cultura barocca
INF. E TESTO A CURA DI B. E. DURANTE ALTRE "MUTAZIONI" PROPOSTE NEL PREZIOSO VOLUME DELLO J. G. SCHENCK CON QUELLE DI ALTRI AUTORI (CLICCARE SUI NUMERI MODERNI E LE VOCI MODERNE ATTIVE ED EVIDENZIATE PER SCORRERE L'ELENCO)

Non si può parlare di "Leggi Criminali" e di "Caccia alle Streghe" ed ancor meno Misoginia, Poveri e Miserabili, Diversi fisicamente, sessualmente, etnicamente ed anche intellettualmente oltre che sotto il profilo religioso (vedi Indici) senza citare quei Diversi per eccellenza che la cultura, laica e religiosa, dell'età intermedia, non riuscendo a codificare nei suoi schemi biblico-tolemaici, aristotelici o pseudoaristotelici, finiva per escludere dal circuito del possibile e, ignorando il probabile, rimandava all'idea
-poi fortunatamente corretta con i progressi di quella moderna medicina fra cui primeggiò F. Puccinotti celebre clinico amico di G. Leopardi-
di
*************MOSTRI*************
come codificato anche per via di immagini da autori le cui opere son state raccolte e studiate da A. Aprosio sì che si può qui parlare di
MOSTRI DI J. G. SCHENCK (SCENKIUS) - MOSTRI DI AMBROISE PAIRE' - MOSTRI DI GASPARE BAHUIN - MOSTRI DI FORTUNIO LICETI.
MOSTRI da intendere nei casi "migliori" quali devianze dalla logica, come "portenti" di natura, spregevoli ma studiabili, o nella più grave delle ipotesi da inserire entro le inquietudini delle diversità emarginande ed emarginabili, dei Mostri che non si dovevano capire, perché avrebbero alterato le sanzioni dei troppi "ipse dixit", e che quindi erano sempre e comunque esseri diabolici,sterminabili senza ostacoli religiosi o morali.
[per comodità del lettore si precisa che ovunque come in questo caso tratto dal libro Le Meraviglie del Mondo anche le didascalie evidenziate nel corpo delle immagini sono attive e rimandano ad altre immagini]

Purtroppo è da riconoscere che a fianco di queste investigazioni già di per se stesse iridescenti convivevano interessi vari atteso l'impensabile e remunerativo fascino da sempre esercitato sulle masse fruitrici dall'ostentazione reale, letteraria o spettacolare dell'orrorifico o comunque dello straordinario.
E di ciò eran consapevoli sia parecchi LETTERATI, SPECIE PER I CONNOTATI DELL'EPOCA, PROPENSI AL GIOCO FUNAMBOLICO DI PROPORRE LE CRUDELI E CAPRICCIOSE STRANEZZE DELLA NATURA sia quei personaggi -che è ingeneroso quanto inevitabile accostare al "mondo dello spettacolo", seppur uno "spettacolo da fiere" per un popolo ignorante, credulone e superstizioso ma soprattutto pagante quanto attratto da simili pubbliche ostentazioni, meglio noti sotto la nomea degli avidi e crudeli MERCANTI DI MERAVIGLIE (costoro provenivano dalle terribili CORTI DEI MIRACOLI PER FAR ESIBIRE NELLE FIERE CREATURE DEFORMI OD ESOTICHE = anche ai tempi dell'IMPERO DI ROMA nel contesto degli SPETTACOLI si ricorreva per il pubblico di gusto più grezzo all'utilizzazione di MIMI CON PALESI DEFORMITA' (PER ES. I SANNIONES GIBBI) E DESTINATI A SUSCITARE IL RISO COME SI VEDE DALLE IMMAGINI DEL "MUSEO CASALI" ma nulla fu verosimilmente paroganabile, anche per la ferocia che si associò alla morbosità, con quanto avvenne procedendo dall'età di mezzo per giungere all'OSTENTAZIONE DI OGNI ORRORE ED ALLO SFRUTTAMENTO DI OGNI UMILIAZIONEA FINI DI LUCRO PER OPERA DEI MERCANTI DI MERAVIGLIE PARTENDO DAL '500 PER GIUNGERE IN PRATICA AL XIX SECOLO).
In questa epoca complessa in cui tormentati ma luminosi fermenti della SCIENZA NUOVA in aperto conflitto con SUPERSTIZIONE E CREDULITA' le postulazioni estreme talora si toccano in una esacerbazione delle riflessioni.
