ESARCATO

Nell'Impero di Bisanzio col termine Esarcato si indicava un territorio affidato per la sua particolare importanza militare al governo di un Esarca (titolo dei governatori militari d'Italia e d'Africa). Si formarono due Esarcati. Il meno noto sorse nel VI sec. in Africa, con capitale Cartagine, formato dai territori riconquistati da Bisanzio ai Vandali (ne dipendevano anche le riconquistate Sardegna e Corsica). L'Esarcato per antonomasia fu però quello italiano sfuggito all'invasione longobarda, composto dai vasti territori dell'Istria, di parte della Venezia, dell'Emilia con capitale RAVENNA, della Pentapoli, della Calabria (regione corrispondente all'odierna "Puglia"), del Bruzio (oggi la "Calabria"), di parte della Campania compresa Napoli, di Roma e parte del Lazio, della Toscana, dell'Umbria e della Liguria. In senso stretto e poi nell'uso corrente, anche diplomatico-militare, per Esarcato però si finì per intendere la sola regione della capitale Ravenna, splendida sede dell'Esarca. Mentre l'Impero andava gradualmente perdendo gli altri territori l'Esarcato di Ravenna, protetto da eccellenti forze militari, potè prosperare sì che la sua capitale emulò, fatte le debite proporzioni, lo splendore di Bisanzio e della sua corte raffinatissima. Dopo la conquista di Ravenna ad opera di Astolfo nel 751, tutto l'Esarcato finì poi per essere occupato dai Longobardi fino a quando, attraverso ulteriori peripezie ed un evidente degrado, la regione pervenne sotto l'autorità del pontefice romano.