cultura barocca
Erano tempi di turbolenze soldatesche scrisse l'Aprosio in rapporto a Ventimiglia nel '600 ma a metà '700 la zona o meglio la vasta area confinaria, coinvolgente la stessa Ventimiglia, che divenne teatro occidentale della Guerra di Successione al Trono Imperiale - Ventimiglia fu risparmiata dalla peste del 1656/'57 di cui parlò Domenico Antonio Gandolfo ma poi il terrore ritornò con lo scoppio della peste a Marsiglia e tutto quanto, guerre e provvisioni profilattiche, determinarono grandi trasformazioni dell'ambiente che era pur sempre ambiente di confine ( PER APPROFONDIRE QUESTI TEMI VEDI QUI E' ASSOLUTAMENTE CONSIGLIATA LA VISURA DI QUESTA CARTOGRAFIA MULTIMEDIALE, ENFATIZZATA PER UNA LETTURA OTTIMALE NEI DETTAGLI DELLE TRASFORMAZIONI SUSSEGUITESI, SPECIALMENTE IN MERITO AI CONTROLLI DI SANITA' AI BALZI ROSSI DOVE ERA SPOSTATO IL CONTROLLO PUR ESSENDO IL CONFINE VERO E PROPRIO OLTRE LE "CUSE" AL GARAVANO ED ALLE GRANDI TRASFORMAZIONI TRA '700 E '900 DEL SITO DI NERVIA QUI PROPOSTE PER VIA DI TESTO ED IMMAGINI ) - Esercito genovese: Milizia nazionale non stipendiata - Militi "ordinari" e Militi "Scelti" = I Colonnellati del Ponente ligure ( nel Colonnellato di Ventimiglia, come nei restanti del Dominio di Genova, per il controllo contro Pirati e Corsari e sulla Sanità ci si avvaleva di Militi "Ordinari" ma di Militi "Scelti" in casi di emergenza e ai confini della Repubblica come nel sito strategico dei Balzi Rossi punto d'inizio dei COMMISSARIATI DI SANITA' DI VENTIMIGLIA e quindi di BORDIGHERA[ editi nella PIANTA DELLE DUE RIVIERE DELLA SERENISSIMA REPUBBLICA DI GENOVA DIVISE NE' COMMISSARIATI DI SANITA', EDIZIONE SPECIALE DEL BANCO DI CHIAVARI E DELLA RIVIERA LIGURE : TRATTA DALL'OMONIMA OPERA CURATA DA M. QUAINI PER I TIPI DELLA SAGEP DI GENOVA NEL 1983 con integrazione anche con stampe di località piemontesi tratte dal THEATRUM SABAUDIAE, AMSTELODAMI, MDCLXXXII) = approfondendo vedi Esercito genovese di Complemento: i "Militi Villani" ed anche "Scelti" _ Milizie "Scelte": loro rotazione nel governo del forte di Santa Tecla di Sanremo - Si vedano pure dell' Esercito genovese: "Compagnie Paeselle" - Settecentesche revisioni dell'Esercito = dai Battaglioni ai Reggimenti - Per intendere siffatte revisioni si veda il qui digitalizzato (gli asterischi rimandano a ulteriori voci esplicative) volume = Instituti et Ordini Militari da osservarsi dalle Truppe della Serenissima repubblica di Genova stabiliti et deliberati dall’Illustrissimo et Eccellentissimo Magistrato di Guerra et ancora approvati da Serenissimi Collegi per loro Decreto de 22 Genaro 1722 formati dal Colonello Lorenzo Maria Zignago, stampati l’anno 1710, e di nuovo ristampati l’anno 