cultura barocca
informatizzazione a cura di B. Durante

Pubblicando quella sua sorta di monumentale seppur particolare storia di abbigliamento, moda, scarpe e calzature, oggettistica varia entro il mai abbastanza letto Scudo di Rinaldo I qui digitalizzato l'erudito agostiniano ventimigliese Angelico Aprosio si documentò al massimo e tra le curiosità in merito a
*********FORZE ARMATE, DIVISE, ATTREZZATURE*********
non rinunciando, tra le fonti documentarie, a quello che gli andava offrendo per i tempi antichi il fiorente COLLEZIONISMO avvalendosi di molti contributi tra cui la silloge sulle LUCERNE ANTICHE SPESSO EFFIGIANTI OGGETTI DI VITA COMUNE REDATTA DA FORTUNIO LICETI lo scienziato e antiquario rapallese che nella meticolosa riostruzione si avvalse di tanti creatori di MUSEI PRIVATI (purtroppo anche destinati a triste oblivione) tra cui non poteva non avere il celebre CASSIANO DAL POZZO che tanto materiale, descritto od anche effigiato o addirittura fatto osservare de visu al Liceti aveva raccolto nel corso di un'indefessa attività antiquaria: tra questo spicca la CALIGA O "TIPICA SCARPA MILITARE ROMANA" (e della quale si vede qui l'IMMAGINE PROPOSTA DAL DE LUCERNIS AVENDO SUGGERITO IL CELEBRE OGGETTO ANCHE VARI ARTIGIANI -E NON SOLO IN QUESTO CASO- BRAVI NEL RIPRODURRE DIVERSAMENTE, ANCHE IN FORMA DI LUCERNE SEPOLCRALI E NON, QUESTO NOTO TIPO DI SCARPA = di una lucerna simile ma non identica l'antiquario e curatore museale JOANNES SMITH scrisse all'erudito N. HENSIUS ma diversa e verosimilmente più bella era questa "LUCERNA SCOPERTA A ROMA" CHE PERO' CASSIANO DAL POZZO DA NON MOLTO AVEVA DONATA ALLO SPAGNOLO DUCA DI ALCALA' trattenendone solo la perfetta riproduzione grafica affidata ad un valido artista di cui si legge nella riproduzione del Liceti.
Angelico Aprosio "il Ventimiglia" nelle sue investigazioni cercò comunque di andare sempre oltre il possibile e segnalarsi rispetto ad altri indagatori: ed ecco così che volle riesumare -come si vede nella stampa sopra proposta con ulteriori immagini - quelle che anche definì SCARPE PER LA CACCIA E IL COMBATTIMENTO NEI LUOGHI NEVOSI E GELATI e che in pratica erano gli antenati dei moderni "SCI" = si valse per ciò di un volume in cui eran proposti in stampa anche CACCIATORI E MILITI DEL NORD EUROPA CALZANTI ANTICHI "SCI" e la tipologia specifica degli stessi distinti come qui si vede tra CALOPODIA (CHE SEMBRANO PIU' PROSSIMI A SCARPE DA NEVE = RACCHETTE DA NEVE) E NARLA (I VERI PROTOTIPI DEGLI "SCI" ATTUALI).
Le notizie e soprattutto le immagini furono da lui recuperate entro DUE VOLUMI (praticamente sempre accorpati) con tavole incise in rame fuori testo (anche ripiegate), raffiguranti diverse tipologie di antiche calzature (sandali semplici, curiosi oggetti da caccia, calzature ginniche, scarpe da passeggio e da festa, calzature papali, sandali chiodati ecc. = la concia delle pelli e la confezione delle scarpe come indicano qui gli antichi Statuti di Apricale e San Romolo in Liguria erano protetti da norme severissime) ma anche trattanti argomenti diversi che interessavano il frate come tanti altri costumi antichi dalla caccia ai grandi banchetti come alle feste e danze senza certo trascurare la gloriosa testimonianza di giochi, giostre, tornei, "singolar tenzone": insomma le arti tipiche della cavalleria.
