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MUMMIA DEL PERIODO INCA: VEDI QUI LA CELEBRE MUMMIA COMUNEMENTE NOMINATA MUMMIA DELLA SACERDOTESSA


























Le mummie inca: i segreti di un impero scomparso - edito il 24 maggio 2004 su National Geographic Channel - è la storia della corsa contro il tempo dell’archeologo peruviano Guillermo Cock per salvare - grazie ad un finanziamento della National Geographic Society - un incredibile patrimonio culturale dalla distruzione.
ABITARE SOPRA IL PROPRIO PASSATO
Scenario della vicenda è Tupac Amaru, un sobborgo urbano nato nel 1989 nei dintorni di Lima, un panorama arido e desolato dove i bambini giocano nella polvere di strade sotto cui si estende uno dei più estesi cimiteri inca mai scoperti in Perù.
Per 5 secoli, grazie all’aridità del terreno, il grande sepolcreto (oltre 8 ettari di estensione) ha custodito i suoi segreti: migliaia di individui, guerrieri, agricoltori, artigiani, donne e, soprattutto bambini, sepolti a 2 metri di profondità, lontani dal mondo moderno.
Ma chi erano questi 10.000 individui (2.200 già estratti e, probabilmente, altri 8.000 ancora da scavare) che furono sepolti qui tra il 1480 e il 1535? Perché tante di queste mummie sono di bambini? Come sono morti? È questo, forse, il vero tesoro degli inca, il popolo figlio del sole padrone di uno dei più grandi imperi che il mondo abbia mai conosciuto?
Oggi, sopra l’antico cimitero sorge una baraccopoli che ospita più di 1200 famiglie. I bulldozer che lavorano all’incessante crescita dell’agglomerato, le acque reflue delle fogne a cielo aperto hanno danneggiato gli inestimabili tesori che la terra nasconde. Per fare spazio al progresso e alle nuove abitazioni, la gente del luogo ha strappato le mummie al sottosuolo e le ha bruciate rischiando di compromettere per sempre le possibilità di conoscere la storia dei propri antenati.
Prima dell’arrivo degli Spagnoli, in questo sito, identificato dagli archeologi come Puruchuco-Huaquerones, viveva una ricca comunità che usava mummificare i propri morti avvolgendoli in grandi bozzoli di tessuto.
Uomini, donne e bambini - fino ad un numero massimo di 7 individui - vestiti degli splendidi e preziosissimi tessuti tipici della cultura materiale degli inca, venivano avvolti nella tela assieme a tutto ciò che poteva servire per la vita dopo la morte (cibo, vasellame, abiti, armi), in “bozzoli” che potevano arrivare a pesare alcuni quintali.
Alcune delle mummie, evidentemente appartenenti a membri dell’aristocrazia, ancora indossano i coloratissimi copricapo di piume tipici del loro rango. Tra i circa 60.000 manufatti reperiti nelle sepolture, anche collane di gusci di spondylus, una rarissima conchiglia tipica dell’Ecuador, un altro evidente segno della ricchezza degli individui inumati
. "La grande quantità di sepolture scoperte rappresenta un’opportunità completamente nuova per risolvere i grandi misteri che ancora avvolgono l’Impero degli inca. Le migliaia di mummie si vanno ad aggiungere ai reperti già scoperti e rappresentano un nuovo e incredibilmente vasto numero di esempi di quella che poteva essere la vita degli inca. L’età degli individui mummificati va dai bambini ai più anziani, ve ne sono di persone evidentemente poverissime come di aristocratici di altissimo rango. Fino ad oggi, le informazioni di tipo archeologico su quest grande Impero ci venivano da sporadici ritrovamenti di alcuni individui: pochi elementi che non ci avrebbero mai permesso di trarre certezze sui costumi degli inca", ha dichiarato il Professor Guillermo Cock.
LE CAMPAGNE DI SCAVO
Negli ultimi 3 anni, il Professor Cock e la sua squadra hanno lavorato senza sosta per preservare quante più sepolture possibile prima che la baraccopoli che sovrasta il sepolcreto si espanda ulteriormente distruggendo tutto. Quando ebbe inizio la prima campagna di scavo, l’insediamento scaricava direttamente nel terreno circa 180.000 litri di acque (comprese quelle fognarie) al giorno, questo vero e proprio fiume, evidentemente, andava a finire nelle tombe inca.
Le mummie, che grazie all’aridità del suolo, si erano preservate per 5 secoli, cominciarono a decomporsi. Nel 1998, la situazione venne ulteriormente aggravata dall’intervento dei bulldozer.
Posti di fronte ad una scelta - abbandonare le proprie case o assecondare il progetto di ricerca e conservazione - gli abitanti della baraccopoli decisero di racimolare il denaro necessario a garantirsi legalmente il diritto a rimanere in quella che, da zona abitata, stava per trasformarsi in monumento nazionale.
Gli archeologi trasformarono l’abitato in uno scavo archeologico, le strette viuzze della baraccopoli divennero trincee su cui vennero costruiti ponticelli per permettere alla popolazione di attraversare.