1722, in Genova, per Gio. Battista Casamara, nella Piazza delle cinque Lampade. [tanto gravi attraverso i millenni ma ancora nel '700 furono i COMPORTAMENTI DELLE TRUPPE DA RENDERE NECESSARIO PER EVITARE DANNI, SACCHEGGI, VIOLENZE E STUPRI ANCHE A SCAPITO DELLA POPOLAZIONE CIVILE, COMPRESA QUELLA PER CUI AVREBBERO DOVUTO PARTEGGIARE, LA STESURA DI REGOLAMENTI DISCIPLINARI BEN SEVERI (e nell'agro ventimigliese una riprova eclatante fu costituita dalle CONSEGUENZE DELLA BATTAGLIA DI S. PIETRO A CAMPOROSSO FRA TRUPPE GENOVESI E SABAUDE) che qui si propongono A LIVELLO EUROPEO FUNGENDO DA GUIDA L'EDIZIONE CRITICA DEI REGOLAMENTI MILITARI GENOVESI DEL 1722 = giova ricordare che anche la CHIESA ASSUNSE IN MERITO POSIZIONI PRECISE COME SI LEGGE NELLA QUI DIGITALIZZATA VOCE BELLUM DALLA BIBLIOTHECA CANONICA, JURIDICA, MORALIS... DI L. FERRARIS voce analizzata (e qui proposta) ATTRAVERSO I VARI ARTICOLI CHE COINMPLICANO I COMPORTAMENTI DA TENERSI SIA DALLE TRUPPE CHE DAGLI UFFICIALI DI OGNI GRADO]
INFORMATIZZAZIONE A CURA DI BARTOLOMEO EZIO DURANTE

Da NIZZA (esaltata, tra altre cose qui leggibili, per la produzione di viti, ulivi, aranci, palme, mandorli, cedri, fichi, granati, pistacchi, giuggioli, capperi ) ad ESA e VILLAFRANCA (clicca per approfondire e visualizzare stampe antiche di NIZZA ed ESA mentre quelle di VILLAFRANCA sono proposte a fine di questo articolo) , sulla scorta di quanto scrisse LUIGI RICCA DA CIVEZZA, seppur procedendo a ritroso rispetto a quanto scrisse nel suo VIAGGIO DA GENOVA A NIZZA del 1865, si proceda alla volta del MAUSOLEO DELLA TURBIA E QUINDI DEL PRINCIPATO DI MONACO e poi, passando ad una visualizzazione e ad un'nalisi critica diverse si contemplino i REPERTI ROMANI DEL MAUSOLEO DI AUGUSTO (LA TURBIA) = si prosegua ora il VIAGGIO da come era "LA TURBIA TRA '700 E '800" (PROCEDENDOSI DA NIZZA A MENTONE SINO AL TERRITORIO ITALIANO) ( UN'IMMAGINE ANTIQUARIA DE LA "TURBIA" - un'IPOTESI DI COME POTEVA ESSERE ALLE ORIGINI ed una di QUANDO FU TRASFORMATA IN FORTE) raggiungendo I BALZI ROSSI, MORTOLA, LA "VILLEGGIATURA DI LATTE" (Vedi qui BARRIERA DEI BALZI ROSSI (CARTA INTEGRALE) con esplicazione dell'AREALE DALL'ATLANTE DI SANITA' ("RAGIONI DELLA POSTAZIONE RETROGRADA DELLA BARRIERA DI CONTROLLO DEI BALZI ROSSI RISPETTO AL VERO CONFINE VERO E PROPRIO OLTRE LE "CUSE" AL GARAVANO , ATTESA L'EMERGENZA PARTICOLARE DI CUI CLICCANDO QUI SI PUO' LEGGERE") dell'ingegnere di guerra MATTEO VINZONI e leggi anche qui il "DIARIO" steso dal Vinzoni in rapporto alla sua missione del 1722-'23 con la RICOGNIZIONE SCRITTA DAL VINZONI STESSO DEI LUOGHI PER LA STESURA CARTOGRAFICA DEI COMMISSARIATI DI SANITA' DI BORDIGHERA E VENTIMIGLIA CON CENNI AD ASPETTI VARI