QUESTI DUE VOLUMI furono quelli redatti BENOIT BAUDOIN (15??-1632), storico francese, che raggiunse notorietà proprio grazie a questo saggio, e GIULIO NEGRONE filosofo, teologo e retore che, nato a Genova nel 1553, entra nella Compagnia di Gesù nel 1571 morendo a Milano nel 1625 dopo esser stato anche membro dell'Accademia dei Parteni di Roma, utilizzandovi lo pseudonimo di Panfilo Landi - Nome su edizioni: Julius Nigronus; Iulius Nigronus; Panfilo Landi = vedi: Ferrari, Luigi, Onomasticon. Repertorio biobibliografico degli scrittori italiani dal 1501 al 1850
BALDUINUS, Benedictus, De Calceo antiquo (Leg. con:) NIGRONUS, Jul., De caliga veterum. Accesserunt ex Q. Tertulliani, Cl. Salmasi et Alb. Rubeni scriptis plurima eiusdem argumenti… aeneis figuris illustrantur, Amstelodami, sumpt. Seb. Combi et Jo.Lanou, 1667, 2 parti in un vol. in-12, pp. (12, compresi antip. e tit.), 345, (29); 213 BALDUINUS, Benedictus, De Calceo Antiquo …, comprende: NIGRONUS, Julius. De Caliga Veterum …, Amsterdam, Andreas Frisius, 1667. 12m°.
Vedi ancora BALDUINUS BENEDICTUS, Calceus antiquus et mysticus Accesserunt ex Cl. Salmasii notis Lugduni Batavorum, apud Theodorum Haak, 1711. Segue (con autonomo frontespizio): NIGRONIS JULIUS, De caliga veterum Stessi dati tip. Due opere in un volume di cm. 16, pp. (48) 292 (32); 156 (12).
Ad ogni autore, ad ogni fonte (oltre che all'osservazione diretta) si rifaceva Aprosio per ricostruire i tratti più variegati di costumi ed abbigliamento e non solo si avvaleva di autori rari per commettare gli SCI o se vogliamo i loro ARCHETIPI COME NELL'IMMAGINE ANTIQUARIA SOPRA PROPOSTA: egli era interessato da ogni stravaganza, spesso per farne un oggetto di critica moralistica e di satira, pur magari sapendo che anche ragioni pratiche consigliavano e spesso imponevano certe stravaganze.
La sua produzione moralistico/satirica (che risentì alquanto l'influenza del libertinismo degli Accademici Incogniti la quale corposamente si riversò nei suoi scritti antifemministi) subì anche -come forse tutto l'ambiente veneziano- l'influsso di altri autori come i napoletani Ernando Tivega e pure Clemente Barrera che parimenti scrissero contro la "vanità femminile" pagine di cui si sente l'eco specialmente nell'aprosiano Scudo di Rinaldo I soprattutto per restare in tema all'uso di "SCARPE ALTISSIME": COME QUI SCRIVE APROSIO anche se onestamente occorre dire che tal MODA (per quanto non esente da eccessi) aveva, come prima accennato, anche una valenza pratica dato nel caso in questione la necessità di superare gli IMPALUDAMENTI CHE SPESSO BLOCCAVANO IL TRAFFICO DELLE CITTA' PER UNA SCARSA CURA DELL'IGIENE PUBBLICA di modo che anche le gran dame quando, giunte alla loror destinazione, dovevano lasciare la CARROZZA [od in città più di frequente la SEGGETTA (PORTANTINA COME SI VEDE NELL'IMMAGINE ANTIQUARIA)] dovevano faticare non poco per evitare senza sporcarsi i liquami dovuti ad un sistema fognario primitivo con relativo accumulo di fanghiglia: ma camminare su scarpe tanto alte era effettivamente un'impresa sì che i servitori le prime forme di "cicisbei" od accompagnatori ufficiali dovevano farsi aiutare da amici o loro servitori onde offrire alle dame in sì precario equilibrio il saldo appoggio delle loro spalle
Il citato Clemente Barrera citato da Aprosio nel suo Capitolo dello Scudo di Rinaldo "Sull'altezza degli Zoccoli" onestamente è mordace ma anche lascivo lasciando palesemente intendere che cosa potrebbe egli fare facilmente anche in pubblico nascostosi -certo con la loro complicità- sotto donne così alte e riparato dal loro enorme guardinfante (basta qui leggere i primi 3 versi di p. 235).
