAGNO, tanto impegnato coi Benedettini nella riconsacrazione cristiana di antiche basi sacrali pagane, si sia fatto promotore di un grande movimento devozionale nei confronti di S.GIORGIO e addirittura abbia personalmente redatto una preghiera in suo onore.
L'influenza del culto di S.GIORGIO si estese, per un impulso quasi senza frontiere, dall'Oriente all'Occidente: tale influenza si materializzò non solo nell'intitolazione di innumerevoli chiese (nel Ponente ligure si cita solo a titolo d'esempio il caso del S.GIORGIO DI DOLCEACQUA) ma si espresse anche in cicli figurativi (come a MONTALTO dove è rappresentato il SANTO NELLA SUA LOTTA COL DRAGO in un ciclo di affreschi entro la CHIESA a lui intitolata) e finì per entrare nell'araldica e nella simbologia di CASATI FEUDALI e quindi di veri e propri STATI MODERNI come è il caso di GENOVA o SERENISSIMA REPUBBLICA DI S.GIORGIO nel cui STEMMA sono raffigurate scene dell'antico, leggendario scontro col DRAGO.

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S. MARTINO DI TOURS nato da genitori pagani (Sabaria in PANNONIA nel 315 circa/ morto a Candes nella Turenna) è il santo più venerato nella Francia del Medio Evo.
Entrato, per volontà del padre, nella esercito romano come ufficiale si distinse per il valore e la pietà: a questo periodo si rifà il famoso episodio in cui Martino divise il suo mantello con un povero.
Ricevuto però il battesimo da Amiens egli lasciò la vita militare non avendo voluto predere le armi contro i BARBARI INVASORI.
Sarebbe quindi stato nominato ESORCISTA da ILARIO DI POITIERS, anche se questo evento non pare conciliarsi con i fatti contenuti nella biografia di ILARIO.
Da questo momento comunque i suoi spostamenti attraverso i resti del decadente IMPERO DI ROMA furono molteplici: fu infatti in PANNONIA e quindi in vari luoghi d'ITALIA inteso a combattere contro l'ERESIA ARIANA: nelle alterne vicende di questa sua lotta, che assunse dimensioni tuitaniche, trovò anche rifugio e meditazione in Liguria nell'ISOLA GALLINARA da dove esercitò un potente influsso culturale e spirituale contribuendo grandemente alla diffusione del Cristianesimo nella regione.
Si ritirò quindi a vita da EREMITA a Ligurgé dove fondò il primo monastero d'Occidente (361): successivamente nel 371 fu per volontà popolare fatto vescovo di TOURS e presso questa città eresse quindi il MONASTERO DI MARMOUTIER destinato ad esercitare grande influenza e ad assurgere ad enorme importanza.
Raggiunse straordinaria fama tra le genti per i 26 anni di apostolato cristiano esercitato nei territori francesi e caratterizzato da grandi processi di conversione dal paganesimo alla nuova fede.
Per certi lati fu un uomo di avanguardi mirando a tutelare i diritti della chiesa di fronte alle violenze del potere civile: contemporaneamente diede prova di grande tolòleranza assumendo le difese dei priscillanisti spagnoli setta che prendeva nome da PRISCILLIANO eresiarca ispano-romano del IV secolo, teorico di una vita rigorosamente ascetica e staccata dalle cose mondane. La setta cui diede vita sviluppò esperienze manichee e gnostiche sulla base dei vangeli apocrifi e teorizzo la prossima fine del mondo: dando voce ai tanti avversari del movimento l'usurpatore Massimo, imperatore della Gallia, col concilio di Bordeaux del 384 condannò Priscilliano e la sua Setta sì che il fondatore e suoi sei seguaci furono giustiziati a Treviri nel 385. Per primo S.MARTINO fece sentire coraggiosamente la sua voce contro tanto spargimento di sangue: seguito poi da S.AMBROGIO vescovo di Milano, da Papa Siricio ed altri teologi.





Nel XII secolo per il tramite del celeberrimo Bernardo di Chiaravalle la Liguria tutta ma in particolare il suo Ponente dovettero esser percorsi da una fortissima ventata di spiritualità: un segnale abbastanza evidente è la comparsa dal milleduecento di toponimi intitolati al santo, la diffusione del suo nome e soprattutto l'intitolazione di un grande numero di chiese.
"Divus Bernardus, rebus cum ianuensibus compositis, ad propriam rediens, totam occidentalem contendit Liguriam, et ab Ingauni et Albintimelii episcopis benigne acceptus fuit, quibus de rebus valde suis diocesibus... tribuit fructum scrisse con sincera passione Rainardus nel suo Tractatus Chronologicus, p. 203 = il grande nemico di Abelardo, il profeta di Citeaux, il servitore di Innocenzo II che pacificando Genova e Pisa aveva contribuito a esorcizzare una situazione negativa per il filonormanno antipapa Anacleto II andava raccogliendo tra le genti una reputazione ed una devozione destinata a pochi uguali (G. Penco, Storia della Chiesa in Italia, Milano, 1977, pp. 279-281).
Nel ventimigliese lo accolse (dai dati del Rossi,
S.V., p. 93 e p. 418) l'episcopo Martino (1133) e nel ventimigliese il futuro Santo predicò: a Vallecrosia nella chiesa di S. Bernardo, a lato dell'altar maggiore è murata una lapide commemorativa, assai posteriore (tardo secentesca dalla grafia) ma presumibilmente riscritta da una più antica: "Divus Bernardus hac in Ecclesia Magni Patriarchoe Antonjj Vallis Rosae conciones tenens ad fidlem populum impulit anno 1143" (la data è correggibile al 1133, la storpiatura del toponimo rimanda all'eguale alterazione Vallecrosia o Val Crosa in Vallo Rosa di J. Chafrion - D. De Rossi, la Liguria, Stato della repubblica di Genova..., incisione su rame di A. Barbey, cm. 42 x 104, "confini della Francia").