DI VITA SPICCIOLA = si analizzi quindi nel dettaglio DOTAZIONE, MEZZI, UOMINI NEL CONTESTO DEI "COMMISSARIATI DI SANITA' DI VENTIMIGLIA E DI BORDIGHERA, PRECEDUTI DA DIGITALIZZAZIONE DELLA CARTA GENERALE DEL PONENTE DI LIGURIA" (IN QUESTA I COLORI DIVERSI DELLA CARTA INDICANO I DIVERSI POSSEDIMENTI DI STATI DISTINTI) = dai BALZI ROSSI O "BALZI INNACESSIBILI" come si diceva con grafia peculiare dell'epoca si proceda, immergendosi idealmente nel passato, avvalendosi di un testo corredato da stampe antiquarie, attraversando VILLAGGI SUGGESTIVI COME QUI "LA MORTOLA", alla volta di VENTIMIGLIA PRIMA CITTA' ITALIANA OLTRE CONFINE [ che, contestualmente all'areale anche franco-monegasco e pedemontano, ma verosimilmente in maniera ancora più incisiva, conobbe TEMPI DAVVERO DURI PER MOLTEPLICI RAGIONI, BELLICHE E NON, TRA '600 E '700, QUI PROPOSTI SIA DAL LATO TESTUALE CHE CARTOGRAFICO ANTIQUARIO con in particolare durante la GUERRA DI SUCCESSIONE IMPERIALE certo per la micidiale efficienza di una NUOVA ARTIGLIERIA (VEDI TESTO E STAMPE ANTICHE) ma pure, e per varie ragioni, in rapporto a nuove strategie in ispecie con la rovina e il taglio di VITI E MOLTEPLICI ALBERI ed in particolare di oltre 12000 OLIVI/ULIVI anche al fine, scavando e/o modificando l'areale, di creare TRINCERAMENTI E FORTIFICAZIONI, RAFFORZANDONE VARIAMENTE ALTRE COME QUI SI LEGGE DA RELAZIONI OCULARI COEVE sì da procurare un GENERALE STATO DI CARESTIA E MISERIA (CONNESSO PURE ALL'ISOLAMENTO ECONOMICO PER LUNGHI PERIODI E ANCHE PER MOLTEPLICI RAGIONI TRA CUI L'INTERRUZIONE DEI CONTATTI IN OCCASIONE DELLE GRANDI PANDEMIE, IRRISOLVIBILE ANCHE AFFIDANDOSI AD ISTITUZIONI ASSISTENZIALI) ed al punto estremo di alterarne vari aspetti geologici e topografici, specie nella vasta area nervina ) ] per proseguire quindi su QUESTA CARTA CHE POTREBBE DEFINIRSI SECONDO IL VINZONIANO "ATLANTE DI SANITA" IL VERO E PROPRIO ESTREMO PONENTE DI LIGURIA [ vedi anche la DIDASCALIA OVE I COLORI DIVERSI INDICANO IL VARIEGATO SISTEMA DI POSSESSI AI CONFINI MA PURE ENTRO IL DOMINIO GENOVESE e visualizza pure la CARTA GENERALE DEL PONENTE LIGUSTICO DELLA REPUBBLICA SINO ALLA CITTA' DI GENOVA COSA PER CUI BISOGNA FAR SCORRERE QUESTA CARTA ( per una visione completa del Dominio di Genova in Terraferma vedi anche la RIVIERA DI LEVANTE per ragioni pratiche distinta in I PARTE PROCEDENDO DA GENOVA e quindi II PARTE OVVERO RIVIERA DI LEVANTE SINO AL PUNTO ESTREMO DEL DOMINIO DI TERRAFERMA O "CAPO CORVO" E QUINDI SINO AI CONFINI CON IL GRANDUCATO DI TOSCANA) ] per raggiungere il territorio di PORTO MAURIZIO (CITTA' DELLA REPUBBLICA DI GENOVA) E QUINDI A QUELLO DI ONEGLIA CON TUTTO IL SUO PRINCIPATO (DI SPETTANZA DELLO STATO SABAUDO).