Così in merito ai presunti MOSTRI alla base dell'ipotesi più fausta risulta necessario citare ancora, quale un progresso rispetto al passato, le morbose, discutibili ma utili investigazioni del medico SCHENCKIUS che tracciò una sua STORIA DEI MOSTRI (Monstrorum Historia..., Francofurti, M. Beckeri, 1609), instancabile sforzo di intendere, fra le nebbie di tante illusioni parareligiose, la veridicità di troppe notizie su presunti, demoniaci MOSTRI che, in linea empirica, lo scienziato andava disegnando quali aberrazioni genetiche (in massima parte causate da devianze sessuali incestuose e, solo parzialmente, da povertà alimentari, comuni nelle popolazioni rurali ove quegli infelici eran più frequenti) tipiche tanto dell'economia chiusa e curtense quanto delle miserie d'aree storicamente depresse quali l'Illirico, la Dalmazia, il sistema carpatico-danubiano, tutti i complessi demici e ambientali dei Balcani e della vasta pianura sarmatica.
Deformità funzionali, fisiche e psichiche, Idrocefalia, Magalocefalia, Siamesismi paradossali, aspetti belluini della facies di esseri umani erano tra i marchi più comuni dei Mostri, i derelitti troppo spesso dipinti come figli di Satana, i poveri devianti che furono alla base del folklore orrorifico mitteleuropeo (e non solo), gli spaventosi Diversi che l'umana paura delle diversità a volta racchiuse nel circuito di favole patetiche (ricordiamo "La Bella e la Bestia" dove l'amore può tutto: ed è già molto!) ed in altri casi imprigionò nel tenebroso mito del male in agguato, della paura inconscia dell'essere che, nei secoli, diventerà l'Uomo Nero, torturatore infame di tante fanciullesche coscienze e quindi maligno evocatore di tante "adulte" superstizioni. I Mostri che lo SCHENCKIUS, tra il morente '500 e le speranze crepuscolari del controverso '600, cercava di far comprendere, almeno agli studiosi suoi pari, erano frutto di matrimoni tra consanguinei, di incesti indotti dal vivere arroccati in aree ristrettissime, erano la drammatica risultante di malattie endemiche, della sottoalimentazione, erano gli scherzi di una natura ancora intatta quanto selvaggia e ribelle, quanto ancora incompresa e quindi arida nel dare il meglio di sè ad uomini rimasti bambini.
La razionalità dello scienziato che descriveva il SIAMESISMO, sotto i riflessi cangianti ma chiarificanti della prima vera ricerca empirica, era la volontà della ragione riscoperta che cercava di intendere e non voleva demandare ad altro, religioni o superstizioni o leggi che fossero, la comprensione delle diversità. Ma lunga e vana ed atroce fu la lotta di SCHENCKIUS contro i luoghi comuni, contro le paure del profondo, contro le grida di idolatrie mai davvero domate: e così se riuscì ad esser lucido quando osservò direttamente quei poveri, innocui Mostri, dovette rassegnarsi davanti alle frustrazioni intellettuali di medici spaventati, convinti d'aver visionato aberrazioni demoniache sino a che, specie in area carpatico-danubiana, tante sventurate alterazioni genetiche, spesso di breve vita e quasi sempre soppresse in fretta e furia da genitori credutisi vittime di qualche maledizione divina o satanica, fluirono, per via di aneddoti che sarebbero divenuti fiabe o terrori, entro i deliri delle paure ancestrali, nel deserto di lande, più oniriche che reali, popolate di uomini-bestia, di vampiri e licantropi, di entità sanguinarie in agguato fra roveti e rocce, negli anfratti, cioè tra i dubbi delle coscienze utilmente impaurite, e quindi fatte deboli, dall'astuzia di infiniti, "umanissimi e reali" tiranni.
Ma per i "Mostri" il peggio non ebbe mai limiti (pur se qualche avventuriero - come in particolare i MERCANTI DI MERAVIGLIE - incurante di maledizioni e preoccupato di far soldi - se ne servì, con estrema cautela però, qual fenomeni, anche ridanciani, da baraccone o da "corte dei miracoli") e, nella versione meno fortunata della loro tragedia di Diversi, si collocarono spaventose persecuzioni manovrate con quello zelo feroce, poco importa se cattolico o protestante, che mosse tanto Lutero (per fare un nome) quanto l'inquisitore Torquemada (per farne un altro), volti a perseguitare nel mucchio, a devastare entro il gregge degli infelici, ad essere come lupi cacciatori, purificatori del male: forse erano giustificati dall'ignoranza, certamente però, fra le fiamme degli "Atti di fede" e le forche dell'intransigenza puritana, si esaltò buona parte della ferocia umana, in un crescendo convergente d'odio, paura ed incomprensione.