Molti degli abitanti di Tupac Amaru furono ingaggiati come operai di scavo. Tra le prime interessanti scoperte, 120 bozzoli di mummie che testimoniano che il campo di gioco di fronte alla scuola era un tempo la zona di sepoltura dei membri dell’aristocrazia.
In realtà, le prime mummie furono scoperte nel 1956, ma il sito non venne esplorato in maniera approfondita e metodica.
Nel 1985 vennero scavati 70 pozzi di saggio e si arrivò alla scoperta di 24 sepolture.
Guillermo Cock e la sua équipe cominciarono a lavorare qui nel 1999, e nel 2000 vennero scoperte 985 bozzoli e i resti di altri 250 individui.
Una volta esauritisi i fondi iniziali, nel 2001 fu un finanziamento della National Geographic Society a permettere agli archeologi di continuare a lavorare concentrandosi sul recupero dei bozzoli contenenti le mummie di membri dell’aristocrazia.
Le sepolture di questo genere, qui localizzate in due sole zone dell’antico sepolcreto, sono, in genere, molto rare e, spesso, vengono trovate dagli archeologi quando sono state già saccheggiate dai tombaroli.
Secondo Johan Reinhard - archeologo di National Geographic e scopritore della famosa "Vergine di ghiaccio" inca: "In un certo senso, i bozzoli di mummia possono essere considerati le macchine del tempo degli inca, il grandissimo numero di mummie ci fornisce una nuova e straordinaria opportunità di avere nuove informazioni su questo popolo ancora così misterioso".
LE FALSAS CABEZAS
La breve stagione di scavo del 2001 ha riportato alla luce un numero di bozzoli esattamente doppio rispetto a quello previsto. Tra questi, anche 22 esemplari perfettamente integri e 18 danneggiati di "falsas cabezas": bozzoli con una protuberanza di tela imbottita di cotone - a volte coperta da una maschera o sormontata da una parrucca in fibre vegetali - che conferisce all’intero bozzolo una qualche parvenza umana.
Ogni falsa cabeza contiene diversi individui: un personaggio principale e coloro che sono, presumibilmente, stati sepolti con lui per accompagnarlo nel suo viaggio verso l’aldilà.
I corpi di tutti gli individui adulti sono posti in posizione fetale - la classica postura delle sepolture inca - e circondati dai loro beni terreni.
IL FUTURO DELLO SCAVO
Oggi, i bambini di Tupac Amaru giocano tra la polvere di quello che un tempo fu il cimitero dell’élite dell’Impero inca, sotto i loro piedi, si sfaldano i capelli e i denti delle mummie che affiorano dal terreno.
A miglia di distanza, nel laboratorio del Professor Cock a Lima, antropologi fisici provenienti dagli Stati Uniti e dal Canada esaminano i resti trovati a Tupac Amaru cercando di dare una risposta a mille domande: chi erano questi individui? Qual era il rapporto tra gli individui di uno stesso bozzolo? Di quale malattie soffrivano? Che lavori svolgevano? Come sono morti?
Anche se lo desidera con tutto il suo cuore di scienziato, Guillermo Cock non tornerà troppo presto a Tupac Amaru/Puruchuco, dove le baracche coprono la gran parte delle aree ancora da scavare e l’elettricità è appena arrivata. "Sappiamo che ci sono ancora centinaia di bozzoli sotterra, smettere di scavare adesso è davvero frustrante, quello che è ancora sotto le baracche potrebbe rappresentare un grande contributo alla conoscenza dell’Impero inca".
TRE DIVERSI LUOGHI PER UN UNICO MISTERO
Ma quella del cimitero di Tupac Amaru non è la sola "storia degli inca" raccontata in Le mummie inca: i segreti di un impero scomparso.
Il documentario si sviluppa, infatti, secondo tre linee narrative legate a tre diversi siti archeologici, mettendo insieme alcuni delle tessere del puzzle del mistero degli inca, il popolo che in soli 100 anni arrivò a costituire un impero che si estendeva su 4.000 km e comprendeva 12 milioni di sudditi.
Si sale infatti sul Cerro Llullaillaco, a 6.739 di altitudine sulle Ande con l’archeologo di National Geographic Johan Reinhard che nel 1995 scoprì i corpi mummificati e congelati di bambini inca immolati agli dei oltre 500 anni fa.
Tra questi la famosa "Vergine di ghiaccio".
Per concludere il nostro viaggio tra i misteri degli inca, sarà opportuno penetrare nella più impervia delle foreste con lo studioso inglese Peter Frost alla volta di Vilcabamba l’ultima roccaforte degli inca, scoperta da Gene Savoy nel 1964.
Per circa 40 anni, gli ultimi superstiti del grande impero trovarono rifugio dagli spagnoli in questa remota località.
Fino ad oggi quest’area è rimasta quasi completamente disabitata, e ancora non ne esistono mappe dettagliate.
Lasciata la città sepolta, sul ripido e verdeggiante pendio del Cerro Victoria, Frost e i suoi collaboratori dall'indagine in questione è sato visionare le rovine di Corihuayrachina un nuovo grande sito, la più importante e significativa scoperta per l’archeologia incaica dopo quella di Vilcabamba, con le sue oltre 100 strutture residenziali e collettive, gli edifici cerimoniali e una piramide tronca.[NEWS RELEASE: Le mummie Inca - I segreti di un impero scomparso, Maggio 2004]