" DAL THEATRUM SABAUDIAE, AMSTELODAMI, MDCLXXXII = vedine l'immagine per l'area gravitante sull'estremo Ponente Ligure ( [precisamente apud hæredes Ioannis Blaeu, 1682 = nel suo celebre repertorio biblioteconomico intitolato "La Biblioteca Aprosiana passatempo autunnale di Cornelio Aspasio Antivigilmi qui digitalizzata e ipertestualizzata Angelico Aprosio "il Ventimiglia", parla spesso dei tipografi e cartografi Bleau vedi = Giovanni Blaeu pag. 63 e 448, Guglielmo Blaeu pag. 63 e 448, Pietro pag. 63 - 448 - 450 - 610 - 611 ) veduta di VILLAFRANCA (Incisione (mm. 448x575) anonima su disegno (1661) di Gaspare Baldoino e Giovanbattista Giosserandi, in Theatrum Sabaudiae, tav. 64, vol. II ) e del PORTO DI VILLAFRANCA con enfatizzata DIDASCALIA ANTIQUARIA e parimenti enfatizzati il FORTE DI VILLAFRANCA quanto il FORTE DI MONTALBANO che il FORTE DI S. SPIRITO - Incisione (mm. 473x545) anonima su disegno (1661) di Gaspare Baldoino e Giovanbattista Giosserandi, in Theatrum Sabaudiae, tav. 65, vol II [VEDI L'AREALE IN UNA PROSPETTIVA PIU' AMPIA IN UNA CARTA SEMPRE ATTRIBUITA CON INCERTEZZE ALL'ACCINELLI = da raccolta privata (Bordighera)] = CARTA QUEST'ULTIMA EDITATA NEL VOLUME ALBINTIMILIUM, ANTICO MUNICIPIO ROMANO (VEDI FONTE BIBLIOGRAFICA COMPLETA CLICCANDO QUI)]
E' del resto il XVII secolo l'EPOCA DELLE GUERRE (1625 e 1672) FRA LA REPUBBLICA DI GENOVA E IL PIEMONTE SABAUDO IN PIENA ESPANSIONE SPECIE VERSO IL MARE e cui seguirà un CONFLITTO DI PORTATA INTERNAZIONALE (META' XVIII SEC.) QUELLO DELLA GUERRA DI SUCCESSIONE AL TRONO IMPERIALE (per approfondire la tematica vedi qui l'EVOLUZIONE DELL'ARTIGLIERIA, E DEGLI ARMAMENTI IN GENERALE, NEL XVIII SECOLO) = il PIEMONTE SABAUDO (VEDI QUI CARTA GENERALE DAL THEATRUM SABAUDIAE) oltre ai possedimenti di cui si è sopra parlato gravita oramai decisamente sull'indebolito Dominio di Genova da molteplici sue basi (fermo però restando che il MAUSOLEO AUGUSTEO DELLA TURBIA trasformato dai Savoia in TORRE FORTIFICATA venne nel 1706 DISTRUTTO COME QUI SI VEDE DAI FRANCESI durante la Guerra di Successione Spagnola) che qui si posson ricordare con relativa cartografia dal Theatrum Sabaudiae a partire da DEMONTE per giungere a CUNEO quindi a TENDA (vedi qui anche l'ORRIDO DI TENDA) e SAORGIO ( vedi qui la "STRADA SOTTO SAORGIO" ed ancora da altra prospettiva la ROCCA DI SAORGIO E LA STRADA REALE ed ancora SOSPELLO per arrivare, sfiorando il confine repubblicano, sino a DOLCEACQUA
DATA L'IMPORTANZA DEL BORGONIO(BORGOGNO, BORGONO) PER LA REALIZZAZIONE DEL THEATRUM SABAUDIAE
AVVALENDOCI DI UN SAGGIO
di di Luciano Tamburini, nel Dizionario Biografico degli Italiani, Volume 12 (1971)
QUI SI SCRIVE = "BORGONIO (Bergogno, Borgono), Giovanni Tomaso. - Figlio di Giovanni Antonio, capitano nel castello di Dolceaqua, nacque, probabilmente a Perinaldo (Imperia), nel secondo decennio del sec. XVII. La data di nascita è controversa: il Casalis la pone (su basi opinabili) al 30 sett. 1628, ma tale data è in contraddizione con una patente del 12 sett. 1636 (Arch. di Stato di Torino, Controllo) che riservava a favore del B. una piazza di soldato a Dolceacqua; inoltre, con un'altra patente del 28 marzo 1638, fu dato ordine di continuare a corrispondergli la paga ordinaria di soldato. L'inizio ufficiale della sua carriera risale al 1649: lo confermano la nomina, da parte di Carlo Emanuele II a "segretario ordinario" (28 giugno 1652) in premio d'un servizio triennale e quella ad "aiutante di camera" (28 nov. 1655) menzionante una "longa e fedel servitù... per il spatio d'anni sei". Inoltre in una lettera del 18 giugno 1666 il B. afferma d'aver troncato sedici anni prima gli studi ("sendo in procinto di adottorarmi") per votarsi al servizio ducale; il che, se