Più garbato risulta "Ernando Tivega" anche se fa salaci riferimenti a queste femminili vanità ma per una bizzarra scelta di Aprosio che sembra voler costruire un centone antidonnesco quasi indecifrabile in merito alle fonti si avvale in modo quasi criptico di un altro autore per la nuova lasciva allusione alle scarpe altissime ed al guardinfante che, nella loro ambigua sinergia, permetterebbero di cogliere, di nascosto, "illeciti amori" specie in occasione di banchetti ma ancorpiù di feste e danze epure profittando dell'evenienza di qualche caccia come di qualche giochi egiostre pur se ormai, ben più di tutto, era oramai temuta con le Veglie l'occasione dal molti ritenuta naturalmente tentatrice del Teatro profano.
In effetti, data la sequenza e la disposizione delle pati così ben giustapposte, ad una prima lettura sembrerebbe davvero opera di "Ernando Tivega" ma invece lo è, in effetti, di altri, dell'amicissimo d'Aprosio il genovese Anton Giulio Brignole Sale.
Iridescenze e pruriti del giovane Aprosio "il Poeta" più che "il Ventimiglia" come passerà alla storia, peccati di gioventù che presto si stemperaranno, specie lontani dalla "tentatrice Venezia".
In effetti il BATTAGLIA (che fa derivare l'origine della parola "cicisbeo" per indicare il "cavalier servente" da una "voce foggiata onomatopeicamente per esprimere il chiacchiericcio frivolo ed insistente senza però escludere una possibile derivazione del termine "dal basso piemonteecicibeu beccafico, fringuello") data soprattutto al XVIII secolo la costumanza ma nel contesto di tutte quete narrazioni capita appunto di veder citato il rischio di cadere della donna e la sua necesità di appoggiarsi a quyalcuno che le sia vicino = e comunque il cicisbeismo esplose davvero nel '700 e, ad onta del suo principio casto del "cavalier serviente" o semmai custode della virtù donnesca, diede luogo a molti ambigui intrecci.
Non a caso il geloso Ludovico Adimari antifemminista ben più feroce di Aprosio -forse anche perché direttamente interessato- nel pieno fenomeno del cicisbeismo nelle sue SATIRE a partire dalla SATIRA II inizia una sequela assai mordace e caustica delle sue osservazioni pure contro i "cicisbei" che apertamente ritiene conniventi delle donne oramai diventate troppo libere e furbe a parer suo
Resta fur di dubbio che tra il '600 ed il '700 la morale pubbica subì delle trasformazioni evidenti sin a sancire una
LIBERTA' COMPORTAMENTALE SIA DI DONNE CHE DI UOMINI CHE POTEVA EFFETTIVAMENTE CONOSCERE DEGLI ECCESSI
con grande scandalo di moralisti e "bacchettoni" dell'epoca: il momento più conclamato di licenze, divenne come è comprensibile, del
*************CARNEVALE*************.
Ma con il tempo tutte le
FESTE, SPECIE QUELLE PUBBLICHE CON TANTO DI DANZE, PRANZI E GRANDI BEVUTE FINIRONO PER DIVENTARE COME QUI SI VEDE MOMENTI ANCHE PERICOLOSI CON TANTO DI VIOLENZE E RICORSO ALLE ARMI E SFIDE A DUELLO
e nel contesto di questo
MONDO DELL'"ANTICO REGIME" LA CUI "VITA" NON SAREBBE STATA ANCORA LUNGA E LA CUI FINE SAREBBE STATA SEGNATA DA UNA "RIVOLUZIONE" EPOCALE
spesso si provvedeva all'interno delle famiglie stesse a dare
SUGGERIMENTI DI COMPORTAMENTO ALLE FUTURE DAME, SEGNALANDO I VARI PERICOLI: PUR OSCILLANDOSI TRA POSTAZIONI MODERATE E UN RITORNO ALL'IRRIGIDIMENTO DELLA MORALE FEMMINILE: COME SI VEDE IN QUESTE ANTICHE OPERE "DIDATTICHE A PRO DELLE GIOVANI DONNE"
pur nel contesto di una generale, lenta ma irreversibile
RIVALUTAZIONE DELLA CONDIZIONE FEMMINILE, SEGNALE IMPORTANTE DELLA CADUTA DI UN VECCHIO MONDO E DELL'AVVENTO DI NUOVE SCELTE DI VITA



CLICCA QUI PER RITORNARE AGLI ECCESSI DELLA TRATTATISTICA DELLA MODA DI CUI PARLA E SCRIVE A. APROSIO NELLE SUE OPERE

CLICCA QUI PER RITORNARE ALLA HOME PAGE DI CULTURA BAROCCA