Sicchè i Mostri di per sè Diversi ma di necessità non Cattivi , profanati nell'olocausto dal principio greco-classico sorprendentemente riscontrabile in ambito cristiano che il bello è sempre buono ed il brutto, all'opposto, è sempre cattivo, finirono per diventare realmente i Mostri dell'esistenza, quelli che, anche se non esistono, ognuno di noi, a volte e nelle frenesie di troppe infelicità ed avversioni, sente ruggire dentro di sè, quasi per esserne difeso contro altri Mostri ancora, magari solo altri Diversi resi cattivi dal limbo delle superstizioni, esorcizzati entro il nostro animo perplesso sotto forma di Pseudodemoni da cacciare nell'Inferno quando invece, come è naturale, si tratta solo di Altri da noi, degli Per intendere tante cupe riflessioni, suggerite da ignoranza e superficialità, sui SELVAGGI spesso eretti alla condizione di MOSTRI UMANI DI TERRE LONTANE, si legga quanto scrisse PADRE MARTIN DELRIO (Lib.I, p.145), proponendo fra altre considerazioni [alla cui radice stavano già i discorsi teorici sulla legittimità di schiavismo e schiavitù e sulle differenze enze tra Schiavo di natura e schiavo di guerra presupposti di una formidabile POLEMICA SULLA SCHIAVITU' NATURALE] un'osservazione estremamente importante sulla difficoltà occidentale di comprendere costumi e civiltà degli INDIGENI dei popoli misconosciuti coi quali, per le continue esplorazioni, gli Europei stavano sempre più entrando in contatto:
"I Demoni [scrive ancora il DEL RIO] hanno altresì il potere di creare Mostri incredibili come è accaduto in Brasile ove si trovò una spaventosa creatura alta ben 17 palmi, colla pelle dura come il cuoio e gli artigli di leone, cogli occhi fiammeggianti [l'autore cita il Brasile ma è un'asserzione solo geograficamente restrittiva per far riferimento alle scoperte che si fecero nelle Americhe e che spesso alimentarono incredibili leggende che finirono per interagire con le convinzioni già maturate nel Vecchio Continente di maniera che, sulla linea di indizi, favole od anche reali fenomeni e fatti storici sublimati da fantasie paronoiche si fenne a forgiare una straordinaria storia di Demoni, Creature Diaboliche, Streghe Antropofaghe, Vampiri Europei ed Americani, Licantropi, Uomini Bestia, Piante Magiche, Fonte dell'Eternità, Amazzoni, Signori dell'Oro, Incubi, Succubi, Immortali, Mostri ecc. ecc. poi destinata ad un recupero letterario specie dal '700 con contributi diversi e celebri come quelli di Stocker, Melville, Hawthorne, E. Allan Poe, Maria Shelley, Herbert George Wells ecc.: anche se a volte la narrativa fu superata o anticipata dalla realtà, in forza della trionfante moderna tecnologia, come quando in merito alle morti apparenti e al tema dei ritornanti uno scienziato qual fu A. Nobel [e che visse al pari di E. A. Poe uno stato di angoscia esistenziale (che lo condusse poi a scelte radicali)] sempre era solito rammentare nel corso della sua vita questo strumento di allerta contro un possibile ritorno dalla morte ideato da suo padre Immanuel, al pari di lui e d'altri della famiglia -anche per eventi realmente accaduti- terrorizzato dall'idea di questo oscuro pericolo del "risveglio".]
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Altri Mostri si son però trovati nel passato come quello che fu catturato nelle selve di Sassonia verso l'anno 1240 e che aveva un muso dai vaghi lineamenti umani.
Ricordo in particolare
[fra tanti casi di nascite mostruose] il caso d'una donna di Augsburg che generò un essere orribile in cui si mescolavano le caratteristiche dell'umano, del serpente e del maiale...ma il caso più spaventoso è quello che fu riportato dal Castanneda nei suoi 'Annali della Lusitania' trattando di una sventurata criminale deportata in un'isola deserta per scontare la propria colpa.
Quella, ad un certo punto, ormai rimasta sola, si trovò circondata da uno stuolo di scimmie, animali molto comuni in quella terra desolata, fin a quando non ne comparve una di tutte molto più grande e temibile.
Questa, presa per mano la donna, con modi sorprendendemente delicati in una bestia, la guidò fino ad un antro, invitandola ad entrare per cibarsi della molta frutta che lì aveva raccolto.
La donna finalmente accondiscese alla richiesta ma, entrata nella grotta, venne subito violentata dalla bestia e questa mostruosità si protrasse per parecchi giorni, fino al punto che la sciagurata rimase incinta e partorì due esseri frutto di tal innaturale congiungimento.
La donna visse in questa maniera per alcuni anni, anche se per lei sarebbe stato molto meglio l'esser morta.