rapportato alla data tradizionale, darebbe, al 1650, un'età di ventidue anni, ma se riferita a un decennio più addietro (tale da giustificare il servizio militare) sposterebbe oltre i trenta la sua ammissione a corte. A meno di non far proprie le induzioni di M. Viale Ferrero (1963) che l'artista iniziasse a servire anche anteriormente al '49, ma che, essendo divenuto Carlo Emanuele II maggiorenne l'anno avanti, i riconoscimenti ufficiali seguissero la sua ascesa al trono. Valente calligrafo, la sua formazione è da connettere agli esempi di Honorato Tiranti (suo predecessore a Torino quale "maestro di scrivere" e autore, nel 1655, di un Laberinto de groppi), ma anche ai saggi di F. Periccioli e T. Ruinetti (1619), G. Sellari (1635) e F. Pisani (1640). A tale perizia virtuosistica accompagnò una raffinata abilità di miniatore, di cui diede prova in codici fastosi tramandanti scene e temi di balletti eseguiti in varie località del ducato e ideati in prevalenza da Filippo d'Agliè. Tredici di essi sono tuttora conservati nelle Bibl. Nazionale e Reale di Torino e mostrano, nei titoli come negli argomenti, l'adeguamento alla "retorica" di corte - il sottinteso politico, cioè, sposato all'esaltazione dinastica - di cui fu promotore Emanuele Tesauro coadiuvato dall'Agliè stesso e dagli artisti rappresentativi di tale clima, fra cui il Borgonio. Per questo s'è potuto parlare - in relazione alla sua fervidissima capacità inventiva - d'una pittura di parata, tramata su eleganze esteriori e sottomessa nei particolari a simbologie complicate, ove anche il colore ha significati allusivi, e opponente all'eccitata effervescenza della vita (quale la rappresenterà il Boetto) una compassatezza aulica fatta per esser delibata in cerchie ristrette. L'artista cumulerà del resto alle altre la carica di "blasonatore" (7 genn. 1675) sfogando nelle imprese araldiche la propensione per i colori puri e le gamme squillanti. La sua opera di miniatore abbraccia l'arco d'un trentennio: il primo album conservato (relativo al balletto Hercole e Amore, rappr. a Chambéry il 10 febbr. 1640) fu certo approntato più tardi anche se per la determinazione cronologica valgono le obiezioni già esposte. Così forse La Fenice rinovata (Fossano, 9 febbr. 1644), uno dei suoi raggiungimenti più alti, ove pare iniziare la collaborazione col meno dotato Carlo Conti che si farà preminente altrove; il Dono del re del Alpi (Rivoli, 10 febbr. 1645); L'Oriente guerriero e festeggiante (Valentino, 20 giugno 1645); Il Tabacco (Torino, 10 marzo 1650); Gli Hercoli domatori de mostri (Torino, dicembre 1650); L'educatione di Achille (Torino, 22 dic. 1650); Il Gridelino (dal colore gris de lin;Torino, 1653); I Bacchanali antichi e moderni (Torino, 1655), del B. per la parte ornamentale e del Conti per la figurativa, in cui sono affinità con scene coeve milanesi quali un Castore e Polluce; La primavera trionfante dell'inverno (Torino, 10 febbr. 1657), esemplare per la parte del B., meno per quella del Conti; L'unione per la peregrina Margherita (Torino, 11 maggio 1660), frutto anch'esso della collaborazione dei due autori come Il falso amor bandito (Torino, 17 febbraio 1667) e infine il Lisimaco, melodramma d'apertura del primo teatro stabile di palazzo inaugurato nell'80, le cui scenografie - già riferite a ignoto - sono da mie ricerche risultate di Amedeo di Castellamonte, tributario del Triomphe de l'Amour di J. Bérain. Inframezzò tale serie di lavori con l'esecuzione, occasionale, di disegni per arazzi (29 febbr. 1664), arredi sacri (5 febbr. 1670), frontespizi (Le Delitie della Vigna di Madama Reale dell'Agliè, 1667, ma anche edizioni del Tesauro e la Venaria Reale del Castellamonte, 1674), dipinti di vario genere offerti (secondo quanto riferisce il Claretta su ricordi del conte Filiberto di Piossasco) al duca nel '74, mentre la qualifica di "ingegnere" lo impegnava alle fortificazioni di Vercelli (1670), nei piani per l'"accrescimento" di Nizza (21 sett. 1675) e in progetti del castello di Racconigi rimaneggiati poi dal Guarini e successori. Pari alla sua attività miniaturistica fu quella grafica (che si esplicò in modo eminente nella elaborazione del Theatrum Sabaudiae)e cartografica per il rilevamento dell'intera estensione del ducato. Per il Theatrum (affidato per la stampa agli editori Blaeu di Amsterdam nell'intento di offrire alle corti d'Europa una visione encomiastica dello Stato sabaudo) è documentata la sua collaborazione per gli anni 1661-62. Il suo intervento non fu solo di stimato e fecondo illustratore (ben cinquantadue son le tavole a lui ascritte sebbene nove solo firmate), ma di instancabile coordinatore: teneva i contatti con gli stampatori, sollecitava gli esecutori, sbrigava insomma le più tediose ma indispensabili pratiche per condurre il lavoro in porto. Al B. fu commesso infatti il rilevamento di parecchie località (minuziosamente elencate dal Vesme e dal Rondolino, pp. 324-326) per cui dovette affrontare numerosi e mal remunerati viaggi, e inoltre l'esecuzione di tre particolareggiate carte del Piemonte, Savoia e Chiablese, verosimilmente precedenti la Carta generale de' Stati di S.A.R. disegnata per Maria Giovanna Battista di Nemours, incisa nel 1680 da G. M. Belgrano e non inclusa nel Theatrum. Composta di quindici fogli e accurata nei particolari - nonostante gli errori imputabili all'assenza di metodologia scientifica - ebbe fama grandissima e, ristampata a Londra nel 1765, rimase, fin quasi all'800, un'opera basilare. Di pari importanza e impegno fu, nel medesimo anno, la Généalogie de la Royale Maison de Savoye, in ventiquattro fogli. Gli giungeva in premio - oltre ai già citati - una serie di riconoscimenti che, pur lasciando immutate le sue precarie condizioni finanziarie, gli faceva percorrere in pochi anni tutta una trafila d'onori: "consigliere e segretario... di stato e finanze" (6 marzo 1670); "architetto di S.A.R."; "maestro da scrivere" del principe di Piemonte (14 maggio 1673); "blasonatore" (come già s'è detto) nel 1675. Ignota è la data di morte, per cui soccorre unicamente la nomina a "segretario nostro" del figlio del B. Vittorio Amedeo (1º genn. 1692) menzionante l'"hora fu segretario di Stato": la si può comunque collocare alla fine dell'anno precedente.
Fonti e Bibl.: Schede Vesme, I, Torino 1963, pp. 174-177 (ma anche pp. 362 s. sub voce Conti, Carlo), per tutti i docc, citati nella voce; Theatrum Statuum... Sabaudiae... Ducis..., Amstelodami 1682, II, p. 154 e passim; F. Rondolino, Per la storia di un libro, in Atti della Soc. di archeol. e belle arti per laprov. di Torino, VII (1897), pp. 316-355, passim;G. Bres, Note d'archivio, Nizza 1919, pp. 143 s.; F. Durando di Villa, Ragionamento letto il giorno 18 d'aprile 1778, in Regolamenti della R. Accad. di pittura di Torino, Torino 1778, pp. ss s.; G. Casalis, Dizionario... degli Stati di S. M. il Re di Sardegna, Torino 1833-56 IV, p. 370; V. Promis, Feste alla corte di Savoia in Curiosità e ricerche di storia subalpina, Torino 1876, II, pp. 186-204, 351-79; G. Claretta, Storia del regno e dei tempi di Carlo Emanuele II, Genova 1877, II, pp. 561-64; C. Turletti, Storia di Savigliano, Savigliano 1879, I, p. 930; II, p. 790; V. Promis, Le auguste alleanze fra le Case sovrane di Savoia e di Baviera…, Torino 1883, pp. 163-73; H. Ferrand, Essai d'hist. de la cartographie alpine..., in Bull. de la Soc. de statistique... de l'Isère, Grenoble 1903, p. 46;






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