In seguito però, quasi certamente per il pietoso soccorso della divina Provvidenza, una nave di soldati raggiunse quell'isola dimenticata.
Costoro, ispezionandone il territorio, raggiunsero l'antro e si imbatterono nella sventurata che si gettò ai loro piedi supplicando d'esser soccorsa e portata sulla nave.
Impietositi i soldati la fecero imbarcare per condurla in salvo ma a quel punto l'enorme scimmia sopraggiunse e prese a richiamare, con gesti ed urla, quella sua innaturale sposa : la belva però, come s'avvide che la nave aveva messo le vele al vento e stava per allontanarsi, prese a correre verso la riva del mare e da lontano mostrò alla donna uno dei suoi figli lasciando intendere, con minacce, che qualora lei non fosse tornata, da parte sua non vi sarebbe stata pietà a gettar quello fra i gorghi.
Non ricevendo alcuna risposta, senza esitare, il mostro fece quanto aveva minacciato e subito tornò di corsa alla grotta per prendere l'altro essere nato da quel coito contro natura: presto tornò alla spiaggia e, per terminare la propria vendetta, annegò anche quest'ultimo.
La grande scimmia, quindi, sconvolta dal furore, si gettò a sua volta nel mare, nuotando all'inseguimento della nave finché non le vennero meno le forze e perse di vista l'imbarcazione.
Parrebbe questa una vera fantasia se tutta la Lusitania non ne fosse al corrente e se lo stesso Re, che avrebbe dovuto mandare al rogo quella sciagurata, commosso dalle preghiere di parecchie persone, che s'erano prese a cuore della donna, non le concesse di rinchiudersi tra le mura di un convento cercando, se mai possibile, di dimenticare, tra le preghiere e la pace del chiostro, quell'orribile storia
".
Il DELRIO prosegue con molti altri esempi di Mostri, tutti inattendibili e talora ridicoli nella stessa ideazione se non intervenissero due considerazioni.
La prima è che l'apparente incredulità di cui l'autore a volte dà prova dipende esclusivamente dal fatto che egli cerca una spiegazione logica per una serie di procreazioni impossibili -in questo anche la scienza del suo tempo non si lasciava ingannare- per le più elementari leggi di natura. Siccome però il DELRIO non dubita delle notizie ricevute, perché a suo avviso d'ottima mano, senza neppure escludere la penna del feroce inquisitore spagnolo Torquemada, finisce col dover attribuire quelle nascite mostruose alla volontà diabolica di tormentare il genere umano nella sua forma più debole, la donna, proprio nel campo proibito ed intimo della sessualità al contrario sconciata.
La seconda inquietante considerazione proviene dalle valutazioni dell'autore sui parecchi Mostri individuati nelle Americhe, specie fra le Ande, fin a citare, e solo per sentito dire, i paurosi accoppiamenti di popolazioni precolombiane con canidi od altri animali sì da generare veri scarti di natura e legge divina: considerazione inquietante, perchè, nonostante gli scritti onesti di illuminati missionari come Bartolomeo de Las Casas, l'ipotesi di patti diabolici e di congiure stregonesche stavano giustificando il genocidio che i Conquistatori spagnoli e portoghesi andavano facendo di civiltà progredite, i cui infelici discendenti, dalla paura oltre che dall'ignoranza e dalla malafede, venivano descritti come creature semianimalesche.
E del resto come non vedere nel caso della GRANDE SCIMMIA -attribuendo verità storica ai fatti narrati benché deformati da fantasia popolare e religiosa- la figura di qualche INDIGENO, di qualche "selvaggio", nell' accezione occidentale del termine, portato alla follia e all'omicidio per l'urto culturale con una civiltà europea da lui lontanissima, che per secoli ancora avrebbe descritto, e poi disegnato in molti repertori di viaggi, gli uomini di altre terre alquanto simili alle scimmie ed a quei primati antropomorfi che agli occhi di spaventati viaggiatori europei proponevano la meravigliosa variabilità naturale ma pure la superstizione sugli "incomprensibili Altri", il popolo maledetto di pagani primitivi che, per via di sotterranee leggende ed intellettuali farneticazioni, rimandava ogni volta all'idea della stirpe pseudobiblica dei servi di Satana tra cui superstizione e magismo inseriscono Lilitea o meglio ancora Lilith il famigerato DEMONE FEMMINA che sedusse ADAMO?> al rovescio della medaglia, tra i pochi esploratori fin al '700, vigeva anche l'abitudine di rappresentare i primati antropomorfi con superficialità e attributi caricaturali che inducevano i lettori a ritenerle mostruose creature subumane.

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